Giggi Zanazzo (original) (raw)

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Giggi Zanazzo

Giggi ZanazzoLiber Liber2024-09-26T13:19:33+02:00

Giggi ZanazzoGiggi Zanazzo, all’anagrafe Luigi Antonio Gioacchino Zanazzo, (Roma, 31 gennaio 1860 – Roma, 13 dicembre 1911), è stato un poeta, commediografo, antropologo e bibliotecario italiano. Studioso delle tradizioni del popolo romano e poeta in romanesco, è considerato, insieme con Francesco Sabatini, il padre fondatore della romanistica. Alla sua scuola mossero i primi passi Trilussa e i più bei nomi della poesia dialettale della Roma d’inizio secolo.

Nacque a Roma nel 1860, in via dei Delfini 5 nel rione Campitelli dal padre Carlo, nativo di Lozzolo ma originario del Veneto, che si era trasferito circa nel 1830 a Roma, dove gestiva un’osteria a Testaccio. Con lui Luigi non ebbe ottimi rapporti. Sua madre era invece romana. Studiò ragioneria presso il collegio Poli. Lavorò alla Biblioteca Vittorio Emanuele e quindi fu distaccato, sempre come bibliotecario, presso il Ministero della Pubblica Istruzione.

Luigi sposò Agnese Bianchini, prima donna della Compagnia Romanesca da lui fondata con la collaborazione dell’attore e poeta Pippo Tamburri. Questa compagnia, che agiva al Teatro Rossini, recitò molte fortunate commedie, tra cui più d’una di pugno dello stesso Zanazzo, come l’operetta Li Maganzesi a Roma, messa in scena il primo ottobre 1882 per le musiche del maestro Mascetti, o la scoppiettante Pippetto ha fatto sega a scola, interpretata dall’incontenibile Oreste Capotondi. Dette così forte impulso al teatro dialettale romanesco e incuriosì anche la regina Margherita (cui poi Zanazzo avrebbe dedicato una poesia), la quale il 2 dicembre 1887 volle assistere al Rossini alle recite della compagnia.

Zanazzo è stato un abile verseggiatore, di grande sensibilità e realismo.

Come folklorista ha contribuito alla conoscenza del popolo di Roma e delle sue tradizioni, registrandole dalla viva bocca degli anziani, appena in tempo prima che andassero definitivamente perdute, quando la città, ormai capitale d’Italia e soggetta ad un’intensa immigrazione e modernizzazione, subiva una rapida trasformazione economica e sociale. Parte dei suoi manoscritti di argomento folkloristico si trovano attualmente conservati presso la Biblioteca Angelica. Famosissima la sua opera Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma, edita in tre volumi, insostituibile guida allo studio della cultura popolare cittadina e raro esempio di prosa in romanesco.

Per i tipi dell’editore Perino, Zanazzo fondò i periodici dialettali Rugantino (1887) e Casandrino (1897) che nello stesso anno si fusero dando vita al Rugantino e Casandrino per riassumere in breve la prima testata. Si avvalse nella direzione di questi periodici della preziosa collaborazione di Adolfo Giaquinto. Inaugurò così la più prolifica stagione della stampa periodica romanesca. I suoi articoli apparivano con le firme pseudonime soprattutto di Abbate Luviggi, ma anche di Mappa, Adorfo e Miodine. Fu dalle colonne del Rugantino che prese il via il festival della canzone romanesca di San Giovanni. Sempre per lo stesso editore nel 1896 diresse Il Valore Italiano periodico storico-militare-patriottico-aneddotico illustrato sino alla sua definitiva chiusura avvenuta il 14 marzo 1897.

Sostenitore di Crispi, fu estromesso dal suo impiego di bibliotecario del Ministero della Pubblica Istruzione a seguito della tristemente famosa epurazione della Minerva.

Morì poco dopo, nella città natale, a soli cinquantuno anni, nel 1911. Alla sua memoria è intitolata una via di Trastevere e il bel monumento, con il suo busto bronzeo, eseguito nel 1929 da Amleto Cataldi. L’opera si trova all’inizio di via dei Delfini, sulla parete della sua casa natale, oggi cadente, verso la chiesa di Santa Caterina dei Funari, sotto la sua loggetta. Sul lato destro sono riportati alcuni versi del poeta: “_Da la loggetta / di casa mia m’affaccio / e guardo in giù / vedo la strada / vedo la piazzetta_“.

Fonti

Note biografiche a cura di Pier Filippo Flores

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

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