Chiara Balbarini | Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (M.I.U.R.) (original) (raw)
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Papers by Chiara Balbarini
Immagini femminili nell'arte pisana, 2023
Si se plaignent les dessusdites dames De pluseurs clers qui sus leur mettent blasmes, Dittiez en ... more Si se plaignent les dessusdites dames De pluseurs clers qui sus leur mettent blasmes, Dittiez en font, rimes, proses et vers En diffamant leurs meurs par moz divers Le dame di cui vi ho parlato si lamentano poiché molti chierici parlano male di loro, ne fanno scritti in rima, in prosa e in verso diffamando i loro costumi con parole differenti." Christine de Pizan Epistre au Dieu d' Amours (vv. 259-262), 1399. Chi si trovi a percorrere la galleria sud del Camposanto monumentale, entrando dall'attuale ingresso sormontato dal tabernacolo gotico di Lupo di Francesco e, spostando lentamente lo sguardo, passi in rassegna le Vite dei Santi Padri nella Tebaide, le terribili bolge dell'Inferno e il Giudizio universale, fino allo spettacolare Trionfo della Morte, noterà che la presenza femminile in questi affreschi è un dato rilevante sul quale merita soffermarsi ancora. Dall'elegante tentatrice che porge la mano a uno degli eremiti (Paolo di Tebe?) insinuandosi nella sua grotta, mentre il monaco ingenuamente l'attira a sé, senza accorgersi della grande zampa artigliata che sbuca da sotto il vestito della dama (fig. 1), alle disperate peccatrici che piangono nelle bolge infernali e, al limitare del costone, vengono afferrate per i mantelli e per le trecce dai raffi dei diavoli (tav. X), fino alle vacue fanciulle nel giardino, intente in frivole occupazioni in compagnia di avvenenti giovani (tav. X), e alle scarmigliate dannate fatte roteare in cielo e gettate a testa in giù nel camino infernale (fig. 2), la rappresentazione di queste donne ci restituisce un'idea ben precisa del genere femminile. Così, anche il tema, di origine forse orientale e ben attestato nella letteratura francese, dell'Incontro dei tre vivi e dei tre morti si allarga a Pisa di numero per la presenza non solo dell'eremita, ma anche delle quattro nobili signore a cavallo (fig. 2), il che lo trasforma da allegoria del rispecchiamento della vita nella morte a narrazione di un'avventura possibile * Dedico questo breve contributo al ricordo di Chiara Frugoni, recentemente scomparsa: di lei ho ammirato la semplicità e la modestia, l'intelligenza vivace e la generosa disponibilità.
Dante e le arti figurative, 2007
Dante visualizzato. Carte ridenti I. XIV secolo a cura di Rossend Arqués Corominas e Marcello Ciccutoe , 2017
LA COMMEDIA DI DANTE NELLO SPECCHIO DELLE IMMAGINI, a cura di Lina Bolzoni,ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI ROMA, 2021
La storia collezionistica del ms. 597 conservato nella Bibliothèque del Musée Condé a Chantilly h... more La storia collezionistica del ms. 597 conservato nella Bibliothèque del Musée Condé a Chantilly ha visto protagonisti d'eccezione tra coloro che ebbero il privilegio di sfogliare le carte di uno dei più antichi commenti illustrati all'Inferno di Dante, le Expositiones et glose super Comediam Dantis di Guido da Pisa. Numerose fonti attestano che, prima di arrivare in Francia, il codice dovette viaggiare da Genova a Milano, dove, nei primi decenni dell'Ottocento, era custodito nella biblioteca del conte Giuseppe Archinto. A Milano il manoscritto passò per il mercato antiquario attirando l'attenzione del mercante inglese John Charles Robinson di Kensington, in contatto con l'ambiente dei bibliofili londinesi della British Library. Il 5 novembre 1862 il barone Henri de Triqueti scrive da Londra segnalando al duca d'Aumale, Henri d'Orléans, di cui era consulente per i suoi lussuosi acquisti librari, la straordinaria scoperta della copia originale delle Expositiones di Guido da Pisa: «Je m'empresse de transmettre à SAR la nouvelle de l'arrivée à Londres d'un manuscrit dont la vue m'a remué jusqu'au fond du coeur. SAR en aura la primeur car personne ne l'a encore vu que moi et Panizzi n'en a pas même conaissance» (Vergne 1995, p. 58). L'entusiasmo di Triqueti derivava soprattutto dalla tradizionale attribuzione delle illustrazioni del manoscritto a Giotto, per cui, alla fine, il duca-noto come «prince des bibliophiles»-cedette alla richiesta esorbitante di 1250 lire e si aggiudicò l'opera, che andò ad arricchire il magnifico Cabinet des livres nel castello di Chantilly. Nel 1886 Henri d'Orleans fece dono all'Institut de France del Domaine de Chantilly, compresa la biblioteca: circa tredicimila volumi antichi, quasi tutti dotati di preziose legature, e trecento manoscritti miniati, in buona parte italiani. L'importanza del ms. 597 non deriva tuttavia soltanto dalla sua antichità e dalla qualità altissima delle sue illustrazioni-che non sono peraltro attribuibili a Giotto, come vedremo. Il codice è infatti una rara copia di dedica, progettata dall'autore, fra Guido, per un personaggio chiave nella storia politica della Pisa primotrecentesca, il genovese Lucano Spinola, come si legge nel frontespizio delle Expositiones («factae per Fratrem Guidonem Pisanum Ordinis Beatae Mariae de Monte Carmelo ad nobilem virum Dominum Lucanum de Spinolis de Ianua», cc. 31r-234r) e della Declaratio («facta per Fratrem Guidonem [...] ad Lucanum Spinola de Janua», cc. 239r-243r). Di Lucano compare d'altra parte lo stemma nelle pagine incipitarie dell'Inferno (fig. a p. 61), trascritto nelle prime trenta carte, e del relativo commento (Expositiones), dove è raffigurata una significativa scena di presentazione dell'opera (c. 31r): mentre un paggio attende, trattenendo uno scultoreo cavallo bianco, Lucano, nobilitato dalla veste scarlatta, si reca presso lo studium dell'anziano frate, evocato sinteticamente dallo scranno, per ricevere dalle sue mani il codice (fig. a p. 61). Chi era dunque Lucano Spinola? Come sappiamo dagli studi di Fabrizio Franceschini, egli era stato promotore di una nuova politica di allenza tra Genova e Pisa, ricoprendo la carica di console dei pisani a Genova tra il 1335 e il 1340, premessa per la lega navale stipulata tra le due città marinare, tradizionalmente avverse, in difesa
Da Dante a Berenson: sette secoli tra parole e immagini Omaggio a Lucia Battaglia Ricci A cura di ANNA PEGORETTI e CHIARA BALBARINI, 2018
The Notre Dame University "Meditationes Vitae Christi": an iconographic study and an ad... more The Notre Dame University "Meditationes Vitae Christi": an iconographic study and an addition to Stefano degli Azzi's catalogue. The "Meditationes Vitae Christi" is the best known retelling of Christ's life that fills the gaps left by the Gospels' accounts with an emotive and charming narrative. It has long been cited by art historians as a source for late medieval iconographic innovations. Nevertheless only few early illustrated manuscripts have been investigated in relation with the audience and the iconographic tradition. The four manuscripts from the fourteenth-century Italy analyzed here are very differenteith regard to their approach to illustrate the text because they have been created for very different patrons. The analysis of a little known Bolognese manuscript in Notre Dame University, here assigned to Stefano degli Azzi, focuses on a particular imagery that responses to the needs of a specific audience, probably a male lay, medium learned,...
Obra ressenyada: Anna PEGORETTI, Indagine su un codice dantesco: la “Commedia” Egerton 943 della ... more Obra ressenyada: Anna PEGORETTI, Indagine su un codice dantesco: la “Commedia” Egerton 943 della British Library. Pisa: Felici, 2014.
Rivista Di Storia Della Miniatura, 2001
DANTE E LE ARTI FIGURATIVE: UN BILANCIO DEGLI ULTIMI STUDI* Nella discussione sull'interdisciplin... more DANTE E LE ARTI FIGURATIVE: UN BILANCIO DEGLI ULTIMI STUDI* Nella discussione sull'interdisciplinarità o pluridisciplinarità degli studi che caratterizza ormai da tempo la metodologia della ricerca storico-artistica, il codice figurato si presenta come oggetto privilegiato. Organismo complesso costituito dalla complementarietà di materiali scrittori, testi verbali e figurativi iconici e/o aniconici, esso richiede competenze specialistiche diverse: codicologiche, paleografiche, letterarie e filologiche -nel caso dei codici danteschi che qui ci interessa -oltre che storico-artistiche; inoltre, la capacità da parte dello studioso di far dialogare tra loro tali singole componenti del "paratesto editoriale" cogliendone le reciproche interconnessioni. Si è venuta così sempre più approfondendo, in questi ultimi decenni, la riflessione sull'unità del libro, e sulla necessità di adottare criteri di valutazione che di essa tengano conto nell'analisi: contributi importanti sia di storici dell'arte, tesi a rivendicare lo status della miniatura fuori dalle fuorvianti generalizzazioni e dai pregiudizi che l'hanno considerata "pittura in piccolo", sia di filologi, che hanno posto l'attenzione su elementi come la funzione della mise en page e delle scelte figurative in rapporto al testo e ad eventuali condizionamenti ideologici messi in atto dall'autore.
Immagini femminili nell'arte pisana, 2023
Si se plaignent les dessusdites dames De pluseurs clers qui sus leur mettent blasmes, Dittiez en ... more Si se plaignent les dessusdites dames De pluseurs clers qui sus leur mettent blasmes, Dittiez en font, rimes, proses et vers En diffamant leurs meurs par moz divers Le dame di cui vi ho parlato si lamentano poiché molti chierici parlano male di loro, ne fanno scritti in rima, in prosa e in verso diffamando i loro costumi con parole differenti." Christine de Pizan Epistre au Dieu d' Amours (vv. 259-262), 1399. Chi si trovi a percorrere la galleria sud del Camposanto monumentale, entrando dall'attuale ingresso sormontato dal tabernacolo gotico di Lupo di Francesco e, spostando lentamente lo sguardo, passi in rassegna le Vite dei Santi Padri nella Tebaide, le terribili bolge dell'Inferno e il Giudizio universale, fino allo spettacolare Trionfo della Morte, noterà che la presenza femminile in questi affreschi è un dato rilevante sul quale merita soffermarsi ancora. Dall'elegante tentatrice che porge la mano a uno degli eremiti (Paolo di Tebe?) insinuandosi nella sua grotta, mentre il monaco ingenuamente l'attira a sé, senza accorgersi della grande zampa artigliata che sbuca da sotto il vestito della dama (fig. 1), alle disperate peccatrici che piangono nelle bolge infernali e, al limitare del costone, vengono afferrate per i mantelli e per le trecce dai raffi dei diavoli (tav. X), fino alle vacue fanciulle nel giardino, intente in frivole occupazioni in compagnia di avvenenti giovani (tav. X), e alle scarmigliate dannate fatte roteare in cielo e gettate a testa in giù nel camino infernale (fig. 2), la rappresentazione di queste donne ci restituisce un'idea ben precisa del genere femminile. Così, anche il tema, di origine forse orientale e ben attestato nella letteratura francese, dell'Incontro dei tre vivi e dei tre morti si allarga a Pisa di numero per la presenza non solo dell'eremita, ma anche delle quattro nobili signore a cavallo (fig. 2), il che lo trasforma da allegoria del rispecchiamento della vita nella morte a narrazione di un'avventura possibile * Dedico questo breve contributo al ricordo di Chiara Frugoni, recentemente scomparsa: di lei ho ammirato la semplicità e la modestia, l'intelligenza vivace e la generosa disponibilità.
Dante e le arti figurative, 2007
Dante visualizzato. Carte ridenti I. XIV secolo a cura di Rossend Arqués Corominas e Marcello Ciccutoe , 2017
LA COMMEDIA DI DANTE NELLO SPECCHIO DELLE IMMAGINI, a cura di Lina Bolzoni,ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI ROMA, 2021
La storia collezionistica del ms. 597 conservato nella Bibliothèque del Musée Condé a Chantilly h... more La storia collezionistica del ms. 597 conservato nella Bibliothèque del Musée Condé a Chantilly ha visto protagonisti d'eccezione tra coloro che ebbero il privilegio di sfogliare le carte di uno dei più antichi commenti illustrati all'Inferno di Dante, le Expositiones et glose super Comediam Dantis di Guido da Pisa. Numerose fonti attestano che, prima di arrivare in Francia, il codice dovette viaggiare da Genova a Milano, dove, nei primi decenni dell'Ottocento, era custodito nella biblioteca del conte Giuseppe Archinto. A Milano il manoscritto passò per il mercato antiquario attirando l'attenzione del mercante inglese John Charles Robinson di Kensington, in contatto con l'ambiente dei bibliofili londinesi della British Library. Il 5 novembre 1862 il barone Henri de Triqueti scrive da Londra segnalando al duca d'Aumale, Henri d'Orléans, di cui era consulente per i suoi lussuosi acquisti librari, la straordinaria scoperta della copia originale delle Expositiones di Guido da Pisa: «Je m'empresse de transmettre à SAR la nouvelle de l'arrivée à Londres d'un manuscrit dont la vue m'a remué jusqu'au fond du coeur. SAR en aura la primeur car personne ne l'a encore vu que moi et Panizzi n'en a pas même conaissance» (Vergne 1995, p. 58). L'entusiasmo di Triqueti derivava soprattutto dalla tradizionale attribuzione delle illustrazioni del manoscritto a Giotto, per cui, alla fine, il duca-noto come «prince des bibliophiles»-cedette alla richiesta esorbitante di 1250 lire e si aggiudicò l'opera, che andò ad arricchire il magnifico Cabinet des livres nel castello di Chantilly. Nel 1886 Henri d'Orleans fece dono all'Institut de France del Domaine de Chantilly, compresa la biblioteca: circa tredicimila volumi antichi, quasi tutti dotati di preziose legature, e trecento manoscritti miniati, in buona parte italiani. L'importanza del ms. 597 non deriva tuttavia soltanto dalla sua antichità e dalla qualità altissima delle sue illustrazioni-che non sono peraltro attribuibili a Giotto, come vedremo. Il codice è infatti una rara copia di dedica, progettata dall'autore, fra Guido, per un personaggio chiave nella storia politica della Pisa primotrecentesca, il genovese Lucano Spinola, come si legge nel frontespizio delle Expositiones («factae per Fratrem Guidonem Pisanum Ordinis Beatae Mariae de Monte Carmelo ad nobilem virum Dominum Lucanum de Spinolis de Ianua», cc. 31r-234r) e della Declaratio («facta per Fratrem Guidonem [...] ad Lucanum Spinola de Janua», cc. 239r-243r). Di Lucano compare d'altra parte lo stemma nelle pagine incipitarie dell'Inferno (fig. a p. 61), trascritto nelle prime trenta carte, e del relativo commento (Expositiones), dove è raffigurata una significativa scena di presentazione dell'opera (c. 31r): mentre un paggio attende, trattenendo uno scultoreo cavallo bianco, Lucano, nobilitato dalla veste scarlatta, si reca presso lo studium dell'anziano frate, evocato sinteticamente dallo scranno, per ricevere dalle sue mani il codice (fig. a p. 61). Chi era dunque Lucano Spinola? Come sappiamo dagli studi di Fabrizio Franceschini, egli era stato promotore di una nuova politica di allenza tra Genova e Pisa, ricoprendo la carica di console dei pisani a Genova tra il 1335 e il 1340, premessa per la lega navale stipulata tra le due città marinare, tradizionalmente avverse, in difesa
Da Dante a Berenson: sette secoli tra parole e immagini Omaggio a Lucia Battaglia Ricci A cura di ANNA PEGORETTI e CHIARA BALBARINI, 2018
The Notre Dame University "Meditationes Vitae Christi": an iconographic study and an ad... more The Notre Dame University "Meditationes Vitae Christi": an iconographic study and an addition to Stefano degli Azzi's catalogue. The "Meditationes Vitae Christi" is the best known retelling of Christ's life that fills the gaps left by the Gospels' accounts with an emotive and charming narrative. It has long been cited by art historians as a source for late medieval iconographic innovations. Nevertheless only few early illustrated manuscripts have been investigated in relation with the audience and the iconographic tradition. The four manuscripts from the fourteenth-century Italy analyzed here are very differenteith regard to their approach to illustrate the text because they have been created for very different patrons. The analysis of a little known Bolognese manuscript in Notre Dame University, here assigned to Stefano degli Azzi, focuses on a particular imagery that responses to the needs of a specific audience, probably a male lay, medium learned,...
Obra ressenyada: Anna PEGORETTI, Indagine su un codice dantesco: la “Commedia” Egerton 943 della ... more Obra ressenyada: Anna PEGORETTI, Indagine su un codice dantesco: la “Commedia” Egerton 943 della British Library. Pisa: Felici, 2014.
Rivista Di Storia Della Miniatura, 2001
DANTE E LE ARTI FIGURATIVE: UN BILANCIO DEGLI ULTIMI STUDI* Nella discussione sull'interdisciplin... more DANTE E LE ARTI FIGURATIVE: UN BILANCIO DEGLI ULTIMI STUDI* Nella discussione sull'interdisciplinarità o pluridisciplinarità degli studi che caratterizza ormai da tempo la metodologia della ricerca storico-artistica, il codice figurato si presenta come oggetto privilegiato. Organismo complesso costituito dalla complementarietà di materiali scrittori, testi verbali e figurativi iconici e/o aniconici, esso richiede competenze specialistiche diverse: codicologiche, paleografiche, letterarie e filologiche -nel caso dei codici danteschi che qui ci interessa -oltre che storico-artistiche; inoltre, la capacità da parte dello studioso di far dialogare tra loro tali singole componenti del "paratesto editoriale" cogliendone le reciproche interconnessioni. Si è venuta così sempre più approfondendo, in questi ultimi decenni, la riflessione sull'unità del libro, e sulla necessità di adottare criteri di valutazione che di essa tengano conto nell'analisi: contributi importanti sia di storici dell'arte, tesi a rivendicare lo status della miniatura fuori dalle fuorvianti generalizzazioni e dai pregiudizi che l'hanno considerata "pittura in piccolo", sia di filologi, che hanno posto l'attenzione su elementi come la funzione della mise en page e delle scelte figurative in rapporto al testo e ad eventuali condizionamenti ideologici messi in atto dall'autore.