Andrea Sartori - Profile on Academia.edu (original) (raw)
Papers by Andrea Sartori
Space Between: Landscape, Mindscape, Architecture, Special Issue of Humanities, edited by R. Fotiade and A. Sartori, 1-16, 2025
This paper critically examines Édouard Glissant's philosophy of relation through the lens of Wats... more This paper critically examines Édouard Glissant's philosophy of relation through the lens of Watsuji Tetsurō's theory of fūdo (climate and milieu), arguing that Watsuji's insights help address some of the tensions and limitations in Glissant's thought. While Glissant foregrounds relationality as a dynamic process of cultural creolization, his emphasis on fluidity and opacity at times risks obscuring the material and environmental conditions that shape human interactions. In contrast, Watsuji's fūdo provides a framework for understanding relationality as always embedded in specific climatic and spatial conditions, grounding Glissant's poetics of relation in a more concrete phenomenological and ecological perspective. By integrating Watsuji's attention to the reciprocal formation of human subjectivity and milieu, this paper argues for a more nuanced articulation of relational identity-one that does not merely resist fixity but also acknowledges the formative role of interconnected places and environments. Ultimately, this comparative approach highlights the potential for a deeper ecological and material grounding of Glissant's thought, offering a corrective to its occasional indeterminacy while reaffirming its decolonial aspirations. In doing so, it contributes to broader discussions on the intersections of environmental philosophy, postcolonial thought, and theories of intersubjectivity.
La Balena Bianca - Rivista di Cultura Militante, March, 2024
Nell'agosto dello scorso anno, Luiss University Press ha opportunamente ripubblicato la traduzion... more Nell'agosto dello scorso anno, Luiss University Press ha opportunamente ripubblicato la traduzione in italiano del saggio del 1985 del sociologo e teorico dei media americano Neil Postman (1931-2003), dal titolo 'Divertirsi da morire. Il discorso pubblico nell'era dello spettacolo' (Prefazione di Matteo Bittanti). Quaranta anni fa, all'epoca dell'uscita per Viking (Penguin Random House) di 'Amusing Ourselves to Death: Public Discourse in the Age of Show Business', Postman faceva sedere la televisione al banco degli imputati della critica dei media. Questo non significa che rileggere il suo lavoro oggi equivalga a una mera operazione archeologica sui mezzi della comunicazione. 'Divertirsi da morire', infatti, ci fornisce obliquamente delle indicazioni anche circa quel che sta accadendo nella nostra contemporaneità , segnata dal predominio dei social media, dei relativi codici comunicativi, e dei poteri economici che li alimentano (a partire da quelli di Mark Zuckerberg ed Elon Musk). La tesi sostenuta in queste righe, ricavata da alcune riflessioni che Postman svolge su un testo di Northrop Frye ('Il grande codice. Bibbia e letteratura' [1981], Vita e Pensiero, 2018), è che i social intensificano fino al parossismo una predisposizione o 'affordance' che è propria della TV e già della parola scritta, benché in quest'ultimo caso essa sia sviluppata in misura minore. Frye, come riporta Postman (p. 27), sostiene che «la parola scritta è molto più potente che non il semplice ricordare: essa ricrea il passato nel presente, e ci dà , non solo la cosa ricordata, ma l'intensità eccitante di un'allucinazione» ('The Great Code: The Bible and Literature, Academic Press', 1981, p. 227). Se la parola scritta è meno vaga del ricordare (ovvero di quell'aspetto della memoria che per Giacomo Leopardi era invece il paradossale punto di forza della ricordanza), le tecnologie successive alla parola scritta, secondo Postman, rendono presente quel che è assente con ancora maggior potenza, riconsegnandoci l'intensità talvolta adrenalinica d'una nient'affatto vaga allucinazione-d'un allucinare e d'un illudersi fuori controllo, non ammaestrati per bene, né governati dalla versificazione del poeta, del 'miglior fabbro' incaricato di forgiare il senso dal caos incomprensibile, dal balbettare sine regula. Vale la pena affidarsi all'illusoria potenza demiurgica di mezzi animati da una sempre più intensa e puntiforme, rigida, a suo modo fissa e ripetitiva capacità allucinatoria? Postman suggerisce che la parola scritta è in realtà più interessante per gli esseri umani, e per le loro complesse facoltà immaginative e di pensiero, perché non appiattisce queste ultime sulla dimensione esclusivamente emotiva e istantanea, distratta, d'una comunicazione prettamente visuale, d'un 'linguaggio' la cui cifra è in realtà la disconnessione, la frammentazione, la ripartita riduzione a brandelli di opinioni e fatti, significati e immagini (si pensi, ad esempio, all'affastellamento di input visivi su Instagram).
Italian Studies, 72, 2024
In questo saggio svolgo delle riflessioni utili a inquadrare l'opera trilingue e transnazionale d... more In questo saggio svolgo delle riflessioni utili a inquadrare l'opera trilingue e transnazionale della poetessa ebrea Amelia Rosselli (Parigi, 1930-Roma, 1996) in quel filone della letteratura italiana che Maria Anna Mariani ha inscritto nell'atmosfera, nel clima culturale e nella 'geografia' delle questioni etico-politiche caratterizzanti l'era nucleare. Il saggio si sofferma soprattutto su alcuni aspetti strutturali, stilistici e biografici della prima raccolta di poesie Variazioni belliche (1964) e della successiva prosa intitolata Storia di una malattia (pubblicata in Nuovi Argomenti nel 1977), a lungo ritenuta poco più della prova lampante dello stato di sofferenza mentale in cui versava la sua autrice. Innanzitutto, che cosa s'intende per letteratura italiana dell'era nucleare? Inoltre: quali sono le coordinate, concettuali e di poetica, di questa letteratura, entro le quali collocare la scrittura di Rosselli?
Le Parole e Le Cose (leparoleelecose.it), February, 2024
Le Parole e Le Cose (leparoleelecose.it), Decemberber, 2023
A partire da un libro recente di Giuseppe Lupo sulla letteratura industriale, svolgo delle rifles... more A partire da un libro recente di Giuseppe Lupo sulla letteratura industriale, svolgo delle riflessioni sull'Italia, gli Usa e la modernità.
La Balena Bianca - Rivista di Cultura Militante, November, 2023
Il libro di Davide Piacenza La correzione del mondo (Einaudi, 2023https://www.culturewars.it/) so... more Il libro di Davide Piacenza La correzione del mondo (Einaudi, 2023https://www.culturewars.it/) solo in apparenza è la cronaca di ciò che sta accadendo negli Usa, e in parte in Italia, intorno alla cancel culture, alle culture wars, al wokeism, e ad altri fenomeni la cui denominazione è ora nel vocabolario di molti. In realtà, il libro fornisce delle indicazioni utili a ragionare in tempo reale-live, per così dire-su un pezzo di storia contemporanea, mentre quest'ultima si svolge sotto i nostri occhi. Piacenza, infatti, coglie che l'acceso dibattito riguardante la political correctness, e come essa presuntivamente mette in pericolo la libertà d'espressione, non è solo il risultato delle rivendicazioni intrise d'odio-verso gli immigrati, i poveri, le donne, le minoranze-della destra trumpiana e delle più estreme formazioni neofasciste e neonaziste che feriscono la convivenza civile nelle società occidentali, e fuori di esse. Purtroppo, le cose sono più complicate, poiché «anche il mondo delle opinioni degli altri, come le nostre percezioni interiori»-quelle che si trovano nella coscienza e non su uno schermo-«è più complicato d'un sistema binario e approssimativo» (p. 247). Intanto, il quarto capitolo de La correzione del mondo (pp. 192-231) pone in sequenza, a beneficio dei disinformati, un campionario inevitabilmente limitato, ma significativo, delle malefatte della più becera area conservatrice americana, quella per intenderci che nel 2015, quando Donald Trump lanciava la sua candidatura alla Casa Bianca, pensava davvero, e twittava di conseguenza, che il futuro presidente avesse ragione quando diceva che gli «immigrati messicani», per il solo fatto d'essere immigrati e messicani, «sono stupratori» (p. 203). Poi, colmata questa e altre eventuali lacune nel sapere relativo all'atrocità d'una certa condotta politica d'oltreoceano, il libro di Piacenza dice qualcosa di più, almeno per chi ha a cuore la rigenerazione democratica nei Paesi occidentali, ovvero la correzione ponderata della democrazia, non quella allarmata e fanatica del mondo. Questo surplus non è più cronaca degli eventi, ma premessa a uno studio della trasformazione in corso nello stile cognitivo del numero incalcolabile d'individui che sono utenti dei social media. «Grande è la confusione sotto il cielo algoritmico» (p. 37), scrive infatti Piacenza in vena di aggiornare forse Mao Zedong, forse Confucio (v'è incertezza circa chi detenga il copyright della celebre frase). In altre parole: ciò di cui facciamo esperienza ogni giorno, viene scrupolosamente registrato sottoforma di dati (capta) afferrati o estratti (per-capta) dai nostri dispositivi portatili della percezione esteriore ('fotografica', outside-in) della realtà. Questo orientamento pressoché esclusivo verso il fuori
A Century of Italian War Narratives. Voices from the Sidelines, edited by L. Gussago and P. Palma. Leiden-Boston: Brill, 157-176, 2023
Andrea Sartori introduces the undeservedly obscure figure of writer Antonio Barolini and his fict... more Andrea Sartori introduces the undeservedly obscure figure of writer Antonio Barolini and his fictional account of the resistance from the point of view of a pacifist intellectual in his novel Le notti della paura ([The Nights of Fear], 1967). A book that talks about other books, the novel is a meditation on Italian identity and its hackneyed rhetoric of a unified nation which warfare had tried to instil in public opinion. This chapter shows how anti-war rhetoric is a response to a false patriotic construct. Sartori finds its place among those parameters while also offering a quite distinct perspective. Apart from the war, the other experience that marked Barolini's personal and professional path was his emigration to the United States. In fact, he was born in Vicenza and lived, after the war, in the New York area for about ten years, along with his American wife Helen Mollica (a writer in her own right, today known by her husband's last name). Some of Antonio Barolini's short stories published with partial changes (L'ultima contessa di famiglia, 1968) had already appeared in English in the New Yorker and in the Reporter, the latter founded and directed by another Italian expatriate, Max Ascoli. Barolini left Ferrara in 1931, seven years before the racial laws decriminalized anti-Semitic persecutions. His short stories appeared in American anthologies before they did in Italy. Barolini also authored four novels: Giornate di Stefano (1943); Una lunga pazzia (1962), translated into English by Helen Barolini as A long madness (1964); Le notti della paura (1967); and La memoria di Stefano (1969), which includes the narrative debut Giornate di Stefano. The last two novels (1967 and 1969) retrace the author's experience as a persecuted man during the Second World War, along with his underground activities in Venice between 1943 and 1945. After the war, he was a correspondent from the United States for the Turin newspaper La Stampa. Later, in Rome, he became both editor for the journal La fiera letteraria and co-director of the television program L'approdo. Furthermore, between 1954 and 1959 he wrote for Comunità, the journal founded by the humanist and entrepreneur Adriano Olivetti.3 Between 1966 and 1970, Barolini also wrote short essays about religious issues. These writings have been gathered in a posthumous book-one that he nonetheless managed to edit before his death: Il paradiso che verrà. Momenti di un'esperienza religiosa (1972).4 He died in Rome, in 1971, while working on an unpublished novel, tentatively titled Un pezzo di pane. His manuscripts and letters are preserved at the Biblioteca Bertoliana in Vicenza. Among Barolini's papers, together with other important materials, there are his notes on Immanuel Kant's philosophy of religion, those on Simone Weil's thought, and an epistolary exchange with the theologian Sergio Quinzio (1962-1965). 3 The full indexes of Olivetti's review, including Barolini's articles, have been edited by Beniamino de' Liguori Carino in Adriano Olivetti e le Edizioni di Comunità. 1946-1960 (Rome: Quaderno della Fondazione Adriano Olivetti, 2008.) 4 It is not a coincidence that the subtitle of this volume recalls Aldo Capitini's Elementi di un'esperienza religiosa (Bari: Laterza, 1937). Capitini, the Italian Gandhi, was an important point of reference for Barolini, not only because of his religious and practical notion of openness, but also because of his teachings about nonviolence.
Italian Poetry Review. Plurilingual Journal of Creativity and Criticism, 16, 147-163, 2021
Versione integrale per Italian Poetry Review, diretta da Paolo Valesio, dell'articolo da cui è tr... more Versione integrale per Italian Poetry Review, diretta da Paolo Valesio, dell'articolo da cui è tratta l'anticipazione su Amelia Rosselli per Le Parole e le Cose.
'All’inizio del ’900 si palesa quella che Martin Heidegger in Essere e tempo (1927) chiama «crisi dei concetti […] fondamentali». Si tratta di una crisi in verità preannunciata in modi tra loro differenti dalle filosofie ottocentesche e anti-idealistiche di Arthur Schopenhauer, Søren Kierkegaard e Friedrich
Nietzsche. Essa, secondo Heidegger, stravolge i tradizionali punti di
riferimento della matematica, della fisica, della biologia, delle scienze umane e della teologia. La Krisis, come la definisce Massimo Cacciari in un libro del 1975, finisce per manifestarsi concretamente agli occhi e nelle vite degli individui tramite le grandi trasformazioni della società di massa con cui esordisce il ventesimo secolo. I processi di specializzazione
(e alienazione) del lavoro, l’incipiente atomizzazione sociale e la razionalizzazione dell’economia e della società in vista di scopi da guadagnare – ma a danno dei valori e delle tradizioni d’un tempo, come
ha ben chiaro la sociologia di Max Weber – cospirano a frammentare
e a disgregare il Tutto organico e concluso che per Nietzsche, secondo l’analisi da lui svolta nel Caso Wagner (1888), si esprimeva prima di
allora nel 'grande stile'".
L’Ulisse. Rivista di poesia, arti e scritture, Stili della poesia contemporanea, edited by S. Salvi, I. Testa, P. Zublena, 25, 171-180, 2022
Due riduzionismi di segno opposto – uno culturalista, l’altro biologista – hanno per lungo tempo ... more Due riduzionismi di segno opposto – uno culturalista, l’altro biologista – hanno per lungo tempo impedito di pensare lo stile quale termine medio tra un fenomeno culturale come la letteratura (nello specifico, la poesia) e il corpo naturale. Gli opposti riduzionismi, in altri termini, hanno vietato di sostenere che la poesia sia inscritta, seppure in modi per certi versi sfuggenti, nel bíos, nel vivente, e che in questa inscrizione lo stile abbia un ruolo determinante.
Il 1975 è l’anno a cui va fatta risalire l’origine d’una fenditura epistemologica, nel cui solco si sono sviluppati due versanti di pensiero opposti ma tra loro speculari. Quell’anno, infatti, hanno visto la luce l’influente saggio dell’antropologa culturale Rubin Gayle intitolato The Traffic in Women, e il libro Sociobiology del biologo Edward O. Wilson. Da allora e per decenni – soprattutto in ambito angloamericano e in una temperie culturale in prevalenza post-strutturalista e post-moderna – la fenditura tra le due direzioni di ricerca in merito ai rapporti tra la sfera biologica e la sfera sociale ha creato, da un lato, una profonda inimicizia (se non una reciproca demonizzazione) tra le Humanities e la biologia. Tale fenditura, dall’altro lato, ha dato luogo a tentativi spesso isolati di interpretare i fenomeni letterari in chiave esclusivamente biologica, limitando in senso deterministico la creatività, la libertà e l’imprevedibilità del gesto artistico.
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), January, 2023
Il problema dei giochi non cooperativi studiato da John Nash (1928-2015) a partire dall'inizio de... more Il problema dei giochi non cooperativi studiato da John Nash (1928-2015) a partire dall'inizio degli anni '50 era all'epoca tanto più scottante, quanto più fredda era la guerra che coinvolgeva i due blocchi del mondo. USA e URSS, infatti, non erano inclini a cooperare, sebbene vi fosse per entrambi la necessità di non distruggersi a vicenda assieme a tutto il resto, ovvero alla Terra. L'idea di Nash, espressa in termini matematici, circa un punto d'equilibrio concernente le strategie d'un gruppo di giocatori-razionali-non disposti a cooperare gli uni con gli altri, nacque in quel
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), November, 2022
Questo libro si concentra sul rapporto tra la darwiniana lotta per la vita e il romanzo italiano ... more Questo libro si concentra sul rapporto tra la darwiniana lotta per la vita e il romanzo italiano moderno poiché, negli anni tra l'uni cazione d'Italia e l'ascesa del fascismo, diversi scrittori diedero voce, in maniere differenti, a delle ansietà connesse all'idea d'evoluzione. Diventare italiani (o vivere per anni nella periferia meridionale dell'Impero Austro-Ungarico, nel caso di Italo Svevo) comportava la possibilità di scoprirsi non
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), November, 2022
L'appello di Serenella Iovino rivolto alla sinistra a fare "qualcosa di darwiniano" ("la Repubbli... more L'appello di Serenella Iovino rivolto alla sinistra a fare "qualcosa di darwiniano" ("la Repubblica", 31 ottobre, 2022), può valere tanto per l'Italia quanto per il Paese che l'8 novembre s'appresta a delle elezioni di midterm, le quali si preannunciano problematiche per i dem e in generale per la cultura liberal d'oltreoceano.
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), July, 2022
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), May, 2022
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), April, 2022
Letteratura e Scienze, Atti delle sessioni parallele del XXIII Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti), Pisa, 12-14 settembre 2019, edited by A. Casadei, F. Fedi, A. Nacinovich, A. Torre. Roma: Adi editore, 1-10 , 2021
Questo saggio prende in considerazione la funzione che il positivismo ottocentesco e la poetica n... more Questo saggio prende in considerazione la funzione che il positivismo ottocentesco e la poetica naturalistica ad esso ispirata hanno nell'opera di Federico De Roberto, in particolare nel romanzo I Viceré. Il positivismo non è qui presentato come un paradigma monolitico, ma come un campo di tensioni epistemologiche che rende conto, al proprio interno, della crisi dell'oggettività sperimentale. Ne I Viceré, a fare le spese di una tale crisi è la nozione naturalistica e zoliana d'ereditarietà, che tuttavia non scompare dal romanzo ma vi riveste un'importante funzione retorica. Questa funzione risulta preliminare a una riflessione condotta nelle pagine conclusive del romanzo-sul vuoto costitutivo del potere politico. Tale vuoto, percepito da De Roberto alla fine dell'800, sembra anticipare inquietudini che caratterizzeranno la politica italiana da lì a pochi decenni.
Italian Industrial Literature and Film, edited by C. Baghetti, J. Carter, and L. Marmo. Bern: Peter Lang, 137-150, 2021
La Balena Bianca (labalenabianca.com), June, 2021
A partire da alcuni studi recenti, ed in particolare da un libro di Antonella Sisto, è possibile ... more A partire da alcuni studi recenti, ed in particolare da un libro di Antonella Sisto, è possibile tracciare il profilo d'un paradigma per i Film Studies che non metta più al centro la presunta priorità dell'immagine e della visione sul suono, ma la specificità del suono stesso, nei suoi aspetti tecnici, culturali e ideologici.
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), June, 2021
Esattamente un secolo fa, un intero quartiere (Greenwood) abitato da circa 10.000 afroamericani n... more Esattamente un secolo fa, un intero quartiere (Greenwood) abitato da circa 10.000 afroamericani nella città di
Tulsa, in Oklahoma, venne dato alle fiamme, causando morti e devastazione. Gli aggressori erano una folla
inferocita di uomini bianchi, risentiti e insofferenti del fatto che una popolazione di colore avesse raggiunto, tramite
l’impegno e il lavoro, un livello di prosperità economica e sociale superiore al loro. A neanche sessant’anni
dall’abolizione della schiavitù (1865), Greenwood era infatti conosciuta come l’America’s Black Wall Street.
Space Between: Landscape, Mindscape, Architecture, Special Issue of Humanities, edited by R. Fotiade and A. Sartori, 1-16, 2025
This paper critically examines Édouard Glissant's philosophy of relation through the lens of Wats... more This paper critically examines Édouard Glissant's philosophy of relation through the lens of Watsuji Tetsurō's theory of fūdo (climate and milieu), arguing that Watsuji's insights help address some of the tensions and limitations in Glissant's thought. While Glissant foregrounds relationality as a dynamic process of cultural creolization, his emphasis on fluidity and opacity at times risks obscuring the material and environmental conditions that shape human interactions. In contrast, Watsuji's fūdo provides a framework for understanding relationality as always embedded in specific climatic and spatial conditions, grounding Glissant's poetics of relation in a more concrete phenomenological and ecological perspective. By integrating Watsuji's attention to the reciprocal formation of human subjectivity and milieu, this paper argues for a more nuanced articulation of relational identity-one that does not merely resist fixity but also acknowledges the formative role of interconnected places and environments. Ultimately, this comparative approach highlights the potential for a deeper ecological and material grounding of Glissant's thought, offering a corrective to its occasional indeterminacy while reaffirming its decolonial aspirations. In doing so, it contributes to broader discussions on the intersections of environmental philosophy, postcolonial thought, and theories of intersubjectivity.
La Balena Bianca - Rivista di Cultura Militante, March, 2024
Nell'agosto dello scorso anno, Luiss University Press ha opportunamente ripubblicato la traduzion... more Nell'agosto dello scorso anno, Luiss University Press ha opportunamente ripubblicato la traduzione in italiano del saggio del 1985 del sociologo e teorico dei media americano Neil Postman (1931-2003), dal titolo 'Divertirsi da morire. Il discorso pubblico nell'era dello spettacolo' (Prefazione di Matteo Bittanti). Quaranta anni fa, all'epoca dell'uscita per Viking (Penguin Random House) di 'Amusing Ourselves to Death: Public Discourse in the Age of Show Business', Postman faceva sedere la televisione al banco degli imputati della critica dei media. Questo non significa che rileggere il suo lavoro oggi equivalga a una mera operazione archeologica sui mezzi della comunicazione. 'Divertirsi da morire', infatti, ci fornisce obliquamente delle indicazioni anche circa quel che sta accadendo nella nostra contemporaneità , segnata dal predominio dei social media, dei relativi codici comunicativi, e dei poteri economici che li alimentano (a partire da quelli di Mark Zuckerberg ed Elon Musk). La tesi sostenuta in queste righe, ricavata da alcune riflessioni che Postman svolge su un testo di Northrop Frye ('Il grande codice. Bibbia e letteratura' [1981], Vita e Pensiero, 2018), è che i social intensificano fino al parossismo una predisposizione o 'affordance' che è propria della TV e già della parola scritta, benché in quest'ultimo caso essa sia sviluppata in misura minore. Frye, come riporta Postman (p. 27), sostiene che «la parola scritta è molto più potente che non il semplice ricordare: essa ricrea il passato nel presente, e ci dà , non solo la cosa ricordata, ma l'intensità eccitante di un'allucinazione» ('The Great Code: The Bible and Literature, Academic Press', 1981, p. 227). Se la parola scritta è meno vaga del ricordare (ovvero di quell'aspetto della memoria che per Giacomo Leopardi era invece il paradossale punto di forza della ricordanza), le tecnologie successive alla parola scritta, secondo Postman, rendono presente quel che è assente con ancora maggior potenza, riconsegnandoci l'intensità talvolta adrenalinica d'una nient'affatto vaga allucinazione-d'un allucinare e d'un illudersi fuori controllo, non ammaestrati per bene, né governati dalla versificazione del poeta, del 'miglior fabbro' incaricato di forgiare il senso dal caos incomprensibile, dal balbettare sine regula. Vale la pena affidarsi all'illusoria potenza demiurgica di mezzi animati da una sempre più intensa e puntiforme, rigida, a suo modo fissa e ripetitiva capacità allucinatoria? Postman suggerisce che la parola scritta è in realtà più interessante per gli esseri umani, e per le loro complesse facoltà immaginative e di pensiero, perché non appiattisce queste ultime sulla dimensione esclusivamente emotiva e istantanea, distratta, d'una comunicazione prettamente visuale, d'un 'linguaggio' la cui cifra è in realtà la disconnessione, la frammentazione, la ripartita riduzione a brandelli di opinioni e fatti, significati e immagini (si pensi, ad esempio, all'affastellamento di input visivi su Instagram).
Italian Studies, 72, 2024
In questo saggio svolgo delle riflessioni utili a inquadrare l'opera trilingue e transnazionale d... more In questo saggio svolgo delle riflessioni utili a inquadrare l'opera trilingue e transnazionale della poetessa ebrea Amelia Rosselli (Parigi, 1930-Roma, 1996) in quel filone della letteratura italiana che Maria Anna Mariani ha inscritto nell'atmosfera, nel clima culturale e nella 'geografia' delle questioni etico-politiche caratterizzanti l'era nucleare. Il saggio si sofferma soprattutto su alcuni aspetti strutturali, stilistici e biografici della prima raccolta di poesie Variazioni belliche (1964) e della successiva prosa intitolata Storia di una malattia (pubblicata in Nuovi Argomenti nel 1977), a lungo ritenuta poco più della prova lampante dello stato di sofferenza mentale in cui versava la sua autrice. Innanzitutto, che cosa s'intende per letteratura italiana dell'era nucleare? Inoltre: quali sono le coordinate, concettuali e di poetica, di questa letteratura, entro le quali collocare la scrittura di Rosselli?
Le Parole e Le Cose (leparoleelecose.it), February, 2024
Le Parole e Le Cose (leparoleelecose.it), Decemberber, 2023
A partire da un libro recente di Giuseppe Lupo sulla letteratura industriale, svolgo delle rifles... more A partire da un libro recente di Giuseppe Lupo sulla letteratura industriale, svolgo delle riflessioni sull'Italia, gli Usa e la modernità.
La Balena Bianca - Rivista di Cultura Militante, November, 2023
Il libro di Davide Piacenza La correzione del mondo (Einaudi, 2023https://www.culturewars.it/) so... more Il libro di Davide Piacenza La correzione del mondo (Einaudi, 2023https://www.culturewars.it/) solo in apparenza è la cronaca di ciò che sta accadendo negli Usa, e in parte in Italia, intorno alla cancel culture, alle culture wars, al wokeism, e ad altri fenomeni la cui denominazione è ora nel vocabolario di molti. In realtà, il libro fornisce delle indicazioni utili a ragionare in tempo reale-live, per così dire-su un pezzo di storia contemporanea, mentre quest'ultima si svolge sotto i nostri occhi. Piacenza, infatti, coglie che l'acceso dibattito riguardante la political correctness, e come essa presuntivamente mette in pericolo la libertà d'espressione, non è solo il risultato delle rivendicazioni intrise d'odio-verso gli immigrati, i poveri, le donne, le minoranze-della destra trumpiana e delle più estreme formazioni neofasciste e neonaziste che feriscono la convivenza civile nelle società occidentali, e fuori di esse. Purtroppo, le cose sono più complicate, poiché «anche il mondo delle opinioni degli altri, come le nostre percezioni interiori»-quelle che si trovano nella coscienza e non su uno schermo-«è più complicato d'un sistema binario e approssimativo» (p. 247). Intanto, il quarto capitolo de La correzione del mondo (pp. 192-231) pone in sequenza, a beneficio dei disinformati, un campionario inevitabilmente limitato, ma significativo, delle malefatte della più becera area conservatrice americana, quella per intenderci che nel 2015, quando Donald Trump lanciava la sua candidatura alla Casa Bianca, pensava davvero, e twittava di conseguenza, che il futuro presidente avesse ragione quando diceva che gli «immigrati messicani», per il solo fatto d'essere immigrati e messicani, «sono stupratori» (p. 203). Poi, colmata questa e altre eventuali lacune nel sapere relativo all'atrocità d'una certa condotta politica d'oltreoceano, il libro di Piacenza dice qualcosa di più, almeno per chi ha a cuore la rigenerazione democratica nei Paesi occidentali, ovvero la correzione ponderata della democrazia, non quella allarmata e fanatica del mondo. Questo surplus non è più cronaca degli eventi, ma premessa a uno studio della trasformazione in corso nello stile cognitivo del numero incalcolabile d'individui che sono utenti dei social media. «Grande è la confusione sotto il cielo algoritmico» (p. 37), scrive infatti Piacenza in vena di aggiornare forse Mao Zedong, forse Confucio (v'è incertezza circa chi detenga il copyright della celebre frase). In altre parole: ciò di cui facciamo esperienza ogni giorno, viene scrupolosamente registrato sottoforma di dati (capta) afferrati o estratti (per-capta) dai nostri dispositivi portatili della percezione esteriore ('fotografica', outside-in) della realtà. Questo orientamento pressoché esclusivo verso il fuori
A Century of Italian War Narratives. Voices from the Sidelines, edited by L. Gussago and P. Palma. Leiden-Boston: Brill, 157-176, 2023
Andrea Sartori introduces the undeservedly obscure figure of writer Antonio Barolini and his fict... more Andrea Sartori introduces the undeservedly obscure figure of writer Antonio Barolini and his fictional account of the resistance from the point of view of a pacifist intellectual in his novel Le notti della paura ([The Nights of Fear], 1967). A book that talks about other books, the novel is a meditation on Italian identity and its hackneyed rhetoric of a unified nation which warfare had tried to instil in public opinion. This chapter shows how anti-war rhetoric is a response to a false patriotic construct. Sartori finds its place among those parameters while also offering a quite distinct perspective. Apart from the war, the other experience that marked Barolini's personal and professional path was his emigration to the United States. In fact, he was born in Vicenza and lived, after the war, in the New York area for about ten years, along with his American wife Helen Mollica (a writer in her own right, today known by her husband's last name). Some of Antonio Barolini's short stories published with partial changes (L'ultima contessa di famiglia, 1968) had already appeared in English in the New Yorker and in the Reporter, the latter founded and directed by another Italian expatriate, Max Ascoli. Barolini left Ferrara in 1931, seven years before the racial laws decriminalized anti-Semitic persecutions. His short stories appeared in American anthologies before they did in Italy. Barolini also authored four novels: Giornate di Stefano (1943); Una lunga pazzia (1962), translated into English by Helen Barolini as A long madness (1964); Le notti della paura (1967); and La memoria di Stefano (1969), which includes the narrative debut Giornate di Stefano. The last two novels (1967 and 1969) retrace the author's experience as a persecuted man during the Second World War, along with his underground activities in Venice between 1943 and 1945. After the war, he was a correspondent from the United States for the Turin newspaper La Stampa. Later, in Rome, he became both editor for the journal La fiera letteraria and co-director of the television program L'approdo. Furthermore, between 1954 and 1959 he wrote for Comunità, the journal founded by the humanist and entrepreneur Adriano Olivetti.3 Between 1966 and 1970, Barolini also wrote short essays about religious issues. These writings have been gathered in a posthumous book-one that he nonetheless managed to edit before his death: Il paradiso che verrà. Momenti di un'esperienza religiosa (1972).4 He died in Rome, in 1971, while working on an unpublished novel, tentatively titled Un pezzo di pane. His manuscripts and letters are preserved at the Biblioteca Bertoliana in Vicenza. Among Barolini's papers, together with other important materials, there are his notes on Immanuel Kant's philosophy of religion, those on Simone Weil's thought, and an epistolary exchange with the theologian Sergio Quinzio (1962-1965). 3 The full indexes of Olivetti's review, including Barolini's articles, have been edited by Beniamino de' Liguori Carino in Adriano Olivetti e le Edizioni di Comunità. 1946-1960 (Rome: Quaderno della Fondazione Adriano Olivetti, 2008.) 4 It is not a coincidence that the subtitle of this volume recalls Aldo Capitini's Elementi di un'esperienza religiosa (Bari: Laterza, 1937). Capitini, the Italian Gandhi, was an important point of reference for Barolini, not only because of his religious and practical notion of openness, but also because of his teachings about nonviolence.
Italian Poetry Review. Plurilingual Journal of Creativity and Criticism, 16, 147-163, 2021
Versione integrale per Italian Poetry Review, diretta da Paolo Valesio, dell'articolo da cui è tr... more Versione integrale per Italian Poetry Review, diretta da Paolo Valesio, dell'articolo da cui è tratta l'anticipazione su Amelia Rosselli per Le Parole e le Cose.
'All’inizio del ’900 si palesa quella che Martin Heidegger in Essere e tempo (1927) chiama «crisi dei concetti […] fondamentali». Si tratta di una crisi in verità preannunciata in modi tra loro differenti dalle filosofie ottocentesche e anti-idealistiche di Arthur Schopenhauer, Søren Kierkegaard e Friedrich
Nietzsche. Essa, secondo Heidegger, stravolge i tradizionali punti di
riferimento della matematica, della fisica, della biologia, delle scienze umane e della teologia. La Krisis, come la definisce Massimo Cacciari in un libro del 1975, finisce per manifestarsi concretamente agli occhi e nelle vite degli individui tramite le grandi trasformazioni della società di massa con cui esordisce il ventesimo secolo. I processi di specializzazione
(e alienazione) del lavoro, l’incipiente atomizzazione sociale e la razionalizzazione dell’economia e della società in vista di scopi da guadagnare – ma a danno dei valori e delle tradizioni d’un tempo, come
ha ben chiaro la sociologia di Max Weber – cospirano a frammentare
e a disgregare il Tutto organico e concluso che per Nietzsche, secondo l’analisi da lui svolta nel Caso Wagner (1888), si esprimeva prima di
allora nel 'grande stile'".
L’Ulisse. Rivista di poesia, arti e scritture, Stili della poesia contemporanea, edited by S. Salvi, I. Testa, P. Zublena, 25, 171-180, 2022
Due riduzionismi di segno opposto – uno culturalista, l’altro biologista – hanno per lungo tempo ... more Due riduzionismi di segno opposto – uno culturalista, l’altro biologista – hanno per lungo tempo impedito di pensare lo stile quale termine medio tra un fenomeno culturale come la letteratura (nello specifico, la poesia) e il corpo naturale. Gli opposti riduzionismi, in altri termini, hanno vietato di sostenere che la poesia sia inscritta, seppure in modi per certi versi sfuggenti, nel bíos, nel vivente, e che in questa inscrizione lo stile abbia un ruolo determinante.
Il 1975 è l’anno a cui va fatta risalire l’origine d’una fenditura epistemologica, nel cui solco si sono sviluppati due versanti di pensiero opposti ma tra loro speculari. Quell’anno, infatti, hanno visto la luce l’influente saggio dell’antropologa culturale Rubin Gayle intitolato The Traffic in Women, e il libro Sociobiology del biologo Edward O. Wilson. Da allora e per decenni – soprattutto in ambito angloamericano e in una temperie culturale in prevalenza post-strutturalista e post-moderna – la fenditura tra le due direzioni di ricerca in merito ai rapporti tra la sfera biologica e la sfera sociale ha creato, da un lato, una profonda inimicizia (se non una reciproca demonizzazione) tra le Humanities e la biologia. Tale fenditura, dall’altro lato, ha dato luogo a tentativi spesso isolati di interpretare i fenomeni letterari in chiave esclusivamente biologica, limitando in senso deterministico la creatività, la libertà e l’imprevedibilità del gesto artistico.
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), January, 2023
Il problema dei giochi non cooperativi studiato da John Nash (1928-2015) a partire dall'inizio de... more Il problema dei giochi non cooperativi studiato da John Nash (1928-2015) a partire dall'inizio degli anni '50 era all'epoca tanto più scottante, quanto più fredda era la guerra che coinvolgeva i due blocchi del mondo. USA e URSS, infatti, non erano inclini a cooperare, sebbene vi fosse per entrambi la necessità di non distruggersi a vicenda assieme a tutto il resto, ovvero alla Terra. L'idea di Nash, espressa in termini matematici, circa un punto d'equilibrio concernente le strategie d'un gruppo di giocatori-razionali-non disposti a cooperare gli uni con gli altri, nacque in quel
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), November, 2022
Questo libro si concentra sul rapporto tra la darwiniana lotta per la vita e il romanzo italiano ... more Questo libro si concentra sul rapporto tra la darwiniana lotta per la vita e il romanzo italiano moderno poiché, negli anni tra l'uni cazione d'Italia e l'ascesa del fascismo, diversi scrittori diedero voce, in maniere differenti, a delle ansietà connesse all'idea d'evoluzione. Diventare italiani (o vivere per anni nella periferia meridionale dell'Impero Austro-Ungarico, nel caso di Italo Svevo) comportava la possibilità di scoprirsi non
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), November, 2022
L'appello di Serenella Iovino rivolto alla sinistra a fare "qualcosa di darwiniano" ("la Repubbli... more L'appello di Serenella Iovino rivolto alla sinistra a fare "qualcosa di darwiniano" ("la Repubblica", 31 ottobre, 2022), può valere tanto per l'Italia quanto per il Paese che l'8 novembre s'appresta a delle elezioni di midterm, le quali si preannunciano problematiche per i dem e in generale per la cultura liberal d'oltreoceano.
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), July, 2022
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), May, 2022
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), April, 2022
Letteratura e Scienze, Atti delle sessioni parallele del XXIII Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti), Pisa, 12-14 settembre 2019, edited by A. Casadei, F. Fedi, A. Nacinovich, A. Torre. Roma: Adi editore, 1-10 , 2021
Questo saggio prende in considerazione la funzione che il positivismo ottocentesco e la poetica n... more Questo saggio prende in considerazione la funzione che il positivismo ottocentesco e la poetica naturalistica ad esso ispirata hanno nell'opera di Federico De Roberto, in particolare nel romanzo I Viceré. Il positivismo non è qui presentato come un paradigma monolitico, ma come un campo di tensioni epistemologiche che rende conto, al proprio interno, della crisi dell'oggettività sperimentale. Ne I Viceré, a fare le spese di una tale crisi è la nozione naturalistica e zoliana d'ereditarietà, che tuttavia non scompare dal romanzo ma vi riveste un'importante funzione retorica. Questa funzione risulta preliminare a una riflessione condotta nelle pagine conclusive del romanzo-sul vuoto costitutivo del potere politico. Tale vuoto, percepito da De Roberto alla fine dell'800, sembra anticipare inquietudini che caratterizzeranno la politica italiana da lì a pochi decenni.
Italian Industrial Literature and Film, edited by C. Baghetti, J. Carter, and L. Marmo. Bern: Peter Lang, 137-150, 2021
La Balena Bianca (labalenabianca.com), June, 2021
A partire da alcuni studi recenti, ed in particolare da un libro di Antonella Sisto, è possibile ... more A partire da alcuni studi recenti, ed in particolare da un libro di Antonella Sisto, è possibile tracciare il profilo d'un paradigma per i Film Studies che non metta più al centro la presunta priorità dell'immagine e della visione sul suono, ma la specificità del suono stesso, nei suoi aspetti tecnici, culturali e ideologici.
Le Parole e le Cose (leparoleelecose.it), June, 2021
Esattamente un secolo fa, un intero quartiere (Greenwood) abitato da circa 10.000 afroamericani n... more Esattamente un secolo fa, un intero quartiere (Greenwood) abitato da circa 10.000 afroamericani nella città di
Tulsa, in Oklahoma, venne dato alle fiamme, causando morti e devastazione. Gli aggressori erano una folla
inferocita di uomini bianchi, risentiti e insofferenti del fatto che una popolazione di colore avesse raggiunto, tramite
l’impegno e il lavoro, un livello di prosperità economica e sociale superiore al loro. A neanche sessant’anni
dall’abolizione della schiavitù (1865), Greenwood era infatti conosciuta come l’America’s Black Wall Street.
'Pur senza citare Fortini, Steffen Hven elabora una teoria del cinema come messa in atto (enactio... more 'Pur senza citare Fortini, Steffen Hven elabora una teoria del cinema come messa in atto (enaction) di mondi, non di mera rappresentazione degli stessi, facendo leva sulla relazione incarnata – atmosferica e affettiva – tra spettatore e film, una relazione che egli coglie all’opera in maniera magistrale nel film più brechtiano e straniante di Lars von Trier, Dogville (2003). La prossimità tra spettatore e scena, in questo caso, non è istituita da alcuna tecnologia tattile che ci faccia “precipitare” nello schermo, né dagli effetti speciali, “immersivi”, delle immagini digitali. Al contrario, se d’identificazione con Grace e con la comunità che abusa di lei si può parlare, questo avviene secondo Hven proprio grazie al minimalismo geometrico, brechtiano, del film, ovvero grazie alla geometrizzazione a oltranza, per così dire, delle passioni che il film stesso chiama a raccolta.
Come per Fortini, è nella consapevolezza della distanza (una consapevolezza esasperata, nel caso di Dogville) che si dà vicinanza, e con essa la possibilità d’un senso per le percezioni, anche violente, che oggi c’inondano da ogni dove. Al punto da divenire, tali percezioni, il tratto dominante della cultura in cui viviamo: una cultura non della televisione, non dei media digitali, ma del percepire stesso come “fenomeno” distinto dal pensare criticamente'.
As Gramsci observed, in a period of crisis “the great masses [become] detached from their traditi... more As Gramsci observed, in a period of crisis “the great masses [become] detached from their traditional ideologies, and no longer believe what they used to believe previously […]; in this interregnum a great variety of morbid symptoms appear.” The protagonists of the novels analyzed in this book, including those of Svevo, De Roberto, Pirandello, and Borgese, show a variety of the “morbid symptoms” of which Gramsci wrote. In fact, Alfonso Nitti, Consalvo Uzeda and his “mad” family, Mattia Pascal, Vitangelo Moscarda, Filippo Rubé – including Pirandello’s six dramatic Characters – suffer in various ways from issues related to their own “being-in-the-world”, that is, to adaptation, social competitiveness (or, in Morselli’s words, “competition for life”), and loss of both purpose and material wealth.
Darwin’s On the Origin of Species (1859) lent to the writers we examine a scientific vocabulary that was a literary one as well. The case of Darwin’s innovation in biology and of the modern Italian novel points out that stories, in a sense, take up the mandate of analyzing, deciphering, (bio)fictionalizing and working through the negativity of the “morbid symptoms” scattered throughout what Gramsci called an “interregnum.”
Such a mandate is not exhausted today, during years of technological growth, political unrest, gender-based violence, war, climate crisis and an ongoing global pandemic; years in which, as both Mark Fisher and Dario Gentili maintain, a specific version of Darwin’s thought – so-called “social Darwinism” – is the true ideology of our neoliberal (or late-capitalistic) context.
What emerges from our consideration of the struggle for life and the modern Italian novel, however, is that Darwin’s innovative approach to the bios (to life) set the conditions for telling a story different from one that is petrified (and naturalized) by the imperatives of social Darwinism and by the ostensible absence of an alternative. In Svevo’s case, for instance, such an otherwise consisted in literaturizing life. In Pirandello’s case, instead, life’s morbid symptoms, in the last analysis, were acted out by theatricalizing life itself.
Journal of Modern Italian Studies, 03 May , 2024
"The Struggle For Life and the Modern Italian Novel, 1859–1925 is an erudite and original book by... more "The Struggle For Life and the Modern Italian Novel, 1859–1925 is an erudite and original book by a thoughtful reader of Italian and European modernity. In it, Andrea Sartori offers a fascinating exploration of the ideological context and changing imaginary of Italian writers at the turn of the century, at a time when identity came to be ‘inevitably trapped in a logic of oppression’ (210), and in which ‘violence, enmity and oppression seem to resist any attempt to overcome them’ (210). While the last three chapters focus on a specific male writer from this era (Svevo, De Roberto and Pirandello, with ventures in, and references to Borgese and Primo Levi, among others), offering very productive analyses of their works, the book is best described as a broad exploration of the presence of Darwin’s thought, and of the (mis-)interpretations of Darwin’s work within the
Italian cultural context in the late nineteenth and early twentieth century".
Annali d'Italianistica, 41, 650-652 , 2023
Brown Digital Publishing, 2018
4. Forme di poesia in prosa del secondo Novecento. Per una definizione di genere p. Davide Murari... more 4. Forme di poesia in prosa del secondo Novecento. Per una definizione di genere p. Davide Murari, University of Pisa 5. Dall'isola al mondo. Processi di ibridazione e prove di identità complessa nella letteratura sarda degli anni Zero p.
Annali d’Italianistica, Vol. 41, 623-627, 2023
Dame in 1983 and was sponsored by the Department of Romance Studies at the University of North Ca... more Dame in 1983 and was sponsored by the Department of Romance Studies at the University of North Carolina at Chapel Hill from until 2017. Hosted by JSTOR, Annali italianistica is an independent journal of Italian Studies managed and edited by an international team of scholars. Annali is listed among the top tier journals (class A, area 10) by the Italian National Agency for the Evaluation of Universities and Research Institutes (ANVUR). It is listed in the European Reference Index for the Humanities and Social Sciences (ERIH PLUS). It is listed in the MLA International Bibliography. It is a member of the The Council of Editors of Learned Journals (CELJ).
Pirandello Studies. Journal of the Society for Pirandello Studies, Vol. 43, 206-210, 2023
Annali d'Italianistica, 40, 643-645, 2022
Spesso si dice che, nella filmografia di Nanni Moretti, Caro diario (1993) segna un decisivo pass... more Spesso si dice che, nella filmografia di Nanni Moretti, Caro diario (1993) segna un decisivo passaggio all'autobiografismo.
Annali d’Italianistica, 40, 519-522, 2022
Italian Bookshelf 519 convenzionali e "a-canoniche" (18). Ne viene fuori un racconto molto person... more Italian Bookshelf 519 convenzionali e "a-canoniche" (18). Ne viene fuori un racconto molto personale attraverso il quale un ricercatore interessato alla figura di Fontanella potrebbe rinvenire materiali interessanti per ricostruire le influenze e il percorso evolutivo dell'autore stesso; Raccontare la poesia può essere quindi considerato anche come un invito a leggere e analizzare l'opera poetica del medesimo Fontanella attraverso la sua avventura di lettore e di critico.
Annali d'Italianistica, 40, 567-571, 2022
Italian Bookshelf 567 precariousness of life. In the radiologist's office, the son sees a picture... more Italian Bookshelf 567 precariousness of life. In the radiologist's office, the son sees a picture of the tumor in his father's throat, and the effect is hallucinatory: Strolling along the streets of the city with his father on his arm, the world of humans seemed divided into two parts: in one sharply defined sphere he could see the phosphorescent skeletons moving about; and in a second sphere that was extremely bright and unreal, as if superimposed on the first, he could see them dragging their ephemeral envelopes of flesh behind them. The sensation had been so profound and painful that he'd been afraid he would never be able to shake off its memory. (The Island 74) Here and elsewhere in this novella, the reader senses that, in addition to the death of Stuparich's own father, the author might have drawn his inspiration from something even darker: his traumatic memories of war. As a soldier in combat, he had taken part in the most unspeakable scenes which no soldier ever forgets: a kind of "fatto intimo" or "personale questione" which, as in the case of his memoirs, the act of writing would undoubtedly have allowed him to confront. These two translations are clear, precise and empathic, and they capture Stuparich's lyricism. For English readers, they form an excellent introduction to the artistic world of this important Triestine writer.
Pirandello Studies. Journal of the Society for Pirandello Studies, 42, 2022, 128-133
Lo studio di Carlo Basso si propone di indagare l'affinità profonda che esiste tra Cervantes e Pi... more Lo studio di Carlo Basso si propone di indagare l'affinità profonda che esiste tra Cervantes e Pirandello, come anche tra Cervantes e qualche 'autore di raccordo' (su tutti Unamuno), riguardo al fenomeno del personaggio consapevole della propria esistenza letteraria e tendente, in quanto tale, all'autonomia. L'ipotesi di un contatto stretto fra i primi due scrittori non è nuova, essendo stata avanzata già nel 1924 da Américo Castro nell'articolo Cervantes y Pirandello, concepito come commento alle prime rappresentazioni spagnole dei Sei personaggi. Basso riprende la tematica del personaggio cosciente della propria natura letteraria allo scopo di approfondirla: dopo aver esaminato alcuni aspetti metanarrativi nella prima e nella seconda parte del Don Chisciotte (1605/15), nonché in quella 'parodia del romanzo bizantino' che è il Persiles (1617), mette a confronto il capolavoro di Cervantes con l'intero corpus dell'opera pirandelliana, dalla saggistica alle novelle, dai romanzi al teatro. L'idea guida è di mostrare come nel Don Chisciotte prenda avvio quel processo riflessivo che conduce, sia nel romanzo Niebla di Unamuno (1914), sia in alcune novelle e nei Sei personaggi di Pirandello, alla piena autonomia del personaggio. Diciamo subito che nel caso di Unamuno non è sufficiente riferirsi a Niebla. La riflessione di questo autore sul personaggio autonomo comincia alquanto prima, senza che Pirandello ne avesse conoscenza, e cioè nel primo romanzo modernista della letteratura spagnola, intitolato Amor y pedagogía (1902). Nel capitolo IV di quest' operetta umoristica accade al personaggio del filosofo di esclamare: 'Yo, Fulgencio Entrambosmares, tengo conciencia del papel que el Autor me repartió' ['Ho coscienza del ruolo assegnatomi dall'autore'], con una formula che fa pensare piú al Gran teatro del mundo di Calderón che non al Don Chisciotte di Cervantes. Sennonché nella narrativa spagnola, che tanto deve a Cervantes, i personaggi consapevoli della propria esistenza letteraria compaiono anche prima del modernismo, ad esempio nel prologo del romanzo ottocentesco El amigo Manso di Galdós (1882). Per quanto riguarda Unamuno e Pirandello, si tratta inizialmente di sviluppi indipendenti, almeno fino all'apparizione di un'altra opera significativa dello scrittore basco, Vida di don Quijote y Sancho (1905), la cui traduzione italiana, del 1913, avrebbe trovato posto nella biblioteca privata di Pirandello. Nel clima delle celebrazioni italiane del centenario del Don Chisciotte, quel libro, recensito nelle migliori riviste italiane da Papini, Boine e Amendola, può avere stimolato l'interesse di Pirandello per il problema del personaggio autonomo, tanto piú che Unamuno conversava con il suo amato don Chisciotte come se Cervantes non fosse mai esistito.
Nuova Informazione Bibliografica, il Mulino, 1, gennaio-marzo, 2022
Italica, Vol. 97, 4, Winter 2020, 923-926, 2020
Vol. 97.4 (2020) opens with a tribute by Augusto Mastri to Edoardo Lebano-a cherished friend, col... more Vol. 97.4 (2020) opens with a tribute by Augusto Mastri to Edoardo Lebano-a cherished friend, colleague, teacher, scholar, and educational administrator. In whatever role we knew Edoardo, from whatever vantage point, he stood apart as someone very special. In addition to research studies on literature and language, this issue focuses on paying homage to Federico Fellini-with an interview with Vincenzo Mollica (RAI's Tg1 well-known special correspondent) and articles introduced by Frank Burke-to commemorate the 100th anniversary of his birth. We would like to express our gratitude to Professor Burke for his editing of this section dedicated to the late Italian film director and screenwriter. This issue is also enhanced by a variety of highly significant book reviews. Buona lettura! Michael lettieri
Annali d'Italianistica, 37, 675-677, 2019
Sante Matteo. Il secondo occhio di Ulisse. Saggi di letteratura e cultura italiana. A cura di Sil... more Sante Matteo. Il secondo occhio di Ulisse. Saggi di letteratura e cultura italiana. A cura di Silvia Carlorosi, Maria Silvia Riccio e Simone
Quaderni d'Italianistica, 39, 1, 78-80, 2019
Annali d’Italianistica, 35, 614-616, 2017
Bonaffini e Joseph Perricone. Introduzioni di Sante Matteo e Francesco Durante. New York: Fordham... more Bonaffini e Joseph Perricone. Introduzioni di Sante Matteo e Francesco Durante. New York: Fordham UP, 2015. Pp. 1500.
Annali d’Italianistica, 34, 696-698, 2016
Vita nuova * Rime. A cura di Donato Pirovano e Marco Grimaldi. Premessa (XIII-XVII) e Introduzion... more Vita nuova * Rime. A cura di Donato Pirovano e Marco Grimaldi. Premessa (XIII-XVII) e Introduzione di Enrico Malato (XIX-XXXI). Bibliografia citata in forma abbreviata (XXXII-LXXIV). Volume 1, tomo 1 delle Opere di Dante. 8 volumi. Roma: Salerno Editrice, 2015. Pp. 804. Hardcover. €49. ISBN 978-88-8402-986-7.
Annali d’Italianistica, 33, 406-408, 2015
Silence Speaks Symposium - June, 2024
From the Introduction by Roberta Iannacito-Provenzano and Lorella Di Cintio: "The Silence Spe... more From the Introduction by Roberta Iannacito-Provenzano and Lorella Di Cintio:
"The Silence Speaks Symposium is a continuation of discourse and celebrationof the publication of Domestic Goods: Silence Speaks in our objects, clothing, keepsakes, and interiors in The Italian Canadiana Journal, University of Toronto, Volume 38 (2024). The provocation has opened room for more probing discourse about how silence speaks in our interiors, objects, and keepsakes. How can we grieve, memorialize, and challenge the archive of domesticity, interiority, and its objects as it navigates from personal to political? Conversations about kinships and identities can move back and forth through time: an item may first be framed as inanimate and mundane, then as a cherished heirloom, and then inhabit authorized space as a museum artifact [...]".
Center for Science and Thought (University of Bonn) - 23-24 May, 2024
At this conference I present the short version of a paper centered on neuroscientist Anil Seth's ... more At this conference I present the short version of a paper centered on neuroscientist Anil Seth's brain-based theory of perception and its possible use in literary studies (Pirandello and some narratological aspects of modernist literature in general).
Thursday 25 April 2024 - 16:00-17:30 - The Society of Fellows in the Liberal Arts, Southern University of Science and Technology, Shenzhen
This special issue of the Journal of the Pirandello Society of America will delve into Pirandello... more This special issue of the Journal of the Pirandello Society of America will delve into Pirandello's concept of alienation in all its declinations and across genres. From Mattia Pascal's impression to be "cut off from life" and to continue living "without knowing just how," to the camera operator turned machine in Quaderni di Serafino Gubbio (1925), alienation for Pirandello stands for both private madness and the dehumanizing effects of technology, against a historical background connotated by the end of the political ideals of the past, and, in particular, of the Risorgimento (I vecchi e i giovani, 1909). In this disenchanted world, science has shown that "everything is matter" and that man is nothing more than "the product of Nature's slow development" (Il fu Mattia Pascal, 1904). And yet, even though modernity seems to have expropriated humanity of its presumed essence or soul, this very "beast that steals, kills and lies"-humanity itself and its materiality/physicality-"can also write the Divine Comedy" (ibidem). Conjugating the modal verb in the present tense-humanity can indeed write the Divine Comedy, not could-Pirandello implicitly characterizes alienation as the realm of the possible (Serafino adapting to machines and thus becoming posthuman), and not just as a domain ruled by loss, emptiness, violence, and the absence of any apparent logic. In this sense, we invite contributors to send us paper proposals that not only outline a Pirandellian definition or definitions of "alienation," but also look beyond the author and his times and explore how experiences of isolation, estrangement, expropriation, and purposelessness can create new meanings at the personal, socio-cultural, and techno-scientific levels. We encourage contributions that offer a transhistorical, interdisciplinary perspective on Pirandello's concept(s) of alienation, one that can be updated and integrated into 21st century ideas of human-centeredness and AI (Schneiderman 2022), human self-realization and Digital Humanism (Werthner et al., 2021), human autonomy in the age of surveillance capitalism (Zuboff, 2018), etc. The following themes and approaches are welcome:
L'Ulisse, 2023
Il numero XXVI de L'Ulisse. Rivista di poesia, arti e scritture sarà dedicato al tema Poesia e mu... more Il numero XXVI de L'Ulisse. Rivista di poesia, arti e scritture sarà dedicato al tema Poesia e musica oggi (dal secondo Novecento al presente). L'indagine sarà focalizzata su un arco cronologico che va dal secondo Novecento sino alle scritture poetiche e esperienze musicali più recenti, con attenzione ad autori italiani ma anche ad altre tradizioni linguistiche, europee ed extraeuropee.
In "The Struggle for Life and the Modern Italian Novel, 1859–1925" Andrea Sartori indaga I’impatt... more In "The Struggle for Life and the Modern Italian Novel, 1859–1925"
Andrea Sartori indaga I’impatto delle teorie darwiniane nella letteratura italianafra Otto e Novecento. In questo workshop esploreremo l’influenza che il concetto di “lotta per la vita”, il rischio di soccombere a tale lotta, l’incapacità – o l’impossibilità – di adattarsi alle trasformazioni sociali messe in moto dall’industrializzazione hanno avuto nelle opere di Federico de Roberto, Italo Svevo, Luigi Pirandello e altri autori nel contesto culturale dell’Italia postunitaria.