LO SAI COME NASCE IL DETTO: ” ‘O TRUMMETTA Â VICARIA”? (original) (raw)

LA STORIA DI UN QUARTIERE IN UN DETTO: ‘O TRUMMETTA Â VICARIA.

Di: Gabriella Cundari

Il detto configura una persona pettegola, che diffonde e sparla di avvenimenti che sarebbe piú opportuno tacere. Ma come nasce?

Originariamente con la locuzione in epigrafe e specificatamente con il termine ‘o trummetta ( trombetto) si indicava il banditore che, partendo dall’uscio del Tribunale leggeva i bandi emanati dalla Gran Corte della Vicaria fermandosi alle cantonate della città, dove – per attirare l’attenzione della gente – era solito far squillare una trombetta.

Al tempo di don Pedro di Toledo, vicerè di Napoli tutti i tribunali di cui la Gran Corte della Vicaria era il maggiore, furono riuniti in Castel Capuano, ancóra oggi, a Napoli, sede della maggior parte dei tribunali cittadini.

Trummetta di per sé s.f. = trombetta, strumento musicale a fiato di ottone, con canneggio curvato cilindrico provvisto di valvole e pistoni, che ad un’estremità termina con un bocchino e all’altra.. si allarga in un padiglione; è lo strumento tradizionalmente usato per dare segnali militari; poiché l’attività di banditore non fu mai svolta da donne, la voce è stata resa maschile e con ‘o trummetta si indica un banditore banditore di un’asta pubblica.

La voce risulta essere un diminutivo di trumma, dal tedesco trumba d’origine onomatopeica; Vicaria è il notissimo antico quartiere popolare napoletano, un tempo noto con il nome di ‘a via d’’e chianche per la presenza di numerose macellerie (in napoletano chianche dal lat. planca(m)= panca ché in origine nelle macellerie la carne veniva esposta e sezionata su di una panca di legno) situato a ridosso del centro antico;si espandeva in origine tra la zona di Forcella (Vicaria vecchia) e la zona posta al di qua ed al di là della porta capuana nel quale sorge il famoso Castelcapuano che è il piú antico castello di Napoli.

Di origine normanna, è situato allo sbocco dell’attuale via dei Tribunali ed è sede della sezione civile del tribunale di Napoli. Tra il 1537 ed il 1540, Don Pedro de Toledo, marchese di Villafranca del Bierzo (1532 – 1553 ) vicerè di Napoli, trasferí il Tribunale della Vicaria, ed altri uffici giudiziari in Castelcapuano.

Fino al 1535, infatti, la giustizia civile e penale del vicereame napoletano veniva amministrata in diversi luoghi: la Gran Corte della Vicaria si trovava in un edificio della Vicaria vecchia a Forcella, il Sacro Consiglio nel chiostro di Santa Chiara, la Real Camera della Sommaria nella casa del marchese del Vasto, il Tribunale della Bagliva era sulle scale della chiesa di San Paolo, e il Tribunale della Zecca nel palazzo di fronte a Sant’Agostino.

L’esigenza avvertita dal Viceré spagnolo, su istanza di avvocati e sudditi, era quella di accentrare in un unico luogo tutte le attività legate all’amministrazione della giustizia. Parte di Castelcapuano divenne carcere giudiziario per i nobili e per il popolo. Esso occupava tre livelli: il piano ammezzato era riservato ai nobili carcerati, il piano terra era destinato ai criminali comuni, i sotterranei ospitavano gli elementi peggiori; altre carceri per criminali comuni erano ubicate nella vicinissima piazza San Francesco nell’edificio che un tempo era stato il convento dei monaci di sant’Anna ed in seguito e fino a poco tempo fa ospitò gli uffici della Pretura di Napoli.

Il carcere vero e proprio venne chiuso nel 1886, ma fino al novembre 1995, quando le sezioni penali lasciarono Castelcapuano, parte di esse restarono per i detenuti che dovevano assistere ai processi. Ancora oggi alcune gabbie fatiscenti fanno bella mostra di sé in alcuni angusti corridoi del piano terra e piano interrato. Oggi il nuovo quartiere Vicaria (piú noto con il nome di Vasto forse perché nella zona il marchese di Vasto, v’ebbe alcune proprietà, ma piú probabilmente perché Vasto è corruzione di Guasto(con la sostituzione della “g” alla “v”), per i guasti (incendi, saccheggi)operati nella zona a ridosso della porta degli eserciti invasori) è nato dopo il Risanamento della città di Napoli, iniziato nel 1885 quando debellata l’epidemia di colera che nel 1884 aveva colpito la città, si inizia ad operare lo sventramento di interi quartieri popolari e la creazione -tra l’altro- del Corso Umberto e della Galleria Umberto I.

con l’attuazione delle leggi che prevedevano un’espansione verso la zona orientale: le abitazioni sono prevalentemente di carattere popolare e sono state realizzate dalla Società pel Risanamento, dalle cooperative dei ferrovieri, e da privati. Successivamente agli eventi bellici che colpirono fortemete la zona, una parte di esso venne ricostruito ed è stato anche vittima della speculazione edilizia (difatti molte abitazioni sono in calcestruzzo armato).
(da Raffaele Bracale)

dipinto della Vecchia Vicaria attribuito a Carlo Coppola; il particolare con ‘o trummetta