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Apr. 5th, 2020

Mar. 17th, 2009

07:14 am - nazism, heidegger, bishop williamson and the jews

when the antifascist public opinion (together with vinzo_fatigati :P ) condemn the nazis, they lay an automatic claim to moral superiority vis-a-vis what they condemn. yet there is an intricate systemic denial of the horrors of the present which they conveniently ovrelook. that's why i think zizek's recent book is so timely and should be read by both the politically active jews and by the anti-fascists. as both are not merely being stuck in the past they condemn, but completely succumbed by that narrative without carefully gauging the present reality against it. and actually, through repeating the same mantra all over and over again, they completely refuse to help us pause and (yes, historically) reflect upon the world we live in today, without the pathos of the repetitious mantras they call 'history' :)

and yes: experientially speaking, heidegger's silence to me is more honest and wholesome as an ethical and humanistic position than what they are doing :)

p.s. oh, and let them read this too

tags: holocaust, heidegger, zizek

Oct. 5th, 2008

10:46 pm - berlusconi visto dalla svezia

Men kritiker menar att staten koncentrerar makten till sig själva genom att minska journalisternas och åklagarnas makt. (state more power by give journalists less power)

En premiärminister som försvarar sig mot åtal genom att ändra lagen och som använder sina egna medier för att driva valkampanj - alltihop är hårresande naturligtvis. (a primeminister that change law to avvoid prosecution - )

http://www.aftonbladet.se/nyheter/article452474.ab

Mar. 23rd, 2008

02:31 pm - Certezza e Fiducia.Riflessuini sulla cosmo-antropologia in karl Jaspers

Di Seguito riporto il testo integrale di una conferenza moderata dal professore Reiner Wiehl il giorno 7 novembre 2007 Presso l'aula Piovani dell'università Federico II Di Napoli.

INTRODUZIONE : Due grandi Vie si offrono dinanzi all'uomo occisentale nel suo bisogno di orientamento in questo mondo : la via della scienza , la ricerca metodicamente regolata e mai conclusa della verità , e la via della fede rivelata ,del salto rischioso,non recuperabile attraverso ragionamenti verso l'accettazione credentre di eterne verità di fede. Di fronte a queste due possibilità alla filosofia sembra rimanere soltanto il ruolo di serva o della scienza o della teologia o di entrambi.Che la filosofia non si esaurisca in ciò si dimostra già nel fatto che non si sottomette ciecamente alle pretese di validità di questi due poteri , ma che fa le loro pretese di verità a loro volta oggetto di un analisi critica , misurandole con le proprie pretese di verità. Con ciò essa dischiude per noi una possibile terza via , la via verso un esistenza filosoficamente fondata.Kant ci ha aperto questo percorso in modo esemplare sotto forma di quella "fede razionale" da lui postulata e che trascende i confini di ciò che si può esperire. Karl Jaspers ha ampiamente Sviluppato questo pensiero , con il concetto di fede filosofica ,ossia di una fede,che non si basa su un salto irrazionale , ma che è una fede che il singolo individuo non può rigettare ,il quale ,nella sua situazione storica, cerca di orientarsi nel suo pensare e si interroga circa l'ogni-comprendente,che trascende tutto l'essente e che si sottrae ad ogni oggettivazione e determinazione. L'opera di Karl Jaspers pone la filosofia dinanzi alla questione che cosa ne sia della possibilità di questa terza via a fianco alla scienza ed alla religione rivelata ,sulla base di una ragione universale che unisce tutti gli uomini.tale questione oggi non riguarda solamente il destino della filosofia , ma in fondo , nell'odierna situazione di una presunta lotta inconciliabile tra le culture ,è una questione che riguarda anche il destino dell'umanità.Obbiettivo di questo convegno internazionale è di avvicinare tale questione ad un chiarimento, da un lato mostrando la via indicata da jaspers, e dall'altro lato attraverso la sua collocazione all'interno della tradizione della filosofia occidentale e nel contesto del filosofare odierno.

Mar. 19th, 2008

07:43 pm - Napoli ieri e oggi

“Ma cosa vuoi farci, preferisco la povertà dei Napoletani al benessere della repubblica italiana, preferisco l'ignoranza dei Napoletani alle scuole della repubblica italiana preferisco le scenette, sia pure un po' naturalistiche, cui si può ancora assistere nei bassi Napoletani alle scenette della televisione della repubblica italiana”(P.Pasolini).

Pasolini scrisse che amava particolarmente Napoli perché era una tribù che non aveva accettato il modello conformistico del consumismo. Napoli infatti rimaneva quella di sempre , quella città ricca di vitalità,folklore e di creatività che con una tradizione quasi bi-millenaria aveva attirato durante i secoli non solo i migliori poeti e artisti ma aveva contribuito attivamente alla formazione di centri culturali (si pensi all’illuminismo napoletano o ai neo hegeliani).

Per Il filosofo greco Gorgia il “linguaggio persuasivo” cioè “il linguaggio del potere” è più difficile ad essere compreso dagli ignoranti.

Ecco quindi perché Napoli era Napoli : la sua “ignoranza” i suoi disagi erano alla base di quello spensierato ed epicureo atteggiamento che caratterizza tutta la tradizione partenopea. : variopinta , estroversa , creativa e colorite immagine che si originavano da questa incomunicabilità delle plebe con un certo modello italiano . Questo è poi diventato per gli stranieri oltreoceano anche l’immagine e lo stereotipo un po’ dell’Italiano: estroverso chiassoso intraprendente truffatore e seduttore : l’amante del dolce far niente.

Ma cosa succede se questa cultura , questa tribù invece comprende il “linguaggio del potere” cioè assorbe i modelli consumistici imposti dal potere?Cosa succede se questi “poveri e plebei” si lasciano convincere dalla leggi del business? Cosa succede se questo atteggiamento spensierato,colorito comprende il linguaggio “persuasivo” del potere edonistico?La risposta l’abbiamo ricevuta in questi ultimi anni e in particolar modo questo ultimo periodo. Napoli sta passando un terribile periodo , non solo per l’incapacità d’iniziative della classe dirigente ma per una mentalità criminosa ormai dilagante. Un atteggiamento che da folcloristico è passato a criminale. Da straccione a spacciatore. Mentre prima la povertà in un certo senso aveva un azione catartica e creativa sulla popolazione ,anche se si rubava lo si faceva per necessità in una sorte di relazione e rapporto naturale. Oggi si ammazza per business.

Mi preme quindi sottolineare quel passaggio breve che negli ultimi anni la popolazione e cultura partenopea ha fatto per criticare e soffermarci quindi anche sui problemi che attanagliano in generale la nostra società. Cioè il passaggio da un etica atteggiamento “epicurea” ad una “nichilista”.

Possiamo senza dubbio dire che la tradizione napoletana ha una tradizione anche un po’ diversa dalle altre città italiane , si sono succeduti nei secoli varie dominazioni . l’atteggiamento dei partenopei verso i vari dominatori che si sono succeduti è stato sempre indifferente , ma era sempre in un certo senso circoscritto in un rapporto naturale e diretto che si aveva tra la popolazione.

Oggi invece questi napoletani si sono completamente immersi nel conflitto che caratterizza le leggi del business. La situazione di ormai permanente precarietà e disoccupazione , e l’ossessione dei messaggi pubblicitari non fanno altro che determinare una sorta di ansia ad ogni cittadino. Una nevrosi di massa. Gli scippatori ormai rapinano quasi solo per comprarsi vestiti costosissimi. Si ruba per apparire. La maggior parte dei morti ammazzati è causata dall’oro bianco chiamato droga. I camorristi insomma non sono altro che la degenerazione dell’immagine del “business man” del “self made man” che tanto piace a questa società capitalista .La società è degenerata in una crisi profonda .”Mentre insomma prima , se pur incomunicabilità tra le istituzioni e la plebe , tuttavia i rapporti che si instauravano tra i cittadini si basavano e fondavano su un rapporto naturale , variopinto e creativo. Oggi questo non accade più tragicamente. Oggi tutto ha perso valore , e l’unica legge che sembra stabilire i rapporti tra le persone è quella della violenza della sopraffazione e dell’egoismo sfrenato. Come quindi trovare una soluzione ? Come quindi continuare a sperare se ormai sembra che i giovani non riescano neppure a percepire un futuro ed una avvenire?. La recentissima situazione dei rifiuti è stato l’ultimo colpo mortale che i napoletani hanno dovuto subire. È diventato l’onta di una tradizione bi-millenaria. È stata definito una “tragedia” nazionale. Le istituzione a Napoli non solo hanno mostrato una totale incapacità per anni , ma la cosa grave è che tra persone si percepisce ancora un opposizione “stato-antistato”. Ormai la camorra è diventato lo stato e lo stato è diventato la camorra.

Per anni i rifiuti tossici delle grosse aziende del nord sono state versate nelle nostre terre. I camorristi facevano patti con le aziende ,che chiudevano opportunamente un occhio ,trasformando quindi la terra più fertile d’Europa (Campania felix) nella più inquinata. Nessuno ha detto nulla. Nessuno ha parlato. Adesso le probabilità di contrarre un tumore in queste terre è molto più alta di qualsiasi altra città. Nessuno sapeva nulla. Facendo gli interessi di imprese politica e malavita.

E oggi? Oggi nessuno permette allo stato di lavorare. Oggi si è perso quel dialogo “politico-cittadino”. Lo stato insomma è percepito come camorra. Mentre basta farsi un giro nei feudo dei camorristi per vedere come , stranamente, in questi feudi non c’è l’immondizia. Sono immuni dalla vergogna. La camorra ha pensato bene di ripulire le strade in cui comanda. La camorra è lo stato. La storia succede che quando avviene questa inversione , quando si è perso ogni valore , quando questo accade…beh allora è la fine.

Quando vedi che nell’università non ci sono sedie sufficienti , quando leggi lo sconforto nei volti degni insegnati e anche quindi il ruolo delle istituzioni che devono fornire cultura sta decadendo.. beh allora è proprio la fine.

Vincenzo Fatigati

07:03 pm - BENVENUTI!!!!

Dear Friends!

We are inviting you to participate in this bi-lingual (Italian/English) community dedicated to the Italian Way of Doing Philosophy: From Seneca To Saviano And Beyond. Some of you have been chosen via LJ Directory on the basis of your Region ("Italy", which might imply you read and understand some Italian) and Interest (e.g. "Filosofia"/"Philosophy"/"Hermeneutics"/"Politica" etc.). We will strive to gradually broaden the scope of Interests and Locations, always keeping in mind the central focus of this group: philosophy done the Italian way, what does the idea imply?

We hope you find in this community a place for creative expression and knowledge sharing. We would also appreciate if you help us spreading the word about the community.

_Cari Amici!

Noi vi stiamo invitando a partecipare a questa comunità bilingue (italiano /inglese), pizzasophia, dedicata al modo italiano di filosofare: Da Seneca a Saviano e altri ancora. Alcuni di voi sono stati scelti attraverso LJ Directory in base alla vostra regione di appartenenza ("Italy") e Interessi (per esempio: "Filosofia "/"Philosophy"/ "Hermeneutics"/"Politica" etc.).

Noi tenteremo di rendere più vasto l'ambito degli interessi e dei luoghi, sempre considerando l'obiettivo centrale del gruppo: La filosofia fatta alla maniera degli italiani, cosa implica ciò? E' Nostra intenzione rendere questa comunità un posto per un espressione creativa e una condivisione di esperienze. Noi apprezzeremo se voi ci aiuteresti a propagandare agli altri questa comunità!

Grazie.

pizzasophia Maintenance Team

Né so che spatio mi si desse il cielo
quando novellamente io venni in terra
a soffrir l'aspra guerra
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cerco del viver mio novo consiglio,
et veggio 'l meglio, et al peggior m'appiglio.
(Petrarca, Canz. 264)