Angela Corolla | University of Salerno (original) (raw)
Books by Angela Corolla
A. Corolla, D. Malandrino, D. Pirozzi, G. Santangelo, M. De Santo, V. Scarano, Alternanza scuola ... more A. Corolla, D. Malandrino, D. Pirozzi, G. Santangelo, M. De Santo, V. Scarano, Alternanza scuola lavoro: valorizzazione del patrimonio culturale attraverso gli Open Data, Atti del programma scientifico Didamatica 2017, 15-16 maggio 2017 Roma CNR, pp. 1-10 [ISBN 9788898091461]
Teatro di importanti vicende storiche, come la prigionia di Elena degli Angeli e lo Scisma d’Occi... more Teatro di importanti vicende storiche, come la prigionia di Elena degli Angeli e lo Scisma d’Occidente, il castello di Nocera raccoglie l’eredità dell’insediamento romano di Nuceria e prepara lo sviluppo della città moderna. Il volume illustra i risultati delle ricerche archeologiche svolte nel 2007 presso la collina di S. Andrea e sull’intero territorio nocerino, ricerche rese possibili attraverso una convenzione realizzata tra il Dipartimento di Latinità e Medioevo dell’Università di Salerno e il Parco Territoriale dell’Agro. Il rilievo planimetrico e l’analisi delle strutture murarie rese libere dalla vegetazione hanno portato all’individuazione delle numerose fasi architettoniche del complesso castrense che, attestato nelle fonti a partire dal 984, ha subito nel corso del tempo numerosi rimaneggiamenti che hanno fortemente alterato l’impianto originario. Lo studio si avvale del contributo di studiosi di diversa estrazione fornendo un quadro generale sulle trasformazioni storiche e ambientali del sito e si conclude con una esaustiva appendice bibliografi ca realizzata e commentata dal suo autore.
Papers by Angela Corolla
Digital Heritage. Progress in Cultural Heritage: Documentation, Preservation, and Protection, 2016
The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens... more The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens the door to a wide set of application fields that could benefit of characteristics, such as immersivity, presence as well as a high degree of realism. In the field of Cultural Heritage, an immersive virtual experience can enhance playfulness and involvement in the fruition of a cultural experience, by determining a more efficient knowledge absorption and retention of the learnt content.
Chapter in Digital Heritage. Progress in Cultural Heritage: Documentation, Preservation, and Prot... more Chapter in Digital Heritage. Progress in Cultural Heritage: Documentation, Preservation, and Protection, Springer 2016 Volume 10058 of the series Lecture Notes in Computer Science pp 814-824
The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens the door to a wide set of application fields that could benefit of characteristics, such as immersivity, presence as well as a high degree of realism. In the field of Cultural Heritage, an immersive virtual experience can enhance playfulness and involvement in the fruition of a cultural experience, by determining a more efficient knowledge absorption and retention of the learnt content.
In this work we introduce a prototype of a Serious Game in Cultural Heritage, named HippocraticaCivitasGame, designed and implemented to foster playfulness and learning effectiveness. We also performed an evaluation study to assess users’ perceived immersivity and playability, as well as the effectiveness when analyzing the acquired knowledge about the archaeological site structure and the proposed learning goal.
The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens... more The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens the door to a wide set of application fields that could benefit of characteristics, such as immersivity, presence as well as a high degree of realism. In the field of Cultural Heritage, an immersive virtual experience can enhance playfulness and involvement in the fruition of a cultural experience, by determining a more efficient knowledge absorption and retention of the learnt content.
In this work we introduce a prototype of a Serious Game in Cultural Heritage, named HippocraticaCivitasGame, designed and implemented to foster playfulness and learning effectiveness. We also performed an evaluation study to assess users’ perceived immersivity and playability, as well as the effectiveness when analyzing the acquired knowledge about the archaeological site structure and the proposed learning goal.
In: Atti del VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Lecce 9-12 settembre 2015, Borgo S... more In: Atti del VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Lecce 9-12 settembre 2015, Borgo S. Lorenzo: All’Insegna del Giglio, ISBN 978-88-7814-629-7, p. 359-363.
Association pour l’antiquité tardive. BULLETIN, n. 23 2014; p. 40-46.
In QUADERNI DELL’AGRO, documenti e studi, n. 5, inverno 2014-15; Nocera Inf.: Oèdipus, ISBN 978-8... more In QUADERNI DELL’AGRO, documenti e studi, n. 5, inverno 2014-15; Nocera Inf.: Oèdipus, ISBN 978-88-7341-208-3, p. 46-56.
In: Case e torri medievali. Orte, 15-16 marzo 2012, Kappa Edizioni, Roma 2014, pp. 27- 39.
in L. Marchegiani (ed.), Proceedings of the International Conference on Sustainable Cultural Heritage Management Societies, Institutions, and Networks, Rome 11-12 Oct. 2013, Roma 2013, pp. 255-266.
in L. Marchegiani (ed.), Proceedings of the International Conference on Sustainable Cultural Heritage Management Societies, Institutions, and Networks, Rome 11-12 Oct. 2013, Roma 2013, pp. 267-282
SALERNO. UNA SEDE DUCALE DELLA LANGOBARDIA MERIDIONALE. A cura di Paolo Peduto, Rosa Fiorillo e Angela Corolla, CISAM, Spoleto 2013, pp. 95-108, 2013
SALERNO. UNA SEDE DUCALE DELLA LANGOBARDIA MERIDIONALE. A cura di Paolo Peduto, Rosa Fiorillo e Angela Corolla, CISAM, Spoleto 2013, pp. 91-94., 2013
Atti del Convegno internazionale di studio Bologna, 14-16 gennaio 2010 a cura di PAOLA GALETTI FO... more Atti del Convegno internazionale di studio Bologna, 14-16 gennaio 2010 a cura di PAOLA GALETTI FONDAZIONE CENTR O ITALIANO DI STUDI SULL'ALTO MEDIOE VO SPOLETO 2012 TOMO SECONDO ANGELA COROLLA LA VALLE DELL'IRNO SISTEMI INSEDIATIVI A CONFRONTO NELLA CAMPANIA MEDIEVALE La valle dell'Irno e l'alta valle del Solofrana corrispondono all'area amministrata nell'alto Medioevo dal gastaldo di Rota ). La zona era intensamente sfruttata in epoca romana attraverso un sistema di ville rustiche, funzionanti fino al IV secolo d.C. Gli insediamenti rurali individuati a Fisciano 1 , Baronissi (SA) e Solofra (AV) 2 erano connessi con un sistema viario regionale e locale, in buona parte ancora funzionale all'organizzazione territoriale post-classica. Alla luce delle fonti scritte e della documentazione archeologica il paesaggio alto medievale nelle valli a Nord di Salerno appare ben strutturato per quanto riguarda la gestione economica e la difesa militare.
Lo scavo archeologico condotto presso S. Maria a Rota, oggi Curteri, ha fornito i primi dati sull... more Lo scavo archeologico condotto presso S. Maria a Rota, oggi Curteri, ha fornito i primi dati sulle trasformazioni insediative tra Tardoantico e Altomedioevo nel territorio di Mercato S. Severino (SA), portando alla luce un edificio romano cui nel VI secolo si affiancarono un cimitero ed una chiesa, poi divenuta plebs altomedievale. Le indagini della Soprintendenza, effettuate nelle adiacenze in occasione della realizzazione di un metanodotto, hanno messo in luce strutture probabilmente legate alle fasi romane di S. Maria ma hanno potuto recuperare informazioni solo su aree limitate e discontinue. Nel 1898 durante i lavori della stazione ferroviaria di S. Severino furono intercettate alcune tombe formate da laterizi definite "poverissime" che restituirono pochi vasi "rozzi" (Natella 2008, p. 56). Negli anni '70-'80, furono rinvenuti alcuni tratti di una strada, ritenuta di epoca romana, fra Curteri e Oscato e in località Parrocchia di Curteri mentre nella non lontana frazione di S. Angelo fu scoperta una tomba altomedievale (ASBASA). Si tratta perciò di notizie insufficienti a contestualizzare i risultati dello scavo di S. Maria rispetto alle forme dell'abitato nell'epoca di passaggio. Allargando il campo alla alta valle dell'Irno e al bacino del Solofrana -corrispondente all'actus rotensis altomedievale -si possono valutare altri dati, disponibili grazie ai recenti lavori di archeologia preventiva ed alle segnalazioni di vecchi rinvenimenti sporadici combinandoli con le indicazioni topografiche, reperibili nelle fonti documentarie. L'obiettivo è fornire un primo quadro delle trasformazioni territoriali dalla fine dell'epoca romana alla nascita della plebs nel distretto della alta valle dell'Irno e del Solofrana, aggiungendo, se possibile, elementi alla discussione sui dati emersi sull'indagine archeologica di Rota. A circa 3 km da S. Maria sono state indagate due ville che si trovavano l'una nei pressi del Campus universitario di Fisciano e l'altra presso la bretella di collegamento con l'autostrada SA-CE, individuate grazie ad una campagna di prospezioni e di scavo realizzate dalla Soprintendenza e dal Dipartimento di Beni Culturali dell'Ateneo salernitano . La prima villa presenta fasi di frequentazione che vanno dal II sec. a. C fino al II-III sec. d.C. Lo scavo presso il raccordo, invece, ha evidenziato diverse fasi di occupazione: la più antica è rappresentata dai resti di una fornace su cui si impostavano i muri intonacati di un ambiente pavimentato in cocciopesto. Le strutture murarie più recenti sono state rinvenute impostate su massicci crolli rimaneggiati e spianati tra il IV e il V secolo d.C. Quando le fabbriche tardoantiche erano già in rovina, l'eruzione di Pollena le obliterò verso la fine del V o l'inizio del VI sec. d.C. (De Feo 2005;. Altri edifici, interpretati come ville funzionanti durante la prima età imperiale, sono stati scoperti nelle vicinanze senza però mostrare fasi tardoantiche. A circa 2 km a Nord-Ovest da Fisciano è stata esplorata la villa della località Rosaneto che fu abbandonata alla fine del I d.C. (Johannowsky 1983) mentre poco più a Sud, a Sava di Baronissi, si trova la chiesa angioina di S. Agnese, fondata al di sopra di una struttura residenziale romana -forse una villa urbana -in uso nel corso della prima età imperiale; si ha notizia del rinvenimento di una tomba avvenuto nel 1973 nella stessa località, non databile in base ai dati disponibili . Verso Nord-Ovest, nella alta valle del Solofrana vi sono altre tracce di insediamenti legati alla conduzione delle terre, durati probabilmente fino all'IV sec. d.C. Al confine con S. Severino e Fisciano, nelle località Figlioli e Mandrizzo-Bosco di Montoro Inf. (AV) sono state segnalate alcune vasche e altre strutture connesse con una villa rustica, vissuta tra l'età augustea e il IV sec. d.C. (D'Alessio 1978, pp. 40-47; Pescatori Colucci 1991, tav. fuori testo). Per il territorio di Solofra si dispone quasi esclusivamente di segnalazioni fornite da ispettori onorari e da appassionati, vale a dire informazioni frammentarie e fuori da un contesto stratigrafico affidabile. L'unico scavo sistematico, eseguito dalla Soprintendenza, è quello condotto presso S. Agata Irpina dove è stata messa in evidenza una notevole villa, organizzata su terrazzamenti, frequentata dalla piena età repubblicana fino al Tardoantico, dotata di un torchio, indizio della destinazione viticola del comprensorio e delle attività produttive svolte nella parte rustica (Johannowsky 1983). Forse il fabbricato di Roggia Carpisani si potrebbe interpretare come ciò che resta di un organismo deputato allo stoccaggio delle derrate, secondario rispetto alla villa di S. Agata da cui dista circa 2 km. Vi sono stati rinvenuti, infatti, alcuni dolia e frammenti di anfore vinarie, insieme a ceramiche databili tra il II e il IV secolo d.C. (Guacci 1979, pp. 174-175). Anche i resti interrati di strutture murarie e i reperti rinvenuti in località Passatoia, ad Est del centro abitato di Solofra, sembrerebbero indicare che vi fu un insediamento vissuto in età romano-imperiale. Lo testimonierebbero ceramiche e lucerne del I-II secolo d.C. assieme a tondelli bronzei interpretati come monete di epoca costantiniana (ibid., pp. 170-171). Un altro contesto legato all'economia agricola si troverebbe nella non lontana frazione S. Andrea dove furono riconosciuti muri in opera mista in parte crollati e riutilizzati per un impianto interpretato come cella vinaria, fondato sui livellamenti delle macerie. Due tegole con bolli (su uno si leggono appena le lettere B e P intervallate da un elemento circolare illeggibile e sull'altro è visibile un motivo circolare subfloreale), lucerne e reperti ceramici dimostrerebbero la frequentazione del sito dal II al IV secolo d.C. (ibid., pp. 171-174). Dai dati esposti si profila l'esistenza in epoca romano-imperiale di una serie di insediamenti sorti nella valle dell'Irno e del Solofrana avellinese con lo scopo di dirigere i fondi agricoli. Tra questi vi era di certo una gerarchia che prevedeva ville rustiche ed urbane alternate ad edifici con mansioni produttive. Per la comprensione di tale strutturazione dell'habitat non si può trascurare la viabilità, basata su percorsi con caratteristiche pubbliche che ricalcavano i fondovalle dei fiumi Irno e Solofrana. La documentazione scritta medievale dimostra in proposito una persistenza (o ripresa) significativa che non si spiega se non si ipotizza anche la vitalità degli abitati. Una via antica qui badit ad Sancta Agathe è menzionata in un atto cavese del 968, a proposito dei confini di un immobile posto a Cirasulu, nel circondario di Rota (CDC, II,. In un diploma del 1102 si parla di una via antica, incongrua ad andandum che sfiora la chiesa di S. Salvatore a Torchiati di Montoro Sup. mentre ad Ovest passa presso una cisterna antiqua (…) per giungere a S. Agata (Colombo 1883, pp. 85-86). Forse allo stesso percorso si riferisce la pergamena di XII secolo che parla di una via veterj cava affiancata da una strada più recente -viam novam -fornita di ponte per attraversare il Solofrana nella località Laura di Montoro Inf. (Pennacchini 1941, p. 128; Corolla 2010, pp. 323-328). La fine definitiva dell'organizzazione romano-imperiale pare attestarsi al IV sec. d.C., come osservato anche altrove per la generale ristrutturazione delle proprietà rurali (Chavarría Arnau 2005, p. 47). A Fisciano, tuttavia, si assiste ad una rioccupazione nel V sec. con una nuova forte cesura all'inizio del sec. VI. La costruzione romana emersa presso la chiesa di Rota faceva parte di tale sistema territoriale, ma non sembra essere solo una delle sue ville. Non si può escludere che si tratti di un edifico inserito in un "agglomerato secondario" (Cantino Wataghin, Fiocchi Nicolai, Volpe 2007, p. 86) poiché si differenzia per la qualità e la durata della sua rifunzionalizzazione: dopo un periodo di abbandono sostanzialmente coevo a quello delle emergenze romane limitrofe, nel VI d.C. vi si sovrappose un importante centro di culto che in epoca longobarda divenne una plebs, limtrofa a Curteri, probabile sede del gastaldato longobardo. I
A. Corolla, D. Malandrino, D. Pirozzi, G. Santangelo, M. De Santo, V. Scarano, Alternanza scuola ... more A. Corolla, D. Malandrino, D. Pirozzi, G. Santangelo, M. De Santo, V. Scarano, Alternanza scuola lavoro: valorizzazione del patrimonio culturale attraverso gli Open Data, Atti del programma scientifico Didamatica 2017, 15-16 maggio 2017 Roma CNR, pp. 1-10 [ISBN 9788898091461]
Teatro di importanti vicende storiche, come la prigionia di Elena degli Angeli e lo Scisma d’Occi... more Teatro di importanti vicende storiche, come la prigionia di Elena degli Angeli e lo Scisma d’Occidente, il castello di Nocera raccoglie l’eredità dell’insediamento romano di Nuceria e prepara lo sviluppo della città moderna. Il volume illustra i risultati delle ricerche archeologiche svolte nel 2007 presso la collina di S. Andrea e sull’intero territorio nocerino, ricerche rese possibili attraverso una convenzione realizzata tra il Dipartimento di Latinità e Medioevo dell’Università di Salerno e il Parco Territoriale dell’Agro. Il rilievo planimetrico e l’analisi delle strutture murarie rese libere dalla vegetazione hanno portato all’individuazione delle numerose fasi architettoniche del complesso castrense che, attestato nelle fonti a partire dal 984, ha subito nel corso del tempo numerosi rimaneggiamenti che hanno fortemente alterato l’impianto originario. Lo studio si avvale del contributo di studiosi di diversa estrazione fornendo un quadro generale sulle trasformazioni storiche e ambientali del sito e si conclude con una esaustiva appendice bibliografi ca realizzata e commentata dal suo autore.
Digital Heritage. Progress in Cultural Heritage: Documentation, Preservation, and Protection, 2016
The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens... more The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens the door to a wide set of application fields that could benefit of characteristics, such as immersivity, presence as well as a high degree of realism. In the field of Cultural Heritage, an immersive virtual experience can enhance playfulness and involvement in the fruition of a cultural experience, by determining a more efficient knowledge absorption and retention of the learnt content.
Chapter in Digital Heritage. Progress in Cultural Heritage: Documentation, Preservation, and Prot... more Chapter in Digital Heritage. Progress in Cultural Heritage: Documentation, Preservation, and Protection, Springer 2016 Volume 10058 of the series Lecture Notes in Computer Science pp 814-824
The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens the door to a wide set of application fields that could benefit of characteristics, such as immersivity, presence as well as a high degree of realism. In the field of Cultural Heritage, an immersive virtual experience can enhance playfulness and involvement in the fruition of a cultural experience, by determining a more efficient knowledge absorption and retention of the learnt content.
In this work we introduce a prototype of a Serious Game in Cultural Heritage, named HippocraticaCivitasGame, designed and implemented to foster playfulness and learning effectiveness. We also performed an evaluation study to assess users’ perceived immersivity and playability, as well as the effectiveness when analyzing the acquired knowledge about the archaeological site structure and the proposed learning goal.
The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens... more The introduction in the market of head-mounted displays (HDMs), originally used for gaming, opens the door to a wide set of application fields that could benefit of characteristics, such as immersivity, presence as well as a high degree of realism. In the field of Cultural Heritage, an immersive virtual experience can enhance playfulness and involvement in the fruition of a cultural experience, by determining a more efficient knowledge absorption and retention of the learnt content.
In this work we introduce a prototype of a Serious Game in Cultural Heritage, named HippocraticaCivitasGame, designed and implemented to foster playfulness and learning effectiveness. We also performed an evaluation study to assess users’ perceived immersivity and playability, as well as the effectiveness when analyzing the acquired knowledge about the archaeological site structure and the proposed learning goal.
In: Atti del VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Lecce 9-12 settembre 2015, Borgo S... more In: Atti del VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Lecce 9-12 settembre 2015, Borgo S. Lorenzo: All’Insegna del Giglio, ISBN 978-88-7814-629-7, p. 359-363.
Association pour l’antiquité tardive. BULLETIN, n. 23 2014; p. 40-46.
In QUADERNI DELL’AGRO, documenti e studi, n. 5, inverno 2014-15; Nocera Inf.: Oèdipus, ISBN 978-8... more In QUADERNI DELL’AGRO, documenti e studi, n. 5, inverno 2014-15; Nocera Inf.: Oèdipus, ISBN 978-88-7341-208-3, p. 46-56.
In: Case e torri medievali. Orte, 15-16 marzo 2012, Kappa Edizioni, Roma 2014, pp. 27- 39.
in L. Marchegiani (ed.), Proceedings of the International Conference on Sustainable Cultural Heritage Management Societies, Institutions, and Networks, Rome 11-12 Oct. 2013, Roma 2013, pp. 255-266.
in L. Marchegiani (ed.), Proceedings of the International Conference on Sustainable Cultural Heritage Management Societies, Institutions, and Networks, Rome 11-12 Oct. 2013, Roma 2013, pp. 267-282
SALERNO. UNA SEDE DUCALE DELLA LANGOBARDIA MERIDIONALE. A cura di Paolo Peduto, Rosa Fiorillo e Angela Corolla, CISAM, Spoleto 2013, pp. 95-108, 2013
SALERNO. UNA SEDE DUCALE DELLA LANGOBARDIA MERIDIONALE. A cura di Paolo Peduto, Rosa Fiorillo e Angela Corolla, CISAM, Spoleto 2013, pp. 91-94., 2013
Atti del Convegno internazionale di studio Bologna, 14-16 gennaio 2010 a cura di PAOLA GALETTI FO... more Atti del Convegno internazionale di studio Bologna, 14-16 gennaio 2010 a cura di PAOLA GALETTI FONDAZIONE CENTR O ITALIANO DI STUDI SULL'ALTO MEDIOE VO SPOLETO 2012 TOMO SECONDO ANGELA COROLLA LA VALLE DELL'IRNO SISTEMI INSEDIATIVI A CONFRONTO NELLA CAMPANIA MEDIEVALE La valle dell'Irno e l'alta valle del Solofrana corrispondono all'area amministrata nell'alto Medioevo dal gastaldo di Rota ). La zona era intensamente sfruttata in epoca romana attraverso un sistema di ville rustiche, funzionanti fino al IV secolo d.C. Gli insediamenti rurali individuati a Fisciano 1 , Baronissi (SA) e Solofra (AV) 2 erano connessi con un sistema viario regionale e locale, in buona parte ancora funzionale all'organizzazione territoriale post-classica. Alla luce delle fonti scritte e della documentazione archeologica il paesaggio alto medievale nelle valli a Nord di Salerno appare ben strutturato per quanto riguarda la gestione economica e la difesa militare.
Lo scavo archeologico condotto presso S. Maria a Rota, oggi Curteri, ha fornito i primi dati sull... more Lo scavo archeologico condotto presso S. Maria a Rota, oggi Curteri, ha fornito i primi dati sulle trasformazioni insediative tra Tardoantico e Altomedioevo nel territorio di Mercato S. Severino (SA), portando alla luce un edificio romano cui nel VI secolo si affiancarono un cimitero ed una chiesa, poi divenuta plebs altomedievale. Le indagini della Soprintendenza, effettuate nelle adiacenze in occasione della realizzazione di un metanodotto, hanno messo in luce strutture probabilmente legate alle fasi romane di S. Maria ma hanno potuto recuperare informazioni solo su aree limitate e discontinue. Nel 1898 durante i lavori della stazione ferroviaria di S. Severino furono intercettate alcune tombe formate da laterizi definite "poverissime" che restituirono pochi vasi "rozzi" (Natella 2008, p. 56). Negli anni '70-'80, furono rinvenuti alcuni tratti di una strada, ritenuta di epoca romana, fra Curteri e Oscato e in località Parrocchia di Curteri mentre nella non lontana frazione di S. Angelo fu scoperta una tomba altomedievale (ASBASA). Si tratta perciò di notizie insufficienti a contestualizzare i risultati dello scavo di S. Maria rispetto alle forme dell'abitato nell'epoca di passaggio. Allargando il campo alla alta valle dell'Irno e al bacino del Solofrana -corrispondente all'actus rotensis altomedievale -si possono valutare altri dati, disponibili grazie ai recenti lavori di archeologia preventiva ed alle segnalazioni di vecchi rinvenimenti sporadici combinandoli con le indicazioni topografiche, reperibili nelle fonti documentarie. L'obiettivo è fornire un primo quadro delle trasformazioni territoriali dalla fine dell'epoca romana alla nascita della plebs nel distretto della alta valle dell'Irno e del Solofrana, aggiungendo, se possibile, elementi alla discussione sui dati emersi sull'indagine archeologica di Rota. A circa 3 km da S. Maria sono state indagate due ville che si trovavano l'una nei pressi del Campus universitario di Fisciano e l'altra presso la bretella di collegamento con l'autostrada SA-CE, individuate grazie ad una campagna di prospezioni e di scavo realizzate dalla Soprintendenza e dal Dipartimento di Beni Culturali dell'Ateneo salernitano . La prima villa presenta fasi di frequentazione che vanno dal II sec. a. C fino al II-III sec. d.C. Lo scavo presso il raccordo, invece, ha evidenziato diverse fasi di occupazione: la più antica è rappresentata dai resti di una fornace su cui si impostavano i muri intonacati di un ambiente pavimentato in cocciopesto. Le strutture murarie più recenti sono state rinvenute impostate su massicci crolli rimaneggiati e spianati tra il IV e il V secolo d.C. Quando le fabbriche tardoantiche erano già in rovina, l'eruzione di Pollena le obliterò verso la fine del V o l'inizio del VI sec. d.C. (De Feo 2005;. Altri edifici, interpretati come ville funzionanti durante la prima età imperiale, sono stati scoperti nelle vicinanze senza però mostrare fasi tardoantiche. A circa 2 km a Nord-Ovest da Fisciano è stata esplorata la villa della località Rosaneto che fu abbandonata alla fine del I d.C. (Johannowsky 1983) mentre poco più a Sud, a Sava di Baronissi, si trova la chiesa angioina di S. Agnese, fondata al di sopra di una struttura residenziale romana -forse una villa urbana -in uso nel corso della prima età imperiale; si ha notizia del rinvenimento di una tomba avvenuto nel 1973 nella stessa località, non databile in base ai dati disponibili . Verso Nord-Ovest, nella alta valle del Solofrana vi sono altre tracce di insediamenti legati alla conduzione delle terre, durati probabilmente fino all'IV sec. d.C. Al confine con S. Severino e Fisciano, nelle località Figlioli e Mandrizzo-Bosco di Montoro Inf. (AV) sono state segnalate alcune vasche e altre strutture connesse con una villa rustica, vissuta tra l'età augustea e il IV sec. d.C. (D'Alessio 1978, pp. 40-47; Pescatori Colucci 1991, tav. fuori testo). Per il territorio di Solofra si dispone quasi esclusivamente di segnalazioni fornite da ispettori onorari e da appassionati, vale a dire informazioni frammentarie e fuori da un contesto stratigrafico affidabile. L'unico scavo sistematico, eseguito dalla Soprintendenza, è quello condotto presso S. Agata Irpina dove è stata messa in evidenza una notevole villa, organizzata su terrazzamenti, frequentata dalla piena età repubblicana fino al Tardoantico, dotata di un torchio, indizio della destinazione viticola del comprensorio e delle attività produttive svolte nella parte rustica (Johannowsky 1983). Forse il fabbricato di Roggia Carpisani si potrebbe interpretare come ciò che resta di un organismo deputato allo stoccaggio delle derrate, secondario rispetto alla villa di S. Agata da cui dista circa 2 km. Vi sono stati rinvenuti, infatti, alcuni dolia e frammenti di anfore vinarie, insieme a ceramiche databili tra il II e il IV secolo d.C. (Guacci 1979, pp. 174-175). Anche i resti interrati di strutture murarie e i reperti rinvenuti in località Passatoia, ad Est del centro abitato di Solofra, sembrerebbero indicare che vi fu un insediamento vissuto in età romano-imperiale. Lo testimonierebbero ceramiche e lucerne del I-II secolo d.C. assieme a tondelli bronzei interpretati come monete di epoca costantiniana (ibid., pp. 170-171). Un altro contesto legato all'economia agricola si troverebbe nella non lontana frazione S. Andrea dove furono riconosciuti muri in opera mista in parte crollati e riutilizzati per un impianto interpretato come cella vinaria, fondato sui livellamenti delle macerie. Due tegole con bolli (su uno si leggono appena le lettere B e P intervallate da un elemento circolare illeggibile e sull'altro è visibile un motivo circolare subfloreale), lucerne e reperti ceramici dimostrerebbero la frequentazione del sito dal II al IV secolo d.C. (ibid., pp. 171-174). Dai dati esposti si profila l'esistenza in epoca romano-imperiale di una serie di insediamenti sorti nella valle dell'Irno e del Solofrana avellinese con lo scopo di dirigere i fondi agricoli. Tra questi vi era di certo una gerarchia che prevedeva ville rustiche ed urbane alternate ad edifici con mansioni produttive. Per la comprensione di tale strutturazione dell'habitat non si può trascurare la viabilità, basata su percorsi con caratteristiche pubbliche che ricalcavano i fondovalle dei fiumi Irno e Solofrana. La documentazione scritta medievale dimostra in proposito una persistenza (o ripresa) significativa che non si spiega se non si ipotizza anche la vitalità degli abitati. Una via antica qui badit ad Sancta Agathe è menzionata in un atto cavese del 968, a proposito dei confini di un immobile posto a Cirasulu, nel circondario di Rota (CDC, II,. In un diploma del 1102 si parla di una via antica, incongrua ad andandum che sfiora la chiesa di S. Salvatore a Torchiati di Montoro Sup. mentre ad Ovest passa presso una cisterna antiqua (…) per giungere a S. Agata (Colombo 1883, pp. 85-86). Forse allo stesso percorso si riferisce la pergamena di XII secolo che parla di una via veterj cava affiancata da una strada più recente -viam novam -fornita di ponte per attraversare il Solofrana nella località Laura di Montoro Inf. (Pennacchini 1941, p. 128; Corolla 2010, pp. 323-328). La fine definitiva dell'organizzazione romano-imperiale pare attestarsi al IV sec. d.C., come osservato anche altrove per la generale ristrutturazione delle proprietà rurali (Chavarría Arnau 2005, p. 47). A Fisciano, tuttavia, si assiste ad una rioccupazione nel V sec. con una nuova forte cesura all'inizio del sec. VI. La costruzione romana emersa presso la chiesa di Rota faceva parte di tale sistema territoriale, ma non sembra essere solo una delle sue ville. Non si può escludere che si tratti di un edifico inserito in un "agglomerato secondario" (Cantino Wataghin, Fiocchi Nicolai, Volpe 2007, p. 86) poiché si differenzia per la qualità e la durata della sua rifunzionalizzazione: dopo un periodo di abbandono sostanzialmente coevo a quello delle emergenze romane limitrofe, nel VI d.C. vi si sovrappose un importante centro di culto che in epoca longobarda divenne una plebs, limtrofa a Curteri, probabile sede del gastaldato longobardo. I
Per una datazione del l’area nord del castello: topografa degli spazi interni e analisi stratigra... more Per una datazione del l’area nord del castello: topografa degli spazi interni e analisi stratigrafica degli elevati in A. COROLLA – R. FIORILLO (a c. di), Nocera, Il Castello dello Scisma d’Occidente (collana Medioevo Scavato IV), All’Insegna del Giglio, Firenze, 2010, pp. 23-38