Gaia Zaccagni | University of Cyprus (original) (raw)

Dante e la Grecia Ο Δάντης και η Ελλάδα- ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE ΠΡΑΚΤΙΚΑ ΤΟΥ ΔΙΕΘΝΟΥΣ ΣΥΝΕΔΡΙΟΥ, ETPBooks, Sermonalia 02, 2021

Michalis Pierìs, nato a Cipro nel villaggio di Eftagonia nel 1957 (e scomparso improvvisamente il... more Michalis Pierìs, nato a Cipro nel villaggio di Eftagonia nel 1957 (e scomparso improvvisamente il 3-11-2021), affianca la sua fervida attività scientifica e didattica - è professore di Letteratura neogreca all'Università di Cipro- e di mediazione culturale - come fondatore e organizzatore del Laboratorio teatrale dell'Università di Cipro-, con una ricca produzione poetica che, dalla sua prima raccolta del 1991, lo ha portato all'apice della sua sperimentazione creativa con Aφήγηση (Narrazione), del 2002.
L’eredità dantesca, di cui Pieris si è occupato a livello critico-filologico nei suoi studi in relazione al poema cretese Erotokritos, alla Cronaca medievale di Leontios Machairas e, più recentemente, all’opera del poeta cipriota contemporaneo Galatopoulos, inevitabilmente si è trasfusa nella sua propria percezione poetica.
La compatibilità delle intenzioni, a livello di ricerca creativa, si esprime soprattutto all’interno della dolorosa categoria esistenziale dell’esilio, inteso come lontananza forzata dalla patria fisica e spirituale.
In questo saggio saranno presi in rassegna ed analizzati alcuni componimenti poetici di Michalis Pieris, in cui gli echi danteschi si manifestano come citazioni riflesse (suggestioni timbriche, ritmiche e stilistiche, come ad esempio l’impiego frequente di enjambement), o come citazioni testuali (presonaggi danteschi rivisitati, immagini che riprendono vita).

La Narrazione (Αφήγηση), di cui ho curato la traduzione e l’edizione italiana (2018) è un poema d'amore: amore per la bellezza femminile, per la lingua, per la terra natale, amore per la vita, per il ricordo del tempo passato, per la libertà e la lealtà.
La scelta del titolo è una scelta di tipo semantico, capace di ricondurre sotto una sola parola la multiforme natura delle tematiche e delle modalità espressive che s'incontrano nei versi. Il termine Αφήγηση è, dal punto di vista grammaticale, un sostantivo femminile con significato astratto, in contrapposizione ai sostantivi neutri, di stessa derivazione, terminanti in – μα, che esprimono significato concreto (es. πράξις / πράγμα, μάθησις/ μάθημα etc.). Indica la narrazione, il procedimento, l'atto del narrare, un'azione che perdura nel tempo, con un suo svolgimento interno in divenire, a differenza di αφήγημα, ossia il racconto, opera compiuta, tangibile nella sua interezza.
Molti sono poi gli echi letterari che confermano le ragioni della scelta: le αφηγήσεις fanno parte della tradizione di un genere letterario che ha il suo modello nel racconto delle peregrinazioni di Odisseo, concetto che costituisce l'asse centrale della poetica di Pierìs. L'idea del titolo rimanda ad un testo in prosa di epoca medievale riguardante Cipro, la Cronaca di Leontios Machairàs “Εξήγηση της γλυκειάς χώρας Κύπρου” , in cui il termine Εξήγησις è sinonimo di Αφήγησις .

«Racconto tutto. - dice Pierìs - Aφήγηση è l'epopoea di una memoria personale, ma, nello stesso tempo, almeno così sento, anche di una memoria collettiva. [...] Il narratore tenta di raccontare ciò che affiora dalla sua memoria, e contemporaneamente si crea una strana alchimia, poiché non affiora soltanto il vissuto personale, ma anche il vissuto di altre persona (ascoltato o letto); affiorano testi e paratesti, versi e frasi di poeti amati, ma anche di poeti con i quali vorrebbe scontrarsi. Così, a partire da un certo punto, ho avuto la sensazione di non raccontare, in questa raccolta, semplicemente la mia storia, bensì la storia del luogo da cui provengo e persino la storia della poesia in questo luogo. [...] E' un poema che mi ha costretto ad immergermi nel passato, facendomi sentire completamente indifeso, incapace di non parlare di cose che mi stavano a cuore e mi facevano soffrire (πονούσαν). Cose personali, ma anche pubbliche, fatti della mia epoca che accadono in questo poema così come li ho vissuti nella penombra del mito e della realtà. Veri a metà o per metà plasmati dalla mente, i fatti che accadono in questo poema o molte cose dette dagli eroi del poema erano anche per me inaudite, nel senso che erano rivelatrici per la mia consapevolezza, ma anche per ciò che definiamo (con il rischio di essere fraintesi) sentimento di patria. La più grande sofferenza in quest'avventura della parola scritta è stato scoprire che uno dei temi centrali della mia terra e della mia epoca è il tradimento. Tradimento di amici, tradimento del luogo, tradimento di compagni, tradimento d'amore. L'unica via d'uscita è il rapporto sensuale con la natura che ci circonda inebriante, gli amici del cuore con cui abbiamo gustato le prime gioie del piacere [...]» .

Il poema, che sembra assumere vita propria ed una posizione dominante nei confronti di un uomo asservito, in totale balia della sua volontà, ‘costringe’ (υποχρεώνω) l'io del poeta ad una vera e propria ‘immersione’ (κατάδυση) nel mare sconfinato del passato. L'imperativo categorico dell'urgenza espressiva, in questa fase di approfondimento interiore, disarma ogni possibilità di reazione e rifiuto, tanto che il poeta si ritrova privato delle proprie capacità di difesa e di azione (ανυπεράσπιστος, ανήμπορος: non è casuale l'uso di due aggettivi composti con alpha privativo). Non rimane dunque altra scelta che quella di parlare di cose e fatti che πονούν, ossia che ‘fanno soffrire’ proprio perchè ci stanno così profondamente a cuore.
Oggetto del poema, infatti, sono i ‘fatti privati e pubblici’ (πράγματα προσωπικά, αλλά και δημοσία) del nostro tempo, vissuti in prima persona in una dimensione nebulosa (αχλύς: termine antico, ‘caligine’, ‘fumo’, ‘oscurità’) che sta a metà fra il mito e la realtà. Si tratta, quindi, dell'esperienza di un uomo vissuto a tutto tondo, inteso al contempo nella sua dimensione di individuo e di membro appartenente ad una comunità, sensibile alla memoria personale e parte integrante di quella collettiva, ossia della Storia.