Antonio Fiore | Università degli Studi di Bari (original) (raw)

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Si può affermare che il lavoro nelle varie epoche è stato inteso come un mezzo per acquisirne alt... more Si può affermare che il lavoro nelle varie epoche è stato inteso come un mezzo per acquisirne altri di sostentamento per la vita e la riproduzione della specie. Con i primi processi di massificazione e di aggregazione urbana si cominciano ad attuare forme coordinate di lavoro:alle grandi coorporazioni compaiono i primi modelli di organizzazione e divisione del lavoro e le prime forme di sovraordinzione u subordinazione. La parola lavoro è stata intesa come forma di impiego di energie per vivere scambaire prodotti e arricchirsi. A partire alla fine del 400 il mercantilismo creò una nuova fascia di produttori e di mercanti che scambaindo merci favorirono il fenomeno chiamato della "accumulazione del capitale" cioè quell'arricchimento o tessuto di capitali foriero della rivoluzione industriale. E' dalla prima metà dell'700 in poi che in Inghileterra si può parlare di "lavoro subordinato" e come di vedrà di "disciplina del lavoro subordinato". Il diritto del lavoro si interecciò con la rivoluzione industriale e si sviluppò per rispondere alle esigenza di disciplinare il lavoro subordinato. La regolamentazione del lavoro industriale nacque dall'esigenza di rispondere alla luna crescente sviluppo capitalistico della produzione, basato su un'organizzazione una divisione del lavoro riguardanti masse sempre più grande di lavoratori che si riunivano in uno stesso posto, il capannone industriale, accomunati dagli stessi problemi fisici, morali, esistenziali, anche sul piano dei riflessi sociali della vita nuova delle famiglie. Queste nuove collettività cercarono un riconoscimento dei propri interessi o comunque una protezione anche indiretta attraverso le leggi dello Stato, le quali ai primordi della rivoluzione industriale, ma non prevedevano una tutela del lavoro. Anzi le legislazioni dei paesi Inghilterra per prima approntarono una difesa dei capitalisti. Si rivelarono infatti le esigenze dei datori di lavoro deve l'estrema discrezionalità nell'organizzare i mezzi di produzione al fine di massimizzare i risultati. Sono tristemente note delle leggi liberticide inglesi tra le quali l'importanza notevole assume il Conbination Act del 1799 che vietava ai lavoratori di coalizzarsi per rivendicare migliori condizioni di lavoro retribuzioni migliori. In questo panorama una svolta fu segnata dall'editto di Le Chapelier del 1791 che se da un lato vietava con sanzioni penali ogni forma di coalizione dall'altro consentì lo sviluppo delle libertà individuali sancendo l'abolizione delle corporazioni che ormai limitavano troppo la libera espressione dell'individuo nelle poche occasioni in cui era sopravvissuta. Non passarono molti decenni per accorgersi che il liberismo sfrenato alla completa mano libera offerta ai capitalisti alla lunga finiva col procurare un effetto boomerang. Lì per sfruttamento della forza lavoro delle macchine finivano col ridurre la qualità e la quantità della produzione, smentendo così l'facile postulato secondo il quale utilizzando 24 ore su 24 un lavoratore una macchina si ottiene il massimo risultato: il lavoratore e/o la macchina finiscono per esaurire la loro potenzialità. Questi problemi non sfuggirono ad un governo che per primo nella storia mostrato sensibilità a più moderne esigenze liberali e liberisti: corona inglese. In Inghilterra comparve infatti la prima legislazione sociale e nell'ottocento vennero approvate le leggi protettive contro gli infortuni in fabbrica e di regolamentazione del lavoro delle donne di fanciulle. È' questa la genesi della legislazione sociale prima fase dell'intervento del legislatore nel mondo del lavoro.

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Si può affermare che il lavoro nelle varie epoche è stato inteso come un mezzo per acquisirne alt... more Si può affermare che il lavoro nelle varie epoche è stato inteso come un mezzo per acquisirne altri di sostentamento per la vita e la riproduzione della specie. Con i primi processi di massificazione e di aggregazione urbana si cominciano ad attuare forme coordinate di lavoro:alle grandi coorporazioni compaiono i primi modelli di organizzazione e divisione del lavoro e le prime forme di sovraordinzione u subordinazione. La parola lavoro è stata intesa come forma di impiego di energie per vivere scambaire prodotti e arricchirsi. A partire alla fine del 400 il mercantilismo creò una nuova fascia di produttori e di mercanti che scambaindo merci favorirono il fenomeno chiamato della "accumulazione del capitale" cioè quell'arricchimento o tessuto di capitali foriero della rivoluzione industriale. E' dalla prima metà dell'700 in poi che in Inghileterra si può parlare di "lavoro subordinato" e come di vedrà di "disciplina del lavoro subordinato". Il diritto del lavoro si interecciò con la rivoluzione industriale e si sviluppò per rispondere alle esigenza di disciplinare il lavoro subordinato. La regolamentazione del lavoro industriale nacque dall'esigenza di rispondere alla luna crescente sviluppo capitalistico della produzione, basato su un'organizzazione una divisione del lavoro riguardanti masse sempre più grande di lavoratori che si riunivano in uno stesso posto, il capannone industriale, accomunati dagli stessi problemi fisici, morali, esistenziali, anche sul piano dei riflessi sociali della vita nuova delle famiglie. Queste nuove collettività cercarono un riconoscimento dei propri interessi o comunque una protezione anche indiretta attraverso le leggi dello Stato, le quali ai primordi della rivoluzione industriale, ma non prevedevano una tutela del lavoro. Anzi le legislazioni dei paesi Inghilterra per prima approntarono una difesa dei capitalisti. Si rivelarono infatti le esigenze dei datori di lavoro deve l'estrema discrezionalità nell'organizzare i mezzi di produzione al fine di massimizzare i risultati. Sono tristemente note delle leggi liberticide inglesi tra le quali l'importanza notevole assume il Conbination Act del 1799 che vietava ai lavoratori di coalizzarsi per rivendicare migliori condizioni di lavoro retribuzioni migliori. In questo panorama una svolta fu segnata dall'editto di Le Chapelier del 1791 che se da un lato vietava con sanzioni penali ogni forma di coalizione dall'altro consentì lo sviluppo delle libertà individuali sancendo l'abolizione delle corporazioni che ormai limitavano troppo la libera espressione dell'individuo nelle poche occasioni in cui era sopravvissuta. Non passarono molti decenni per accorgersi che il liberismo sfrenato alla completa mano libera offerta ai capitalisti alla lunga finiva col procurare un effetto boomerang. Lì per sfruttamento della forza lavoro delle macchine finivano col ridurre la qualità e la quantità della produzione, smentendo così l'facile postulato secondo il quale utilizzando 24 ore su 24 un lavoratore una macchina si ottiene il massimo risultato: il lavoratore e/o la macchina finiscono per esaurire la loro potenzialità. Questi problemi non sfuggirono ad un governo che per primo nella storia mostrato sensibilità a più moderne esigenze liberali e liberisti: corona inglese. In Inghilterra comparve infatti la prima legislazione sociale e nell'ottocento vennero approvate le leggi protettive contro gli infortuni in fabbrica e di regolamentazione del lavoro delle donne di fanciulle. È' questa la genesi della legislazione sociale prima fase dell'intervento del legislatore nel mondo del lavoro.

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