Cosimo Bernalda | Università della Basilicata (original) (raw)
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Introduzione Capitolo primo Acerenza e Matera: secoli di polemiche 1.1 L"origine delle Chiese 1.2... more Introduzione Capitolo primo Acerenza e Matera: secoli di polemiche 1.1 L"origine delle Chiese 1.2 L"unione delle Chiese 1.3 Secoli di polemiche e discordie 1.4 Dalla fine del XVIII sec. alle due Chiese di oggi Capitolo secondo L"episcopato di mons. Pecci e il suo operato 2.1 Cenni biografici 2.2 Il vescovo e le sue opere 2.3 La comparsa conclusionale e il Sinodo 2.4 La fine dell"episcopato di mons. Pecci Capitolo terzo Stato e Chiesa: i riflessi sull"Arcidiocesi di Acerenza e Matera 3.1 Grande guerra e nascita del PPI 3.2 La situazione della Basilicata e la posizione della sua Chiesa durante la Grande guerra 3.3 L"avvento del fascismo e i riflessi sulla Chiesa meridionale 3.4 Clero e laicato alla fine del fascismo Capitolo quarto L"Arcidiocesi di Acerenza e Matera attraverso i documenti d"archivio 4.1 La visita pastorale come fonte storica e le sue fasi 4.2 Le fonti per le visite pastorali nella circoscrizione ecclesiastica materana 4.3 Fonti d"archivio relative alle visite pastorali nella circoscrizione ecclesiastica acheruntina Conclusioni Bibliografia, sitografia e fonti archivistiche di guidare in maniera autorevole il popolo di Dio e di saper intervenire per il bene della Chiesa. Le coordinate su cui Pecci ha modulato il proprio ministero episcopale rispecchiano da un lato l"identità benedettina, dall"altro la fedeltà ai papi che si sono succeduti durante il lungo episcopato, «sempre attento alla formazione e unità del popolo» 1. Si connota così, Anselmo Filippo Pecci, vescovo prima di Tricarico e successivamente di Acerenza e Matera, nella società, nella cultura e nella vita ecclesiale della prima metà del Novecento, un arco di tempo di quasi mezzo secolo, funestato da guerre, forti tensioni sociali e grandi cambiamenti, sia nella società civile sia nella Chiesa. Indispensabile è stato, quindi, allargare il quadro agli eventi che hanno fatto da sfondo all"episcopato, riflettendosi, in buona parte, anche sull"azione stessa dei vescovi lucani e sulla loro opera pastorale. «La Basilicata era ricca di carenze, spesso denunciate anche dai parlamentari, come Giustino Fortunato (…), alcune chiese ancora legate alla struttura ricettizia delle parrocchie» 2 , con un clero aderente a pratiche di culto per alcuni versi paganeggianti, prive di catechesi e istruzione religiosa. Era in una regione segnata da tali mali che si collocava la presenza e l"azione dei vescovi lucani. Ma, nonostante fra gli anni "20 e "30 del Novecento, quasi tutto l"episcopato lucano non avesse assunto posizioni di forza e di resistenza nei confronti del regime fascista, nell"azione della Chiesa meridionale subentrò la convinzione che occorresse operare in profondità, nelle coscienze, dedicando tempo e intelligenza, fede e azione, «per illuminare e istruire, per sostenere e promuovere iniziative di progresso e di elevazione morale, civile, sociale e religiosa delle classi più emarginate, della gioventù e degli anziani» 3. Un"apertura nuova e significativa che non può non tener conto della vita e della formazione di mons. Pecci: un ecclesiastico che assistette al rifiuto pregiudiziale della società cristiana, conseguenza di un cieco assolutismo e di un retaggio dogmatico che gettarono le basi nel profondo dissidio tra Stato fascista e Chiesa,
Il "patronato" può essere considerato la trasformazione cristiana di un fenomeno religioso esiste... more Il "patronato" può essere considerato la trasformazione cristiana di un fenomeno religioso esistente già nel mondo greco, ma soprattutto latino. «Nell'ordinamento giuridico romano il patronus è l'incaricato della difesa del cliens, oltre ad essere il proprietario degli schiavi, mentre il cliens è il singolo individuo che si affida alla protezione di un patronus potente, oppure una comunità che si pone sotto l'ala protettiva di un eroe o di un altro popolo» 1. Protezione e mediazione soprannaturali sono dunque le funzioni che motivano l'affidamento di individui ad entità superiori, infatti, proprio il Cristianesimo rimodella l'antica struttura della relazione fra patronus e cliens e la trasforma in una sorta di contrattualità devota, in base alla quale fra il santo ed il devoto si instaura una sorta di patto devozionale. «Il Cristianesimo riesce in questo modo a riprodurre nel suo modello di relazioni con il soprannaturale, alcune forme di relazioni politico-sociali tipiche del mondo romano» 2. Nei primi secoli dell'era cristiana la santità acquista progressivamente un ruolo sempre maggiore nella vita dei singoli e delle collettività, ad esempio, il nome di battesimo esprime la forma primaria dell'affidamento a quella particolare categoria, di defunti illustri, quali i santi. Oltre che il difensore, il patrono diventa così anche un emblema della collettività che gli è devota, e questa doppia funzione, spiega la straordinaria portata politico-territoriale del patronato, destinata a farne uno degli elementi costitutivi dell'identità italiana 3. Per capire la vastità del fenomeno, basti pensare ai nomi di persona e di luoghi più diffusi nel nostro paese e alla loro distribuzione geografica; soprattutto a certi sinonimi che legano ancora oggi l'appartenenza cittadina al nome del Santo protettore. Uno dei caratteri fondamentali e distintivi della storia di questo paese sta proprio nella reciproca compenetrazione storica-antropologica tra civiltà latina e il
Introduzione Capitolo primo Acerenza e Matera: secoli di polemiche 1.1 L"origine delle Chiese 1.2... more Introduzione Capitolo primo Acerenza e Matera: secoli di polemiche 1.1 L"origine delle Chiese 1.2 L"unione delle Chiese 1.3 Secoli di polemiche e discordie 1.4 Dalla fine del XVIII sec. alle due Chiese di oggi Capitolo secondo L"episcopato di mons. Pecci e il suo operato 2.1 Cenni biografici 2.2 Il vescovo e le sue opere 2.3 La comparsa conclusionale e il Sinodo 2.4 La fine dell"episcopato di mons. Pecci Capitolo terzo Stato e Chiesa: i riflessi sull"Arcidiocesi di Acerenza e Matera 3.1 Grande guerra e nascita del PPI 3.2 La situazione della Basilicata e la posizione della sua Chiesa durante la Grande guerra 3.3 L"avvento del fascismo e i riflessi sulla Chiesa meridionale 3.4 Clero e laicato alla fine del fascismo Capitolo quarto L"Arcidiocesi di Acerenza e Matera attraverso i documenti d"archivio 4.1 La visita pastorale come fonte storica e le sue fasi 4.2 Le fonti per le visite pastorali nella circoscrizione ecclesiastica materana 4.3 Fonti d"archivio relative alle visite pastorali nella circoscrizione ecclesiastica acheruntina Conclusioni Bibliografia, sitografia e fonti archivistiche di guidare in maniera autorevole il popolo di Dio e di saper intervenire per il bene della Chiesa. Le coordinate su cui Pecci ha modulato il proprio ministero episcopale rispecchiano da un lato l"identità benedettina, dall"altro la fedeltà ai papi che si sono succeduti durante il lungo episcopato, «sempre attento alla formazione e unità del popolo» 1. Si connota così, Anselmo Filippo Pecci, vescovo prima di Tricarico e successivamente di Acerenza e Matera, nella società, nella cultura e nella vita ecclesiale della prima metà del Novecento, un arco di tempo di quasi mezzo secolo, funestato da guerre, forti tensioni sociali e grandi cambiamenti, sia nella società civile sia nella Chiesa. Indispensabile è stato, quindi, allargare il quadro agli eventi che hanno fatto da sfondo all"episcopato, riflettendosi, in buona parte, anche sull"azione stessa dei vescovi lucani e sulla loro opera pastorale. «La Basilicata era ricca di carenze, spesso denunciate anche dai parlamentari, come Giustino Fortunato (…), alcune chiese ancora legate alla struttura ricettizia delle parrocchie» 2 , con un clero aderente a pratiche di culto per alcuni versi paganeggianti, prive di catechesi e istruzione religiosa. Era in una regione segnata da tali mali che si collocava la presenza e l"azione dei vescovi lucani. Ma, nonostante fra gli anni "20 e "30 del Novecento, quasi tutto l"episcopato lucano non avesse assunto posizioni di forza e di resistenza nei confronti del regime fascista, nell"azione della Chiesa meridionale subentrò la convinzione che occorresse operare in profondità, nelle coscienze, dedicando tempo e intelligenza, fede e azione, «per illuminare e istruire, per sostenere e promuovere iniziative di progresso e di elevazione morale, civile, sociale e religiosa delle classi più emarginate, della gioventù e degli anziani» 3. Un"apertura nuova e significativa che non può non tener conto della vita e della formazione di mons. Pecci: un ecclesiastico che assistette al rifiuto pregiudiziale della società cristiana, conseguenza di un cieco assolutismo e di un retaggio dogmatico che gettarono le basi nel profondo dissidio tra Stato fascista e Chiesa,
Il "patronato" può essere considerato la trasformazione cristiana di un fenomeno religioso esiste... more Il "patronato" può essere considerato la trasformazione cristiana di un fenomeno religioso esistente già nel mondo greco, ma soprattutto latino. «Nell'ordinamento giuridico romano il patronus è l'incaricato della difesa del cliens, oltre ad essere il proprietario degli schiavi, mentre il cliens è il singolo individuo che si affida alla protezione di un patronus potente, oppure una comunità che si pone sotto l'ala protettiva di un eroe o di un altro popolo» 1. Protezione e mediazione soprannaturali sono dunque le funzioni che motivano l'affidamento di individui ad entità superiori, infatti, proprio il Cristianesimo rimodella l'antica struttura della relazione fra patronus e cliens e la trasforma in una sorta di contrattualità devota, in base alla quale fra il santo ed il devoto si instaura una sorta di patto devozionale. «Il Cristianesimo riesce in questo modo a riprodurre nel suo modello di relazioni con il soprannaturale, alcune forme di relazioni politico-sociali tipiche del mondo romano» 2. Nei primi secoli dell'era cristiana la santità acquista progressivamente un ruolo sempre maggiore nella vita dei singoli e delle collettività, ad esempio, il nome di battesimo esprime la forma primaria dell'affidamento a quella particolare categoria, di defunti illustri, quali i santi. Oltre che il difensore, il patrono diventa così anche un emblema della collettività che gli è devota, e questa doppia funzione, spiega la straordinaria portata politico-territoriale del patronato, destinata a farne uno degli elementi costitutivi dell'identità italiana 3. Per capire la vastità del fenomeno, basti pensare ai nomi di persona e di luoghi più diffusi nel nostro paese e alla loro distribuzione geografica; soprattutto a certi sinonimi che legano ancora oggi l'appartenenza cittadina al nome del Santo protettore. Uno dei caratteri fondamentali e distintivi della storia di questo paese sta proprio nella reciproca compenetrazione storica-antropologica tra civiltà latina e il