Giorgio Giraudi | University of Calabria (original) (raw)
Papers by Giorgio Giraudi
La Cittadinanza europea, Dec 1, 2022
Con l'introduzione del concetto di geoeconomia, Edward Luttwak indicava quella che a suo avvi... more Con l'introduzione del concetto di geoeconomia, Edward Luttwak indicava quella che a suo avviso sarebbe diventata la modalità egemonica di espressione della ineliminabile conflittualità interstatale nel mondo post guerra fredda. Questo articolo invece propone di utilizzare il concetto di geoeconomia in maniera differente, circoscrivendone l'applicazione all'insieme più specifico delle relazioni economiche e commerciali che vengono instaurate con finalità geopolitiche e potenzialmente coercitive. Ripercorrendo sinteticamente gli eventi storici chiave che hanno generato la crisi dell'ordine liberale, viene mostrato come un'analisi del diffuso ritorno a relazioni di tipo geoeconomico tra gli stati possa fornire un osservatorio privilegiato attraverso il quale cercare di comprendere meglio la competizione in atto per (ri)definire le infrastrutture essenziali, gli standard giuridici e le tecnologie che daranno forma e sostanza allo sviluppo economico e militare nei prossimi decenni.
European Scientific Journal, ESJ, 2018
Populism is the 'new big thing' in western politics. On both sides of the Atlantic Ocean,... more Populism is the 'new big thing' in western politics. On both sides of the Atlantic Ocean, populist leaders, movements and parties are obtaining a growing political consent. Staring from this empirical evidence, the article reconstructs the three main strands that constitute the scientific reflexion on populism showing the limits that every single strand have and proposing a new definition of populism based on a multidimensional and syncretic approach that can account for the complexity of the normative common roots that link populism to democratic theory.
Geoeconomia: un concetto utile per comprendere l'attuale (dis)ordine internazionale?, 2022
Pubblicato in La cittadinanza europea 2/2022
Sommario: 1. Introduzione 2. L'ordine geoeconomico globale e la nuova Commissione europea 3. La s... more Sommario: 1. Introduzione 2. L'ordine geoeconomico globale e la nuova Commissione europea 3. La strategia (geo)economica della Commissione von der Leyen nel nuovo contesto internazionale 4. Il cuore geoeconomico della strategia europea: strumenti, potenzialità e limiti 4.1. Le sanzioni economiche 4.2. Lo "Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale" (NDICI) 4.3. Il lato 'difensivo' della politica commerciale: la nuova politica di controllo degli investimenti diretti nell'Unione europea 5. Conclusione
Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica
Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica
Il sosia, il pedofilo, l'assassino e le elezioni americane 2020 Riflessioni sul complottismo popu... more Il sosia, il pedofilo, l'assassino e le elezioni americane 2020 Riflessioni sul complottismo populista Alla fine #PedoBiden, uno di principali esponenti del 'Deep State' che controlla molti governi mondiali occidentali grazie a rituali satanici ed è dedito alla pedofilia e all'antropofagia, ha sconfitto il sosia che ha sostituito Donald Trump dal momento in cui il presidente americano in carica è morto ucciso dal Covid19; morbo che aveva fatto finta di contrarre per ingraziarsi parte dell'elettorato moderato. Questo, almeno, è ciò che credono diverse centinaia di migliaia (forse anche qualche milione) di persone negli U.S.A. e in altri paesi del mondo. Nessuno, ovviamente, crede complessivamente a questa storia, ma non pochi ferventi repubblicani o democratici credono rispettivamente alla prima o alla seconda parte dell'assurda sceneggiatura con cui ho esordito unendo alcune delle più estreme e diffuse 'fake news complottiste' che hanno segnato le recenti elezioni statunitensi (e in parte quelle precedenti). La questione potrebbe collocarsi a metà strada tra il ridicolo e l'irrilevante, se non fosse che da queste assurde falsità avrebbe potuto dipendere l'esito finale delle elezioni americane del 2020, e che il problema del complottismo-sostenuto tramite la diffusione sistematica di notizie false sul web-ha assunto oramai numeri tali da rischiare di mutare il rapporto tra la politica, internet e il sistema dei media tradizionali. Il fatto, ad esempio, che #PedoBiden sia stato trend topic su Twitter (e sia stato ritwittato dallo stesso Donald Trump) o che un noto esponente della famiglia mafiosa dei Gambino sia stato assassinato da un supporter di Trump che, eccitato dalla rete QAnon, ha dato realmente vita ad un Travis Bickle (il protagonista di Taxi Driver) impegnato però oggi nel folle tentativo di aiutare il Presidente Trump nella sua lotta contro il famigerato 'Deep State' (Watkins, 2019) dovrebbero indurci a qualche riflessione sulle eredità lasciate dalla presidenza Trump e, soprattutto, sul perché il complottismo più radicale sia oramai uno degli elementi che qualifica una parte crescente della politica in rete. Cosa spinge così tante persone a credere ciecamente e diffondere dei plot complottisti che non avrebbero alcuna possibilità di superare un qualsiasi fact checking? C'è un legame tra populismo e complottismo? Per provare a rispondere a queste domande il mio suggerimento è quello di iniziare a definire il primo termine di questa potenziale relazione. Il populismo è prima di tutto una visione manichea dello spazio politico tra popolo ed élite. In questa visione la distinzione tra popolo ed élites è ontologica; tra il popolo e le élites l'unica relazione possibile è di alterità. Inoltre, il populismo propugna un atteggiamento moralistico verso la politica. Il popolo è il soggetto virtuoso della relazione, soggetto che sta sempre necessariamente in opposizione alle èlite, che quindi risultano essere per definizione corrotte e sovvertitrici della volontà popolare. Inoltre, entro questa visione, il popolo è un soggetto unitario e non contraddittorio, capace quindi di esprimere sempre una volontà compiuta, intellegibile e coerente nel tempo. Ogni segmentazione politica del popolo è fazionismo suscitato ad arte dalle élite per dividere e confondere il popolo e per sottrargli così la sovranità. Entro questo quadro valoriale mal si collocano quindi i concetti di pluralismo, di istituzione e di bilanciamento costituzionale dei poteri. Infine, il popolo è maggioritario per definizione e quindi occorre spiegare perché anche nei sistemi democratici basati sulla rappresentanza e sul suffragio universale le èlite siano in grado di estrometterlo sistematicamente dall'esercizio del potere politico. Ed è esattamente qui che il complottismo interviene per 'chiudere il cerchio'. È solo attraverso una narrazione che esaspera il lato malvagio del potere, e ne magnifica contemporaneamente le doti smisurate di ingannatore, che chi è profondamente convinto della visione populista della politica può accedere ad una pseudo-spiegazione che in qualche modo tiene insieme il popolo, lungamente
Dai bullets ai ballots e ritorno di GIORGIO GIRAUDI Le elezioni USA 2020 e il rovesciamento simbo... more Dai bullets ai ballots e ritorno di GIORGIO GIRAUDI Le elezioni USA 2020 e il rovesciamento simbolico delle istituzioni. Mentre scrivo queste righe le elezioni americane sia avviano verso il più lungo e peggiore dei finali possibili. Il rifiuto dei repubblicani di riconoscere la legittimità dei risultati elettorali ufficiali e il loro esplicito riferimento a presunti brogli ci consegnano l'immagine di un'America che sembra oramai divisa stabilmente in due campi politicamente opposti e mortalmente nemici. E, se è vero che, come più di tutti ha chiarito Carl Schmitt, la politica è prima di tutto individuazione di un nemico e sviluppo di una relazione di inimicizia (Schmitt 1972), è altrettanto vero che la magia della democrazia rappresentativa moderna è sempre stata quella di riuscire ad operare quella trasformazione alchemica che trasmuta i bullets in ballots. Gli scontri che proprio in questo momento si stanno avendo in Arizona ci dicono però che questa volta il circolo sembra essersi chiuso in un cortocircuito che ha conseguenze potenzialmente devastanti. I proiettili, reali e metaforici, si sono trasformati in schede elettorali, ma adesso stanno ritornando ad essere proiettili reali. È l'inevitabile conclusione di un'elezione che, a ben vedere, ha ripercorso l'intera epopea statunitense utilizzando quasi tutti i suoi miti fondativi più potenti, ma in una modalità che ne ha stravolto completamente il significato: Home » Autori » Giorgio Giraudi » Dai bullets ai ballots e ritorno
Dai bullets ai ballots e ritorno di GIORGIO GIRAUDI Le elezioni USA 2020 e il rovesciamento simbo... more Dai bullets ai ballots e ritorno di GIORGIO GIRAUDI Le elezioni USA 2020 e il rovesciamento simbolico delle istituzioni. Mentre scrivo queste righe le elezioni americane sia avviano verso il più lungo e peggiore dei finali possibili. Il rifiuto dei repubblicani di riconoscere la legittimità dei risultati elettorali ufficiali e il loro esplicito riferimento a presunti brogli ci consegnano l'immagine di un'America che sembra oramai divisa stabilmente in due campi politicamente opposti e mortalmente nemici. E, se è vero che, come più di tutti ha chiarito Carl Schmitt, la politica è prima di tutto individuazione di un nemico e sviluppo di una relazione di inimicizia (Schmitt 1972), è altrettanto vero che la magia della democrazia rappresentativa moderna è sempre stata quella di riuscire ad operare quella trasformazione alchemica che trasmuta i bullets in ballots. Gli scontri che proprio in questo momento si stanno avendo in Arizona ci dicono però che questa volta il circolo sembra essersi chiuso in un cortocircuito che ha conseguenze potenzialmente devastanti. I proiettili, reali e metaforici, si sono trasformati in schede elettorali, ma adesso stanno ritornando ad essere proiettili reali. È l'inevitabile conclusione di un'elezione che, a ben vedere, ha ripercorso l'intera epopea statunitense utilizzando quasi tutti i suoi miti fondativi più potenti, ma in una modalità che ne ha stravolto completamente il significato: Home » Autori » Giorgio Giraudi » Dai bullets ai ballots e ritorno
A multidimensional proposal to understand what is populism and how to study it.
Rivista italiana di scienza politica, 2004
... I network transnazionali di regolazione infatti non violano il vincolo del budget comu-nitari... more ... I network transnazionali di regolazione infatti non violano il vincolo del budget comu-nitario, poiché le autorità indipendenti di regolazione sono ... Una volta stabiliti in maniera sufficientementechiara i fini della politica pub-blica e le modalità principali attraverso le quali dovrà ...
La cittadinanza europea, attraverso il dialogo tra le Corti, può diventare elemento dinamico di '... more La cittadinanza europea, attraverso il dialogo tra le Corti, può diventare elemento dinamico di 'dialogo virtuoso e civilizzatore tra cittadinanze nazionali'. Tuttavia la via giudiziaria alla cittadinanza non è in grado di surrogare la cittadinanza politica tout court e neppure di supplire ai gravi limiti che ancora contraddistinguono la rappresentanza politica nell'UE.
SOMMARIO: 1. La proposta di Grimm. – 2. Riflessioni attorno alla tesi della mancanza a livello co... more SOMMARIO: 1. La proposta di Grimm. – 2. Riflessioni attorno alla tesi della mancanza a livello comunitario dei " presupposti sociali " della democrazia. – 3. Conclusioni.
… económico o vía …, Jan 1, 1992
... La política exterior y la seguridad común: entre intergubernamentalidad e integración Paolo R... more ... La política exterior y la seguridad común: entre intergubernamentalidad e integración Paolo Rosa Gobernancia global desde América latina Julio Echeverría ALCA: entre la hegemonía y la integración Marco Romero Cevallos Page 2. ...
Rivista italiana di scienza politica,??(??),??-??., Jan 1, 2004
An academic directory and search engine.
... Crisi del regionalismo e nuova autonomia statutaria delle Regioni: un confronto con l... more ... Crisi del regionalismo e nuova autonomia statutaria delle Regioni: un confronto con l'ordinamento autonomico spagnolo 241 WALTER ... Il sistema elettorale non è però l'unica istituzione elemen-to di dibattito e di contrapposizione entro la ... XVI generale sulle riforme italiane. ...
La Cittadinanza europea, Dec 1, 2022
Con l'introduzione del concetto di geoeconomia, Edward Luttwak indicava quella che a suo avvi... more Con l'introduzione del concetto di geoeconomia, Edward Luttwak indicava quella che a suo avviso sarebbe diventata la modalità egemonica di espressione della ineliminabile conflittualità interstatale nel mondo post guerra fredda. Questo articolo invece propone di utilizzare il concetto di geoeconomia in maniera differente, circoscrivendone l'applicazione all'insieme più specifico delle relazioni economiche e commerciali che vengono instaurate con finalità geopolitiche e potenzialmente coercitive. Ripercorrendo sinteticamente gli eventi storici chiave che hanno generato la crisi dell'ordine liberale, viene mostrato come un'analisi del diffuso ritorno a relazioni di tipo geoeconomico tra gli stati possa fornire un osservatorio privilegiato attraverso il quale cercare di comprendere meglio la competizione in atto per (ri)definire le infrastrutture essenziali, gli standard giuridici e le tecnologie che daranno forma e sostanza allo sviluppo economico e militare nei prossimi decenni.
European Scientific Journal, ESJ, 2018
Populism is the 'new big thing' in western politics. On both sides of the Atlantic Ocean,... more Populism is the 'new big thing' in western politics. On both sides of the Atlantic Ocean, populist leaders, movements and parties are obtaining a growing political consent. Staring from this empirical evidence, the article reconstructs the three main strands that constitute the scientific reflexion on populism showing the limits that every single strand have and proposing a new definition of populism based on a multidimensional and syncretic approach that can account for the complexity of the normative common roots that link populism to democratic theory.
Geoeconomia: un concetto utile per comprendere l'attuale (dis)ordine internazionale?, 2022
Pubblicato in La cittadinanza europea 2/2022
Sommario: 1. Introduzione 2. L'ordine geoeconomico globale e la nuova Commissione europea 3. La s... more Sommario: 1. Introduzione 2. L'ordine geoeconomico globale e la nuova Commissione europea 3. La strategia (geo)economica della Commissione von der Leyen nel nuovo contesto internazionale 4. Il cuore geoeconomico della strategia europea: strumenti, potenzialità e limiti 4.1. Le sanzioni economiche 4.2. Lo "Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale" (NDICI) 4.3. Il lato 'difensivo' della politica commerciale: la nuova politica di controllo degli investimenti diretti nell'Unione europea 5. Conclusione
Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica
Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica
Il sosia, il pedofilo, l'assassino e le elezioni americane 2020 Riflessioni sul complottismo popu... more Il sosia, il pedofilo, l'assassino e le elezioni americane 2020 Riflessioni sul complottismo populista Alla fine #PedoBiden, uno di principali esponenti del 'Deep State' che controlla molti governi mondiali occidentali grazie a rituali satanici ed è dedito alla pedofilia e all'antropofagia, ha sconfitto il sosia che ha sostituito Donald Trump dal momento in cui il presidente americano in carica è morto ucciso dal Covid19; morbo che aveva fatto finta di contrarre per ingraziarsi parte dell'elettorato moderato. Questo, almeno, è ciò che credono diverse centinaia di migliaia (forse anche qualche milione) di persone negli U.S.A. e in altri paesi del mondo. Nessuno, ovviamente, crede complessivamente a questa storia, ma non pochi ferventi repubblicani o democratici credono rispettivamente alla prima o alla seconda parte dell'assurda sceneggiatura con cui ho esordito unendo alcune delle più estreme e diffuse 'fake news complottiste' che hanno segnato le recenti elezioni statunitensi (e in parte quelle precedenti). La questione potrebbe collocarsi a metà strada tra il ridicolo e l'irrilevante, se non fosse che da queste assurde falsità avrebbe potuto dipendere l'esito finale delle elezioni americane del 2020, e che il problema del complottismo-sostenuto tramite la diffusione sistematica di notizie false sul web-ha assunto oramai numeri tali da rischiare di mutare il rapporto tra la politica, internet e il sistema dei media tradizionali. Il fatto, ad esempio, che #PedoBiden sia stato trend topic su Twitter (e sia stato ritwittato dallo stesso Donald Trump) o che un noto esponente della famiglia mafiosa dei Gambino sia stato assassinato da un supporter di Trump che, eccitato dalla rete QAnon, ha dato realmente vita ad un Travis Bickle (il protagonista di Taxi Driver) impegnato però oggi nel folle tentativo di aiutare il Presidente Trump nella sua lotta contro il famigerato 'Deep State' (Watkins, 2019) dovrebbero indurci a qualche riflessione sulle eredità lasciate dalla presidenza Trump e, soprattutto, sul perché il complottismo più radicale sia oramai uno degli elementi che qualifica una parte crescente della politica in rete. Cosa spinge così tante persone a credere ciecamente e diffondere dei plot complottisti che non avrebbero alcuna possibilità di superare un qualsiasi fact checking? C'è un legame tra populismo e complottismo? Per provare a rispondere a queste domande il mio suggerimento è quello di iniziare a definire il primo termine di questa potenziale relazione. Il populismo è prima di tutto una visione manichea dello spazio politico tra popolo ed élite. In questa visione la distinzione tra popolo ed élites è ontologica; tra il popolo e le élites l'unica relazione possibile è di alterità. Inoltre, il populismo propugna un atteggiamento moralistico verso la politica. Il popolo è il soggetto virtuoso della relazione, soggetto che sta sempre necessariamente in opposizione alle èlite, che quindi risultano essere per definizione corrotte e sovvertitrici della volontà popolare. Inoltre, entro questa visione, il popolo è un soggetto unitario e non contraddittorio, capace quindi di esprimere sempre una volontà compiuta, intellegibile e coerente nel tempo. Ogni segmentazione politica del popolo è fazionismo suscitato ad arte dalle élite per dividere e confondere il popolo e per sottrargli così la sovranità. Entro questo quadro valoriale mal si collocano quindi i concetti di pluralismo, di istituzione e di bilanciamento costituzionale dei poteri. Infine, il popolo è maggioritario per definizione e quindi occorre spiegare perché anche nei sistemi democratici basati sulla rappresentanza e sul suffragio universale le èlite siano in grado di estrometterlo sistematicamente dall'esercizio del potere politico. Ed è esattamente qui che il complottismo interviene per 'chiudere il cerchio'. È solo attraverso una narrazione che esaspera il lato malvagio del potere, e ne magnifica contemporaneamente le doti smisurate di ingannatore, che chi è profondamente convinto della visione populista della politica può accedere ad una pseudo-spiegazione che in qualche modo tiene insieme il popolo, lungamente
Dai bullets ai ballots e ritorno di GIORGIO GIRAUDI Le elezioni USA 2020 e il rovesciamento simbo... more Dai bullets ai ballots e ritorno di GIORGIO GIRAUDI Le elezioni USA 2020 e il rovesciamento simbolico delle istituzioni. Mentre scrivo queste righe le elezioni americane sia avviano verso il più lungo e peggiore dei finali possibili. Il rifiuto dei repubblicani di riconoscere la legittimità dei risultati elettorali ufficiali e il loro esplicito riferimento a presunti brogli ci consegnano l'immagine di un'America che sembra oramai divisa stabilmente in due campi politicamente opposti e mortalmente nemici. E, se è vero che, come più di tutti ha chiarito Carl Schmitt, la politica è prima di tutto individuazione di un nemico e sviluppo di una relazione di inimicizia (Schmitt 1972), è altrettanto vero che la magia della democrazia rappresentativa moderna è sempre stata quella di riuscire ad operare quella trasformazione alchemica che trasmuta i bullets in ballots. Gli scontri che proprio in questo momento si stanno avendo in Arizona ci dicono però che questa volta il circolo sembra essersi chiuso in un cortocircuito che ha conseguenze potenzialmente devastanti. I proiettili, reali e metaforici, si sono trasformati in schede elettorali, ma adesso stanno ritornando ad essere proiettili reali. È l'inevitabile conclusione di un'elezione che, a ben vedere, ha ripercorso l'intera epopea statunitense utilizzando quasi tutti i suoi miti fondativi più potenti, ma in una modalità che ne ha stravolto completamente il significato: Home » Autori » Giorgio Giraudi » Dai bullets ai ballots e ritorno
Dai bullets ai ballots e ritorno di GIORGIO GIRAUDI Le elezioni USA 2020 e il rovesciamento simbo... more Dai bullets ai ballots e ritorno di GIORGIO GIRAUDI Le elezioni USA 2020 e il rovesciamento simbolico delle istituzioni. Mentre scrivo queste righe le elezioni americane sia avviano verso il più lungo e peggiore dei finali possibili. Il rifiuto dei repubblicani di riconoscere la legittimità dei risultati elettorali ufficiali e il loro esplicito riferimento a presunti brogli ci consegnano l'immagine di un'America che sembra oramai divisa stabilmente in due campi politicamente opposti e mortalmente nemici. E, se è vero che, come più di tutti ha chiarito Carl Schmitt, la politica è prima di tutto individuazione di un nemico e sviluppo di una relazione di inimicizia (Schmitt 1972), è altrettanto vero che la magia della democrazia rappresentativa moderna è sempre stata quella di riuscire ad operare quella trasformazione alchemica che trasmuta i bullets in ballots. Gli scontri che proprio in questo momento si stanno avendo in Arizona ci dicono però che questa volta il circolo sembra essersi chiuso in un cortocircuito che ha conseguenze potenzialmente devastanti. I proiettili, reali e metaforici, si sono trasformati in schede elettorali, ma adesso stanno ritornando ad essere proiettili reali. È l'inevitabile conclusione di un'elezione che, a ben vedere, ha ripercorso l'intera epopea statunitense utilizzando quasi tutti i suoi miti fondativi più potenti, ma in una modalità che ne ha stravolto completamente il significato: Home » Autori » Giorgio Giraudi » Dai bullets ai ballots e ritorno
A multidimensional proposal to understand what is populism and how to study it.
Rivista italiana di scienza politica, 2004
... I network transnazionali di regolazione infatti non violano il vincolo del budget comu-nitari... more ... I network transnazionali di regolazione infatti non violano il vincolo del budget comu-nitario, poiché le autorità indipendenti di regolazione sono ... Una volta stabiliti in maniera sufficientementechiara i fini della politica pub-blica e le modalità principali attraverso le quali dovrà ...
La cittadinanza europea, attraverso il dialogo tra le Corti, può diventare elemento dinamico di '... more La cittadinanza europea, attraverso il dialogo tra le Corti, può diventare elemento dinamico di 'dialogo virtuoso e civilizzatore tra cittadinanze nazionali'. Tuttavia la via giudiziaria alla cittadinanza non è in grado di surrogare la cittadinanza politica tout court e neppure di supplire ai gravi limiti che ancora contraddistinguono la rappresentanza politica nell'UE.
SOMMARIO: 1. La proposta di Grimm. – 2. Riflessioni attorno alla tesi della mancanza a livello co... more SOMMARIO: 1. La proposta di Grimm. – 2. Riflessioni attorno alla tesi della mancanza a livello comunitario dei " presupposti sociali " della democrazia. – 3. Conclusioni.
… económico o vía …, Jan 1, 1992
... La política exterior y la seguridad común: entre intergubernamentalidad e integración Paolo R... more ... La política exterior y la seguridad común: entre intergubernamentalidad e integración Paolo Rosa Gobernancia global desde América latina Julio Echeverría ALCA: entre la hegemonía y la integración Marco Romero Cevallos Page 2. ...
Rivista italiana di scienza politica,??(??),??-??., Jan 1, 2004
An academic directory and search engine.
... Crisi del regionalismo e nuova autonomia statutaria delle Regioni: un confronto con l... more ... Crisi del regionalismo e nuova autonomia statutaria delle Regioni: un confronto con l'ordinamento autonomico spagnolo 241 WALTER ... Il sistema elettorale non è però l'unica istituzione elemen-to di dibattito e di contrapposizione entro la ... XVI generale sulle riforme italiane. ...
Prefazione, 2022
La mia prefazione al bel libro di Francesco Maria Scanni "Populisti al governo" (di prossima pub... more La mia prefazione al bel libro di Francesco Maria Scanni "Populisti al governo" (di prossima pubblicazione)
Falsa partenza Nessuno è oggi in grado di dire con sicurezza quando il virus Sars-Cov-2 sia giunt... more Falsa partenza Nessuno è oggi in grado di dire con sicurezza quando il virus Sars-Cov-2 sia giunto fisicamente in Europa ma è durante i giorni che precedevano il capodanno del 2019 che lo European Center for Desease Control and Prevention (ECDC) ricevette la notizia che in Cina, e più precisamente nella città di Wuhan, si stavano diffondendo dei casi di polmonite atipica di origine sconosciuta. Appena fu chiaro che la malattia sconosciuta era generata da un nuovo coronavirus che si trasmetteva con facilità da uomo a uomo, l'ECDC convocò la conferenza europea sul Covid-19. Fu un fallimento. Soltanto dodici dei ventisette stati membri erano presenti-anche l'Italia figurava tra gli assenti-e quei pochi non furono in grado di trovare un accordo sulle misure comuni che avrebbero dovuto essere applicate alle frontiere (The Guardian, 15/07/2020). Il 26 febbraio, mentre il morbo oramai infuriava in Italia triplicando il numero delle persone infette ogni due giorni, il premier Conte rivolse un appello a tutti gli stati membri dell'UE chiedendo aiuto: l'appello che cadde nel vuoto. La quasi totalità degli stati dell'UE era materialmente impreparata ad affrontare un'emergenza sanitaria di tale portata e nel giro di pochi giorni il panico si impadronì delle opinioni pubbliche e dei governi. Il 3 marzo il Presidente Macron requisì tutta la produzione nazionale di mascherine protettive e gli stabilimenti atti a produrne di nuove. Il giorno successivo il governo tedesco vietò l'esportazione, al di fuori del proprio territorio nazionale, di strumentazioni mediche atte a curare la sindrome da Sars-Cov-2 e un totale di quindici paesi membri imposero pesanti restrizioni al commercio di apparecchiature mediche e di medicinali. Interi carichi di materiale medico vennero fermati e requisiti alle frontiere e non giunsero mai a destinazione, mentre i governi olandese e belga facevano incetta degli ingredienti necessari a produrre le prime medicine che sembravano avere una capacità di contrasto alla mortalità indotta dal virus. Negli stessi giorni il governo tedesco chiudeva unilateralmente le sue frontiere congelando così i trasporti europei e creando una coda di ben 50 km alla frontiera con la Polonia. Ancora una volta i paesi membri dell'UE procedevano in ordine sparso, danneggiandosi reciprocamente e mettendo a rischio non solo la libera circolazione degli individui prevista per l'area Schengen, ma anche il mercato interno delle merci. Inoltre, anche sul fronte monetario l'esordio di Christine Lagarde come nuova presidente della Banca centrale europea (BCE) era stato decisamente poco brillante. Infatti, nonostante la notizia vera fosse la nascita di un nuovo programma di acquisto di assets pubblici e privati per ben 750 miliardi (successivamente portato a 1350) una frase incauta rispetto agli spread aveva generato un crollo dei mercati borsistici con la Borsa italiana che aveva segnato la più pesante perdita giornaliera della sua storia costringendo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a un intervento durissimo e irrituale: "L'Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell'Unione europea. Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l'azione". (Quirinale, 12/03/2020) Mentre il virus si diffonde arrivano le risposte europee Entro la prima metà di marzo è oramai chiaro a tutti che il Covid19 è destinato a diffondersi nelle settimane successive in tutta Europa e che le strategie di ricerca di una 'immunità di gregge' avrebbero avuto un prezzo umano altissimo senza produrre alcun risparmio economico. Inoltre, le reazioni scomposte degli stati e delle loro articolazioni territoriali generano una situazione altamente conflittuale e disfunzionale. È in questa difficile situazione che le istituzioni europee, guidate dalla Commissione di Ursula von der Leyen, iniziano a produrre un flusso crescente di importanti decisioni, approfittando anche del consenso momentaneo che in quelle ore si diffonde tra i governi nazionali generato dal dramma sanitario in corso. A differenza della crisi del 2008 e di quella migratoria, questa volta non sembra che nessuno voglia mettere in atto strategie
Introduzione Leggere le pagine dei principali quotidiani europei e statunitensi degli ultimi anni... more Introduzione Leggere le pagine dei principali quotidiani europei e statunitensi degli ultimi anni può produrre un intenso senso di de-ja-vù. Infatti, si sprecano gli appelli che, con cadenza quasi quotidiana, cercano di mettere in guardia i cittadini dai rischi del populismo. La cosa può risultare abbastanza sorprendente appena ci si ricordino le parole usate da Ghita Ionescu e Ernest Gellner nell'introdurre un famoso volume curato dai due studiosi e pubblicato nel 1969, nel quale si rendeva conto e si cercava di sistematizzare il dibattito in tema di populismo che si era tenuto nel 1967 alla London School of Economics (Ionescu e Gellner, 1969). In quell'occasione Ionescu e Gellner, parafrasando un più famoso 'Manifesto' politico, affermavano che " Uno spettro si aggira per il mondo: il populismo ". A cinquant'anni di distanza quell'affermazione così categorica sembra essere più vera che mai, quasi che nulla sia cambiato nonostante un lasso di tempo così ampio che ha visto una trasformazione radicale dell'intero pianeta. Eppure, sul finire degli anni Settanta, il populismo sembrava essere un fenomeno politico 'residuale', limitato principalmente ad alcuni stati dell'America latina e in via di esaurimento. Non a caso un analista attento e acuto come Gianfranco Pasquino, guardando alle esperienze sudamericane, poteva ragionevolmente affermare che, avendo esaurito la sua funzione storica di fattore facilitante o catalizzatore dei processi di integrazione sociale, di mobilitazione politica e di crescita economica legata a importanti e rapidi processi di industrializzazione e modernizzazione che avevano interessato buona parte del continente sudamericano, il populismo appariva in netto declino ed in via di esaurimento (Pasquino, 1979). Invece oggi, ancora una volta, il populismo sembra confermare la sua natura 'carsica' e potenzialmente ubiquitaria. Esso, dopo periodi più, o meno lunghi durante i quali fa perdere quasi completamente le sue tracce, risultando un elemento assente o marginale del processo politico, riemerge prepotentemente in luoghi e forme inattesi per rilanciare ancora una volta la sua sfida alla democrazia, quasi che la stessa democrazia non possa liberarsi mai definitivamente di esso, che essa sia per qualche motivo mai definitivamente chiarito costretta a una infinita convivenza più o meno turbolenta con questo ospite tanto cocciuto e inafferrabile quanto, spesso, indesiderato. La sensazione, ampiamente supportata dalla letteratura scientifica in merito, è che populismo e democrazia condividano in maniera ineliminabile alcuni elementi fondativi, una comune 'natura' che rende impossibile la pratica democratica senza che sia presente, in forma latente o manifesta, anche un certo grado di populismo. Interrogarsi sulla sfida populista alla democrazia significa quindi, in prima battuta, cercare di definire in maniera sufficientemente chiara i due termini della relazione che si vuole indagare. Solo un'attenta e articolata concettualizzazione del populismo e della democrazia ci potrà infatti fornire gli elementi esplicativi necessari a rispondere agli interrogativi insiti nell'idea stessa di 'sfida' populista alla democrazia.
L'abbondantissima letteratura in tema di populismo soffre del 'complesso dei 4 saggi ciechi e del... more L'abbondantissima letteratura in tema di populismo soffre del 'complesso dei 4 saggi ciechi e dell'elefante", cioè la frammentazione non permette di inquadrare il fenomeno della sua interezza e multidimensionalità. Allo stesso tempo la valutazione dei sui rapporti con la democrazia è spesso basata su definizioni della democrazia di tipo procedurale che non permettono, nuovamente, di comprendere appieno la portata della sfida populista. Questo paper prova a tenere insieme complessità e rigore analitico per fornire una visione del rapporto populismo-democrazia che sia scevro da semplificazioni fuorvianti o ideologismi preconcetti.