Tiziana Serena | Università degli Studi di Firenze (University of Florence) (original) (raw)
Papers by Tiziana Serena
Dedicata al tema "Fotografia e Public History", la sezione monografica di questo numero raccoglie... more Dedicata al tema "Fotografia e Public History", la sezione monografica di questo numero raccoglie alcuni esiti di un dibattito, tuttora in corso, sulle modalità del lavoro storiografico prodotto per un'audience non specializzata e che si basa su un impiego significativo delle immagini. Le pratiche della Public History, volte a comunicare contenuti storici in modo corretto ad un ampio pubblico, essendo animate da particolari finalità didattiche, educative e partecipative, vedono quasi necessariamente l'impiego della fotografia in tutti quei processi collegati al tema della identità e della memoria. Da qui il nostro interesse. Il dibattito a cui faccio riferimento si è sviluppato negli ultimi sei mesi in Italia a partire almeno da due convegni: l'Incontro fra fotografia e Public History (1-2 dicembre 2016), sollecitato da Serge Noiret e Gabriele D'Autilia, organizzato a Roma dall'Istituto Luce con la partecipazione della SISF, dell'International Federation for Public History oltre che del Master in Public History dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Università di Teramo, e il IV Convegno internazionale della Public History (5-9 giugno 2017), organizzato dall'International Federation for Public History nella sede di Ravenna del Dipartimento di beni culturali dell'ateneo bolognese. I contributi qui proposti, discussi inizialmente nelle sedi di cui sopra, invitano a confrontare le metodologie di analisi e di utilizzo delle fonti visive, fra cui quelle fotografiche. Se l'obiettivo finale è quello di contribuire alla costruzione di un dialogo interdisciplinare, i passi intermedi sono quelli di tentare uno sconfinamento per aprire a nuove prospettive di indagine 'sulla' fotografia e 'con' la fotografia in ragione della sua specificità come immagine, che reclama di essere interrogata come fonte, più che come documento 'naturale' di immediata significazione. Secondo angoli di osservazioni differenti-da quello dell'antropologo, a quello dello storico, passando per quello del sociologo-Francesco Faeta, Giovanni Fiorentino, Adolfo Mignemi e Manfredi Scanagatta riflettono sul nodo dell'impiego della fotografia nei processi di rilettura e ricodificazione della storia, che passano attraverso la condivisione pubblica di memorie private o collettive. Molto spesso si tratta della memoria di un territorio, secondo una scala sociale e ambientale che tende a valorizzare le differenze culturali nella dimensione locale, privilegiando piccoli paesi o singoli quartieri, raggruppamenti familiari o gruppi sociali, e operando attraverso la condivisione di contenuti grazie alla partecipazione degli utenti. In questa dimensione glocal, in cui la specificità del locus viene valorizzata da sistemi di comunicazione globali nella narrazione di 'storie' alternative alla 'storia', la fotografia da mero Editoriale 05
Rivista di studi di fotografia, Dec 14, 2020
Wounded Cities: The Representation of Urban Disasters in European Art (14th-20th Centuries), 2015
this was the incipit of numerous articles that appeared in the press in the aftermath of the eart... more this was the incipit of numerous articles that appeared in the press in the aftermath of the earthquake that struck the cities of Messina and Reggio and the small towns along the Sicilian and Calabrian coastlines. The earthquake, XI degrees on the Mercalli scale, started at 5:21 a.m., when most people were still at home. It was followed by a series of tsunami waves. The catastrophe was immense: according to contemporary sources a good 200,000 people died, though today it is estimated that the number was closer to 70,000 to 90,000. Messina was the city most affected. Its urban landscape was reduced to a mass of 900,000 cubic meters of rubble; 2,224 of its 7,800 houses collapsed.1 The earthquake had an incredible echo in the national press. Immediately after the first reports in the first few months of 1909, which described the cities as completely destroyed, the front pages of magazines were taken up by news of the catastrophe, usually accompanied by images and photographs, which hadn't been used in such a generalized way before. It was the first time that the recently unified Italy had faced a calamity of this kind, and it was the first time that the role of the State had been put to such a hard test in relation to the idea of nation. The cherished dream in the Giolitti era2 of an industrialized and efficient State, and above all, modern, like its society, now seemed to crumble like the Sicilian and Calabrian cities depicted in the photographs of the disaster.
La maggior parte dei materiali fotografici viene oggi caratterizzata tramite l'analisi visiva e l... more La maggior parte dei materiali fotografici viene oggi caratterizzata tramite l'analisi visiva e la microscopia ottica, utilizzando dei decision trees per identificare e classificare le tecniche ed i materiali utilizzati. Tuttavia, nel caso di materiali particolarmente degradati, queste procedure possono portare a errori e ambiguità; si rende quindi necessaria un'indagine qualitativa e quantitativa più approfondita utilizzando tecniche diagnostiche appropriate. Queste, unite ad uno studio della letteratura storica, permettono di identificare la presenza di materiali specifici, di risalire alle tecniche fotografiche, e di caratterizzare lo stato di degrado dei positivi fotografici. In questo contributo sono stati presi in esame due gruppi di fotografie, realizzate con tecniche diverse e risalenti al periodo 1890-1910. Le foto provengono da un'unica collezione, e sono state quindi conservate nelle medesime condizioni ambientali. Il loro degrado differenziato è quindi dovuto all'impiego delle diverse tecniche di realizzazione. I positivi sono stati studiati mediante tecniche non invasive (FTIR in microriflettanza e ATR, XRF) e micro-invasive (SEM-EDS), e, sulla base delle analisi, sono state formulate alcune ipotesi sul livello del loro degrado. Introduzione La produzione fotografica italiana ed europea, nel periodo antecedente la prima guerra mondiale, è caratterizzata da un'eterogeneità di tecniche e di prodotti tecniche e nei prodotti utilizzati [1-10]. Il primo passo verso la conservazione del materiale fotografico risiede perciò nella caratterizzazione di tali tecniche e prodotti, e nella
L'archivio fotografico Guicciardini Corsi Salviati : epica familiare e sociale, narrazione del quotidiano, 2020
Transbordeur: photographie histoire société, 2017
Testo introduttivo alla Normativa dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazi... more Testo introduttivo alla Normativa dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione per la descrizione dei Fondi Fotografici (Scheda FF-Fondi fotografici 2016)
The essay focuses on the interests for the photography and the photomechanical processes of Raffe... more The essay focuses on the interests for the photography and the photomechanical processes of Raffello Bertieri, chief editor of " Il Risorgimento Grafico " , at the beginning of the XXth century. The journal was aimed at promoting the industriousness of the graphic arts in the period when the mechanisation and industrialisation were revolutionizing the entire sector. The essay further analyses two aspects about the Italian context: photography as art with relation to photomechanical processes, and the attractiveness of photography as seen in national and international exhibitions from the renovated Italian printing industry.
Rivista di estetica, 2012
This paper explores the possibility of applying the theory of Documentality to the photograph, ex... more This paper explores the possibility of applying the theory of Documentality to the photograph, examining it in the context of the photo archive. To this end, I maintain that a photograph’s document value is not determined by its nature, but by its relationship to inscription practices. And I regard the space of the archive as a paradigmatic device that produces cognitive strategies on the word pairing “photograph/photographs” inextricably linked to the inscriptions connected with it, in the form of “archiwritings” and registrations, in essence: with the words of the archive itself.
Ricerche Di Storia Dell Arte, 2012
Photo Archives and the Idea of Nation
Dedicata al tema "Fotografia e Public History", la sezione monografica di questo numero raccoglie... more Dedicata al tema "Fotografia e Public History", la sezione monografica di questo numero raccoglie alcuni esiti di un dibattito, tuttora in corso, sulle modalità del lavoro storiografico prodotto per un'audience non specializzata e che si basa su un impiego significativo delle immagini. Le pratiche della Public History, volte a comunicare contenuti storici in modo corretto ad un ampio pubblico, essendo animate da particolari finalità didattiche, educative e partecipative, vedono quasi necessariamente l'impiego della fotografia in tutti quei processi collegati al tema della identità e della memoria. Da qui il nostro interesse. Il dibattito a cui faccio riferimento si è sviluppato negli ultimi sei mesi in Italia a partire almeno da due convegni: l'Incontro fra fotografia e Public History (1-2 dicembre 2016), sollecitato da Serge Noiret e Gabriele D'Autilia, organizzato a Roma dall'Istituto Luce con la partecipazione della SISF, dell'International Federation for Public History oltre che del Master in Public History dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Università di Teramo, e il IV Convegno internazionale della Public History (5-9 giugno 2017), organizzato dall'International Federation for Public History nella sede di Ravenna del Dipartimento di beni culturali dell'ateneo bolognese. I contributi qui proposti, discussi inizialmente nelle sedi di cui sopra, invitano a confrontare le metodologie di analisi e di utilizzo delle fonti visive, fra cui quelle fotografiche. Se l'obiettivo finale è quello di contribuire alla costruzione di un dialogo interdisciplinare, i passi intermedi sono quelli di tentare uno sconfinamento per aprire a nuove prospettive di indagine 'sulla' fotografia e 'con' la fotografia in ragione della sua specificità come immagine, che reclama di essere interrogata come fonte, più che come documento 'naturale' di immediata significazione. Secondo angoli di osservazioni differenti-da quello dell'antropologo, a quello dello storico, passando per quello del sociologo-Francesco Faeta, Giovanni Fiorentino, Adolfo Mignemi e Manfredi Scanagatta riflettono sul nodo dell'impiego della fotografia nei processi di rilettura e ricodificazione della storia, che passano attraverso la condivisione pubblica di memorie private o collettive. Molto spesso si tratta della memoria di un territorio, secondo una scala sociale e ambientale che tende a valorizzare le differenze culturali nella dimensione locale, privilegiando piccoli paesi o singoli quartieri, raggruppamenti familiari o gruppi sociali, e operando attraverso la condivisione di contenuti grazie alla partecipazione degli utenti. In questa dimensione glocal, in cui la specificità del locus viene valorizzata da sistemi di comunicazione globali nella narrazione di 'storie' alternative alla 'storia', la fotografia da mero Editoriale 05
Rivista di studi di fotografia, Dec 14, 2020
Wounded Cities: The Representation of Urban Disasters in European Art (14th-20th Centuries), 2015
this was the incipit of numerous articles that appeared in the press in the aftermath of the eart... more this was the incipit of numerous articles that appeared in the press in the aftermath of the earthquake that struck the cities of Messina and Reggio and the small towns along the Sicilian and Calabrian coastlines. The earthquake, XI degrees on the Mercalli scale, started at 5:21 a.m., when most people were still at home. It was followed by a series of tsunami waves. The catastrophe was immense: according to contemporary sources a good 200,000 people died, though today it is estimated that the number was closer to 70,000 to 90,000. Messina was the city most affected. Its urban landscape was reduced to a mass of 900,000 cubic meters of rubble; 2,224 of its 7,800 houses collapsed.1 The earthquake had an incredible echo in the national press. Immediately after the first reports in the first few months of 1909, which described the cities as completely destroyed, the front pages of magazines were taken up by news of the catastrophe, usually accompanied by images and photographs, which hadn't been used in such a generalized way before. It was the first time that the recently unified Italy had faced a calamity of this kind, and it was the first time that the role of the State had been put to such a hard test in relation to the idea of nation. The cherished dream in the Giolitti era2 of an industrialized and efficient State, and above all, modern, like its society, now seemed to crumble like the Sicilian and Calabrian cities depicted in the photographs of the disaster.
La maggior parte dei materiali fotografici viene oggi caratterizzata tramite l'analisi visiva e l... more La maggior parte dei materiali fotografici viene oggi caratterizzata tramite l'analisi visiva e la microscopia ottica, utilizzando dei decision trees per identificare e classificare le tecniche ed i materiali utilizzati. Tuttavia, nel caso di materiali particolarmente degradati, queste procedure possono portare a errori e ambiguità; si rende quindi necessaria un'indagine qualitativa e quantitativa più approfondita utilizzando tecniche diagnostiche appropriate. Queste, unite ad uno studio della letteratura storica, permettono di identificare la presenza di materiali specifici, di risalire alle tecniche fotografiche, e di caratterizzare lo stato di degrado dei positivi fotografici. In questo contributo sono stati presi in esame due gruppi di fotografie, realizzate con tecniche diverse e risalenti al periodo 1890-1910. Le foto provengono da un'unica collezione, e sono state quindi conservate nelle medesime condizioni ambientali. Il loro degrado differenziato è quindi dovuto all'impiego delle diverse tecniche di realizzazione. I positivi sono stati studiati mediante tecniche non invasive (FTIR in microriflettanza e ATR, XRF) e micro-invasive (SEM-EDS), e, sulla base delle analisi, sono state formulate alcune ipotesi sul livello del loro degrado. Introduzione La produzione fotografica italiana ed europea, nel periodo antecedente la prima guerra mondiale, è caratterizzata da un'eterogeneità di tecniche e di prodotti tecniche e nei prodotti utilizzati [1-10]. Il primo passo verso la conservazione del materiale fotografico risiede perciò nella caratterizzazione di tali tecniche e prodotti, e nella
L'archivio fotografico Guicciardini Corsi Salviati : epica familiare e sociale, narrazione del quotidiano, 2020
Transbordeur: photographie histoire société, 2017
Testo introduttivo alla Normativa dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazi... more Testo introduttivo alla Normativa dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione per la descrizione dei Fondi Fotografici (Scheda FF-Fondi fotografici 2016)
The essay focuses on the interests for the photography and the photomechanical processes of Raffe... more The essay focuses on the interests for the photography and the photomechanical processes of Raffello Bertieri, chief editor of " Il Risorgimento Grafico " , at the beginning of the XXth century. The journal was aimed at promoting the industriousness of the graphic arts in the period when the mechanisation and industrialisation were revolutionizing the entire sector. The essay further analyses two aspects about the Italian context: photography as art with relation to photomechanical processes, and the attractiveness of photography as seen in national and international exhibitions from the renovated Italian printing industry.
Rivista di estetica, 2012
This paper explores the possibility of applying the theory of Documentality to the photograph, ex... more This paper explores the possibility of applying the theory of Documentality to the photograph, examining it in the context of the photo archive. To this end, I maintain that a photograph’s document value is not determined by its nature, but by its relationship to inscription practices. And I regard the space of the archive as a paradigmatic device that produces cognitive strategies on the word pairing “photograph/photographs” inextricably linked to the inscriptions connected with it, in the form of “archiwritings” and registrations, in essence: with the words of the archive itself.
Ricerche Di Storia Dell Arte, 2012
Photo Archives and the Idea of Nation
a+mbookstore, Milan, 2021
Five million photographic objects. A time of transition. A photographic heritage of international... more Five million photographic objects. A time of transition. A photographic heritage of international interest with a history that began in 1852. A move from the headquarters at Largo Alinari 1 in the center of Florence to a specialized storage facility in the Calenzano industrial park on the city’s outskirts. A waiting period between the acquisition by the Regione Toscana and the transfer to the future headquarters of the new Fondazione Alinari per la Fotografia. A milestone shift from private company to public institution. In the second half of 2020, a group of scholars reflected on the potentials of this transitional state, while photographer and filmmaker Armin Linke documented the stored crates and boxes, and listened to some of the actors involved in the Alinari firm and the recent institutional transformation. A dialogue between theory and practice that examines and questions the process of institutionalizing photographic archives.
Ricerche di Storia dell'arte n. 106/2012 Archivi fotografici. Spazi del sapere, luoghi della rice... more Ricerche di Storia dell'arte n. 106/2012 Archivi fotografici. Spazi del sapere, luoghi della ricerca, a cura di Costanza Caraffa e Tiziana Serena 0-RSA106-Pre+edit(1-6) 09-10-2012 11:02 Pagina 1 Rivista quadrimestrale edita da Carocci editore S.p.A., Roma I fascicoli dedicati alla storia dell'arte (Serie: Arti visive) si alternano ad un fascicolo dedicato ai temi della conservazione e del restauro (Serie: Conservazione e Restauro) Direttore responsabile: Antonio Pinelli Comitato editoriale:
The question of the (photographic) construction and representation of national identity is not li... more The question of the (photographic) construction and representation of national identity is not limited to the ‘long 19th century’, but is a current issue in the post-colonial, post-global, digital world. The essays by international contributors aim at studying the relationship between photographic archives and the idea of nation, yet without focusing on single symbolic icons and instead considering the wider archival and sedimental dimension.
IV incontro nazionale dedicato alla ricerca junor di storia della fotografia, organizzato da Tizi... more IV incontro nazionale dedicato alla ricerca junor di storia della fotografia, organizzato da Tiziana Serena (Università degli studi di Firenze), Antonello Frongia e Barbara Cinelli (Università di Roma Tre)