Rosa Ronzitti | University of Genova (original) (raw)
Papers by Rosa Ronzitti
ATTI SIG, 2024
Su tutta la questione cfr. Frisk (1991, pp. 77-78) s.v. λαμβάνω e p. 91 s.v. λάφυρα (per il probl... more Su tutta la questione cfr. Frisk (1991, pp. 77-78) s.v. λαμβάνω e p. 91 s.v. λάφυρα (per il problema dell'oscillazione β / φ). 10 Cfr. il già citato Gotō (1976).
Le ragioni della quadriennalizzazione delle scuole superiori Ritorna-stavolta in grande stile-il ... more Le ragioni della quadriennalizzazione delle scuole superiori Ritorna-stavolta in grande stile-il tema della quadriennalizzazione delle scuole superiori. Lo scorso 13 settembre, alcuni giornali e testate online hanno annunciato che il leghista Rossano Sasso, membro della Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, ha chiesto l'avvio dell'iter parlamentare della proposta di legge n. 1739, firmata dai suoi colleghi e compagni di partito Miele, Bof, Cavandoli, Di Mattina e Pierro, avente ad oggetto la Delega al Governo per la riorganizzazione dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado con la previsione della durata quadriennale dei corsi di studio. È pleonastico ricordare che, nell'esecutivo a cui viene attribuita la delega, il titolare del dicastero dell'Istruzione è Giuseppe Valditara, anch'egli leghista. I più ingenui si stupiranno, apprendendo che qualcuno, nell'attuale maggioranza parlamentare, proponga come giusta e innovativa una riforma promossa in via sperimentale, nei medesimi termini, dal governo Gentiloni, con Valeria Fedeli ministro dell'Istruzione. I più navigati, invece, non faranno altro che prendere atto che questa maggioranza ha scelto di inserirsi nel solco di un'opera di ormai ultraventicinquennale smantellamento o "normalizzazione" della scuola, che sta lentamente svuotando delle sue specificità e delle sue risorse un sistema di istruzione primaria e secondaria un tempo invidiabile e invidiato. Tuttavia, forse anche alcuni fra i più esperti avranno dimenticato che proprio Giuseppe Valditara, fin dai primi anni in cui si era affacciata l'ipotesi in questione, si era espresso con chiarezza contro la quadriennalizzazione generalizzata, condannando il taglio di un anno dei percorsi liceali. Sinceramente non si vede come possa aver cambiato idea proprio in una fase storica in cui, ora e per ancora molti anni, gli studenti scontano e sconteranno i ritardi nell'apprendimento e nello sviluppo, oltre che i danni cognitivi e psicologici generalizzati, procurati dalla pesante rottura della continuità scolastica registratasi nel biennio pandemico. Tutto questo in un quadro di aggiuntive ed estese criticità di cui ci si può fare un'idea anche solo attraverso una superficiale lettura dei giornali e che sarebbero da approfondire con grande accuratezza, prima di mettere sul tavolo proposte che sembrano fatte apposta per acuirle e non invece per farvi fronte. Destano poi ulteriore sconcerto le motivazioni con cui la proposta di legge sostiene la quadriennalizzazione: nella relazione introduttiva, si precisa infatti che l'obiettivo è «ridurre il netto divario fra il nostro Paese e il resto d'Europa». In cosa si sostanzia questo divario così preoccupante? Nel deficit di conoscenze acquisite? Nelle maggiori difficoltà incontrate nel successivo percorso universitario? Nelle più basse performance registrate nelle attività lavorative intraprese al termine degli studi? No. Il «netto divario» da colmare sta nel fatto che in alcuni paesi le scuole superiori durano meno, e dunque devono durare meno anche da noi. Così lo scopo è letteralmente questo: «far uscire i ragazzi dalle aule a diciotto anni, come avviene da tempo, praticamente in metà dei Paesi dell'Unione europea (tredici su ventisette), tra cui la Spagna, la Francia, il Portogallo, l'Ungheria e la Romania, nonché nel Regno Unito». In quattordici Paesi non avviene, ma è solo perché, a differenza nostra, non hanno ancora avuto l'intuizione fulminante che permetterà anche a loro di eliminare il «netto divario». Eppure è così facile, li «fai uscire dalle aule» e il gioco è fatto: puoi «portare i giovani a iscriversi all'università o all'ingresso nel mondo del lavoro alla stessa età dei loro coetanei europei». Se poi questo anticipo teorico implica una compromissione della preparazione culturale, dello sviluppo cognitivo e del buon esito degli studi o del futuro lavoro, che importa? Li hai mandati «fuori dalle aule», e tanto basta… tanto più se c'è bisogno di accrescere l'"esercito industriale di riserva" con meri esecutori e con una manovalanza operaia o intellettuale possibilmente priva dei mezzi per spingersi oltre confini già previamente tracciati.
Esame del termine sanscrito moha- e della sua famiglia radicale. Link al sito di Pagine Filosofali.
RIVISTA ITALIANA DI LINGUISTICA E DIALETTOLOGIA, XXV
Iconimie e figuralità della Via Lattea in Giovanni Pascoli. Lumina. Rivista di Linguistica storica e di letteratura comparata 2. 187–215., 2018
Nomi e metafore della via lattea nell'opera di Pascoli, con riferimenti alle fonti classiche, let... more Nomi e metafore della via lattea nell'opera di Pascoli, con riferimenti alle fonti classiche, letterarie, iconografiche, della cultura tradizionale contadina.
Secondo numero della rivista LUMINA interamente dedicato agli astri.
Blityri, 2023
The present article is concerned with the famous hymn to Vāc (RV X 125). Vāc is the Vedic goddess... more The present article is concerned with the famous hymn to Vāc (RV X 125). Vāc is the Vedic goddess of voice, and the hymn is composed in the ātmastuti (self-praising) style, which heavily relies on the polyptoton of first-person pronoun aham. Phonological puns such as anagrams and alliterations enrich the message of the poet, who depicts Voice/Speech as the world's primordial principle. The famous expression 'Me have the gods distributed in many places' (v. 3c) is interpreted as a grammatical allusion to name inflection. The second part focuses on the actual emission of sound waves and its conceptualization in ancient cultures, particularly with reference to Vedic and Greek thought and to the imagery of speech as a sharp arrow that strikes the air.
IJDL 20, 2023
La via lattea come 'ladro di paglia'. Isoglossa mediterranea interlinguistica
Campi Immaginabili, 2023
Avvertiamo l'esigenza di esprimere somma gratitudine ai seguenti illustri studiosi e amici cariss... more Avvertiamo l'esigenza di esprimere somma gratitudine ai seguenti illustri studiosi e amici carissimi che non sono più tra noi e che, accettando nel corso degli anni di far parte del Comitato Scientifico di «Campi Immaginabili», hanno contribuito in modo determinante ad affermarne il valore scientifico e ad accrescerne la fama e il prestigio in Italia e all'estero:
Quaderni di Semantica, 2023
This paper features the first complete collection of the Sanskrit names of the rainbow. After lis... more This paper features the first complete collection of the Sanskrit names of the rainbow. After listing them, the paper divides such names into onomasiologic fields following Mario Alinei's model and through a selection of Vedic and epic passages as well as of passages from classical Indian poetry chosen for their peculiarly emblematic value. Three lexical strata are evidenced: one referring to the totemic stage, one referring to pagan anthropological imagery (the so-called 'bow of Indra'), and, finally, one referring to neutral and descriptive denominations. The second stratum is the one with the largest predominance throughout the linguistic history of India.
Dove va la scuola italiana oggi: una chiacchierata con Matteo Brandi e Ludovico Vicino di Pro Ita... more Dove va la scuola italiana oggi: una chiacchierata con Matteo Brandi e Ludovico Vicino di Pro Italia.
30 novembre 2023
https://www.youtube.com/watch?v=P2XEL0S7WEM
Fs Maria Patrizia Bologna, 2023
L'aspetto verbale in Omero attraverso il caso di diamperès.
L'ebbrezza della reincarnazione, il miele dello stordimento. Un'ipotesi indoeuropea sul baratro del Lete., 2022
The chasm of Lete in Plutarch, with its near-death-experience episode, DSNV 27, is compared to ot... more The chasm of Lete in Plutarch, with its near-death-experience episode, DSNV 27, is compared to other Indo-European eschatological myths.
Ricerche di cultura poetica indoeuropea, 2022
Prefazione: Le ricerche di cultura poetica indoeuropea come porta d'accesso alla preistoria dell'... more Prefazione: Le ricerche di cultura poetica indoeuropea come porta d'accesso alla preistoria dell'Eurasia, pp. 9-27.
Glotta 98/1, 2022
In this paper, new arguments are used to resume and enlarge on Prof. Kölligan's recent proposal t... more In this paper, new arguments are used to resume and enlarge on Prof. Kölligan's recent proposal that the Greek noun Tartaros is a redoubled form of the root *ter(H)- ‘to cross through’.
In Greek, and perhaps in PIE, redoubled nouns may codify the iterative- intensive category generally expressed by the verb.
LUMINA V, 2022
Hesiod's most famous ainigma reconsidered.
ATRIUM XXIII/4, 2021
In che misura si debba parlare di "escatologia indoeuropea" e in cosa essa consista sono interrog... more In che misura si debba parlare di "escatologia indoeuropea" e in cosa essa consista sono interrogativi a cui molti studiosi hanno tentato di rispondere. Se l'ampiezza dell'argomento e l'ormai sterminata bibliografia paiono scoraggiare un tentativo di sintesi, possiamo tuttavia stabilire alcuni punti fermi nella ricerca. Ci piace indicare quali estremi cronologici due studi apparsi a 120 anni di distanza: la monografia di Albrecht Dieterich intitolata Nekyia. Beiträge zur Erklärung der neuentdecken Petrusapokalypse (Leipzig: Teubner 1893) e un lungo articolo del grecista spagnolo Alberto Bernabé, Ὁ Πλάτων παρωιδεῖ τὰ Ὀρφέως. Plato's Transposition of Orphic Netherworld Imagery, apparso nel volume a cura di Vishwa Adluri, Philosophy and Salvation in Greek Religion (Berlin: de Gruyter 2013, pp. 117-149). Tali opere ci paiono, nel complesso, sufficienti a illustrare le concezioni classiche dell'aldilà, ma devono essere affiancate, per il latino, dall'ancora insostituibile commento di Eduard Norden al libro VI dell'Eneide (Stuttgart: Teubner 1957 4). L'aldilà celtogermanico è ben illustrato da Hilda Ellis Davidson in Myths and Symbols in Pagan Europe (Manchester: Manchester University Press 1988). Per la cultura iranica, notoriamente ricca di pertinenze escatologiche che sono tracimate nel Cristianesimo, utili spunti bibliografici offre la voce Iranian Eschatology, curata da Shaul Shaked per la Encyclopaedia Iranica (https://iranicaonline.org/articles/eschatology-i, aggiornata al 2012). Sul lato indiano, lo splendido volume di Willibald Kirfel, Die Kosmographie der Inder (Bonn u. Leipzig: Schroeder 1920) è oggi affiancato dallo studio esaustivo di Marc Tiefenaufer, Les enfers indiens (Leiden-Boston: Brill 2017). Nato come tesi dottorale, esso si pone quale indiscutibile opera di riferimento e per gli indologi e per gli storici delle religioni. 2. Non si tratta, in realtà, di compendiare i contenuti di tali ricerche (compito assurdo nello spazio limitato di un articolo), bensì di inserire tra le concezioni oltremondane testimoniate dalle letterature indoeuropee più antiche un peculiare episodio del Mahābhārata (V (54) 95-103 secondo l'ed. di Poona). Ci viene incontro, da questo punto di vista, il fatto che la monografia del Tiefenaufer non consideri affatto il brano su cui noi, invece, condurremo la nostra analisi.
Nomen Numen, 2021
A new interpretation of the Proemium as an Indo-European wedding ritual.
Più volte ho avuto modo di affrontare il tema della centralità della parola nella cultura indiana... more Più volte ho avuto modo di affrontare il tema della centralità della parola nella cultura indiana, fino a un recente contributo pubblicato sulla rivista di studi tradizionali Atrium (Ronzitti 2019) nel quale riassumevo alcune conclusioni di un'ormai lunga ricerca. In particolare, mi soffermavo su un celebre passo del R̥ gveda in cui la Voce (Vāc) sarebbe rappresentata da una bufala che, muggendo, suddivide il mare in onde (sillabe), R̥ V I 164 41-42: gaurīŕ mimāya salilā́ni tákṣaty ékapadī dvipádī sā́ cátuṣpadī/ aṣṭā́ padī návapadī babhūvúṣī sahásrākṣarā paramé vyòman// tásyāḥ samudrā́ ádhi ví kṣaranti téna jīvanti pradíśaś cátasraḥ/ tátaḥ kṣaraty akṣáraṃ tád víśvam úpa jīvati// La bufala ha muggito, foggiando i flutti, colei che è diventata a un piede, a due piedi, a quattro piedi, a otto piedi, a nove piedi, di mille sillabe nel cielo più alto. Da costei fluiscono separati i mari, per questo prendono vita le quattro direzioni. Da qui fluisce tutto ciò che non fluisce (la sillaba); tutto ciò prende vita 1. Scrivevo quindi che: «L'identificazione della bufala muggente con Vāc sorge ab antiquo all'interno della letteratura vedica e appartiene già allo strato dei Brāhmaṇa (Cfr.
Scritti in onore di Rita Caprini, Arenzano: VirtuosaMente 2021
Immagine di copertina: particolare di una stavkirke norvegese L'editore resta a disposizione di t... more Immagine di copertina: particolare di una stavkirke norvegese L'editore resta a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere detta au torizzazione. In caso di cortese segnalazione si, provvederà tempestivamente a porre rimedio a eventuali omissioni e/o errori di riferimenti relativi e, in caso di conclamata violazione dei diritti si provvederà alla rimozione di suddette immagini dalle successive ristampe.
LUMINA IV, 2020
New etymologies for Greek sphinx. Discussion and proposals.
ATTI SIG, 2024
Su tutta la questione cfr. Frisk (1991, pp. 77-78) s.v. λαμβάνω e p. 91 s.v. λάφυρα (per il probl... more Su tutta la questione cfr. Frisk (1991, pp. 77-78) s.v. λαμβάνω e p. 91 s.v. λάφυρα (per il problema dell'oscillazione β / φ). 10 Cfr. il già citato Gotō (1976).
Le ragioni della quadriennalizzazione delle scuole superiori Ritorna-stavolta in grande stile-il ... more Le ragioni della quadriennalizzazione delle scuole superiori Ritorna-stavolta in grande stile-il tema della quadriennalizzazione delle scuole superiori. Lo scorso 13 settembre, alcuni giornali e testate online hanno annunciato che il leghista Rossano Sasso, membro della Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, ha chiesto l'avvio dell'iter parlamentare della proposta di legge n. 1739, firmata dai suoi colleghi e compagni di partito Miele, Bof, Cavandoli, Di Mattina e Pierro, avente ad oggetto la Delega al Governo per la riorganizzazione dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado con la previsione della durata quadriennale dei corsi di studio. È pleonastico ricordare che, nell'esecutivo a cui viene attribuita la delega, il titolare del dicastero dell'Istruzione è Giuseppe Valditara, anch'egli leghista. I più ingenui si stupiranno, apprendendo che qualcuno, nell'attuale maggioranza parlamentare, proponga come giusta e innovativa una riforma promossa in via sperimentale, nei medesimi termini, dal governo Gentiloni, con Valeria Fedeli ministro dell'Istruzione. I più navigati, invece, non faranno altro che prendere atto che questa maggioranza ha scelto di inserirsi nel solco di un'opera di ormai ultraventicinquennale smantellamento o "normalizzazione" della scuola, che sta lentamente svuotando delle sue specificità e delle sue risorse un sistema di istruzione primaria e secondaria un tempo invidiabile e invidiato. Tuttavia, forse anche alcuni fra i più esperti avranno dimenticato che proprio Giuseppe Valditara, fin dai primi anni in cui si era affacciata l'ipotesi in questione, si era espresso con chiarezza contro la quadriennalizzazione generalizzata, condannando il taglio di un anno dei percorsi liceali. Sinceramente non si vede come possa aver cambiato idea proprio in una fase storica in cui, ora e per ancora molti anni, gli studenti scontano e sconteranno i ritardi nell'apprendimento e nello sviluppo, oltre che i danni cognitivi e psicologici generalizzati, procurati dalla pesante rottura della continuità scolastica registratasi nel biennio pandemico. Tutto questo in un quadro di aggiuntive ed estese criticità di cui ci si può fare un'idea anche solo attraverso una superficiale lettura dei giornali e che sarebbero da approfondire con grande accuratezza, prima di mettere sul tavolo proposte che sembrano fatte apposta per acuirle e non invece per farvi fronte. Destano poi ulteriore sconcerto le motivazioni con cui la proposta di legge sostiene la quadriennalizzazione: nella relazione introduttiva, si precisa infatti che l'obiettivo è «ridurre il netto divario fra il nostro Paese e il resto d'Europa». In cosa si sostanzia questo divario così preoccupante? Nel deficit di conoscenze acquisite? Nelle maggiori difficoltà incontrate nel successivo percorso universitario? Nelle più basse performance registrate nelle attività lavorative intraprese al termine degli studi? No. Il «netto divario» da colmare sta nel fatto che in alcuni paesi le scuole superiori durano meno, e dunque devono durare meno anche da noi. Così lo scopo è letteralmente questo: «far uscire i ragazzi dalle aule a diciotto anni, come avviene da tempo, praticamente in metà dei Paesi dell'Unione europea (tredici su ventisette), tra cui la Spagna, la Francia, il Portogallo, l'Ungheria e la Romania, nonché nel Regno Unito». In quattordici Paesi non avviene, ma è solo perché, a differenza nostra, non hanno ancora avuto l'intuizione fulminante che permetterà anche a loro di eliminare il «netto divario». Eppure è così facile, li «fai uscire dalle aule» e il gioco è fatto: puoi «portare i giovani a iscriversi all'università o all'ingresso nel mondo del lavoro alla stessa età dei loro coetanei europei». Se poi questo anticipo teorico implica una compromissione della preparazione culturale, dello sviluppo cognitivo e del buon esito degli studi o del futuro lavoro, che importa? Li hai mandati «fuori dalle aule», e tanto basta… tanto più se c'è bisogno di accrescere l'"esercito industriale di riserva" con meri esecutori e con una manovalanza operaia o intellettuale possibilmente priva dei mezzi per spingersi oltre confini già previamente tracciati.
Esame del termine sanscrito moha- e della sua famiglia radicale. Link al sito di Pagine Filosofali.
RIVISTA ITALIANA DI LINGUISTICA E DIALETTOLOGIA, XXV
Iconimie e figuralità della Via Lattea in Giovanni Pascoli. Lumina. Rivista di Linguistica storica e di letteratura comparata 2. 187–215., 2018
Nomi e metafore della via lattea nell'opera di Pascoli, con riferimenti alle fonti classiche, let... more Nomi e metafore della via lattea nell'opera di Pascoli, con riferimenti alle fonti classiche, letterarie, iconografiche, della cultura tradizionale contadina.
Secondo numero della rivista LUMINA interamente dedicato agli astri.
Blityri, 2023
The present article is concerned with the famous hymn to Vāc (RV X 125). Vāc is the Vedic goddess... more The present article is concerned with the famous hymn to Vāc (RV X 125). Vāc is the Vedic goddess of voice, and the hymn is composed in the ātmastuti (self-praising) style, which heavily relies on the polyptoton of first-person pronoun aham. Phonological puns such as anagrams and alliterations enrich the message of the poet, who depicts Voice/Speech as the world's primordial principle. The famous expression 'Me have the gods distributed in many places' (v. 3c) is interpreted as a grammatical allusion to name inflection. The second part focuses on the actual emission of sound waves and its conceptualization in ancient cultures, particularly with reference to Vedic and Greek thought and to the imagery of speech as a sharp arrow that strikes the air.
IJDL 20, 2023
La via lattea come 'ladro di paglia'. Isoglossa mediterranea interlinguistica
Campi Immaginabili, 2023
Avvertiamo l'esigenza di esprimere somma gratitudine ai seguenti illustri studiosi e amici cariss... more Avvertiamo l'esigenza di esprimere somma gratitudine ai seguenti illustri studiosi e amici carissimi che non sono più tra noi e che, accettando nel corso degli anni di far parte del Comitato Scientifico di «Campi Immaginabili», hanno contribuito in modo determinante ad affermarne il valore scientifico e ad accrescerne la fama e il prestigio in Italia e all'estero:
Quaderni di Semantica, 2023
This paper features the first complete collection of the Sanskrit names of the rainbow. After lis... more This paper features the first complete collection of the Sanskrit names of the rainbow. After listing them, the paper divides such names into onomasiologic fields following Mario Alinei's model and through a selection of Vedic and epic passages as well as of passages from classical Indian poetry chosen for their peculiarly emblematic value. Three lexical strata are evidenced: one referring to the totemic stage, one referring to pagan anthropological imagery (the so-called 'bow of Indra'), and, finally, one referring to neutral and descriptive denominations. The second stratum is the one with the largest predominance throughout the linguistic history of India.
Dove va la scuola italiana oggi: una chiacchierata con Matteo Brandi e Ludovico Vicino di Pro Ita... more Dove va la scuola italiana oggi: una chiacchierata con Matteo Brandi e Ludovico Vicino di Pro Italia.
30 novembre 2023
https://www.youtube.com/watch?v=P2XEL0S7WEM
Fs Maria Patrizia Bologna, 2023
L'aspetto verbale in Omero attraverso il caso di diamperès.
L'ebbrezza della reincarnazione, il miele dello stordimento. Un'ipotesi indoeuropea sul baratro del Lete., 2022
The chasm of Lete in Plutarch, with its near-death-experience episode, DSNV 27, is compared to ot... more The chasm of Lete in Plutarch, with its near-death-experience episode, DSNV 27, is compared to other Indo-European eschatological myths.
Ricerche di cultura poetica indoeuropea, 2022
Prefazione: Le ricerche di cultura poetica indoeuropea come porta d'accesso alla preistoria dell'... more Prefazione: Le ricerche di cultura poetica indoeuropea come porta d'accesso alla preistoria dell'Eurasia, pp. 9-27.
Glotta 98/1, 2022
In this paper, new arguments are used to resume and enlarge on Prof. Kölligan's recent proposal t... more In this paper, new arguments are used to resume and enlarge on Prof. Kölligan's recent proposal that the Greek noun Tartaros is a redoubled form of the root *ter(H)- ‘to cross through’.
In Greek, and perhaps in PIE, redoubled nouns may codify the iterative- intensive category generally expressed by the verb.
LUMINA V, 2022
Hesiod's most famous ainigma reconsidered.
ATRIUM XXIII/4, 2021
In che misura si debba parlare di "escatologia indoeuropea" e in cosa essa consista sono interrog... more In che misura si debba parlare di "escatologia indoeuropea" e in cosa essa consista sono interrogativi a cui molti studiosi hanno tentato di rispondere. Se l'ampiezza dell'argomento e l'ormai sterminata bibliografia paiono scoraggiare un tentativo di sintesi, possiamo tuttavia stabilire alcuni punti fermi nella ricerca. Ci piace indicare quali estremi cronologici due studi apparsi a 120 anni di distanza: la monografia di Albrecht Dieterich intitolata Nekyia. Beiträge zur Erklärung der neuentdecken Petrusapokalypse (Leipzig: Teubner 1893) e un lungo articolo del grecista spagnolo Alberto Bernabé, Ὁ Πλάτων παρωιδεῖ τὰ Ὀρφέως. Plato's Transposition of Orphic Netherworld Imagery, apparso nel volume a cura di Vishwa Adluri, Philosophy and Salvation in Greek Religion (Berlin: de Gruyter 2013, pp. 117-149). Tali opere ci paiono, nel complesso, sufficienti a illustrare le concezioni classiche dell'aldilà, ma devono essere affiancate, per il latino, dall'ancora insostituibile commento di Eduard Norden al libro VI dell'Eneide (Stuttgart: Teubner 1957 4). L'aldilà celtogermanico è ben illustrato da Hilda Ellis Davidson in Myths and Symbols in Pagan Europe (Manchester: Manchester University Press 1988). Per la cultura iranica, notoriamente ricca di pertinenze escatologiche che sono tracimate nel Cristianesimo, utili spunti bibliografici offre la voce Iranian Eschatology, curata da Shaul Shaked per la Encyclopaedia Iranica (https://iranicaonline.org/articles/eschatology-i, aggiornata al 2012). Sul lato indiano, lo splendido volume di Willibald Kirfel, Die Kosmographie der Inder (Bonn u. Leipzig: Schroeder 1920) è oggi affiancato dallo studio esaustivo di Marc Tiefenaufer, Les enfers indiens (Leiden-Boston: Brill 2017). Nato come tesi dottorale, esso si pone quale indiscutibile opera di riferimento e per gli indologi e per gli storici delle religioni. 2. Non si tratta, in realtà, di compendiare i contenuti di tali ricerche (compito assurdo nello spazio limitato di un articolo), bensì di inserire tra le concezioni oltremondane testimoniate dalle letterature indoeuropee più antiche un peculiare episodio del Mahābhārata (V (54) 95-103 secondo l'ed. di Poona). Ci viene incontro, da questo punto di vista, il fatto che la monografia del Tiefenaufer non consideri affatto il brano su cui noi, invece, condurremo la nostra analisi.
Nomen Numen, 2021
A new interpretation of the Proemium as an Indo-European wedding ritual.
Più volte ho avuto modo di affrontare il tema della centralità della parola nella cultura indiana... more Più volte ho avuto modo di affrontare il tema della centralità della parola nella cultura indiana, fino a un recente contributo pubblicato sulla rivista di studi tradizionali Atrium (Ronzitti 2019) nel quale riassumevo alcune conclusioni di un'ormai lunga ricerca. In particolare, mi soffermavo su un celebre passo del R̥ gveda in cui la Voce (Vāc) sarebbe rappresentata da una bufala che, muggendo, suddivide il mare in onde (sillabe), R̥ V I 164 41-42: gaurīŕ mimāya salilā́ni tákṣaty ékapadī dvipádī sā́ cátuṣpadī/ aṣṭā́ padī návapadī babhūvúṣī sahásrākṣarā paramé vyòman// tásyāḥ samudrā́ ádhi ví kṣaranti téna jīvanti pradíśaś cátasraḥ/ tátaḥ kṣaraty akṣáraṃ tád víśvam úpa jīvati// La bufala ha muggito, foggiando i flutti, colei che è diventata a un piede, a due piedi, a quattro piedi, a otto piedi, a nove piedi, di mille sillabe nel cielo più alto. Da costei fluiscono separati i mari, per questo prendono vita le quattro direzioni. Da qui fluisce tutto ciò che non fluisce (la sillaba); tutto ciò prende vita 1. Scrivevo quindi che: «L'identificazione della bufala muggente con Vāc sorge ab antiquo all'interno della letteratura vedica e appartiene già allo strato dei Brāhmaṇa (Cfr.
Scritti in onore di Rita Caprini, Arenzano: VirtuosaMente 2021
Immagine di copertina: particolare di una stavkirke norvegese L'editore resta a disposizione di t... more Immagine di copertina: particolare di una stavkirke norvegese L'editore resta a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere detta au torizzazione. In caso di cortese segnalazione si, provvederà tempestivamente a porre rimedio a eventuali omissioni e/o errori di riferimenti relativi e, in caso di conclamata violazione dei diritti si provvederà alla rimozione di suddette immagini dalle successive ristampe.
LUMINA IV, 2020
New etymologies for Greek sphinx. Discussion and proposals.
Rosa Ronzitti, 2014, Due metafore del caso grammaticale: aind. víbhakti e gr. ptōsis. Preistoria ... more Rosa Ronzitti, 2014, Due metafore del caso grammaticale: aind. víbhakti e gr. ptōsis. Preistoria e storia comparata (Innsbrucker Beiträge zur Sprachwisssenschaft, 148). Institut für Sprachen und Literaturen der Universität Innsbruck, Bereich Sprachwissenschaft, Innsbruck, 267 pp.; ISBN 978-3-85124-734-3 – Reviewed by Stefano Novelli (§ § c, d, e) and Tiziana Pontillo (§ § a, b, f), University of Cagliari (a.) This recently published volume attempts to inform the scientific community about the necessity of a fresh approach to comparativism between Vedic-Sanskrit and Classical languages and cultures. Since the work deals with a new method, principally based on technical, that is to say, grammatical and rhetorical, traditions, it is probable that the volume could play a role in the future development of Indo-European Studies. The book is mainly divided into three sections devoted to Vedic, Greek, and Latin grammatical prehistory and history respectively (and almost symmetrically). The beginning of the first section concentrates on the persistent involvement of cases of polyptoton in the earliest Indian religious works, i.e. the Vedic Saṃhitās, with special attention being paid to the ṚgVedic hymns. The crucial hypothesis is that the semantic-narrative layer of the composition might have intentionally been made to match the morphological-grammatical one, so that poetry and linguistics were able to merge into a single consistent creation, and the afore-mentioned figure of speech can be supposed to properly document this writing tendency. The collection of relevant pieces of evidence, i.e. the quoted theonymic sequences, almost cover the entire available Ṛgvedic material. The accurate analysis of a rich typol-ogy of examples used in praise of Indra and Agni (pp. 36 ff.) demonstrates just how far this figure of speech contributes to making their portraits literally magnificent and imbued with original and extraordinary images. The author is indeed convinced that the choice of lexicon and style in the Ṛgveda already met a twofold simultaneous requirement. On the one hand, each eulogy had to be overt and unambiguous for the obvious ritual necessity. Thus, the repetition of the name of the extolled God, realised by means of its variations, the majority of which are also anaphoras, warrants the requested consistency. On the other hand, the choice of encompassing all the single inflected cases of a God's name in the same passage might have been targeted towards realising a didactic aim and determined by some sort of pride in showing off a morphologically well-fashioned language.
TITOLI POSSESSO TITOLO (SI/NO) a-Organizzazione o partecipazione come relatore a convegni di cara... more TITOLI POSSESSO TITOLO (SI/NO) a-Organizzazione o partecipazione come relatore a convegni di carattere scientifico in Italia o all'estero Sì b-Direzione o partecipazione alle attività di un gruppo di ricerca caratterizzato da collaborazioni a livello nazionale o internazionale Sì c-Responsabilita' di studi e ricerche scientifiche affidati da qualificate istituzioni pubbliche o private No d-Responsabilita' scientifica per progetti di ricerca internazionali e nazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi che prevedano la revisione tra pari No e-Direzione o partecipazione a comitati editoriali di riviste, collane editoriali, enciclopedie e trattati di riconosciuto prestigio Sì f-Partecipazione al collegio dei docenti ovvero attribuzione di incarichi di insegnamento, nell'ambito di dottorati di ricerca accreditati dal Ministero Sì g-Formale attribuzione di incarichi di insegnamento o di ricerca (fellowship) presso qualificati atenei e istituti di ricerca esteri o sovranazionali No h-Conseguimento di premi e riconoscimenti per l'attività scientifica, inclusa l'affiliazione ad accademie di riconosciuto prestigio nel settore No l-Specifiche esperienze professionali caratterizzate da attivita' di ricerca attinenti al settore concorsuale per cui e' presentata la domanda per l'abilitazione No VALUTAZIONE TITOLI: La candidata risulta in possesso di almeno 3 titoli tra quelli individuati e definiti dalla Commissione nella prima riunione ai sensi dall'art. 8, comma 1, del D.P.R. 95/2016, e segnatamente i titoli A (con discreta partecipazione a convegni nazionali e internazionali, come da criterio segnalato dalla Commissione), B (con partecipazione a gruppi di ricerca PRIN e FIRB), E (condirettore di una rivista nazionale), F (Collegio del Dottorato di ricerca in "Linguistica Storica, Linguistica Educativa e Italianistica. L'Italiano, le altre Lingue e Culture", Università per Stranieri di Siena). Non sono dichiarati titoli sub D, G e H. I titoli indicati sub C e I non sono valutabili in quanto non risultano attinenti ad attività di ricerca.
Linguistic bases of Eurasian identity.
Milano, 8 maggio 2017, h 16.30. Università Statale. To appear on Atti del Sodalizio Glottologico ... more Milano, 8 maggio 2017, h 16.30.
Università Statale.
To appear on Atti del Sodalizio Glottologico Milanese 2017.
ABSTRACT: The present paper concerns a very famous episode of the Mahābhārata, “The man in the well” (XI 5). For the first time, such renowned story, which spread into the West through translations from Middle Persian, Arabic and Byzantine Greek, is compared word by word with the beginning of Dante’s Inferno. The striking similarity between both texts leads to various hypotheses, which are carefully investigated in our paper.