Giorgio Cipolletta | University of Macerata (original) (raw)
Working Documents by Giorgio Cipolletta
Arshake (https://www.arshake.com), 2021
Mai come oggi abbiamo avuto bisogno d'Arte Per una cura ecosistemica glocale: Iaconesi e Persico ... more Mai come oggi abbiamo avuto bisogno d'Arte Per una cura ecosistemica glocale: Iaconesi e Persico a Torino per Opera Barolo by Giorgio Cipolletta-19/01/2021 in Focus Mai come oggi abbiamo avuto bisogno d'Arte è il nuovo manifesto artistico di Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, fondatori di HER: She Loves Data-centro di ricerca che indaga le implicazioni psicologiche e sociali dei dati e della computazione-e di AOS, Art is Open Source, network internazionale dedicato alla collaborazione fra arte, scienza e tecnologie. Il distretto sociale Opera Barolo, accoglie Iaconesi e Persico in una residenza artistica nella capitale sabauda. Proprio qui, a Torino, nasce un intenso e sano dialogo con la cittadella della solidarietà attiva dal 1823, grazie al lavoro promosso da Giulia Colbert e Carlo Tancredi Falletti di Barolo a favore dei più vulnerabili, creando valore e traendo ispirazione dai poli educativi dell'Ente, dove l'arte si fa risorsa fondamentale per lo sviluppo delle persone e delle comunità. L'anno 2020 si è concluso con l'augurio di un RESET da parte del duo artistico in una performance rituale-sciamanica (di 12 minuti) mandata in onda su Facebook allo scandire della mezzanotte del 31 dicembre 2020. Questo passaggio, dall'anno bisestile della pandemia all'anno 2021, l'anno del rilancio, del Recovery fund, del RESET, dove il bruciare la salvia bianca (smudge)-che cresce i nei deserti Mojave e Sonora della California meridionale-è stato l'atto performativo di puri]cazione (quasi sublime) alla vita fatta di dati, sensibilità, cura e relazioni. In questo atto rivoluzionario e r(i)esistente si spalanca una buona dose di consapevolezza e responsabilità nelle pratiche estetiche contemporanee.
IGI GLOBAL, 2020
In 2013, the Oxford Dictionaries announced “selfie” as the word of the year. The dictionary defin... more In 2013, the Oxford Dictionaries announced “selfie” as the word of the year. The dictionary defined it as “a photograph that one has taken of oneself, typically one taken with a smartphone or webcam and uploaded to a social media website.” Selfies are also a complex form of social interaction, an emerging aesthetics, thus having an irrevocable impact on self-portraiture. All visual culture revolves around the body and the body par excellence is the face. The 21st century portrait represents a kind of black mir- ror where we project ourselves into a kind of blindness. Mask and face are confused by an omnipresent multividuality in which the shield reveals itself and reveals other possible worlds. The face-mask melts in between Real and Virtual and the self becomes augmented.
Rivista di Scienze Sociali n. 18 Miscellanea, 2017
Other than our sea di Valentina Ferrandes (mediartist e film maker tra Londra e Berlino). 10 mi... more Other than our sea di Valentina Ferrandes (mediartist e film maker tra Londra e Berlino).
10 minuti e 21 secondi è il tempo necessario con cui Ferrandes esplora i resti di un’antica colonia greca in Italia meridionale attraverso frammenti di letteratura classica, footage etnografici ed estratti manipolati dai cinegiornali attuali fino a scivolare verso i naufragi nel Mar Mediterraneo, rievocando recenti e tragiche circostanze in cui sono annegati migliaia di migranti in partenza dal Nord Africa alla ricerca di asilo in Europa.
Rivista di Scienze Sociali n. 17 Antropologie – Corpi Arte Gender, 2017
Sciascia descrive i corpi ammazzati, Francesco Rosi li inquadra ed in mezzo c’è il corpus inteso... more Sciascia descrive i corpi ammazzati, Francesco Rosi li inquadra ed in mezzo c’è il corpus inteso come corpo dotato di una forte significazione simbolica. Sia nel romanzo sciasciano che nell’opera cinematografica di Rosi è il corpo-cadavere ad essere testimone e vittima di una verità taciuta.
Rivista di Scienze sociali n. 15.Erottica. Sguardi obbliqui di corpi dilatati – a cura di Claudia Scano, 2016
In questo mosaico corporeo, ho avuto la fortuna di conoscere Yann Marussich, performer svizzero c... more In questo mosaico corporeo, ho avuto la fortuna di conoscere Yann Marussich, performer svizzero compone la sua geografia emozionale, dove l’immobilitàcrea movimento e pulsione. Egli trema attraverso e con il suo corpo, un corpo in cui è iscritto il peso del mondo. Scrivere non del corpo, ma il corpo stesso che mette fuori, diventa il pretesto per rendere unico e significativo il processo di significazione corporeo
Rivista di Scienze Sociali, 2013
La pop-politica, la sua rappresentazione mediale esagerata e pornografica delle olgettine e i wal... more La pop-politica, la sua rappresentazione mediale esagerata e pornografica delle olgettine e i walzer del Bunga Bunga, sono stati gli ingredienti della raffigurazione del feticcio più ambiguo e pericoloso di una politica-porno intesa come perfomance scandalistica, disperata e senza sapore. Il corpo contemporaneo sposta la sua significazione verso una ri-progettazione del corpo del capo, avanzando e attivando una trasformazione della vita, gestito questa da un nuovo potere-sapere.
Nel collettore dell’immaginazione, dei desideri manipolati tecnicamente, il corpo acquista la facoltà di immortalità, perdendo perfino il limite che divide la vita dalla morte. Il culto del divo attraverso il consumo attua un’opera di autocreazione di un corpo mediale, o meglio, trans-mediale, nel senso di transizione da un contenitore multimediale all’altro, da un “corpo all’altro”. Che cosa ci suggerisce la visione del viso insanguinato del Presidente del Consiglio?
Riviste di Scienze Sociali, 2015
Roy Ascott, artista e teorico inglese, considera l’arte digitale e la telematica (screen of opera... more Roy Ascott, artista e teorico inglese, considera l’arte digitale e la telematica (screen of operation) come misteri della conoscenza.
La tecnologia digitale, per l’artista inglese, genera una doppia coscienza e un doppio sguardo. Proprio Ascott ci parla di una nuova estetica technoetica che riguarda le forme di comportamento piuttosto che il comportamento delle forme e di reti noetiche (noetic networks), le quali sono capaci di fondere le reti neurali individuali con la rete globale, creando così una nuova dimensione della coscienza.
IGI Global, 2019
While the digital era has provided us with an incredible amount of accessibility, availability, a... more While the digital era has provided us with an incredible amount of accessibility, availability, and speedy tools, it has also made us lose that sense of critical awareness that was once considered a rare and precious gift. The marking feature of the present is ubiquity, as in the loss of spatial and temporal coordinates and the gain of a presence-absence that new technologies allow us to live – both positively and negatively. The body is the core of this electronic, virtual, and increased involvement. In this phase we’re living in, the author suggests we introduce the neologism “metrobody” to identify this new hybrid condition undertaken by the body. This expression allows the author to reconfigure and hypothesize a different level and a different meaning of corporeality.
Presses De L’université De Pau Et Des Pays De L’adour Avenue Du Doyen Poplawski / 64000 Pau. ISBN 2-35311-093-2 ISSN 1265-0692. , 2018
Que peut un corps ? C’est cette question, qui a intrigué les plus grands philosophes au cours de... more Que peut un corps ? C’est cette question, qui a intrigué les plus grands philosophes au cours des siècles (de Spinoza à Deleuze et bien d’autres) que cet article se propose de reprendre à nouveaux frais ; en un temps où certains prophètes des biotechnologies nous promettent une vie toute puissante et éternelle. Pour ce faire, il part de l’analyse de quelques figures de l’art tout particulièrement paradigmatiques de Stelarc à Harbisson ou Ribas, habiles à mettre en scène et abyme le devenir-cyborg de notre temps.
CNRS Editions, 2018
De la naissance à la mort, nous habitons notre corps, qui est un révélateur de ce que nous sommes... more De la naissance à la mort, nous habitons notre corps, qui est un révélateur de ce que nous sommes. Dans nos sociétés développées, et surtout depuis la libération sexuelle, il est devenu pour beaucoup d’entre nous une préoccupation quotidienne.
D’« accouchement » à « yoga », en passant par « body-building », « ivrogne », « lesbianisme » ou « jeux vidéo », plus de deux cents
articles cernent le corps, et donnent à voir ses diverses pratiques et ses représentations.
Cette troisième édition permet d’ouvrir ce dictionnaire à des problématiques actuelles, mais aussi à l’analyse renouvelée des objets, techniques et expériences du corps.
Oggi abbiamo la stessa età, la struttura del corpo diversa, ma le radici di entrambe le vite sono... more Oggi abbiamo la stessa età, la struttura del corpo diversa, ma le radici di
entrambe le vite sono ben radicate a terra: un percorso duale, doppio in rapporto con la natura.
L’uomo spesso cerca un confronto, indaga su se stesso, sulla propria identità, consapevole di essere il protagonista, attraverso il suo corpo, di una continua e incredibile trasformazione. Il corpo si scopre e si espone al mondo, si dispiega nello spazio non geometrico, nella acronologia del tempo, dove il mondo (Welt) si raccoglie nel mondo-ambiente (Um-Welt)
[ita] Era il 2012 quando a Salvatore Iaconesi, hacker e artista, è stato diagnosticato un tumore ... more [ita] Era il 2012 quando a Salvatore Iaconesi, hacker e artista, è stato diagnosticato un tumore al cervello. Con un gesto radicale, Salvatore pubblica on line la sua cartella medica chiedendo al mondo di partecipare alla cura, ognuno con le proprie competenze. Il video lanciato in rete diviene subito virale ed inizia la grande sfida, chiamata La Cura. Partecipando a questa incredibile performance, medici, ricercatori, guaritori, designer, artisti, persone di ogni cultura, identità, professione collaborano a questo progetto di condivisione e apertura, per restituire alla malattia una dimensione umana, decodificando perfino l’algoritmo che imprigiona il paziente X dentro il protocollo ospedaliero. Iaconesi contribuisce con il suo gesto ad una forma di lotta contro i tabù che circonda questa malattia.
[en] It was in 2012 when Salvatore Iaconesi, hacker and artist, was diagnosed a brain cancer. With a extreme gesture, Salvatore published online his medical records asking to the world to participate his cure, everyone could participate with his/her own skills. The video launched on the net has become viral and immediately began the great challenge called La Cura. Participating in this astonishing performance, doctors, researchers, healers, designers, artists, people of every culture, identity, profession have collaborated on this project of sharing and openness to return to the disease a human dimension, even with the decoding of the algorithm that imprisons a patient X inside a hospital protocol. Iaconesi contributes with his gesture to a form of fight against the taboos surrounding the disease. La Cura generated a bio-political process, an open source project applied to medicine, where the human body re-earns the value of its humanity, no longer seen as matter to be cut, but rather as the result of a personal and intimate story (the story of Salvatore and Oriana, his wife, in this case), and the interaction with all the stories of those who participated and continues to participate to the project.
[ITA] Bill Viola cattura tempi rivelatori di vite segrete, spiriti che si amalgamano con il mediu... more [ITA] Bill Viola cattura tempi rivelatori di vite segrete, spiriti che si amalgamano con il medium artistico, quasi collabora in maniera intima con lo spettatore. Viola trascende il significato della vita mettendo in scena l’invisibile e il sublime e facendo dialogare il materiale con l’immateriale. Viola crea un’alleanza profonda tra movimento ed assenza di fronte al mondo, come una ricerca dell’individualità che pone il sé in una posizione di consapevolezza.
[ENG] Viola captures secret lives revealing times, the zeitgeist which combines itself with the artistic medium, and almost collaborates intimately with the spectator. Bill Viola transcends the meaning of life by putting the invisible and the sublime in the scene, and by communicating the material with the immaterial. The artist creates a deep alliance between movement and absence in front of the world, as a search for individuality that puts ourself in a position of awareness.
"[ITA] A Prato il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci è la prima istituzione italiana cos... more "[ITA] A Prato il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci è la prima istituzione italiana costruita ex novo per presentare, collezionare, documentare e promuovere le ricerche artistiche più avanzate.
[ENG] In Prato, the Center for Contemporary Art Luigi Pecci is the first Italian institution built ex novo to present, collect, document and promote the most advanced artistic research."
[ITA] Le relazioni dell’ecosistema tra ricerca artistica, scientifica e tecnologia sono important... more [ITA] Le relazioni dell’ecosistema tra ricerca artistica, scientifica e tecnologia sono importanti per una maggiore consapevolezza e conoscenza e per affrontare i problemi complessi del mondo post-contemporaneo.
[ENG] The ecosystem relationships among artistic research, science and technology are important for a greater awareness and knowledge in order to address the complex problems of today’s post-modern world.
Yann Marussich, gives us a new gaze of the body as politic performance for a projectual riconfigu... more Yann Marussich, gives us a new gaze of the body as politic performance
for a projectual riconfiguration of our dreams, of our imaginary, of
our behaviors and collective sensitivity.
[ITA] Quest’anno i riflettori di transmediale14 sono stati puntati sui dispositivi di sorveglianz... more [ITA] Quest’anno i riflettori di transmediale14 sono stati puntati sui dispositivi di sorveglianza: privacy, Big Data e ubiquitous computing.
[ENG] This year the spotlights of transmediale14 were focused on monitoring devices: privacy, ubiquitos computing and big data.
[ITA] Si è conclusa la ventisettesima edizione di transmediale15, nell'incontro tra cultura ed et... more [ITA] Si è conclusa la ventisettesima edizione di transmediale15, nell'incontro tra cultura ed età post-digitale. Una riflessione sul tema "del futuro del lavoro e della vita algoritmica".
[ENG] The twenty-seven edition of transmediale15 took place into the cutting edge of culture in the post-digital age. A reflection on "the future of algorithmic work and life".
[ITA] Che cosa ci vuole per cambiare? La mission di Ars Electronica di quest'anno è stata quella ... more [ITA] Che cosa ci vuole per cambiare? La mission di Ars Electronica di quest'anno è stata quella di trovare qualche risposta a una nuova fase di cambiamento.
[ENG] What it takes to change? The mission of Ars Electronica was to discover what leads change and to call for answers from different directions and disciplines.
Papers by Giorgio Cipolletta
Noema Media & Publishing, 2022
"is acrostic of the word ANT(H)ROPOCENE attempts to re#ect on the current geological era, in whic... more "is acrostic of the word ANT(H)ROPOCENE attempts to re#ect on the current geological era, in which human beings and their activities are blamed for the main causes of territorial, structural and climatic changes. "e initial eleven letters (twelve with the H in brackets) enclose the incipit to adhere to an awareness of climate change. "e H in brackets represents the loss of humanity (a returnable vacuum), an emergency intervention (a climate holocaust). ANT(H)ROPOCENE was born within the project of art*science 2018 - Art & Climate Change conceived by Pier Luigi Capuc-ci, with the collaboration of Roberta Buiani. ANT(H)ROPOCENE is the space dedicated to the problem of climate change through a form of poetic expression leaving space for new “ecosystems of environmental thought”.
Arshake (https://www.arshake.com), 2021
Mai come oggi abbiamo avuto bisogno d'Arte Per una cura ecosistemica glocale: Iaconesi e Persico ... more Mai come oggi abbiamo avuto bisogno d'Arte Per una cura ecosistemica glocale: Iaconesi e Persico a Torino per Opera Barolo by Giorgio Cipolletta-19/01/2021 in Focus Mai come oggi abbiamo avuto bisogno d'Arte è il nuovo manifesto artistico di Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, fondatori di HER: She Loves Data-centro di ricerca che indaga le implicazioni psicologiche e sociali dei dati e della computazione-e di AOS, Art is Open Source, network internazionale dedicato alla collaborazione fra arte, scienza e tecnologie. Il distretto sociale Opera Barolo, accoglie Iaconesi e Persico in una residenza artistica nella capitale sabauda. Proprio qui, a Torino, nasce un intenso e sano dialogo con la cittadella della solidarietà attiva dal 1823, grazie al lavoro promosso da Giulia Colbert e Carlo Tancredi Falletti di Barolo a favore dei più vulnerabili, creando valore e traendo ispirazione dai poli educativi dell'Ente, dove l'arte si fa risorsa fondamentale per lo sviluppo delle persone e delle comunità. L'anno 2020 si è concluso con l'augurio di un RESET da parte del duo artistico in una performance rituale-sciamanica (di 12 minuti) mandata in onda su Facebook allo scandire della mezzanotte del 31 dicembre 2020. Questo passaggio, dall'anno bisestile della pandemia all'anno 2021, l'anno del rilancio, del Recovery fund, del RESET, dove il bruciare la salvia bianca (smudge)-che cresce i nei deserti Mojave e Sonora della California meridionale-è stato l'atto performativo di puri]cazione (quasi sublime) alla vita fatta di dati, sensibilità, cura e relazioni. In questo atto rivoluzionario e r(i)esistente si spalanca una buona dose di consapevolezza e responsabilità nelle pratiche estetiche contemporanee.
IGI GLOBAL, 2020
In 2013, the Oxford Dictionaries announced “selfie” as the word of the year. The dictionary defin... more In 2013, the Oxford Dictionaries announced “selfie” as the word of the year. The dictionary defined it as “a photograph that one has taken of oneself, typically one taken with a smartphone or webcam and uploaded to a social media website.” Selfies are also a complex form of social interaction, an emerging aesthetics, thus having an irrevocable impact on self-portraiture. All visual culture revolves around the body and the body par excellence is the face. The 21st century portrait represents a kind of black mir- ror where we project ourselves into a kind of blindness. Mask and face are confused by an omnipresent multividuality in which the shield reveals itself and reveals other possible worlds. The face-mask melts in between Real and Virtual and the self becomes augmented.
Rivista di Scienze Sociali n. 18 Miscellanea, 2017
Other than our sea di Valentina Ferrandes (mediartist e film maker tra Londra e Berlino). 10 mi... more Other than our sea di Valentina Ferrandes (mediartist e film maker tra Londra e Berlino).
10 minuti e 21 secondi è il tempo necessario con cui Ferrandes esplora i resti di un’antica colonia greca in Italia meridionale attraverso frammenti di letteratura classica, footage etnografici ed estratti manipolati dai cinegiornali attuali fino a scivolare verso i naufragi nel Mar Mediterraneo, rievocando recenti e tragiche circostanze in cui sono annegati migliaia di migranti in partenza dal Nord Africa alla ricerca di asilo in Europa.
Rivista di Scienze Sociali n. 17 Antropologie – Corpi Arte Gender, 2017
Sciascia descrive i corpi ammazzati, Francesco Rosi li inquadra ed in mezzo c’è il corpus inteso... more Sciascia descrive i corpi ammazzati, Francesco Rosi li inquadra ed in mezzo c’è il corpus inteso come corpo dotato di una forte significazione simbolica. Sia nel romanzo sciasciano che nell’opera cinematografica di Rosi è il corpo-cadavere ad essere testimone e vittima di una verità taciuta.
Rivista di Scienze sociali n. 15.Erottica. Sguardi obbliqui di corpi dilatati – a cura di Claudia Scano, 2016
In questo mosaico corporeo, ho avuto la fortuna di conoscere Yann Marussich, performer svizzero c... more In questo mosaico corporeo, ho avuto la fortuna di conoscere Yann Marussich, performer svizzero compone la sua geografia emozionale, dove l’immobilitàcrea movimento e pulsione. Egli trema attraverso e con il suo corpo, un corpo in cui è iscritto il peso del mondo. Scrivere non del corpo, ma il corpo stesso che mette fuori, diventa il pretesto per rendere unico e significativo il processo di significazione corporeo
Rivista di Scienze Sociali, 2013
La pop-politica, la sua rappresentazione mediale esagerata e pornografica delle olgettine e i wal... more La pop-politica, la sua rappresentazione mediale esagerata e pornografica delle olgettine e i walzer del Bunga Bunga, sono stati gli ingredienti della raffigurazione del feticcio più ambiguo e pericoloso di una politica-porno intesa come perfomance scandalistica, disperata e senza sapore. Il corpo contemporaneo sposta la sua significazione verso una ri-progettazione del corpo del capo, avanzando e attivando una trasformazione della vita, gestito questa da un nuovo potere-sapere.
Nel collettore dell’immaginazione, dei desideri manipolati tecnicamente, il corpo acquista la facoltà di immortalità, perdendo perfino il limite che divide la vita dalla morte. Il culto del divo attraverso il consumo attua un’opera di autocreazione di un corpo mediale, o meglio, trans-mediale, nel senso di transizione da un contenitore multimediale all’altro, da un “corpo all’altro”. Che cosa ci suggerisce la visione del viso insanguinato del Presidente del Consiglio?
Riviste di Scienze Sociali, 2015
Roy Ascott, artista e teorico inglese, considera l’arte digitale e la telematica (screen of opera... more Roy Ascott, artista e teorico inglese, considera l’arte digitale e la telematica (screen of operation) come misteri della conoscenza.
La tecnologia digitale, per l’artista inglese, genera una doppia coscienza e un doppio sguardo. Proprio Ascott ci parla di una nuova estetica technoetica che riguarda le forme di comportamento piuttosto che il comportamento delle forme e di reti noetiche (noetic networks), le quali sono capaci di fondere le reti neurali individuali con la rete globale, creando così una nuova dimensione della coscienza.
IGI Global, 2019
While the digital era has provided us with an incredible amount of accessibility, availability, a... more While the digital era has provided us with an incredible amount of accessibility, availability, and speedy tools, it has also made us lose that sense of critical awareness that was once considered a rare and precious gift. The marking feature of the present is ubiquity, as in the loss of spatial and temporal coordinates and the gain of a presence-absence that new technologies allow us to live – both positively and negatively. The body is the core of this electronic, virtual, and increased involvement. In this phase we’re living in, the author suggests we introduce the neologism “metrobody” to identify this new hybrid condition undertaken by the body. This expression allows the author to reconfigure and hypothesize a different level and a different meaning of corporeality.
Presses De L’université De Pau Et Des Pays De L’adour Avenue Du Doyen Poplawski / 64000 Pau. ISBN 2-35311-093-2 ISSN 1265-0692. , 2018
Que peut un corps ? C’est cette question, qui a intrigué les plus grands philosophes au cours de... more Que peut un corps ? C’est cette question, qui a intrigué les plus grands philosophes au cours des siècles (de Spinoza à Deleuze et bien d’autres) que cet article se propose de reprendre à nouveaux frais ; en un temps où certains prophètes des biotechnologies nous promettent une vie toute puissante et éternelle. Pour ce faire, il part de l’analyse de quelques figures de l’art tout particulièrement paradigmatiques de Stelarc à Harbisson ou Ribas, habiles à mettre en scène et abyme le devenir-cyborg de notre temps.
CNRS Editions, 2018
De la naissance à la mort, nous habitons notre corps, qui est un révélateur de ce que nous sommes... more De la naissance à la mort, nous habitons notre corps, qui est un révélateur de ce que nous sommes. Dans nos sociétés développées, et surtout depuis la libération sexuelle, il est devenu pour beaucoup d’entre nous une préoccupation quotidienne.
D’« accouchement » à « yoga », en passant par « body-building », « ivrogne », « lesbianisme » ou « jeux vidéo », plus de deux cents
articles cernent le corps, et donnent à voir ses diverses pratiques et ses représentations.
Cette troisième édition permet d’ouvrir ce dictionnaire à des problématiques actuelles, mais aussi à l’analyse renouvelée des objets, techniques et expériences du corps.
Oggi abbiamo la stessa età, la struttura del corpo diversa, ma le radici di entrambe le vite sono... more Oggi abbiamo la stessa età, la struttura del corpo diversa, ma le radici di
entrambe le vite sono ben radicate a terra: un percorso duale, doppio in rapporto con la natura.
L’uomo spesso cerca un confronto, indaga su se stesso, sulla propria identità, consapevole di essere il protagonista, attraverso il suo corpo, di una continua e incredibile trasformazione. Il corpo si scopre e si espone al mondo, si dispiega nello spazio non geometrico, nella acronologia del tempo, dove il mondo (Welt) si raccoglie nel mondo-ambiente (Um-Welt)
[ita] Era il 2012 quando a Salvatore Iaconesi, hacker e artista, è stato diagnosticato un tumore ... more [ita] Era il 2012 quando a Salvatore Iaconesi, hacker e artista, è stato diagnosticato un tumore al cervello. Con un gesto radicale, Salvatore pubblica on line la sua cartella medica chiedendo al mondo di partecipare alla cura, ognuno con le proprie competenze. Il video lanciato in rete diviene subito virale ed inizia la grande sfida, chiamata La Cura. Partecipando a questa incredibile performance, medici, ricercatori, guaritori, designer, artisti, persone di ogni cultura, identità, professione collaborano a questo progetto di condivisione e apertura, per restituire alla malattia una dimensione umana, decodificando perfino l’algoritmo che imprigiona il paziente X dentro il protocollo ospedaliero. Iaconesi contribuisce con il suo gesto ad una forma di lotta contro i tabù che circonda questa malattia.
[en] It was in 2012 when Salvatore Iaconesi, hacker and artist, was diagnosed a brain cancer. With a extreme gesture, Salvatore published online his medical records asking to the world to participate his cure, everyone could participate with his/her own skills. The video launched on the net has become viral and immediately began the great challenge called La Cura. Participating in this astonishing performance, doctors, researchers, healers, designers, artists, people of every culture, identity, profession have collaborated on this project of sharing and openness to return to the disease a human dimension, even with the decoding of the algorithm that imprisons a patient X inside a hospital protocol. Iaconesi contributes with his gesture to a form of fight against the taboos surrounding the disease. La Cura generated a bio-political process, an open source project applied to medicine, where the human body re-earns the value of its humanity, no longer seen as matter to be cut, but rather as the result of a personal and intimate story (the story of Salvatore and Oriana, his wife, in this case), and the interaction with all the stories of those who participated and continues to participate to the project.
[ITA] Bill Viola cattura tempi rivelatori di vite segrete, spiriti che si amalgamano con il mediu... more [ITA] Bill Viola cattura tempi rivelatori di vite segrete, spiriti che si amalgamano con il medium artistico, quasi collabora in maniera intima con lo spettatore. Viola trascende il significato della vita mettendo in scena l’invisibile e il sublime e facendo dialogare il materiale con l’immateriale. Viola crea un’alleanza profonda tra movimento ed assenza di fronte al mondo, come una ricerca dell’individualità che pone il sé in una posizione di consapevolezza.
[ENG] Viola captures secret lives revealing times, the zeitgeist which combines itself with the artistic medium, and almost collaborates intimately with the spectator. Bill Viola transcends the meaning of life by putting the invisible and the sublime in the scene, and by communicating the material with the immaterial. The artist creates a deep alliance between movement and absence in front of the world, as a search for individuality that puts ourself in a position of awareness.
"[ITA] A Prato il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci è la prima istituzione italiana cos... more "[ITA] A Prato il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci è la prima istituzione italiana costruita ex novo per presentare, collezionare, documentare e promuovere le ricerche artistiche più avanzate.
[ENG] In Prato, the Center for Contemporary Art Luigi Pecci is the first Italian institution built ex novo to present, collect, document and promote the most advanced artistic research."
[ITA] Le relazioni dell’ecosistema tra ricerca artistica, scientifica e tecnologia sono important... more [ITA] Le relazioni dell’ecosistema tra ricerca artistica, scientifica e tecnologia sono importanti per una maggiore consapevolezza e conoscenza e per affrontare i problemi complessi del mondo post-contemporaneo.
[ENG] The ecosystem relationships among artistic research, science and technology are important for a greater awareness and knowledge in order to address the complex problems of today’s post-modern world.
Yann Marussich, gives us a new gaze of the body as politic performance for a projectual riconfigu... more Yann Marussich, gives us a new gaze of the body as politic performance
for a projectual riconfiguration of our dreams, of our imaginary, of
our behaviors and collective sensitivity.
[ITA] Quest’anno i riflettori di transmediale14 sono stati puntati sui dispositivi di sorveglianz... more [ITA] Quest’anno i riflettori di transmediale14 sono stati puntati sui dispositivi di sorveglianza: privacy, Big Data e ubiquitous computing.
[ENG] This year the spotlights of transmediale14 were focused on monitoring devices: privacy, ubiquitos computing and big data.
[ITA] Si è conclusa la ventisettesima edizione di transmediale15, nell'incontro tra cultura ed et... more [ITA] Si è conclusa la ventisettesima edizione di transmediale15, nell'incontro tra cultura ed età post-digitale. Una riflessione sul tema "del futuro del lavoro e della vita algoritmica".
[ENG] The twenty-seven edition of transmediale15 took place into the cutting edge of culture in the post-digital age. A reflection on "the future of algorithmic work and life".
[ITA] Che cosa ci vuole per cambiare? La mission di Ars Electronica di quest'anno è stata quella ... more [ITA] Che cosa ci vuole per cambiare? La mission di Ars Electronica di quest'anno è stata quella di trovare qualche risposta a una nuova fase di cambiamento.
[ENG] What it takes to change? The mission of Ars Electronica was to discover what leads change and to call for answers from different directions and disciplines.
Noema Media & Publishing, 2022
"is acrostic of the word ANT(H)ROPOCENE attempts to re#ect on the current geological era, in whic... more "is acrostic of the word ANT(H)ROPOCENE attempts to re#ect on the current geological era, in which human beings and their activities are blamed for the main causes of territorial, structural and climatic changes. "e initial eleven letters (twelve with the H in brackets) enclose the incipit to adhere to an awareness of climate change. "e H in brackets represents the loss of humanity (a returnable vacuum), an emergency intervention (a climate holocaust). ANT(H)ROPOCENE was born within the project of art*science 2018 - Art & Climate Change conceived by Pier Luigi Capuc-ci, with the collaboration of Roberta Buiani. ANT(H)ROPOCENE is the space dedicated to the problem of climate change through a form of poetic expression leaving space for new “ecosystems of environmental thought”.
Springer, 2022
There is a before and there is an after. Let’s start with the after. Theoutbreak of Covid-19 forc... more There is a before and there is an after. Let’s start with the after. Theoutbreak of Covid-19 forced cultural institutions to explore alternative digital spaceswith online exhibits and the use of virtual, augmented, and mixed reality. The educa-tional world, such as colleges and universities, has also had to rethink a new wayof communicating and collaborating. New technologies have re-mediated creatinga different degree of participation and connection. In this essay I will argue, onone side, about the art system some concrete examples of extended reality. On theother hand, through the educational system, I will analyze how the interface betweenteachers and students has radically changed the relationship within an artificial andimmersive environment. During the pandemia we have witnessed both the hybridnature of the spect-actor-in the fruition of the work of art in the museum system, anda convergence towards distance learning where the relationship between teacher andstudent has been rethought with the help of some technological tools (Oculus, GearVR) and distance education services (#iorestoacasa). But it is not the tool that is themain factor of this essay, but its instrumental proxy, that is, the quality (affordance) ofrethinking it in an ecosystemic direction, giving us a different methodology, a choralart (#restacorale) to capture this variation of the Real, re-imagine the imaginary andremix every degree of reality.
Quodlibet, 2021
Il corpo parlante Contaminazioni e slittamenti tra psicoanalisi, cinema, multimedialità e arti v... more Il corpo parlante
Contaminazioni e slittamenti tra psicoanalisi, cinema, multimedialità e arti visive
A cura di Guido Bartorelli, Giovanni Bianchi, Rosamaria Salvatore, Federica Stevanin
Che cosa definisce l’uomo? Come si calcola il suo valore? Qual è l’unità di misura dell’umanità? L’ibridazione viene pensata oggi come uno dei temi centrali del contemporaneo e motore di discussione in questa sede. «Tutte le nostre storie hanno inizio dalla nostra fine, per- ché siamo mortali. E da quando abbiamo preso a raccontarle, il loro tema è stato sempre il desiderio di emanciparci dal corpo, diventando qualcosa di diverso dagli animali, che siamo»
Heteroglossia n. 17, 2021
Tutto imprescindibilmente parte dal corpo, il nostro e dell’Altro, entrambi portatori di segni. I... more Tutto imprescindibilmente parte dal corpo, il nostro e dell’Altro, entrambi portatori di segni. Il corpo si fa corpus nel processo di signifi- cazione e di ibridazione. Quando scopriamo che il sé subisce un processo di omologazione, il sé diviene anch’esso globale, dimenticando la differen- ziazione e il riconoscimento dell’Altro come tensione creativa. In qualche modo, più vediamo il mondo uniformarsi, più ci rendiamo conto. Ma chi è veramente l’Altro? Può davvero la bellezza salvarci? Può l’arte avere la consapevolezza di essere politica? Attraverso alcune pratiche estetiche si “narra” il fenomeno complesso delle migrazioni e l’avanzare delle estreme destre nel mondo. Attraverso ciò che chiamiamo arte traduciamo questo fenomeno complesso.
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Everything inevitably starts from the body, our body and that of the Other, both bearing signs. The body becomes corpus in the process of signification and hybridization. When we discover that the self enjoys a process of homologation, the self also becomes global, forgetting the differentiation and recognition of the Other as a creative tension. Somehow, the more we see the world conform, the more we realize. But who is really the Other? Beauty will save the world? Can art have the awareness of being political? Through some aesthetic practices we “narrate” the complex phenomenon of migrations and the rise of the Right-Wing Populism in the World. Through the art we translate this complex phenomenon.
Performance Research, 25:3, 2020
A performance art that focuses on physiological processes rather than on physical movements can... more A performance art that focuses on physiological processes rather than on physical movements can be aptly described through the lens of micro-performativity combined with the analytical grid of emersiology, which aims to explain how unconscious and uncontrolled activities of the living human body surface.
This paper demonstrates both the epistemological and aesthetic potential of these concepts by scrutinizing how French, Geneva-based performer Yann Marussich’s ‘immobile’ performance art challenges the very concept of a mesoscopic ‘body’ as a whole, delimited by the borders of its skin. His work dramatizes hardly perceptible micro-movements and physiological flows and offers a projection space where the internal work of the ‘body’ emerges, while stretching the usual perceptive parameters and increasing awareness for spatial micro-phenomena and temporal macro-phenomena—for the performer and the audience alike.
Such art that can be qualified as emersive is the result of what the living body of the artist produces by micro-performative physiological phenomena, such as pain, breathing, blood flow or body posture. Emersion is a movement during which forms appear to spectators on the body’s surface, which externalize the artist’s internal sensations. In order to be activated, and to emerge up to consciousness by producing an aesthetic form, these micro-performative phenomena occur first and foremost by the immersion of the artist's body in constraining displays or devices.
Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia, 2021
Nell'ultimo secolo i progressi della tecnologia applicata alla biologia, alla robotica, alle neur... more Nell'ultimo secolo i progressi della tecnologia applicata alla biologia, alla robotica, alle neuroscienze so- no confluite nel paesaggio algoritmico, “liberando” spazi di ibridazione e contaminazione. Le nuove pratiche artistiche hanno rimesso in discussione alcuni assiomi storici, come il concetto di autorialità e di unicità dell’opera. Si apre un “futuro anteriore" di comunicazione, di connessione, sempre più pronto a consegnarci un immaginario collettivo capace di interpretare cambiamenti epocali. Le sperimentazio- ni tecnologiche hanno “attivato” nello sguardo caleidoscopio dell’arte un’azione performativa connet- tiva dove arte, vita e politica si integrano in una “battaglia” tra processi di democratizzazione della rete e dell’informazione, mediata da corpi “liberati”. Questa è una storia di tante storie possibili, dove la cu- ra assolve la sua funzione nella connessione fra media e vissuto amplificato dalla pratica artistica di un Nuovo Abitare per una cultura ecosistemica. Il corpo-dispositivo con tutte le sue possibilità si dissemina nella rete, reinventando il reale e la malattia e creando spazi “aumentati” per la critica, per l’espressione, per l’azione e per una “salvezza ubiqua”. La grande opportunità dell’esistenza è quella di esprimersi “po(i)eticamente” attraverso i dati per generare un dibattito esistenziale nella cultura.
In the last century the progress of technology applied to biology, robotics, neuroscience have flowed into the algorithmic landscape "freeing" spaces of hybridization and contamination. Multimedia arts and new artistic practices have called into question some historical axioms, such as the concept of authorship and uniqueness of the work. An "earlier future" of communication and connection is opening up, increasingly extended and ready to give us a collective imagination capable of interpreting epochal changes. Techno- logical art and its experiments have "activated" in the kaleidoscopic gaze of art a performative connective action where art, life and politics are integrated in a "battle" between democratization processes of the network and information and mediated by "liberated" bodies. This is a story of many possible stories, where care fulfills its function in the connection between media and experience amplified by the artistic practice of a New Living for an ecosystemic culture. The body-device with all its possibilities is disseminat- ed in the network, reinventing the real and the disease and creating "augmented" spaces for criticism, for expression, for action and for a "ubiquitous salvation". The great opportunity of existence is to express oneself "po(i)etically" through data to generate an existential debate in culture.
The STEAM Atelier experience and the BEcoming Animals laboratory, 2020
Art explores technological and scientific frontiers: it is an act of revelation. So research asks... more Art explores technological and scientific frontiers: it is an act of revelation. So research asks questions about the possibilities and implications of technological innovation, exploring paths of inquiry, conceptual frameworks and cultural associations different from those investigated by scientists and engineers. Artistic research in relation to scientific research is shaping the future in profound ways. Our culture desperately needs broad involvement in shaping research agendas, processes of inquiry, and exploring the implications of what is discovered and shared in schools, universities, and academies. Artists can contribute significantly to this discourse by developing a new kind of artist-researcher role, and STEAM can be our ecosystemic performance so that the imaginary becomes the engine of undisciplined; environment for radical change in thinking.
Flusser Studies 29, 2020
Ogni uomo diventa, un’artista, creativo nel collettivo e si trasforma da soggetto a progetto di m... more Ogni uomo diventa, un’artista, creativo nel collettivo e si trasforma da soggetto a progetto di mondi alternativi. Questa operazione “taumaturgica” di Flusser innesca un incontro presente e vivo, nonché nutriente, nell’impresa intellettuale, artistica e vitale, consegnandoci un “corpo a corpo estremo” nel flusso quotidiano del contemporaneo vivere. In questo spazio inedito Flusser attiva un laboratorio di immaginazione e di ricerca alla libertà per un componimento poetico, dove la fotografia restituisce nella sua “apparizione” l’unità dalla dispersione dell’universo quantistico. Flusser è la nostra super- black-box complessa e la fotografia è una perfomance quotidiana nel mondo: una radiografia interna dell’essere in movimento.
FUTURI12 - Rivista Italiana di Futures Studies. Il futuro del turismo: sfide tecnologiche e digitali nell’Antropocene a cura di Fabio Corbisiero, Elisabetta Ruspini, 2020
Spesso, durante la routine quotidiana del camminare per la città, ci ritrovia- mo a vivere il no... more Spesso, durante la routine quotidiana del camminare per la città, ci ritrovia- mo a vivere il nostro ambiente fisico interagendo continuamente e praticando la nostra navigazione degli spazi mediatici. All’esercizio della flânerie (il bi- ghellonare, il passeggiare, il vagare) si intrecciano le pratiche dell’interattività e dell’interazione con i mezzi virtuali. Uniformità e sicurezza sono più potenti nella personalizzazione degli spazi mediatici, che sono anche altamente mobili. Oggi, aziende, agenzie di travel management (TMC) e fornitori di viaggi usano la geolocalizzazione. Compagnie aeree, hotel, ristoranti, bar, luoghi di intratte- nimento e destinazioni turistiche forniscono ai clienti informazioni specifiche per località, nonché incentivi per attrarre e gestire i viaggiatori d’affari. L’uso crescente delle tecnologie indossabili (wearable technology) inverte la premi- nenza dello spazio fisico sugli spazi mediatici, amplificata quando queste tec- nologie vengono utilizzate negli spazi pubblici. Allo stesso tempo, tutte queste tecnologie privatizzano globalmente lo spazio dell’utente (Chambers, 1990) che così acquisisce, in quanto utente-turista, una sorta di re-territorializzazio- ne, in virtù dell’immersione in alcuni ambienti e, come vedremo più avanti, assumendo un’altra forma di corporeità (incorporazione/dis-incorporazione), spostando l’attenzione dallo spazio fisico a quello virtuale. Con il lancio della piattaforma Google Maps, la ricerca e la visualizzazione di carte geografiche di buona parte della terra è alla portata di tutti. Google Maps diventa la prima guida turistica digitale e il suo servizio di geolocalizzazione la prima “dipendenza virtuale” che fornisce informazioni e raccomandazioni in movimento. In questo modo si rivoluziona il modo di viaggiare, di esplorare, di consumare in- formazioni, di vivere il mondo da parte dell’utente-turista. La tecnologia GPS (Global Positioning System) elimina il gusto ottocentesco del flâneur, il turista non si perde più e, soprattutto, fa decidere al servizio digitale cosa mangiare e cosa comprare.
Université Savoie Mont Blanc UFR Lettres, Langues, Sciences Humaines Laboratoire Langages, Littératures, Sociétés, Études Transfrontalières et Internationales, 2020
This paper will address the issue that great philosophers – from Spinoza to Deleuze to many other... more This paper will address the issue that great philosophers – from Spinoza to Deleuze to many others – have puzzled over for centuries: What can a body do?
Art has long questioned its status in relation to modern technologies in order to understand the importance of new and varied corporeal dimensions: from Ballard’s sci-fi literature to Cronenberg’s films; from Artaud’s Body without Organs3 (CSO) to Philip K. Dick’s Do Androids Dream of Electric Sheep?, from science-fiction Real Humans to Black Mirror, passing through all the various forms of Body Art; from Orlan’s aesthetics and bio-political practices, to Sterlac’s contamination between flesh and technology, up to Jaron Lanier’s virtual reality. Artists have investigated the meaning of new existential dimensions adopting plural and innovative means and media, and elaborating meta-narratives of bodies and changing identities. Aesthetics – as the science of sensory knowledge – must take into account and analyze this new social and artistic reality.
The arts, science and technology are experiencing a period of profound change. Normally we use th... more The arts, science and technology are experiencing a period of profound change. Normally we use the terms digital everywhere, because it is embodied in our culture. We could talk about third culture as John Brockmann writes. The third culture, according to him, consists of
those scientists and other thinkers in the empirical world who, through their work and expository writing, are taking the place of the traditional intellectual in rendering visible the deeper meanings of our lives, redefining who and what we are. We are talking about whole new
forms of subjectivity. We are seriously talking about mutated worlds that have never existed on this planet before. And it is not just idea. It is new flesh. Human beings are always already immersed in the world, in producing what it means to be human in relationships with each
other and with objects. In the 21st century, some of the most dynamic works of art are being produced not in the studio but in the laboratory, where artists probe cultural, philosophical and social questions connected with cutting-edge scientific and technological research.
Human life and culture will expand also beyond biological limits, through the Third Life, the life that humans are giving to the entities built by their culture. There are many emerging or growing fields: autonomous agents and artificial life forms, autonomous objects, robotics and biorobotics, nano entities, hybrids (organic/ inorganic), modified or expanded organisms, synthetic life. This growth and multiplicity will take place in a realm where connecting, collecting, communicating and sharing information can be easily and automatically achieved thanks
to the computer technologies and the Net. The artists during the third millennium have begun to tackle the concepts, the tools, and the contexts of scientific and technological research: the results of their works are provocative and intriguing. These artists, who have been working combining both scientific and technological approach, outlined new perspectives in the art fields, in order to explain the complexity of the world following a trans-disciplinary method.
Metrobodily is a brain expression for describing this spherical mutation, where the ubiquitous bodies are interconnected for a living, hybrid and hyperconnected planet. Bodies everywhere, absent and present at the same time. We have many bodies, physical, virtual, extended, multisensorial.
What can a body do? What is New? What is Innovation? What it the relationship between art and science?
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Le arti, la scienza e la tecnologia stanno vivendo un periodo di profondo cambiamento. Normalmente noi utilizziamo il termine digitale ovunque, perché esso è incorporato nella nostra cultura. Potremmo parlare di
terza cultura come scrive John Brockmann. La terza cultura, è costituita da scienziati e pensatori del mondo empirico che, attraverso il loro lavoro e la loro esposizione stanno prendendo il posto dell' intellettuale tradizionale nel rendere visibile il più profondo significato della nostra vita, ridefinendo chi e cosa siamo. Stiamo parlando di nuove
forme di soggettività. Stiamo parlando di nuovi mondi che non sono mai esistiti su questo pianeta prima. E non è solo un' idea. È la nuova carne. Gli esseri umani sono sempre immersi nel mondo, nel produrre ciò che significa essere umano e nelle relazioni con l'altro e gli oggetti.
Nel XXI secolo, alcune opere d' arte sono state prodotte non dentro ad uno studio, bensì in un laboratorio, dove gli artisti hanno indagato culturalmente, filosoficamente le questioni sociali legate alla ricerca scientifica e tecnologica d' avanguardia.
La vita e la cultura umana si espanderanno anche oltre i limiti biologici, attraverso la Terza Vita, la vita che gli esseri relegano alle entità costruite dalla loro cultura. Ci sono campi emergenti come la robotica e la biorobotica, agenti e oggetti autonomi, forme di vita artificiale, nano entità ibride (organiche/ inorganiche), organismi modificati o espansi e
vite sintetiche. Questa crescita e molteplicità avrà luogo in un ambito dove connettersi. La comunicazione e la condivisione delle informazioni possono essere realizzate in modo semplice e automatico grazie a
alle tecnologie informatiche e alla rete. Gli artisti del terzo millennio devono affrontare i concetti, gli strumenti e i contesti della ricerca scientifica e tecnologica. I risultati delle loro opere sono provocatori e intriganti. Gli artisti, perseguendo un metodo transdisciplinare, lavorano coniugando diversi approcci scientifici e tecnologici, delineando così nuove prospettive nell'arte per "risolvere" la complessità del mondo, .
Metrocorporeità è una mia espressione cerebrale per descrivere questa mutazione sferica, dove i corpi sono interconnessi in un pianeta ibrido . Corpi ovunque: assenti e presenti contemporaneamente. Abbiamo molti corpi, fisici, virtuali, estesi, multisensoriali. Cosa può fare un corpo? Cosa è nuovo? Che cos' è l' innovazione? Che cosa è il rapporto
tra arte e scienza?
Corpo da luogo utopico a spazio eterotopico in direzione di una metodologia eroptica antropologic... more Corpo da luogo utopico a spazio eterotopico in direzione di una metodologia eroptica antropologica. Il corpo nella sua ambivalenza simbolica muta nelle contaminazioni del XXI secolo.
Foucault partendo da Marcel Proust cerca un luogo che sia il contrario di un’utopia. Quel luogo si chiama corpo. Esso si trova altrove, in uno spazio altro dal mondo, in una zona di frontiera, oltre il confine del Reale. Per Foucault sono i meccanismi di potere che si indirizzano al corpo che diventa forza utile solo quando è contemporaneamente corpo produttivo e assoggettato.
La tecnologia del potere investe sul corpo codificandolo e disciplinandolo.
Lo spazio si apre allo scarto, alla distanza e svela come il linguaggio sia la più ossessiva delle metafore. Lo spazio è un luogo altro, dislocato, come la nave che è l’eterotopia per eccellenza. Nella civiltà senza navi, i sogni si inaridiscono.
Gli spazi eterotopici sono connessi con tutti gli altri spazi in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano. Le utopie consolano, mentre le eterotopie inquietano. La transformazione silenziosa avviene tra un’utopia che si sviluppa nel suo valore ideale e lo spazio eterotopico in cui il corpo mantiene il suo corpus in un luogo senza luogo, per poi incarnarsi nel momento della connessione alla Rete in una dimensione virtuale: l’avatar. Nel Web il corpo si trans-forma, perde gender, gli organi si aprono al sex appeal dell’inorganico. Il corpo si guarda, si riempie di occhi e muove verso una metodologia eroptica. Il desiderio dello sguardo si moltiplica quando il corpo si connette nell’avatar. L’eroptica addestra lo sguardo nuovo, fornendo una riscrittura dell’occhio, aprendosi ad una condizione polisensoriale, dove l’avatar cambia la sua identità multi-individuale incorporata nei feticci digitali: occhio e desiderio erotico si mescolano. Lo sguardo non ha più bisogno della profondità prospettica per essere ingannato. La vertigine della simulazione non controlla più il corpo che cerca di superare la sua inadeguatezza ri-nnovandosi. È qui che una trans estetica gioca con la filosofia del sentire, spostando il suo grado in una zona di frontiera che supera lo schermo, entrando nel cyberspazio, dove il corpo si metamorfizza, transita e riceve altri corpi metaforici-mutanti e moltiplicati.
Vilém Flusser introduces a Kulturrevolution produced by computers and by the universe of technica... more Vilém Flusser introduces a Kulturrevolution produced by computers and by the universe of technical images, leading to a re-conceptualization of society and identity, thus producing a complex theory of the media. According to Flusser, communication always depends on the media and upon each medium’s own logic and ways of transmitting information. By changing the structure of the media, information also changes, and at the same time, the reality we experience. Flusser describes this communicational revolution starting from the proliferation of images into multi-visual information. The collapse of texts and the hegemony of images, according to Flusser, led to a revolution of technical images, which no longer refer to an existing world, but to the concepts that we make. Technical images are born to rebuild guidance and a re-conquest of sense perception. The screen becomes the place, the skin in which the philosophy of feeling is currently developing. Through this new mirror-device (the screen), we have an aesthetic touch-screen that redefines our gestures. While McLuhan communicates, Flusser “envisions,” and Roy Ascott produces visions. Technologies and miniaturization invade the body inside and outside, thus bringing the digital world into the physical one, within and around us: ubiquitously. The new situation, beyond contemporary communication, is producing a new type of media: moist media. This advancing, post-digital mutations, imply a variable reality while our space-time dimension becomes an exciting constellation of Flusser's flows and movements.
On the occasion of 15 years of activity Noema has launched a Survey on which inventions, scientif... more On the occasion of 15 years of activity Noema has launched a Survey on which inventions, scientific disciplines, technologies and events in the last 15 years have deeply influenced, or will be influencing, the relationships among culture, society, sciences and technologies. The Survey took place in two times, from April 13 to May 4, 2016. In the first phase, since the number of the elements to include could have been too high, Noema has asked to every member of its International Board and of the Editorial Staff for indicating five entries, from which, basing on the recurrences, have been drawn 21 entries. These entries, selected by Noema, have been finally proposed to a circle of people based on the magazine’s and its members' network. The result is one hundred of answered Surveys (not bad considering the specificity of many topics, the required knowledge and the difficulty to evaluate the impact of some issues).
“Quasi tutte le storie, più o meno, celano una menzogna,” ci racconta Orson Welles all’inizio di ... more “Quasi tutte le storie, più o meno, celano una menzogna,” ci racconta Orson Welles all’inizio di F for fake(1973). Proprio la crisi del rapporto fiction/realtà e l’esplicita messa in discussione della “referenzialità” dell’arte, nonché l’emergere di scritture che esibiscono, anziché nascondere i propri meccanismi finzionali e compositivi, ostentano il proprio riferimento non alla “vita” ma ad altra letteratura, ad altro cinema, ad altro fumetto. In altre parole, “ciò che vedo è vero, e non solo verosimile, e per questo ci credo”. Proprio il processo di finzionalizzare la realtà ha investito non solo i media, ma anche la letteratura degli ultimi decenni, innescando, da un lato il falsificare, dall’altro invece il narrativizzare, ossia tradurre il documento in racconto. Ciò comporta nel primo caso l’alterazione del dato reale, che perde le sue specificità, mentre nel secondo caso si limita invece alla commutabilità, che si rivolge più che alla natura del fondo, alla forma. Infatti la cifra finzionale e il dato cronachistico vivono e convivono contemporaneamente nel medesimo spazio narrativo. Spesso si definisce la non-fiction in opposizione alla fiction. Questa contaminazione ipermediale genera nuovi processi di ibridazione, dove i generi si perdono per un territorio comune, una sorta di terzo paessaggio in cui crescono. Proprio in questo contesto la transmedialità (“transizione mediale”) eleva a cifra stilistica possibili realtà (mondi possibili), quella virtuale e aumentata. Oggi abbiamo le telecamere, le macchine fotografiche digitali, i sistemi di comunicazione wireless, le animazioni 3D in tempo reale, la condivisione delle nostre esperienze tramite internet e i suoi sistemi, email, chat, MMOD, Facebook, Flickr, Twitter. Il fake si basa sulla questione di cos’è la verità? Chi stabilisce se un artwork è arte o no? Come si stabilisce se è lui o non è lui? Come si fa a riconoscere il bello? Quindi il fake non come falso, bensì come un ibrido movimento falso-vero, in cui nell’intermezzo sorge “un nuovo territorio ubiquo”. Proprio in questo “interstizio transmediale” vivono e pulsano incroci mobili e fluttuanti superando perfino le discipline per una transizione tra materiale-immateriale, falso-vero, fiction-non-fiction. Ecco che F for fake può essere riavvolto e “restaurato” per un re-enactment linguistico e performativo. Così vicino, così lontano, il falso diviene modello del vero oltre la non-fiction per una pratica creativa e umana, in cui tutto è differente.
“Almost all stories hide, more or less, a lie,” Orson Welles tells us at the beginning F for Fake (1973). Precisely the crisis of fiction/reality relationship and the explicit questioning of “referentiality” art, as well as the emergence of scriptures that exhibit rather than hide their fictional and compositional mechanisms, flaunt their reference not to the “life” but to other literature, for another film, for another comic strip. In other words, “what I see is true, and not only credible, and that’s why I trust it”. Just the process of “fictionalizing” the reality has involved not only the media, but also the literature of the last decades, triggering, on one the hand the fake, on the other hand the narrativize, that is translate the document into story. This results in the first case the alteration of the real data, that loses its specificity, while in the second case is confined to the switchable, which targets more than to the nature of the bottom, to the form. In fact, the fictional figure and the chronicle data live and coexist simultaneously. in the same narrative space. Often we define the non-fiction as opposed to fiction. This contamination hypermedia generates new processes of hybridization, where the genders are lost for a common territory, a sort of third scenery in which they grow. In this context the transmediality (“medial transition”) rises to stylistic cifras possible realities (worlds), and virtual and augmented. Today we have cameras, digital cameras, wireless communication systems, 3D animations in real time, the possibility to share our experiences through the internet and its systems, email, chat, MMOD, Facebook, Flickr, Twitter. Is fake based on the question of what is truth? Who determines whether an artwork is art or not? How do you determine whether it is he or is not he? How do you recognize beauty? Fake doesn’t have to be seen as false, but as a hybrid false-true movement, and in the space represented in between rises “a new ubiquitous” territory. Preciselly within this “transmedial gap” floating and mobile crossings live and trill going beyond the disciplines for a transition between the material-immaterial, true-false, fiction-non-fiction. Here F for Fake can be rewound and “restored” for a linguistic and performative re-enactment. So close, so far, the false becomes a model of true beyond non-fiction for a practice creative and human, in which everything is different.
The arts, science and technology are experiencing a period of profound change. Explosive challeng... more The arts, science and technology are experiencing a period of profound change. Explosive challenges to the institutions and practices of engineering, art making, and scientific research raise urgent questions of ethics, craft, and care for the planet and its inhabitants. Unforeseen forms of beauty and understanding are possible, but so are too unexpected risks and threats.
Imaginaire et idéologie du plurilinguisme littéraire et numérique Immaginario e ideologia del plu... more Imaginaire et idéologie du plurilinguisme littéraire et numérique Immaginario e ideologia del plurilinguismo letterario e digitale
Che cosa accade in noi quando ci troviamo a dover fare in conti con una lingua diversa da quella ... more Che cosa accade in noi quando ci troviamo a dover fare in conti con una lingua diversa da quella materna? Che cosa accade in un autore quando decide di abbandonare la sua lingua per scrivere in una diversa dalla propria? Che cosa si perde in questo passaggio e che cosa si acquista? E poi, perché si lascia una lingua per adottarne un’altra? Adrian Bravi, attraverso il suo ultimo lavoro narrativo La Gelosia delle lingue (eum, edizioni università di Macerata 2017) recupera la figura della distanza, una distanza interiore, riuscendo persino a scindere la propria di storia, fatta di ricordi e grafie: un processo di transizione (di rinascita) da una lingua all’altra. Adrian Bravi “scioglie le lingue” in maniera polifonica, mutante, a volte ci lascia perfino un amorevole amaro in bocca, ma allo stesso tempo ci mostra la consapevolezza di una contemporaneità in continua transizione, migrante e mutevole. La lingua di Bravi diviene sincretica, si trasforma (non perdendo però il suo mater), si ibrida, interpretando una realtà delicata e critica con un messaggio di speranza verso l’apertura, lo scambio dialogante e mutante della/delle lingue transitanti (translingue).
What happens inside when we deal with a different tongue from mother tongue? What happens in an author when he decided to abandon his tongue for write in a different our language. What do we lose and what do we achieve in this transition? And than, why we leave a tongue for adopt an other? Adrian Bravi with his the last narrative work La gelosia delle Lingue (eum, edizioni università di Macerata, 2017) recovers the figure of distance, an internal distance, succeeding to separated the our history made by memories and handwriting. This transition process (re-birth) from a tongue to other. Adrian Bravi “melts” the tongues in polyphonic, mutant way. He leave us, even, an painful loving in our mouth, but at the same time, he show us the awareness of a variable and migrant contemporaneity in continuous transition. Bravi’s tongue becomes syncretic, transforming itself (don’t lose his mater), hybrid itself, interpreting a sensitive and critical reality with a message of hope towards the openness, the communicative and mutant of passages tongue/s (transtongues).
Che Fare, 2021
L'epoca dell'Homo Fictus, perché l'essere umano esiste per generare esperienze immaginarie 512 pa... more L'epoca dell'Homo Fictus, perché l'essere umano esiste per generare esperienze immaginarie 512 pagine, 720 g, largo 14 cm, profondo 3.5 e alto 21 cm, questi sono i primi dettagli tecnici della nuova pubblicazione per la casa editrice Meltemi nella sezione Biblioteca / Culture Visuali di Francesco Monico, professore di Archetipi dell'immaginario e di Filosofia della tecnica in differenti atenei e accademie italiane, fondatore della Scuola di Media Design e Arti Multimediali della Naba di Milano. L'opera appena partorita si intitola Fragile Un nuovo immaginario del progresso. Dalle caratteristiche tecniche appena elencate, del volume, sembra proprio non avere nulla di fragile. A partire dalla preziosa prefazione di Simone Guidi, scopriamo che l'autore, nonché direttore dell'Accademia Unidee della Fondazione Pistoletto di Biella, si pone una sfida complessa. Il valore scientifico di questa opera sta proprio in questa complessità che piano piano srotola una serie di problematiche contemporanee. Abbiamo il diritto (e il dovere) di immaginare per re-immaginare e Francesco Monico ci invita a dis-tendere sul filo delle fragilità il nostro equilibrio, nonché la nostra speranza in un mondo immerso nel progresso, ma senza farci perdere l'immaginario che sorregge il dramma tecnologico. Con estrema cura Monico dirige l'attenzione del lettore verso un'urgenza (consapevole) di fare quadrato nel mondo in un esercizio mentale, gnoseologico donandoci una costellazione carica di idee, per poi catapultarci dentro un mondo caotico e globale, sovraccarico di informazioni, ecologicamente insostenibile ed economicamente instabile, nonché disilluso. In questa linea tesa e fragile di disincanto, contraffazione della storia, l'autore, ci invita a riflettere, o meglio a immaginare, ma soprattutto re-immaginare con coraggio sulle spalle dell'Homo Fictus che sorregge e accoglie il progresso con tutte le sue fobie e le sue tecnofilie.
https://noemalab.eu, 2019
Recensione del volume: Manifesto Emersivo. Nascita delle Arti Immersive Anaïs Bernard, Bernard An... more Recensione del volume: Manifesto Emersivo. Nascita delle Arti Immersive Anaïs Bernard, Bernard Andrieu (eds.) 2018
Cosa può un corpo? Da Spinoza a Deleuze, da Merleau-Ponty a Jean-Luc Nancy tutti hanno indagato il corpo. Parlare del corpo e col corpo contemporaneo che si presenta come una pluralità di segni risulta oggi complesso e difficile. Le nuove pratiche estetiche che l'arte contemporanea ci propone, offrono un ricco panorama di stimoli, input e informazioni. Il corpo viene coinvolto in questo processo di trasformazione, sia interiormente che esteriormente. L'ibridazione sicuramente è uno dei temi centrali del contemporaneo, motore di discussione che si innerva sotto pelle e in qualche modo l'essere umano è disposto ad accettarne la sfida. Il corpo viene indagato da un punto di vista antropologico, ma anche biologico e fenomenologico allo scopo di tracciarne la sua natura delicata e le relazioni di soggetto/oggetto, realtà/virtualità, fantasticheria/sogno. Il corpo ci appare come il punto di ancoraggio del nostro rapporto col mondo, con gli altri, con noi stessi, un nucleo di rappresentazioni. A supporto di questa indagine ci viene incontro il Manifesto Emersivo. Nascita delle Arti Immersive della ricercatrice Anaïs Bernard e del filosofo francese Bernard Andrieu edito nel 2018 da Noema.
https://noemalab.eu, 2019
Recensione del volume: Tra arte e complessità, Pier Luigi Capucci e Simonetta Simoni (a cura di)... more Recensione del volume:
Tra arte e complessità, Pier Luigi Capucci e Simonetta Simoni (a cura di), Noema Media Publishing, 2018.
Il volume pubblicato raccoglie l'importante e stimolante contributo di numerosi studiosi all'interno del Festival della Complessità tenutosi a Bologna nel Luglio 2017. È stata sicuramente un'edizione particolare inserita all'interno di un contesto internazionale come l'evento art*science 2017/Leonardo 50-Il Nuovo e la Storia, ideato dallo stesso direttore di Noema, Capucci. I tre giorni di eventi e conferenze a Bologna sono stati dedicati sia ai cinquant'anni del magazine Leonardo, pubblicato da MIT Press, sia alla relazione sempre più profonda tra arte, scienza e tecnologia.
https://noemalab.eu, 2019
Recensione del volume: Arcagni Simone, L’occhio macchina. Uno sguardo sulla vita algoritmica, Ei... more Recensione del volume:
Arcagni Simone, L’occhio macchina. Uno sguardo sulla vita algoritmica, Einaudi, Torino, 2018
https://noemalab.eu, 2019
Recensione del volume: La vita è un medium. Un censimento sull'arte transgenica di Mario Savini... more Recensione del volume:
La vita è un medium. Un censimento sull'arte transgenica di Mario Savini, University Press di Pisa, 2018.
Recensione del libro di John Picchione, La scrittura, il cervello e l'era digitale, eum, Macerata... more Recensione del libro di John Picchione, La scrittura, il cervello e l'era digitale, eum, Macerata 2016
Recensione del libro Fake in China di Massimo Canevacci, Aracne 2014.
Recensione del libro Tanz Berlin di Francesco Macarone Palmieri, Manifesto Libri
Il corpo come dispositivo.
Éditions Mimésis, 2020
Arts, science and technology are experiencing a moment of pro- found change. Explosive challenges... more Arts, science and technology are experiencing a moment of pro-
found change. Explosive challenges to institutions and practices of
engineering, art making, and scientific research raise urgent issues of
ethics, craft, and care for the planet and its inhabitants. Unforeseen
forms of beauty and understanding are possible, but also are unex-
pected risks and threats. As a new global connectivity creates new
arenas for interaction between science, art and technology, it also
creates preconditions for global crises. We commonly use the term
‘digital’ everywhere because the digital experience is embodied in
our culture. This universe of simulation can mix up and often totally
substitute what we call ‘the real world’. Artifacts and machines we
have invented stem from our use of symbolic intelligence and often
– such as in the case of artificial intelligence- come from an attempt
to simulate or emulate it.
Presses Universitaires Savoie Mont Blanc, C. Brun, 2020
This paper will address the issue that great philosophers – from Spinoza1 to Deleuze2 to many oth... more This paper will address the issue that great philosophers – from Spinoza1 to Deleuze2 to many others – have puzzled over for centuries: What can a body do?
Art has long questioned its status in relation to modern technologies in order to understand the importance of new and varied corporeal dimensions: from Ballard’s sci-fi literature to Cronenberg’s films; from Artaud’s Body without Organs3 (CSO) to Philip K. Dick’s Do Androids Dream of Electric Sheep?, from science-fiction Real Humans to Black Mirror, passing through all the various forms of Body Art; from Orlan’s aesthetics and bio-political practices, to Sterlac’s contamination between flesh and technology, up to Jaron Lanier’s virtual reality. Artists have investigated the meaning of new existential dimensions adopting plural and innovative means and media, and elaborating meta-narratives of bodies and changing identities. Aesthetics – as the science of sensory knowledge – must take into account and analyze this new social and artistic reality.