Francesco Sorrentino | Università degli Studi di Napoli "Federico II" (original) (raw)

Books by Francesco Sorrentino

Research paper thumbnail of Influenze della Tendenza italiana in Europa. Il progetto urbano in Spagna

Influenze della Tendenza italiana in Europa. Il progetto urbano in Spagna. Clean, Napoli , 2015

Lo studio affronta il tema del progetto urbano in Europa a seguito delle teorie che nella seconda... more Lo studio affronta il tema del progetto urbano in Europa a seguito delle teorie che nella seconda metà degli anni ’60 nacquero intorno al gruppo italiano della Tendenza e si sofferma in particolare sul contesto spagnolo che, a partire dalla caduta del regime franchista, subì, specialmente negli ambienti vicini al marxismo, una forte influenza delle teorie italiane. Il libro si conclude con le interviste a due personalità di spicco della cultura architettonica spagnola, quali Josè Ignacio Linazasoro e Simón Marchán Fiz, che hanno fornito chiarimenti fondamentali per l’elaborazione del lavoro.

Research paper thumbnail of Oswald Mathias Ungers. L’Uno e il Molteplice

Oswald Mathias Ungers. L’Uno e il Molteplice, Clean, Napoli, 2017

Rispetto a una tendenza che spinge il progetto in una dimensione sempre più tecnica, che lo vuole... more Rispetto a una tendenza che spinge il progetto in una dimensione sempre più tecnica, che lo vuole da un lato sciolto nella liquidità dei sistemi digitali, dall’altro funzionale a stringenti logiche di mercato, così che si configuri come “prodotto”, destinato a rispondere al pari degli altri beni di consumo a una domanda complessa e diversificata, la lezione di un maestro dell’architettura come O. M. Ungers risulta quanto mai attuale […] Ungers è un tedesco e come tale incarna una duplice dimensione, da un lato quella della ragione, la ragione dei filosofi, del pragmatismo industriale ed economico, e la ragione dell’oggettività bauhaussiana, dall’altro la dimensione della “passione”, la passione del Romanticismo, del dionisiaco nietzschiano. Questa duplicità, la coincidentia oppositorum di Nicola Cusano, non diventa mai conflitto, è il luogo in cui tesi e antitesi coincidono, in cui la varietà convive nell’unità, cosicché se vi è un’identità della cultura occidentale essa consiste per Ungers nella sua capacità di fondarsi sul molteplice, sul superamento dei contrari in una «unità complementare».
Oltre a mettere in luce aspetti meno noti della figura di Ungers architetto e teorico dell’architettura, il libro riflette anche sull’intenso rapporto dell’architetto tedesco con la cultura italiana, un rapporto sancito con il conferimento della laurea ad honorem alla Facoltà di architettura “Aldo Rossi” dell’Alma Mater di Bologna nel 2004.

Research paper thumbnail of Letture della città contemporanea. Lo sguardo di nove architetti sulla città.

Letture della città contemporanea. Lo sguardo di nove architetti sulla città. Clean, Napoli, 2018

Scopo di questo libro non è quello di tracciare per la città contemporanea, in tutta la sua compl... more Scopo di questo libro non è quello di tracciare per la città contemporanea, in tutta la sua complessità, una traiettoria, stendere un filo che la dispieghi in un discorso orientato. Piuttosto, la complessità della città e dei fenomeni ad essa legati è qui tradotta, come indica il titolo, in una serie di sguardi, differenti, anche contraddittori. Ciò rende per un verso la contraddittorietà stessa della metropoli contemporanea che nei suoi conflitti interni risulta difficile, se non impossibile, imbrigliare in visioni di tendenza, in linee tese verso direzioni predeterminate, benché plurali. Dall’altro, la soggettività propria allo sguardo indica essa stessa una traiettoria di analisi, restituendo a posteriori – soltanto dopo l’osservazione – nella pluralità dei punti di vista un’immagine multidimensionale della città. […] Questo libro vuole essere un invito all’osservazione, ad allenare lo sguardo, quale strumento di lettura e di comprensione della realtà che ci circonda. Prima ancora del progetto, dello studio e dell’analisi dei fenomeni urbani, che inevitabilmente finisce per dividere, frazionare e scomporre la complessità, è necessario recuperare la dimensione dello sguardo come attività non solo della mente ma anche e soprattutto dell’anima.

Research paper thumbnail of The tragic experience of modernism in Naples and the utopia of the “Vele” complex

CAMERACRONICA MAGAZINE ISSN 2281-1311, 2017

Con il Progetto di fattibilità tecnica ed economica, Restart Scampia, nel quale il Comune di Napo... more Con il Progetto di fattibilità tecnica ed economica, Restart Scampia, nel quale il Comune di Napoli prevede l’abbattimento di tre delle quattro superstiti Vele di Scampia, la figura di Franz Di Salvo è richiamata all’attenzione nell’attuale dibattito sulla città. L’interesse per Di salvo è ancora vivo non solo per la qualità delle sue opere ma anche per l’eredità, forse sottovalutata, che ha lasciato alla cultura architettonica italiana.
Nel numero vi è anche uno sguardo più ampio sull’intenso percorso dell’opera di Franz Di Salvo, che già a partire dagli esordi, paradigmatici, mostrava una chiara adesione al programma del Moderno. Dalle finestre a nastro di Via Stadera, al più rigoroso impianto del rione Mazzini, fino al progetto per Scampia e alle sperimentazioni della Città Nolana, con Di Salvo si ripercorre tutta l’esperienza “tragica” del Moderno in Italia e del suo impegno, forse troppo carico di ideologia, per la casa popolare.

Essay in collective publication by Francesco Sorrentino

Research paper thumbnail of SVEN MARKELIUS, ARCHITECT AND URBAN PLANNER. INFLUENCES AND CONTAMINATIONS WITH THE NEAPOLITAN SCHOOL

LA CITTÀ GLOBALE. LA CONDIZIONE URBANA COME FENOMENO PERVASIVO / THE GLOBAL CITY. THE URBAN CONDITION AS PERVASIVE PHENOMENON, 2020

Starting from the visit of a delegation of Swedish architects to the Faculty of Architecture of N... more Starting from the visit of a delegation of Swedish architects to the Faculty of Architecture of Naples in 1950, the work seeks to shed light on the intense relationship that was established between some of the most influential exponents of the Neapolitan and Swedish schools. The work also attempts to reconstruct a broader picture of affinity between two very different cultural worlds that found common ground in the relationships between architecture, community, city and landscape.

Research paper thumbnail of Dialogo sulla città

F. Sorrentino, DIALOGO SULLA CITTÀ, in AA. VV., a cura di F. Sorrentino, LETTURE DELLA CITTÀ CONTEMPORANEA. LO SGUARDO DI NOVE ARCHITETTI SULLA CITTÀ, Clean, Napoli 2018 (ISBN 9788884976536)., 2018

L’articolo mette a confronto due scuole di pensiero differenti, che riassumono, senza ambire a ri... more L’articolo mette a confronto due scuole di pensiero differenti, che riassumono, senza ambire a risolverlo, il dibattito architettonico sulla città: da un lato la tendenza razionalista, che attraverso il progetto e gli strumenti propri all’architettura ritiene ancora possibile dare forma alla città o, meno ambiziosamente, a parti di essa, dall’altro quella liberista, che vede nelle dinamiche economico-finanziarie, nelle spinte provenienti “dal basso”, le forze in grado di determinare il destino della città, affidando all’architettura mere “pratiche di cosmesi”, azioni di superficie e di immagine su cui impostare strategie di mercato.

Research paper thumbnail of Viaggio sull'asse mediano

F. Sorrentino, VIAGGIO SULL'ASSE MEDIANO, in AA. VV., a cura di F. Sorrentino, LETTURE DELLA CITTÀ CONTEMPORANEA. LO SGUARDO DI NOVE ARCHITETTI SULLA CITTÀ, Clean, Napoli 2018 (ISBN 9788884976536)., 2018

“La città oltre a essere oggetto di analisi scientifica è pur sempre un luogo di esperienza sensi... more “La città oltre a essere oggetto di analisi scientifica è pur sempre un luogo di esperienza sensibile, un patrimonio di suggestioni e immagini che appartiene a tutti. D’altronde il tentativo di restituire la percezione di un “territorio in transito”, come è nell’esperienza di tutti coloro che “abitano attraversando” le periferie, riflette il tema dell’infrastruttura quale generatrice di un vero e proprio immaginario urbano, individuale e collettivo. E proprio per questo motivo in Viaggio sull’Asse Mediano alle parole vengono associate le fotografie di Valentina Solano, che non solo documentano il paesaggio, ma acquistano una loro autonomia di senso e significato come un racconto parallelo a quello della scrittura”.

Research paper thumbnail of LA CITTÀ È UNA MOLTITUDINE DI SGUARDI

F. Sorrentino, LA CITTÀ È UNA MOLTITUDINE DI SGUARDI, in: AA. VV., a cura di F. Sorrentino, LETTURE DELLA CITTÀ CONTEMPORANEA. LO SGUARDO DI NOVE ARCHITETTI SULLA CITTÀ, Clean, Napoli 2018 (ISBN 9788884976536)., 2018

Letture deLLa città contemporanea Lo sguardo di nove architetti suLLa città raccolta di saggi a c... more Letture deLLa città contemporanea Lo sguardo di nove architetti suLLa città raccolta di saggi a cura di Francesco sorrentino Letture deLLa città contemporanea raccolta di saggi a cura di Francesco sorrentino Francesco Sorrentino è architetto e docente a contratto presso il Dipartimento di Architettura (DiARC) della Università degli Studi di Napoli Federico II. Lavora nel campo della progettazione architettonica e urbana, del restauro e del design. Nel 2012 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica, con una tesi in cui ha indagato le teorie che hanno portato alla nascita del progetto urbano in Europa alla luce degli studi che intorno agli anni Settanta vennero sviluppati in Italia. Si è occupato di numerosi progetti e ha partecipato a mostre, premi e concorsi di progettazione. Dal 2009 è membro della redazione della rivista "BLOOM". È autore di articoli scientifici su riviste specializzate nel campo della teoria della composizione architettonica. Per CLEAN ha pubblicato Influenze della Tendenza italiana in Europa. Il progetto urbano in Spagna (2015) e Oswald Mathias Ungers. L'Uno e il Molteplice (2017). | 5 | Le ragioni del progetto | 5 | euro 15.00 titolo, in una serie di sguardi, differenti, anche contraddittori. Ciò rende 7 Introduzione La città è una moltitudine di sguardi 17 La città globale Alberto Cuomo 31 Città senza aggettivi Francesco Rispoli 43 Dalla großtadt alla metropoli diffusa Renato Capozzi 59 Infrastrutture, architetture della grande scala e paesaggio: temi per il futuro dell'area orientale di Napoli

Research paper thumbnail of Influenze della cultura architettonica italiana in Spagna: Madrid dagli anni Cinquanta alla caduta del regime franchista

F. Bruni, G. Zucchi, Madrid, architettura e città, Clean, Napoli 2018, p. 159-171., 2018

Attraverso uno studio comparativo il saggio analizza l’influenza della cultura architettonica ita... more Attraverso uno studio comparativo il saggio analizza l’influenza della cultura architettonica italiana sulla città di Madrid nel periodo che va dagli anni Cinquanta alla caduta del regime franchista. La cultura architettonica italiana ha avuto un ruolo decisivo sullo sviluppo della capitale spagnola: l’Italia ha rappresentato un modello verso cui guardare, una cultura particolarmente attenta e, in quegli anni, all’avanguardia sul tema del recupero dei centri storici, sulle istanze di conservazione dei linguaggi della tradizione locale, un esempio di conciliazione tra il necessario sviluppo e modernizzazione della città con la salvaguardia e la valorizzazione delle preesistenze ambientali. Gli architetti spagnoli e in particolare quelli madrileni seguivano con grande attenzione le vicende delle città italiane, specie quelle amministrate dal PCI, che riscuoteva molti ammiratori tra gli architetti contrari al regime franchista. Grazie all’influenza degli studi italiani sui fenomeni urbani e alla nuova attenzione da questi suscitata per le questioni tipologiche e morfologiche, dagli anni Cinquanta fino alla caduta di Franco maturò a Madrid una forte sensibilità per lo studio della città consolidata, per un’architettura in grado di creare legami con la città e più in generale con i temi della cultura locale.

Papers by Francesco Sorrentino

Research paper thumbnail of I territori dell'analogia. A cominciare da Oswald Mathias Ungers / Analogy's Territories. Beginning from Oswald Mathias Ungers

Festival dell'Architettura Magazine, 2017

L'articolo affronta il rapporto tra l'analogia e la disciplina architettonica, tenta di i... more L'articolo affronta il rapporto tra l'analogia e la disciplina architettonica, tenta di indagare cioè, anche attraverso l'esempio di architetti e di architetture, le qualità "interne" ed "esterne" alla scrittura architettonica del processo analogico. L'analogia, infatti, implica da un lato uno stretto rapporto con la disciplina e con i suoi dispositivi costitutivi, con la storia (l'architettura analoga dell'architettura), dall'altro, introducendo all'interno dell'elaborazione progettuale dinamiche soggettive, legate alla memoria e all'immaginazione, essa suggerisce anche connessioni esterne al campo dell'architettura, con la natura, con l'arte, con il paesaggio. Attraverso l'analogia è possibile ripercorre secondo un'angolatura originale i caratteri autonomi ed eteronomi dell'architettura. / The article discusses the relationship between the analogy and the discipline of architecture. It tries to investi...

Research paper thumbnail of Influenze europee della Tendenza italiana. Il progetto urbano in Spagna, O. M. Ungers e la cultura tedesca

La ricerca affronta il tema del progetto urbano in Europa alla luce delle teorie che nella second... more La ricerca affronta il tema del progetto urbano in Europa alla luce delle teorie che nella seconda meta degli anni ’60 nacquero intorno al gruppo italiano della Tendenza. Il lavoro si sofferma principalmente sul contesto spagnolo che subi, specialmente negli ambienti vicino al marxismo, una forte influenza delle teorie italiane a partire dalla caduta del regime franchista, e sul contesto tedesco, che vide nella personalita di O.M. Ungers il sostenitore di una progettualita rivolta all’urbano.

Research paper thumbnail of Tall building as strategy

EdA Esempi di Architettura [DIGITAL VERSION 2035-7982, Open Access], 2020

This study, developed also through teaching activities carried out in architectural design course... more This study, developed also through teaching activities carried out in architectural design courses, reflects on the strategic potentialities that tall buildings can offer for the solution of the most important questions concerning the city and its sustainable development, with particular regard to the objective set by the European Union to reduce soil consumption. The city is today facing on the one hand the continuous population growth - current demographic previsions attest to the growing concentration of the world population in urban areas (UN, 2018) - and on the other the need to guarantee more space for nature for the improvement of environmental characteristics (air quality, climatic conditions, soil permeability). In the face of this contradiction, the tall building can certainly offer solutions, thanks to its intrinsic ability to combine high density and soil saving. However, the study of a specific building typology cannot ignore its external relations, the effects that it can have on the urban space. In fact, also through design schemes, the tall building is investigated in its implications with different spatial models, the compact ones typical of the consolidated city and the more rarefied ones of the city open to nature and to the landscape.
The strategy implemented by tall building is also financial: it can allow, in the current condition of scarcity of public resources, the realization by private individuals of collective spaces, such as parks, green areas and urban gardens, taking advantage of larger building floor areas developed in height.
There is here also an analysis of the potential internal to tall building, that is, the possibility of translating it, through specific design solutions, into a “porous” building, capable of capturing the urban spatiality, that, by this way, it can be leaded in height to the various levels by lifting it from the ground.

Research paper thumbnail of Gropius e l’edificio alto. Dal progetto per il Chicago Tribune alla conquista degli States

Bloom, Rivista Trimestrale di architettura, ISSN 2035-5033, 2019

In 1922, the Chicago Tribune announced a competition for the new headquarters of the newspaper. T... more In 1922, the Chicago Tribune announced a competition for the new headquarters of the newspaper. The prize set for the winner was very lucrative – $ 50,000, the equivalent of around € 620,000 today – ensuring the participation of many American and European architects.
The competition represented a crucial event in the history of architecture because it compared the two greatest architectural cultures
of the West.
Walter Gropius, who became director of the Weimar Bauhaus in 1919, along with Adolf Meyer, participated in the competition with a surprising project for modernity of language and volumetric balance. Other distinguished European participants were Ludwig Hilberseimer,
Adolf Loos, and Eliel Saarinen, the latter among the finalists in the second place. However, for the Modern Movement, which found in Bauhaus the most formidable incubator of ideas and experiences, it was still early to "conquer" the United States. The winning project was the skyscraper of the Americans J. M. Howells and R. M. Hood, built between 1923 and 1925. Through the evolution of the skyscraper the article wants to reconstruct an intense story that holds together Walter Gropius and the Bauhaus, Bruno Taut, Le Corbusier, Frederick Law Olmsted, Daniel Burnham, Hugh Ferris, Harvey Wiley Corbett, Raymond
Hood, the analysis of Manfredo Tafuri and Rem Koolhaas, in the background of the cities of Chicago and New York.

Research paper thumbnail of I TERRITORI DELL'ANALOGIA. A COMINCIARE DA OSWALD MATHIAS UNGERS

FAmagazine - ISSN 2039-0491, 2017

Abstract The article discusses the relationship between the analogy and the discipline of archite... more Abstract
The article discusses the relationship between the analogy and the discipline of architecture. It tries to investigate, through the example of architects and architectures, the “internal” and “external” qualities to the architectural writing of the analogical process. The analogy, in fact, on the one hand implies a close relationship with the discipline and its constituent devices, with the story (the architecture analogous to the architecture), on the other hand, by introducing within the design
elaboration subjective dynamics, related to memory and imagination, it also suggests external connections to the architectural field, with nature,
with art, with the landscape. Through the analogy, it is possible to retrace according to an original perspective the autonomous and heteronomous
characters of the architecture.

Research paper thumbnail of Il Cielo sopra Berlino

La città, il viaggio, il turismo Percezione, produzione e trasformazione, 2017

Nel 1971 Koolhaas, in occasione del Summer Study organizzato dall’Architectural Association di Lo... more Nel 1971 Koolhaas, in occasione del Summer Study organizzato dall’Architectural Association di Londra, fece un viaggio studio a Berlino. Il programma del viaggio consisteva nello studio di un’opera di architettura, ma al posto delle più note architetture berlinesi Koolhaas analizzò il Muro, che interpretò come un’architettura, un sistema complesso costituito da diverse parti.
Il viaggio a Berlino non fu solo occasione di studio della città, fu anche il luogo di un’altra «scoperta» cruciale per il futuro dello studente, quella delle ricerche che Oswald Mathias Ungers aveva condotto con i suoi allievi della Technische Universität e pubblicate nei Quaderni Veröffentlichungen zur Architektur (Pubblicazioni per l’architettura).
La scoperta dei lavori di Ungers e del suo approccio operativo sulla città spinse Koolhaas a completare gli studi alla Cornell, dove nel 1968 Ungers era divenuto docente su invito di Colin Rowe, allora preside di facoltà. Koolhass divenne assistente di Ungers e iniziò con lui una lunga collaborazione che durò fino al 1978, anno in cui si concluse la loro stagione americana.
Ma Berlino era destinata a ritornare al centro dei suoi interessi quando nel 1977 vi fece ritorno insieme al suo maestro e agli allievi della Cornell in occasione della Summer Academy. Esito del seminario estivo del 1977 fu la pubblicazione del saggio La città nella città al quale parteciparono con Ungers e Koolhaas anche Hans Kollhoff, Peter Riemann e Arthur Ovaska.
La città nella città è un’elaborazione di nuovi scenari e modelli interpretativi della città e dei suoi luoghi: per la Berlino della fine degli anni Settanta, enclave occidentale nella Germania dell’Est, una città all’epoca in forte calo demografico, venne proposto un modello di decrescita, quello della “città arcipelago”. Berlino veniva vista come un insieme di isole, ciascuna con una propria identità, immerse in un mare verde che accoglieva, nascondendole, le reti infrastrutturali di collegamento.

Research paper thumbnail of Montessori College Oost di Herman Hertzberger: una scuola, una strada, una piazza

Bloom , Rivista Trimestrale di architettura, ISSN 2035-5033, 2019

Research paper thumbnail of IL PROGETTO DELLA PLURALITÀ A PARTIRE DALLA CONCINNITAS E COINCIDENTIA OPPOSITORUM

F. Sorrentino, IL PROGETTO DELLA PLURALITÀ A PARTIRE DALLA CONCINNITAS E COINCIDENTIA OPPOSITORUM, in A. Calderoni, B. Di Palma, A. Nitti, G. Oliva (a cura di), IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI, Atti del VIII Forum ProArch, Napoli 2019, pp. 357-359 (ISBN 978-88-909054-9-0)., 2019

A partire dallo studio di alcuni autori (L. B. Alberti, N. Cusano, M. Cacciari, O. M. Ungers, J. ... more A partire dallo studio di alcuni autori (L. B. Alberti, N. Cusano, M. Cacciari, O. M. Ungers, J. I. Linazasoro) il contributo vuole suggerire una riflessione sui possibili “dispositivi” per la riconoscibilità di ordini, relazioni e connessioni all’interno del sistema complesso città-paesaggio e sugli obiettivi perseguibili di fronte alla pluralità, anche contraddittoria, dell’attuale scenario urbano, paesaggistico e ambientale.

Research paper thumbnail of L’insegnamento della progettazione architettonica nelle scuole di ingegneria

F. Sorrentino, L’INSEGNAMENTO DELLA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA NELLE SCUOLE DI INGEGNERIA, in J. Leveratto (a cura di), IMPARARE ARCHITETTURA. I LABORATORI DI PROGETTAZIONE E LE PRATICHE DI INSEGNAMENTO, Atti del VII Forum di ProArch, Milano, pp. 94-96 (ISBN 978-88-909054-7-6)., 2018

L’articolo si occupa dell’insegnamento della progettazione architettonica nelle scuole di ingegne... more L’articolo si occupa dell’insegnamento della progettazione architettonica nelle scuole di ingegneria, sulle finalità, cioè, di un insegnamento rivolto a studenti di ingegneria edile, futuri professionisti che opereranno in un campo quasi esclusivamente tecnico, ma che dovranno relazionarsi con il progetto architettonico e il suo significato.
L’articolo propone dunque un ragionamento sulle pratiche di insegnamento all’interno di un laboratorio di Progettazione Architettonica, in cui il tema centrale è il progetto di un edificio alto, che obbliga a valutazioni stringenti sul rapporto tra forma e struttura e sulle relazioni tra architettura e città. L’edificio alto è sperimentato nelle sue potenzialità di interagire con lo spazio urbano, in un disegno in grado di coniugare alta densità abitativa e basso consumo di suolo.

Research paper thumbnail of ALBERT FRANCE-LANORD. Pionen White Mountain, Stockholm

Cameracronica magazine ISSN 2281-1311, 2014

All’interno del numero 5 di Cameracronica che affronta un tema particolare – guerra, violenza e a... more All’interno del numero 5 di Cameracronica che affronta un tema particolare – guerra, violenza e architettura – l’articolo analizza il progetto dell’architetto Albert France-Lanord per la sede di Wikileaks, Pionen White Mountain, un antico bunker, a trenta metri sottoterra, scavato nel granito. L’articolo riflette anche sul tema della connessione/separazione tra interno ed esterno, laddove anche per le architetture militari, le fortificazioni del Sangallo o le architetture federiciane ad esempio, vi è la capacità di creare relazioni con la città e il paesaggio.

Research paper thumbnail of Città, limiti, architettura

BLOOM, vol. 20, p. 59-61, ISSN: 2035-5033, 2014

L’articolo affronta il tema del limite a cui è dedicato il numero 20 di BLOOM. Nella attuale dime... more L’articolo affronta il tema del limite a cui è dedicato il numero 20 di BLOOM. Nella attuale dimensione urbana, pressoché illimitata, il limite, quale condizione determinante la forma urbis e la sua percezione, appare del tutto scomparso. L’articolo riflette allora sulla impossibilità del progetto di agire nella ricostruzione di limiti, di un ordine al quale sembra ormai impossibile ricondurre la città nella sua complessità. Ciò non vuol dire che il progetto non sia in grado di trovare strade alternative, di ambire allo sconfinamento o al superamento dei limiti, come quelli imposti, ad esempio, dalla tecnologia o dalla disciplina stessa.
Il saggio passa poi in rassegna alcune opere di architettura che si confrontano in maniera del tutto nuova con il limite nella sua dimensione urbana e che mettono in campo meccanismi di apertura – il limite è anche confine, soglia di passaggio e attraversamento – a molteplici scenari. Più che nel limite la città e l’architettura possono determinarsi nell’ “interfaccia”, in luoghi che consentono l’interconnessione non solo fisica, ma anche virtuale, simbolica e semantica tra realtà differenti

Research paper thumbnail of Influenze della Tendenza italiana in Europa. Il progetto urbano in Spagna

Influenze della Tendenza italiana in Europa. Il progetto urbano in Spagna. Clean, Napoli , 2015

Lo studio affronta il tema del progetto urbano in Europa a seguito delle teorie che nella seconda... more Lo studio affronta il tema del progetto urbano in Europa a seguito delle teorie che nella seconda metà degli anni ’60 nacquero intorno al gruppo italiano della Tendenza e si sofferma in particolare sul contesto spagnolo che, a partire dalla caduta del regime franchista, subì, specialmente negli ambienti vicini al marxismo, una forte influenza delle teorie italiane. Il libro si conclude con le interviste a due personalità di spicco della cultura architettonica spagnola, quali Josè Ignacio Linazasoro e Simón Marchán Fiz, che hanno fornito chiarimenti fondamentali per l’elaborazione del lavoro.

Research paper thumbnail of Oswald Mathias Ungers. L’Uno e il Molteplice

Oswald Mathias Ungers. L’Uno e il Molteplice, Clean, Napoli, 2017

Rispetto a una tendenza che spinge il progetto in una dimensione sempre più tecnica, che lo vuole... more Rispetto a una tendenza che spinge il progetto in una dimensione sempre più tecnica, che lo vuole da un lato sciolto nella liquidità dei sistemi digitali, dall’altro funzionale a stringenti logiche di mercato, così che si configuri come “prodotto”, destinato a rispondere al pari degli altri beni di consumo a una domanda complessa e diversificata, la lezione di un maestro dell’architettura come O. M. Ungers risulta quanto mai attuale […] Ungers è un tedesco e come tale incarna una duplice dimensione, da un lato quella della ragione, la ragione dei filosofi, del pragmatismo industriale ed economico, e la ragione dell’oggettività bauhaussiana, dall’altro la dimensione della “passione”, la passione del Romanticismo, del dionisiaco nietzschiano. Questa duplicità, la coincidentia oppositorum di Nicola Cusano, non diventa mai conflitto, è il luogo in cui tesi e antitesi coincidono, in cui la varietà convive nell’unità, cosicché se vi è un’identità della cultura occidentale essa consiste per Ungers nella sua capacità di fondarsi sul molteplice, sul superamento dei contrari in una «unità complementare».
Oltre a mettere in luce aspetti meno noti della figura di Ungers architetto e teorico dell’architettura, il libro riflette anche sull’intenso rapporto dell’architetto tedesco con la cultura italiana, un rapporto sancito con il conferimento della laurea ad honorem alla Facoltà di architettura “Aldo Rossi” dell’Alma Mater di Bologna nel 2004.

Research paper thumbnail of Letture della città contemporanea. Lo sguardo di nove architetti sulla città.

Letture della città contemporanea. Lo sguardo di nove architetti sulla città. Clean, Napoli, 2018

Scopo di questo libro non è quello di tracciare per la città contemporanea, in tutta la sua compl... more Scopo di questo libro non è quello di tracciare per la città contemporanea, in tutta la sua complessità, una traiettoria, stendere un filo che la dispieghi in un discorso orientato. Piuttosto, la complessità della città e dei fenomeni ad essa legati è qui tradotta, come indica il titolo, in una serie di sguardi, differenti, anche contraddittori. Ciò rende per un verso la contraddittorietà stessa della metropoli contemporanea che nei suoi conflitti interni risulta difficile, se non impossibile, imbrigliare in visioni di tendenza, in linee tese verso direzioni predeterminate, benché plurali. Dall’altro, la soggettività propria allo sguardo indica essa stessa una traiettoria di analisi, restituendo a posteriori – soltanto dopo l’osservazione – nella pluralità dei punti di vista un’immagine multidimensionale della città. […] Questo libro vuole essere un invito all’osservazione, ad allenare lo sguardo, quale strumento di lettura e di comprensione della realtà che ci circonda. Prima ancora del progetto, dello studio e dell’analisi dei fenomeni urbani, che inevitabilmente finisce per dividere, frazionare e scomporre la complessità, è necessario recuperare la dimensione dello sguardo come attività non solo della mente ma anche e soprattutto dell’anima.

Research paper thumbnail of The tragic experience of modernism in Naples and the utopia of the “Vele” complex

CAMERACRONICA MAGAZINE ISSN 2281-1311, 2017

Con il Progetto di fattibilità tecnica ed economica, Restart Scampia, nel quale il Comune di Napo... more Con il Progetto di fattibilità tecnica ed economica, Restart Scampia, nel quale il Comune di Napoli prevede l’abbattimento di tre delle quattro superstiti Vele di Scampia, la figura di Franz Di Salvo è richiamata all’attenzione nell’attuale dibattito sulla città. L’interesse per Di salvo è ancora vivo non solo per la qualità delle sue opere ma anche per l’eredità, forse sottovalutata, che ha lasciato alla cultura architettonica italiana.
Nel numero vi è anche uno sguardo più ampio sull’intenso percorso dell’opera di Franz Di Salvo, che già a partire dagli esordi, paradigmatici, mostrava una chiara adesione al programma del Moderno. Dalle finestre a nastro di Via Stadera, al più rigoroso impianto del rione Mazzini, fino al progetto per Scampia e alle sperimentazioni della Città Nolana, con Di Salvo si ripercorre tutta l’esperienza “tragica” del Moderno in Italia e del suo impegno, forse troppo carico di ideologia, per la casa popolare.

Research paper thumbnail of SVEN MARKELIUS, ARCHITECT AND URBAN PLANNER. INFLUENCES AND CONTAMINATIONS WITH THE NEAPOLITAN SCHOOL

LA CITTÀ GLOBALE. LA CONDIZIONE URBANA COME FENOMENO PERVASIVO / THE GLOBAL CITY. THE URBAN CONDITION AS PERVASIVE PHENOMENON, 2020

Starting from the visit of a delegation of Swedish architects to the Faculty of Architecture of N... more Starting from the visit of a delegation of Swedish architects to the Faculty of Architecture of Naples in 1950, the work seeks to shed light on the intense relationship that was established between some of the most influential exponents of the Neapolitan and Swedish schools. The work also attempts to reconstruct a broader picture of affinity between two very different cultural worlds that found common ground in the relationships between architecture, community, city and landscape.

Research paper thumbnail of Dialogo sulla città

F. Sorrentino, DIALOGO SULLA CITTÀ, in AA. VV., a cura di F. Sorrentino, LETTURE DELLA CITTÀ CONTEMPORANEA. LO SGUARDO DI NOVE ARCHITETTI SULLA CITTÀ, Clean, Napoli 2018 (ISBN 9788884976536)., 2018

L’articolo mette a confronto due scuole di pensiero differenti, che riassumono, senza ambire a ri... more L’articolo mette a confronto due scuole di pensiero differenti, che riassumono, senza ambire a risolverlo, il dibattito architettonico sulla città: da un lato la tendenza razionalista, che attraverso il progetto e gli strumenti propri all’architettura ritiene ancora possibile dare forma alla città o, meno ambiziosamente, a parti di essa, dall’altro quella liberista, che vede nelle dinamiche economico-finanziarie, nelle spinte provenienti “dal basso”, le forze in grado di determinare il destino della città, affidando all’architettura mere “pratiche di cosmesi”, azioni di superficie e di immagine su cui impostare strategie di mercato.

Research paper thumbnail of Viaggio sull'asse mediano

F. Sorrentino, VIAGGIO SULL'ASSE MEDIANO, in AA. VV., a cura di F. Sorrentino, LETTURE DELLA CITTÀ CONTEMPORANEA. LO SGUARDO DI NOVE ARCHITETTI SULLA CITTÀ, Clean, Napoli 2018 (ISBN 9788884976536)., 2018

“La città oltre a essere oggetto di analisi scientifica è pur sempre un luogo di esperienza sensi... more “La città oltre a essere oggetto di analisi scientifica è pur sempre un luogo di esperienza sensibile, un patrimonio di suggestioni e immagini che appartiene a tutti. D’altronde il tentativo di restituire la percezione di un “territorio in transito”, come è nell’esperienza di tutti coloro che “abitano attraversando” le periferie, riflette il tema dell’infrastruttura quale generatrice di un vero e proprio immaginario urbano, individuale e collettivo. E proprio per questo motivo in Viaggio sull’Asse Mediano alle parole vengono associate le fotografie di Valentina Solano, che non solo documentano il paesaggio, ma acquistano una loro autonomia di senso e significato come un racconto parallelo a quello della scrittura”.

Research paper thumbnail of LA CITTÀ È UNA MOLTITUDINE DI SGUARDI

F. Sorrentino, LA CITTÀ È UNA MOLTITUDINE DI SGUARDI, in: AA. VV., a cura di F. Sorrentino, LETTURE DELLA CITTÀ CONTEMPORANEA. LO SGUARDO DI NOVE ARCHITETTI SULLA CITTÀ, Clean, Napoli 2018 (ISBN 9788884976536)., 2018

Letture deLLa città contemporanea Lo sguardo di nove architetti suLLa città raccolta di saggi a c... more Letture deLLa città contemporanea Lo sguardo di nove architetti suLLa città raccolta di saggi a cura di Francesco sorrentino Letture deLLa città contemporanea raccolta di saggi a cura di Francesco sorrentino Francesco Sorrentino è architetto e docente a contratto presso il Dipartimento di Architettura (DiARC) della Università degli Studi di Napoli Federico II. Lavora nel campo della progettazione architettonica e urbana, del restauro e del design. Nel 2012 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica, con una tesi in cui ha indagato le teorie che hanno portato alla nascita del progetto urbano in Europa alla luce degli studi che intorno agli anni Settanta vennero sviluppati in Italia. Si è occupato di numerosi progetti e ha partecipato a mostre, premi e concorsi di progettazione. Dal 2009 è membro della redazione della rivista "BLOOM". È autore di articoli scientifici su riviste specializzate nel campo della teoria della composizione architettonica. Per CLEAN ha pubblicato Influenze della Tendenza italiana in Europa. Il progetto urbano in Spagna (2015) e Oswald Mathias Ungers. L'Uno e il Molteplice (2017). | 5 | Le ragioni del progetto | 5 | euro 15.00 titolo, in una serie di sguardi, differenti, anche contraddittori. Ciò rende 7 Introduzione La città è una moltitudine di sguardi 17 La città globale Alberto Cuomo 31 Città senza aggettivi Francesco Rispoli 43 Dalla großtadt alla metropoli diffusa Renato Capozzi 59 Infrastrutture, architetture della grande scala e paesaggio: temi per il futuro dell'area orientale di Napoli

Research paper thumbnail of Influenze della cultura architettonica italiana in Spagna: Madrid dagli anni Cinquanta alla caduta del regime franchista

F. Bruni, G. Zucchi, Madrid, architettura e città, Clean, Napoli 2018, p. 159-171., 2018

Attraverso uno studio comparativo il saggio analizza l’influenza della cultura architettonica ita... more Attraverso uno studio comparativo il saggio analizza l’influenza della cultura architettonica italiana sulla città di Madrid nel periodo che va dagli anni Cinquanta alla caduta del regime franchista. La cultura architettonica italiana ha avuto un ruolo decisivo sullo sviluppo della capitale spagnola: l’Italia ha rappresentato un modello verso cui guardare, una cultura particolarmente attenta e, in quegli anni, all’avanguardia sul tema del recupero dei centri storici, sulle istanze di conservazione dei linguaggi della tradizione locale, un esempio di conciliazione tra il necessario sviluppo e modernizzazione della città con la salvaguardia e la valorizzazione delle preesistenze ambientali. Gli architetti spagnoli e in particolare quelli madrileni seguivano con grande attenzione le vicende delle città italiane, specie quelle amministrate dal PCI, che riscuoteva molti ammiratori tra gli architetti contrari al regime franchista. Grazie all’influenza degli studi italiani sui fenomeni urbani e alla nuova attenzione da questi suscitata per le questioni tipologiche e morfologiche, dagli anni Cinquanta fino alla caduta di Franco maturò a Madrid una forte sensibilità per lo studio della città consolidata, per un’architettura in grado di creare legami con la città e più in generale con i temi della cultura locale.

Research paper thumbnail of I territori dell'analogia. A cominciare da Oswald Mathias Ungers / Analogy's Territories. Beginning from Oswald Mathias Ungers

Festival dell'Architettura Magazine, 2017

L'articolo affronta il rapporto tra l'analogia e la disciplina architettonica, tenta di i... more L'articolo affronta il rapporto tra l'analogia e la disciplina architettonica, tenta di indagare cioè, anche attraverso l'esempio di architetti e di architetture, le qualità "interne" ed "esterne" alla scrittura architettonica del processo analogico. L'analogia, infatti, implica da un lato uno stretto rapporto con la disciplina e con i suoi dispositivi costitutivi, con la storia (l'architettura analoga dell'architettura), dall'altro, introducendo all'interno dell'elaborazione progettuale dinamiche soggettive, legate alla memoria e all'immaginazione, essa suggerisce anche connessioni esterne al campo dell'architettura, con la natura, con l'arte, con il paesaggio. Attraverso l'analogia è possibile ripercorre secondo un'angolatura originale i caratteri autonomi ed eteronomi dell'architettura. / The article discusses the relationship between the analogy and the discipline of architecture. It tries to investi...

Research paper thumbnail of Influenze europee della Tendenza italiana. Il progetto urbano in Spagna, O. M. Ungers e la cultura tedesca

La ricerca affronta il tema del progetto urbano in Europa alla luce delle teorie che nella second... more La ricerca affronta il tema del progetto urbano in Europa alla luce delle teorie che nella seconda meta degli anni ’60 nacquero intorno al gruppo italiano della Tendenza. Il lavoro si sofferma principalmente sul contesto spagnolo che subi, specialmente negli ambienti vicino al marxismo, una forte influenza delle teorie italiane a partire dalla caduta del regime franchista, e sul contesto tedesco, che vide nella personalita di O.M. Ungers il sostenitore di una progettualita rivolta all’urbano.

Research paper thumbnail of Tall building as strategy

EdA Esempi di Architettura [DIGITAL VERSION 2035-7982, Open Access], 2020

This study, developed also through teaching activities carried out in architectural design course... more This study, developed also through teaching activities carried out in architectural design courses, reflects on the strategic potentialities that tall buildings can offer for the solution of the most important questions concerning the city and its sustainable development, with particular regard to the objective set by the European Union to reduce soil consumption. The city is today facing on the one hand the continuous population growth - current demographic previsions attest to the growing concentration of the world population in urban areas (UN, 2018) - and on the other the need to guarantee more space for nature for the improvement of environmental characteristics (air quality, climatic conditions, soil permeability). In the face of this contradiction, the tall building can certainly offer solutions, thanks to its intrinsic ability to combine high density and soil saving. However, the study of a specific building typology cannot ignore its external relations, the effects that it can have on the urban space. In fact, also through design schemes, the tall building is investigated in its implications with different spatial models, the compact ones typical of the consolidated city and the more rarefied ones of the city open to nature and to the landscape.
The strategy implemented by tall building is also financial: it can allow, in the current condition of scarcity of public resources, the realization by private individuals of collective spaces, such as parks, green areas and urban gardens, taking advantage of larger building floor areas developed in height.
There is here also an analysis of the potential internal to tall building, that is, the possibility of translating it, through specific design solutions, into a “porous” building, capable of capturing the urban spatiality, that, by this way, it can be leaded in height to the various levels by lifting it from the ground.

Research paper thumbnail of Gropius e l’edificio alto. Dal progetto per il Chicago Tribune alla conquista degli States

Bloom, Rivista Trimestrale di architettura, ISSN 2035-5033, 2019

In 1922, the Chicago Tribune announced a competition for the new headquarters of the newspaper. T... more In 1922, the Chicago Tribune announced a competition for the new headquarters of the newspaper. The prize set for the winner was very lucrative – $ 50,000, the equivalent of around € 620,000 today – ensuring the participation of many American and European architects.
The competition represented a crucial event in the history of architecture because it compared the two greatest architectural cultures
of the West.
Walter Gropius, who became director of the Weimar Bauhaus in 1919, along with Adolf Meyer, participated in the competition with a surprising project for modernity of language and volumetric balance. Other distinguished European participants were Ludwig Hilberseimer,
Adolf Loos, and Eliel Saarinen, the latter among the finalists in the second place. However, for the Modern Movement, which found in Bauhaus the most formidable incubator of ideas and experiences, it was still early to "conquer" the United States. The winning project was the skyscraper of the Americans J. M. Howells and R. M. Hood, built between 1923 and 1925. Through the evolution of the skyscraper the article wants to reconstruct an intense story that holds together Walter Gropius and the Bauhaus, Bruno Taut, Le Corbusier, Frederick Law Olmsted, Daniel Burnham, Hugh Ferris, Harvey Wiley Corbett, Raymond
Hood, the analysis of Manfredo Tafuri and Rem Koolhaas, in the background of the cities of Chicago and New York.

Research paper thumbnail of I TERRITORI DELL'ANALOGIA. A COMINCIARE DA OSWALD MATHIAS UNGERS

FAmagazine - ISSN 2039-0491, 2017

Abstract The article discusses the relationship between the analogy and the discipline of archite... more Abstract
The article discusses the relationship between the analogy and the discipline of architecture. It tries to investigate, through the example of architects and architectures, the “internal” and “external” qualities to the architectural writing of the analogical process. The analogy, in fact, on the one hand implies a close relationship with the discipline and its constituent devices, with the story (the architecture analogous to the architecture), on the other hand, by introducing within the design
elaboration subjective dynamics, related to memory and imagination, it also suggests external connections to the architectural field, with nature,
with art, with the landscape. Through the analogy, it is possible to retrace according to an original perspective the autonomous and heteronomous
characters of the architecture.

Research paper thumbnail of Il Cielo sopra Berlino

La città, il viaggio, il turismo Percezione, produzione e trasformazione, 2017

Nel 1971 Koolhaas, in occasione del Summer Study organizzato dall’Architectural Association di Lo... more Nel 1971 Koolhaas, in occasione del Summer Study organizzato dall’Architectural Association di Londra, fece un viaggio studio a Berlino. Il programma del viaggio consisteva nello studio di un’opera di architettura, ma al posto delle più note architetture berlinesi Koolhaas analizzò il Muro, che interpretò come un’architettura, un sistema complesso costituito da diverse parti.
Il viaggio a Berlino non fu solo occasione di studio della città, fu anche il luogo di un’altra «scoperta» cruciale per il futuro dello studente, quella delle ricerche che Oswald Mathias Ungers aveva condotto con i suoi allievi della Technische Universität e pubblicate nei Quaderni Veröffentlichungen zur Architektur (Pubblicazioni per l’architettura).
La scoperta dei lavori di Ungers e del suo approccio operativo sulla città spinse Koolhaas a completare gli studi alla Cornell, dove nel 1968 Ungers era divenuto docente su invito di Colin Rowe, allora preside di facoltà. Koolhass divenne assistente di Ungers e iniziò con lui una lunga collaborazione che durò fino al 1978, anno in cui si concluse la loro stagione americana.
Ma Berlino era destinata a ritornare al centro dei suoi interessi quando nel 1977 vi fece ritorno insieme al suo maestro e agli allievi della Cornell in occasione della Summer Academy. Esito del seminario estivo del 1977 fu la pubblicazione del saggio La città nella città al quale parteciparono con Ungers e Koolhaas anche Hans Kollhoff, Peter Riemann e Arthur Ovaska.
La città nella città è un’elaborazione di nuovi scenari e modelli interpretativi della città e dei suoi luoghi: per la Berlino della fine degli anni Settanta, enclave occidentale nella Germania dell’Est, una città all’epoca in forte calo demografico, venne proposto un modello di decrescita, quello della “città arcipelago”. Berlino veniva vista come un insieme di isole, ciascuna con una propria identità, immerse in un mare verde che accoglieva, nascondendole, le reti infrastrutturali di collegamento.

Research paper thumbnail of Montessori College Oost di Herman Hertzberger: una scuola, una strada, una piazza

Bloom , Rivista Trimestrale di architettura, ISSN 2035-5033, 2019

Research paper thumbnail of IL PROGETTO DELLA PLURALITÀ A PARTIRE DALLA CONCINNITAS E COINCIDENTIA OPPOSITORUM

F. Sorrentino, IL PROGETTO DELLA PLURALITÀ A PARTIRE DALLA CONCINNITAS E COINCIDENTIA OPPOSITORUM, in A. Calderoni, B. Di Palma, A. Nitti, G. Oliva (a cura di), IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI, Atti del VIII Forum ProArch, Napoli 2019, pp. 357-359 (ISBN 978-88-909054-9-0)., 2019

A partire dallo studio di alcuni autori (L. B. Alberti, N. Cusano, M. Cacciari, O. M. Ungers, J. ... more A partire dallo studio di alcuni autori (L. B. Alberti, N. Cusano, M. Cacciari, O. M. Ungers, J. I. Linazasoro) il contributo vuole suggerire una riflessione sui possibili “dispositivi” per la riconoscibilità di ordini, relazioni e connessioni all’interno del sistema complesso città-paesaggio e sugli obiettivi perseguibili di fronte alla pluralità, anche contraddittoria, dell’attuale scenario urbano, paesaggistico e ambientale.

Research paper thumbnail of L’insegnamento della progettazione architettonica nelle scuole di ingegneria

F. Sorrentino, L’INSEGNAMENTO DELLA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA NELLE SCUOLE DI INGEGNERIA, in J. Leveratto (a cura di), IMPARARE ARCHITETTURA. I LABORATORI DI PROGETTAZIONE E LE PRATICHE DI INSEGNAMENTO, Atti del VII Forum di ProArch, Milano, pp. 94-96 (ISBN 978-88-909054-7-6)., 2018

L’articolo si occupa dell’insegnamento della progettazione architettonica nelle scuole di ingegne... more L’articolo si occupa dell’insegnamento della progettazione architettonica nelle scuole di ingegneria, sulle finalità, cioè, di un insegnamento rivolto a studenti di ingegneria edile, futuri professionisti che opereranno in un campo quasi esclusivamente tecnico, ma che dovranno relazionarsi con il progetto architettonico e il suo significato.
L’articolo propone dunque un ragionamento sulle pratiche di insegnamento all’interno di un laboratorio di Progettazione Architettonica, in cui il tema centrale è il progetto di un edificio alto, che obbliga a valutazioni stringenti sul rapporto tra forma e struttura e sulle relazioni tra architettura e città. L’edificio alto è sperimentato nelle sue potenzialità di interagire con lo spazio urbano, in un disegno in grado di coniugare alta densità abitativa e basso consumo di suolo.

Research paper thumbnail of ALBERT FRANCE-LANORD. Pionen White Mountain, Stockholm

Cameracronica magazine ISSN 2281-1311, 2014

All’interno del numero 5 di Cameracronica che affronta un tema particolare – guerra, violenza e a... more All’interno del numero 5 di Cameracronica che affronta un tema particolare – guerra, violenza e architettura – l’articolo analizza il progetto dell’architetto Albert France-Lanord per la sede di Wikileaks, Pionen White Mountain, un antico bunker, a trenta metri sottoterra, scavato nel granito. L’articolo riflette anche sul tema della connessione/separazione tra interno ed esterno, laddove anche per le architetture militari, le fortificazioni del Sangallo o le architetture federiciane ad esempio, vi è la capacità di creare relazioni con la città e il paesaggio.

Research paper thumbnail of Città, limiti, architettura

BLOOM, vol. 20, p. 59-61, ISSN: 2035-5033, 2014

L’articolo affronta il tema del limite a cui è dedicato il numero 20 di BLOOM. Nella attuale dime... more L’articolo affronta il tema del limite a cui è dedicato il numero 20 di BLOOM. Nella attuale dimensione urbana, pressoché illimitata, il limite, quale condizione determinante la forma urbis e la sua percezione, appare del tutto scomparso. L’articolo riflette allora sulla impossibilità del progetto di agire nella ricostruzione di limiti, di un ordine al quale sembra ormai impossibile ricondurre la città nella sua complessità. Ciò non vuol dire che il progetto non sia in grado di trovare strade alternative, di ambire allo sconfinamento o al superamento dei limiti, come quelli imposti, ad esempio, dalla tecnologia o dalla disciplina stessa.
Il saggio passa poi in rassegna alcune opere di architettura che si confrontano in maniera del tutto nuova con il limite nella sua dimensione urbana e che mettono in campo meccanismi di apertura – il limite è anche confine, soglia di passaggio e attraversamento – a molteplici scenari. Più che nel limite la città e l’architettura possono determinarsi nell’ “interfaccia”, in luoghi che consentono l’interconnessione non solo fisica, ma anche virtuale, simbolica e semantica tra realtà differenti

Research paper thumbnail of Insediamenti rurali ed urbani storici e nuove comunità

BLOOM, vol. 18, p. 58-62, ISSN: 2035-5033, 2013

All’interno del numero 18 di BLOOM, dedicato al tema della “comunità”, l’articolo tratta degli in... more All’interno del numero 18 di BLOOM, dedicato al tema della “comunità”, l’articolo tratta degli insediamenti rurali quali luogo di vita di comunità forti. Nello scritto vi è una tesi centrale, secondo la quale ciò che rende forte una comunità, così come mostra già la sociologia tedesca tra Ottocento e Novecento, non è solo la condivisione di valori comuni, tradizioni, costumi, senso di appartenenza, quanto l’insieme di “regole” di natura economico-produttiva, che determina per gli appartenenti alla comunità ruoli, compiti, legami.
Il termine comunità entra ufficialmente nel dibattito sull’architettura moderna a partire dalla fine dei CIAM, quando inizia a delinearsi quel gruppo eterogeneo di architetti, appartenenti alla nuova guardia, conosciuto come TEAM 10. Al progetto viene affidato un nuovo compito, quello di costruire con l’architettura nuove comunità. L’articolo allora riflette su una stagione dell’architettura, mossa da alcuni principî che tuttora influenzano parte dell’attuale pensiero progettuale, la quale produsse tra gli anni Sessanta e Settanta progetti che per quanto carichi di istanze sociali non riuscirono però a produrre un vero spirito comunitario tra gli abitanti.