Elisabetta Caldelli | Università della Campania Luigi Vanvitelli (original) (raw)

Talks by Elisabetta Caldelli

Research paper thumbnail of Seminario Circumnavigare la scrittura. Strumenti pratici per il catalogatore di manoscritti

Seminario webinair 4 giugno 2021 Piattaforma Teams Università degli studi della Campania “Luigi V... more Seminario webinair 4 giugno 2021
Piattaforma Teams
Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
Dipartimento di Lettere e Beni culturali

Research paper thumbnail of Iste liber est Ecclesie maioris Messanensis. Indagini su una biblioteca dispersa

Papers by Elisabetta Caldelli

Research paper thumbnail of Iste liber est Ecclesie maioris Messanensis.pdf

Civiltà del Mediterraneo: interazioni grafiche e culturali attraverso libri, documenti, epigrafi, Atti del Congresso internazionale di studi dell'Associazione Italiana dei paleografi e diplomatisti (Cagliari, 28-30 settembre 2015), a cura di L. D’Arienzo – S. Lucà, 2018

Elisabetta Caldelli – Valeria De Fraja, Iste liber est Ecclesie maioris Messanensis. Prime indag... more Elisabetta Caldelli – Valeria De Fraja, Iste liber est Ecclesie maioris Messanensis. Prime indagini su una biblioteca dispersa e sulla Bibbia cum Glossa di Messina, in Civiltà del Mediterraneo: interazioni grafiche e culturali attraverso libri, documenti, epigrafi, Atti del Congresso internazionale di studi dell'Associazione Italiana dei paleografi e diplomatisti (Cagliari, 28-30 settembre 2015), a cura di L. D’Arienzo – S. Lucà, Spoleto 2018, pp. 217-282.

Research paper thumbnail of FRATTAGLIE STORICHE: UN’INEDITA RIEVOCAZIONE DELLA BATTAGLIA DI LAUNAC

Le scritture della storia. Pagine offerte dalla Scuola Nazionale di Studi Medievali a Massimo Miglio, 2012

Quando il caso consente di imbatterci in una fonte che, a tutti gli effetti, possiamo definire "s... more Quando il caso consente di imbatterci in una fonte che, a tutti gli effetti, possiamo definire "storica", ma che non fa parte di una nar razione organica più ampia, poiché nasce da una volontà di fissazio ne della memoria del tutto occasionale, si stenta talora ad inserirla e a raccordarla all'interno della tradizione storiografica vera e propria, sia essa, almeno per quanto riguarda il Medioevo, una storia, una cronaca o un annale 1 . È proprio nel contesto di questa riflessione sull'utilizzo e sul valore di quelle che, con definizione poco seriosa, ho indicato come "frattaglie storiche", che intendo presentare l'annotazione leggi bile nel margine superiore dell'ultima carta di un manoscritto giuridico conservato presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena, segnato S.II.2 2 . * Non posso esimermi dal ringraziare coloro che, a vario titolo, hanno contribui to a migliorare questo breve scritto: desidero in modo particolare ricordare Martin Bertram, Francesca Manzari e Marco Palma. Un ringraziamento particolare va poi reso alla Biblioteca Malatestiana, per la generosità e la tempestività con cui ha messo a mia disposizione i suoi materiali e, in special modo, a Paola Errani che da sempre favorisce e promuove gli studi sui preziosi fondi della Malatestiana. 1 Sulla questione cfr. G. Arnaldi, Annali, cronache, storie, in Lo spazio letterario nel Medioevo. I. Il Medioevo latino. 1. La produzione del testo, II, Roma 1993, pp. 463513. 2 Di essa avevo già dato la trascrizione nella scheda relativa al ms. Cesena, Biblioteca Malatestiana S.II.2, consultabile online nel Catalogo aperto della Malatestiana. In realtà la nota era stata trascritta nei due precedenti cataloghi a stampa della Malatestiana (G. M. Muccioli, Catalogus codicum manuscriptorum Malatestianae Bibliothecae fratrum minorum conventualium, II, Caesanae, typis Gregorii Blasinii, 1784, pp. 2021; R. Zazzeri, Sui codici e libri a stampa della Biblioteca Malatestiana di Cesena. Ricerche e osservazioni, Cesena 1887, pp. 263 264)

Research paper thumbnail of Piovono autografi: nuove scoperte su Giovanni Tortelli

Bullettino dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo, 2009

to una volontà in controtendenza con la sconfortante penuria di lavori di catalogazione del passa... more to una volontà in controtendenza con la sconfortante penuria di lavori di catalogazione del passato e, tra queste, va certamente ricordata quella promossa dall'ICCU per la catalogazione del materiale manoscritto delle biblioteche pubbliche statali, mediante il software MANUS 3 . È proprio in seno a questo progetto, ben lungi dal potersi definire concluso, che è manoscritti della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova, cur. A. Donello -G. M. Florio -N. Giové -L. Granata, -G. Canova Mariani -P. Massalin -A. Mazzon -F. Toniolo -S. Zamponi, Firenze 1998 (Biblioteche e archivi, 2); I manoscritti di Padova e provincia, cur. L. Granata -A. Donello -G. M. Florio -A. Mazzon -A. Tomiello -F. Toniolo, Firenze 2002 (Biblioteche e archivi, 9); I manoscritti di Vicenza e provincia, cur. N. Giovè Marchioli -L. Granata -M. Pantarotto, Firenze 2007 (Biblioteche e archivi, 17)

Research paper thumbnail of Copisti in casa

Pecia, 2010

colojòni, apposti dai copisti al termine della piccolo numero di essi, piccolo ma non piccolissim... more colojòni, apposti dai copisti al termine della piccolo numero di essi, piccolo ma non piccolissimo, fa riferimento alla casa, propria o il codice (: stato scritto. L'espressione solitamente utilizzata, quando si trani di sottoscrizione in latino, è « in domo », ma è possibile anche trovare locuzioni come « in curia habitationis ». « in curia seu habitatione ». più raramente « in aedibus » (soprattutto nella seconda metà del xv secolo), ma sembra evidente che colui che l' ha utilizzata ha volmo indicare una dimora priv~lta 'interno dclh è avvenuta l'opera di trascrizione.

Research paper thumbnail of La biblioteca manoscritta di Cesare Baronio: proposte di identificazione,

I libri di Cesare Baronio in Valicelliana, 2008

Research paper thumbnail of Per un autografo di Andrea Contrario

Segno e testo, 2007

Non è infrequente che piccole, spesso del tutto marginali scoperte ci costringano a riconsiderare... more Non è infrequente che piccole, spesso del tutto marginali scoperte ci costringano a riconsiderare materiali già ampiamente studiati, sui quali si riteneva di aver raggiunto un punto fermo. È quanto è accaduto anche in questo caso. Spero dunque che non si giudichi inopportuno riproporre all'attenzione degli studiosi il ben noto Vat. lat. 3319 1 e la lettera, conservata al suo interno, il cui contenuto è già stato fatto oggetto di pubblicazione: l'emergere di alcuni elementi nuovi spinge a rileggere in una luce del tutto inedita queste due testimonianze che, per quanto conosciute, non sono mai state messe in relazione tra di loro, nonostante il loro stretto contatto fisico.

Research paper thumbnail of Quando il copista parla di sé: una testimonianza lucchese di fine Trecento

Conoscere il manoscritto: esperienze, progetti, problemi. Dieci anni del progetto Codex in Toscana. Atti del Convegno internazionale (Firenze, 29-30 giugno 2006), a cura di M. Marchiaro e S. Zamponi, 2007

Research paper thumbnail of Vlessentop e gli altri: copisti a Roma nella prima metà del sec. XV

I luoghi dello scrivere da Francesco Petrarca agli albori dell’età moderna. Atti del Convegno internazionale di studio dell’Associazione italiana dei Paleografi e Diplomatisti. Arezzo (8-11 ottobre 2003), a cura di C. Tristano, M. Calleri e L. Magionami, 2006

Research paper thumbnail of Riflessioni preliminari sulla produzione libraria a Roma nel secolo XIV

Roma e il suo territorio nel Medioevo. Le fonti scritte fra tradizione e innovazione. Atti del Convegno internazionale di studio dell’Associazione italiana dei Paleografi e Diplomatisti (Roma, 25-29 settembre 2012), a cura di C. Carbonetti, S. Lucà, M. Signorini, 2015

Research paper thumbnail of I frammenti della Biblioteca Vallicelliana. Studio metodologico sulla catalogazione dei frammenti di codici medievali e sul fenomeno del loro riuso

Research paper thumbnail of E. Caldelli - V. De Fraja, Uno sconosciuto frammento in minuscola beneventana alla Biblioteca Nacional de Madrid, in Bibliografia dei manoscritti in scrittura beneventana (BMB), 24 (2016), pp. 9-25.

Questo numero di BMB dà notizia di una serie di scoperte davvero inusuali nel piccolo mondo benev... more Questo numero di BMB dà notizia di una serie di scoperte davvero inusuali nel piccolo mondo beneventano: non solo di frammenti si tratta questa volta, ma come sette anni fa per il Beato di Ginevra, di interi manoscritti, peraltro conservati in uno dei luoghi sacri agli studi della più importante espressione grafica dell’Italia meridionale nel medioevo, la Biblioteca Nazionale di Napoli. Diamo quindi conto con puntuali descrizioni di un antifonario palinsesto databile al secolo X (V C 14, Nicola Tangari), di due codici misti in beneventana e carolina recanti sostanzialmente testi di esegesi biblica (VI D 28 e VII A 5, prima metà del secolo XII, Donatella Buovolo), di un esemplare delle Etymologiae isidoriane del secolo XII (VI D 61, Vera Schwarz-Ricci).
Di tutti e quattro i codici non si aveva notizia in quanto beneventani, il che potrà apparire sorprendente data la notorietà e l’accessibilità della sede di conservazione, ma forse è proprio questa la ragione della loro ignorata presenza negli scaffali della celebre Biblioteca: per scoprirli occorreva controllarne a tappeto l’intero patrimonio medievale, come alcuni di noi hanno fatto per portarne alla luce gli esemplari datati per anno, luogo o copista. Un ennesimo esempio, insomma, di quella serendipity di cui la ricerca si è sempre programmaticamente nutrita. Un codice biblico in tipizzazione barese della fine del secolo XI si era perso per quasi vent’anni all’interno dell’abbazia di Montecassino: ne dà notizia e lo descrive chi lo ha ritrovato e ne ha la cura, dom Mariano Dell’Omo (Archivio Privato, ms. 2).
Non mancano ovviamente le scoperte di nuovi frammenti, riapparsi quasi tutti all’esterno dell’area beneventana: a Lecce (Arianna Vena), Madrid (Elisabetta Caldelli e Valeria De Fraja), Magonza (Vera Schwarz-Ricci), Orléans (Brian Long e Andrew Irving), Roma (Nicola Tangari).
Alla luce di queste eccezionali novità, che senza dubbio comporteranno un incremento della produzione nel settore, ribadiamo l’appello rivolto l’anno scorso a quanti volessero collaborare con noi nel registrare e dar conto di quanto si scrive intorno agli oltre duemila manoscritti beneventani finora conosciuti: si tratta di un servizio reso alla comunità scientifica che, in termini di accesso alle fonti della ricerca, torna a vantaggio anche di chi lo compie.

Research paper thumbnail of Bibbie atlantiche e non solo nella biblioteca della cattedrale di Messina in epoca normanna

Research paper thumbnail of  Il fondo manoscritto dell’Istituto storico italiano per il medio evo, «Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo», 115 (2013), pp. 467-526. Leggibile al link: http://www.isime.it/index.php/edizioni-elettroniche/il-fondo-manoscritto-dellistituto-storico-italiano-per-il-medio-evo

Research paper thumbnail of Sull’iscrizione di Adriano I

Research paper thumbnail of Seminario Circumnavigare la scrittura. Strumenti pratici per il catalogatore di manoscritti

Seminario webinair 4 giugno 2021 Piattaforma Teams Università degli studi della Campania “Luigi V... more Seminario webinair 4 giugno 2021
Piattaforma Teams
Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
Dipartimento di Lettere e Beni culturali

Research paper thumbnail of Iste liber est Ecclesie maioris Messanensis. Indagini su una biblioteca dispersa

Research paper thumbnail of Iste liber est Ecclesie maioris Messanensis.pdf

Civiltà del Mediterraneo: interazioni grafiche e culturali attraverso libri, documenti, epigrafi, Atti del Congresso internazionale di studi dell'Associazione Italiana dei paleografi e diplomatisti (Cagliari, 28-30 settembre 2015), a cura di L. D’Arienzo – S. Lucà, 2018

Elisabetta Caldelli – Valeria De Fraja, Iste liber est Ecclesie maioris Messanensis. Prime indag... more Elisabetta Caldelli – Valeria De Fraja, Iste liber est Ecclesie maioris Messanensis. Prime indagini su una biblioteca dispersa e sulla Bibbia cum Glossa di Messina, in Civiltà del Mediterraneo: interazioni grafiche e culturali attraverso libri, documenti, epigrafi, Atti del Congresso internazionale di studi dell'Associazione Italiana dei paleografi e diplomatisti (Cagliari, 28-30 settembre 2015), a cura di L. D’Arienzo – S. Lucà, Spoleto 2018, pp. 217-282.

Research paper thumbnail of FRATTAGLIE STORICHE: UN’INEDITA RIEVOCAZIONE DELLA BATTAGLIA DI LAUNAC

Le scritture della storia. Pagine offerte dalla Scuola Nazionale di Studi Medievali a Massimo Miglio, 2012

Quando il caso consente di imbatterci in una fonte che, a tutti gli effetti, possiamo definire "s... more Quando il caso consente di imbatterci in una fonte che, a tutti gli effetti, possiamo definire "storica", ma che non fa parte di una nar razione organica più ampia, poiché nasce da una volontà di fissazio ne della memoria del tutto occasionale, si stenta talora ad inserirla e a raccordarla all'interno della tradizione storiografica vera e propria, sia essa, almeno per quanto riguarda il Medioevo, una storia, una cronaca o un annale 1 . È proprio nel contesto di questa riflessione sull'utilizzo e sul valore di quelle che, con definizione poco seriosa, ho indicato come "frattaglie storiche", che intendo presentare l'annotazione leggi bile nel margine superiore dell'ultima carta di un manoscritto giuridico conservato presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena, segnato S.II.2 2 . * Non posso esimermi dal ringraziare coloro che, a vario titolo, hanno contribui to a migliorare questo breve scritto: desidero in modo particolare ricordare Martin Bertram, Francesca Manzari e Marco Palma. Un ringraziamento particolare va poi reso alla Biblioteca Malatestiana, per la generosità e la tempestività con cui ha messo a mia disposizione i suoi materiali e, in special modo, a Paola Errani che da sempre favorisce e promuove gli studi sui preziosi fondi della Malatestiana. 1 Sulla questione cfr. G. Arnaldi, Annali, cronache, storie, in Lo spazio letterario nel Medioevo. I. Il Medioevo latino. 1. La produzione del testo, II, Roma 1993, pp. 463513. 2 Di essa avevo già dato la trascrizione nella scheda relativa al ms. Cesena, Biblioteca Malatestiana S.II.2, consultabile online nel Catalogo aperto della Malatestiana. In realtà la nota era stata trascritta nei due precedenti cataloghi a stampa della Malatestiana (G. M. Muccioli, Catalogus codicum manuscriptorum Malatestianae Bibliothecae fratrum minorum conventualium, II, Caesanae, typis Gregorii Blasinii, 1784, pp. 2021; R. Zazzeri, Sui codici e libri a stampa della Biblioteca Malatestiana di Cesena. Ricerche e osservazioni, Cesena 1887, pp. 263 264)

Research paper thumbnail of Piovono autografi: nuove scoperte su Giovanni Tortelli

Bullettino dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo, 2009

to una volontà in controtendenza con la sconfortante penuria di lavori di catalogazione del passa... more to una volontà in controtendenza con la sconfortante penuria di lavori di catalogazione del passato e, tra queste, va certamente ricordata quella promossa dall'ICCU per la catalogazione del materiale manoscritto delle biblioteche pubbliche statali, mediante il software MANUS 3 . È proprio in seno a questo progetto, ben lungi dal potersi definire concluso, che è manoscritti della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova, cur. A. Donello -G. M. Florio -N. Giové -L. Granata, -G. Canova Mariani -P. Massalin -A. Mazzon -F. Toniolo -S. Zamponi, Firenze 1998 (Biblioteche e archivi, 2); I manoscritti di Padova e provincia, cur. L. Granata -A. Donello -G. M. Florio -A. Mazzon -A. Tomiello -F. Toniolo, Firenze 2002 (Biblioteche e archivi, 9); I manoscritti di Vicenza e provincia, cur. N. Giovè Marchioli -L. Granata -M. Pantarotto, Firenze 2007 (Biblioteche e archivi, 17)

Research paper thumbnail of Copisti in casa

Pecia, 2010

colojòni, apposti dai copisti al termine della piccolo numero di essi, piccolo ma non piccolissim... more colojòni, apposti dai copisti al termine della piccolo numero di essi, piccolo ma non piccolissimo, fa riferimento alla casa, propria o il codice (: stato scritto. L'espressione solitamente utilizzata, quando si trani di sottoscrizione in latino, è « in domo », ma è possibile anche trovare locuzioni come « in curia habitationis ». « in curia seu habitatione ». più raramente « in aedibus » (soprattutto nella seconda metà del xv secolo), ma sembra evidente che colui che l' ha utilizzata ha volmo indicare una dimora priv~lta 'interno dclh è avvenuta l'opera di trascrizione.

Research paper thumbnail of La biblioteca manoscritta di Cesare Baronio: proposte di identificazione,

I libri di Cesare Baronio in Valicelliana, 2008

Research paper thumbnail of Per un autografo di Andrea Contrario

Segno e testo, 2007

Non è infrequente che piccole, spesso del tutto marginali scoperte ci costringano a riconsiderare... more Non è infrequente che piccole, spesso del tutto marginali scoperte ci costringano a riconsiderare materiali già ampiamente studiati, sui quali si riteneva di aver raggiunto un punto fermo. È quanto è accaduto anche in questo caso. Spero dunque che non si giudichi inopportuno riproporre all'attenzione degli studiosi il ben noto Vat. lat. 3319 1 e la lettera, conservata al suo interno, il cui contenuto è già stato fatto oggetto di pubblicazione: l'emergere di alcuni elementi nuovi spinge a rileggere in una luce del tutto inedita queste due testimonianze che, per quanto conosciute, non sono mai state messe in relazione tra di loro, nonostante il loro stretto contatto fisico.

Research paper thumbnail of Quando il copista parla di sé: una testimonianza lucchese di fine Trecento

Conoscere il manoscritto: esperienze, progetti, problemi. Dieci anni del progetto Codex in Toscana. Atti del Convegno internazionale (Firenze, 29-30 giugno 2006), a cura di M. Marchiaro e S. Zamponi, 2007

Research paper thumbnail of Vlessentop e gli altri: copisti a Roma nella prima metà del sec. XV

I luoghi dello scrivere da Francesco Petrarca agli albori dell’età moderna. Atti del Convegno internazionale di studio dell’Associazione italiana dei Paleografi e Diplomatisti. Arezzo (8-11 ottobre 2003), a cura di C. Tristano, M. Calleri e L. Magionami, 2006

Research paper thumbnail of Riflessioni preliminari sulla produzione libraria a Roma nel secolo XIV

Roma e il suo territorio nel Medioevo. Le fonti scritte fra tradizione e innovazione. Atti del Convegno internazionale di studio dell’Associazione italiana dei Paleografi e Diplomatisti (Roma, 25-29 settembre 2012), a cura di C. Carbonetti, S. Lucà, M. Signorini, 2015

Research paper thumbnail of I frammenti della Biblioteca Vallicelliana. Studio metodologico sulla catalogazione dei frammenti di codici medievali e sul fenomeno del loro riuso

Research paper thumbnail of E. Caldelli - V. De Fraja, Uno sconosciuto frammento in minuscola beneventana alla Biblioteca Nacional de Madrid, in Bibliografia dei manoscritti in scrittura beneventana (BMB), 24 (2016), pp. 9-25.

Questo numero di BMB dà notizia di una serie di scoperte davvero inusuali nel piccolo mondo benev... more Questo numero di BMB dà notizia di una serie di scoperte davvero inusuali nel piccolo mondo beneventano: non solo di frammenti si tratta questa volta, ma come sette anni fa per il Beato di Ginevra, di interi manoscritti, peraltro conservati in uno dei luoghi sacri agli studi della più importante espressione grafica dell’Italia meridionale nel medioevo, la Biblioteca Nazionale di Napoli. Diamo quindi conto con puntuali descrizioni di un antifonario palinsesto databile al secolo X (V C 14, Nicola Tangari), di due codici misti in beneventana e carolina recanti sostanzialmente testi di esegesi biblica (VI D 28 e VII A 5, prima metà del secolo XII, Donatella Buovolo), di un esemplare delle Etymologiae isidoriane del secolo XII (VI D 61, Vera Schwarz-Ricci).
Di tutti e quattro i codici non si aveva notizia in quanto beneventani, il che potrà apparire sorprendente data la notorietà e l’accessibilità della sede di conservazione, ma forse è proprio questa la ragione della loro ignorata presenza negli scaffali della celebre Biblioteca: per scoprirli occorreva controllarne a tappeto l’intero patrimonio medievale, come alcuni di noi hanno fatto per portarne alla luce gli esemplari datati per anno, luogo o copista. Un ennesimo esempio, insomma, di quella serendipity di cui la ricerca si è sempre programmaticamente nutrita. Un codice biblico in tipizzazione barese della fine del secolo XI si era perso per quasi vent’anni all’interno dell’abbazia di Montecassino: ne dà notizia e lo descrive chi lo ha ritrovato e ne ha la cura, dom Mariano Dell’Omo (Archivio Privato, ms. 2).
Non mancano ovviamente le scoperte di nuovi frammenti, riapparsi quasi tutti all’esterno dell’area beneventana: a Lecce (Arianna Vena), Madrid (Elisabetta Caldelli e Valeria De Fraja), Magonza (Vera Schwarz-Ricci), Orléans (Brian Long e Andrew Irving), Roma (Nicola Tangari).
Alla luce di queste eccezionali novità, che senza dubbio comporteranno un incremento della produzione nel settore, ribadiamo l’appello rivolto l’anno scorso a quanti volessero collaborare con noi nel registrare e dar conto di quanto si scrive intorno agli oltre duemila manoscritti beneventani finora conosciuti: si tratta di un servizio reso alla comunità scientifica che, in termini di accesso alle fonti della ricerca, torna a vantaggio anche di chi lo compie.

Research paper thumbnail of Bibbie atlantiche e non solo nella biblioteca della cattedrale di Messina in epoca normanna

Research paper thumbnail of  Il fondo manoscritto dell’Istituto storico italiano per il medio evo, «Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo», 115 (2013), pp. 467-526. Leggibile al link: http://www.isime.it/index.php/edizioni-elettroniche/il-fondo-manoscritto-dellistituto-storico-italiano-per-il-medio-evo

Research paper thumbnail of Sull’iscrizione di Adriano I