Eliana Billi | Università degli Studi "La Sapienza" di Roma (original) (raw)
Papers by Eliana Billi
Un restauro, una mostra, un racconto: la storia e le vicende conservative del murale di Mario Sir... more Un restauro, una mostra, un racconto: la storia e le vicende conservative del murale di Mario Sironi L’Italia tra le Arti e le Scienze raccontate per immagini all’interno di quel Rettorato in cui l’artista lavorava, in una corsa contro il tempo, nell’estate del 1935. Nel percorso espositivo si snodano le fortune e sfortune dell’opera, occultata nel dopoguerra con una carta da parati e poi, nel 1950, con una spessa ed estesa ridipintura. Si nascondevano i riferimenti espliciti al regime: l’aquila, il fascio littorio, la data in cifre romane, il condottiero a cavallo. Ma si modificavano anche le caratteristiche fisionomie, aspre e totemiche, delle Allegorie sironiane, troppo connotate. Si riuniscono oggi alcuni grandi, celebri cartoni preparatori e tanti schizzi e bozzetti, in parte inediti, che documentano il percorso ideativo dell’artista per una committenza tanto importante. La seconda parte della mostra rende conto del complesso intervento di restauro, con una selezione di immagin...
Saluti e introduzione ai lavori 09.30 Discussione 12.00 Pausa pranzo Alessandro Zuccari, Prore or... more Saluti e introduzione ai lavori 09.30 Discussione 12.00 Pausa pranzo Alessandro Zuccari, Prore ore al Patrimonio artistico storico culturale della Sapienza, Università di Roma Censure, recuperi e rile ure critiche dell'arte del Ventennio
Psychological Research
Lacunae are the voids left by missing or damaged pieces of artwork, and their presence constitute... more Lacunae are the voids left by missing or damaged pieces of artwork, and their presence constitutes a central problem in the aesthetic experience of viewing artwork. However, we hypothesize that experience and knowledge of art might differentially modify viewer reactions to degraded artwork. Here, we investigated the implicit and explicit attitudes of art experts and nonexperts towards the aesthetics of perfectly intact and lacunar artwork. Sections of Flemish oil paintings were displayed with or without a degradation mask, which mimics lacunae. Three groups differing in their interaction with art were assessed: art restorers, art historians, and art viewers lacking any art-related professional expertise. We found that (1) professional experience/expertise in art restoration affected implicit, but not explicit, attitudes among restorers, (2) art historians had positive explicit, but not implicit, attitudes toward intact artwork, and (3) it was difficult for non-specialist viewers to understand or appreciate artwork that was not perfectly intact. We further discuss the implications of these results to other forms of aesthetic evaluation and expertise. Modified preferences in experts may improve knowledge of the plastic changes that occur in the cognition of aesthetics and may thus be of significant relevance to enhance the effectiveness of art conservation programs.
Numero verde 800864035 Condizioni di vendita e abbonamento per il 2021 Per l'Italia: prezzo del s... more Numero verde 800864035 Condizioni di vendita e abbonamento per il 2021 Per l'Italia: prezzo del singolo fascicolo € 36,00. prezzo dell'abbonamento annuo (2 numeri) € 62,00. Per l'Estero: prezzo del singolo fascicolo € 52,00. prezzo dell'abbonamento annuo (2 numeri) € 93,00.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza l'autorizzazione scritta dei proprietar... more Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza l'autorizzazione scritta dei proprietar... more Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore.
LUISA MORTARI E LA TUTELA IN MOLISE, 2019
Già nel 1944 A.M. Colini osservava che, a seguito dei numerosi rimaneggiamenti subìti, dell'edifi... more Già nel 1944 A.M. Colini osservava che, a seguito dei numerosi rimaneggiamenti subìti, dell'edificio "non può più riconoscersi né la pianta, né la precisa natura": Colini 1944, p. 213. 2 Questo muro viene ritenuto antico da Lanciani (Lanciani FUR, tav. 35), mentre Colini osserva di non avere elementi per considerarlo tale e si limita a presumere che possa riprendere un tracciato preesistente: Colini 1944, pp. 214-215. 3 Una minuziosa descrizione dei resti è contenuta nelle note alla pianta del nolli:
Questo numero è dedicato-a un anno dalla scomparsaal ricordo di Victor H. Elbern (1918-2016), mem... more Questo numero è dedicato-a un anno dalla scomparsaal ricordo di Victor H. Elbern (1918-2016), membro sin dalla fondazione del Comitato direttivo e autore di uno dei contributi del primo volume della prima serie MATERIALI 261 I dipinti murali della grotta di S.
Per Critica d'arte ripubblicata con autorizzazione rilasciata dagli eredi Il volume è stato pubbl... more Per Critica d'arte ripubblicata con autorizzazione rilasciata dagli eredi Il volume è stato pubblicato grazie al contributo di
Gli studi sull'uso in età medievale di rivestire le sculture lapidee con strati policromi di pitt... more Gli studi sull'uso in età medievale di rivestire le sculture lapidee con strati policromi di pittura si sono moltiplicati negli ultimi anni e proprio di recente, in Italia, sono stati promossi interessanti incontri tra specialisti del settore, volti a definire un aggiornato quadro di conoscenza sul tema. In particolare, nel 2007, a Viterbo e a Lucca, sono state organizzate alcune giornate di studio aventi come specifico oggetto d'indagine la policromia dei materiali lapidei dall'Antichità al Medioevo 1 . Molti tra i più recenti contributi sullo studio delle finiture cromatiche che rivestivano in origine la pietra e il marmo di tanti monumenti ed opere italiane di età medievale sono stati messi in relazione tra loro, offrendo approfondimenti storici, tecnici e conservativi.
francese, che determinò nel tempo conseguenze inaspettate: "le dégout succéda rapidement à l'engo... more francese, che determinò nel tempo conseguenze inaspettate: "le dégout succéda rapidement à l'engouement. La coloration de l'architecture retomba dans le discrédit" . La conseguenza di questa situazione fu la diffusione di un nuovo gusto per le pareti prive di rivestimento che però, spiega l'architetto restauratore, non ha nulla a che fare con le reali logiche decorative delle architetture del Medioevo e che invece molto c'entra con il fatto che "le public", nel passaggio attraverso i secoli, ha perso l'abitudine a "voir des couleurs assemblées", sviluppando un "séntiment repulsif pour ce qui est en dehors des ses habitudes" 4 . Consapevole di questa realtà, Viollet-le-Duc inizia ad illustrare il lavoro fatto nelle cappelle di Notre Dame, dichiarando esplicitamente che ogni scelta operata sul cantiere è stata pensata nell'ottica di non offendere il gusto comune, e di aiutare invece il pubblico alla comprensione dell'intero lavoro. Vengono allora descritti nel dettaglio gli studi compiuti nella cattedrale prima di realizzare le pitture, studi funzionali all'applicazione, sulle pareti e sugli elementi architettonici, di cromie scelte in relazione ad una lunga serie di fattori: l'esposizione degli ambienti, la differenza di luce che si determina sulle diverse pareti durante tutto l'arco di una giornata, l'azione di filtro che sulla luce esercitano le vetrate colorate e così via. Nulla è stato lasciato al caso, nulla è stato improvvisato, ogni cosa è stata pensata per permettere al fruitore comune di entrare nella cattedrale e sentirsi a proprio agio 5 . Sul finire degli anni Sessanta dunque, all'apice di una lunga carriera di restauratore Nel 1868 Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc, che da pochi anni aveva concluso il ventennale restauro di Notre Dame di Parigi, diede alle stampe un interessante volume dedicato all'intervento eseguito per la decorazione pittorica delle cappelle del coro 1 . Il testo, nato per descrivere il lavoro fatto, si compone di splendide tavole illustrate sulle pitture e di poche pagine scritte, in cui l'architetto-restauratore riflette sulla policromia dei monumenti medievali in rapporto agli interventi di restauro che ha visto compiersi su di essi a partire dai primi decenni del secolo. La polemica contro i "défenseurs du classicisme" e la loro negazione del colore apre lo scritto; vengono ricordate le ricerche d'inizio secolo sulla policromia dei monumenti antichi e le resistenze che esse incontrarono da parte degli accademici francesi che, nonostante l'evidenza dei ritrovamenti, continuavano a sostenere le "beautés pures de la forme" 2 . Racconta Viollet-le-Duc di come le ricerche proseguissero iniziando poi a riguardare anche i monumenti medievali "nos anciennes églises", dove "les trop curieux chercheurs […] se mirent à écailler le badigeon" dimostrando che i monumenti medievali, come quelli antichi, erano in origine variamente colorati: "la regle, l'état normal était la coloration". Questa nuova consapevolezza determinò tra gli appassionati del Medioevo un moto di entusiasmo per l'architettura policroma e "une école d'artistes […] ayant trouvé de coté e d'autre des tons variés couchés sur les monuments anciens, se mit à poser un peu au hasard, ou d'ispiration, des couleurs sur les édifices modernes ou restaurés" 3 . Fu un uso improvvisato ed improprio del colore, sottolinea l'architetto
Un restauro, una mostra, un racconto: la storia e le vicende conservative del murale di Mario Sir... more Un restauro, una mostra, un racconto: la storia e le vicende conservative del murale di Mario Sironi L’Italia tra le Arti e le Scienze raccontate per immagini all’interno di quel Rettorato in cui l’artista lavorava, in una corsa contro il tempo, nell’estate del 1935. Nel percorso espositivo si snodano le fortune e sfortune dell’opera, occultata nel dopoguerra con una carta da parati e poi, nel 1950, con una spessa ed estesa ridipintura. Si nascondevano i riferimenti espliciti al regime: l’aquila, il fascio littorio, la data in cifre romane, il condottiero a cavallo. Ma si modificavano anche le caratteristiche fisionomie, aspre e totemiche, delle Allegorie sironiane, troppo connotate. Si riuniscono oggi alcuni grandi, celebri cartoni preparatori e tanti schizzi e bozzetti, in parte inediti, che documentano il percorso ideativo dell’artista per una committenza tanto importante. La seconda parte della mostra rende conto del complesso intervento di restauro, con una selezione di immagin...
Saluti e introduzione ai lavori 09.30 Discussione 12.00 Pausa pranzo Alessandro Zuccari, Prore or... more Saluti e introduzione ai lavori 09.30 Discussione 12.00 Pausa pranzo Alessandro Zuccari, Prore ore al Patrimonio artistico storico culturale della Sapienza, Università di Roma Censure, recuperi e rile ure critiche dell'arte del Ventennio
Psychological Research
Lacunae are the voids left by missing or damaged pieces of artwork, and their presence constitute... more Lacunae are the voids left by missing or damaged pieces of artwork, and their presence constitutes a central problem in the aesthetic experience of viewing artwork. However, we hypothesize that experience and knowledge of art might differentially modify viewer reactions to degraded artwork. Here, we investigated the implicit and explicit attitudes of art experts and nonexperts towards the aesthetics of perfectly intact and lacunar artwork. Sections of Flemish oil paintings were displayed with or without a degradation mask, which mimics lacunae. Three groups differing in their interaction with art were assessed: art restorers, art historians, and art viewers lacking any art-related professional expertise. We found that (1) professional experience/expertise in art restoration affected implicit, but not explicit, attitudes among restorers, (2) art historians had positive explicit, but not implicit, attitudes toward intact artwork, and (3) it was difficult for non-specialist viewers to understand or appreciate artwork that was not perfectly intact. We further discuss the implications of these results to other forms of aesthetic evaluation and expertise. Modified preferences in experts may improve knowledge of the plastic changes that occur in the cognition of aesthetics and may thus be of significant relevance to enhance the effectiveness of art conservation programs.
Numero verde 800864035 Condizioni di vendita e abbonamento per il 2021 Per l'Italia: prezzo del s... more Numero verde 800864035 Condizioni di vendita e abbonamento per il 2021 Per l'Italia: prezzo del singolo fascicolo € 36,00. prezzo dell'abbonamento annuo (2 numeri) € 62,00. Per l'Estero: prezzo del singolo fascicolo € 52,00. prezzo dell'abbonamento annuo (2 numeri) € 93,00.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza l'autorizzazione scritta dei proprietar... more Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza l'autorizzazione scritta dei proprietar... more Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore.
LUISA MORTARI E LA TUTELA IN MOLISE, 2019
Già nel 1944 A.M. Colini osservava che, a seguito dei numerosi rimaneggiamenti subìti, dell'edifi... more Già nel 1944 A.M. Colini osservava che, a seguito dei numerosi rimaneggiamenti subìti, dell'edificio "non può più riconoscersi né la pianta, né la precisa natura": Colini 1944, p. 213. 2 Questo muro viene ritenuto antico da Lanciani (Lanciani FUR, tav. 35), mentre Colini osserva di non avere elementi per considerarlo tale e si limita a presumere che possa riprendere un tracciato preesistente: Colini 1944, pp. 214-215. 3 Una minuziosa descrizione dei resti è contenuta nelle note alla pianta del nolli:
Questo numero è dedicato-a un anno dalla scomparsaal ricordo di Victor H. Elbern (1918-2016), mem... more Questo numero è dedicato-a un anno dalla scomparsaal ricordo di Victor H. Elbern (1918-2016), membro sin dalla fondazione del Comitato direttivo e autore di uno dei contributi del primo volume della prima serie MATERIALI 261 I dipinti murali della grotta di S.
Per Critica d'arte ripubblicata con autorizzazione rilasciata dagli eredi Il volume è stato pubbl... more Per Critica d'arte ripubblicata con autorizzazione rilasciata dagli eredi Il volume è stato pubblicato grazie al contributo di
Gli studi sull'uso in età medievale di rivestire le sculture lapidee con strati policromi di pitt... more Gli studi sull'uso in età medievale di rivestire le sculture lapidee con strati policromi di pittura si sono moltiplicati negli ultimi anni e proprio di recente, in Italia, sono stati promossi interessanti incontri tra specialisti del settore, volti a definire un aggiornato quadro di conoscenza sul tema. In particolare, nel 2007, a Viterbo e a Lucca, sono state organizzate alcune giornate di studio aventi come specifico oggetto d'indagine la policromia dei materiali lapidei dall'Antichità al Medioevo 1 . Molti tra i più recenti contributi sullo studio delle finiture cromatiche che rivestivano in origine la pietra e il marmo di tanti monumenti ed opere italiane di età medievale sono stati messi in relazione tra loro, offrendo approfondimenti storici, tecnici e conservativi.
francese, che determinò nel tempo conseguenze inaspettate: "le dégout succéda rapidement à l'engo... more francese, che determinò nel tempo conseguenze inaspettate: "le dégout succéda rapidement à l'engouement. La coloration de l'architecture retomba dans le discrédit" . La conseguenza di questa situazione fu la diffusione di un nuovo gusto per le pareti prive di rivestimento che però, spiega l'architetto restauratore, non ha nulla a che fare con le reali logiche decorative delle architetture del Medioevo e che invece molto c'entra con il fatto che "le public", nel passaggio attraverso i secoli, ha perso l'abitudine a "voir des couleurs assemblées", sviluppando un "séntiment repulsif pour ce qui est en dehors des ses habitudes" 4 . Consapevole di questa realtà, Viollet-le-Duc inizia ad illustrare il lavoro fatto nelle cappelle di Notre Dame, dichiarando esplicitamente che ogni scelta operata sul cantiere è stata pensata nell'ottica di non offendere il gusto comune, e di aiutare invece il pubblico alla comprensione dell'intero lavoro. Vengono allora descritti nel dettaglio gli studi compiuti nella cattedrale prima di realizzare le pitture, studi funzionali all'applicazione, sulle pareti e sugli elementi architettonici, di cromie scelte in relazione ad una lunga serie di fattori: l'esposizione degli ambienti, la differenza di luce che si determina sulle diverse pareti durante tutto l'arco di una giornata, l'azione di filtro che sulla luce esercitano le vetrate colorate e così via. Nulla è stato lasciato al caso, nulla è stato improvvisato, ogni cosa è stata pensata per permettere al fruitore comune di entrare nella cattedrale e sentirsi a proprio agio 5 . Sul finire degli anni Sessanta dunque, all'apice di una lunga carriera di restauratore Nel 1868 Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc, che da pochi anni aveva concluso il ventennale restauro di Notre Dame di Parigi, diede alle stampe un interessante volume dedicato all'intervento eseguito per la decorazione pittorica delle cappelle del coro 1 . Il testo, nato per descrivere il lavoro fatto, si compone di splendide tavole illustrate sulle pitture e di poche pagine scritte, in cui l'architetto-restauratore riflette sulla policromia dei monumenti medievali in rapporto agli interventi di restauro che ha visto compiersi su di essi a partire dai primi decenni del secolo. La polemica contro i "défenseurs du classicisme" e la loro negazione del colore apre lo scritto; vengono ricordate le ricerche d'inizio secolo sulla policromia dei monumenti antichi e le resistenze che esse incontrarono da parte degli accademici francesi che, nonostante l'evidenza dei ritrovamenti, continuavano a sostenere le "beautés pures de la forme" 2 . Racconta Viollet-le-Duc di come le ricerche proseguissero iniziando poi a riguardare anche i monumenti medievali "nos anciennes églises", dove "les trop curieux chercheurs […] se mirent à écailler le badigeon" dimostrando che i monumenti medievali, come quelli antichi, erano in origine variamente colorati: "la regle, l'état normal était la coloration". Questa nuova consapevolezza determinò tra gli appassionati del Medioevo un moto di entusiasmo per l'architettura policroma e "une école d'artistes […] ayant trouvé de coté e d'autre des tons variés couchés sur les monuments anciens, se mit à poser un peu au hasard, ou d'ispiration, des couleurs sur les édifices modernes ou restaurés" 3 . Fu un uso improvvisato ed improprio del colore, sottolinea l'architetto