Guido Girolami | Università degli Studi "La Sapienza" di Roma (original) (raw)
Papers by Guido Girolami
Numismatica ed Antichità Classiche, 2022
La disposizione delle monete d’oro di epoca romana che ornavano il deser Braschi, come la si rica... more La disposizione delle monete d’oro di epoca romana che ornavano il deser Braschi, come la si ricava dall’esame del pianale esposto nel museo del Louvre, non risponde ad alcun criterio riconoscibile, cosa che mal si attaglia ad un’opera di tale magnificenza. Inoltre, dalle descrizioni dell’opera si evince che quando il deser fu presentato al pubblico per la prima volta nel 1783 esso comprendeva ventotto monete auree d’epoca imperiale. L’inventario fatto dai Francesi, i quali portarono il deser a Parigi nel 1801, comprendeva invece ben 44 monete d’oro. Nel suo saggio sull’argomento, pubblicato nel n. 46, 2017, della rivista Numismatica e Antichità Classiche, Federica Missere Fontana metteva in evidenza queste incongruenze e lamentava la mancanza di informazioni sulla provenienza delle monete impiegate nell’opera.
Un documento del 1784, custodito nella Biblioteca vaticana, supplisce parzialmente a tale mancanza: delle monete d’oro impiegate nel deser Braschi, 19 provengono dallo scavo condotto dal Commissario delle antichità dello Stato pontificio sul sito di Castrum Novum (oggi S. Marinella, RM) tra il 1777 ed il 1779 ed altre 5 furono appositamente acquistate dallo stesso Commissario nel 1783. Queste monete trovano precisa corrispondenza nell’inventario delle autorità francesi e nell’elenco pubblicato dai giornali dell’epoca.
Le informazioni contenute in tale documento permettono non solo di spiegare tutti gli aspetti di concordanza tra le fonti, ma anche di formulare l’ipotesi che il deser fosse stato realizzato in origine in dimensioni minori di quelle attuali: solo in seguito sarebbero stati aggiunti ad esso quattro nuovi settori, con le rispettive monete. Ciò portò da un lato una maggior varietà di emissioni esposte e a un incremento del prestigio dell’opera, dall’altro causò un parziale stravolgimento della sequenza cronologica dei pezzi che qui viene ricostruita in base a tutte le informazioni disponibili.
Numismatica e Antichità Classiche, 2022
La disposizione delle monete d’oro di epoca romana che ornavano il deser Braschi, come la si rica... more La disposizione delle monete d’oro di epoca romana che ornavano il deser Braschi, come la si ricava dall’esame del pianale esposto nel museo del Louvre, non risponde ad alcun criterio riconoscibile, cosa che mal si attaglia ad un’opera di tale magnificenza. Inoltre, dalle descrizioni dell’opera si evince che quando il deser fu presentato al pubblico per la prima volta nel 1783 esso comprendeva ventotto monete auree d’epoca imperiale. L’inventario fatto dai Francesi, i quali portarono il deser a Parigi nel 1801, comprendeva invece ben 44 monete d’oro. Nel suo saggio sull’argomento, pubblicato nel n. 46, 2017, della rivista Numismatica e Antichità Classiche, Federica Missere Fontana metteva in evidenza queste incongruenze e lamentava la mancanza di informazioni sulla provenienza delle monete impiegate nell’opera.
Un documento del 1784, custodito nella Biblioteca vaticana, supplisce parzialmente a tale mancanza: delle monete d’oro impiegate nel deser Braschi, 19 provengono dallo scavo condotto dal Commissario delle antichità dello Stato pontificio sul sito di Castrum Novum (oggi S. Marinella, RM) tra il 1777 ed il 1779 ed altre 5 furono appositamente acquistate dallo stesso Commissario nel 1783. Queste monete trovano precisa corrispondenza nell’inventario delle autorità francesi e nell’elenco pubblicato dai giornali dell’epoca.
Le informazioni contenute in tale documento permettono non solo di spiegare tutti gli aspetti di concordanza tra le fonti, ma anche di formulare l’ipotesi che il deser fosse stato realizzato in origine in dimensioni minori di quelle attuali: solo in seguito sarebbero stati aggiunti ad esso quattro nuovi settori, con le rispettive monete. Ciò portò da un lato una maggior varietà di emissioni esposte e a un incremento del prestigio dell’opera, dall’altro causò un parziale stravolgimento della sequenza cronologica dei pezzi che qui viene ricostruita in base a tutte le informazioni disponibili.
Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, 2014
Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, Feb 29, 2016
Les recherches sur Castrum Novum sont financées par cinq institutions : la mairie de Santa Marine... more Les recherches sur Castrum Novum sont financées par cinq institutions : la mairie de Santa Marinella, dont nous remercions le maire, R. Bacheca, le Centre de recherches en arts (Université d'Amiens), dirigé par H. Joubert-Laurencin, l'UMR 8546 (CNRS-ENS), dirigé par S. Verger, le Centre de recherches TRAME (Université d'Amiens), dirigé par M. Paoli et le Centre de recherches HALMA-IPEL (Université de Lille 3), dirigé par L. Sève.
Numismatica ed Antichità Classiche, 2022
La disposizione delle monete d’oro di epoca romana che ornavano il deser Braschi, come la si rica... more La disposizione delle monete d’oro di epoca romana che ornavano il deser Braschi, come la si ricava dall’esame del pianale esposto nel museo del Louvre, non risponde ad alcun criterio riconoscibile, cosa che mal si attaglia ad un’opera di tale magnificenza. Inoltre, dalle descrizioni dell’opera si evince che quando il deser fu presentato al pubblico per la prima volta nel 1783 esso comprendeva ventotto monete auree d’epoca imperiale. L’inventario fatto dai Francesi, i quali portarono il deser a Parigi nel 1801, comprendeva invece ben 44 monete d’oro. Nel suo saggio sull’argomento, pubblicato nel n. 46, 2017, della rivista Numismatica e Antichità Classiche, Federica Missere Fontana metteva in evidenza queste incongruenze e lamentava la mancanza di informazioni sulla provenienza delle monete impiegate nell’opera.
Un documento del 1784, custodito nella Biblioteca vaticana, supplisce parzialmente a tale mancanza: delle monete d’oro impiegate nel deser Braschi, 19 provengono dallo scavo condotto dal Commissario delle antichità dello Stato pontificio sul sito di Castrum Novum (oggi S. Marinella, RM) tra il 1777 ed il 1779 ed altre 5 furono appositamente acquistate dallo stesso Commissario nel 1783. Queste monete trovano precisa corrispondenza nell’inventario delle autorità francesi e nell’elenco pubblicato dai giornali dell’epoca.
Le informazioni contenute in tale documento permettono non solo di spiegare tutti gli aspetti di concordanza tra le fonti, ma anche di formulare l’ipotesi che il deser fosse stato realizzato in origine in dimensioni minori di quelle attuali: solo in seguito sarebbero stati aggiunti ad esso quattro nuovi settori, con le rispettive monete. Ciò portò da un lato una maggior varietà di emissioni esposte e a un incremento del prestigio dell’opera, dall’altro causò un parziale stravolgimento della sequenza cronologica dei pezzi che qui viene ricostruita in base a tutte le informazioni disponibili.
Numismatica e Antichità Classiche, 2022
La disposizione delle monete d’oro di epoca romana che ornavano il deser Braschi, come la si rica... more La disposizione delle monete d’oro di epoca romana che ornavano il deser Braschi, come la si ricava dall’esame del pianale esposto nel museo del Louvre, non risponde ad alcun criterio riconoscibile, cosa che mal si attaglia ad un’opera di tale magnificenza. Inoltre, dalle descrizioni dell’opera si evince che quando il deser fu presentato al pubblico per la prima volta nel 1783 esso comprendeva ventotto monete auree d’epoca imperiale. L’inventario fatto dai Francesi, i quali portarono il deser a Parigi nel 1801, comprendeva invece ben 44 monete d’oro. Nel suo saggio sull’argomento, pubblicato nel n. 46, 2017, della rivista Numismatica e Antichità Classiche, Federica Missere Fontana metteva in evidenza queste incongruenze e lamentava la mancanza di informazioni sulla provenienza delle monete impiegate nell’opera.
Un documento del 1784, custodito nella Biblioteca vaticana, supplisce parzialmente a tale mancanza: delle monete d’oro impiegate nel deser Braschi, 19 provengono dallo scavo condotto dal Commissario delle antichità dello Stato pontificio sul sito di Castrum Novum (oggi S. Marinella, RM) tra il 1777 ed il 1779 ed altre 5 furono appositamente acquistate dallo stesso Commissario nel 1783. Queste monete trovano precisa corrispondenza nell’inventario delle autorità francesi e nell’elenco pubblicato dai giornali dell’epoca.
Le informazioni contenute in tale documento permettono non solo di spiegare tutti gli aspetti di concordanza tra le fonti, ma anche di formulare l’ipotesi che il deser fosse stato realizzato in origine in dimensioni minori di quelle attuali: solo in seguito sarebbero stati aggiunti ad esso quattro nuovi settori, con le rispettive monete. Ciò portò da un lato una maggior varietà di emissioni esposte e a un incremento del prestigio dell’opera, dall’altro causò un parziale stravolgimento della sequenza cronologica dei pezzi che qui viene ricostruita in base a tutte le informazioni disponibili.
Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, 2014
Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, Feb 29, 2016
Les recherches sur Castrum Novum sont financées par cinq institutions : la mairie de Santa Marine... more Les recherches sur Castrum Novum sont financées par cinq institutions : la mairie de Santa Marinella, dont nous remercions le maire, R. Bacheca, le Centre de recherches en arts (Université d'Amiens), dirigé par H. Joubert-Laurencin, l'UMR 8546 (CNRS-ENS), dirigé par S. Verger, le Centre de recherches TRAME (Université d'Amiens), dirigé par M. Paoli et le Centre de recherches HALMA-IPEL (Université de Lille 3), dirigé par L. Sève.