Alessandra Chiricosta | Roma Tre University, Rome, Italy (original) (raw)
Papers by Alessandra Chiricosta
B@belonline, Nov 22, 2016
Is it true that the 'force' of a human body, when conceived as the potential of a body to attack ... more Is it true that the 'force' of a human body, when conceived as the potential of a body to attack and defend, shows itself as a 'male' dominion? If the common sense tends to anwer adfirmatively to this question, this article goes in another direction. Through a non conventional reading of Isidor of Seville's Ages of the human being in his Etymologiae, the paper aims to provide an original interpretation of the 'cultural' construction of the concept of 'force' related to gendered relations. Far from being 'biological', the cultural construction of the male's superiority in terms of force showes itself as a bio-political device, a self fulfilling prophecy. Concepts of force and stenght play a pivotal role in constructing male's and female's identities such as asymmetrical. However, it seems that 'natural' data are rather to be considered as cultural constructions. It is here suggested the necessity of a deeper philosophical reflection on the nature-culture nexus. Etymologies also could be seen as territories in which normative structures on what it has to be defined as 'woman' disguised themselves as 'biological evidences'. Nevertheless, such as carsic rivers, other stories can be traced thoug the lines.
Storia delle Donne, 2015
La lotta per il riconoscimento dell’ordinazione delle bhikkunī nell’ambito del Buddhismo theravād... more La lotta per il riconoscimento dell’ordinazione delle bhikkunī nell’ambito del Buddhismo theravāda, come sostiene Tanaporn Pichitsakulachai, puo essere interpretata come una forma di femminismo religioso. Il movimento per la “rifondazione” del monachesimo femminile nei paesi del Sud e Sudest Asiatico e’ una realta’ fluida e policentrica, che cerca non solo di rinegoziare i ruoli tradizionalmente imposti alle donne, ma sfida i principi stessi su cui il concetto di “tradizione” viene costruito. La questione della rifondazione dell’ordine delle bhikkunī viene qui letta come spazio di movimento di network interculturali di donne, che riflettono la filosofia del Socially Engaged Buddhis (SEB). La dimensione relazionale e transnazionale che tali network pongono in essere puo’ offrire una differente prospettiva in grado di fornire una via di superamento delle dicotomie politiche e teoretiche che hanno a lungo guidato la lettura di fenomeni connessi all’ agency delle donne in contesti post coloniali.
"Integration in Southeast Asia: Trajectories of Inclusion, Dynamics of Exclusion (SEATID... more "Integration in Southeast Asia: Trajectories of Inclusion, Dynamics of Exclusion (SEATIDE)”, funded by the European Commission’s 7th framework programme. The project ran from 2012 to 2016.
La lotta per il riconoscimento dell’ordinazione delle bhikkunī nell’ambito del Buddhismo theravād... more La lotta per il riconoscimento dell’ordinazione delle bhikkunī nell’ambito del Buddhismo theravāda, come sostiene Tanaporn Pichitsakulachai, puo essere interpretata come una forma di femminismo religioso. Il movimento per la “rifondazione” del monachesimo femminile nei paesi del Sud e Sudest Asiatico e’ una realta’ fluida e policentrica, che cerca non solo di rinegoziare i ruoli tradizionalmente imposti alle donne, ma sfida i principi stessi su cui il concetto di “tradizione” viene costruito. La questione della rifondazione dell’ordine delle bhikkunī viene qui letta come spazio di movimento di network interculturali di donne, che riflettono la filosofia del Socially Engaged Buddhis (SEB). La dimensione relazionale e transnazionale che tali network pongono in essere puo’ offrire una differente prospettiva in grado di fornire una via di superamento delle dicotomie politiche e teoretiche che hanno a lungo guidato la lettura di fenomeni connessi all’ agency delle donne in contesti post ...
Is it true that the ‘force’ of a human body, when conceived as the potential of a body to attack ... more Is it true that the ‘force’ of a human body, when conceived as the potential of a body to attack and defend, shows itself as a ‘male’ dominion? If the common sense tends to anwer adfirmatively to this question, this article goes in another direction. Through a non conventional reading of Isidor of Seville’s Ages of the human being in his Etymologiae, the paper aims to provide an original interpretation of the ‘cultural’ construction of the concept of ‘force’ related to gendered relations. Far from being ‘biological’, the cultural construction of the male’s superiority in terms of force showes itself as a bio-political device, a self fulfilling prophecy. Concepts of force and stenght play a pivotal role in constructing male’s and female’s identities such as asymmetrical. However, it seems that ‘natural’ data are rather to be considered as cultural constructions. It is here suggested the necessity of a deeper philosophical refelction on the nature-culture nexus. Etymologies also could...
Is it true that the 'force' of a human body, when conceived as the potential of a body to attack ... more Is it true that the 'force' of a human body, when conceived as the potential of a body to attack and defend, shows itself as a 'male' dominion? If the common sense tends to anwer adfirmatively to this question, this article goes in another direction. Through a non conventional reading of Isidor of Seville's Ages of the human being in his Etymologiae, the paper aims to provide an original interpretation of the 'cultural' construction of the concept of 'force' related to gendered relations. Far from being 'biological', the cultural construction of the male's superiority in terms of force showes itself as a bio-political device, a self fulfilling prophecy. Concepts of force and stenght play a pivotal role in constructing male's and female's identities such as asymmetrical. However, it seems that 'natural' data are rather to be considered as cultural constructions. It is here suggested the necessity of a deeper philosophical reflection on the nature-culture nexus. Etymologies also could be seen as territories in which normative structures on what it has to be defined as 'woman' disguised themselves as 'biological evidences'. Nevertheless, such as carsic rivers, other stories can be traced thoug the lines.
Una lettura interculturale, femminista, marzialista della “violenza di genere”.
Contributo per " Ri-conoscer-si. Scuola Estiva della Differenza", convegno organizzato dall'Unive... more Contributo per " Ri-conoscer-si. Scuola Estiva della Differenza", convegno organizzato dall'Università degli Studi di Lecce e dall'Università Roma Tre presso il convento delle Benedettine di Lecce, 11-15 settembre 2006.
All'indomani del lancio del processo di Đổi mới ("rinnovamento", inaugurato nel 1986), il panoram... more All'indomani del lancio del processo di Đổi mới ("rinnovamento", inaugurato nel 1986), il panorama religioso e cultuale Vietnamita si trova a vivere una nuova fase della sua lunga e complessa storia. Culti banditi durante il periodo precedente ritornano a rivestire un ruolo centrale nella vita religiosa del paese e assumono visibilita' internazionale grazie alle attivita' delle comunita' vietnamite espatriate.
Nel 1993, 2 durante la riunione regionale tenutasi a Bangkok in vista della Conferenza Mondiale d... more Nel 1993, 2 durante la riunione regionale tenutasi a Bangkok in vista della Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sui Diritti umani, che si sarebbe svolta nello stesso anno a Vienna, quarantanove stati asiatici, che rappresentano -o controllano in diverse forme -circa un terzo dell'umanità, firmano un documento, noto come "Dichiarazione di Bangkok", in cui l'universalità della concezione dei Diritti umani, come espressa dall'omonima Dichiarazione, viene posta sotto accusa. Pur riconoscendo l'importanza di una enunciazione condivisa e universalizzabile dei Diritti umani -segnalata nelle Premesse così come nell'articolo 7 3 -la Dichiarazione di Bangkok denuncia implicitamente la "parzialità" dell'attuale formulazione, troppo legata ai percorsi storici e culturali dell'"Occidente" ed espressione di categorie concettuali, morali e valoriali culturalmente declinate, arbitrariamente estese a contesti differenti da quello in cui si sono originate. Tale estensione richiama alla memoria dinamiche colonialiste di cui i paesi firmatari sono stati, in gran parte, vittime in un passato non troppo remoto, e che procedono in una direzione opposta al percorso del dialogo interculturale. Sin dalle sue Premesse, infatti, la Dichiarazione di Bangkok riconosce che: "La promozione dei diritti umani deve essere incoraggiata dalla cooperazione e dal consenso, e non attraverso lo scontro e l'imposizione di valori incompatibili." Inoltre, la Dichiarazione di Bangkok segnala la necessità di un riconoscimento della pluralità culturale, dell'imprescindibilità del ruolo della cultura -o meglio, delle culture -nella formulazione di qualsiasi principio di ordine morale. L'articolo 8, infatti: " Riconosce che mentre i diritti umani sono universali nella loro natura, devono tuttavia essere considerati nel 1 Questo articolo, pubblicato in Cacciatore e Giugliano (2014) Dimensioni Filosofiche e storiche dell' interculturalita' ˆpresenta in forma sintetica il contenuto di un lungo lavoro di ricerca pubblicato nella sua interezza nel mio Filosofia Interculturale e Valori Asiatici, Milano, O-Barra-O, 2013. 2 Precisamente, i lavori del convegno durarono dal 29 marzo al 2 aprile 1993.
"Integration in Southeast Asia: Trajectories of Inclusion, Dynamics of Exclusion (SEATIDE)”, fund... more "Integration in Southeast Asia: Trajectories of Inclusion, Dynamics of Exclusion (SEATIDE)”, funded by the European Commission’s 7th framework programme. The project ran from 2012 to 2016.
The analysis of the Vietnamese unique mode of person reference can offer original contributions t... more The analysis of the Vietnamese unique mode of person reference can offer original contributions to the international philosophical debate. Presenting a conception of the individual which radically differs from the self centered entity that characterized the origins of so-called "western" idea of the "Ego", it has been recognized by some authors 1 as an interesting instrument for deconstructing several universalist assumptions about the "self". In the same time, it casts a new light on the connections between the "Ego" and the world in which -or thanks to which -he/she lives.
Nella mia storia personale, il percorso della pratica delle arti marziali si e' intrecciato con i... more Nella mia storia personale, il percorso della pratica delle arti marziali si e' intrecciato con il femminismo e la filosofia in maniera significativa. Gli spunti sollecitati in un ambito si sono innestati nell'altro, in un continuum esperenziale che non ha soluzioni di continuita' e che dunque risulta difficile delineare in modo lineare. La mia ricezione della filosofia della differenza mi ha portato, tra l'altro, a cercare di acquisire il piu' possibile una consapevolezza del mio corpo, dei significati che lo -che mi -costituiscono, di come la mia cultura, le mie pratiche quotidiane di vita, le relazioni umane e sociali declinino la mia percezione dell'essere un corpo-donna. Le arti marziali hanno messo in gioco me stessa, questo corpo-donna che io sono, in una maniera eccentrica, differente dai percorsi in genere proposti per le donne, offrendomi l'opportunita' di risignificarmi attraverso prassi e relazioni in genere non contemplate. E che mi ha dischiuso una percezione e la possibilita' di espressione di una forza che non pensavo di avere. Una forza che e' il mio corpo, che non mi lacera, che mi richiama a me quando mi disperdo nel pensiero astraente. Una forza che e' presenza, relazione. Una forza che si origina proprio dal mio corpo-donna e che, se conosciuta, riconosciuta e messa in opera, sovverte la concezione quantitativa del corpo, secondo la quale e' piu' forte chi ha piu' muscoli. Una forza che si esprime secondo qualita', non quantita', ma non per questo e' meno corporea. Una forza che mi insegna che vedere nel corpo solo quantita', misurarne le prestazioni secondo questa direttrice, e' una visione parziale e culturalmente e, direi, politicamente determinata. 1 In cio', un altro filo si e' reso necessario perche' l'intreccio si sviluppasse in maniera armonica e originale, o quantomeno onesta, ovvero una prospettiva interculturale che tentasse il piu' possibile di operare una reale destrutturazione di quei significati che la mia cultura trasmette e incarna nel mio corpo-donna. Per aprire l'accesso ad un ordine diverso di significati, che non sia la mera, rassicurante e neo-coloniale estrapolazione e riadattazione di elementi originatisi in altri contesti, ho avvertito l'esigenza di abitare quanto piu' possibile questa differenza culturale, per comprendere teoricamente, ma soprattutto praticamente, che cosa queste differenti scelte culturali implicassero nel processo di significazione ed esperienza del mio corpo-donna. Le arti marziali che ho praticato e che pratico si sono originate e sviluppate nei contesti dell'Asia Orientale e del Sudest asiatico. La concezione del corpo, dei corpi, dei suoi significati, delle sue dinamiche, cosi' come i sistemi di insegnamento, le modalita' dei rapporti che si vengono a creare, i riferimenti ai classici filosofici e letterari si pongono in una weltanshauung diversa dalla "nostra", che li ha concepiti, pensati e praticati differentemente .L'intercultura, per me, non ha tanto a che fare con teorizzazioni aprioristiche su come si puo' fondare un dialogo tra orizzonti di senso diversi. L'intercultura che vivo e' un'esperienza totalizzante, fatta di incontri reali e destrutturanti, che in primis sento come rapporti sensoriali, emotivi. E' il mio corpo-donna che si apre o si chiude a possibili relazioni, in cui anche il mio modo di sorridere, la mia postura, i miei gesti si modificano, nella costruzione di spazi e tempi di dialogo. E il senso di me trova nuove vie. La pratica delle arti marziali puo', dunque, voler dire anche apertura di un dialogo con teorizzazioni e prassi radicalmente distanti, che mi da' la possibilita' di risignificare il mio corpo secondo direttici differenti, che aprono percorsi inediti e, talvolta, sorprendenti. Una prima generica, banale, ma sempre centrale constatazione e' che la gran parte delle arti marziali dell'Asia Orientale e del Sudest Asiatico non conosce la separazione "cartesiana" tra corpo e mente. Tale presupposto ha consentito non solo di pensare diversamente il corpo, ma, soprattutto, di procedere nella direttrice di esplorare il pensiero del corpo, il suo linguaggio e i suoi modi. L'uscita pratica dal paradigma della separazione cartesiana ha avuto su di me un effetto liberante. Ha determinato la riappropriazione del carattere di presenza del pensiero, del suo darsi in contesto e in relazione, di essere, anch'esso, corpo. E non un generico corpo, ma quel preciso e particolare corpo
IAPh Italia (Int. Ass. Women Philosophers) website by Alessandra Chiricosta
Nato nel 2001 all’Università Roma Tre, il Master si presenta a partire dal 2017 in una versione... more Nato nel 2001 all’Università Roma Tre, il Master si presenta a partire dal 2017 in una versione tutta nuova. Dalla possibilità di iscriversi anche a singoli moduli al coordinamento di ciascun ciclo didattico da parte di studiose e figure professionali di rilievo.
Alla sua nascita, il Corso è stato il secondo Master italiano sui temi di genere, dopo quello attivato presso l’Università Statale di Milano, e il primo nel Centro Sud. La vocazione iniziale mirava a rispondere alla forte domanda di promozione delle questioni di genere quale priorità politica, proveniente innanzitutto dall’Unione Europea – Trattato di Amsterdam, Carta dei Diritti, Protocollo di Istanbul del 2013 – e che trova riscontro sia nella Costituzione italiana sia nelle politiche internazionali di istituzioni quali l’ONU – le Conferenze Internazionali delle Donne, da Città del Messico a New York passando per Pechino, e le iniziative quali la Commission on the Status of Women.
A questa vocazione si affianca oggi un progetto formativo che unisce i percorsi di ricerca e i percorsi professionali. Constatiamo infatti che il desiderio di ricerca sulle questioni di genere non incontra una risposta soddisfacente da parte dell’istituzione universitaria. Il Master intende quindi essere lo spazio dove trovare strumenti teorici per l’introduzione e l’aggiornamento sulle tendenze e i dibattiti più recenti, sostanziati da un approccio genealogico, che restituisce la ricchezza dei percorsi precedenti, intrapresi da singole, gruppi e movimenti.
Il Master dedica una cura analoga al rapporto tra i saperi che nascono dalla ricerca e i saperi che sono prodotti nella società e nelle professioni. Attraverso singole lezioni, le collaborazioni in corso e gli stage, per chi frequenta si apre la possibilità di incontrare diverse figure professionali e soggetti impegnati nella trasformazione della vita associata (per approfondire, vedi A chi si rivolge). L’esito di questo percorso formativo mira a dare strumenti e a creare le condizioni per una partecipazione incisiva e consapevole al mondo del lavoro (per approfondire, vedi Opportunità e Collaborazioni).
L’obiettivo generale del Corso mira a coltivare e potenziare i rapporti tra la formazione e le diverse istanze che provengono dalle nostre società in profonda e rapida trasformazione e che, per ricevere risposte operative adeguate e pertinenti, richiedono un aggiornamento sul piano teorico e concettuale. Il Master offre dunque strumenti sia a chi intende proseguire le attività di ricerca, sia a chi intende accedere ai diversi ambiti professionali, sia a chi, già inserito/a nel mondo lavorativo, sente l’esigenza di aggiornare e ampliare la preparazione richiesta dalla propria professione.
Books by Alessandra Chiricosta
Questo volume raccoglie gli atti di due convegni che si sono svolti nel 2010, a Roma - «In tutto ... more Questo volume raccoglie gli atti di due convegni che si sono svolti nel 2010, a Roma - «In tutto mi accomodai a loro». Matteo Ricci plasmato dai cinesi (2 marzo) - e a Macerata - Scienza Ragione Fede. Il genio di P. Matteo Ricci (4-6 marzo) -, entrambi dedicati al grande gesuita maceratese, in occasione del quarto centenario della sua morte.
Negli interventi qui pubblicati sono state toccate e rivisitate le grandi questioni legate all'impresa religiosa e culturale del missionario maceratese. Vengono proposte da esperti internazionali letture generali e innovative alla luce delle più recenti analisi storiografiche. Ne scaturisce una comprensione più realistica, più articolata, in qualche modo meno oleografica e più completa, che esalta la grandezza e l'attualità di P. Matteo Ricci.
Arricchiscono il volume due DVD: quello inserito in seconda di copertina, che ripropone gli interventi inaugurali del convegno maceratese; l'altro, collocato in terza di copertina, che contiene il concerto «Armonie tra cielo e terra» eseguito a Macerata, nella Cattedrale di San Giuliano, la sera del 5 marzo 2010.
B@belonline, Nov 22, 2016
Is it true that the 'force' of a human body, when conceived as the potential of a body to attack ... more Is it true that the 'force' of a human body, when conceived as the potential of a body to attack and defend, shows itself as a 'male' dominion? If the common sense tends to anwer adfirmatively to this question, this article goes in another direction. Through a non conventional reading of Isidor of Seville's Ages of the human being in his Etymologiae, the paper aims to provide an original interpretation of the 'cultural' construction of the concept of 'force' related to gendered relations. Far from being 'biological', the cultural construction of the male's superiority in terms of force showes itself as a bio-political device, a self fulfilling prophecy. Concepts of force and stenght play a pivotal role in constructing male's and female's identities such as asymmetrical. However, it seems that 'natural' data are rather to be considered as cultural constructions. It is here suggested the necessity of a deeper philosophical reflection on the nature-culture nexus. Etymologies also could be seen as territories in which normative structures on what it has to be defined as 'woman' disguised themselves as 'biological evidences'. Nevertheless, such as carsic rivers, other stories can be traced thoug the lines.
Storia delle Donne, 2015
La lotta per il riconoscimento dell’ordinazione delle bhikkunī nell’ambito del Buddhismo theravād... more La lotta per il riconoscimento dell’ordinazione delle bhikkunī nell’ambito del Buddhismo theravāda, come sostiene Tanaporn Pichitsakulachai, puo essere interpretata come una forma di femminismo religioso. Il movimento per la “rifondazione” del monachesimo femminile nei paesi del Sud e Sudest Asiatico e’ una realta’ fluida e policentrica, che cerca non solo di rinegoziare i ruoli tradizionalmente imposti alle donne, ma sfida i principi stessi su cui il concetto di “tradizione” viene costruito. La questione della rifondazione dell’ordine delle bhikkunī viene qui letta come spazio di movimento di network interculturali di donne, che riflettono la filosofia del Socially Engaged Buddhis (SEB). La dimensione relazionale e transnazionale che tali network pongono in essere puo’ offrire una differente prospettiva in grado di fornire una via di superamento delle dicotomie politiche e teoretiche che hanno a lungo guidato la lettura di fenomeni connessi all’ agency delle donne in contesti post coloniali.
"Integration in Southeast Asia: Trajectories of Inclusion, Dynamics of Exclusion (SEATID... more "Integration in Southeast Asia: Trajectories of Inclusion, Dynamics of Exclusion (SEATIDE)”, funded by the European Commission’s 7th framework programme. The project ran from 2012 to 2016.
La lotta per il riconoscimento dell’ordinazione delle bhikkunī nell’ambito del Buddhismo theravād... more La lotta per il riconoscimento dell’ordinazione delle bhikkunī nell’ambito del Buddhismo theravāda, come sostiene Tanaporn Pichitsakulachai, puo essere interpretata come una forma di femminismo religioso. Il movimento per la “rifondazione” del monachesimo femminile nei paesi del Sud e Sudest Asiatico e’ una realta’ fluida e policentrica, che cerca non solo di rinegoziare i ruoli tradizionalmente imposti alle donne, ma sfida i principi stessi su cui il concetto di “tradizione” viene costruito. La questione della rifondazione dell’ordine delle bhikkunī viene qui letta come spazio di movimento di network interculturali di donne, che riflettono la filosofia del Socially Engaged Buddhis (SEB). La dimensione relazionale e transnazionale che tali network pongono in essere puo’ offrire una differente prospettiva in grado di fornire una via di superamento delle dicotomie politiche e teoretiche che hanno a lungo guidato la lettura di fenomeni connessi all’ agency delle donne in contesti post ...
Is it true that the ‘force’ of a human body, when conceived as the potential of a body to attack ... more Is it true that the ‘force’ of a human body, when conceived as the potential of a body to attack and defend, shows itself as a ‘male’ dominion? If the common sense tends to anwer adfirmatively to this question, this article goes in another direction. Through a non conventional reading of Isidor of Seville’s Ages of the human being in his Etymologiae, the paper aims to provide an original interpretation of the ‘cultural’ construction of the concept of ‘force’ related to gendered relations. Far from being ‘biological’, the cultural construction of the male’s superiority in terms of force showes itself as a bio-political device, a self fulfilling prophecy. Concepts of force and stenght play a pivotal role in constructing male’s and female’s identities such as asymmetrical. However, it seems that ‘natural’ data are rather to be considered as cultural constructions. It is here suggested the necessity of a deeper philosophical refelction on the nature-culture nexus. Etymologies also could...
Is it true that the 'force' of a human body, when conceived as the potential of a body to attack ... more Is it true that the 'force' of a human body, when conceived as the potential of a body to attack and defend, shows itself as a 'male' dominion? If the common sense tends to anwer adfirmatively to this question, this article goes in another direction. Through a non conventional reading of Isidor of Seville's Ages of the human being in his Etymologiae, the paper aims to provide an original interpretation of the 'cultural' construction of the concept of 'force' related to gendered relations. Far from being 'biological', the cultural construction of the male's superiority in terms of force showes itself as a bio-political device, a self fulfilling prophecy. Concepts of force and stenght play a pivotal role in constructing male's and female's identities such as asymmetrical. However, it seems that 'natural' data are rather to be considered as cultural constructions. It is here suggested the necessity of a deeper philosophical reflection on the nature-culture nexus. Etymologies also could be seen as territories in which normative structures on what it has to be defined as 'woman' disguised themselves as 'biological evidences'. Nevertheless, such as carsic rivers, other stories can be traced thoug the lines.
Una lettura interculturale, femminista, marzialista della “violenza di genere”.
Contributo per " Ri-conoscer-si. Scuola Estiva della Differenza", convegno organizzato dall'Unive... more Contributo per " Ri-conoscer-si. Scuola Estiva della Differenza", convegno organizzato dall'Università degli Studi di Lecce e dall'Università Roma Tre presso il convento delle Benedettine di Lecce, 11-15 settembre 2006.
All'indomani del lancio del processo di Đổi mới ("rinnovamento", inaugurato nel 1986), il panoram... more All'indomani del lancio del processo di Đổi mới ("rinnovamento", inaugurato nel 1986), il panorama religioso e cultuale Vietnamita si trova a vivere una nuova fase della sua lunga e complessa storia. Culti banditi durante il periodo precedente ritornano a rivestire un ruolo centrale nella vita religiosa del paese e assumono visibilita' internazionale grazie alle attivita' delle comunita' vietnamite espatriate.
Nel 1993, 2 durante la riunione regionale tenutasi a Bangkok in vista della Conferenza Mondiale d... more Nel 1993, 2 durante la riunione regionale tenutasi a Bangkok in vista della Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sui Diritti umani, che si sarebbe svolta nello stesso anno a Vienna, quarantanove stati asiatici, che rappresentano -o controllano in diverse forme -circa un terzo dell'umanità, firmano un documento, noto come "Dichiarazione di Bangkok", in cui l'universalità della concezione dei Diritti umani, come espressa dall'omonima Dichiarazione, viene posta sotto accusa. Pur riconoscendo l'importanza di una enunciazione condivisa e universalizzabile dei Diritti umani -segnalata nelle Premesse così come nell'articolo 7 3 -la Dichiarazione di Bangkok denuncia implicitamente la "parzialità" dell'attuale formulazione, troppo legata ai percorsi storici e culturali dell'"Occidente" ed espressione di categorie concettuali, morali e valoriali culturalmente declinate, arbitrariamente estese a contesti differenti da quello in cui si sono originate. Tale estensione richiama alla memoria dinamiche colonialiste di cui i paesi firmatari sono stati, in gran parte, vittime in un passato non troppo remoto, e che procedono in una direzione opposta al percorso del dialogo interculturale. Sin dalle sue Premesse, infatti, la Dichiarazione di Bangkok riconosce che: "La promozione dei diritti umani deve essere incoraggiata dalla cooperazione e dal consenso, e non attraverso lo scontro e l'imposizione di valori incompatibili." Inoltre, la Dichiarazione di Bangkok segnala la necessità di un riconoscimento della pluralità culturale, dell'imprescindibilità del ruolo della cultura -o meglio, delle culture -nella formulazione di qualsiasi principio di ordine morale. L'articolo 8, infatti: " Riconosce che mentre i diritti umani sono universali nella loro natura, devono tuttavia essere considerati nel 1 Questo articolo, pubblicato in Cacciatore e Giugliano (2014) Dimensioni Filosofiche e storiche dell' interculturalita' ˆpresenta in forma sintetica il contenuto di un lungo lavoro di ricerca pubblicato nella sua interezza nel mio Filosofia Interculturale e Valori Asiatici, Milano, O-Barra-O, 2013. 2 Precisamente, i lavori del convegno durarono dal 29 marzo al 2 aprile 1993.
"Integration in Southeast Asia: Trajectories of Inclusion, Dynamics of Exclusion (SEATIDE)”, fund... more "Integration in Southeast Asia: Trajectories of Inclusion, Dynamics of Exclusion (SEATIDE)”, funded by the European Commission’s 7th framework programme. The project ran from 2012 to 2016.
The analysis of the Vietnamese unique mode of person reference can offer original contributions t... more The analysis of the Vietnamese unique mode of person reference can offer original contributions to the international philosophical debate. Presenting a conception of the individual which radically differs from the self centered entity that characterized the origins of so-called "western" idea of the "Ego", it has been recognized by some authors 1 as an interesting instrument for deconstructing several universalist assumptions about the "self". In the same time, it casts a new light on the connections between the "Ego" and the world in which -or thanks to which -he/she lives.
Nella mia storia personale, il percorso della pratica delle arti marziali si e' intrecciato con i... more Nella mia storia personale, il percorso della pratica delle arti marziali si e' intrecciato con il femminismo e la filosofia in maniera significativa. Gli spunti sollecitati in un ambito si sono innestati nell'altro, in un continuum esperenziale che non ha soluzioni di continuita' e che dunque risulta difficile delineare in modo lineare. La mia ricezione della filosofia della differenza mi ha portato, tra l'altro, a cercare di acquisire il piu' possibile una consapevolezza del mio corpo, dei significati che lo -che mi -costituiscono, di come la mia cultura, le mie pratiche quotidiane di vita, le relazioni umane e sociali declinino la mia percezione dell'essere un corpo-donna. Le arti marziali hanno messo in gioco me stessa, questo corpo-donna che io sono, in una maniera eccentrica, differente dai percorsi in genere proposti per le donne, offrendomi l'opportunita' di risignificarmi attraverso prassi e relazioni in genere non contemplate. E che mi ha dischiuso una percezione e la possibilita' di espressione di una forza che non pensavo di avere. Una forza che e' il mio corpo, che non mi lacera, che mi richiama a me quando mi disperdo nel pensiero astraente. Una forza che e' presenza, relazione. Una forza che si origina proprio dal mio corpo-donna e che, se conosciuta, riconosciuta e messa in opera, sovverte la concezione quantitativa del corpo, secondo la quale e' piu' forte chi ha piu' muscoli. Una forza che si esprime secondo qualita', non quantita', ma non per questo e' meno corporea. Una forza che mi insegna che vedere nel corpo solo quantita', misurarne le prestazioni secondo questa direttrice, e' una visione parziale e culturalmente e, direi, politicamente determinata. 1 In cio', un altro filo si e' reso necessario perche' l'intreccio si sviluppasse in maniera armonica e originale, o quantomeno onesta, ovvero una prospettiva interculturale che tentasse il piu' possibile di operare una reale destrutturazione di quei significati che la mia cultura trasmette e incarna nel mio corpo-donna. Per aprire l'accesso ad un ordine diverso di significati, che non sia la mera, rassicurante e neo-coloniale estrapolazione e riadattazione di elementi originatisi in altri contesti, ho avvertito l'esigenza di abitare quanto piu' possibile questa differenza culturale, per comprendere teoricamente, ma soprattutto praticamente, che cosa queste differenti scelte culturali implicassero nel processo di significazione ed esperienza del mio corpo-donna. Le arti marziali che ho praticato e che pratico si sono originate e sviluppate nei contesti dell'Asia Orientale e del Sudest asiatico. La concezione del corpo, dei corpi, dei suoi significati, delle sue dinamiche, cosi' come i sistemi di insegnamento, le modalita' dei rapporti che si vengono a creare, i riferimenti ai classici filosofici e letterari si pongono in una weltanshauung diversa dalla "nostra", che li ha concepiti, pensati e praticati differentemente .L'intercultura, per me, non ha tanto a che fare con teorizzazioni aprioristiche su come si puo' fondare un dialogo tra orizzonti di senso diversi. L'intercultura che vivo e' un'esperienza totalizzante, fatta di incontri reali e destrutturanti, che in primis sento come rapporti sensoriali, emotivi. E' il mio corpo-donna che si apre o si chiude a possibili relazioni, in cui anche il mio modo di sorridere, la mia postura, i miei gesti si modificano, nella costruzione di spazi e tempi di dialogo. E il senso di me trova nuove vie. La pratica delle arti marziali puo', dunque, voler dire anche apertura di un dialogo con teorizzazioni e prassi radicalmente distanti, che mi da' la possibilita' di risignificare il mio corpo secondo direttici differenti, che aprono percorsi inediti e, talvolta, sorprendenti. Una prima generica, banale, ma sempre centrale constatazione e' che la gran parte delle arti marziali dell'Asia Orientale e del Sudest Asiatico non conosce la separazione "cartesiana" tra corpo e mente. Tale presupposto ha consentito non solo di pensare diversamente il corpo, ma, soprattutto, di procedere nella direttrice di esplorare il pensiero del corpo, il suo linguaggio e i suoi modi. L'uscita pratica dal paradigma della separazione cartesiana ha avuto su di me un effetto liberante. Ha determinato la riappropriazione del carattere di presenza del pensiero, del suo darsi in contesto e in relazione, di essere, anch'esso, corpo. E non un generico corpo, ma quel preciso e particolare corpo
Nato nel 2001 all’Università Roma Tre, il Master si presenta a partire dal 2017 in una versione... more Nato nel 2001 all’Università Roma Tre, il Master si presenta a partire dal 2017 in una versione tutta nuova. Dalla possibilità di iscriversi anche a singoli moduli al coordinamento di ciascun ciclo didattico da parte di studiose e figure professionali di rilievo.
Alla sua nascita, il Corso è stato il secondo Master italiano sui temi di genere, dopo quello attivato presso l’Università Statale di Milano, e il primo nel Centro Sud. La vocazione iniziale mirava a rispondere alla forte domanda di promozione delle questioni di genere quale priorità politica, proveniente innanzitutto dall’Unione Europea – Trattato di Amsterdam, Carta dei Diritti, Protocollo di Istanbul del 2013 – e che trova riscontro sia nella Costituzione italiana sia nelle politiche internazionali di istituzioni quali l’ONU – le Conferenze Internazionali delle Donne, da Città del Messico a New York passando per Pechino, e le iniziative quali la Commission on the Status of Women.
A questa vocazione si affianca oggi un progetto formativo che unisce i percorsi di ricerca e i percorsi professionali. Constatiamo infatti che il desiderio di ricerca sulle questioni di genere non incontra una risposta soddisfacente da parte dell’istituzione universitaria. Il Master intende quindi essere lo spazio dove trovare strumenti teorici per l’introduzione e l’aggiornamento sulle tendenze e i dibattiti più recenti, sostanziati da un approccio genealogico, che restituisce la ricchezza dei percorsi precedenti, intrapresi da singole, gruppi e movimenti.
Il Master dedica una cura analoga al rapporto tra i saperi che nascono dalla ricerca e i saperi che sono prodotti nella società e nelle professioni. Attraverso singole lezioni, le collaborazioni in corso e gli stage, per chi frequenta si apre la possibilità di incontrare diverse figure professionali e soggetti impegnati nella trasformazione della vita associata (per approfondire, vedi A chi si rivolge). L’esito di questo percorso formativo mira a dare strumenti e a creare le condizioni per una partecipazione incisiva e consapevole al mondo del lavoro (per approfondire, vedi Opportunità e Collaborazioni).
L’obiettivo generale del Corso mira a coltivare e potenziare i rapporti tra la formazione e le diverse istanze che provengono dalle nostre società in profonda e rapida trasformazione e che, per ricevere risposte operative adeguate e pertinenti, richiedono un aggiornamento sul piano teorico e concettuale. Il Master offre dunque strumenti sia a chi intende proseguire le attività di ricerca, sia a chi intende accedere ai diversi ambiti professionali, sia a chi, già inserito/a nel mondo lavorativo, sente l’esigenza di aggiornare e ampliare la preparazione richiesta dalla propria professione.
Questo volume raccoglie gli atti di due convegni che si sono svolti nel 2010, a Roma - «In tutto ... more Questo volume raccoglie gli atti di due convegni che si sono svolti nel 2010, a Roma - «In tutto mi accomodai a loro». Matteo Ricci plasmato dai cinesi (2 marzo) - e a Macerata - Scienza Ragione Fede. Il genio di P. Matteo Ricci (4-6 marzo) -, entrambi dedicati al grande gesuita maceratese, in occasione del quarto centenario della sua morte.
Negli interventi qui pubblicati sono state toccate e rivisitate le grandi questioni legate all'impresa religiosa e culturale del missionario maceratese. Vengono proposte da esperti internazionali letture generali e innovative alla luce delle più recenti analisi storiografiche. Ne scaturisce una comprensione più realistica, più articolata, in qualche modo meno oleografica e più completa, che esalta la grandezza e l'attualità di P. Matteo Ricci.
Arricchiscono il volume due DVD: quello inserito in seconda di copertina, che ripropone gli interventi inaugurali del convegno maceratese; l'altro, collocato in terza di copertina, che contiene il concerto «Armonie tra cielo e terra» eseguito a Macerata, nella Cattedrale di San Giuliano, la sera del 5 marzo 2010.