Mirco Modolo | Università degli studi Roma Tre (original) (raw)
Books by Mirco Modolo
OPEN ACCESS. 100 DOMANDE E RISPOSTE PER MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE, 2022
OPEN ACCESS. 100 DOMANDE E RISPOSTE PER MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE. DIRITTO D’AUTORE, COPYRIGHT... more OPEN ACCESS. 100 DOMANDE E RISPOSTE PER MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE. DIRITTO D’AUTORE, COPYRIGHT E LICENZE APERTE PER LA CULTURA NEL WEB
2022 - A cura del Gruppo di ricerca Digital Cultural Heritage ICOM ITALIA
Questo documento sintetico propone indicazioni pratiche, ad uso di chi opera in Europa in musei, archivi e biblioteche, con l’obiettivo di fare chiarezza sulle opportunità e sui limiti normativi legati al riuso e alla divulgazione delle riproduzioni digitali di risorse culturali nel web, per potersi orientare con maggiore sicurezza in una realtà particolarmente complessa.
Rilasciato in CC BY-SA 4.0
Il nostro Paese si sta impegnando in misura crescente energie, competenze e risorse nella digitalizzazione del patrimonio culturale. E’ bene che i progetti nazionali di digitalizzazione che scelgono la strada dell’Open Access non siano più casi isolati, bensì diventino una prassi comune affinché i nostri istituti culturali possano essere parte, a pieno titolo, di una comunità internazionale che si riconosce nel valore della condivisione del sapere e nel principio dell’apertura dei dati che identifica nel pubblico dominio un bene comune da proteggere e valorizzare.
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OPEN ACCES - DIRITTO D'AUTORE, COPYRIGHT E LICENZE APERTE PER LA CULTURA NEL WEB © 2021 by Sarah Dominique Orlandi, Deborah De Angelis, Pierfrancesco Fasano, Cristina Manasse, Anna Maria Marras, Mirco Modolo is licensed under CC BY-SA 4.0
Noto nella letteratura storico-artistica soprattutto come autore delle Vite, Giovan Pietro Bellor... more Noto nella letteratura storico-artistica soprattutto come autore delle Vite, Giovan Pietro Bellori (1613-1696) è ricordato anche come uno dei più importanti e prolifici antiquari della Roma barocca. Nel venticinquennio compreso tra il 1666 e il 1691 Bellori, in stretta collaborazione con il copista perugino Pietro Santi Bartoli (1635-1700), darà infatti vita a un poderoso complesso progetto editoriale destinato a studiare e a diffondere, sfruttando a pieno le potenzialità dell’incisione, le historie scolpite nei bassorilievi narrativi delle colonne coclidi e degli archi trionfali romani fino alle raffigurazioni impresse su lucerne fittili e monete e dipinte sulle pareti antiche. Gli atlanti belloriani saranno destinati non solo alla cerchia ristretta del pubblico erudito, ma si imporranno da subito come veri e propri repertori grafici a uso degli artisti e, in quanto tali, come strumento per realizzare un vero e proprio rinnovamento dell’arte riaffermando la centralità culturale di Roma, già propugnata dalle Vite belloriane.
Tenendo sempre presenti i caratteri particolarissimi di tali prodotti editoriali, lo studio analizza i tratti salienti della ricerca iconografica di Bellori, anche in rapporto alla produzione antiquaria contemporanea. In tale prospettiva un terreno di confronto privilegiato, se non addirittura unico, è rappresentato dai rilievi della Colonna Traiana e dai medaglioni della collezione del cardinale Gaspare Carpegna: le due opere belloriane che li descrivono, la Colonna Traiana (1672) e la Scelta de’ medaglioni più rari nella biblioteca dell’eminentissimo Gasparo Carpegna (1679) sono state messe a confronto in questo volume con il Syntagma (1683) dell’antiquario urbinate Raffaele Fabretti e le Osservazioni Istoriche sopra alcuni medaglioni antichi (1698) del fiorentino Filippo Buonarroti che trattano rispettivamente il medesimo oggetto, ma secondo approcci antiquari completamente differenti, che segnano in nuce la fondamentale distinzione tra gli studi di cultura materiale e la storia dell’arte antica che innerverà la storia della disciplina archeologica.
Al di là di tali criteri selezione, si è potuto appurare che si tratta di opere strettamente legate tra loro anche dal punto di vista della loro genesi editoriale, attentamente studiata a partire dai disegni della Colonna Traiana conservati nel cod. A39 della Windsor Royal Library, finalmente attribuiti con certezza alla mano di Bartoli, e attraverso la lettura e la trascrizione integrale della seconda edizione – destinata a rimanere inedita – della Scelta de’ medaglioni, le cui bozze manoscritte si conservano in parte nell’Ott. Lat. 2972 della Biblioteca Apostolica Vaticana e in parte nel cod. CXCVIII della Biblioteca Marucelliana di Firenze.
Il Recueil de peintures antiques, uscito a Parigi tra il 1757 e il 1760, rappresenta una pietra m... more Il Recueil de peintures antiques, uscito a Parigi tra il 1757 e il 1760, rappresenta una pietra miliare nello studio della pittura antica nel XVIII secolo; nonostante il successo della pubblicazione presso i contemporanei, che ebbero a definirlo “le livre d’antiquités le plus singulier qui paraitra jamais” (Ch. Le Beau), rimane ancora oggi una delle opere meno note di Caylus.
Dopo aver rinvenuto a Parigi trentatré acquarelli di Pietro Santi Bartoli, Caylus li fece incidere al tratto e acquarellare in trenta esemplari, che, per la prima volta, sono stati in gran parte rintracciati dagli autori del libro.
Si propone qui una rilettura del Recueil e della sua fortuna attraverso l’esame della corrispondenza di Caylus – e dei suoi collaboratori Mariette e Barthélemy – con gli amici italiani padre Paciaudi e monsignor Bottari, corrispondenza che ha permesso di conoscere più da vicino la storia dell’edizione, la sua distribuzione, la sua fortuna presso i contemporanei. I bellissimi acquarelli di Bartoli ritrovati da Caylus sono oggi conservati nella Bibliothèque nationale de France, rilegati nel manoscritto che Caylus donò a Luigi XV nel 1764. A questi sono da aggiungere i trentadue esemplari del Royal Institute of British Architects di Londra che appartenevano in origine ad un’unica serie, acquistata dall’Accademia di Francia a Roma per conto di
Luigi XIV tra il 1685 e il 1694, come si è potuto accertare sulla base della documentazione archivistica reperita a Parigi.
I sessantacinque acquarelli di Bartoli, che riproducono affreschi antichi rinvenuti nelle vigne della Roma tardobarocca, riuniti insieme in questo libro, sono pubblicati per la prima volta a colori e analizzati in base al contesto archeologico di provenienza, in una sintesi che attraversa due secoli fondamentali per lo studio della pittura antica.
Curatorships by Mirco Modolo
Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici Università di Roma TRE n... more Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici Università di Roma TRE nell'ambito del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale 2015 (PRIN) "Archeologia al futuro. Teoria e prassi
Nuove fonti per la storia d'Italia, 2018
Archivio centrale dello Stato, cataloghi, n. 3, 2018
Con il volume «Nuove fonti per la storia d’Italia» l’Archivio centrale dello Stato apre le porte ... more Con il volume «Nuove fonti per la storia d’Italia» l’Archivio centrale dello Stato apre le porte dei suoi depositi per presentare al pubblico alcune delle più significative serie archivistiche acquisite o valorizzate nel corso degli ultimi anni, che costituiranno per gli storici un sistema di fonti essenziale per comprendere, sino ai decenni di storia più recente, il nostro “secolo breve”.
La documentazione declassificata pervenuta in Archivio a seguito delle Direttive Prodi (2008) e Renzi (2014), illustrata nel volume attraverso un ricchissimo corredo fotografico, permetterà di sondare il complesso contesto politico e culturale che fa da sfondo ai tragici eventi che hanno insanguinato il nostro Paese negli anni ’60-’80. I piani regolatori allegati agli originali delle Leggi e dei decreti, che l’Archivio istituzionalmente conserva, offrono invece una panoramica privilegiata per osservare la vorticosa crescita delle città italiane e lo sviluppo dell’urbanistica, in Italia e all’estero dalla fine dell’Ottocento in poi. Altre serie archivistiche descritte in queste pagine aiuteranno lo storico – così come il cittadino curioso – a cogliere in profondità le dinamiche del boom economico, oppure a conoscere le tappe dello sviluppo infrastrutturale del Sud Italia attraverso l’operato della Cassa per il Mezzogiorno.
Sono pagine indispensabili per ricordare la fragilità del nostro territorio e studiare gli strumenti atti a diminuire i rischi e a prevenire gli eventi calamitosi. Si narra inoltre delle principali attività di restauro e di ricerca archeologica a livello internazionale che tanto lustro e prestigio hanno ovunque dato al nostro paese. Infine, gli archivi privati. Grazie alle carte di Luigi Barzini, Italo Balbo, Luigi Federzoni, Sergio Fenoaltea, Giorgio Biuso, Eugenio Galdieri, Massimo Consoli ed altri si potranno scrivere o riscrivere le biografie di alcuni dei protagonisti del secolo scorso che hanno segnato, in vario modo, la nostra storia politica e culturale.
Questo libro propone al lettore un viaggio nella storia del Novecento che descrive in controluce il ruolo dell’Archivio centrale dello Stato nella continua elaborazione di fonti storiografiche generate dall’incessante attività di selezione e di inventariazione dei fondi da preservare, che permette ai cittadini di consultare liberamente le memorie storiche del nostro meraviglioso Paese.
Papers by Mirco Modolo
Aedon, 2023
This paper analyzes the Decree of Italian Ministry of Culture 11th April 2023, n. 161 on the dete... more This paper analyzes the Decree of Italian Ministry of Culture 11th April 2023, n. 161 on the determination of fees on reproductions of State's cultural heritage and notes the main critical issues in order to propose useful corrective measures for its possible improvement.
On September 13, 2013, Reti Medievali launched an appeal on the web supported by the main Italian... more On September 13, 2013, Reti Medievali launched an appeal on the web supported by the main Italian associations of historians and archaeologists, asking for the liberalisation of digital reproductions of documentary sources. On June 1, 2014, the Italian government' s “Art Bonus” decree came into effect, allowing for the free reproduction of all the types of heritage objects for scientific purposes. Unfortunately, just one month later, a more restrictive amendment modified the original text of the law, explicitly excluding printed books, manuscripts and archival documents from the liberalisation. Such an exception, officially justified on economic and conservation grounds, has provoked a wider debate in Italy. This debate, promoted by the movement “Fotografie libere per i Beni Culturali” ("Free Photography for Cultural Heritage"), aims to renew the original spirit of the “Art Bonus” decree. This is in full compliance with privacy and copyright law, and in accordance wit...
AIB Studi, 2021
La dir. UE del 17 aprile 2019, n. 790 introduce alcuni principi ed eccezioni al diritto d’autore ... more La dir. UE del 17 aprile 2019, n. 790 introduce alcuni principi ed eccezioni al diritto d’autore di particolare interesse per l’attività ordinaria di archivi, biblioteche e musei: l’art. 14, in particolare, punta a promuovere la diffusione e il riuso delle riproduzioni fedeli di opere delle arti visive in pubblico dominio. Per una migliore armonizzazione della direttiva con le norme nazionali si rende necessario un intervento sull’art. 87 della legge italiana sul diritto d’autore, che definisce i diritti connessi sulle fotografie semplici di opere d’arte figurativa, e auspicabile una modifica degli artt. 107 e 108 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, liberalizzando il riuso, per qualsiasi finalità, della riproduzione fedele di beni culturali pubblici non più protetti dal diritto d’autore.
La pandemia in corso ha del resto fatto emergere prepotentemente il tema del riuso delle risorse culturali digitali nell’era di internet e del digitale. La digitalizzazione del patrimonio culturale pubblico, se si accompagnerà a un ampliamento delle condizioni di riutilizzabilità delle immagini del patrimonio culturale, potrà dispiegare sino in fondo il suo potenziale a sostegno della creatività, dell’editoria, dell’imprenditoria culturale e del turismo, tutti settori oggi piegati dalla pandemia che potrebbero trovare nuova linfa vitale dal libero riuso, anche a fini commerciali, delle immagini del patrimonio. Il dibattito in corso, di recente entrato nelle aule parlamentari, rappresenta non solo un tema di attualità ma anche un nodo politico di primo piano, in quanto investe direttamente la natura della relazione tra società, patrimonio culturale e istituzioni pubbliche di tutela.
Sulla digitalizzazione del patrimonio culturale La riproduzione del bene culturale pubblico tra n... more Sulla digitalizzazione del patrimonio culturale La riproduzione del bene culturale pubblico tra norme di tutela, diritto d'autore e diritto al patrimonio [*] di Mirco Modolo Sommario: 1. Premessa.-2. Dalla prassi dell'Open Access alla costruzione di una cultura globale del riuso.-3. Il libero riuso nei principi della Convenzione di Faro (2005).-4. Il digitale e gli usi non rivali.-5. Sfatare il mito: danno erariale e decoro.-6. Prospettive: l'art. 14 della direttiva (UE) 2019/790 sul diritto d'autore.-7. Conclusioni.
The reproduction of cultural heritage between protection rules, copright and right to cultural heritage In the context of the digital era we live in, the current pandemic emergency strongly relaunched the question of the reuse of digital cultural resources. If the digitization of public cultural heritage will be accompanied by an expansion of the conditions for the reusability of its digital reproductions, there will be room to unfolding the potential of the digitalization in support of research, creativity, publishing, cultural entrepreneurship and tourism. The ongoing debate, partly originated from the Directive (UE) 2019/719, recently entered the Italian Parliament, representing not only a urgent matter to be promptly addressed but also a political issue as it directly affects the relationship among society, cultural heritage and cultural institutes. Following a preliminary framework on the aftermath of the reuse of digital cultural resources this paper aims at investigating perspectives and tools to proper identify the terms of reference for the reuse and to implement the EU legislation.
Marie-Lou Fabréga-Dubert (ed.), Une histoire en images de la collection Borghèse. Les antiques de Scipion et les dessins de Topham, Paris, Musée du Louvre Éditions, 2020
An overview and catalogue of English collections of drawings after the antique in the first half ... more An overview and catalogue of English collections of drawings after the antique in the first half of the eighteenth century
M.L. Fabréga Dubert (a cura di), Une histoire en images de la collection Borghèse. Les antiques de Scipion dans les albums Topham, Paris, mare & martin, Musée du Louvre, 2020, pp. 20-47, 2020
Daniele Manacorda, Il mestiere dell'archeologo, (Guide, 19), Edipuglia 2020, a cura di Nicoletta Balestrieri, Giulia de Palma, Valeria Di Cola, Giulia Facchin, Mirco Modolo, Adelina Ramundo, 2020
Breve introduzione sul metodo della ricerca storico archeologica che introduce, insieme ai saggi ... more Breve introduzione sul metodo della ricerca storico archeologica che introduce, insieme ai saggi degli altri curatori, il volume in cui sono raccolti per la prima volta più di trent’anni di rubriche pubblicate da Daniele Manacorda nella rivista ‘Archeo’.
M. Modolo, M.L. Sagù, Memorie della Nazione. L'Archivio centrale dello Stato 2015-2018, Roma, De Luca, 2019
L'Archivio centrale dello Stato è l'archivio che istituzionalmente conserva gli atti, relativi ad... more L'Archivio centrale dello Stato è l'archivio che istituzionalmente conserva gli atti, relativi ad affari esauriti da oltre trent'anni, prodotti dagli organi legislativi, giudiziari, amministrativi dello Stato centrale, in particolare dei ministeri 1 . Il suo carattere "nazionale" è riconoscibile nel suo ruolo di custode della memoria storica dell'Italia unita: è questo il suo tratto distintivo in rapporto agli altri archivi di Stato italiani, i quali preservano gli archivi degli Stati preunitari e gli atti prodotti dagli organi statali periferici.
Nuove fonti per la storia d'Italia (Roma, De Luca Editori d'Arte, 2018)
OPEN ACCESS. 100 DOMANDE E RISPOSTE PER MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE, 2022
OPEN ACCESS. 100 DOMANDE E RISPOSTE PER MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE. DIRITTO D’AUTORE, COPYRIGHT... more OPEN ACCESS. 100 DOMANDE E RISPOSTE PER MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE. DIRITTO D’AUTORE, COPYRIGHT E LICENZE APERTE PER LA CULTURA NEL WEB
2022 - A cura del Gruppo di ricerca Digital Cultural Heritage ICOM ITALIA
Questo documento sintetico propone indicazioni pratiche, ad uso di chi opera in Europa in musei, archivi e biblioteche, con l’obiettivo di fare chiarezza sulle opportunità e sui limiti normativi legati al riuso e alla divulgazione delle riproduzioni digitali di risorse culturali nel web, per potersi orientare con maggiore sicurezza in una realtà particolarmente complessa.
Rilasciato in CC BY-SA 4.0
Il nostro Paese si sta impegnando in misura crescente energie, competenze e risorse nella digitalizzazione del patrimonio culturale. E’ bene che i progetti nazionali di digitalizzazione che scelgono la strada dell’Open Access non siano più casi isolati, bensì diventino una prassi comune affinché i nostri istituti culturali possano essere parte, a pieno titolo, di una comunità internazionale che si riconosce nel valore della condivisione del sapere e nel principio dell’apertura dei dati che identifica nel pubblico dominio un bene comune da proteggere e valorizzare.
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OPEN ACCES - DIRITTO D'AUTORE, COPYRIGHT E LICENZE APERTE PER LA CULTURA NEL WEB © 2021 by Sarah Dominique Orlandi, Deborah De Angelis, Pierfrancesco Fasano, Cristina Manasse, Anna Maria Marras, Mirco Modolo is licensed under CC BY-SA 4.0
Noto nella letteratura storico-artistica soprattutto come autore delle Vite, Giovan Pietro Bellor... more Noto nella letteratura storico-artistica soprattutto come autore delle Vite, Giovan Pietro Bellori (1613-1696) è ricordato anche come uno dei più importanti e prolifici antiquari della Roma barocca. Nel venticinquennio compreso tra il 1666 e il 1691 Bellori, in stretta collaborazione con il copista perugino Pietro Santi Bartoli (1635-1700), darà infatti vita a un poderoso complesso progetto editoriale destinato a studiare e a diffondere, sfruttando a pieno le potenzialità dell’incisione, le historie scolpite nei bassorilievi narrativi delle colonne coclidi e degli archi trionfali romani fino alle raffigurazioni impresse su lucerne fittili e monete e dipinte sulle pareti antiche. Gli atlanti belloriani saranno destinati non solo alla cerchia ristretta del pubblico erudito, ma si imporranno da subito come veri e propri repertori grafici a uso degli artisti e, in quanto tali, come strumento per realizzare un vero e proprio rinnovamento dell’arte riaffermando la centralità culturale di Roma, già propugnata dalle Vite belloriane.
Tenendo sempre presenti i caratteri particolarissimi di tali prodotti editoriali, lo studio analizza i tratti salienti della ricerca iconografica di Bellori, anche in rapporto alla produzione antiquaria contemporanea. In tale prospettiva un terreno di confronto privilegiato, se non addirittura unico, è rappresentato dai rilievi della Colonna Traiana e dai medaglioni della collezione del cardinale Gaspare Carpegna: le due opere belloriane che li descrivono, la Colonna Traiana (1672) e la Scelta de’ medaglioni più rari nella biblioteca dell’eminentissimo Gasparo Carpegna (1679) sono state messe a confronto in questo volume con il Syntagma (1683) dell’antiquario urbinate Raffaele Fabretti e le Osservazioni Istoriche sopra alcuni medaglioni antichi (1698) del fiorentino Filippo Buonarroti che trattano rispettivamente il medesimo oggetto, ma secondo approcci antiquari completamente differenti, che segnano in nuce la fondamentale distinzione tra gli studi di cultura materiale e la storia dell’arte antica che innerverà la storia della disciplina archeologica.
Al di là di tali criteri selezione, si è potuto appurare che si tratta di opere strettamente legate tra loro anche dal punto di vista della loro genesi editoriale, attentamente studiata a partire dai disegni della Colonna Traiana conservati nel cod. A39 della Windsor Royal Library, finalmente attribuiti con certezza alla mano di Bartoli, e attraverso la lettura e la trascrizione integrale della seconda edizione – destinata a rimanere inedita – della Scelta de’ medaglioni, le cui bozze manoscritte si conservano in parte nell’Ott. Lat. 2972 della Biblioteca Apostolica Vaticana e in parte nel cod. CXCVIII della Biblioteca Marucelliana di Firenze.
Il Recueil de peintures antiques, uscito a Parigi tra il 1757 e il 1760, rappresenta una pietra m... more Il Recueil de peintures antiques, uscito a Parigi tra il 1757 e il 1760, rappresenta una pietra miliare nello studio della pittura antica nel XVIII secolo; nonostante il successo della pubblicazione presso i contemporanei, che ebbero a definirlo “le livre d’antiquités le plus singulier qui paraitra jamais” (Ch. Le Beau), rimane ancora oggi una delle opere meno note di Caylus.
Dopo aver rinvenuto a Parigi trentatré acquarelli di Pietro Santi Bartoli, Caylus li fece incidere al tratto e acquarellare in trenta esemplari, che, per la prima volta, sono stati in gran parte rintracciati dagli autori del libro.
Si propone qui una rilettura del Recueil e della sua fortuna attraverso l’esame della corrispondenza di Caylus – e dei suoi collaboratori Mariette e Barthélemy – con gli amici italiani padre Paciaudi e monsignor Bottari, corrispondenza che ha permesso di conoscere più da vicino la storia dell’edizione, la sua distribuzione, la sua fortuna presso i contemporanei. I bellissimi acquarelli di Bartoli ritrovati da Caylus sono oggi conservati nella Bibliothèque nationale de France, rilegati nel manoscritto che Caylus donò a Luigi XV nel 1764. A questi sono da aggiungere i trentadue esemplari del Royal Institute of British Architects di Londra che appartenevano in origine ad un’unica serie, acquistata dall’Accademia di Francia a Roma per conto di
Luigi XIV tra il 1685 e il 1694, come si è potuto accertare sulla base della documentazione archivistica reperita a Parigi.
I sessantacinque acquarelli di Bartoli, che riproducono affreschi antichi rinvenuti nelle vigne della Roma tardobarocca, riuniti insieme in questo libro, sono pubblicati per la prima volta a colori e analizzati in base al contesto archeologico di provenienza, in una sintesi che attraversa due secoli fondamentali per lo studio della pittura antica.
Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici Università di Roma TRE n... more Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici Università di Roma TRE nell'ambito del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale 2015 (PRIN) "Archeologia al futuro. Teoria e prassi
Nuove fonti per la storia d'Italia, 2018
Archivio centrale dello Stato, cataloghi, n. 3, 2018
Con il volume «Nuove fonti per la storia d’Italia» l’Archivio centrale dello Stato apre le porte ... more Con il volume «Nuove fonti per la storia d’Italia» l’Archivio centrale dello Stato apre le porte dei suoi depositi per presentare al pubblico alcune delle più significative serie archivistiche acquisite o valorizzate nel corso degli ultimi anni, che costituiranno per gli storici un sistema di fonti essenziale per comprendere, sino ai decenni di storia più recente, il nostro “secolo breve”.
La documentazione declassificata pervenuta in Archivio a seguito delle Direttive Prodi (2008) e Renzi (2014), illustrata nel volume attraverso un ricchissimo corredo fotografico, permetterà di sondare il complesso contesto politico e culturale che fa da sfondo ai tragici eventi che hanno insanguinato il nostro Paese negli anni ’60-’80. I piani regolatori allegati agli originali delle Leggi e dei decreti, che l’Archivio istituzionalmente conserva, offrono invece una panoramica privilegiata per osservare la vorticosa crescita delle città italiane e lo sviluppo dell’urbanistica, in Italia e all’estero dalla fine dell’Ottocento in poi. Altre serie archivistiche descritte in queste pagine aiuteranno lo storico – così come il cittadino curioso – a cogliere in profondità le dinamiche del boom economico, oppure a conoscere le tappe dello sviluppo infrastrutturale del Sud Italia attraverso l’operato della Cassa per il Mezzogiorno.
Sono pagine indispensabili per ricordare la fragilità del nostro territorio e studiare gli strumenti atti a diminuire i rischi e a prevenire gli eventi calamitosi. Si narra inoltre delle principali attività di restauro e di ricerca archeologica a livello internazionale che tanto lustro e prestigio hanno ovunque dato al nostro paese. Infine, gli archivi privati. Grazie alle carte di Luigi Barzini, Italo Balbo, Luigi Federzoni, Sergio Fenoaltea, Giorgio Biuso, Eugenio Galdieri, Massimo Consoli ed altri si potranno scrivere o riscrivere le biografie di alcuni dei protagonisti del secolo scorso che hanno segnato, in vario modo, la nostra storia politica e culturale.
Questo libro propone al lettore un viaggio nella storia del Novecento che descrive in controluce il ruolo dell’Archivio centrale dello Stato nella continua elaborazione di fonti storiografiche generate dall’incessante attività di selezione e di inventariazione dei fondi da preservare, che permette ai cittadini di consultare liberamente le memorie storiche del nostro meraviglioso Paese.
Aedon, 2023
This paper analyzes the Decree of Italian Ministry of Culture 11th April 2023, n. 161 on the dete... more This paper analyzes the Decree of Italian Ministry of Culture 11th April 2023, n. 161 on the determination of fees on reproductions of State's cultural heritage and notes the main critical issues in order to propose useful corrective measures for its possible improvement.
On September 13, 2013, Reti Medievali launched an appeal on the web supported by the main Italian... more On September 13, 2013, Reti Medievali launched an appeal on the web supported by the main Italian associations of historians and archaeologists, asking for the liberalisation of digital reproductions of documentary sources. On June 1, 2014, the Italian government' s “Art Bonus” decree came into effect, allowing for the free reproduction of all the types of heritage objects for scientific purposes. Unfortunately, just one month later, a more restrictive amendment modified the original text of the law, explicitly excluding printed books, manuscripts and archival documents from the liberalisation. Such an exception, officially justified on economic and conservation grounds, has provoked a wider debate in Italy. This debate, promoted by the movement “Fotografie libere per i Beni Culturali” ("Free Photography for Cultural Heritage"), aims to renew the original spirit of the “Art Bonus” decree. This is in full compliance with privacy and copyright law, and in accordance wit...
AIB Studi, 2021
La dir. UE del 17 aprile 2019, n. 790 introduce alcuni principi ed eccezioni al diritto d’autore ... more La dir. UE del 17 aprile 2019, n. 790 introduce alcuni principi ed eccezioni al diritto d’autore di particolare interesse per l’attività ordinaria di archivi, biblioteche e musei: l’art. 14, in particolare, punta a promuovere la diffusione e il riuso delle riproduzioni fedeli di opere delle arti visive in pubblico dominio. Per una migliore armonizzazione della direttiva con le norme nazionali si rende necessario un intervento sull’art. 87 della legge italiana sul diritto d’autore, che definisce i diritti connessi sulle fotografie semplici di opere d’arte figurativa, e auspicabile una modifica degli artt. 107 e 108 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, liberalizzando il riuso, per qualsiasi finalità, della riproduzione fedele di beni culturali pubblici non più protetti dal diritto d’autore.
La pandemia in corso ha del resto fatto emergere prepotentemente il tema del riuso delle risorse culturali digitali nell’era di internet e del digitale. La digitalizzazione del patrimonio culturale pubblico, se si accompagnerà a un ampliamento delle condizioni di riutilizzabilità delle immagini del patrimonio culturale, potrà dispiegare sino in fondo il suo potenziale a sostegno della creatività, dell’editoria, dell’imprenditoria culturale e del turismo, tutti settori oggi piegati dalla pandemia che potrebbero trovare nuova linfa vitale dal libero riuso, anche a fini commerciali, delle immagini del patrimonio. Il dibattito in corso, di recente entrato nelle aule parlamentari, rappresenta non solo un tema di attualità ma anche un nodo politico di primo piano, in quanto investe direttamente la natura della relazione tra società, patrimonio culturale e istituzioni pubbliche di tutela.
Sulla digitalizzazione del patrimonio culturale La riproduzione del bene culturale pubblico tra n... more Sulla digitalizzazione del patrimonio culturale La riproduzione del bene culturale pubblico tra norme di tutela, diritto d'autore e diritto al patrimonio [*] di Mirco Modolo Sommario: 1. Premessa.-2. Dalla prassi dell'Open Access alla costruzione di una cultura globale del riuso.-3. Il libero riuso nei principi della Convenzione di Faro (2005).-4. Il digitale e gli usi non rivali.-5. Sfatare il mito: danno erariale e decoro.-6. Prospettive: l'art. 14 della direttiva (UE) 2019/790 sul diritto d'autore.-7. Conclusioni.
The reproduction of cultural heritage between protection rules, copright and right to cultural heritage In the context of the digital era we live in, the current pandemic emergency strongly relaunched the question of the reuse of digital cultural resources. If the digitization of public cultural heritage will be accompanied by an expansion of the conditions for the reusability of its digital reproductions, there will be room to unfolding the potential of the digitalization in support of research, creativity, publishing, cultural entrepreneurship and tourism. The ongoing debate, partly originated from the Directive (UE) 2019/719, recently entered the Italian Parliament, representing not only a urgent matter to be promptly addressed but also a political issue as it directly affects the relationship among society, cultural heritage and cultural institutes. Following a preliminary framework on the aftermath of the reuse of digital cultural resources this paper aims at investigating perspectives and tools to proper identify the terms of reference for the reuse and to implement the EU legislation.
Marie-Lou Fabréga-Dubert (ed.), Une histoire en images de la collection Borghèse. Les antiques de Scipion et les dessins de Topham, Paris, Musée du Louvre Éditions, 2020
An overview and catalogue of English collections of drawings after the antique in the first half ... more An overview and catalogue of English collections of drawings after the antique in the first half of the eighteenth century
M.L. Fabréga Dubert (a cura di), Une histoire en images de la collection Borghèse. Les antiques de Scipion dans les albums Topham, Paris, mare & martin, Musée du Louvre, 2020, pp. 20-47, 2020
Daniele Manacorda, Il mestiere dell'archeologo, (Guide, 19), Edipuglia 2020, a cura di Nicoletta Balestrieri, Giulia de Palma, Valeria Di Cola, Giulia Facchin, Mirco Modolo, Adelina Ramundo, 2020
Breve introduzione sul metodo della ricerca storico archeologica che introduce, insieme ai saggi ... more Breve introduzione sul metodo della ricerca storico archeologica che introduce, insieme ai saggi degli altri curatori, il volume in cui sono raccolti per la prima volta più di trent’anni di rubriche pubblicate da Daniele Manacorda nella rivista ‘Archeo’.
M. Modolo, M.L. Sagù, Memorie della Nazione. L'Archivio centrale dello Stato 2015-2018, Roma, De Luca, 2019
L'Archivio centrale dello Stato è l'archivio che istituzionalmente conserva gli atti, relativi ad... more L'Archivio centrale dello Stato è l'archivio che istituzionalmente conserva gli atti, relativi ad affari esauriti da oltre trent'anni, prodotti dagli organi legislativi, giudiziari, amministrativi dello Stato centrale, in particolare dei ministeri 1 . Il suo carattere "nazionale" è riconoscibile nel suo ruolo di custode della memoria storica dell'Italia unita: è questo il suo tratto distintivo in rapporto agli altri archivi di Stato italiani, i quali preservano gli archivi degli Stati preunitari e gli atti prodotti dagli organi statali periferici.
Nuove fonti per la storia d'Italia (Roma, De Luca Editori d'Arte, 2018)
M. Modolo, S. Pallecchi, G. Volpe, E. Zanini (a cura di), Una lezione di archeologia globale, pp. 79-86, 2019
Winckelmannʼs Geschichte der Kunst des Althertums (1763) represents the arrival point of the anti... more Winckelmannʼs Geschichte der Kunst des Althertums (1763) represents the arrival point of the antiquarian research which, from the
second half of the seventeenth century onwards, became progressively independent from the analysis of iconography and embraced
specifically material aspects of the artistic production. The paper traces this cultural evolution from the point of view of the study on ancient
painting, that is from the pioneering research by Giovan Pietro Bellori (1615-1696) to Caylusʼ most famous antiquarian works: in
Recueil de peintures antiques (1757) Caylus defined “goût” as the characteristic artistic expression of each Nation in every age. Moreover,
the same term is used in Recueil dʼantiquités (1752-1767) to define the chrono-typological basis followed in the ordering of the evidence
from material culture. Therefore, “goût” translates two fundamental categories of modern archaeology meant to be separated for
a long time and then rejoined only during the twentieth century: the one referring to stylistic matters, the other relying on “typology” as
a fundamental tool in the studies on material culture.
Promozione del pubblico dominio e riuso dell’immagine del bene culturale in Arizza M., Boi V., Caravale A., Palombini A., Piergrossi A. (eds.), I dati archeologici. Accessibilità, proprietà, disseminazione (Roma, CNR, 23 maggio 2017), pp. 73-86 , 2018
Open access and free reuse of cultural data is one of the more topical challenges for Digital Hum... more Open access and free reuse of cultural data is one of the more topical challenges for Digital Humanities. Great opportunities may instead be presented by the adoption of free licenses by museums, archives, and libraries, allowing free commercial reuse of digitization, as well as that “freedom of panorama” still denied today in Italy.
On 29th August 2017 the competition law (L. 124) came into effect, sanctioning free reproduction ... more On 29th August 2017 the competition law (L. 124) came into effect, sanctioning free reproduction with personal devices of public domain books and archival sources. As a direct consequence public libraries and archives immediateley allowed users to make digital copies of records in consultation removing several onerous levels of bureaucracy and making the role of a researcher much easier. The present essay analyses the document of Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici of Minister of Cultural Heritage, Activities and Tourism (16-05-2016) and two ministerial circular letters containing guidelines on free self reproductions in public libraries and archives. The paper emphasises the importance of free reproduction in order to improve preservation of archival records and historical volumes and to relaunch the role of archives and libraries as centres of cultural dissemination in our society.
Bullettino della Commissione Archeologica Comunale, 2016
Archeologia e Calcolatori, 2017
ABSTRACT The subject of the access and free reuse of cultural data is one of the more topical cha... more ABSTRACT
The subject of the access and free reuse of cultural data is one of the more topical challenges in the modern democracy of the knowledge. The full affirmation of this principle, still finding today however several cultural obstacles both on a cultural and a regulatory point of view, would allow to rethink toward more including forms the public administration’s approach to cultural heritage. This paper focuses on the request, advanced by the movement Fotografie libere per i Beni Culturali to extend the free photography for research purposes to public archives and libraries, lately fulfilled by the law n. 124/2017 which entered into force on the 29th of August. Great opportunities may instead be presented by the adoption of licenses by museums, archives, and libraries, allowing free commercial reuse of digitization, as well as that
“panorama freedom” today still denied in Italy. The paper concludes by examining another category of cultural data, namely documentation related to the archaeological excavations preserved in the MiBACT archives: free access to this type of data could encourage not only
archaeological research, but also more efficient conservation and promotional activities.
Il presente contributo traccia la genesi e l’attività del movimento ‘Fotografie libere per i Beni... more Il presente contributo traccia la genesi e l’attività del movimento ‘Fotografie libere per i Beni Culturali’ che promuove la libera riproduzione digitale per finalità culturali di beni archivistici e bibliografici nel rispetto
delle norme a tutela della privacy e del diritto d’autore. Il secondo paragrafo si concentra sui vantaggi del libero riuso delle immagini di beni culturali per scopi commerciali, che consente al patrimonio di esprimere pienamente il suo potenziale a livello culturale ed economico.
This paper traces the genesis and activity of the ‘Fotografie libere per i Beni Culturali’ movement promoting free remote reproduction for scientific purposes, of manuscripts and antique volumes conserved in Italian archives and libraries. The second paragraph highlights the advantages of free reuse of cultural heritage images for commercial
purposes, which allows the Italian heritage to freely express all its potential on a cultural ad economic level.
Claudia Conforti, Maria Grazia D’Amelio, Francesca Funis, Lorenzo Grieco (a cura di), I cieli in una stanza Soffitti lignei a Firenze e a Roma nel Rinascimento, Firenze, Giunti., 2019
acquerelli di pitture antiche di Francesco trovarono allora i migliori acquirenti in quella schie... more acquerelli di pitture antiche di Francesco trovarono allora i migliori acquirenti in quella schiera di gentiluomini inglesi che, come Thomas Coke, avevano eletto Roma a meta culminante del loro Grand Tour europeo. Per servire tale nuova clientela, decisa ad appropriarsi del modello ideologico di Roma repubblicana sin dai tempi della rivoluzione inglese del 1688 9 , nei primi decenni del secolo si era attivata una fiorente industria della copia dall'antico 10 . Nell'ambito di tale produzione la replica di affreschi antichi, dalla scoperta della Domus Aurea fino ai rinvenimenti più recenti, fu di fatto monopolizzata da Francesco Bartoli e dal suo collaboratore Gaetano Piccini 11 , binomio che rivestì un ruolo di primo piano nella diffusione del culto della pittura antica e di un gusto collezionistico del quale costituiscono oggi testimonianza esemplare, come si vedrà meglio in seguito, i disegni dei Bartoli iunior e senior conservati nella collezione Coke della biblioteca di Holkham Hall.
Convegno TUTELA, CONSERVAZIONE E RESTAURO. QUALE FUTURO PER IL PATRIMONIO LIBRARIO E ARCHIVISTICO... more Convegno
TUTELA, CONSERVAZIONE E RESTAURO.
QUALE FUTURO PER IL PATRIMONIO
LIBRARIO E ARCHIVISTICO
Venezia, 6 maggio 2016
Auditorium Santa Margherita
Nell’esaminare il rapporto tra riproduzioni con mezzo proprio e conservazione occorre anzitutto sfatare la superstizione, assai dura a morire, che la libera fotografia a distanza possa danneggiare il materiale archivistico e librario.
Semmai è vero il contrario: se lo riproduco, eviterò di tornare a richiederlo, movimentarlo e sfogliarlo in uno o più momenti successivi.
L’attività di riproduzione è da considerarsi piuttosto parte integrante della manipolazione per consultazione, e dunque, chi è già autorizzato dall’istituto a manipolare materiale di per sé fragile, sotto sorveglianza, non si vede perché non possa anche riprodurlo con il proprio smartphone.
Esiste un rischio per il dorso dei codici? Si preveda allora l’utilizzo obbligatorio di cordoncini di piombo, come illustra qui il fotogramma tratto da un video dimostrativo della British Library, che eviteranno all’utente la tentazione di appoggiare il polpastrello sulla pagina per tener ferme le pagine del volume aperto.
Si fotografi liberamente e gratuitamente ciò che si riceve in consultazione, a eccezione dei documenti più delicati, i quali potranno essere consultati (e quindi riprodotti) solo in postazioni riservate poste direttamente di fronte al banco di sorveglianza: è questa la semplice regola invalsa oggi nelle Archives Nationales di Parigi, la stessa che vorremmo seguire negli archivi e nelle sale “manoscritti e rari” delle nostre biblioteche.
In alternativa si digitalizzino i volumi e le carte più delicate, cedendo gratuitamente all’utenza le scansioni già effettuate e disponibili (mentre oggi si tende a far pagare anche quelle, fino a 50 cent. a pagina, che per un codice intero può significare oltre 200 euro!).
La libera riproduzione paradossalmente è già realtà nel Gabinetto Stampe e Disegni degli Uffizi, dove puoi fotografare gratis, senza chiedere il permesso a nessuno, i meravigliosi disegni dei maggiori artisti del Rinascimento, sia in fogli sciolti, sia in album rilegati, per la gioia degli storici dell’arte. Perché qui è possibile? Semplice, perché gli Uffizi sono un museo, e nei musei la foto è libera dal 1° giugno 2014 per effetto dell’Art Bonus che ha invece escluso archivi e biblioteche.
Sì alla libera riproduzione di volumi antichi e documenti manoscritti in archivi e biblioteche, e senza le assurde limitazioni al numero di scatti, che pure vigono in alcuni casi, e che ne scoraggiano la fruizione digitale senza nulla aggiungere in termini di conservazione. È questa una occasione d’oro per rinsaldare il rapporto fiduciario tra amministrazione e utenza, per avvicinare i cittadini allo studio delle fonti documentarie, e in generale per fare uscire finalmente archivi e biblioteche da quello stato di marginalità in cui versano
This paper traces the genesis and activity of the “Fotografie libere per i Beni Culturali” moveme... more This paper traces the genesis and activity of the “Fotografie libere per i Beni Culturali” movement promoting free remote reproduction, and reuse for scientific purposes, of manuscripts and antique volumes conserved in Italian archives and libraries. Simultaneously, evidence highlights the advantages of deregulating cultural heritage images for historical research, in particular for the study of antique epigraphy developed by the EAGLE project.
Consisting of 37 volumes and more than 3,000 items, the collection amassed by Richard Topham (167... more Consisting of 37 volumes and more than 3,000 items, the collection amassed by Richard Topham (1671-1730) is one of the most significant resources for the history of antiquarianism and for the culture and industry of the Grand Tour in Europe. This collection of drawings, watercolours and prints after antique sculptures and paintings in Rome and Italy is the largest of its kind assembled in England, surpassing in both scale and breadth those collected by other celebrated antiquarians such as John Talman, Dr Richard Mead or Thomas Coke, 1st Earl of Leicester.
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1/4 Stampa Archivi digitali La liberalizzazione delle riproduzioni digitali con mezzo proprio n... more 1/4 Stampa Archivi digitali La liberalizzazione delle riproduzioni digitali con mezzo proprio negli archivi di Stato italiani Mirco Modolo (Fotografie libere per i Beni Culturali) Sezione: Archivi digitali (/rubriche/archivi-digitali) 21 Settembre 2017 Digitalizzazione (/component/tags/tag/11-digitalizzazione) Tutela dei diritti (/component/tags/tag/73-tutela-dei-diritti) Fotografia (/component/tags/tag/171-fotografia) Democrazia (/component/tags/tag/249-democrazia)
Dal 29 agosto è in vigore la legge che decreta la riproduzione gratuita per fini culturali, in ar... more Dal 29 agosto è in vigore la legge che decreta la riproduzione gratuita per fini culturali, in archivi e biblioteche Chi consulta un documento d'archivio o un volume a stampa in biblioteca non più coperto da diritto d'autore, sarà ora libero di riprodurlo analogamente a quanto accade nei musei pubblici dal 2014, e in linea con le policy di un numero crescente di istituti culturali in tutto il mondo.
A Londra (National Archives) e Parigi (Archives Nationales) gli studiosi possono riprodurre i doc... more A Londra (National Archives) e Parigi (Archives Nationales) gli studiosi possono riprodurre i documenti con mezzi propri, in Italia ancora no. Il danno per la libera ricerca è gravissimo
L'"Art Bonus" aveva inizialmente reso libera e gratuita la riproduzione di tutti i beni culturali... more L'"Art Bonus" aveva inizialmente reso libera e gratuita la riproduzione di tutti i beni culturali per motivi di studio. Un emendamento approvato in sede di conversione del decreto in legge ha vanificato la portata innovativa della misura, con grave danno per la libera ricerca:
a Londra (National Archives) e Parigi (Archives Nationales) gli studiosi possono riprodurre i documenti gratis con mezzi propri, in Italia, dopo l'illusione iniziale, è invece ancora fantascienza.
Elenco dei firmatari a favore della riproduzione libera e gratuita delle fonti documentarie in ar... more Elenco dei firmatari a favore della riproduzione libera e gratuita delle fonti documentarie in archivi e biblioteche tramite mezzo proprio (fotocamera o smartphone), senza dunque la mediazione obbligata di un servizio copie interno o esterno all’istituto, come previsto in origine dal decreto “Art Bonus”
L. Mineo, I. Pescini, M. Rossi, Le Muse in archivio Itinerari nelle carte d’arte e d’artista, Edizioni ANAI, 2023
Il moltiplicarsi dei progetti di digitalizzazione, unito al proliferare di immagini di beni cultu... more Il moltiplicarsi dei progetti di digitalizzazione, unito al proliferare di
immagini di beni culturali nel web, rende sempre più necessaria una gestione consapevole dei diritti che insistono sui beni culturali conservati negli istituti e luoghi della cultura. Gli archivi non fanno eccezione: si pensi
all’ampia mole di testi, fotografie, disegni, manifesti, progetti di ingegneria
e architettura, opere sonore e audiovisive che si riscontrano nella documentazione archivistica contemporanea e che rientrano nelle tipologie di opere
dell’ingegno protette in base alla legge sul diritto d’autore (L. 22 aprile
1941, n. 633, d’ora in poi: lda). Scopo del presente contributo è quindi
quello di fornire alcune indicazioni di carattere generale sulla gestione del
diritto d’autore negli archivi − senza tuttavia alcuna pretesa di esaurire un
tema di per sé notevolmente complesso – anche attraverso l’analisi di casi
studio relativi ad alcune tipologie ricorrenti di documentazione che possano offrire spunti di riflessione su questioni e nodi ancora aperti.
AIB Studi, 2021
L'emergenza pandemica in atto, che ha indirizzato imponenti investimenti verso la digitalizzazion... more L'emergenza pandemica in atto, che ha indirizzato imponenti investimenti verso la digitalizzazione del patrimonio culturale nell'ambito del Recovery fund, la creazione dell'Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale (Digital library) in seno al Ministero della cultura a seguito del d.p.c.m. del 2 dicembre 2019, n. 169 e il percorso di implementazione della dir. UE del 17 aprile 2019, n. 790 sul diritto d'autore nel mercato unico digitale, sono circostanze che hanno reso ormai di stringente attualità il tema del riuso della riproduzione digitale del bene culturale pubblico al centro del presente contributo
Il contributo analizza le opportunità di sviluppo a livello culturale, economico e sociale deriva... more Il contributo analizza le opportunità di sviluppo a livello culturale, economico e sociale derivanti dal regime di libero riuso dell'immagine del bene culturale pubblico di pubblico dominio.
Ddl concorrenza: dal 29 agosto sarà finalmente libera la fotografia con mezzo proprio in archivi ... more Ddl concorrenza: dal 29 agosto sarà finalmente libera la fotografia con mezzo proprio in archivi e biblioteche Lo scorso 2 agosto il Senato ha approvato definitivamente il ddl concorrenza che sancisce la liberalizzazione delle riproduzioni digitali con mezzo proprio in archivi e biblioteche per finalità culturali.
Archeologia e Calcolatori, Supplemento 9 - 2017, 2017
PRESENTAZIONE Nella periodicità a cui i Convegni intorno al SITAR ci hanno abituati, sono stati d... more PRESENTAZIONE
Nella periodicità a cui i Convegni intorno al SITAR ci hanno abituati,
sono stati di volta in volta affrontati problemi differenti, che fotografano
lo status quaestionis del momento e rappresentano uno snodo significativo.
Anche gli atti che ora si pubblicano, a distanza di un paio d’anni dal Convegno
e con un distanziamento corretto e consapevole, si inseriscono in tale quadro,
traendo spunto dal problema della gestione dei dati, anche in grande mole.
I contenuti del volume, scandito per registri problematici, sono riconducibili
a tre filoni, peraltro interconnessi, che comprendono la catalogazione con
le correlate istanze normative dei linguaggi, le applicazioni GIS variamente
esemplificate e le banche dati, declinate anche nel senso della comunicazione
al grande pubblico.
Fattore accomunante e onnicomprensivo è, peraltro, il concetto di rete,
evocato già nel titolo come contenuto e strumento al tempo stesso, chiave
ottimale nella quale trovano collocazione le grandi moli di dati via via
proposti e analizzati: la rete, non solo nel senso della traduzione letterale del
termine web, costituisce il quadro per comprendere la nuova organizzazione
del sapere generata da Internet, la cui articolazione “in entrata” è certamente
gerarchica nella costruzione, mentre nella fruizione “in uscita” diventa paratattica
e associativa; ma tale diviene ancor di più in un universo digitale
ormai “liquido”, in cui il pensiero stesso si plasma attraverso la ricerca e
l’estrazione del dato (data retrieval), prontamente indicizzato da motori di
ricerca sempre più performanti, e si struttura secondo i criteri associativi del
link. Temi come questo, anche dal punto di vista delle prospettive cognitive,
meritano un’analisi approfondita a parte, ma vanno almeno menzionati alla
luce dei contributi del volume.
Al tempo stesso la rete, da intendere anche come infrastruttura fisica,
si fa veicolo di problematiche inimmaginabili fino a pochi anni fa: oltre alla
presentazione delle novità e dei possibili sviluppi, più di un testo contenuto
nel volume rispecchia l’importante fase di ripensamento, anche giuridico, in
materia di Open Data, da un lato ripercorrendo la parabola dell’apertura
conseguente a una diversa concezione delle licenze e delle proprietà dei dati,
dall’altro volgendosi a nuovi utilizzi, e riutilizzi, che di questi si possono compiere:
un delicato punto su cui il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo si sta impegnando con politiche ampie, ma che scaturisce da una
concomitanza di dati storici (dalla Glasnost di Gorbacëv, a Obama; ma non si
dimentichi l’Amministrazione come “casa di vetro”, secondo la definizione di
Filippo Turati agli inizi del Novecento) e di conseguenti portati del pensiero.
Come è stato largamente riconosciuto, l’apertura dei dati ha comportato una democrazia digitale totale e per fortuna irreversibile: non va tuttavia trascurato
che se la quantità dei dati scaricabili o comunque consultabili on line
aumenta esponenzialmente, non può mancare una parallela consapevolezza
critica nella ricerca, nell’individuazione e nell’uso di essi: il volume offre un
ricco ventaglio in questo senso, presentando un settore specifico, relativo
all’archeologia.
Nell’ambito delle novità prospettate non può d’altra parte mancare uno
spunto critico, guardando ai sistemi informativi territoriali, alle banche dati e
alla realtà aumentata: tutti sono divenuti centrali e imprescindibili negli ultimi
anni per chi fa ricerca archeologica e si avvicina a un territorio o a un sito,
e costituiscono una sorta di nuova rappresentazione della realtà, almeno in
senso archeologico, non diversamente dai sistemi informativi diffusi dal web
e sui dispositivi individuali, che rischiano di divenire in certi casi una realtà
parallela e falsante: massima deve essere pertanto l’attenzione, da parte di chi
opera nel campo, nel porsi domande e obiettivi puntuali, cui corrispondano
risposte circoscritte e mirate.
Infine, una tendenza si coglie, non intenzionalmente esplicitata ma presente
in vari contributi: la consapevolezza che alla logica dell’interoperabilità
dei dati, sostenuta soprattutto nel primo decennio del nuovo millennio, si sta
affiancando quella più permeabile dell’integrazione di essi.
Elena Calandra
Istituto Centrale per l’Archeologia