Antonella Indrigo | Università degli Studi di Udine / University of Udine (original) (raw)
Papers by Antonella Indrigo
Città e luoghi. Materiali per la città rimossa, 2004
La valigia di Valter L'architettura per Valter Tronchin, 2012
Strategie della memoria. Architettura e paesaggi di guerra, 2014
Costruire città. Le case popolari protagoniste dell'assetto urbano, 2012
la crescita urbana della città di Udine riletta attraverso l'espansione dell'edilizia economica p... more la crescita urbana della città di Udine riletta attraverso l'espansione dell'edilizia economica popolare. dal 1921-1956
sustainability, 2020
This research aims at understanding how to reuse infrastructure built in the Alps during the Firs... more This research aims at understanding how to reuse infrastructure built in the Alps during the First World War to facilitate access to upland areas, increasingly used for tourism, sports, and hiking, but neglected in terms of maintenance. In other words, the main goal here is to improve and preserve the state of the mountain environment (including forests, meadows, pastures, etc.) through the reuse of historical infrastructures such as ropeways and mule tracks. Any form of reactivation of the now abandoned military logistics system, consisting of roads, mule-tracks, paths, and ropeways would enable the currently depopulated places to initiate a new and virtuous cycle. In this way, controlled planning would allow adequate maintenance to be provided for those natural and anthropic landscapes which have been progressively deprived of a productive role. The condition of abandonment and the lack of maintenance of the Alpine landscape have allowed the abundant rains of recent years, which are the result of climate change, to damage the forests of northern Italy and cause a series of hydrogeological landslides. That said, it could be assumed that the conversion of abandoned mule tracks, paths, and ropeways would not only help preserve a healthy Alpine environment but would also contribute to control these phenomena. Furthermore, it would be a way of giving new use to the historical infrastructures that played such an important role in the early 1900s, recognizing in this way their historical value. The transformation of the Alpine landscape and the building of the infrastructures involved all the lines of the front which were located on the mountains. Therefore, the choice of the Asiago Plateau, a portion of the Venetian Prealps comprised between the provinces of Vicenza and Trento, is just paradigmatic, namely, it reflects the features of a more widespread situation. However, the laws promoted by the Italian state have, as their objective, the recovery and maintenance of forts, trenches and buildings of historical value, but do not include the mountain territory that surrounds them. Therefore, reusing the infrastructures from the First World War would allow the whole landscape to be kept active.
Sustainability, Feb 6, 2020
This research aims at understanding how to reuse infrastructure built in the Alps during the Firs... more This research aims at understanding how to reuse infrastructure built in the Alps during the First World War to facilitate access to upland areas, increasingly used for tourism, sports, and hiking, but neglected in terms of maintenance. In other words, the main goal here is to improve and preserve the state of the mountain environment (including forests, meadows, pastures, etc.) through the reuse of historical infrastructures such as ropeways and mule tracks. Any form of reactivation of the now abandoned military logistics system, consisting of roads, mule-tracks, paths, and ropeways would enable the currently depopulated places to initiate a new and virtuous cycle. In this way, controlled planning would allow adequate maintenance to be provided for those natural and anthropic landscapes which have been progressively deprived of a productive role. The condition of abandonment and the lack of maintenance of the Alpine landscape have allowed the abundant rains of recent years, which are the result of climate change, to damage the forests of northern Italy and cause a series of hydrogeological landslides. That said, it could be assumed that the conversion of abandoned mule tracks, paths, and ropeways would not only help preserve a healthy Alpine environment but would also contribute to control these phenomena. Furthermore, it would be a way of giving new use to the historical infrastructures that played such an important role in the early 1900s, recognizing in this way their historical value. The transformation of the Alpine landscape and the building of the infrastructures involved all the lines of the front which were located on the mountains. Therefore, the choice of the Asiago Plateau, a portion of the Venetian Prealps comprised between the provinces of Vicenza and Trento, is just paradigmatic, namely, it reflects the features of a more widespread situation. However, the laws promoted by the Italian state have, as their objective, the recovery and maintenance of forts, trenches and buildings of historical value, but do not include the mountain territory that surrounds them. Therefore, reusing the infrastructures from the First World War would allow the whole landscape to be kept active.
Il quaderno raccoglie le principali riflessioni condotte nell’ultimo anno all’interno del gruppo ... more Il quaderno raccoglie le principali riflessioni condotte nell’ultimo anno all’interno del gruppo di ricerca Architettura e archeologia, composto dalla unita di ricerca Architettura, archeologia paesaggi: teatri di guerra e dal Centro studi classicA Iuav. La focalizzazione sulle vicende belliche che hanno interessato diversi territori, da quello veneto durante la prima guerra mondiale a una serie di altri casi legati a guerre precedenti e al secondo conflitto mondiale, offre una straordinaria occasione per rileggere quei luoghi, approfondirne le stratificazioni, e allo stesso tempo ripensarne le attuali configurazioni. Gli interventi nel volume sono suddivisi in tre sezioni che da un lato seguono una linea cronologica (Prima o Seconda guerra mondiale), dall’altro individuano tre diversi approcci alla rilettura. La prima sezione e riferita alla Prima guerra mondiale (Ferlenga – De Maio – Iorio – Palazzolo) e vuole porre in luce le trame di relazioni che legavano una miriade di postazi...
Books by Antonella Indrigo
Lo spazio della memoria. I monumenti alla resistenza nella diversità dei linguaggi, 2012
La freccia nel tempo. Ricerche e progetti di architettura nelle infrastrutture, 2014
Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni graiche, cartograiche e fotograiche... more Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni graiche, cartograiche e fotograiche appartenenti alla proprietà di terzi, inseriti in quest'opera, l'editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per inalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di speciica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali,
Opere aperte ripensare e riconnettere il costruito , 2011
Costruire città. , 2012
Si ringrazia il personale dell'Ater per la collaborazione. Si ringraziano in particolare per l'at... more Si ringrazia il personale dell'Ater per la collaborazione. Si ringraziano in particolare per l'attività di supporto:
Costruire città. Le case popolari protagoniste dell'assetto urbano, 2012
Si ringrazia il personale dell'Ater per la collaborazione. Si ringraziano in particolare per l'at... more Si ringrazia il personale dell'Ater per la collaborazione. Si ringraziano in particolare per l'attività di supporto:
IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI Per una nozione rinnovata di Patrimonio, 2019
“Bisogna aver veduto, nei primi mesi della nostra guerra i soldati italiani entrare nella basilic... more “Bisogna aver veduto, nei primi mesi della nostra guerra
i soldati italiani entrare nella basilica o nel Museo d’Aquileia,
riconoscere stupefatti in quei mosaici, in quelle
colonne, in quelle statue, […]Roma, Napoli, Pompei,
Venezia, per sapere quanto possa l’arte nella storia e
nel cuore di un popolo.”
Sono le parole di Ugo Ojetti che con forza narra le vicende
della città durante la prima guerra mondiale e sottolinea
la capacità evocativa dei resti e dei monumenti
che per la prima volta vennero riconosciuti dai soldati
al fronte. Sino ad allora la città antica era stata studiata
unicamente da storici locali, troppo lontana e ignota
anche per i patriarchi di Venezia. Fu perduta e riconquistata
e al suo ritorno all’Italia venne ‘scoperta’ come
sito archeologico ciò segnò l’inizio della sua valorizzazione,
che avvenne anche grazie all’opera di Ferdinando
Forlati e della moglie, l’archeologa Bruna Tamaro. I loro
progetti guidarono la ricostruzione per anastilosi delle
colonne del Foro Romano, l’allestimento del Viale degli
Scavi lungo il Porto Fluviale, la costruzione del portale
d’ingresso alla via Sacra, il museo Paleocristiano. Questi
lavori diedero inizio all’idea di ‘parco archeologico’. La
soprintendente Luisa Bertacchi perseguì con vigore tale
linea d’azione e attraverso la “Nuova Pianta Archeologica
di Aquileia” restituì la dimensione e lo sviluppo della
città in epoca romana.
A distanza di oltre un secolo, le campagne di scavo
proseguono e la sistemazione del parco è in itinere; ora,
attraverso il progetto, l’architettura dovrà risolvere nuove
esigenze che comprendono l’accessibilità alle aree archeologiche,
la gestione del turismo ‘lento’ che valica i
confini nazionali, la copertura e conservazione dei resti.
Aquileia rimane un luogo dove l’archeologo e l’architetto
continuano, con immutato entusiasmo, un dibattito iniziato
molti anni or sono.
Aldo Rossi La storia di un libro L'architettura della città dal 1966 ad oggi, 2011
I volumi della collana Iuav-Il Poligrafo sono finanziati o cofinanziati dall'Ateneo Il presente v... more I volumi della collana Iuav-Il Poligrafo sono finanziati o cofinanziati dall'Ateneo Il presente volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale di studi "L'architettura della città di Aldo Rossi nel 45° anniversario della prima pubblicazione"
Architettura del novecento, 2013
Africa Big change -Big Chance, 2014
Africa Big Change Big Chance mostra l'architettura e le trasformazioni che sono in atto in Africa... more Africa Big Change Big Chance mostra l'architettura e le trasformazioni che sono in atto in Africa. Sono cambiamenti che riguardano il controllo dei grandi numeri e mostrano enormi movimenti di persone, la pressione causata dall'urbanizzazione, l'uso incongruo delle risorse naturali e dei territori. La trasformazione, Big Change, e la possibilità, Big Chance, danno il registro delle opportunità oggi disponibili per un futuro migliore e sostenibile dell'Africa.
Immaginari e progetto , 2016
Per le immagini contenute in questo volume gli autori rimangono a disposizione degli eventuali av... more Per le immagini contenute in questo volume gli autori rimangono a disposizione degli eventuali aventi diritto che non sia stato possibile rintracciare I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Materiale non riproducibile senza il permesso scritto degli Editori Introduzione. Immaginari e progetto Angela Mengoni Progetto ReCycle. Strategie per pubblicare e comunicare il progetto di riciclo Giulia Ciliberto Ad personam Margherita Ferrari Un punto di vista sulla Grande Guerra: l'architetto di un nuovo paesaggio Antonella Indrigo Con occhi di straniero. Riscoprire il paesaggio attraverso immagini e racconti della Grande Guerra Claudia Pirina
15-18 progettare la storia, 2016
Monumenentalia Monumenti tra Identità e Celebrazione Bollettino SSF Vol. 28-29, 2020
Abstract All’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale in tutto l’arco alpino furono costru... more Abstract All’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale in tutto l’arco alpino furono costruiti molteplici
sacrari militari dismettendo i cimiteri sorti spontaneamente lungo la linea del fronte per una precisa scelta politica
del partito Fascista. Il memoriale di Giovanni Greppi e Giannino Castiglioni a Redipuglia suscita interesse per
l’estetica compositiva, per le colossali dimensioni, per la collocazione all’interno del paesaggio carsico. Le vicende
costruttive furono complesse e riguardarono la dismissione del Cimitero degli Invitti e la nuova costruzione sul
colle Sei Busi. La sistemazione paesistica ha consentito a questo sacrario di instaurare uno stretto legame con il
Carso divenendo un evento di altissimo pregio.
After the end of World War I, according to a precise political choice of the Fascist Party, throughout the Alps were
built several monuments of this kind, whose function was to dismantle all the cemeteries that spontaneously had
arisen along the front line. This memorial of Redipuglia, designed by Giovanni Greppi and Giannino Castiglioni,
arouses considerable interest for the aesthetics of its composition, its colossal dimensions and its location
within the landscape of the Karst Plateau. The history behind its construction is quite complex and includes the
dismantling of the Invitti Cemetery and the building of the new memorial on the Sei Busi Hill, a location that
allowed the Redipuglia War Memorial to create a strong bond with the Karst Plateau, thus becoming a “landscape
fact” of considerable value. 166-174
Città e luoghi. Materiali per la città rimossa, 2004
La valigia di Valter L'architettura per Valter Tronchin, 2012
Strategie della memoria. Architettura e paesaggi di guerra, 2014
Costruire città. Le case popolari protagoniste dell'assetto urbano, 2012
la crescita urbana della città di Udine riletta attraverso l'espansione dell'edilizia economica p... more la crescita urbana della città di Udine riletta attraverso l'espansione dell'edilizia economica popolare. dal 1921-1956
sustainability, 2020
This research aims at understanding how to reuse infrastructure built in the Alps during the Firs... more This research aims at understanding how to reuse infrastructure built in the Alps during the First World War to facilitate access to upland areas, increasingly used for tourism, sports, and hiking, but neglected in terms of maintenance. In other words, the main goal here is to improve and preserve the state of the mountain environment (including forests, meadows, pastures, etc.) through the reuse of historical infrastructures such as ropeways and mule tracks. Any form of reactivation of the now abandoned military logistics system, consisting of roads, mule-tracks, paths, and ropeways would enable the currently depopulated places to initiate a new and virtuous cycle. In this way, controlled planning would allow adequate maintenance to be provided for those natural and anthropic landscapes which have been progressively deprived of a productive role. The condition of abandonment and the lack of maintenance of the Alpine landscape have allowed the abundant rains of recent years, which are the result of climate change, to damage the forests of northern Italy and cause a series of hydrogeological landslides. That said, it could be assumed that the conversion of abandoned mule tracks, paths, and ropeways would not only help preserve a healthy Alpine environment but would also contribute to control these phenomena. Furthermore, it would be a way of giving new use to the historical infrastructures that played such an important role in the early 1900s, recognizing in this way their historical value. The transformation of the Alpine landscape and the building of the infrastructures involved all the lines of the front which were located on the mountains. Therefore, the choice of the Asiago Plateau, a portion of the Venetian Prealps comprised between the provinces of Vicenza and Trento, is just paradigmatic, namely, it reflects the features of a more widespread situation. However, the laws promoted by the Italian state have, as their objective, the recovery and maintenance of forts, trenches and buildings of historical value, but do not include the mountain territory that surrounds them. Therefore, reusing the infrastructures from the First World War would allow the whole landscape to be kept active.
Sustainability, Feb 6, 2020
This research aims at understanding how to reuse infrastructure built in the Alps during the Firs... more This research aims at understanding how to reuse infrastructure built in the Alps during the First World War to facilitate access to upland areas, increasingly used for tourism, sports, and hiking, but neglected in terms of maintenance. In other words, the main goal here is to improve and preserve the state of the mountain environment (including forests, meadows, pastures, etc.) through the reuse of historical infrastructures such as ropeways and mule tracks. Any form of reactivation of the now abandoned military logistics system, consisting of roads, mule-tracks, paths, and ropeways would enable the currently depopulated places to initiate a new and virtuous cycle. In this way, controlled planning would allow adequate maintenance to be provided for those natural and anthropic landscapes which have been progressively deprived of a productive role. The condition of abandonment and the lack of maintenance of the Alpine landscape have allowed the abundant rains of recent years, which are the result of climate change, to damage the forests of northern Italy and cause a series of hydrogeological landslides. That said, it could be assumed that the conversion of abandoned mule tracks, paths, and ropeways would not only help preserve a healthy Alpine environment but would also contribute to control these phenomena. Furthermore, it would be a way of giving new use to the historical infrastructures that played such an important role in the early 1900s, recognizing in this way their historical value. The transformation of the Alpine landscape and the building of the infrastructures involved all the lines of the front which were located on the mountains. Therefore, the choice of the Asiago Plateau, a portion of the Venetian Prealps comprised between the provinces of Vicenza and Trento, is just paradigmatic, namely, it reflects the features of a more widespread situation. However, the laws promoted by the Italian state have, as their objective, the recovery and maintenance of forts, trenches and buildings of historical value, but do not include the mountain territory that surrounds them. Therefore, reusing the infrastructures from the First World War would allow the whole landscape to be kept active.
Il quaderno raccoglie le principali riflessioni condotte nell’ultimo anno all’interno del gruppo ... more Il quaderno raccoglie le principali riflessioni condotte nell’ultimo anno all’interno del gruppo di ricerca Architettura e archeologia, composto dalla unita di ricerca Architettura, archeologia paesaggi: teatri di guerra e dal Centro studi classicA Iuav. La focalizzazione sulle vicende belliche che hanno interessato diversi territori, da quello veneto durante la prima guerra mondiale a una serie di altri casi legati a guerre precedenti e al secondo conflitto mondiale, offre una straordinaria occasione per rileggere quei luoghi, approfondirne le stratificazioni, e allo stesso tempo ripensarne le attuali configurazioni. Gli interventi nel volume sono suddivisi in tre sezioni che da un lato seguono una linea cronologica (Prima o Seconda guerra mondiale), dall’altro individuano tre diversi approcci alla rilettura. La prima sezione e riferita alla Prima guerra mondiale (Ferlenga – De Maio – Iorio – Palazzolo) e vuole porre in luce le trame di relazioni che legavano una miriade di postazi...
Lo spazio della memoria. I monumenti alla resistenza nella diversità dei linguaggi, 2012
La freccia nel tempo. Ricerche e progetti di architettura nelle infrastrutture, 2014
Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni graiche, cartograiche e fotograiche... more Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni graiche, cartograiche e fotograiche appartenenti alla proprietà di terzi, inseriti in quest'opera, l'editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per inalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di speciica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali,
Opere aperte ripensare e riconnettere il costruito , 2011
Costruire città. , 2012
Si ringrazia il personale dell'Ater per la collaborazione. Si ringraziano in particolare per l'at... more Si ringrazia il personale dell'Ater per la collaborazione. Si ringraziano in particolare per l'attività di supporto:
Costruire città. Le case popolari protagoniste dell'assetto urbano, 2012
Si ringrazia il personale dell'Ater per la collaborazione. Si ringraziano in particolare per l'at... more Si ringrazia il personale dell'Ater per la collaborazione. Si ringraziano in particolare per l'attività di supporto:
IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI Per una nozione rinnovata di Patrimonio, 2019
“Bisogna aver veduto, nei primi mesi della nostra guerra i soldati italiani entrare nella basilic... more “Bisogna aver veduto, nei primi mesi della nostra guerra
i soldati italiani entrare nella basilica o nel Museo d’Aquileia,
riconoscere stupefatti in quei mosaici, in quelle
colonne, in quelle statue, […]Roma, Napoli, Pompei,
Venezia, per sapere quanto possa l’arte nella storia e
nel cuore di un popolo.”
Sono le parole di Ugo Ojetti che con forza narra le vicende
della città durante la prima guerra mondiale e sottolinea
la capacità evocativa dei resti e dei monumenti
che per la prima volta vennero riconosciuti dai soldati
al fronte. Sino ad allora la città antica era stata studiata
unicamente da storici locali, troppo lontana e ignota
anche per i patriarchi di Venezia. Fu perduta e riconquistata
e al suo ritorno all’Italia venne ‘scoperta’ come
sito archeologico ciò segnò l’inizio della sua valorizzazione,
che avvenne anche grazie all’opera di Ferdinando
Forlati e della moglie, l’archeologa Bruna Tamaro. I loro
progetti guidarono la ricostruzione per anastilosi delle
colonne del Foro Romano, l’allestimento del Viale degli
Scavi lungo il Porto Fluviale, la costruzione del portale
d’ingresso alla via Sacra, il museo Paleocristiano. Questi
lavori diedero inizio all’idea di ‘parco archeologico’. La
soprintendente Luisa Bertacchi perseguì con vigore tale
linea d’azione e attraverso la “Nuova Pianta Archeologica
di Aquileia” restituì la dimensione e lo sviluppo della
città in epoca romana.
A distanza di oltre un secolo, le campagne di scavo
proseguono e la sistemazione del parco è in itinere; ora,
attraverso il progetto, l’architettura dovrà risolvere nuove
esigenze che comprendono l’accessibilità alle aree archeologiche,
la gestione del turismo ‘lento’ che valica i
confini nazionali, la copertura e conservazione dei resti.
Aquileia rimane un luogo dove l’archeologo e l’architetto
continuano, con immutato entusiasmo, un dibattito iniziato
molti anni or sono.
Aldo Rossi La storia di un libro L'architettura della città dal 1966 ad oggi, 2011
I volumi della collana Iuav-Il Poligrafo sono finanziati o cofinanziati dall'Ateneo Il presente v... more I volumi della collana Iuav-Il Poligrafo sono finanziati o cofinanziati dall'Ateneo Il presente volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale di studi "L'architettura della città di Aldo Rossi nel 45° anniversario della prima pubblicazione"
Architettura del novecento, 2013
Africa Big change -Big Chance, 2014
Africa Big Change Big Chance mostra l'architettura e le trasformazioni che sono in atto in Africa... more Africa Big Change Big Chance mostra l'architettura e le trasformazioni che sono in atto in Africa. Sono cambiamenti che riguardano il controllo dei grandi numeri e mostrano enormi movimenti di persone, la pressione causata dall'urbanizzazione, l'uso incongruo delle risorse naturali e dei territori. La trasformazione, Big Change, e la possibilità, Big Chance, danno il registro delle opportunità oggi disponibili per un futuro migliore e sostenibile dell'Africa.
Immaginari e progetto , 2016
Per le immagini contenute in questo volume gli autori rimangono a disposizione degli eventuali av... more Per le immagini contenute in questo volume gli autori rimangono a disposizione degli eventuali aventi diritto che non sia stato possibile rintracciare I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Materiale non riproducibile senza il permesso scritto degli Editori Introduzione. Immaginari e progetto Angela Mengoni Progetto ReCycle. Strategie per pubblicare e comunicare il progetto di riciclo Giulia Ciliberto Ad personam Margherita Ferrari Un punto di vista sulla Grande Guerra: l'architetto di un nuovo paesaggio Antonella Indrigo Con occhi di straniero. Riscoprire il paesaggio attraverso immagini e racconti della Grande Guerra Claudia Pirina
15-18 progettare la storia, 2016
Monumenentalia Monumenti tra Identità e Celebrazione Bollettino SSF Vol. 28-29, 2020
Abstract All’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale in tutto l’arco alpino furono costru... more Abstract All’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale in tutto l’arco alpino furono costruiti molteplici
sacrari militari dismettendo i cimiteri sorti spontaneamente lungo la linea del fronte per una precisa scelta politica
del partito Fascista. Il memoriale di Giovanni Greppi e Giannino Castiglioni a Redipuglia suscita interesse per
l’estetica compositiva, per le colossali dimensioni, per la collocazione all’interno del paesaggio carsico. Le vicende
costruttive furono complesse e riguardarono la dismissione del Cimitero degli Invitti e la nuova costruzione sul
colle Sei Busi. La sistemazione paesistica ha consentito a questo sacrario di instaurare uno stretto legame con il
Carso divenendo un evento di altissimo pregio.
After the end of World War I, according to a precise political choice of the Fascist Party, throughout the Alps were
built several monuments of this kind, whose function was to dismantle all the cemeteries that spontaneously had
arisen along the front line. This memorial of Redipuglia, designed by Giovanni Greppi and Giannino Castiglioni,
arouses considerable interest for the aesthetics of its composition, its colossal dimensions and its location
within the landscape of the Karst Plateau. The history behind its construction is quite complex and includes the
dismantling of the Invitti Cemetery and the building of the new memorial on the Sei Busi Hill, a location that
allowed the Redipuglia War Memorial to create a strong bond with the Karst Plateau, thus becoming a “landscape
fact” of considerable value. 166-174
La Rivista di Engramma , 2021
In the mountains of the Eastern Alpine Arc, a material that does not correspond to their geologi... more In the mountains of the Eastern Alpine Arc, a material that does not correspond to their geological genesis has been inserted: reinforced concrete. This very compound is the first witness in the history of the construction of the majority of the bunkers built around the Second World War as an integral part of the defensive line called Vallo alpino del Littorio, which expanded from Ventimiglia to Fiume.
The construction of this historical infrastructure was not straightforward and suffered several setbacks, especially due to the turnover of the military leaders who controlled it. This line of defence remained manned and guarded during the Cold War period, in the four decades preceding the fall of the Berlin Wall, and was dismantled only in 1993.
It can be said that these works are pieces of foundational architecture in the mountain landscapes of the twentieth century. Observing the Friulian mountains. it is difficult to identify both the line of the barriers and the colossal infrastructure work. The bunkers were hidden using the "camouflage" technique.
Geology and military architecture establish a very close relationship with this type of construction. This relationship becomes emblematic in the case of the bunker Sbarramento del III° Sistema in Cavazzo Carnico (Udine). There are only a few cases of recovery and reuse of these buildings, and one of them is Opera 2 – Sbarramento
Invillino Ovest, which is always located on the Carnic Prealps (Udine). However, this bunker, once made accessible, is used only sporadically. These war machines, scattered as they are not only in the heights but also between rivers and on the
coasts, perpetuating their silent isolation, always maintain some sort of noninvolvement in the flows of the contemporary city.
The only possibility to restore the right value to these buildings, showing their muscles firmly planted in the ground, is to make them part of an active architectural and testimonial system, thanks to a broad and multidisciplinary point of view which will allow a large-scale reactivation of the territory.