Alberto Prandi | Università Ca' Foscari Venezia (original) (raw)

Papers by Alberto Prandi

Research paper thumbnail of A Trip to Venice to visit the Liceo Foscarini. The camera obscura for daguerreotype use by the abbot Francesco Zantedeschi

The daguerreotype camera preserved in the physics department of the Liceo Marco Foscarini school ... more The daguerreotype camera preserved in the physics department of the Liceo Marco Foscarini school of Venice is the oldest object of its kind that still testifies to the activities of experimenters with the daguerreotype process in Venice. An examination of the special features of the construction of this particular daguerreotype camera and the context to which it belongs leads us to believe that it was commissioned for use in the early experiments of the abbot Francesco Zantedeschi, and that it was constructed in Venice by Francesco Cobres, the skilled mechanic of the physics department.

Research paper thumbnail of Album fotografici. Archivio dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare. Repertorio della collezione.

Presentazione Nella attuale fase di transizione che segnerà il passaggio di funzioni dell'Istitut... more Presentazione Nella attuale fase di transizione che segnerà il passaggio di funzioni dell'Istituto Agronomico per l'Oltremare alla Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che da gennaio 2016 entrerà in piena operatività, appare importante riaffermare e valorizzare le vocazioni che l'Istituto racchiude in sé: centro di formazione attiva, promotore e attore di progetti di cooperazione internazionali ma anche importante luogo di custodia e conservazione di memoria storica. I risultati e le testimonianze delle attività svolte dall'Istituto, dalla sua costituzione nel 1904 per volontà dell'agronomo fiorentino Gino Bartolommei Gioli ad oggi, sono infatti confluiti nelle collezioni e nelle unità archivistiche conservate nella sede di Firenze (biblioteca, museo agrario tropicale, archivio fotografico, centro di documentazione inedita, ecc.) che racchiudono documenti della storia dai quali attingere notizie ed immagini, in buona parte inedite e che rappresentano un patrimonio da esplorare, fonte preziosa di studio e conoscenza. L'Istituto Agronomico nasce come una "scuola agricola" di tipo teorico pratico, interamente dedicata alle scienze tropicali e subtropicali, concepita e realizzata per rispondere efficacemente alle sollecitazioni dell'epoca, provenienti dai territori d'oltremare italiani (Eritrea, Etiopia, Somalia, Libia). La storia della fototeca si sviluppa quindi parallelamente a quella dell'Istituto: proprio per rafforzare l'attività di valorizzazione agricola, non si poteva prescindere dall'utilizzo della raffigurazione fotografica come elemento didattico e documentale d'eccellenza. La raccolta della documentazione fotografica ha rappresentato infatti una delle componenti di maggiore rilievo tra le attività di terreno condotte dagli agronomi dell'Istituto, in particolare sotto la direzione di Armando Maugini, dal 1924 al 1964, per riportare le realtà, i luoghi e i paesaggi agrari di allora. Il materiale conservato nella fototeca dell'Istituto Agronomico è costituito da 498 album per un totale di 64.000 fotografie, 5.000 positivi sciolti, 8.000 diapositive su lastra di vetro, 70.000 negativi di vario formato e 2.000 schede illustrate, contenenti fotografie allegate a documenti cartacei del centro di documentazione inedita dell'Istituto. La maggioranza delle immagini documentano il periodo dal 1920 al 1930 in Libia, Somalia, Eritrea e, successivamente, dal 1950 al 1960 sui paesi in cui ha avuto luogo l'emigrazione italiana in America Latina, soprattutto in ambito agricolo. Questo patrimonio è, inoltre, memoria e testimonianza di una parte importante della vita politica e sociale dell'Italia e della presenza del lavoro italiano all'estero nel corso del secolo scorso. La fototeca oggi é frequentata da studiosi e ricercatori italiani ed europei, esperti in storia contemporanea, agricoltura e architettura, che ne riconoscono il valore del patrimonio che raccoglie, a testimonianza delle missioni realizzate dai tecnici dell'Istituto in Africa, in Asia e nei Paesi dell'America Latina.

Research paper thumbnail of Italian Photographers in Iran 1848–64

History of Photography, 2013

ABSTRACT The article focuses on the contribution made by several Italian photographers (Luigi Pes... more ABSTRACT The article focuses on the contribution made by several Italian photographers (Luigi Pesce, Antonio Giannuzzi, Luigi Montabone) who were working in Iran at the beginnings of photography. Their work is studied in relation to the life and interests of Shah Nāser-ed-Din and compared with the experiences of other early photographers, both Iranian and western, who were active during the same period at the Qajar court. Their contribution, which has resulted from the extensive studies carried out on photography collections about Iran, played a fundamental role in the creation and development of the singular events of Iranian photography. Facilitated by the dense network of diplomatic relations created by the Shah to defend the independence of his country and to encourage modernisation, this contribution reveals highly original characteristics compared with those in other eastern countries. In particular, the experience of Italian photographers at court allowed a fruitful comparison between different portrayal systems, whilst also stimulating the creation of new figurative interests that are found in these early origins of Iranian photography.

Research paper thumbnail of «Icone tragiche = Tragic Icons», in Alberto Prandi, Mario Guderzo, (a cura di), Antonio Canova. L’arte violata nella Grande Guerra = Art Ravaged in the Great War, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2015, pp. 22-51; 60-82; 85-137; 172-175.

— Nel dicembre 1917 un proiettile sfonda il tetto della Gipsoteca di Possagno: la granata si fram... more — Nel dicembre 1917 un proiettile sfonda il tetto della Gipsoteca di Possagno: la granata si frammenta in migliaia di schegge mutilando i gessi di Antonio Canova. Quest’arte violata si è rivelata nel tempo una testimonianza di straordinaria intensità ed efficacia. Le opere ferite di Canova, che appaiono come veri e propri corpi martoriati, sembrano stare in luogo dei soldati vittime della Grande Guerra che vennero sistematicamente celati per opportunità o per pudore.
Il catalogo presenta la suggestiva documentazione fotografica di queste opere, realizzata all’epoca da Stefano Serafin. A cento anni dall’evento, lo sguardo di due fotografi ritorna oggi su questi stessi lavori: Guido Guidi e Gian Luca Eulisse rileggono i gessi canoviani mutilati e frammentati dalle granate e ci propongono una serie di immagini che tornano a far parlare i corpi, che pur se corpi rappresentati, così offesi e menomati, ancora oggi non sanno tacere: testimoni senza tempo della più tragica e ingiustificabile delle esperienze umane, la guerra.

— In December 1917, a projectile burst through the roof of the Plaster Cast Gallery of Possagno, exploding into thousands of pieces and mutilating Antonio Canova’s plaster casts. Over time, this ravaged art would prove to be an extraordinarily intense and effective testimony. Canova’s wounded statues, which look like actual tortured bodies, seem to stand in for the soldiers who fell victim to the Great War, whose deaths were systematically covered up, whether out of expedience or discretion.
The catalogue features the haunting photographic documentation of these works taken at the time by Stefano Serafin. One hundred years later, Guido Guidi and Gian Luca Eulisse turned their gaze on these same statues. The two photographers reinterpret Canova’s mutilated and shattered plaster casts, creating a series of images in which the bodies speak again. Although they are only sculpted bodies, distinctly injured and maimed, they cannot be silent, for they are enduring witnesses of war, the most tragic and unjustifiable chapter of the human experience.

Research paper thumbnail of «1862» in Iran Arte e cultura. La civiltà dell’Iran attraverso ceramiche, calligrafie, miniature e immagini del presente e del passato, Roma, P.S. Edizioni, 2015, p. 94-109.

Biblioteca Nazionale Marciana, inv. 87266 sono pubblicate su concessione del Ministero dei Beni e... more Biblioteca Nazionale Marciana, inv. 87266 sono pubblicate su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Research paper thumbnail of «Una camera oscura ad uso daguerrotipo…»

UNA CAMERA OSCURA AD USO DAGUERROTIPO ...

Research paper thumbnail of Storie d’argento = Silver Stories 1989-2014 : I 25 anni dell’Archivio Fotografico della Provincia di Treviso = 25 Years of the Photographic Archives of the Province of Treviso

Research paper thumbnail of Abramo Massalongo «Saggio fotografico di alcuni animali e piante fossili dell’Agro Veronese» 1858-1860

I luminosi progressi della Fotografia, e le portentose applicazioni fatte a quest'arte in questi ... more I luminosi progressi della Fotografia, e le portentose applicazioni fatte a quest'arte in questi ultimi tempi, sono note a tutti ed hanno empito il mondo di giusta maraviglia 1 .

Research paper thumbnail of Western Literature on the History of Qajar Era Photography

This bibliographic essay runs through the history of western studies of the history of photograph... more This bibliographic essay runs through the history of western studies of the history of photography connected with the events in Iran during the Qajar era, and records the bibliographic notes from the literature on the subject between 1960 and 2006. The introduction sketches out an overview high-lighting the connections between the research done so far, as well as the construction of the specific historiographical sources and the defi nition of the varied historiographical interpretations. What initially drew our interest was the early contribution of an Italian scholar in 1972 and the presence of Italian photographers in Persia operating during the Qajar era. Later the development of western studies and the interaction with Iranian studies led to what is now a clear project to build a historiography of Iranian photography, a working model where both historiography and its object, photography, are evident.

Research paper thumbnail of A Trip to Venice to visit the Liceo Foscarini. The camera obscura for daguerreotype use by the abbot Francesco Zantedeschi

The daguerreotype camera preserved in the physics department of the Liceo Marco Foscarini school ... more The daguerreotype camera preserved in the physics department of the Liceo Marco Foscarini school of Venice is the oldest object of its kind that still testifies to the activities of experimenters with the daguerreotype process in Venice. An examination of the special features of the construction of this particular daguerreotype camera and the context to which it belongs leads us to believe that it was commissioned for use in the early experiments of the abbot Francesco Zantedeschi, and that it was constructed in Venice by Francesco Cobres, the skilled mechanic of the physics department.

Research paper thumbnail of Album fotografici. Archivio dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare. Repertorio della collezione.

Presentazione Nella attuale fase di transizione che segnerà il passaggio di funzioni dell'Istitut... more Presentazione Nella attuale fase di transizione che segnerà il passaggio di funzioni dell'Istituto Agronomico per l'Oltremare alla Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che da gennaio 2016 entrerà in piena operatività, appare importante riaffermare e valorizzare le vocazioni che l'Istituto racchiude in sé: centro di formazione attiva, promotore e attore di progetti di cooperazione internazionali ma anche importante luogo di custodia e conservazione di memoria storica. I risultati e le testimonianze delle attività svolte dall'Istituto, dalla sua costituzione nel 1904 per volontà dell'agronomo fiorentino Gino Bartolommei Gioli ad oggi, sono infatti confluiti nelle collezioni e nelle unità archivistiche conservate nella sede di Firenze (biblioteca, museo agrario tropicale, archivio fotografico, centro di documentazione inedita, ecc.) che racchiudono documenti della storia dai quali attingere notizie ed immagini, in buona parte inedite e che rappresentano un patrimonio da esplorare, fonte preziosa di studio e conoscenza. L'Istituto Agronomico nasce come una "scuola agricola" di tipo teorico pratico, interamente dedicata alle scienze tropicali e subtropicali, concepita e realizzata per rispondere efficacemente alle sollecitazioni dell'epoca, provenienti dai territori d'oltremare italiani (Eritrea, Etiopia, Somalia, Libia). La storia della fototeca si sviluppa quindi parallelamente a quella dell'Istituto: proprio per rafforzare l'attività di valorizzazione agricola, non si poteva prescindere dall'utilizzo della raffigurazione fotografica come elemento didattico e documentale d'eccellenza. La raccolta della documentazione fotografica ha rappresentato infatti una delle componenti di maggiore rilievo tra le attività di terreno condotte dagli agronomi dell'Istituto, in particolare sotto la direzione di Armando Maugini, dal 1924 al 1964, per riportare le realtà, i luoghi e i paesaggi agrari di allora. Il materiale conservato nella fototeca dell'Istituto Agronomico è costituito da 498 album per un totale di 64.000 fotografie, 5.000 positivi sciolti, 8.000 diapositive su lastra di vetro, 70.000 negativi di vario formato e 2.000 schede illustrate, contenenti fotografie allegate a documenti cartacei del centro di documentazione inedita dell'Istituto. La maggioranza delle immagini documentano il periodo dal 1920 al 1930 in Libia, Somalia, Eritrea e, successivamente, dal 1950 al 1960 sui paesi in cui ha avuto luogo l'emigrazione italiana in America Latina, soprattutto in ambito agricolo. Questo patrimonio è, inoltre, memoria e testimonianza di una parte importante della vita politica e sociale dell'Italia e della presenza del lavoro italiano all'estero nel corso del secolo scorso. La fototeca oggi é frequentata da studiosi e ricercatori italiani ed europei, esperti in storia contemporanea, agricoltura e architettura, che ne riconoscono il valore del patrimonio che raccoglie, a testimonianza delle missioni realizzate dai tecnici dell'Istituto in Africa, in Asia e nei Paesi dell'America Latina.

Research paper thumbnail of Italian Photographers in Iran 1848–64

History of Photography, 2013

ABSTRACT The article focuses on the contribution made by several Italian photographers (Luigi Pes... more ABSTRACT The article focuses on the contribution made by several Italian photographers (Luigi Pesce, Antonio Giannuzzi, Luigi Montabone) who were working in Iran at the beginnings of photography. Their work is studied in relation to the life and interests of Shah Nāser-ed-Din and compared with the experiences of other early photographers, both Iranian and western, who were active during the same period at the Qajar court. Their contribution, which has resulted from the extensive studies carried out on photography collections about Iran, played a fundamental role in the creation and development of the singular events of Iranian photography. Facilitated by the dense network of diplomatic relations created by the Shah to defend the independence of his country and to encourage modernisation, this contribution reveals highly original characteristics compared with those in other eastern countries. In particular, the experience of Italian photographers at court allowed a fruitful comparison between different portrayal systems, whilst also stimulating the creation of new figurative interests that are found in these early origins of Iranian photography.

Research paper thumbnail of «Icone tragiche = Tragic Icons», in Alberto Prandi, Mario Guderzo, (a cura di), Antonio Canova. L’arte violata nella Grande Guerra = Art Ravaged in the Great War, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2015, pp. 22-51; 60-82; 85-137; 172-175.

— Nel dicembre 1917 un proiettile sfonda il tetto della Gipsoteca di Possagno: la granata si fram... more — Nel dicembre 1917 un proiettile sfonda il tetto della Gipsoteca di Possagno: la granata si frammenta in migliaia di schegge mutilando i gessi di Antonio Canova. Quest’arte violata si è rivelata nel tempo una testimonianza di straordinaria intensità ed efficacia. Le opere ferite di Canova, che appaiono come veri e propri corpi martoriati, sembrano stare in luogo dei soldati vittime della Grande Guerra che vennero sistematicamente celati per opportunità o per pudore.
Il catalogo presenta la suggestiva documentazione fotografica di queste opere, realizzata all’epoca da Stefano Serafin. A cento anni dall’evento, lo sguardo di due fotografi ritorna oggi su questi stessi lavori: Guido Guidi e Gian Luca Eulisse rileggono i gessi canoviani mutilati e frammentati dalle granate e ci propongono una serie di immagini che tornano a far parlare i corpi, che pur se corpi rappresentati, così offesi e menomati, ancora oggi non sanno tacere: testimoni senza tempo della più tragica e ingiustificabile delle esperienze umane, la guerra.

— In December 1917, a projectile burst through the roof of the Plaster Cast Gallery of Possagno, exploding into thousands of pieces and mutilating Antonio Canova’s plaster casts. Over time, this ravaged art would prove to be an extraordinarily intense and effective testimony. Canova’s wounded statues, which look like actual tortured bodies, seem to stand in for the soldiers who fell victim to the Great War, whose deaths were systematically covered up, whether out of expedience or discretion.
The catalogue features the haunting photographic documentation of these works taken at the time by Stefano Serafin. One hundred years later, Guido Guidi and Gian Luca Eulisse turned their gaze on these same statues. The two photographers reinterpret Canova’s mutilated and shattered plaster casts, creating a series of images in which the bodies speak again. Although they are only sculpted bodies, distinctly injured and maimed, they cannot be silent, for they are enduring witnesses of war, the most tragic and unjustifiable chapter of the human experience.

Research paper thumbnail of «1862» in Iran Arte e cultura. La civiltà dell’Iran attraverso ceramiche, calligrafie, miniature e immagini del presente e del passato, Roma, P.S. Edizioni, 2015, p. 94-109.

Biblioteca Nazionale Marciana, inv. 87266 sono pubblicate su concessione del Ministero dei Beni e... more Biblioteca Nazionale Marciana, inv. 87266 sono pubblicate su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Research paper thumbnail of «Una camera oscura ad uso daguerrotipo…»

UNA CAMERA OSCURA AD USO DAGUERROTIPO ...

Research paper thumbnail of Storie d’argento = Silver Stories 1989-2014 : I 25 anni dell’Archivio Fotografico della Provincia di Treviso = 25 Years of the Photographic Archives of the Province of Treviso

Research paper thumbnail of Abramo Massalongo «Saggio fotografico di alcuni animali e piante fossili dell’Agro Veronese» 1858-1860

I luminosi progressi della Fotografia, e le portentose applicazioni fatte a quest'arte in questi ... more I luminosi progressi della Fotografia, e le portentose applicazioni fatte a quest'arte in questi ultimi tempi, sono note a tutti ed hanno empito il mondo di giusta maraviglia 1 .

Research paper thumbnail of Western Literature on the History of Qajar Era Photography

This bibliographic essay runs through the history of western studies of the history of photograph... more This bibliographic essay runs through the history of western studies of the history of photography connected with the events in Iran during the Qajar era, and records the bibliographic notes from the literature on the subject between 1960 and 2006. The introduction sketches out an overview high-lighting the connections between the research done so far, as well as the construction of the specific historiographical sources and the defi nition of the varied historiographical interpretations. What initially drew our interest was the early contribution of an Italian scholar in 1972 and the presence of Italian photographers in Persia operating during the Qajar era. Later the development of western studies and the interaction with Iranian studies led to what is now a clear project to build a historiography of Iranian photography, a working model where both historiography and its object, photography, are evident.