Gian-Franco Pordenone | Université Lumière Lyon 2 (original) (raw)
Papers by Gian-Franco Pordenone
La Cité des Métiers propose aux élèves de l’établissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un collèg... more La Cité des Métiers propose aux élèves de l’établissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un collège populaire dans la partie italienne de la Suisse, une série de situations d’apprentissage liées à l’orientation scolaire et professionnelle. Tout au long des quatre années du collège, unique, comme en France, les élèves sont amenés à se confronter avec des personnalités issues du monde du travail, à visiter des entreprises et des écoles professionnelles, à réaliser une brève recherche en salle d’informatique, à regarder un long-métrage et à participer à un colloque sur le travail, ou encore, à suivre un cours facultatif d’initiation au lexique et au langage économiques.Cette recherche étudie ce projet pédagogique comme un point focal, au sens de centre vers lequel convergent un ensemble de complexes processus sociaux, reliés à la dynamique de construction du collège unique. Porteuse d’une effective mixité sociale, celle-ci ne peut se penser qu’en relation étroite avec un monde du travai...
Gian Franco Pordenone, 2022
An ethnographic research on how the use of communication and information technologies in daily te... more An ethnographic research on how the use of communication and information technologies in daily teaching modify learning.
Ricercatore: Certo, capisco, non è un dettaglio. In un territorio piccolo come il Ticino, effetti... more Ricercatore: Certo, capisco, non è un dettaglio. In un territorio piccolo come il Ticino, effettivamente, la pressione sul direttore può essere forte… Massimo: …come direttore, ma anche come docente… Ricercatore: …certo, anche come docente, assolutamente. Massimo: Quindi teniamoci la protezione del Ceneri. Ricercatore: Bene. Stiamo arrivando alla tua vita privata… Qual è lo spazio della tecnologia? Massimo: Non è tanto, ti dico la verità. Nella vita professionale, il computer è il mio compagno di tante ore di attività, come puoi immaginare qui in ufficio. Così, una volta rientrato a casa, cerco di fare altro. Non ho più voglia di guardare un computer. Non ho neanche più fatto lavori grafici, né per me, né per amici o parenti. Nel mio tempo libero, voglio proprio fare altro. Mi piace usare le mani… fare delle cose che magari non servono a niente, ma mi rilassano e mi fanno piacere. Ricercatore: Quindi lontano dal computer… Massimo: …sì. Mi manca forse un po' la dimensione artistica… sarebbe interessante ragionarci. Tutte le persone che hanno fatto Brera faticano a portare avanti la dimensione artistica nella loro professione. Penso anche al nostro collega Raffaele Conte, che è un illustratore bravissimo… Ricercatore: …sì, è vero… abbiamo fatto una volta un piccolo fumetto ed è veramente bravo. Massimo: Lui ha un valore riconosciuto a livello svizzero… ma fatica a portare avanti la dimensione artistica oltre al suo mestiere. La scuola assorbe veramente tanto, obbligando a fare altro a casa. A casa faccio dei lavori manuali. Con la pandemia ho riscoperto l'orto, che mi sta prendendo. Mi piace, è bello. Mi appaga. Ho anche un'età dove non ho bisogno chissà di cosa… ecco. Ricercatore: Certo. mettono anche a disposizione del collegio dei direttori le sue competenze. Penso, ad esempio, ad Andrea von Felten… Ricercatore: …direttore di Canobbio… Massimo: …sì, di Canobbio. È stato qui a insegnare per qualche anno prima di diventare direttore. Ecco, lui è molto bravo e fa dei lavori per tutti… non so, di migliorare il programma per l'orario… sperimentandolo lui per noi tutti. Ricercatore: Ah, ecco. Massimo: Il programma delle supplenze, di cui ti parlavo prima, parte proprio da lui. È lui che a partire dal programma dell'orario, dove sono inseriti tutti i dati, ha permesso la realizzazione del programma per le supplenze. Ricercatore: Beh, bello che ci sia collaborazione tra voi direttori. Massimo Sì, sì. Capita anche quando una scuola passa attraverso un'esperienza nuova, poi la si condivide con tutti, se lo chiedono. Per esempio, noi siamo stati a ottobre la prima sede di scuola media ad avere una classe intera in quarantena. Non so quante telefonate ho ricevuto da parte dei colleghi nelle settimane seguenti per sapere come fare, visto che è toccato anche a loro dopo di noi. Avendolo vissuto, potevo dare dei consigli, apprezzati dalle altre sedi. Ricercatore: Quindi tra di voi non c'è una logica di competizione. Massimo: No, assolutamente, tutt'altro. Ricercatore: Beh, d'altronde… ogni sede ha il suo comprensorio… non c'è una vera ragione per essere in competizione… Massimo: …non c'è ragione… l'unica potrebbe essere la competizione per avere i docenti… Ricercatore: …ah, certo, per accaparrarsi alcuni docenti, capisco… Massimo: …ma devo dire è sempre meno. C'era di più i primi anni in cui sono entrato in direzione, dove c'erano dei direttori un po'… «quel lì lo ciapi mì» dicevano… ma perché, no… insomma… se c'è una ragione… se no… Comunque, oggi, soprattutto qui nel bellinzonese, sempre meno. Abbiamo proprio un bel gruppo. E faccio proprio tante telefonate, per informarmi, capire come comportarmi in una determinata situazione. Ricercatore: Sì. Massimo: Ogni tanto si ha bisogno di contatti e pareri. Qualche anno fa, abbiamo fatto un corso per direttori… il GeFo [gestione della formazione]. Ed essa ha portato a costruire una rete di contatti tra di noi, che ci permette di scambiare rapidamente. Aver fatto il GeFo assieme ci ha dato un'esperienza comune… si sa come si lavora, chi si è… ci si conosce e quindi è più facile scambiare. Con Luca Herold, per esempio, direttore di Biasca, ho fatto il GeFo assieme ed ora ci sentiamo regolarmente. Ricercatore: Certo, capisco. Massimo: Poi dipende per cosa… c'è chi è più sensibile su un determinato tema, chi su un altro. Per quando mi riguarda, esco poco dal bellinzonese… anche se conosco un po' il mendrisiotto… non so perché ma quando facciamo delle cene finisco sempre con loro… per esempio con Luca Filippini, direttore di Stabio, che è tra l'altro anche lui bravo con il computer… Qualche volta anche con Camignolo, con Claudia [De Gasparo], anche perché le mie figlie sono andate a scuola lì… Con Claudia capita di vederci… magari non è la prima persona alla quale telefono... ecco. Ricercatore: Certo. E con l'autorità scolastica? Massimo: Con la Sezione dell'insegnamento medio per forza ci deve essere una buona collaborazione, se no… è un problema. Ho vissuto il passaggio da Francesco Vanetta a Tiziana Zaninelli ed è stato Ricercatore: Certo. Massimo: Un altro esempio… Quest'anno Espoprofessioni è online. Molto bello. Però non è possibile accedervi tutti assieme, perché non abbiamo i collegamenti sufficienti per farlo. Allora, ecco, piuttosto che Ricercatore: Certo, certo. Un'ultima domanda su una possibile distribuzione all'inizio della prima media di un tablet, che resterebbe ai ragazzi per tutti i quattro anni. Lo abbiamo chiesto ai ragazzi, che hanno risposto favorevolmente al 70%. Una maggioranza reale, ma non… bulgara, con un 30% che non è favorevole, sui 91% dei ragazzi della nostra sede che hanno risposto. Tu come ti situeresti? Massimo: Io direi… perché no? Come dici tu, come abbiamo detto prima, se il mezzo venisse utilizzato bene, se ci fosse un'introduzione per usarlo, potrebbe essere interessante. Sono già arrivate le pennette, che distribuiamo ai ragazzi all'inizio dell'anno, si potrebbe andare oltre. Siamo un po' noi direttori che abbiamo insistito sulle pennette con la sezione logistica, che di per sé va avanti in modo meccanico. Almeno con la pennetta possono avvicinarsi all'uso in classe di vari programmi informatici e salvarli con più facilità. Ricercatore: Certo. Massimo: Quindi, appunto, perché non fare questo passo. I dislessici già lo usano in classe, qualcuno liberamente, qualcuno ha un po' vergogna a mostrarsi… quindi perché non a tutti? Ricercatore: Sì. Massimo: Ecco… [entra la segretaria che annuncia l'arrivo dell'esperto di latino, per salutare… e il direttore lo invita ad aspettare un attimo]. Quindi, ripeto, perché no? Ricercatore: Si tratterebbe naturalmente di avere una riflessione sul suo uso, di lavorare su una progressività, in modo da mantenere la manualità. Massimo: Certo. L'uso del computer permetterebbe proprio di avere questa riflessione su come combinare, come dosare, manualità e tecnologia, cercando di trovare un equilibrio, che sia educativo. Ricercatore: Certo. Massimo: Si tratterebbe di vedere, attraverso l'esperienza, quali attività possono essere più valide con lo strumento tecnologico e quali invece senza. Vedo già adesso nella mia materia, Raffaele Conte porta i ragazzi a fare delle attività di progettazione in aula d'informatica. Anch'io li portavo, più per fare della ricerca però, ma non solo. Ricercatore: Cioè, cosa gli fa fare? Massimo: Usa un programma che si chiama SketchUp e permette di realizzare una modellizzazione in 3D. Ai ragazzi, sentivo proprio l'altro giorno, piace molto. Può essere legata a degli oggetti, a delle costruzioni, attraverso la risoluzione progressiva di una serie di quesiti. Io facevo fare delle ricerche ma utilizzavo anche un programma legato all'architettura. Si crea una forma, che subito può roteare, e poi si costruisce un locale, che si può riempire con divisioni e oggetti. Ricercatore: Certo, il potenziale è veramente grande. Massimo: Avere un tablet potrebbe quindi essere l'occasione per vedere proprio qual è il potenziale educativo di questo mezzo. Ricercatore: Bene. Su questo possiamo chiudere. Abbiamo fatto una bella chiacchierata. Grazie mille Massimo. Massimo: Ringrazio te per il tempo e la pazienza. Ricercatore: Certo. Aurelio: Si possono anche filmare i ragazzi. Lo facciamo sempre di più per poi mostrare loro quello che va bene e quello che invece deve essere migliorato nei loro gesti tecnici. Questo li stimola sicuramente e ci permette di fare un lavoro molto più efficace nelle indicazioni che noi possiamo dare loro. L'ausilio delle immagini rende questi nostri consigli molto più chiari e comprensibili... insomma, efficaci. Ricercatore: Certo, la parola combinata all'immagine permette una maggiore efficacia, sicuramente. Aurelio: È vero. Sappiamo che ci sono ragazzi che vogliono spiegazioni molto dettagliate mentre altri faticano anche con quelle più generali. Quindi, avere un'immagine davanti, permette di avere un riferimento chiaro, per l'uno come per l'altro, d'altronde... che li può aiutare a svolgere il gesto richiesto nel modo più preciso ed elaborato possibile. Ricercatore: Certo. Hai fatto un bell'esempio per educazione fisica. Ne avresti uno anche per geografia? Ricercatore: Certo, l'orario... Aurelio: ...una decina d'anni fa, ancora, costruire l'orario senza il supporto informatico era un'opera veramente laboriosa. Anche la comunicazione con le famiglie e i colleghi era più impegnativa. Oggi con le mail o le piattaforme informatiche possiamo essere più diretti, semplici e, ancora una volta, più efficaci. Ricercatore: Certo. Ricercatore: Certo, bene, su questa nota, chiudiamo. Grazie mille Alessia. Alessia: Grazie. Ricercatore: Sì. Annalisa: Prima lavoravo a Castione, poi ho cercato di avvicinarmi a casa. Ho fatto un'esperienza a Vira e adesso sono a tempo pieno a Cadenazzo. Ricercatore: Da quanto tempo sei a Cadenazzo? Annalisa: Da tre anni. Questo è il terzo anno. Ricercatore: Un equilibrio, insomma. Carole: Esatto. Ricercatore: E su questo penso che possiamo chiudere. Grazie...
« Retard dans la privatisation d'une relique historique ». C'est avec cette formu... more « Retard dans la privatisation d'une relique historique ». C'est avec cette formule que Robert E. Leu, professeur d'économie à l'Université de Berne et membre de la Société du Mont-Pèlerin, contribue, au printemps 1994, à lancer le débat sur la privatisation des banques cantonales suisses.
Carrefours de l'éducation
La Cite des Metiers est un projet pedagogique qui propose aux eleves d’un college populaire de la... more La Cite des Metiers est un projet pedagogique qui propose aux eleves d’un college populaire de la Suisse italienne une serie de situations d’apprentissage leur permettant de decouvrir la ville avec ses metiers. En interrogeant a la fois la bonne forme scolaire et la structure des relations de pouvoir au sein de l’etablissement, il represente un point focal vers lequel convergent un ensemble de processus sociaux. Il est explore par une demarche ethnographique, realisee a l’issue d’une action decennale de l’un des animateurs, centree autour de trente recits de vie d’acteurs impliques, mis en relation avec d’autres donnees et analyses par une methodologie plurielle. Cette demarche fait emerger une conceptualisation ancree empiriquement, autour d’une participation responsable differenciee des eleves a l’appropriation du savoir et d’un jeu triangulaire entre acteurs sociaux de l’etablissement. En mettant en relation l’univers scolaire avec le monde du travail, ces vecteurs ouvrent une breche, certes fragile, vers un college effectivement unique, puisque equitable, pouvant rendre l’ecole un pivot de democratisation de la societe.
La Cite des Metiers propose aux eleves de l’etablissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un colleg... more La Cite des Metiers propose aux eleves de l’etablissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un college populaire dans la partie italienne de la Suisse, une serie de situations d’apprentissage liees a l’orientation scolaire et professionnelle. Tout au long des quatre annees du college, unique, comme en France, les eleves sont amenes a se confronter avec des personnalites issues du monde du travail, a visiter des entreprises et des ecoles professionnelles, a realiser une breve recherche en salle d’informatique, a regarder un long-metrage et a participer a un colloque sur le travail, ou encore, a suivre un cours facultatif d’initiation au lexique et au langage economiques.Cette recherche etudie ce projet pedagogique comme un point focal, au sens de centre vers lequel convergent un ensemble de complexes processus sociaux, relies a la dynamique de construction du college unique. Porteuse d’une effective mixite sociale, celle-ci ne peut se penser qu’en relation etroite avec un monde du travai...
Viento Sur Por Una Izquierda Alternativa, 2000
Número 48 / enero 2000 / 900 pesetas asorden Unión Europea. ¿Hacia la Europa-potencia? Francois V... more Número 48 / enero 2000 / 900 pesetas asorden Unión Europea. ¿Hacia la Europa-potencia? Francois Vereainmeii 7 "Tercera Vía". ¿Nueva aceleración de las contrarreformas? Gian Franeo Pordenone 19 Alemania. El gobierno "rojiverde": primer año. Winfried Wolf 25 América Latina. El "orden" liberal en pleno desorden. Ernesto Herrera 31 Diez años de la caída del Muro. El camino será largo. Daniel Bensaid 39 miradas Fotos de Vie. Montesinos 47 o'ura 1 Euskadi: juego limpio El juego vasco: joko garbia. Mario Zubiaga 53 Euskal Herria vista desde un soberanismo cívico. Ramón Zallo 60 El momento bajo de un proceso difícil. Oskar Matute 75 Reflexiones sobre el anuncio de la ruptura de la tregua. Jo.xe triarte "BikiknS Comunicado del Pacto de Lizarra. 83 La República de la Ciencia, el multiculluralismo y nosotros, los izquierdistas. Mireia Giné, Jordi Mundo y Daniel Raventós 85 El escenario del sindicalismo en España: cambios profundos y numerosos. José Bablano 101 vocee José Giménez Corbatón 113 notas y ...., .
Carrefours de l'éducation, 2021
Présentation de la Cité des Métiers, un projet pédagogique d'un collège de la Suisse italienne.
La didattica dell'italiano : problemi e prospettive (a cura di Marcello Ostinelli), 2015
La Techno Party non è una festa danzante tra le mura di un’aula scolastica, anche se vuole riprod... more La Techno Party non è una festa danzante tra le mura di un’aula scolastica, anche se vuole riprodurne l’atmosfera gioiosa, così importante per favorire un buon apprendimento. Non è neanche la fondazione di un nuovo partito, anche se vuole far propria la passione per la tecnologia, così ancorata nella generazione emergente. La Techno Party vuole essere l’associazione di due inglesismi, usati in modo alterato, in grado di combinare in maniera innovativa la Tecnologia e la Partecipazione nella didattica moderna dell’italiano.
Colloque Doctoral International de l'éducation et de la formation, Nantes, 27-28.10.2016, 2016
Dans un collège de la Suisse italienne, la Cité des Métiers propose une série d'activités d'orien... more Dans un collège de la Suisse italienne, la Cité des Métiers propose une série d'activités d'orientation. Dans une première partie, par le biais d'une triangulation de techniques d'investigation, cette contribution présente la participation différenciée des élèves aux diverses situations d'apprentissage. Sur la base de cette dynamique innovante, elle problématise ses répercussions sur la forme scolaire, en montrant l'émergence d'une socialisation démocratique, porteuse d'un équilibre entre égalité et liberté au sein des apprentissages implicites du curriculum caché. Enfin, en s'appuyant sur une attitude analytique par rapport à six entretiens biographiques d'élèves ayant animé le projet, elle esquisse une réflexion sur les transformations identitaires produites par ces processus sociaux.
Inter Pares, Numéro 6, 2016, 2016
Dans un collège de la Suisse italienne, la Cité des Métiers propose une vaste palette d'activités... more Dans un collège de la Suisse italienne, la Cité des Métiers propose une vaste palette d'activités d'orientation scolaire et professionnelle. Par une triangulation de techniques d'investigation, cette contribution analyse la dimension esthétique des affiches et des vidéos élaborées par l'équipe d'animation du projet, composée d'un enseignant et de deux ou trois élèves. En s'appuyant sur des traits de l'actuelle forme identitaire des élèves, l'article fait émerger une attitude vertueuse, porteuse de nouvelles normes sociales de comportement.
Abstract : An aesthetic that creates standards. Posters and videos of the City of Jobs
In an Italian Swiss Middle school, the City of Jobs offers a variety of educational and vocational guidance activities. By a triangulation of investigation techniques, this contribution explores the aesthetic dimension of posters and videos developed by the project leadership team, consisting of a teacher and two or three students. Based on some traits of the current identity form of the pupils, the article reveals a virtuous attitude, bearer of new social standards of behaviour.
Inter Pares, Numéro 5, 2015, 2015
La Cité des Métiers propose un ensemble de projets d'activités dans un collège de la Suisse itali... more La Cité des Métiers propose un ensemble de projets d'activités dans un collège de la Suisse italienne visant à rendre effectif le droit de choisir le parcours scolaire et professionnel à la fin de la scolarité obligatoire. L'article se focalise sur les visites aux entreprises, qui se succèdent entre les mois de novembre et avril. Bien suivies par les élèves, elles permettent la découverte du territoire environnant, par le biais des métiers qui s'y exercent ; mais également la confrontation avec soi-même, avec ses propres attitudes, intérêts et ambitions. A partir d'une série d'entrevues semi-structurées, de la consultation des documents d'archive, des rapports rédigés par les élèves et d'un document vidéo, trois dimensions sont questionnées : le rapport entre collaboration et conflictualité dans l'interaction nécessaire à leur mise ne place ; l'équilibre fragile entre égalité et liberté comme résultat de cette dynamique innovante ; et, sur cette base, leur efficacité réelle par rapport aux ambitions de découverte à la fois du territoire et de soi-même.
Abstract : Visits of the City of Jobs : between territory discovery and self-discovery
The City of Jobs organizes several projects in an Italian Swiss Middle school, with the aim of concretising the right to choose the education to follow after compulsory school. This article explores one aspect of this project, the visits to some firms of the region, for the students of the third and fourth year. Based on a series of semi-structured interviews, the consultation of archival documents of the school, the reports made by students and a video, I analyse three specific dimensions: the relationship between cooperation and conflict in the interaction of their implementation; the delicate balance between equality and freedom as a result of this innovation; and, on this basis, their effectiveness compared to the ambition of the discovery of the territory and, at the same time, the possibility of discovering themselves.
Scuola Ticinese, No.285, 2008, 2008
Il mondo del lavoro, anche alle nostre latitudini, è in profondo cambiamento. Suscita non poche s... more Il mondo del lavoro, anche alle nostre latitudini, è in profondo cambiamento. Suscita non poche sofferenze, a volte dei traumi, altre volte delle angosce, a tratti anche qualche speranza. In tutti i casi, però, le sue sfide fanno riemergere la centralità del lavoro nella costruzione dell'identità personale e quindi dell'equilibrio psichico di un essere umano.
Abilitazione in Italiano per la Scuola media, 2006
Lo studio del lessico specifico al linguaggio settoriale economico offre un’opportunità per avvic... more Lo studio del lessico specifico al linguaggio settoriale economico offre un’opportunità per avvicinare gli allievi a dei termini e a delle riflessioni che hanno delle implicazioni maggiori. Il lessico specifico al mondo economico ha conquistato un’importanza crescente, espandendosi sempre di più e tendendo a subordinare gli altri linguaggi settoriali.
La Cité des Métiers propose aux élèves de l’établissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un collèg... more La Cité des Métiers propose aux élèves de l’établissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un collège populaire dans la partie italienne de la Suisse, une série de situations d’apprentissage liées à l’orientation scolaire et professionnelle. Tout au long des quatre années du collège, unique, comme en France, les élèves sont amenés à se confronter avec des personnalités issues du monde du travail, à visiter des entreprises et des écoles professionnelles, à réaliser une brève recherche en salle d’informatique, à regarder un long-métrage et à participer à un colloque sur le travail, ou encore, à suivre un cours facultatif d’initiation au lexique et au langage économiques.Cette recherche étudie ce projet pédagogique comme un point focal, au sens de centre vers lequel convergent un ensemble de complexes processus sociaux, reliés à la dynamique de construction du collège unique. Porteuse d’une effective mixité sociale, celle-ci ne peut se penser qu’en relation étroite avec un monde du travai...
Gian Franco Pordenone, 2022
An ethnographic research on how the use of communication and information technologies in daily te... more An ethnographic research on how the use of communication and information technologies in daily teaching modify learning.
Ricercatore: Certo, capisco, non è un dettaglio. In un territorio piccolo come il Ticino, effetti... more Ricercatore: Certo, capisco, non è un dettaglio. In un territorio piccolo come il Ticino, effettivamente, la pressione sul direttore può essere forte… Massimo: …come direttore, ma anche come docente… Ricercatore: …certo, anche come docente, assolutamente. Massimo: Quindi teniamoci la protezione del Ceneri. Ricercatore: Bene. Stiamo arrivando alla tua vita privata… Qual è lo spazio della tecnologia? Massimo: Non è tanto, ti dico la verità. Nella vita professionale, il computer è il mio compagno di tante ore di attività, come puoi immaginare qui in ufficio. Così, una volta rientrato a casa, cerco di fare altro. Non ho più voglia di guardare un computer. Non ho neanche più fatto lavori grafici, né per me, né per amici o parenti. Nel mio tempo libero, voglio proprio fare altro. Mi piace usare le mani… fare delle cose che magari non servono a niente, ma mi rilassano e mi fanno piacere. Ricercatore: Quindi lontano dal computer… Massimo: …sì. Mi manca forse un po' la dimensione artistica… sarebbe interessante ragionarci. Tutte le persone che hanno fatto Brera faticano a portare avanti la dimensione artistica nella loro professione. Penso anche al nostro collega Raffaele Conte, che è un illustratore bravissimo… Ricercatore: …sì, è vero… abbiamo fatto una volta un piccolo fumetto ed è veramente bravo. Massimo: Lui ha un valore riconosciuto a livello svizzero… ma fatica a portare avanti la dimensione artistica oltre al suo mestiere. La scuola assorbe veramente tanto, obbligando a fare altro a casa. A casa faccio dei lavori manuali. Con la pandemia ho riscoperto l'orto, che mi sta prendendo. Mi piace, è bello. Mi appaga. Ho anche un'età dove non ho bisogno chissà di cosa… ecco. Ricercatore: Certo. mettono anche a disposizione del collegio dei direttori le sue competenze. Penso, ad esempio, ad Andrea von Felten… Ricercatore: …direttore di Canobbio… Massimo: …sì, di Canobbio. È stato qui a insegnare per qualche anno prima di diventare direttore. Ecco, lui è molto bravo e fa dei lavori per tutti… non so, di migliorare il programma per l'orario… sperimentandolo lui per noi tutti. Ricercatore: Ah, ecco. Massimo: Il programma delle supplenze, di cui ti parlavo prima, parte proprio da lui. È lui che a partire dal programma dell'orario, dove sono inseriti tutti i dati, ha permesso la realizzazione del programma per le supplenze. Ricercatore: Beh, bello che ci sia collaborazione tra voi direttori. Massimo Sì, sì. Capita anche quando una scuola passa attraverso un'esperienza nuova, poi la si condivide con tutti, se lo chiedono. Per esempio, noi siamo stati a ottobre la prima sede di scuola media ad avere una classe intera in quarantena. Non so quante telefonate ho ricevuto da parte dei colleghi nelle settimane seguenti per sapere come fare, visto che è toccato anche a loro dopo di noi. Avendolo vissuto, potevo dare dei consigli, apprezzati dalle altre sedi. Ricercatore: Quindi tra di voi non c'è una logica di competizione. Massimo: No, assolutamente, tutt'altro. Ricercatore: Beh, d'altronde… ogni sede ha il suo comprensorio… non c'è una vera ragione per essere in competizione… Massimo: …non c'è ragione… l'unica potrebbe essere la competizione per avere i docenti… Ricercatore: …ah, certo, per accaparrarsi alcuni docenti, capisco… Massimo: …ma devo dire è sempre meno. C'era di più i primi anni in cui sono entrato in direzione, dove c'erano dei direttori un po'… «quel lì lo ciapi mì» dicevano… ma perché, no… insomma… se c'è una ragione… se no… Comunque, oggi, soprattutto qui nel bellinzonese, sempre meno. Abbiamo proprio un bel gruppo. E faccio proprio tante telefonate, per informarmi, capire come comportarmi in una determinata situazione. Ricercatore: Sì. Massimo: Ogni tanto si ha bisogno di contatti e pareri. Qualche anno fa, abbiamo fatto un corso per direttori… il GeFo [gestione della formazione]. Ed essa ha portato a costruire una rete di contatti tra di noi, che ci permette di scambiare rapidamente. Aver fatto il GeFo assieme ci ha dato un'esperienza comune… si sa come si lavora, chi si è… ci si conosce e quindi è più facile scambiare. Con Luca Herold, per esempio, direttore di Biasca, ho fatto il GeFo assieme ed ora ci sentiamo regolarmente. Ricercatore: Certo, capisco. Massimo: Poi dipende per cosa… c'è chi è più sensibile su un determinato tema, chi su un altro. Per quando mi riguarda, esco poco dal bellinzonese… anche se conosco un po' il mendrisiotto… non so perché ma quando facciamo delle cene finisco sempre con loro… per esempio con Luca Filippini, direttore di Stabio, che è tra l'altro anche lui bravo con il computer… Qualche volta anche con Camignolo, con Claudia [De Gasparo], anche perché le mie figlie sono andate a scuola lì… Con Claudia capita di vederci… magari non è la prima persona alla quale telefono... ecco. Ricercatore: Certo. E con l'autorità scolastica? Massimo: Con la Sezione dell'insegnamento medio per forza ci deve essere una buona collaborazione, se no… è un problema. Ho vissuto il passaggio da Francesco Vanetta a Tiziana Zaninelli ed è stato Ricercatore: Certo. Massimo: Un altro esempio… Quest'anno Espoprofessioni è online. Molto bello. Però non è possibile accedervi tutti assieme, perché non abbiamo i collegamenti sufficienti per farlo. Allora, ecco, piuttosto che Ricercatore: Certo, certo. Un'ultima domanda su una possibile distribuzione all'inizio della prima media di un tablet, che resterebbe ai ragazzi per tutti i quattro anni. Lo abbiamo chiesto ai ragazzi, che hanno risposto favorevolmente al 70%. Una maggioranza reale, ma non… bulgara, con un 30% che non è favorevole, sui 91% dei ragazzi della nostra sede che hanno risposto. Tu come ti situeresti? Massimo: Io direi… perché no? Come dici tu, come abbiamo detto prima, se il mezzo venisse utilizzato bene, se ci fosse un'introduzione per usarlo, potrebbe essere interessante. Sono già arrivate le pennette, che distribuiamo ai ragazzi all'inizio dell'anno, si potrebbe andare oltre. Siamo un po' noi direttori che abbiamo insistito sulle pennette con la sezione logistica, che di per sé va avanti in modo meccanico. Almeno con la pennetta possono avvicinarsi all'uso in classe di vari programmi informatici e salvarli con più facilità. Ricercatore: Certo. Massimo: Quindi, appunto, perché non fare questo passo. I dislessici già lo usano in classe, qualcuno liberamente, qualcuno ha un po' vergogna a mostrarsi… quindi perché non a tutti? Ricercatore: Sì. Massimo: Ecco… [entra la segretaria che annuncia l'arrivo dell'esperto di latino, per salutare… e il direttore lo invita ad aspettare un attimo]. Quindi, ripeto, perché no? Ricercatore: Si tratterebbe naturalmente di avere una riflessione sul suo uso, di lavorare su una progressività, in modo da mantenere la manualità. Massimo: Certo. L'uso del computer permetterebbe proprio di avere questa riflessione su come combinare, come dosare, manualità e tecnologia, cercando di trovare un equilibrio, che sia educativo. Ricercatore: Certo. Massimo: Si tratterebbe di vedere, attraverso l'esperienza, quali attività possono essere più valide con lo strumento tecnologico e quali invece senza. Vedo già adesso nella mia materia, Raffaele Conte porta i ragazzi a fare delle attività di progettazione in aula d'informatica. Anch'io li portavo, più per fare della ricerca però, ma non solo. Ricercatore: Cioè, cosa gli fa fare? Massimo: Usa un programma che si chiama SketchUp e permette di realizzare una modellizzazione in 3D. Ai ragazzi, sentivo proprio l'altro giorno, piace molto. Può essere legata a degli oggetti, a delle costruzioni, attraverso la risoluzione progressiva di una serie di quesiti. Io facevo fare delle ricerche ma utilizzavo anche un programma legato all'architettura. Si crea una forma, che subito può roteare, e poi si costruisce un locale, che si può riempire con divisioni e oggetti. Ricercatore: Certo, il potenziale è veramente grande. Massimo: Avere un tablet potrebbe quindi essere l'occasione per vedere proprio qual è il potenziale educativo di questo mezzo. Ricercatore: Bene. Su questo possiamo chiudere. Abbiamo fatto una bella chiacchierata. Grazie mille Massimo. Massimo: Ringrazio te per il tempo e la pazienza. Ricercatore: Certo. Aurelio: Si possono anche filmare i ragazzi. Lo facciamo sempre di più per poi mostrare loro quello che va bene e quello che invece deve essere migliorato nei loro gesti tecnici. Questo li stimola sicuramente e ci permette di fare un lavoro molto più efficace nelle indicazioni che noi possiamo dare loro. L'ausilio delle immagini rende questi nostri consigli molto più chiari e comprensibili... insomma, efficaci. Ricercatore: Certo, la parola combinata all'immagine permette una maggiore efficacia, sicuramente. Aurelio: È vero. Sappiamo che ci sono ragazzi che vogliono spiegazioni molto dettagliate mentre altri faticano anche con quelle più generali. Quindi, avere un'immagine davanti, permette di avere un riferimento chiaro, per l'uno come per l'altro, d'altronde... che li può aiutare a svolgere il gesto richiesto nel modo più preciso ed elaborato possibile. Ricercatore: Certo. Hai fatto un bell'esempio per educazione fisica. Ne avresti uno anche per geografia? Ricercatore: Certo, l'orario... Aurelio: ...una decina d'anni fa, ancora, costruire l'orario senza il supporto informatico era un'opera veramente laboriosa. Anche la comunicazione con le famiglie e i colleghi era più impegnativa. Oggi con le mail o le piattaforme informatiche possiamo essere più diretti, semplici e, ancora una volta, più efficaci. Ricercatore: Certo. Ricercatore: Certo, bene, su questa nota, chiudiamo. Grazie mille Alessia. Alessia: Grazie. Ricercatore: Sì. Annalisa: Prima lavoravo a Castione, poi ho cercato di avvicinarmi a casa. Ho fatto un'esperienza a Vira e adesso sono a tempo pieno a Cadenazzo. Ricercatore: Da quanto tempo sei a Cadenazzo? Annalisa: Da tre anni. Questo è il terzo anno. Ricercatore: Un equilibrio, insomma. Carole: Esatto. Ricercatore: E su questo penso che possiamo chiudere. Grazie...
« Retard dans la privatisation d'une relique historique ». C'est avec cette formu... more « Retard dans la privatisation d'une relique historique ». C'est avec cette formule que Robert E. Leu, professeur d'économie à l'Université de Berne et membre de la Société du Mont-Pèlerin, contribue, au printemps 1994, à lancer le débat sur la privatisation des banques cantonales suisses.
Carrefours de l'éducation
La Cite des Metiers est un projet pedagogique qui propose aux eleves d’un college populaire de la... more La Cite des Metiers est un projet pedagogique qui propose aux eleves d’un college populaire de la Suisse italienne une serie de situations d’apprentissage leur permettant de decouvrir la ville avec ses metiers. En interrogeant a la fois la bonne forme scolaire et la structure des relations de pouvoir au sein de l’etablissement, il represente un point focal vers lequel convergent un ensemble de processus sociaux. Il est explore par une demarche ethnographique, realisee a l’issue d’une action decennale de l’un des animateurs, centree autour de trente recits de vie d’acteurs impliques, mis en relation avec d’autres donnees et analyses par une methodologie plurielle. Cette demarche fait emerger une conceptualisation ancree empiriquement, autour d’une participation responsable differenciee des eleves a l’appropriation du savoir et d’un jeu triangulaire entre acteurs sociaux de l’etablissement. En mettant en relation l’univers scolaire avec le monde du travail, ces vecteurs ouvrent une breche, certes fragile, vers un college effectivement unique, puisque equitable, pouvant rendre l’ecole un pivot de democratisation de la societe.
La Cite des Metiers propose aux eleves de l’etablissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un colleg... more La Cite des Metiers propose aux eleves de l’etablissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un college populaire dans la partie italienne de la Suisse, une serie de situations d’apprentissage liees a l’orientation scolaire et professionnelle. Tout au long des quatre annees du college, unique, comme en France, les eleves sont amenes a se confronter avec des personnalites issues du monde du travail, a visiter des entreprises et des ecoles professionnelles, a realiser une breve recherche en salle d’informatique, a regarder un long-metrage et a participer a un colloque sur le travail, ou encore, a suivre un cours facultatif d’initiation au lexique et au langage economiques.Cette recherche etudie ce projet pedagogique comme un point focal, au sens de centre vers lequel convergent un ensemble de complexes processus sociaux, relies a la dynamique de construction du college unique. Porteuse d’une effective mixite sociale, celle-ci ne peut se penser qu’en relation etroite avec un monde du travai...
Viento Sur Por Una Izquierda Alternativa, 2000
Número 48 / enero 2000 / 900 pesetas asorden Unión Europea. ¿Hacia la Europa-potencia? Francois V... more Número 48 / enero 2000 / 900 pesetas asorden Unión Europea. ¿Hacia la Europa-potencia? Francois Vereainmeii 7 "Tercera Vía". ¿Nueva aceleración de las contrarreformas? Gian Franeo Pordenone 19 Alemania. El gobierno "rojiverde": primer año. Winfried Wolf 25 América Latina. El "orden" liberal en pleno desorden. Ernesto Herrera 31 Diez años de la caída del Muro. El camino será largo. Daniel Bensaid 39 miradas Fotos de Vie. Montesinos 47 o'ura 1 Euskadi: juego limpio El juego vasco: joko garbia. Mario Zubiaga 53 Euskal Herria vista desde un soberanismo cívico. Ramón Zallo 60 El momento bajo de un proceso difícil. Oskar Matute 75 Reflexiones sobre el anuncio de la ruptura de la tregua. Jo.xe triarte "BikiknS Comunicado del Pacto de Lizarra. 83 La República de la Ciencia, el multiculluralismo y nosotros, los izquierdistas. Mireia Giné, Jordi Mundo y Daniel Raventós 85 El escenario del sindicalismo en España: cambios profundos y numerosos. José Bablano 101 vocee José Giménez Corbatón 113 notas y ...., .
Carrefours de l'éducation, 2021
Présentation de la Cité des Métiers, un projet pédagogique d'un collège de la Suisse italienne.
La didattica dell'italiano : problemi e prospettive (a cura di Marcello Ostinelli), 2015
La Techno Party non è una festa danzante tra le mura di un’aula scolastica, anche se vuole riprod... more La Techno Party non è una festa danzante tra le mura di un’aula scolastica, anche se vuole riprodurne l’atmosfera gioiosa, così importante per favorire un buon apprendimento. Non è neanche la fondazione di un nuovo partito, anche se vuole far propria la passione per la tecnologia, così ancorata nella generazione emergente. La Techno Party vuole essere l’associazione di due inglesismi, usati in modo alterato, in grado di combinare in maniera innovativa la Tecnologia e la Partecipazione nella didattica moderna dell’italiano.
Colloque Doctoral International de l'éducation et de la formation, Nantes, 27-28.10.2016, 2016
Dans un collège de la Suisse italienne, la Cité des Métiers propose une série d'activités d'orien... more Dans un collège de la Suisse italienne, la Cité des Métiers propose une série d'activités d'orientation. Dans une première partie, par le biais d'une triangulation de techniques d'investigation, cette contribution présente la participation différenciée des élèves aux diverses situations d'apprentissage. Sur la base de cette dynamique innovante, elle problématise ses répercussions sur la forme scolaire, en montrant l'émergence d'une socialisation démocratique, porteuse d'un équilibre entre égalité et liberté au sein des apprentissages implicites du curriculum caché. Enfin, en s'appuyant sur une attitude analytique par rapport à six entretiens biographiques d'élèves ayant animé le projet, elle esquisse une réflexion sur les transformations identitaires produites par ces processus sociaux.
Inter Pares, Numéro 6, 2016, 2016
Dans un collège de la Suisse italienne, la Cité des Métiers propose une vaste palette d'activités... more Dans un collège de la Suisse italienne, la Cité des Métiers propose une vaste palette d'activités d'orientation scolaire et professionnelle. Par une triangulation de techniques d'investigation, cette contribution analyse la dimension esthétique des affiches et des vidéos élaborées par l'équipe d'animation du projet, composée d'un enseignant et de deux ou trois élèves. En s'appuyant sur des traits de l'actuelle forme identitaire des élèves, l'article fait émerger une attitude vertueuse, porteuse de nouvelles normes sociales de comportement.
Abstract : An aesthetic that creates standards. Posters and videos of the City of Jobs
In an Italian Swiss Middle school, the City of Jobs offers a variety of educational and vocational guidance activities. By a triangulation of investigation techniques, this contribution explores the aesthetic dimension of posters and videos developed by the project leadership team, consisting of a teacher and two or three students. Based on some traits of the current identity form of the pupils, the article reveals a virtuous attitude, bearer of new social standards of behaviour.
Inter Pares, Numéro 5, 2015, 2015
La Cité des Métiers propose un ensemble de projets d'activités dans un collège de la Suisse itali... more La Cité des Métiers propose un ensemble de projets d'activités dans un collège de la Suisse italienne visant à rendre effectif le droit de choisir le parcours scolaire et professionnel à la fin de la scolarité obligatoire. L'article se focalise sur les visites aux entreprises, qui se succèdent entre les mois de novembre et avril. Bien suivies par les élèves, elles permettent la découverte du territoire environnant, par le biais des métiers qui s'y exercent ; mais également la confrontation avec soi-même, avec ses propres attitudes, intérêts et ambitions. A partir d'une série d'entrevues semi-structurées, de la consultation des documents d'archive, des rapports rédigés par les élèves et d'un document vidéo, trois dimensions sont questionnées : le rapport entre collaboration et conflictualité dans l'interaction nécessaire à leur mise ne place ; l'équilibre fragile entre égalité et liberté comme résultat de cette dynamique innovante ; et, sur cette base, leur efficacité réelle par rapport aux ambitions de découverte à la fois du territoire et de soi-même.
Abstract : Visits of the City of Jobs : between territory discovery and self-discovery
The City of Jobs organizes several projects in an Italian Swiss Middle school, with the aim of concretising the right to choose the education to follow after compulsory school. This article explores one aspect of this project, the visits to some firms of the region, for the students of the third and fourth year. Based on a series of semi-structured interviews, the consultation of archival documents of the school, the reports made by students and a video, I analyse three specific dimensions: the relationship between cooperation and conflict in the interaction of their implementation; the delicate balance between equality and freedom as a result of this innovation; and, on this basis, their effectiveness compared to the ambition of the discovery of the territory and, at the same time, the possibility of discovering themselves.
Scuola Ticinese, No.285, 2008, 2008
Il mondo del lavoro, anche alle nostre latitudini, è in profondo cambiamento. Suscita non poche s... more Il mondo del lavoro, anche alle nostre latitudini, è in profondo cambiamento. Suscita non poche sofferenze, a volte dei traumi, altre volte delle angosce, a tratti anche qualche speranza. In tutti i casi, però, le sue sfide fanno riemergere la centralità del lavoro nella costruzione dell'identità personale e quindi dell'equilibrio psichico di un essere umano.
Abilitazione in Italiano per la Scuola media, 2006
Lo studio del lessico specifico al linguaggio settoriale economico offre un’opportunità per avvic... more Lo studio del lessico specifico al linguaggio settoriale economico offre un’opportunità per avvicinare gli allievi a dei termini e a delle riflessioni che hanno delle implicazioni maggiori. Il lessico specifico al mondo economico ha conquistato un’importanza crescente, espandendosi sempre di più e tendendo a subordinare gli altri linguaggi settoriali.
Résumé de la thèse, 2018
La Cité des Métiers propose aux élèves de l'établissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un collèg... more La Cité des Métiers propose aux élèves de l'établissement de Cadenazzo-Vira Gambarogno, un collège populaire dans la partie italienne de la Suisse, une série de situations d'apprentissage liées à l'orientation scolaire et professionnelle. Tout au long des quatre années du collège, unique, comme en France, les élèves sont amenés à se confronter avec des personnalités issues du monde du travail, à visiter des entreprises et des écoles professionnelles, à réaliser une brève recherche en salle d'informatique, à regarder un long-métrage et à participer à un colloque sur le travail, ou encore, à suivre un cours facultatif d'initiation au lexique et au langage économiques. Cette recherche étudie ce projet pédagogique comme un point focal, au sens de centre vers lequel convergent un ensemble de complexes processus sociaux, reliés à la dynamique de construction du collège unique. Porteuse d'une effective mixité sociale, celle-ci ne peut se penser qu'en relation étroite avec un monde du travail en mutation, à la recherche de nouveaux équilibres. Ce travail est issu d'une action sociale décennale, entre 2003/2004 et 2013/2014, devenue ensuite une recherche ethnographique effectuée par l'un des animateurs, autour de trente entretiens semi-directifs, entièrement retranscrits et traduits en français, avec des professionnels du collège, des parents d'élèves, des personnalités invitées et des élèves ayant animé le projet. Ces données sont complétées par d'autres, issues en particulier de documents d'archives disponibles, de rapports de bilan réalisés par les élèves après des visites et d'articles publiés dans un hebdomadaire culturel, permettant d'analyser une expérience par la construction d'une étude de cas. La première partie de cette étude se focalise sur le rapport entre la collaboration et la conflictualité dans le processus d'élaboration de la Cité des Métiers. Une analyse stratégique de la minorité active, met en évidence une structure des relations de pouvoir centrée autour d'un jeu triangulaire entre acteurs sociaux, conduisant à une oscillation continue entre une dynamique d'innovation autonome, d'innovation hétéronome et de ralentissement réflexif. La deuxième partie analyse le rôle de l'ingénierie pédagogique dans l'efficacité de son déroulement quotidien. Une analyse de désirabilité des situations d'apprentissage mises en place, fait ressortir une participation responsable différenciée des élèves aux apprentissages, favorisant la succession de la séquence vocationnelle et la construction d'une compétence transitionnelle, en mesure de guider les transitions de vie de ces individus en devenir. La troisième partie, enfin, étudie les répercussions sur la forme identitaire des élèves. Une analyse structurale des récits de vie des élèves les plus engagés, esquisse une transformation identitaire vers l'apparition d'un esprit de performance, aux déclinaisons individualisées, qui renforce la maîtrise des transitions de vie. Cette démarche plurielle met en évidence les contours d'une brèche vers la réalisation d'un collège effectivement unique, puisque équitable, résultat d'un fragile équilibre sans cesse renouvelé entre la liberté et l'égalité, tout d'abord au niveau du curriculum caché. Ce qui fait surgir une individualité éveillée, fruit potentiel de l'idéal-type émergent de l'enseignant démocratique. Simultanément, ces contours font apparaître les limites de ce processus de rajeunissement interne de l'école républicaine, à savoir la faiblesse de l'élaboration d'une vision du monde social du corps enseignant, vecteur de cette dynamique, et de l'incontournable prolongement de l'équité de l'univers scolaire vers le monde du travail, dans le cadre de l'émergence d'une société ouverte.
Summary of the thesis, 2018
The City of Jobs organizes a series of learning situations related to educational and vocational ... more The City of Jobs organizes a series of learning situations related to educational and vocational guidance for students of the establishment of Cadenazzo-Vira Gambarogno, a popular middle school in the Italian part of Switzerland. Throughout the four years of middle school, unique, as in France, pupils are invited to confront with personalities from the world of work, to visit companies and professional schools, to carry out a brief research in the computer room, to watch a feature film and to participate in a symposium on the evolution of work, or, to take an optional course in initiation into lexicon and economic language. Research studies this pedagogical project as a focal point, that is a center towards which converge a set of complex social processes, related to the building dynamics of the unique middle school. Carrying an effective social diversity, this one can merely be thought of in close relation with a changing world of work, in search of new balances. This work comes from a decennial social action, between 2003/2004 and 2013/2014, which became an ethnographic research carried out by one of the animators, around thirty semi-structured interviews, fully transcribed and translated into French, with middle school professionals, pupils' parents, invited personalities and students who animated the project. These data are supplemented by others, especially from available archival documents, assessment reports made by students after visits and articles published in a cultural weekly magazine, allowing the analysis of an experience through the construction of a case study. The first part of this study focuses on the relationship between collaboration and conflictuality in the elaboration process of the City of Jobs. A strategic analysis of the active minority highlights a structure of power relations centered around a triangular game between social actors, leading to a continuous oscillation between a dynamic of autonomous innovation, of heterogeneous innovation and reflexive slowdown. The second part analyzes the role of educational engineering in the efficiency of its daily progress. A desirability analysis of the implemented learning situations shows a differentiated responsible participation of students in learning, favouring the succession of the vocational sequence and the construction of a transitional competence, able to guide the transitions of life of these individualities under construction. The third part, finally, examines the repercussions on the identity form of the students. A structural analysis of the life stories of the most engaged students sketches an identity transformation which shows the appearance of a spirit of performance, with individualized variations, which reinforces the control of life transitions. This plural approach brings out the contours of a breach towards the realization of a truly unique middle school, because equitable, result of a fragile balance constantly renewed between freedom and equality, first of all at the level of the hidden curriculum. What makes awakened individuality arise, potential fruit of the emerging ideal-type of the democratic teacher. Simultaneously, these contours reveal the limits of this process of internal rejuvenation of the republican school, namely the weakness of the elaboration of a vision of the social world of the teaching staff, vector of this dynamic, and the unavoidable extension of the equity of the school universe to the world of work, within the framework of the emergence of an open society. ethnographic approach-middle school-pedagogical project-vocational guidance
Riassunto della tesi, 2018
La Città dei Mestieri propone agli allievi della sede di Cadenazzo-Vira Gambarogno, una scuola me... more La Città dei Mestieri propone agli allievi della sede di Cadenazzo-Vira Gambarogno, una scuola media popolare situata nella parte italiana della Svizzera, una serie di situazioni di apprendimento legate all'orientamento scolastico e professionale. Nel corso dei quattro anni di scuola media, unica, come in Francia, gli allievi sono chiamati a confrontarsi con delle personalità provenienti dal mondo del lavoro, a visitare delle imprese e delle scuole professionali, a realizzare una breve ricerca in aula d'informatica, a guardare un lungometraggio e a partecipare a un convegno sul lavoro, o ancora, a seguire un corso facoltativo d'iniziazione al lessico e al linguaggio economici. La ricerca affronta questo progetto pedagogico in quanto punto focale, inteso come un centro verso il quale convergono un insieme di complessi processi sociali, collegati alla dinamica di costruzione di una scuola media unica. Portatrice di un'effettiva eterogeneità sociale, essa non può che essere pensata in stretta relazione con un mondo del lavoro in mutazione, alla ricerca di nuovi equilibri. Questo studio è il risultato di un'azione sociale che si è dispiegata nell'arco di un decennio, tra il 2003/2004 e il 2013/2014, diventata successivamente una ricerca etnografica svolta da uno degli animatori del progetto, attorno a trenta interviste semi-strutturate, interamente trascritte e tradotte in francese, con dei professionisti della scuola, dei genitori di allievi, delle personalità invitate e dei ragazzi che hanno animato il progetto. Questi dati sono completati da altri, provenienti in modo particolare da documenti d'archivio disponibili, da rapporti di bilancio realizzati dagli allievi in seguito a delle visite e da articoli pubblicati in un settimanale culturale, in modo da poter analizzare un'esperienza attraverso la costruzione di uno studio di un caso. La prima parte di questo studio si focalizza sul rapporto tra la collaborazione e la conflittualità nel processo di elaborazione della Città dei Mestieri. Un'analisi strategica della minoranza attiva, mette in evidenza una struttura di relazioni di potere che ha il suo centro attorno a un gioco triangolare tra attori sociali, conducendo a un'oscillazione continua tra una dinamica d'innovazione autonoma, d'innovazione eteronoma e di rallentamento riflessivo. La seconda parte affronta il ruolo dell'ingegneria pedagogica nell'efficacia del suo dispiegamento quotidiano. Un'analisi di desiderabilità delle situazioni di apprendimento messe in atto, fa emergere una partecipazione responsabile differenziata degli allievi ai loro apprendimenti, favorendo la successione della sequenza vocazionale e la costruzione di una competenza transizionale, in grado di guidare le transizioni di vita di questi individui in divenire. La terza parte, infine, studia le ripercussioni sulla forma identitaria degli allievi. Un'analisi strutturale dei racconti di vita degli allievi maggiormente coinvolti, delinea una trasformazione identitaria verso l'emergere di uno spirito di prestazione, dalle declinazioni individualizzate, che rafforza la padronanza delle transizioni di vita. Questo procedimento plurale mette in evidenza i contorni di una breccia verso la realizzazione di una scuola media effettivamente unica, poiché equa, risultato di un fragile equilibrio costantemente rinnovato tra la libertà e l'eguaglianza, innanzitutto sul piano del curricolo nascosto. Cosa che fa sorgere un'individualità risvegliata, potenziale frutto dell'ideal-tipo emergente dell'insegnante democratico. Nello stesso tempo, questi contorni fanno apparire i limiti del processo di rinnovamento interno della scuola repubblicana, vale a dire la debolezza dell'elaborazione di una visione del mondo sociale del corpo insegnante, veicolo di questa dinamica, e dell'inevitabile estensione dell'equità dall'universo scolastico verso il mondo del lavoro, nel quadro dell'emergenza di una società aperta.
Résumé des résultats essentiels du projet de recherche "La politique commerciale de la Suisse 194... more Résumé des résultats essentiels du projet de recherche "La politique commerciale de la Suisse 1945-1966" Texte en français avec résumés en français, allemand et anglais
Caractériser l'économie suisse par son manque de matières premières représente un des lieux commu... more Caractériser l'économie suisse par son manque de matières premières représente un des lieux communs les plus généralement admis de l'historiographie contemporaine. Toutefois, l'existence en Suisse d'un potentiel hydraulique a constitué un facteur d'industrialisation dès la première moitié du XIXe siècle.
Dictionnaire historique de la Suisse, 2004
© 1998-2018 DHS: tous les droits d'auteur de cette publication sont réservés au Dictionnaire hist... more © 1998-2018 DHS: tous les droits d'auteur de cette publication sont réservés au Dictionnaire historique de la Suisse, Berne. Les textes sur support électronique sont soumis aux mêmes règles que les textes imprimés. Droits d'utilisation et modalités de citation (PDF) 05/05/2004 |
Les Annuelles 8/1998, Bienvenue en Euroland! De l'Europe de Maastricht à l'Euro, 1998
Avec l'introduction de l'Euro en janvier 1999, une nouvelle étape décisive de l'intégration europ... more Avec l'introduction de l'Euro en janvier 1999, une nouvelle étape décisive de l'intégration européenne est franchie. Toutefois, l'"Euroland" ne surgit pas du néant! Ce projet politique est structuré par la déréglementation économique et le corset d'austérité du Traité de Maastricht. Ce recueil, issu d'un colloque organisé par le Groupe Regards Critiques, invite à une réflexion sur cette Europe en devenir. Il aborde des thèmes comme les tendances économiques globales qui marquent l'intégration actuelle, les relations entre l'Union européenne et l'Est du continent, les logiques des processus de privatisations, l'évolution des rapports entre citoyenneté et droits des femmes, ou encore la position du capitalisme suisse dans les différents projets européens. Cette réflexion débouche sur une interrogation: l'Europe néolibérale est-elle la seule possible?
Mensuel "Page 2", mai 1997, 1997
« Retard dans la privatisation d'une relique historique ». C'est avec cette formule que Robert E.... more « Retard dans la privatisation d'une relique historique ». C'est avec cette formule que Robert E. Leu, professeur d'économie à l'Université de Berne et membre de la Société du Mont-Pèlerin, contribue, au printemps 1994, à lancer le débat sur la privatisation des banques cantonales suisses.
Mémoire de licence, Université de Lausanne, Section d'histoire, 1997
Les Annuelles, « Comptes rendus-Nouvelles études en histoire suisse », 1995
Compte rendu de l'ouvrage de Rolf Zimmermann, Volksbank oder Aktienbank? Parlamentsdebatten, Refe... more Compte rendu de l'ouvrage de Rolf Zimmermann, Volksbank oder Aktienbank? Parlamentsdebatten, Referendum und zunehmende Verbandsmacht beim Streit um die Nationalbankgründung, 1891-1905, Zürich : Chronos Verlag, 1987.
Tratto dalla rivista " Lo straniero", maggio 2011, No.131. Aveva un nome che cominciava con la G.... more Tratto dalla rivista " Lo straniero", maggio 2011, No.131. Aveva un nome che cominciava con la G. e i capelli rossi. Il cognome invece me lo ricordo bene, perché era quello di una cittadina italiana molto bella. Dove andavamo, in quell'inverno forse a metà degli anni novanta, con G. e i suoi compagni? A Zurigo, senz'altro, al Landesmuseum; per vedere una mostra un po' strana, credo, che aveva qualcosa a che vedere con l'inferno: una specie di rappresentazione dell'inferno, di cui non ricordo molto. G. era un ragazzino composto, educato e piuttosto azzimato; bravo a scuola, senza esagerare, attento ma silenzioso. Chissà come mai proprio quella volta si è messo a raccontarmi il suo segreto: la passione per l'hockey su ghiaccio, uno sport così apparentemente lontano da lui, dalla sua immagine. Infatti non gli importava nulla dello sport: a lui piaceva andare allo stadio con pugni di ferro e catene, e picchiarsi con i tifosi delle altre squadre. La partita non la guardava neppure; anzi, a volte lo scontro avveniva direttamente fuori dallo stadio, nei posteggi deserti di un grande centro commerciale: lì ci si poteva picchiare bene, in grande stile, e a lungo. Passavamo attraverso i paesaggi bellissimi, le rive dei laghi monumentali, di luce immobile, dolce o dura, su cui si specchiano montagne a loro modo perfette, e G. mi diceva con voce ferma, pianamente, e con una strana rabbia gelida, un fuoco di ghiaccio che per la prima volta si rivelava ai miei occhi, che certo, la polizia sapeva benissimo tutto, nomi e cognomi. Ma preferiscono che ci picchiamo lì, così diceva, in quel modo, il sabato sera; perché se non facessimo questo, forse faremmo altro, andremmo in piazza a gridare, capisce, a tirare fuori quello che nessuno vuole sentire. E poi mi parlava di un coltello, se ben ricordo, tranquillizzandomi, dicendo che no, non si sarebbe fatto troppo male, né l'avrebbe fatto ad altri; ma per la scena, un coltello era l'ideale, evidentemente, dovevo convenirne. Convenirne: davvero G. poteva parlare così? Si, davvero; e la raffinatezza del linguaggio, i suoi modi un po' desueti, fin troppo raffinati, davano alle sue parole qualcosa di sinistro, e nello stesso tempo le allontanavano dal modello più banale della violenza pseudo sportiva: G. mi stava davvero spiegando qualcosa di importante, di oscuro e di importante, una metamorfosi del disagio, un passaggio confuso e rischioso verso non si sa cosa. Chissà fino a che punto, così preciso nell'eloquio, era cosciente della portata di quel ragionamento; chissà se più avanti, all'università, diventato credo studioso dell'economia e nettamente schieratosi politicamente nei ranghi della sinistra più radicale, avrà colto una radice della sua visione del mondo in quei parcheggi disperati, desolanti, in quei sabati di rabbia senza reale bersaglio. E allora, quando era un ragazzo arrabbiato che io dovevo ascoltare in fretta, nascondendo lo stupore e rinviando un giudizio che non mi sentivo in grado di dare, e soprattutto cercando di capire perché proprio a me venisse a dire quelle cose, come bisognasse tradurre quel racconto imprevisto in un frammento di verità profonda: chissà se allora G. era già passato magari in bicicletta o in motorino da Melano. Melano è un paesello lungo le rive del lago, tra Bissone e Capolago, stazione terminale o iniziale delle acque; una doppia fila di case attraversate dalla strada, sotto la montagna che scoscende, portando spesso venti tempestosi e rivoli di cascate. Su una collina, tra paese e roccia vera e propria, si trova un antica chiesetta, cui si giunge salendo lungo una via Crucis, e la caverna di un leggendario eremita. La prima volta che mi portarono lì dovevo avere sei, sette anni; era una gita scolastica, e di quella gita conservo il ricordo ancora vivido di un gelato, e una fotografia che ogni tanto mi ricapita in mano. Sulla fotografia si vedono i bambini che eravamo, in fila non troppo ordinata, e la maestra di lato. Io sono lì in mezzo, invisibile (e ne sono lieto); ma i primi della fila si riconoscono bene; o meglio, io li riconosco bene, e non so quanti altri potranno farlo oggi, perché sono morti precocemente. Uno si è suicidato da tanto tempo, e l'ultima immagine che conservo di lui è in qualche modo atroce: stavo in un ristorante, di fianco all'ampia finestra, e lui passava lì fuori; ma poiché forse parlavo con qualcuno, non l'ho visto se non di sfuggita, e quando ho girato la testa era già quasi uscito di scena. Ho ancora potuto scorgere la sua mano, come in ritardo sul resto
Introduzione delle speranze ragionate È un giovedì sera come tanti altri. Sono appena rientrato n... more Introduzione delle speranze ragionate È un giovedì sera come tanti altri. Sono appena rientrato nel mio appartamento a Pregassona da una qualche riunione d'istituto, prevista come sempre proprio questo giorno della settimana al termine dell'orario scolastico. Per un attimo mi lascio rapire dall'incantevole vista sul golfo di Lugano, giù fino al ponte di Melide. Poi accendo meccanicamente il mio fedele iMac da 24 pollici ed entro, come d'abitudine, nel neonato server messo generosamente a disposizione dal nostro datore di lavoro. Digito rapidamente il mio indirizzo e-mail: gianfranco.pordenone@edu.ti.ch. Appare allora un messaggio dall'oggetto sorprendente: «ciao, dopo tanti anni». Ancor più sorprendente è il mittente: «Fabio Pusterla», il mio docente di Italiano alla SCC-Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona, più di vent'anni fa, e oggi uno dei più interessanti poeti contemporanei, come lo aveva presentato in un ritratto ricco di elogi la Neue Zürcher Zeitung, uno dei miei quotidiani irrinunciabili, nell'estate del 2004. Divertito e incuriosito dall'inaspettata corrispondenza, la apro e inizio a leggerla: «Caro Gianfranco, ti ricordi ancora di me?» Certo! Uno dei miei insegnanti preferiti… «Io non sapevo che tu insegnassi in Ticino, e ti credevo anzi chissà dove.» No… no… sono rientrato da Losanna e Parigi da ormai dieci anni e, tutti i giorni, vado a guadagnarmi il pane nella nostra affascinante ma ostica scuola media. «Pochi giorni fa, è successa una cosa che mi ha stupito molto...» E inizia a raccontare della festa dei quarant'anni della rivista Verifiche, alla quale sono d'altronde abbonato, di un racconto inedito che ha letto al folto pubblico presente, che si ispirava a una gita scolastica fatta a Zurigo con la mia classe della SCC e di una mia confessione a lui inattesa sulla passione che nutrivo per l'hockey su ghiaccio o, per meglio dire, per i gruppi giovanili che attorno alle piste… non esitavano a darsele, armati anche di coltelli. Purtroppo! Al termine del racconto alcuni colleghi lo avrebbero avvicinato, pensando di avermi riconosciuto, io insegnante tra Cadenazzo e Vira Gambarogno, di Italiano e Storia. Allora ecco la mail, con annessa quella che lui stesso ha definito una prosetta. La leggo d'un sol fiato, con il cuore che batte sempre più forte. Mi piace! L'inizio è forte: «Aveva un nome che cominciava con la G. e i capelli rossi. Il cognome invece me lo ricordo bene, perché era quello di una cittadina italiana molto bella». Certo, la seguente descrizione delle mie serate adolescenziali nelle piste di hockey, condite da una violenza latente-a dire il vero più verbale che reale, per codardia intendiamoci, non per ritegno-, non è proprio gloriosa, ma è parte del mio tragitto. In curva, tra i Ragazzi della Nord, fondati nel 1985 da un gruppo di amici di allora, si passava una buona parte del tempo libero, ci si costruiva un'identità rispettata, si sviluppavano i legami per tante piccole solidarietà utili nella dura vita quotidiana e s'incontravano i primi piccoli amori. Si cercava anche di mostrare che si valeva qualcosa, aiutando-o credendo di aiutare-i giocatori della nostra squadra del cuore a vincere. E in quel periodo il Lugano vinceva, sempre di più: con i rivali dell'Ambrì Piotta, tanto, ma anche con le grandi squadre elvetiche dell'epoca-il Davos, il Berna, il Kloten-ottenendo tra il 1985 e il 1990, cioè tra i miei 15 e 20 anni, ben quattro titoli nazionali. Come non esaltarsi? Tanto più che quando andavamo in trasferta, sempre molto numerosi, le nostre coreografie all'inizio delle partite e i nostri continui e originali cori, erano invidiati da tutte le tifoserie. Eravamo un modello da imitare. In tutta la Svizzera.
Carlos è il leader indiscusso di questa classe. Un gruppo vivace, impegnativo, che ho avuto per d... more Carlos è il leader indiscusso di questa classe. Un gruppo vivace, impegnativo, che ho avuto per due anni in Storia, in terza e quarta media, tra il 2003 e il 2005. La 3E, diventata poi 4E, ha dato non pochi grattacapi al suo docente di classe, il pur sperimentato insegnante di Educazione fisica Giorgio Buloncelli, apprezzato dai colleghi anche per le sue spiccate qualità di sommelier. Le serate da lui animate di degustazione di vini hanno per diversi anni raccolto un buon numero di partecipanti, desiderosi di imparare a conoscere i segreti del Nettare di Dio. Due allievi della sua classe, in particolare, sono rimasti costantemente sull'orlo della rottura con la scuola, non esitando in più di un'occasione a rifiutare le consegne proposte dai docenti e mettendosi in diverse circostanze in evidenza per degli atti incivili.
scegliere il proprio futuro È ormai tempo di ritornare a Cadenazzo, nella sede principale, accomp... more scegliere il proprio futuro È ormai tempo di ritornare a Cadenazzo, nella sede principale, accompagnato, come sempre in questi casi, da un leggero malincuore. Qui, a metà maggio del 2011, appendo all'alboche si trova nell'atrio della scuola, a pochi passi dall'entrata, o piuttosto, in funzione degli umori, accanto all'uscitaun manifesto formato A4 dai caratteri colorati. Vi si possono leggere alcune domande: «Ti piace organizzare delle attività? Hai voglia di migliorare la scuola? T'interessa riflettere sul mondo che ci circonda?» E una proposta: «Allora partecipa a organizzare la Città dei Mestieri». Poco più sotto, utilizzando dei caratteri più piccoli, preciso: «Quest'anno scolastico Alessandro, Oscar e Tamiris hanno collaborato con il maestro Gian Franco Pordenone, responsabile del progetto, a organizzare quotidianamente la Città dei Mestieri. Si sono visti una volta ogni settimana, durante l'orario scolastico, per pensare, organizzare e realizzare le varie attività. Adesso tocca a te! Se ti va, scrivi due parole, motivando il tuo interesse, e riponile nella casella del maestro entro venerdì 27 maggio. Sarai contattato e… le ragazze e i ragazzi più motivati verranno scelti.» In più, per rendere più incisivo il messaggio, ho aggiunto alcune riflessioni dei ragazzi, incorniciate da forme geometriche che ricordano vagamente dei papiri egiziani. Alessandro spiega così: «Le riunioni settimanali mi hanno fatto capire quanto impegno ci vuole affinché tutto possa funzionare (quasi) perfettamente!» Tamiris afferma più in là: «Mi sono divertita un mondo ad animare delle assemblee e realizzare dei film!» Oscar termina dicendo un po' più sotto: «Ho imparato come si fa a organizzare delle attività e come si parla da pari con i maestri!»
Entro rilassato nell'ufficio del direttore. Lui, come sempre, è seduto dietro alla sua ampia scri... more Entro rilassato nell'ufficio del direttore. Lui, come sempre, è seduto dietro alla sua ampia scrivania. Io, prima di rivolgermi ai presenti, lancio un'occhiata divertita, come faccio di solito, alla foto appesa poco lontano dalla porta dell'arbitro ticinese Massimo Busacca. È ritratto mentre dirige una finale dell'annuale Giornata sportiva delle terze e delle quarte, indossando gli abiti ufficiali, davanti a dei ragazzi entusiasti, increduli di averlo tra di loro. Il fischietto della finalissima della Champions League giocata a Roma il 27 maggio 2009 tra il Barcellona e il Manchester United, vinta dai brillanti catalani per 2-0, con reti di Eto'o al nono minuto e di Messi al sessantanovesimo, ora dirigente arbitrale della Federazione internazionale di calcio, la FIFA, era proprio venuto da noi a scuola, invitato da un collega, Umberto Rossini, che aveva l'abitudine di andare a correre con lui. Era stato un momento emozionante, immortalato da questa fotografia, che riassaporo sempre con gioia, anche solo lo spazio di un istante.
Un altro anno scolastico è passato. Per Paolo e i suoi compagni, le scuole medie sono ormai ripos... more Un altro anno scolastico è passato. Per Paolo e i suoi compagni, le scuole medie sono ormai riposte nell'album dei ricordi, magari già ricoperto da un sottile strato di polvere. Per me, invece, è semplicemente terminato un nuovo giro, che, sommato ai precedenti, porta a dieci le stagioni di fatiche, ma anche di grandi soddisfazioni, nell'insegnamento ticinese. Le travi portanti, a questo punto, sono ben piantate. Una dopo l'altra, le abbiamo allineate assieme: seguendo innanzitutto i variegati tragitti scolastici di Jenny, Lary & Jair; poi quello di Carlos, a cavallo tra l'Europa e l'America latina di ieri e oggi; seguito dalle simpatiche vicissitudini della 2F di Vira Gambarogno; prima di addentrarci nell'esperienza d'orientamento scolastico e professionale degli assistenti Tami, Ale & Oscar; che ci hanno portato, per finire, al viaggio storico attraverso tutti i quattro anni e tantissimi secoli dell'intuitivo Paolo.