Mariarosa Bricchi | Università degli studi di Pavia (original) (raw)
Papers by Mariarosa Bricchi
Studi di grammatica italiana , 2024
Il saggio indaga le pratiche di lettura manzoniane, e le loro diverse ricadute sulla scrittura, c... more Il saggio indaga le pratiche di lettura manzoniane, e le loro diverse ricadute sulla scrittura, concentrandosi sui rapporti tra il "Sentir messa" e i trattati storico-linguistici di Giulio Perticari contenuti nella "Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca" (1817-26) di Vincenzo Monti. Interrogando in parallelo il testo di Perticari, le glosse lì depositate da Manzoni e il "Sentir messa", si analizzano in particolare quattro modalità di lettura che genera scrittura: l’intertestualità implicita, dove la voce dell’interlocutore, pur operante, è silenziata; il ruolo delle postille come cellula generativa dell’argomentazione manzoniana; il rifiuto di posizioni di Perticari esplicitamente citate; le postille cancellate (oggi decifrabili grazie a nuove tecniche spettrografiche), e le ragioni della cassatura.
Studi linguistici italiani, 2024
Oggetto di questo studio è la raccolta I viaggi la morte (1958) di Carlo Emilio Gadda. Dei saggi ... more Oggetto di questo studio è la raccolta I viaggi la morte (1958) di Carlo Emilio Gadda. Dei saggi lì riuniti si analizzano, con strumenti linguistici e stilistici, tre dispositivi caratterizzanti, che si collocano tra il piano del lessico e quello del testo: la deissi personale; la sollecitazione fonetica delle parole; l’espressione di concetti astratti attraverso immagini concrete, materiche. Dispositivi, tutti, variamente riconducibili alla dimensione polifonica della pagina gaddiana, e tutti presenti anche nel narratore, ma declinati dal saggista secondo una peculiare curvatura argomentativa.
Mostra a cura di Mariarosa Bricchi, Paola Italia, Giorgio Pinotti, Claudio Vela (Centro Studi Gad... more Mostra a cura di Mariarosa Bricchi, Paola Italia, Giorgio Pinotti, Claudio Vela (Centro Studi Gadda, Università di Pavia); Roberto Dulio, Massimo Ferrari, Claudia Tinazzi (Politecnico di Milano)
Primo Levi e la lingua intorno a lui, a cura di Domenico Scarpa, Centro internazionale di studi Primo Levi / Zamorani Editore, 2024
Il saggio propone un affondo su due singoli fenomeni, che non solo hanno un’incidenza significati... more Il saggio propone un affondo su due singoli fenomeni, che non solo hanno un’incidenza significativa nella lingua della Tregua, ma evidenziano la profonda solidarietà tra strutture grammaticali e sviluppo del pensiero di Levi. Il primo fenomeno è frequenza di una struttura sintattica a due livelli, che dapprima afferma, quindi motiva e documenta. Vera e propria ossatura concettuale sottesa all’intero edificio scrittorio di Levi, questa scelta va collegata allo statuto della lingua del testimone. Che acquista autorevolezza anche da una forma priva di vuoti o di contraddizioni. Il secondo fenomeno è quello dei cumuli aggettivali. L’indagine mostra come lo scrittore tenda a evitare gli schemi di tradizione retorica della sovrapposizione (serie sinonimiche) e dell’opposizione (ossimori), ma scelga piuttosto di aggregare aggettivi semanticamente divaricati, centrifughi, capaci – con la loro apertura a ventaglio – di catturare aspetti molteplici dell’oggetto qualificato.
Italianistica, 2022
Riassunto • La cognizione del dolore (1963) di Gadda e Hilarotragoedia (1964) di Manganelli sono ... more Riassunto • La cognizione del dolore (1963) di Gadda e Hilarotragoedia (1964) di Manganelli sono accomunati da una sintassi complessa, ma non dinamica: molti periodi lunghi di entrambi i liberi non segnano una progressione narrativa o argomentativa, ma stanno fermi; o spesso si riagganciano, dopo laboriose divagazioni, al punto di partenza. Tale aspetto, insieme alla vicinanza cronologi ca, ha incoraggiato l'accostamento delle due forme di scrittura, indagato fino a oggi soprattutto sul piano lessicale e retorico. Questo saggio propone un confronto ravvicinato fra i due libri in prospettiva sintattica. Ne emerge una serie di caratteri oppositivi, che riconducono a due situazioni ben distinte: architetture periodiche che, se pur tese al limite estremo, rispettano le strutture periodiche della tradizione in Gadda; un consapevole processo di disgregazione sintattica in Manganelli. Parole chiave • Gadda, Manganelli, sintassi del periodo, close reading, filologia d'autore. Abstract • Gadda, Manganelli and Long Sentences: an Exercise in Comparison • Gadda's La cognizione del dolore (1963) and Manganelli's Hilarotragoedia (1964) show a complex, but not dynamic syntax: the long periods of both books do not mark a narrative or argumentative progression, but stand still; or often rejoin, after long digressions, their starting point. This fact, together with the chronological proximity, has suggested that La cognizione del dolore had a significant influence on the writing of Hilarotragoedia and, over the years, a number of points of contact have been underlined, mainly on a lexical and rhetorical level. This essay proposes a close syntactical comparison between some long sentences from the two books, bringing to light a series of oppositions. The periodic architectures of Gadda, although stretched to the extreme limit, respect the syntactic structures of tradition; while Manganelli performs a conscious process of syntactic disintegration.
"Todomodo", XII, tomo II, 2022
This paper, presented at the 12th Leonardo Sciascia Colloquium held in Rome on the 7th and 8th o... more This paper, presented at the 12th Leonardo Sciascia Colloquium held in Rome on the 7th and 8th of October 2021, revolves around law lexicon used in To the Future Memory (1989), suggesting comparisons with Sciascia's entire body of work. The result shows a series of linguistic choices oriented towards a common goal: broadening and generalising the meaning of each term. What happens is a de-specialisation of the vocabulary of justice, in the name of a value and meaning which is not technical but rather natural and instinctive, and eventually a duplication, in the ambiguity of words-as-justice of that uncertain production of thing-as-justice, which Sciascia never ceased to denounce. This analysis also maps linguistic relationships with authors such as Manzoni, Primo Levi and Natalia Ginzburg.
Between, 2019
Di racconti, ordine e legami. Primo Levi e la forma del Sistema periodico Mariarosa Bricchi C'è u... more Di racconti, ordine e legami. Primo Levi e la forma del Sistema periodico Mariarosa Bricchi C'è una cosa che non mi stanco mai di dire a proposito del leggere racconti. I racconti non sono capitoli di un romanzo. Non vanno letti uno dopo l'altro, come se fossero stati composti in sequenza. Leggetene uno. Chiudete il libro. Leggete qualcos'altro. Riprendete il libro in mano dopo un po' di tempo. I racconti sanno aspettare. Mavis Gallant sta qui ragionando su un certo tipo di raccolte di racconti, cioè quelle che accorpano testi che non hanno legami strutturali forti l'uno con l'altro: raccolte dove il collante tra le diverse storie non è un elemento caratterizzante. Così sono in effetti i suoi bellissimi racconti, aggregati dalla riconoscibilità di una voce inconfondibile, e dal ricorso a certe situazioni tipiche. Ma non disposti secondo un'architettura organizzativa; né parti di un sistema, bensì individui indipendenti. Sappiamo naturalmente che esistono anche raccolte di racconti che rispondono a un criterio diverso, cioè che lavorano, oltre che sul singolo testo, sulla capacità dei testi di dialogare tra loro, di creare, appunto, non una semplice raccolta, ma un libro. Un libro dove il significato globale è superiore alla somma dei significati dei singoli testi. Nella tradizione italiana, i due grandi archetipi sono il Decamerone (cornice, giornate, temi, rimandi) e il Novellino (tante piccole storie, una dopo l'altra). Una divaricazione che è poi paragonabile a quella tra raccolta di poesie e canzoniere.
«L'Ellisse», XV/1, 2020
Oggetto di questa analisi è il metodo di lavoro del Manzoni saggista, indagato attraverso l’inter... more Oggetto di questa analisi è il metodo di lavoro del Manzoni saggista, indagato attraverso l’interazione di tre tipi di materiali: la ricca messe di stesure, note e frammenti relativi all’incompiuto trattato «Della lingua italiana»; i libri (con relative postille e segni di lettura) che hanno accompagnato la riflessione grammaticale dello scrittore; un documento – inedito ed emerso solo di recente – che consente di datare l’acquisto di alcuni volumi. In relazione al tema chiave delle parti del discorso, si sono isolati come casi di studio due rapporti decisivi: quello col grammatico illuminista Nicolas Beauzée e quello col sinologo Jean-Pierre Abel-Rémusat, autore di un testo che consentì a Manzoni un inatteso ampliamento della sua prospettiva linguistica: gli «Élémens de la grammaire chinoise».
The object of this analysis is the working method of Alessandro Manzoni as an essayst. The making of his unfinished treatise «Della lingua italiana» is investigated through the interaction of three types of materials: the rich series of drafts, notes and fragments that bear witness to a progressive change in the author’s perspective; the books (with their marginalia and reading marks) that accompanied the writer's grammatical reflections; a document – unpublished and only recently discovered – that allows us to date the purchase of some of those books. The focus is on the key theme of the parts of speech, and two significant relationships have been chosen as case studies: the first one with the Enlightenment grammarian Nicolas Beauzée; the second one with the sinologist Jean-Pierre Abel-Rémusat, author of a text that allowed Manzoni an unexpected widening of his linguisticperspective: the «Élémens de la grammaire chinoise».
Che i più dignitosi accademici chiamati, negli anni Cinquanta, a collaborare al Terzo Programma R... more Che i più dignitosi accademici chiamati, negli anni Cinquanta, a collaborare al Terzo Programma Rai abbiano avuto un sussulto nel leggere l'opuscolo di norme redazionali allegato alla lettera-contratto non stupisce. Con una fermezza sotto la quale fremeva un'esplosiva ironia, li si invitava a bandire il tono dottrinale e l'esibitivo «io», incisi e litoti a catena, vocaboli antiquati o tecnici e mostruose forme verbali (come l'indigesto svelsero). Non potevano sapere che l'autore di quell'opuscolo era il più sovversivo degli scrittori italiani, per una volta nelle vesti di ligio e irresistibile anti-Gadda.
Immaginare l'impossibile: trame della creatività tra letteratura e scienza, Eds. L. Boi, F. D'Intino, G. V. Distefano, "Between", IX, 17, 2019
54 Maria Pia Casalena, Un'intellettuale europea nel 'secolo breve' 69 Anna Antonello, La «società... more 54 Maria Pia Casalena, Un'intellettuale europea nel 'secolo breve' 69 Anna Antonello, La «società in accomandita» Mitzky-Mazzucchetti (1914-1958 91 Elisabetta Mazzetti, I carteggi di Lavinia Mazzucchetti con Thomas Mann, Hans Carossa e Gerhart Hauptmann. La soddisfazione «di servire la causa della libertà e bollare la barbarie» e la fuga dalla realtà 117 Arturo Larcati, «Resistenza senza fucile». Lavinia Mazzucchetti e Die andere Achse (1964) L'INSEGNAMENto, LA tRADuzIoNE, IL LAVoRo EDItoRIALE 145 Francesca Boarini, Lavinia Mazzucchetti e la manualistica per l'insegnamento della lingua tedesca 167 Paola Maria Filippi, Lavinia Mazzucchetti. La 'teoria implicita' nelle sue traduzioni 185 Natascia Barrale, «Tradurre è cosa seria e necessaria». Lo studio sull'arte del tradurre di Lavinia Mazzucchetti 197 Mariarosa Bricchi, Lavinia Mazzucchetti: le schede di lettura come autoritratto 213 Michele Sisto, Lavinia Mazzucchetti, Elio Vittorini e la letteratura tedesca in Mondadori (1956-1965) APPENDICE 243 Bibliografia degli scritti e delle traduzioni di Lavinia Mazzucchetti (1911-1966) Mazzucchetti9_Mazzucchetti 22/02/2018 15:08 Pagina 5 Lavinia Mazzucchetti: le schede di lettura come autoritratto 1 Mariarosa Bricchi Pedanteria, fedeltà, genialità Per aprire, una citazione: Caro Presidente, avrei voluto scriverLe per ricordarLe il trentennale del nostro primo incontro (autunno 1926) quando Lei, con rapida genialità, si è assicurato in un quarto d'ora, senza à valoir e sino alla morte, un ignotissimo Emil Ludwig e la stupidissima Lavinia.
Ecdotica garantisce e risponde del valore e del rigore dei contributi che si pubblicano sulla riv... more Ecdotica garantisce e risponde del valore e del rigore dei contributi che si pubblicano sulla rivista, pur non condividendone sempre e necessariamente prospettive e punti di vista.
da "Milano capitale culturale (1796-1898)"
Studi di grammatica italiana , 2024
Il saggio indaga le pratiche di lettura manzoniane, e le loro diverse ricadute sulla scrittura, c... more Il saggio indaga le pratiche di lettura manzoniane, e le loro diverse ricadute sulla scrittura, concentrandosi sui rapporti tra il "Sentir messa" e i trattati storico-linguistici di Giulio Perticari contenuti nella "Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca" (1817-26) di Vincenzo Monti. Interrogando in parallelo il testo di Perticari, le glosse lì depositate da Manzoni e il "Sentir messa", si analizzano in particolare quattro modalità di lettura che genera scrittura: l’intertestualità implicita, dove la voce dell’interlocutore, pur operante, è silenziata; il ruolo delle postille come cellula generativa dell’argomentazione manzoniana; il rifiuto di posizioni di Perticari esplicitamente citate; le postille cancellate (oggi decifrabili grazie a nuove tecniche spettrografiche), e le ragioni della cassatura.
Studi linguistici italiani, 2024
Oggetto di questo studio è la raccolta I viaggi la morte (1958) di Carlo Emilio Gadda. Dei saggi ... more Oggetto di questo studio è la raccolta I viaggi la morte (1958) di Carlo Emilio Gadda. Dei saggi lì riuniti si analizzano, con strumenti linguistici e stilistici, tre dispositivi caratterizzanti, che si collocano tra il piano del lessico e quello del testo: la deissi personale; la sollecitazione fonetica delle parole; l’espressione di concetti astratti attraverso immagini concrete, materiche. Dispositivi, tutti, variamente riconducibili alla dimensione polifonica della pagina gaddiana, e tutti presenti anche nel narratore, ma declinati dal saggista secondo una peculiare curvatura argomentativa.
Mostra a cura di Mariarosa Bricchi, Paola Italia, Giorgio Pinotti, Claudio Vela (Centro Studi Gad... more Mostra a cura di Mariarosa Bricchi, Paola Italia, Giorgio Pinotti, Claudio Vela (Centro Studi Gadda, Università di Pavia); Roberto Dulio, Massimo Ferrari, Claudia Tinazzi (Politecnico di Milano)
Primo Levi e la lingua intorno a lui, a cura di Domenico Scarpa, Centro internazionale di studi Primo Levi / Zamorani Editore, 2024
Il saggio propone un affondo su due singoli fenomeni, che non solo hanno un’incidenza significati... more Il saggio propone un affondo su due singoli fenomeni, che non solo hanno un’incidenza significativa nella lingua della Tregua, ma evidenziano la profonda solidarietà tra strutture grammaticali e sviluppo del pensiero di Levi. Il primo fenomeno è frequenza di una struttura sintattica a due livelli, che dapprima afferma, quindi motiva e documenta. Vera e propria ossatura concettuale sottesa all’intero edificio scrittorio di Levi, questa scelta va collegata allo statuto della lingua del testimone. Che acquista autorevolezza anche da una forma priva di vuoti o di contraddizioni. Il secondo fenomeno è quello dei cumuli aggettivali. L’indagine mostra come lo scrittore tenda a evitare gli schemi di tradizione retorica della sovrapposizione (serie sinonimiche) e dell’opposizione (ossimori), ma scelga piuttosto di aggregare aggettivi semanticamente divaricati, centrifughi, capaci – con la loro apertura a ventaglio – di catturare aspetti molteplici dell’oggetto qualificato.
Italianistica, 2022
Riassunto • La cognizione del dolore (1963) di Gadda e Hilarotragoedia (1964) di Manganelli sono ... more Riassunto • La cognizione del dolore (1963) di Gadda e Hilarotragoedia (1964) di Manganelli sono accomunati da una sintassi complessa, ma non dinamica: molti periodi lunghi di entrambi i liberi non segnano una progressione narrativa o argomentativa, ma stanno fermi; o spesso si riagganciano, dopo laboriose divagazioni, al punto di partenza. Tale aspetto, insieme alla vicinanza cronologi ca, ha incoraggiato l'accostamento delle due forme di scrittura, indagato fino a oggi soprattutto sul piano lessicale e retorico. Questo saggio propone un confronto ravvicinato fra i due libri in prospettiva sintattica. Ne emerge una serie di caratteri oppositivi, che riconducono a due situazioni ben distinte: architetture periodiche che, se pur tese al limite estremo, rispettano le strutture periodiche della tradizione in Gadda; un consapevole processo di disgregazione sintattica in Manganelli. Parole chiave • Gadda, Manganelli, sintassi del periodo, close reading, filologia d'autore. Abstract • Gadda, Manganelli and Long Sentences: an Exercise in Comparison • Gadda's La cognizione del dolore (1963) and Manganelli's Hilarotragoedia (1964) show a complex, but not dynamic syntax: the long periods of both books do not mark a narrative or argumentative progression, but stand still; or often rejoin, after long digressions, their starting point. This fact, together with the chronological proximity, has suggested that La cognizione del dolore had a significant influence on the writing of Hilarotragoedia and, over the years, a number of points of contact have been underlined, mainly on a lexical and rhetorical level. This essay proposes a close syntactical comparison between some long sentences from the two books, bringing to light a series of oppositions. The periodic architectures of Gadda, although stretched to the extreme limit, respect the syntactic structures of tradition; while Manganelli performs a conscious process of syntactic disintegration.
"Todomodo", XII, tomo II, 2022
This paper, presented at the 12th Leonardo Sciascia Colloquium held in Rome on the 7th and 8th o... more This paper, presented at the 12th Leonardo Sciascia Colloquium held in Rome on the 7th and 8th of October 2021, revolves around law lexicon used in To the Future Memory (1989), suggesting comparisons with Sciascia's entire body of work. The result shows a series of linguistic choices oriented towards a common goal: broadening and generalising the meaning of each term. What happens is a de-specialisation of the vocabulary of justice, in the name of a value and meaning which is not technical but rather natural and instinctive, and eventually a duplication, in the ambiguity of words-as-justice of that uncertain production of thing-as-justice, which Sciascia never ceased to denounce. This analysis also maps linguistic relationships with authors such as Manzoni, Primo Levi and Natalia Ginzburg.
Between, 2019
Di racconti, ordine e legami. Primo Levi e la forma del Sistema periodico Mariarosa Bricchi C'è u... more Di racconti, ordine e legami. Primo Levi e la forma del Sistema periodico Mariarosa Bricchi C'è una cosa che non mi stanco mai di dire a proposito del leggere racconti. I racconti non sono capitoli di un romanzo. Non vanno letti uno dopo l'altro, come se fossero stati composti in sequenza. Leggetene uno. Chiudete il libro. Leggete qualcos'altro. Riprendete il libro in mano dopo un po' di tempo. I racconti sanno aspettare. Mavis Gallant sta qui ragionando su un certo tipo di raccolte di racconti, cioè quelle che accorpano testi che non hanno legami strutturali forti l'uno con l'altro: raccolte dove il collante tra le diverse storie non è un elemento caratterizzante. Così sono in effetti i suoi bellissimi racconti, aggregati dalla riconoscibilità di una voce inconfondibile, e dal ricorso a certe situazioni tipiche. Ma non disposti secondo un'architettura organizzativa; né parti di un sistema, bensì individui indipendenti. Sappiamo naturalmente che esistono anche raccolte di racconti che rispondono a un criterio diverso, cioè che lavorano, oltre che sul singolo testo, sulla capacità dei testi di dialogare tra loro, di creare, appunto, non una semplice raccolta, ma un libro. Un libro dove il significato globale è superiore alla somma dei significati dei singoli testi. Nella tradizione italiana, i due grandi archetipi sono il Decamerone (cornice, giornate, temi, rimandi) e il Novellino (tante piccole storie, una dopo l'altra). Una divaricazione che è poi paragonabile a quella tra raccolta di poesie e canzoniere.
«L'Ellisse», XV/1, 2020
Oggetto di questa analisi è il metodo di lavoro del Manzoni saggista, indagato attraverso l’inter... more Oggetto di questa analisi è il metodo di lavoro del Manzoni saggista, indagato attraverso l’interazione di tre tipi di materiali: la ricca messe di stesure, note e frammenti relativi all’incompiuto trattato «Della lingua italiana»; i libri (con relative postille e segni di lettura) che hanno accompagnato la riflessione grammaticale dello scrittore; un documento – inedito ed emerso solo di recente – che consente di datare l’acquisto di alcuni volumi. In relazione al tema chiave delle parti del discorso, si sono isolati come casi di studio due rapporti decisivi: quello col grammatico illuminista Nicolas Beauzée e quello col sinologo Jean-Pierre Abel-Rémusat, autore di un testo che consentì a Manzoni un inatteso ampliamento della sua prospettiva linguistica: gli «Élémens de la grammaire chinoise».
The object of this analysis is the working method of Alessandro Manzoni as an essayst. The making of his unfinished treatise «Della lingua italiana» is investigated through the interaction of three types of materials: the rich series of drafts, notes and fragments that bear witness to a progressive change in the author’s perspective; the books (with their marginalia and reading marks) that accompanied the writer's grammatical reflections; a document – unpublished and only recently discovered – that allows us to date the purchase of some of those books. The focus is on the key theme of the parts of speech, and two significant relationships have been chosen as case studies: the first one with the Enlightenment grammarian Nicolas Beauzée; the second one with the sinologist Jean-Pierre Abel-Rémusat, author of a text that allowed Manzoni an unexpected widening of his linguisticperspective: the «Élémens de la grammaire chinoise».
Che i più dignitosi accademici chiamati, negli anni Cinquanta, a collaborare al Terzo Programma R... more Che i più dignitosi accademici chiamati, negli anni Cinquanta, a collaborare al Terzo Programma Rai abbiano avuto un sussulto nel leggere l'opuscolo di norme redazionali allegato alla lettera-contratto non stupisce. Con una fermezza sotto la quale fremeva un'esplosiva ironia, li si invitava a bandire il tono dottrinale e l'esibitivo «io», incisi e litoti a catena, vocaboli antiquati o tecnici e mostruose forme verbali (come l'indigesto svelsero). Non potevano sapere che l'autore di quell'opuscolo era il più sovversivo degli scrittori italiani, per una volta nelle vesti di ligio e irresistibile anti-Gadda.
Immaginare l'impossibile: trame della creatività tra letteratura e scienza, Eds. L. Boi, F. D'Intino, G. V. Distefano, "Between", IX, 17, 2019
54 Maria Pia Casalena, Un'intellettuale europea nel 'secolo breve' 69 Anna Antonello, La «società... more 54 Maria Pia Casalena, Un'intellettuale europea nel 'secolo breve' 69 Anna Antonello, La «società in accomandita» Mitzky-Mazzucchetti (1914-1958 91 Elisabetta Mazzetti, I carteggi di Lavinia Mazzucchetti con Thomas Mann, Hans Carossa e Gerhart Hauptmann. La soddisfazione «di servire la causa della libertà e bollare la barbarie» e la fuga dalla realtà 117 Arturo Larcati, «Resistenza senza fucile». Lavinia Mazzucchetti e Die andere Achse (1964) L'INSEGNAMENto, LA tRADuzIoNE, IL LAVoRo EDItoRIALE 145 Francesca Boarini, Lavinia Mazzucchetti e la manualistica per l'insegnamento della lingua tedesca 167 Paola Maria Filippi, Lavinia Mazzucchetti. La 'teoria implicita' nelle sue traduzioni 185 Natascia Barrale, «Tradurre è cosa seria e necessaria». Lo studio sull'arte del tradurre di Lavinia Mazzucchetti 197 Mariarosa Bricchi, Lavinia Mazzucchetti: le schede di lettura come autoritratto 213 Michele Sisto, Lavinia Mazzucchetti, Elio Vittorini e la letteratura tedesca in Mondadori (1956-1965) APPENDICE 243 Bibliografia degli scritti e delle traduzioni di Lavinia Mazzucchetti (1911-1966) Mazzucchetti9_Mazzucchetti 22/02/2018 15:08 Pagina 5 Lavinia Mazzucchetti: le schede di lettura come autoritratto 1 Mariarosa Bricchi Pedanteria, fedeltà, genialità Per aprire, una citazione: Caro Presidente, avrei voluto scriverLe per ricordarLe il trentennale del nostro primo incontro (autunno 1926) quando Lei, con rapida genialità, si è assicurato in un quarto d'ora, senza à valoir e sino alla morte, un ignotissimo Emil Ludwig e la stupidissima Lavinia.
Ecdotica garantisce e risponde del valore e del rigore dei contributi che si pubblicano sulla riv... more Ecdotica garantisce e risponde del valore e del rigore dei contributi che si pubblicano sulla rivista, pur non condividendone sempre e necessariamente prospettive e punti di vista.
da "Milano capitale culturale (1796-1898)"
Carocci, 2021
Manzoni ha scritto-e il caso non è frequente-un unico romanzo, che si collega però per mille fili... more Manzoni ha scritto-e il caso non è frequente-un unico romanzo, che si collega però per mille fili ai molti testi saggistici disposti lungo l'intero arco della sua carriera. L'uno e gli altri hanno proposto un modello di prosa nuovo, smorzato e antiretorico, fondato sulla geometria di un racconto avvincente ma anche sull'esercizio avventuroso e strenuo della ragione; una prosa che archivia la polverosa pompa dell'italiano letterario, e impiega gli strumenti più raffinati della tradizione al servizio non della retorica, ma della logica. Scritti così ricchi e inattesi richiedono una lettura ravvicinata che illumini il processo compositivo e, insieme, il suo significato. Il commento proposto nel volume valorizza, accanto agli aspetti lessicali e morfosintattici, quelli testuali; e, grazie agli strumenti più aggiornati della linguistica, fa emergere la doppia tensione, a capire e a dimostrare, che innerva ogni pagina manzoniana.
Milano, Fondazione Alberto e Arnoldo Mondadori, 2018
Introduzione di Domenico Scarpa 7 Libri involontari di Mariarosa Bricchi 15 Libri latenti di Dome... more Introduzione di Domenico Scarpa 7 Libri involontari di Mariarosa Bricchi 15 Libri latenti di Domenico Scarpa 23 Il libro che visse due volte di Giorgio Pinotti 31 I camaleonti di Domenico Scarpa 41 Serie e fuoriserie di Raffaella Poletti 53 Nati altrove di Giorgio Pinotti 65 Vestiti per il viaggio di Raffaella Poletti 71 Lo scrittore postumo di Mariarosa Bricchi 81 Gli autori 91 Nota redazionale 93 7 Introduzione Domenico Scarpa Torino, casa editrice Einaudi, riunione editoriale del mercoledì 11 giugno 1952: Elio Vittorini propone d'includere nella sua collana sperimentale «I gettoni» «qualche opera incompiuta di scrittori italiani di primo piano». Come campione presenta «un manoscritto incompiuto di Carlo Emilio Gadda [...] di notevole interesse». Il manoscritto è La cognizione del dolore: ne sono usciti fra il 1938 e il 1941 i primi sette «tratti» sulla rivista fiorentina «Letteratura». Pur sempre restando incompiuto, quel testo assumerà forma di libro per la prima volta nel 1963 e poi di nuovo, con due ulteriori «tratti» recuperati dal laboratorio dell'autore, nel 1970. In entrambe le occasioni Gadda avrà l'assistenza di un editor maieuta e faticatore: Gian Carlo Roscioni, il cui ruolo risulta perfino più importante di quello che coprono l'editore Giulio Einaudi e l'autore del saggio introduttivo Gianfranco Contini. Se teniamo poi conto che fin dal 1931 Vittorini dedicava a Gadda la sua energica atten-DoMENICo SCARPA
Milano, Fondazione Alberto e Arnoldo Mondadori, 2018
Introduzione di Domenico Scarpa 7 Libri involontari di Mariarosa Bricchi 15 Libri latenti di Dome... more Introduzione di Domenico Scarpa 7 Libri involontari di Mariarosa Bricchi 15 Libri latenti di Domenico Scarpa 23 Il libro che visse due volte di Giorgio Pinotti 31 I camaleonti di Domenico Scarpa 41 Serie e fuoriserie di Raffaella Poletti 53 Nati altrove di Giorgio Pinotti 65 Vestiti per il viaggio di Raffaella Poletti 71 Lo scrittore postumo di Mariarosa Bricchi 81 Gli autori 91 Nota redazionale 93 7 Introduzione Domenico Scarpa Torino, casa editrice Einaudi, riunione editoriale del mercoledì 11 giugno 1952: Elio Vittorini propone d'includere nella sua collana sperimentale «I gettoni» «qualche opera incompiuta di scrittori italiani di primo piano». Come campione presenta «un manoscritto incompiuto di Carlo Emilio Gadda [...] di notevole interesse». Il manoscritto è La cognizione del dolore: ne sono usciti fra il 1938 e il 1941 i primi sette «tratti» sulla rivista fiorentina «Letteratura». Pur sempre restando incompiuto, quel testo assumerà forma di libro per la prima volta nel 1963 e poi di nuovo, con due ulteriori «tratti» recuperati dal laboratorio dell'autore, nel 1970. In entrambe le occasioni Gadda avrà l'assistenza di un editor maieuta e faticatore: Gian Carlo Roscioni, il cui ruolo risulta perfino più importante di quello che coprono l'editore Giulio Einaudi e l'autore del saggio introduttivo Gianfranco Contini. Se teniamo poi conto che fin dal 1931 Vittorini dedicava a Gadda la sua energica atten-DoMENICo SCARPA
Impaginazione a cura di Essegrafica, Torino È vietata la riproduzione, anche parziale, non autori... more Impaginazione a cura di Essegrafica, Torino È vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno e didattico. L'illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell'art. 171 della Legge n. 633 del 22.04.1941. 9 1 Cattaneo 1840, p. 124. E proprio attraverso la rinuncia, in nome di moderne esigenze comunicative, al patrimonio lessicale della tradizione letteraria, la rivoluzione linguistica che culmina nei secondi Promessi sposi rende automaticamente datate le scritture in controtendenza, obbligando, da quel momento, a recepirle come fenomeni di opposizione. È solo dopo il risultato della quarantana che, per esempio, assume significato l'intolleranza di Manzoni per lo stile pomposo di Giovan Battista De Capitani (il primo studioso delle varianti del romanzo), capace, come ha intuito Contini, di suscitare il fastidio del vecchio scrittore solo grazie al suo sfoggio epistolare di parole ed espressioni pompose (età mia novella, involato...) 2 . Nel minimo episodio di uno scambio di lettere tra lo scrittore e il suo interprete si trovano di fronte, insomma, due uomini che parlano lingue diverse.
In copertina: pagina autografa relativa a Hilarotragoedia, dal quaderno di appunti [Q], conservat... more In copertina: pagina autografa relativa a Hilarotragoedia, dal quaderno di appunti [Q], conservato presso il Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell'Università di Pavia Ringrazio Maria Corti, che qualche anno fa mi ha spinta a occuparmi di Hilarotragoedia; Angelo Stella, con cui ho parlato molto di questo lavoro; Viola Papetti, che mi ha permesso di condividere alcuni suoi ricordi; Lietta Manganelli, che ha rintracciato per me il testo su Gastone Novelli; Giovanni Anceschi, che ha autorizzato la riproduzione della lettera a Luciano Anceschi.
Racconti, genere maggiore pubblicato da Daniele Giglioli -http://www.leparoleelecose.it/?p=14959
pagina 10 il manifesto SABATO 28 MAGGIO 2011 CULTURA Mariarosa Bricchi N el 1940 Manganelli ha di... more pagina 10 il manifesto SABATO 28 MAGGIO 2011 CULTURA Mariarosa Bricchi N el 1940 Manganelli ha diciotto anni. Pubblica un raccontino in una rivista del liceo. L'incipit è stilisticamente neutro: «Egli spense la luce, si rannicchiò nel letto, e cominciò a pensare». Parole consuete, l'impaccio del pronome «egli», scolastico e ingombrante.
R iprodotti, esposti, venduti, acquistati, a partire da un certo momento storico gli oggetti sono... more R iprodotti, esposti, venduti, acquistati, a partire da un certo momento storico gli oggetti sono tendenzialmente percepiti come merci. Il valore d'uso entra in concorrenza con quello di scambio, la cosa con il feticcio. Più in generale, gli oggetti entrano in due opposti ma complementari cicli: quello della massificazione anonima e quello dell'estetizzazione. In poesia, Baudelaire è stato tra i primi a elaborare i nuovi aspetti che hanno investito gli oggetti con il connesso corredo di nuovi sentimenti e pulsioni che si è generato. Come già da tempo accadeva al soggetto, in ambito artistico e letterario, anche gli oggetti assumono più spesso la fisionomia di personaggi dai contorni incerti o, al contrario, di forme forti che ne esaltano il simbolismo come si può osservare in una cruciale opera della modernità qual è la Recherche di Proust.
L'INVENZIONE EDITORIALE è un ciclo di otto conversazioni sulla capacità di dare forma a «libri la... more L'INVENZIONE EDITORIALE è un ciclo di otto conversazioni sulla capacità di dare forma a «libri latenti», ossia libri nascosti eppure possibili, libri avvincenti che non esistevano in natura: sul talento di trasformarli e magari resuscitarli, i libri, e anche i loro autori, e persino interi generi letterari; e ancora, sulla possibilità – nei casi più sventurati – di sciuparli malamente.
Progetti trasformati in oggetti, racconti di scrittura e di editoria, avventure di laboratorio e di bottega: otto incontri per chiunque ama i libri ed è curioso di sapere come si fanno, si rifanno, si sfanno.