Giorgio Danesi | Università Politecnica delle Marche, Italy (original) (raw)

Giorgio Danesi

Giorgio Danesi (Brescia, 19.04.1987), nel 2024 è assegnista di ricerca post-doc presso l'Università Politecnica delle Marche con il progetto "Tattiche valoriali per la conservazione e comunicazione del patrimonio dissonante causato da conflitti bellici e interpretativi", finanziato nell''ambito del progetto Progetto PRIN 2022 "Dissonant Heritage and War. Conservazione e Comunicazione di un’eredità difficile – Co.Co.War”.

Nel 2023 è assegnista di ricerca post-doc presso l’Università Iuav di Venezia con il progetto: "Il progetto del limite. Tempo e monumento nell’opera di Andrea Bruno", in collaborazione con Archivio Progetti Iuav.

Nel 2022 è assegnista di ricerca post-doc presso l’Università degli Studi di Udine con il progetto: "La pietra artificiale cementizia e la sperimentazione dei materiali del Novecento in Friuli Venezia Giulia. Tecniche per la conservazione e la valorizzazione di un patrimonio da tutelare", finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.

Nel 2020 è assegnista di ricerca post-doc presso l’Università Iuav di Venezia con il progetto: “Corrispondenze. Villa Planchart da progetto a realtà costruita”, in collaborazione con Docomomo International, Docomomo Venezuela e Fondazione Planchart.

Dal 2019 al 2022 insegna come docente a contratto per il Laboratorio di Conservazione dell’Edilizia Storica presso l’Università degli studi di Udine. Dal 2023 insegna come docente a contratto al corso Fondamenti di Restauro all'Università Iuav di Venezia.

Nel 2014 vince la borsa di studio nella Scuola di Dottorato Iuav di Venezia per il dottorato in Storia dell’Architettura e Restauro. Nel giugno 2018 la tesi ottiene dalla commissione giudicatrice il riconoscimento massimo: Eccellente con dignità di pubblicazione. La tesi è intitolata: "La basilica d’oro e di cemento. Ferdinando Forlati e la dialettica tra superficie e supporto nei cantieri di restauro della basilica di San Marco a Venezia".

Nel 2013 si laurea con 110 e lode all’Università Iuav di Venezia in Architettura indirizzo Conservazione, presentando un Progetto di restauro per la torre di avvistamento costiero di S. Caterina (Lecce). Lo stesso anno la tesi ottiene il secondo posto al XVII Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata, bandito dall’Istituto Italiano dei Castelli. Nel 2015 la tesi riceve una menzione alla Quinta Edizione del Premio Internazionale di Restauro Architettonico “Domus Restauro e Conservazione Fassa Bortolo”.

È autore di oltre 35 saggi e articoli sui temi del Restauro Architettonico, tra cui: la conservazione delle architetture del Novecento, la ricostruzione post-bellica, il rapporto tra materia ed immagine nella pratica del restauro, l’aggiornamento del pensiero e della tecnica in ambito archeologico, i sistemi fortificati italiani e gli esiti delle proprie esperienze in abito professionale.

Ha partecipato come relatore a conferenze e convegni internazionali, tra cui: Scienza e Beni Culturali (2016, 2017, 2018, 2019, 2020), AIES (2018), FORTMED (2018), AISU (2019, 2021, 2022). DOCOMOMO International (2021, 2022).

A partire dal 2014, inizia a collaborare nell’Università Iuav di Venezia alla didattica di alcuni corsi e laboratori progettuali, per i moduli di Restauro architettonico, prima con il Professor Eugenio Vassallo e, successivamente, con la Professoressa Sara Di Resta, con cui attualmente collabora.

È correlatore per tesi di Laurea Magistrale sui temi del Restauro Architettonico all'Università Iuav di Venezia e all'Università degli Studi di Udine.

In ambito professionale svolge le sue attività esclusivamente nel campo del restauro architettonico: a partire dal conseguimento dell’abilitazione alla professione nel 2013 (Architetto, sezione A) ha ottenuto diversi incarichi, collaborando con numerose figure professionali del settore. Ha partecipato a diverse gare d’appalto e concorsi di progettazione come Mandante Giovane Professionista all’interno di Raggruppamenti Temporanei di Professionisti, per consulenze e collaborazioni in merito ad opere di conservazione e di restauro. Tra le figure professionali e gli studi di architettura e di ingegneria con i quali ha collaborato nel tempo vi sono, in particolare: arch. E. Vassallo, arch. M. Furlan (A.I. Progetti), arch. A. P. Donadello (CSG Palladio), arch. A. Torsello (SAT Survey, TA architettura).

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Books by Giorgio Danesi

Research paper thumbnail of FORTE MARGHERA ‘900 | Architettura moderna nel complesso fortificato. Dalla dismissione alla valorizzazione.

Fortezza ottocentesca ed ex-caserma dell’Esercito Italiano, Forte Marghera è parte dell’ampio sis... more Fortezza ottocentesca ed ex-caserma dell’Esercito Italiano, Forte Marghera è parte dell’ampio sistema difensivo della laguna veneta. Paradigma di un paradossale ritardo nell’attuazione delle strategie di difesa della Serenissima, il suo completamento sarebbe coinciso con la fine di un’epoca, quella delle fortificazioni permanenti, non più funzionali alle rinnovate strategie belliche e presto convertite in poli logistici.
Collocato al margine tra acque salmastre e terraferma, a circa cinque chilometri dal centro storico di Venezia, questo luogo di stratificazioni e di intrecci tra architettura e natura sta assistendo ad un percorso di riappropriazione e riapertura al pubblico dopo anni di abbandono.
Patrimonio del Ministero della Difesa fino alla completa dismissione dell’area militare nel 1995, il Forte è oggi un sito monumentale e un parco naturale tutelato ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 42/2004).
Il volume presenta i risultati della ricerca “Forte Marghera ‘900. Strategie di conservazione e valorizzazione del patrimonio moderno e contemporaneo nel complesso fortificato”, esito della convenzione sottoscritta nel 2020 tra l’Università Iuav di Venezia e Fondazione Forte Marghera (Comune di Venezia) con l’obiettivo di sviluppare strategie innovative di analisi e di intervento per la conservazione e il riuso del vasto patrimonio edilizio edificato nel XX secolo, che documenta un momento di significativo passaggio tra tradizione e innovazione nel costruire.
Accanto al portato di memoria, la tutela dei paesaggi militari dismessi rappresenta un fattore di promozione ed armonizzazione della società, da supportare con strategie di valorizzazione aggiornate e condivise. In quest’ottica, la ricerca traccia i primi spunti per un quadro metodologico e operativo dedicato a supportare e orientare i processi che stanno rendendo il compendio un significativo centro di scambio culturale.

Papers by Giorgio Danesi

Research paper thumbnail of Eredità della ricostruzione, tra materia e memoria

Ricostruire Longarone. I piani e le architetture 1963-1972, Silvana Editoriale, Milano (con Sara Di Resta) , 2023

L’eredità della ricostruzione di Longarone si misura nei risultati tangibili del processo di prog... more L’eredità della ricostruzione di Longarone si misura nei risultati tangibili del processo di progettazione ambizioso e articolato avviato all’indomani del disastro. Il contributo ripercorre i nodi cruciali di una vicenda che ha restituito alcune significative prove di architettura, presentando immagini attuali e documenti d'archivio dedicati alla materialità di queste opere e alla loro risposta alla prova del tempo. Il percorso di ricerca indaga, in particolare, le architetture selezionate dal MiC (Ministero della Cultura) attraverso il “Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi”, che fornisce un primo abaco del patrimonio moderno e contemporaneo di Longarone: ne fanno parte edifici residenziali, scolastici, di culto e significative infrastrutture. L’analisi coinvolge infine alcune significative opere escluse dalla selezione del MiC, con l’obiettivo di avviare una riflessione sul tema della patrimonializzazione e su un possibile ampliamento dello sguardo verso un più complesso sistema di significati e di valori testimoniato dalle vicende successive alla tragedia del Vajont.

Research paper thumbnail of The Continuity of Change: Angiolo Mazzoni’s Exile in Colombia (1948-63)

Architects in Exile. Stories of New Spatial Experience, Book of abstracts, Thymos Books (con Sara Di Resta), 2023

One of the main architects and engineers of the fascist regime for over 20 years, Angiolo Mazzoni... more One of the main architects and engineers of the fascist regime for over 20 years, Angiolo Mazzoni (1895-1979) left for a voluntary exile in Colombia in 1948, after the end of the IIWW, where he started a new season of personal and professional life that lasted for about 15 years, until his return to Italy in 1963. Well-known for the realisation of several public buildings in Italy (among them, the Post and Telegraph buildings in Trento, Ferrara, Latina, Sabaudia, Agrigento, and the Railway stations in Trento, Bolzano, Siena, Montecatini, Reggio Calabria), starting from the 1920s, Mazzoni’s work is characterized by a strong aptitude for experimentation with architectural languages and building materials. Pupil of Marcello Piacentini (from whom he inherited Monumentalism influences) and close to Giorgio De Chirico and Filippo Marinetti (with whom he shared his adherence to Futurism), his Italian activity was focused on modernist and functionalist visions, always linked to the political context. The paper aims to analyse the years of Mazzoni’s exile in South America as architect, scholar and consultant for the Ministerio de Obras, trying to understand how his past activity influenced the more recent design experiences. Meeting and progressively learning the local culture, his work seems to gradually show a partial adherence to the Colonial style, without losing the Modernist attitude that characterised the first part of his career. What were the main elements of contaminations with the local culture and how did these change his work? How did the polychromy and multi-materiality that characterised his eclectic activity evolve during his stay in Colombia? Starting from the documentation kept in the MART Archive, the paper deepens the theme of the architect’s exile by analysing the main project designed during the years away from Italy, focusing the investigation on the relationship between the architect's work and his new cultural horizons.

Research paper thumbnail of Restauro e Archeologia tra conservazione e interpretazione: studi per la protezione e la valorizzazione della Domus di Tito Macro dei fondi Cossar ad Aquileia

«Intrecci» International Journal of Architectural Conservation, 2022

The article proposes a reflection on the relationship between Architectural Conservation and Arch... more The article proposes a reflection on the relationship between Architectural Conservation and Archaeology. It analyses significant issues that emerge from the project of musealization and valorisation of the Domus of Tito Macro, a Roman house located in fondi Cossar area in Aquileia. The intervention was concluded in September 2020 and it represents the outcome of a complex process supported by Fondazione Aquileia. The work started with a research project and archaeological excavation conducted by the University of Padua, joined by the design team that won the Competition of Ideas launched by the Foundation in 2010. The article underlines complexity that has characterized a rich path of ‘contamination’ between different disciplines, first of all, Archaeology and Architectural Conservation. The project combines a careful preservation of the archaeological ruins with the installation of a complex shelter system, designed as a solution that alluded to the original shape of the Roman domus. This path describes a conservation building site that could hardly be managed with the common tools of Architectural Restoration but, on the contrary, strategies specifically designed were asked to deal with the archaeological site needs. Flexibility and multidisciplinary approach have been the key to address the relationship between the two disciplines, interpreted as an opportunity to produce an integrated design and stimulus for a cultured collaboration.

Research paper thumbnail of Dialogue as an action of preservation

in: M. Bonaiti, S. Di Resta (a cura di), Modern Heritage between Care and Risk, Bembo Officina Editoriale, Venezia 2022, pp. 306-320, 2022

The International Conference “Modern Heritage between Care and Risk” (Venice, 4-5th May 2021) was... more The International Conference “Modern Heritage between Care and Risk” (Venice, 4-5th May 2021) was held at Università Iuav di Venezia, in collaboration with Fondation Le Corbusier and Docomomo Italia. The event offered an opportunity for an international exchange on crucial issues of documentation and preservation of the 20th century architectural heritage in a time of rapid social, cultural and political changes. The second day has been dedicated to “Living the Architectural Preservation. Modern Houses in the Conservation of 20th Century Heritage”, focused on recent conservation/restoration works of Modern authorial houses and neighbourhoods. The proceedings collect selected papers presented by international researchers and architects involved in the fields of History of Architecture and Architectural Preservation.

Research paper thumbnail of Villa Planchart di Gio Ponti a Caracas: materiali per il Conservation Management Plan

in: «Docomomo Italia Giornale», anno 1, n. 34, 2022, in collaborazione con «Il Giornale dell’architettura» (con Sara Di Resta), 2022

Il progetto di ricerca Correspondences. Villa Planchart from design to materiality (2019-2021), c... more Il progetto di ricerca Correspondences. Villa Planchart from design to materiality (2019-2021), coordinato dall’Università Iuav di Venezia in collaborazione con Docomomo International ISC E+T e co-finanziato da Docomomo Venezuela, è uno studio preliminare utile alla redazione del Conservation Management Plan della villa. Con villa Planchart, Gio Ponti realizza un’interpretazione della tradizionale casa venezuelana a patio, sintesi inedita con il design e l’arte italiani. Oggi la villa presenta problemi di conservazione connessi al degrado materiale e alla fragilità dei sistemi costruttivi impiegati, che richiedono una difficile ricerca di equilibrio tra conservazione e valorizzazione del bene.

Research paper thumbnail of Valdagno, “Città Sociale” (1927-1937): urban design and quality of life from past society to future development

in: Modern Design: Social Commitment & Quality of Life, Proceedings of the17th DOCOMOMO International Conference, 2022, Valencia,6-9 Spt. 2022, 2022

Carried out between 1927 and 1937, the planning process for the new district in Valdagno (Vicenza... more Carried out between 1927 and 1937, the planning process for the new district in Valdagno (Vicenza), named ‘Città Sociale’, is considered one of the greatest Italian examples of social commitment in urban design. The district was built by the pioneer of textile industry Gaetano Marzotto, following Francesco Bonfanti’s architectural design. The aim was to provide a housing and welfare system near the factory, devised to improve the workers’ quality of life. The essay explores the genesis and features of this modern urban form, as well as transformation processes and its current state of conservation. The goal is to assess its present role in the city by investigating what has changed, what remains, and if it is still valid in contemporary society. The paper will also discuss whether this district could still provide healthy places and urban comfort,. Another topic is the connection between urban form and identity of the city, in order to preserve and re–interpret them for future lifestyles. Beginning with the analysis of Bonfanti’s drawings, kept in the Archivio Progetti at the Università Iuav di Venezia, the research identifies the socio–political circumstances and the criteria of modernity on which the project was devised. Both a general and a case–study approach are used to present its emblematic buildings and urban spaces. The results are compared with what has come to light through site–visits, in order to highlight the main reasons why the urban fabric has been transformed over time and the current state of its facilities. The comparison between past and present helps to understand the role now played by the district in the contemporary socio–cultural environment of Valdagno. Valdagno continues to be a valid synthesis of landscaping, urban planning, and architectural design as Marzotto and Bonfanti imagined, suitable for the welfare needs of a society which has changed.

Research paper thumbnail of Who designed Villa Planchart? Gio Ponti’s Architecture in Caracas between Influences and Contamination"/ ¿Quién diseñó Villa Planchart? La arquitectura de Gio Ponti en Caracas entre influencias y contaminación

in: Ra. Revista de Arquitectura, 2021

In 1953, Armando and Anala Planchart asked the Italian architect Gio Ponti to realize a new house... more In 1953, Armando and Anala Planchart asked the Italian architect Gio Ponti to realize a new house for them in Caracas. They did not know at the time that it would become one of the most iconic works of twentieth century architecture: “Can I be your Michelangelo?”1 Nevertheless, the correspondence between the architect and several of the individuals involved in its construction testifies to the multiple influences that can be recognized in the house. This makes it one of the clearest examples of building with the involvement of multiple authors.

Research paper thumbnail of Seaside holiday camps in Italian Rationalism: architecture and healthcare through preservation and adaptive reuse

in: Inheritable Resilience: sharing values of Global Modenities, Proceedings of the 16th International Docomomo Conference 2020+1, Docomomo International, Tokyo, 2021, 2021

This paper presents the first outcomes of research carried out by Università Iuav di Venezia dedi... more This paper presents the first outcomes of research carried out by Università Iuav di Venezia dedicated to the preservation of modern healthcare architecture. The aim of the study is to outline innovative adaptive-reuse strategies for the seaside holiday camps built in Italy in the first half of 20th century. During the fascist regime, almost 4,000 camps were built within 15 years, allowing 700,000 children to benefit from the seaside and mountains in the summer. Most of these buildings were abandoned in the 1980s and 90s, as they were considered obsolete and unsuitable for contemporary functional and programmatic requirements. Nonetheless, these ‘health machines’ represent a symbol of architectural experimentation and are a significant example of design and distributive principles contamination. Some buildings were demolished. Others, considered 20th century ‘icons’, have been conserved or transformed through questionable refurbishments. A third group of buildings remain abandoned to this day. Beginning with the study of unpublished archival documentation, this research claims a social, cultural, and economically sustainable future for those abandoned landmarks in the contemporary Italian seaside skyline. In order to save these sites from demolition, the research considers practical approaches to enable their use in the contemporary context, preserving them from material degradation without renouncing their ‘documentary potential’, according to the discipline of conservation.

Research paper thumbnail of Eredità dei paesaggi militari dismessi. Il caso di Forte Marghera a Venezia tra conservazione e valorizzazione

in: F. CAMERIN, F. GASTALDI (a cura di), Rigenerare le aree militari dismesse. Prospettive, dibattiti e riconversioni in Italia, Spagna e in contesti internazionali. Atti della Conferenza Internazionale, Università Iuav di Venezia, 23-24 settembre 2021, Maggioli, Ravenna, 2021

Il paper presenta i primi esiti del programma di ricerca “Forte Marghera 900. Strategie di conser... more Il paper presenta i primi esiti del programma di ricerca “Forte Marghera 900. Strategie di conservazione e valorizzazione del patrimonio moderno e contemporaneo nel complesso fortificato”, sottoscritto dall’Università Iuav di Venezia e da Fondazione Forte Marghera. Aspetto centrale delle indagini è l’analisi delle caratteristiche tipologiche, costruttive e conservative del patrimonio costruito, con particolare attenzione ai manufatti del Novecento. Se infatti fino alla fine del XIX secolo il sito comprende al suo interno soltanto 20 edifici, lo slittamento verso la funzione logistica avrebbe portato all’edificazione di numerose altre architetture (58 edifici) adibite a depositi, alloggi e servizi, che avrebbero popolato l’area di circa 42 ettari perimetrata dai bastioni. Questi manufatti, testimoni del passaggio dalle tecniche costruttive tradizionali alle sperimentazioni del XX secolo, assumono un ruolo centrale per il futuro del sito non soltanto per incidenza numerica ma per le ampie potenzialità di adaptive reuse. Dopo i primi importanti interventi di contrasto all’abbandono, il forte ospita oggi numerose attività nel campo culturale e dell’intrattenimento. La ricerca si inserisce all’interno del percorso avviato dal Comune di Venezia con l’obiettivo di fornire gli strumenti culturali, tecnici e operativi in grado di indirizzare e supportare l’elaborazione delle future scelte progettuali, definendo opportune strategie di conservazione, riuso e valorizzazione. La sfida è di individuare percorsi virtuosi in grado di garantire l’autonomia gestionale del sito, aprendo alla comunità un luogo patrimoniale ancora in parte inaccessibile.

Research paper thumbnail of La cura del dettaglio per la difesa dall’acqua. Il caso di Farnsworth House

in: G. BISCONTIN, G. DRIUSSI (a cura di), Gli effetti dell’acqua sui Beni Culturali. Valutazioni, critiche e modalità di verifica, atti del XXXVI Convegno di studi internazionale Scienza e Beni Culturali, Venezia, 17-19 novembre 2020, Arcadia Ricerche, Marghera Venezia, 2020

The paper aims to analyse the iconic case of Mies van der Rohe’s Farnsworth House (Illinois, 1945... more The paper aims to analyse the iconic case of Mies van der Rohe’s Farnsworth House (Illinois, 1945-1951), central to the debate on the safety of the building from the increasingly dangerous floods of the adjacent Fox River. Symbol of experimentation and, at the same time, example of the fragilities of Modern Architecture, Farnsworth House was built on the river alluvial plain, a little higher than the height of maximum flooding recorded in the hundred years preceding the realization. If Mies makes seasonal flooding an element of the project by designing the house occasionally at the water’s edge, today the intensity and frequency of flooding are increasing, representing a threat to the integrity of the building.
The National Trust for Historic Preservation, through the Flood Mitigation Project (started in 2014), is developing projects dedicated to the experimentation of a permanent solution to address this issue. The Organization explored some options for securing from floods, finally preferring an experimental hydraulic lifting system. The research aims to document the phenomena of damage caused by water, by providing a critical analysis of the interventions and by considering a wider context of solutions for flood protection. How can we relate to the preservation aims to the respect of the spirit of the project, in the multiplicity of possible technical/technological solutions? The goal is to critically analyze the effects of these choices on the architecture, starting from the belief that a multifaceted conservation project cannot be solved only on technical level, but it must represent a cultural path.

Research paper thumbnail of Littoria (1932) - Latina (2019). Narrazione interrotta di una città di fondazione

in: M. PRETELLI, R. TAMBORRINO, I. TOLIC (a cura di), La città globale. La condizione urbana come fenomeno pervasivo / The global city. The urban condition as a pervasive phenomenon, AISU (Insights, 1), Torino 2020, 2020

Simbolo della propaganda e investimento materiale e simbolico del regime fascista, Littoria è la ... more Simbolo della propaganda e investimento materiale e simbolico del regime fascista, Littoria è la prima città di fondazione esito delle grandi bonifiche pontine. Il contributo indaga i fenomeni alla base della storia trasformativa della città sorta come comune rurale nel 1932, il cui impianto è stato alterato da processi che ne tradiscono i principi generatori e che restituiscono oggi, a diverse scale, una narrazione interrotta di frammenti significativi dell'eredità del Novecento

Research paper thumbnail of Quando l'uso non cambia: questioni aperte sul restauro della Neue Nationalgalerie di Mies van der Rohe

in: Il patrimonio culturale in mutamento. Le sfide dell'uso. Atti del XXXV Convegno Internazionale di Scienza e Beni Culturali. Bressanone, 2-5 luglio 2019, Arcadia Ricerche, Marghera Venezia, 2019, 2019

The slogan "As much Mies as possible" marks the beginning of a five-year project of refurbishmen... more The slogan "As much Mies as possible" marks the beginning of a five-year project of
refurbishment, enhancement and modernization of the Neue Nationalgalerie. The
gallery, opened to the public in 1968, is a material expression of the relationship
that art engages with the concept of modernity. The modern temple, considered an
icon of the 20th century, is part of the legacy of the Mies van der Rohe’s work.
Almost half a century after construction, the building showed some physiological
decay of reinforced concrete structures and of the materials that make up its shell.
However, the architecture is considered somewhat obsolete given the changing
methods of use and differing standards of comfort of an international art gallery
affected by a growing influx of visitors.
The intervention carried out by David Chipperfield Architects with the supervision
of the Federal Building and Regional Planning Office (BBR) pursues systematic
modernization of the building according to the most recent requirements related to
climate control, safety and fire regulations. Among the most incisive outcomes are
the replacement of the glass walls in the façade system and the expansion of
deposit volumes placed on the basement.
Starting from a critical analysis of the intervention, the paper aims to outline how
changing cultural and socio-economic needs, and the increasing pressure of
visitors, have influenced project choices. Although the intervention confirms the
continuity of the original use and the need to maintain the image of a 20th century
icon, it imposes on the monument some transformations that are incompatible with
the preservation of its material meanings and values.

Research paper thumbnail of Come la modernità dimentica. Spazio, cura e tempo libero nella conservazione delle colonie marine del razionalismo italiano

in: M. MORANDOTTI, M. SAVORRA (a cura di), La città e la cura. Spazi, istituzioni, strategie, memoria. The city and healthcare. Spaces Institutions, Strategies, Memory, AISU International 2020, Torino, 2021, 2021

the Italian Rationalism, represented by the seaside holiday camps built in the first half of the ... more the Italian Rationalism, represented by the seaside holiday camps built in the first half of the 20th century. Starting from the analysis of three case-studies (camps Amos Maramotti in Riccione, 1934; Principi di Piemonte in Lido di Venezia, 1936; and Montecatini in Milano Marittima, 1939) the research stresses critical issues aimed to outline adaptive-reuse strategies for the preservation of abandoned modern heritage.

Research paper thumbnail of Dalla dismissione alla valorizzazione. La restituzione della forma urbana nella conservazione delle caserme Gamerra e Filzi a Palmanova

in: R. CANTARELLI (a cura di), Palmanova Forma Spazio Architettura, Letteraventidue, Siracusa, 2019, 2019

L'idea di perfezione della forma urbana contrapposta al non finito dello spazio architettonico de... more L'idea di perfezione della forma urbana contrapposta al non finito dello spazio architettonico della città e delle sue parti è qui indagata e applicata a un caso emblematico, se non unico nel panorama urbano delle città di fondazione, com'è quello voluto e idealizzato dai veneziani con la fondazione nel 1593 della città-fortezza di Palmanova. Per il significato storico, culturale e figurativo che ancora oggi riveste Palmanova, la ricerca mette in campo un particolare approccio alla città antica confrontandosi con la condizione del progetto contemporaneo che, nel caso delle città di fondazione militari, riveste ancora maggior significato nel voler portare a soluzione tematiche d'intervento legate al recupero e alla loro rifunzionalizzazione. E nel caso di Palmanova, gli edifici militari, posti a ridosso dei bordi interni-esterni della città come veri e propri fondali urbani, ne evidenziano il carattere monumentale, evocando attraverso la loro architettura l'immagine dell'antica "Palma". Nel quadro generale di appartenenza storica di Palmanova alle città rinascimentali, il concetto di città ideale costituisce una sorprendente chiave interpretativa per l'osservazione dei fenomeni architettonici in essa compiuti attraverso il tempo o da compiersi con un'operazione di reinvenzione. Da ciò, il riferimento ad alcuni casi studio analoghi, così come il tema del completamento, anzi del compimento del disegno urbano interno alla città - le sei piazze di sestiere, per esempio, mai realizzate architettonicamente - ha consentito di esplorare la singolare natura dello spazio urbano di Palmanova, sospesa, ancora oggi, tra ciò2 che è il suo presente e la memoria della sua vita precedente, tra un lento e inevitabile abbandono di alcune sue parti e una possibile vita nuova per la città tutta

Research paper thumbnail of Morfologie di degrado e Tecniche di intervento per il Restauro del Palazzo dei Camerlenghi a Venezia

In: Il restauro di Palazzo dei Camerlenghi a Venezia, 2019

Curatela delle schede tecniche di descrizione delle morfologie di degrado e degli interventi di c... more Curatela delle schede tecniche di descrizione delle morfologie di degrado e degli interventi di conservazione per il Restauro del Palazzo dei Camerlenghi a Venezia

Research paper thumbnail of The basilica of San Marco: gold and concrete. Ferdinando Forlati and the dialectic between surface and support in the basilica of San Marco’s conservation building site in Venice

In: International Conference of Conservation and Valorization of Cultural Heritage, 2018

As proto of the Venetian Procuratoria of Saint Mark, Fentinando Forlati, at the pinnacle of his c... more As proto of the Venetian Procuratoria of Saint Mark, Fentinando Forlati, at the pinnacle of his career, outlines the fundamentals traits of his own ope­rative and scientific heritage applying his method in the testing ground of the com­plex conservation building site of the basilica ( 1948-1971 ). lf directly compared, the official report of the assignment and the unpublished documents from the archive, even if sporadically contradictory, show the method features that guided the operative choices of the former Superintendent.They show his constant confrontation with the conservation criteria, a discipline beavily brought into question by the mechanisms of the Post-war reconstruction of those years. The basilica conservation building site represents then an opportunity for supporting the potential of the reinforced concrete and cement, which Forlati declared as most appropriate for the conservation of the existing heritage, becoming fundamental topics in the management of the operative practice supported by the proto of the fabbriceria. The various method orientations can be applied from the conservative attention paid to the «precious and venerable aspect» of the mosaic apparatus and decorative surfaces (Forlati, 1956) to the recon­struction of the whole masonry support elements; from the vertical structures Consolidation carried out by pressure cement injections to the insertion of several reinfor­ced concrete beams and curbs in historical masonry; from the massive substitution of the domes' wooden elements, to all those operations providing the adaptation of the monument to the "moden" installation and liturgical requirements.
The outcomes of the research allowed to record an "intervention catalogue", whose main purpose is to be functional as a technical-operative tool for the cooperation with diagnostics towards the future conservation path of the monument. The simble interventions realized between 1948 and 1971 considerably modified the matter of the Saint Mark basilica structures, even if concealed by the apparent unaltered de­corative surface that made the Golden Basilica among the most known monuments of the world. «Those are the ongoing conservations, whose elegance is neglected by the public which is always staring to those etenal armors, without even being able to perceive, when finally gone, that something new was done» (Forlati, 1952).

Research paper thumbnail of Difendere la Terra d’Otranto. Le torri di avvistamento della Serie di Nardò

In: Defensive Architecture of the Mediterranean. XV to XVIII Centuries: Vol. IX. Proceedings of the International Conference on Modern Age Fortifications of the Mediterranean Coast, 2018

This study presents the results of a reflection on the valorization of coastal towers and their s... more This study presents the results of a reflection on the valorization of coastal towers and their surroundings. Although very valuable in terms of architecture and landscape, they nowadays are abandoned and in an advanced stage of decay.
This research starts from the different typologies proposed by Vittorio Faglia in 1973 in order to classify the costai towers of "Terra d'Otranto", including seven towers called "Serie di Nardò". Their distinctive role was established by studies and surveys: they were constructed both for coastal protection from pirates and the Turks and for the defense ofagricultural production. The area surrounding Nardò had a rich ofoil and wheat production: it was considered the principal source offood supply in the Salento regi on. The towers were central pieces of a complex communication and trade network with the fortified farms ofthe surroundings becoming the first line of defense.
Nowadays this connection with the tenritory is lost; many towers are abandoned and decayed. The present work proposes, in the framework of a thorough revitalization of the entire area, some intervention guidelines on the restoration of Torre Santa Caterina. In this project the latter would become centrai to the promotion of locai food and wine culture, reinterpreting these spaces as a communication canal that would remind the historical link between agriculture and the coastal towers. The idea would therefore be to articulate the conservation of the built environment with the introduction of some services such as a farmers' market where producers and consumers could meet directly, placing the towers at the center of a complex network of events aiming at the promotion ofthe territory.
The study calls for further research on this type of architecture. It also demonstrated the importance of conservation and restoratiton of landmark architectures for the region 's sustainable development.

Research paper thumbnail of La superficie architettonica nell’arte contemporanea: architetture come tele

In: Intervenire sulle superfici dell’architettura tra bilanci e prospettive, 2018

Contemporary art has several examples of the use of building as real "canvasses". The dichotomy t... more Contemporary art has several examples of the use of building as real "canvasses". The dichotomy that is sometimes created between the artistic act and the perception of the host architecture, suggests several considerations about the value of the architectural surface for the contemporary artist.
The paper aims to investigate this theme through the analysis of three current examples. The cases identified have characteristic that are deliberately very different from each other: for architectural quality, incisivenes of operations, artistic techniques, degree of reversibility. However, to unite them, there is the ultimate aim to which they tend: to manifest a contemporary artistic expression by using the existing architecture as material support.
The first example is the intervention of David Tremlett on the little church of Coazzolo (Asti, 2017); in the wake of previously experimented operations ("The walldrawings"), he chooses to fresco the extenal surface of the seventeenth­ century building with pure colors and geometries.
The second one is the temporary exhibition "Mies missing materiality" by Anna & Eugeni Bach (Barcelona, 2017), who covered the copy of the "Pavilion of Mies van der Rohe" with white panels, hiding the surfaces and forcing the viewer to reflect on the value of matter and the perception of space.
The third one is the video mapping created for Rossini's Opera "Mosè", projected on the interiors of the Milan Cathedral (2015), whose surfaces for some nights were covered with lights and colors, unknown before in the veneranda fabbrica.
How does the perception of architecture change according to conternporary artistic expressions? Which are the variations of meaning? Which are the consequences and the limits?

Research paper thumbnail of Bibliografia tematica

In: Ferdinando Forlati nella ricostruzione postbellica e nel restauro del Novecento/ Post-war reconstruction and Twentieth-Century Restoration work. Indagine sui materiali all’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia, 2018

Tratto dal Catalogo della Mostra "FERDINANDO FORLATI NELLA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA E NEL RESTAU... more Tratto dal Catalogo della Mostra "FERDINANDO FORLATI NELLA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA E NEL RESTAURO DEL NOVECENTO". Indagine sui materiali all’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia

Research paper thumbnail of FORTE MARGHERA ‘900 | Architettura moderna nel complesso fortificato. Dalla dismissione alla valorizzazione.

Fortezza ottocentesca ed ex-caserma dell’Esercito Italiano, Forte Marghera è parte dell’ampio sis... more Fortezza ottocentesca ed ex-caserma dell’Esercito Italiano, Forte Marghera è parte dell’ampio sistema difensivo della laguna veneta. Paradigma di un paradossale ritardo nell’attuazione delle strategie di difesa della Serenissima, il suo completamento sarebbe coinciso con la fine di un’epoca, quella delle fortificazioni permanenti, non più funzionali alle rinnovate strategie belliche e presto convertite in poli logistici.
Collocato al margine tra acque salmastre e terraferma, a circa cinque chilometri dal centro storico di Venezia, questo luogo di stratificazioni e di intrecci tra architettura e natura sta assistendo ad un percorso di riappropriazione e riapertura al pubblico dopo anni di abbandono.
Patrimonio del Ministero della Difesa fino alla completa dismissione dell’area militare nel 1995, il Forte è oggi un sito monumentale e un parco naturale tutelato ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 42/2004).
Il volume presenta i risultati della ricerca “Forte Marghera ‘900. Strategie di conservazione e valorizzazione del patrimonio moderno e contemporaneo nel complesso fortificato”, esito della convenzione sottoscritta nel 2020 tra l’Università Iuav di Venezia e Fondazione Forte Marghera (Comune di Venezia) con l’obiettivo di sviluppare strategie innovative di analisi e di intervento per la conservazione e il riuso del vasto patrimonio edilizio edificato nel XX secolo, che documenta un momento di significativo passaggio tra tradizione e innovazione nel costruire.
Accanto al portato di memoria, la tutela dei paesaggi militari dismessi rappresenta un fattore di promozione ed armonizzazione della società, da supportare con strategie di valorizzazione aggiornate e condivise. In quest’ottica, la ricerca traccia i primi spunti per un quadro metodologico e operativo dedicato a supportare e orientare i processi che stanno rendendo il compendio un significativo centro di scambio culturale.

Research paper thumbnail of Eredità della ricostruzione, tra materia e memoria

Ricostruire Longarone. I piani e le architetture 1963-1972, Silvana Editoriale, Milano (con Sara Di Resta) , 2023

L’eredità della ricostruzione di Longarone si misura nei risultati tangibili del processo di prog... more L’eredità della ricostruzione di Longarone si misura nei risultati tangibili del processo di progettazione ambizioso e articolato avviato all’indomani del disastro. Il contributo ripercorre i nodi cruciali di una vicenda che ha restituito alcune significative prove di architettura, presentando immagini attuali e documenti d'archivio dedicati alla materialità di queste opere e alla loro risposta alla prova del tempo. Il percorso di ricerca indaga, in particolare, le architetture selezionate dal MiC (Ministero della Cultura) attraverso il “Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi”, che fornisce un primo abaco del patrimonio moderno e contemporaneo di Longarone: ne fanno parte edifici residenziali, scolastici, di culto e significative infrastrutture. L’analisi coinvolge infine alcune significative opere escluse dalla selezione del MiC, con l’obiettivo di avviare una riflessione sul tema della patrimonializzazione e su un possibile ampliamento dello sguardo verso un più complesso sistema di significati e di valori testimoniato dalle vicende successive alla tragedia del Vajont.

Research paper thumbnail of The Continuity of Change: Angiolo Mazzoni’s Exile in Colombia (1948-63)

Architects in Exile. Stories of New Spatial Experience, Book of abstracts, Thymos Books (con Sara Di Resta), 2023

One of the main architects and engineers of the fascist regime for over 20 years, Angiolo Mazzoni... more One of the main architects and engineers of the fascist regime for over 20 years, Angiolo Mazzoni (1895-1979) left for a voluntary exile in Colombia in 1948, after the end of the IIWW, where he started a new season of personal and professional life that lasted for about 15 years, until his return to Italy in 1963. Well-known for the realisation of several public buildings in Italy (among them, the Post and Telegraph buildings in Trento, Ferrara, Latina, Sabaudia, Agrigento, and the Railway stations in Trento, Bolzano, Siena, Montecatini, Reggio Calabria), starting from the 1920s, Mazzoni’s work is characterized by a strong aptitude for experimentation with architectural languages and building materials. Pupil of Marcello Piacentini (from whom he inherited Monumentalism influences) and close to Giorgio De Chirico and Filippo Marinetti (with whom he shared his adherence to Futurism), his Italian activity was focused on modernist and functionalist visions, always linked to the political context. The paper aims to analyse the years of Mazzoni’s exile in South America as architect, scholar and consultant for the Ministerio de Obras, trying to understand how his past activity influenced the more recent design experiences. Meeting and progressively learning the local culture, his work seems to gradually show a partial adherence to the Colonial style, without losing the Modernist attitude that characterised the first part of his career. What were the main elements of contaminations with the local culture and how did these change his work? How did the polychromy and multi-materiality that characterised his eclectic activity evolve during his stay in Colombia? Starting from the documentation kept in the MART Archive, the paper deepens the theme of the architect’s exile by analysing the main project designed during the years away from Italy, focusing the investigation on the relationship between the architect's work and his new cultural horizons.

Research paper thumbnail of Restauro e Archeologia tra conservazione e interpretazione: studi per la protezione e la valorizzazione della Domus di Tito Macro dei fondi Cossar ad Aquileia

«Intrecci» International Journal of Architectural Conservation, 2022

The article proposes a reflection on the relationship between Architectural Conservation and Arch... more The article proposes a reflection on the relationship between Architectural Conservation and Archaeology. It analyses significant issues that emerge from the project of musealization and valorisation of the Domus of Tito Macro, a Roman house located in fondi Cossar area in Aquileia. The intervention was concluded in September 2020 and it represents the outcome of a complex process supported by Fondazione Aquileia. The work started with a research project and archaeological excavation conducted by the University of Padua, joined by the design team that won the Competition of Ideas launched by the Foundation in 2010. The article underlines complexity that has characterized a rich path of ‘contamination’ between different disciplines, first of all, Archaeology and Architectural Conservation. The project combines a careful preservation of the archaeological ruins with the installation of a complex shelter system, designed as a solution that alluded to the original shape of the Roman domus. This path describes a conservation building site that could hardly be managed with the common tools of Architectural Restoration but, on the contrary, strategies specifically designed were asked to deal with the archaeological site needs. Flexibility and multidisciplinary approach have been the key to address the relationship between the two disciplines, interpreted as an opportunity to produce an integrated design and stimulus for a cultured collaboration.

Research paper thumbnail of Dialogue as an action of preservation

in: M. Bonaiti, S. Di Resta (a cura di), Modern Heritage between Care and Risk, Bembo Officina Editoriale, Venezia 2022, pp. 306-320, 2022

The International Conference “Modern Heritage between Care and Risk” (Venice, 4-5th May 2021) was... more The International Conference “Modern Heritage between Care and Risk” (Venice, 4-5th May 2021) was held at Università Iuav di Venezia, in collaboration with Fondation Le Corbusier and Docomomo Italia. The event offered an opportunity for an international exchange on crucial issues of documentation and preservation of the 20th century architectural heritage in a time of rapid social, cultural and political changes. The second day has been dedicated to “Living the Architectural Preservation. Modern Houses in the Conservation of 20th Century Heritage”, focused on recent conservation/restoration works of Modern authorial houses and neighbourhoods. The proceedings collect selected papers presented by international researchers and architects involved in the fields of History of Architecture and Architectural Preservation.

Research paper thumbnail of Villa Planchart di Gio Ponti a Caracas: materiali per il Conservation Management Plan

in: «Docomomo Italia Giornale», anno 1, n. 34, 2022, in collaborazione con «Il Giornale dell’architettura» (con Sara Di Resta), 2022

Il progetto di ricerca Correspondences. Villa Planchart from design to materiality (2019-2021), c... more Il progetto di ricerca Correspondences. Villa Planchart from design to materiality (2019-2021), coordinato dall’Università Iuav di Venezia in collaborazione con Docomomo International ISC E+T e co-finanziato da Docomomo Venezuela, è uno studio preliminare utile alla redazione del Conservation Management Plan della villa. Con villa Planchart, Gio Ponti realizza un’interpretazione della tradizionale casa venezuelana a patio, sintesi inedita con il design e l’arte italiani. Oggi la villa presenta problemi di conservazione connessi al degrado materiale e alla fragilità dei sistemi costruttivi impiegati, che richiedono una difficile ricerca di equilibrio tra conservazione e valorizzazione del bene.

Research paper thumbnail of Valdagno, “Città Sociale” (1927-1937): urban design and quality of life from past society to future development

in: Modern Design: Social Commitment & Quality of Life, Proceedings of the17th DOCOMOMO International Conference, 2022, Valencia,6-9 Spt. 2022, 2022

Carried out between 1927 and 1937, the planning process for the new district in Valdagno (Vicenza... more Carried out between 1927 and 1937, the planning process for the new district in Valdagno (Vicenza), named ‘Città Sociale’, is considered one of the greatest Italian examples of social commitment in urban design. The district was built by the pioneer of textile industry Gaetano Marzotto, following Francesco Bonfanti’s architectural design. The aim was to provide a housing and welfare system near the factory, devised to improve the workers’ quality of life. The essay explores the genesis and features of this modern urban form, as well as transformation processes and its current state of conservation. The goal is to assess its present role in the city by investigating what has changed, what remains, and if it is still valid in contemporary society. The paper will also discuss whether this district could still provide healthy places and urban comfort,. Another topic is the connection between urban form and identity of the city, in order to preserve and re–interpret them for future lifestyles. Beginning with the analysis of Bonfanti’s drawings, kept in the Archivio Progetti at the Università Iuav di Venezia, the research identifies the socio–political circumstances and the criteria of modernity on which the project was devised. Both a general and a case–study approach are used to present its emblematic buildings and urban spaces. The results are compared with what has come to light through site–visits, in order to highlight the main reasons why the urban fabric has been transformed over time and the current state of its facilities. The comparison between past and present helps to understand the role now played by the district in the contemporary socio–cultural environment of Valdagno. Valdagno continues to be a valid synthesis of landscaping, urban planning, and architectural design as Marzotto and Bonfanti imagined, suitable for the welfare needs of a society which has changed.

Research paper thumbnail of Who designed Villa Planchart? Gio Ponti’s Architecture in Caracas between Influences and Contamination"/ ¿Quién diseñó Villa Planchart? La arquitectura de Gio Ponti en Caracas entre influencias y contaminación

in: Ra. Revista de Arquitectura, 2021

In 1953, Armando and Anala Planchart asked the Italian architect Gio Ponti to realize a new house... more In 1953, Armando and Anala Planchart asked the Italian architect Gio Ponti to realize a new house for them in Caracas. They did not know at the time that it would become one of the most iconic works of twentieth century architecture: “Can I be your Michelangelo?”1 Nevertheless, the correspondence between the architect and several of the individuals involved in its construction testifies to the multiple influences that can be recognized in the house. This makes it one of the clearest examples of building with the involvement of multiple authors.

Research paper thumbnail of Seaside holiday camps in Italian Rationalism: architecture and healthcare through preservation and adaptive reuse

in: Inheritable Resilience: sharing values of Global Modenities, Proceedings of the 16th International Docomomo Conference 2020+1, Docomomo International, Tokyo, 2021, 2021

This paper presents the first outcomes of research carried out by Università Iuav di Venezia dedi... more This paper presents the first outcomes of research carried out by Università Iuav di Venezia dedicated to the preservation of modern healthcare architecture. The aim of the study is to outline innovative adaptive-reuse strategies for the seaside holiday camps built in Italy in the first half of 20th century. During the fascist regime, almost 4,000 camps were built within 15 years, allowing 700,000 children to benefit from the seaside and mountains in the summer. Most of these buildings were abandoned in the 1980s and 90s, as they were considered obsolete and unsuitable for contemporary functional and programmatic requirements. Nonetheless, these ‘health machines’ represent a symbol of architectural experimentation and are a significant example of design and distributive principles contamination. Some buildings were demolished. Others, considered 20th century ‘icons’, have been conserved or transformed through questionable refurbishments. A third group of buildings remain abandoned to this day. Beginning with the study of unpublished archival documentation, this research claims a social, cultural, and economically sustainable future for those abandoned landmarks in the contemporary Italian seaside skyline. In order to save these sites from demolition, the research considers practical approaches to enable their use in the contemporary context, preserving them from material degradation without renouncing their ‘documentary potential’, according to the discipline of conservation.

Research paper thumbnail of Eredità dei paesaggi militari dismessi. Il caso di Forte Marghera a Venezia tra conservazione e valorizzazione

in: F. CAMERIN, F. GASTALDI (a cura di), Rigenerare le aree militari dismesse. Prospettive, dibattiti e riconversioni in Italia, Spagna e in contesti internazionali. Atti della Conferenza Internazionale, Università Iuav di Venezia, 23-24 settembre 2021, Maggioli, Ravenna, 2021

Il paper presenta i primi esiti del programma di ricerca “Forte Marghera 900. Strategie di conser... more Il paper presenta i primi esiti del programma di ricerca “Forte Marghera 900. Strategie di conservazione e valorizzazione del patrimonio moderno e contemporaneo nel complesso fortificato”, sottoscritto dall’Università Iuav di Venezia e da Fondazione Forte Marghera. Aspetto centrale delle indagini è l’analisi delle caratteristiche tipologiche, costruttive e conservative del patrimonio costruito, con particolare attenzione ai manufatti del Novecento. Se infatti fino alla fine del XIX secolo il sito comprende al suo interno soltanto 20 edifici, lo slittamento verso la funzione logistica avrebbe portato all’edificazione di numerose altre architetture (58 edifici) adibite a depositi, alloggi e servizi, che avrebbero popolato l’area di circa 42 ettari perimetrata dai bastioni. Questi manufatti, testimoni del passaggio dalle tecniche costruttive tradizionali alle sperimentazioni del XX secolo, assumono un ruolo centrale per il futuro del sito non soltanto per incidenza numerica ma per le ampie potenzialità di adaptive reuse. Dopo i primi importanti interventi di contrasto all’abbandono, il forte ospita oggi numerose attività nel campo culturale e dell’intrattenimento. La ricerca si inserisce all’interno del percorso avviato dal Comune di Venezia con l’obiettivo di fornire gli strumenti culturali, tecnici e operativi in grado di indirizzare e supportare l’elaborazione delle future scelte progettuali, definendo opportune strategie di conservazione, riuso e valorizzazione. La sfida è di individuare percorsi virtuosi in grado di garantire l’autonomia gestionale del sito, aprendo alla comunità un luogo patrimoniale ancora in parte inaccessibile.

Research paper thumbnail of La cura del dettaglio per la difesa dall’acqua. Il caso di Farnsworth House

in: G. BISCONTIN, G. DRIUSSI (a cura di), Gli effetti dell’acqua sui Beni Culturali. Valutazioni, critiche e modalità di verifica, atti del XXXVI Convegno di studi internazionale Scienza e Beni Culturali, Venezia, 17-19 novembre 2020, Arcadia Ricerche, Marghera Venezia, 2020

The paper aims to analyse the iconic case of Mies van der Rohe’s Farnsworth House (Illinois, 1945... more The paper aims to analyse the iconic case of Mies van der Rohe’s Farnsworth House (Illinois, 1945-1951), central to the debate on the safety of the building from the increasingly dangerous floods of the adjacent Fox River. Symbol of experimentation and, at the same time, example of the fragilities of Modern Architecture, Farnsworth House was built on the river alluvial plain, a little higher than the height of maximum flooding recorded in the hundred years preceding the realization. If Mies makes seasonal flooding an element of the project by designing the house occasionally at the water’s edge, today the intensity and frequency of flooding are increasing, representing a threat to the integrity of the building.
The National Trust for Historic Preservation, through the Flood Mitigation Project (started in 2014), is developing projects dedicated to the experimentation of a permanent solution to address this issue. The Organization explored some options for securing from floods, finally preferring an experimental hydraulic lifting system. The research aims to document the phenomena of damage caused by water, by providing a critical analysis of the interventions and by considering a wider context of solutions for flood protection. How can we relate to the preservation aims to the respect of the spirit of the project, in the multiplicity of possible technical/technological solutions? The goal is to critically analyze the effects of these choices on the architecture, starting from the belief that a multifaceted conservation project cannot be solved only on technical level, but it must represent a cultural path.

Research paper thumbnail of Littoria (1932) - Latina (2019). Narrazione interrotta di una città di fondazione

in: M. PRETELLI, R. TAMBORRINO, I. TOLIC (a cura di), La città globale. La condizione urbana come fenomeno pervasivo / The global city. The urban condition as a pervasive phenomenon, AISU (Insights, 1), Torino 2020, 2020

Simbolo della propaganda e investimento materiale e simbolico del regime fascista, Littoria è la ... more Simbolo della propaganda e investimento materiale e simbolico del regime fascista, Littoria è la prima città di fondazione esito delle grandi bonifiche pontine. Il contributo indaga i fenomeni alla base della storia trasformativa della città sorta come comune rurale nel 1932, il cui impianto è stato alterato da processi che ne tradiscono i principi generatori e che restituiscono oggi, a diverse scale, una narrazione interrotta di frammenti significativi dell'eredità del Novecento

Research paper thumbnail of Quando l'uso non cambia: questioni aperte sul restauro della Neue Nationalgalerie di Mies van der Rohe

in: Il patrimonio culturale in mutamento. Le sfide dell'uso. Atti del XXXV Convegno Internazionale di Scienza e Beni Culturali. Bressanone, 2-5 luglio 2019, Arcadia Ricerche, Marghera Venezia, 2019, 2019

The slogan "As much Mies as possible" marks the beginning of a five-year project of refurbishmen... more The slogan "As much Mies as possible" marks the beginning of a five-year project of
refurbishment, enhancement and modernization of the Neue Nationalgalerie. The
gallery, opened to the public in 1968, is a material expression of the relationship
that art engages with the concept of modernity. The modern temple, considered an
icon of the 20th century, is part of the legacy of the Mies van der Rohe’s work.
Almost half a century after construction, the building showed some physiological
decay of reinforced concrete structures and of the materials that make up its shell.
However, the architecture is considered somewhat obsolete given the changing
methods of use and differing standards of comfort of an international art gallery
affected by a growing influx of visitors.
The intervention carried out by David Chipperfield Architects with the supervision
of the Federal Building and Regional Planning Office (BBR) pursues systematic
modernization of the building according to the most recent requirements related to
climate control, safety and fire regulations. Among the most incisive outcomes are
the replacement of the glass walls in the façade system and the expansion of
deposit volumes placed on the basement.
Starting from a critical analysis of the intervention, the paper aims to outline how
changing cultural and socio-economic needs, and the increasing pressure of
visitors, have influenced project choices. Although the intervention confirms the
continuity of the original use and the need to maintain the image of a 20th century
icon, it imposes on the monument some transformations that are incompatible with
the preservation of its material meanings and values.

Research paper thumbnail of Come la modernità dimentica. Spazio, cura e tempo libero nella conservazione delle colonie marine del razionalismo italiano

in: M. MORANDOTTI, M. SAVORRA (a cura di), La città e la cura. Spazi, istituzioni, strategie, memoria. The city and healthcare. Spaces Institutions, Strategies, Memory, AISU International 2020, Torino, 2021, 2021

the Italian Rationalism, represented by the seaside holiday camps built in the first half of the ... more the Italian Rationalism, represented by the seaside holiday camps built in the first half of the 20th century. Starting from the analysis of three case-studies (camps Amos Maramotti in Riccione, 1934; Principi di Piemonte in Lido di Venezia, 1936; and Montecatini in Milano Marittima, 1939) the research stresses critical issues aimed to outline adaptive-reuse strategies for the preservation of abandoned modern heritage.

Research paper thumbnail of Dalla dismissione alla valorizzazione. La restituzione della forma urbana nella conservazione delle caserme Gamerra e Filzi a Palmanova

in: R. CANTARELLI (a cura di), Palmanova Forma Spazio Architettura, Letteraventidue, Siracusa, 2019, 2019

L'idea di perfezione della forma urbana contrapposta al non finito dello spazio architettonico de... more L'idea di perfezione della forma urbana contrapposta al non finito dello spazio architettonico della città e delle sue parti è qui indagata e applicata a un caso emblematico, se non unico nel panorama urbano delle città di fondazione, com'è quello voluto e idealizzato dai veneziani con la fondazione nel 1593 della città-fortezza di Palmanova. Per il significato storico, culturale e figurativo che ancora oggi riveste Palmanova, la ricerca mette in campo un particolare approccio alla città antica confrontandosi con la condizione del progetto contemporaneo che, nel caso delle città di fondazione militari, riveste ancora maggior significato nel voler portare a soluzione tematiche d'intervento legate al recupero e alla loro rifunzionalizzazione. E nel caso di Palmanova, gli edifici militari, posti a ridosso dei bordi interni-esterni della città come veri e propri fondali urbani, ne evidenziano il carattere monumentale, evocando attraverso la loro architettura l'immagine dell'antica "Palma". Nel quadro generale di appartenenza storica di Palmanova alle città rinascimentali, il concetto di città ideale costituisce una sorprendente chiave interpretativa per l'osservazione dei fenomeni architettonici in essa compiuti attraverso il tempo o da compiersi con un'operazione di reinvenzione. Da ciò, il riferimento ad alcuni casi studio analoghi, così come il tema del completamento, anzi del compimento del disegno urbano interno alla città - le sei piazze di sestiere, per esempio, mai realizzate architettonicamente - ha consentito di esplorare la singolare natura dello spazio urbano di Palmanova, sospesa, ancora oggi, tra ciò2 che è il suo presente e la memoria della sua vita precedente, tra un lento e inevitabile abbandono di alcune sue parti e una possibile vita nuova per la città tutta

Research paper thumbnail of Morfologie di degrado e Tecniche di intervento per il Restauro del Palazzo dei Camerlenghi a Venezia

In: Il restauro di Palazzo dei Camerlenghi a Venezia, 2019

Curatela delle schede tecniche di descrizione delle morfologie di degrado e degli interventi di c... more Curatela delle schede tecniche di descrizione delle morfologie di degrado e degli interventi di conservazione per il Restauro del Palazzo dei Camerlenghi a Venezia

Research paper thumbnail of The basilica of San Marco: gold and concrete. Ferdinando Forlati and the dialectic between surface and support in the basilica of San Marco’s conservation building site in Venice

In: International Conference of Conservation and Valorization of Cultural Heritage, 2018

As proto of the Venetian Procuratoria of Saint Mark, Fentinando Forlati, at the pinnacle of his c... more As proto of the Venetian Procuratoria of Saint Mark, Fentinando Forlati, at the pinnacle of his career, outlines the fundamentals traits of his own ope­rative and scientific heritage applying his method in the testing ground of the com­plex conservation building site of the basilica ( 1948-1971 ). lf directly compared, the official report of the assignment and the unpublished documents from the archive, even if sporadically contradictory, show the method features that guided the operative choices of the former Superintendent.They show his constant confrontation with the conservation criteria, a discipline beavily brought into question by the mechanisms of the Post-war reconstruction of those years. The basilica conservation building site represents then an opportunity for supporting the potential of the reinforced concrete and cement, which Forlati declared as most appropriate for the conservation of the existing heritage, becoming fundamental topics in the management of the operative practice supported by the proto of the fabbriceria. The various method orientations can be applied from the conservative attention paid to the «precious and venerable aspect» of the mosaic apparatus and decorative surfaces (Forlati, 1956) to the recon­struction of the whole masonry support elements; from the vertical structures Consolidation carried out by pressure cement injections to the insertion of several reinfor­ced concrete beams and curbs in historical masonry; from the massive substitution of the domes' wooden elements, to all those operations providing the adaptation of the monument to the "moden" installation and liturgical requirements.
The outcomes of the research allowed to record an "intervention catalogue", whose main purpose is to be functional as a technical-operative tool for the cooperation with diagnostics towards the future conservation path of the monument. The simble interventions realized between 1948 and 1971 considerably modified the matter of the Saint Mark basilica structures, even if concealed by the apparent unaltered de­corative surface that made the Golden Basilica among the most known monuments of the world. «Those are the ongoing conservations, whose elegance is neglected by the public which is always staring to those etenal armors, without even being able to perceive, when finally gone, that something new was done» (Forlati, 1952).

Research paper thumbnail of Difendere la Terra d’Otranto. Le torri di avvistamento della Serie di Nardò

In: Defensive Architecture of the Mediterranean. XV to XVIII Centuries: Vol. IX. Proceedings of the International Conference on Modern Age Fortifications of the Mediterranean Coast, 2018

This study presents the results of a reflection on the valorization of coastal towers and their s... more This study presents the results of a reflection on the valorization of coastal towers and their surroundings. Although very valuable in terms of architecture and landscape, they nowadays are abandoned and in an advanced stage of decay.
This research starts from the different typologies proposed by Vittorio Faglia in 1973 in order to classify the costai towers of "Terra d'Otranto", including seven towers called "Serie di Nardò". Their distinctive role was established by studies and surveys: they were constructed both for coastal protection from pirates and the Turks and for the defense ofagricultural production. The area surrounding Nardò had a rich ofoil and wheat production: it was considered the principal source offood supply in the Salento regi on. The towers were central pieces of a complex communication and trade network with the fortified farms ofthe surroundings becoming the first line of defense.
Nowadays this connection with the tenritory is lost; many towers are abandoned and decayed. The present work proposes, in the framework of a thorough revitalization of the entire area, some intervention guidelines on the restoration of Torre Santa Caterina. In this project the latter would become centrai to the promotion of locai food and wine culture, reinterpreting these spaces as a communication canal that would remind the historical link between agriculture and the coastal towers. The idea would therefore be to articulate the conservation of the built environment with the introduction of some services such as a farmers' market where producers and consumers could meet directly, placing the towers at the center of a complex network of events aiming at the promotion ofthe territory.
The study calls for further research on this type of architecture. It also demonstrated the importance of conservation and restoratiton of landmark architectures for the region 's sustainable development.

Research paper thumbnail of La superficie architettonica nell’arte contemporanea: architetture come tele

In: Intervenire sulle superfici dell’architettura tra bilanci e prospettive, 2018

Contemporary art has several examples of the use of building as real "canvasses". The dichotomy t... more Contemporary art has several examples of the use of building as real "canvasses". The dichotomy that is sometimes created between the artistic act and the perception of the host architecture, suggests several considerations about the value of the architectural surface for the contemporary artist.
The paper aims to investigate this theme through the analysis of three current examples. The cases identified have characteristic that are deliberately very different from each other: for architectural quality, incisivenes of operations, artistic techniques, degree of reversibility. However, to unite them, there is the ultimate aim to which they tend: to manifest a contemporary artistic expression by using the existing architecture as material support.
The first example is the intervention of David Tremlett on the little church of Coazzolo (Asti, 2017); in the wake of previously experimented operations ("The walldrawings"), he chooses to fresco the extenal surface of the seventeenth­ century building with pure colors and geometries.
The second one is the temporary exhibition "Mies missing materiality" by Anna & Eugeni Bach (Barcelona, 2017), who covered the copy of the "Pavilion of Mies van der Rohe" with white panels, hiding the surfaces and forcing the viewer to reflect on the value of matter and the perception of space.
The third one is the video mapping created for Rossini's Opera "Mosè", projected on the interiors of the Milan Cathedral (2015), whose surfaces for some nights were covered with lights and colors, unknown before in the veneranda fabbrica.
How does the perception of architecture change according to conternporary artistic expressions? Which are the variations of meaning? Which are the consequences and the limits?

Research paper thumbnail of Bibliografia tematica

In: Ferdinando Forlati nella ricostruzione postbellica e nel restauro del Novecento/ Post-war reconstruction and Twentieth-Century Restoration work. Indagine sui materiali all’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia, 2018

Tratto dal Catalogo della Mostra "FERDINANDO FORLATI NELLA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA E NEL RESTAU... more Tratto dal Catalogo della Mostra "FERDINANDO FORLATI NELLA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA E NEL RESTAURO DEL NOVECENTO". Indagine sui materiali all’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia

Research paper thumbnail of Basilica di San Marco, Venezia 1948-1971

In: Ferdinando Forlati nella ricostruzione postbellica e nel restauro del Novecento / Post-war reconstruction and Twentieth-Century Restoration work. Indagine sui materiali all’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia, 2018

Tratto dal Catalogo della Mostra "FERDINANDO FORLATI NELLA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA E NEL RESTAU... more Tratto dal Catalogo della Mostra "FERDINANDO FORLATI NELLA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA E NEL RESTAURO DEL NOVECENTO". Indagine sui materiali all’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia