Flavia Marcacci | Università di Urbino "Carlo Bo" (original) (raw)
Books by Flavia Marcacci
FRANCO COSIMO PANINI EDITORE, 2009
Astronomia e Cosmologia nel fondo antico della Biblioteca Beato Pio IX A cura di Flavia Marcacci ... more Astronomia e Cosmologia nel fondo antico della Biblioteca Beato Pio IX
A cura di Flavia Marcacci
29 novembre - 11 dicembre 2009
In occasione del Convegno "1609-2009. From Galilei’s telescope to Evolutionary Cosmology. Science, philosophy and theology in dialogue"
30 novembre - 2 dicembre 2009, Pontificia Università Lateranense
LA MOSTRA E IL CATALOGO
Si può dire che nell’Età moderna Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) abbia fatto parlare spess... more Si può dire che nell’Età moderna Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) abbia fatto parlare spesso di sé. Lo menzionano Johannes Hevelius e Christiaan Huygens, è nota la sua collaborazione con Francesco Maria Grimaldi, è fitta la sua corrispondenza, tra gli altri, tra gli altri, con Giannantonio Rocca, Athanasius Kircher e Giovanni Domenico Cassini. Ancora nel Settecento, saranno i francesi Jérôme Lalande e Joseph-Nicolas De L’Isle a citarlo. Eppure, nel corso del XIX e del XX secolo, assistiamo al progressivo oblio di Riccioli: a dispetto delle serrate discussioni sui concetti di progresso e di metodo scientifico, di theory-ladenness e di conoscenza tacita, di paradigmi e di programmi di ricerca, la filosofia e la storia della scienza, nel moltiplicarsi delle questioni epistemologiche e nella ricognizione di innumerevoli case studies, hanno perso le tracce di questo geniale astronomo. Il gesuita Riccioli legge e corregge lo stimatissimo Kepler, colui che a sua volta aveva letto e corretto Tycho Brahe. È polemico con Copernico, molto critico di Tolomeo, convinto sostenitore dell’importanza dei dati empirici e delle prove fisiche in astronomia. È, infine, teologo di vaglia, talora in aperto contrasto con la sua Istituzione, fautore dell’universo finito, avversatore delle Intelligenze celesti, assertore della necessità di una causa prima. Questo libro restituisce alla storia della scienza un pensatore gigantesco e dimenticato. E ci consegna un utile passepartout per indagare l’altra Rivoluzione scientifica: non quella degli scienziati temerari ma quella degli scienziati perplessi, poco amati e molto competenti, armati di argomenti calzanti e meritevoli di nuova considerazione.
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In the Modern Age, Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) often made people talk about himself. Johannes Hevelius and Christiaan Huygens mention this, his collaboration with Francesco Maria Grimaldi is well known, his correspondence is dense, among others, with Giannantonio Rocca, Athanasius Kircher and Giovanni Domenico Cassini. Still in the eighteenth century, it was the French Jérôme Lalande and Joseph-Nicolas De L'Isle who cited him. Yet, during the nineteenth and twentieth centuries, we witness the progressive oblivion of Riccioli. Despite the intense discussions on the concepts of progress and scientific method, theory-ladenness and tacit knowledge, paradigms and research programs, the philosophy and history of science, in the multiplication of epistemological questions and the recognition of countless case studies, have lost track of this brilliant astronomer. The Jesuit Riccioli reads and corrects the highly esteemed Kepler, who in turn had read and corrected Tycho Brahe. He is polemical with Copernicus, very critical of Ptolemy, convinced supporter of the importance of empirical data and physical evidence in astronomy. Finally, he is a sophisticated theologian, sometimes in open contrast with his Institution, an advocate of the finite universe, an adversary of Heavenly Intelligences, a promoter of the necessity of a primary cause. This book gives back to the history of science a gigantic and forgotten thinker. And it gives us a useful passepartout to investigate the other Scientific Revolution: not that of the reckless scientists but that of the perplexed scientists, not much loved and very competent, armed with pertinent arguments and deserving of new consideration.
Se è vero che i sistemi assiomatico-deduttivi degli antichi sono stati rivisitati fino a divenir... more Se è vero che i sistemi assiomatico-deduttivi degli antichi sono stati rivisitati fino a divenire sistemi ipotetico-deduttivo con Hilbert e la logica del Novecento, resta innegabile che soltanto grazie all’assiomatica greca l’Occidente ha saputo creare la scienza, e una scienza “vincente” e “produttiva” di risultati. È allora intellettualmente onesto, per non dire necessario, comprendere le radici di questa vicenda storica: ed è ciò che si vuol fare in questo studio. Partendo proprio da Talete, scoprendo presenze a cui siamo poco abituati nei manuali classici della storia della matematica, come Parmenide o Melisso. Si arriva così ad Aristotele ed Euclide, e alle assiomatiche che produssero rispettivamente negli Analitici e negli Elementi. La prima opera, riletta con i mezzi della logica formale moderna, contiene un’ontologia formale (e formalizzata), dove gli assiomi del sistema vogliono rimandare alle essenze in un processo sempre perfettibile e mai concluso. Sarà Euclide, il matematico, a tagliar via quel richiamo all’essenza: a Euclide interessa rendere autonoma la matematica e “chiudere” il sistema. Philosophus et mathematicus, Aristotele et Euclide: nel rigore delle loro deduzioni, i due giganti del pensiero greco si interfacciano di continuo. Alcune domande restano aperte. Se per parlare di scienza antica in maniera non anacronistica non sia finalmente necessario tornare a distinguere con chiarezza la filosofia della scienza dalla filosofia della natura. E in che modo la scienza antica abbia potuto generare sistemi formali pur mantenendo un’apertura metafisica.
Marcacci e Shea ci propongono un testo teatrale nel quale immaginano un ventinovenne John Milton ... more Marcacci e Shea ci propongono un testo teatrale nel quale immaginano un ventinovenne John Milton (1608-1674) che intervista un anziano Galileo Galilei (1564-1642). Ed è così che l'autore del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo si racconta parlando della propria vita, della sua scienza e del piacere per il buon vino veneziano.
Lo storico interessato a individuare i percorsi lineari della scienza si chiede il motivo per cui... more Lo storico interessato a individuare i percorsi lineari della scienza si chiede il motivo per cui Galileo merita di essere famoso e risponde con la scoperta della legge di caduta libera dei gravi. Lo storico interessato a collocare le teorie nel loro contesto storico si chiede perché Galileo meritava di essere famoso e risponde con l’utilizzo del telescopio nelle esplorazioni celesti. Lo storico attento alla figura di Galileo si chiede se egli voleva meritarsi la fama, e risponde un po’ imbarazzato che lo scienziato riteneva di aver trovato l’argomento definitivo per dimostrare il moto della Terra, ovvero l’argomento delle maree che è sbagliato. Fatto sta che Galileo è spesso più conosciuto come un “caso” per via della vicenda avuta con la Chiesa, mentre è meno conosciuto come lo scienziato al crocevia di un momento delicato e fondamentale della storia della scienza e della filosofia. Questo volume si propone di “osservare” la storia di Galileo sotto angolazioni che diano conto della complessità della vicenda, offrendo una via di accesso a questa complessità a quanti non frequentano abitualmente gli studi galileiani.
Antifonte – per lungo tempo si è ritenuto che vi fossero due Antifonte nell’ambito della Sofistic... more Antifonte – per lungo tempo si è ritenuto che vi fossero due Antifonte nell’ambito della Sofistica, ma ormai sembra essersi consolidata l’idea che debba trattarsi della stessa persona – viene spesso ricordato per aver affrontato il tema della distinzione tra il diritto positivo (nomos) e quello naturale (physis). A questo orizzonte di riflessione vanno aggiunti, e non secondariamente, la grande abilità retorica che ben si esprimeva nell’attività logografica; l’interesse per le matematiche, essendo il suo nome legato alla quadratura del cerchio; l’interesse politico, testimoniato dalla sua partecipazione al colpo di stato oligarchico dei Quattrocento che lo portò alla condanna a morte.
Della produzione antifontea si debbono ricordare scritti importanti quali Della verità, Della concordia, Dell’interpretazione dei sogni, il Politico; e anche tre orazioni integre: Contro la matrigna, Per l’uccisione di Erode, Sul coreuta. Infine, si può forse attribuire ad Antifonte l’Arte del non provare dolore.
L’opera di cui si tratta in questo saggio è quella che riporta il titolo di Tetralogie, un testo articolato in tre ragionamenti a loro volta suddivisi in quattro discorsi, nello specifico due di accusa ai quali seguono alternativamente due di difesa. Organizzando intorno allo stesso oggetto di contesa discorsi opposti, ogni tetralogia si accosta così in maniera strutturale all’antilogia.
Dopo secoli “logocentrici”, si è prodotta una svolta “somatocentrica” della cultura occidentale. ... more Dopo secoli “logocentrici”, si è prodotta una svolta “somatocentrica” della cultura occidentale. Numerose discipline, diverse per metodo e per statuto epistemologico, mostrano una significativa convergenza sul primato del “corpo vivo” (Leib) quale cifra del nostro tempo, come accade in questo volume che si pregia dei contributi di studiosi autorevoli. Ma che cosa significa? Significa che “sentire si dice in molti modi”. Significa che il centro dell’interesse è il corpo vissuto, il corpo-soggetto – e non il corpo-cosa, reificato e obiettivato. Significa che siamo alle prese con nuove “logiche” della corporeità vivente, e che il dualismo oppositivo mente-corpo è stato superato nella direzione di un approccio duale. Significa porre l’irriducibilità dell’essere umano al centro del vivere intenzionale, come punto d’irradiazione dei suoi atti esperienziali. Significa, ancora, che Logos e Pathos esibiscono una strutturale co-appartenenza, costituendo un nodo problematico stratificato, denso, complesso. In particolare, la questione fenomenologica dell’empatia (Einfühlung) è trasversale a diverse discipline e una sua particolare declinazione si coglie studiando l’interazione tra corpi animati e inanimati, cogliendo lo “spirito” attraverso un corpo o un’immagine. Un’“appercezione” di cui sono state indagate le modalità neurofisiologiche, pre-cognitive, estetiche, che permettono di focalizzare il ruolo creativo della ragione scientifica. Logos e pathos si congiungono così anche nell’iconografia, nell’arte e nelle riproduzioni scientifiche. La scienza usando le immagini feconda il nostro immaginario e il nostro immaginario diventa capace di produrre nuova scienza. Alla filosofia il compito di orientarla verso la realtà, per coglierne la ricchezza, con l’eterno pendolo che oscilla tra il rigore e la bellezza.
This is a Festschrift. It was published by AGUAPLANO. The opening pages offer a benevolent overvi... more This is a Festschrift. It was published by AGUAPLANO. The opening pages offer a benevolent overview and, then, a list of 212 publications, covering forty years (1971-2010). -- Most recent entries in are available in the section "CV and Bibliography" below.
VERSO LA FILOSOFIA: nuove prospettive su Parmenide Zenone e Melisso., 2020
Here are Rossetti's Eleatic Lectures, delivered in 2017, "The book, carefully edited and introdu... more Here are Rossetti's Eleatic Lectures, delivered in 2017, "The book, carefully edited and introduced by Galgano, Giombini and Marcacci, includes a sustained discussion of its main tenets with W. Fratticci, F. Ferro, N.-L. Cordero, J. Mansfeld, A.P.D. Mourelatos, R. Cherubin, N.S. Galgano (section on Parmenides); V. Fano (section on Zeno), M. Brémond and E. Piergiacomi (section devoted to Melissus). Rossetti tried to say what really Parmenides, Zeno and Melissus investigated, wrote and taught, with a special attention for what was new in each of them."
Papers by Flavia Marcacci
Archive for the History of exact sciences, 2025
Kepler's laws provided sufficient geometry and kinematics to strengthen astronomers' preference f... more Kepler's laws provided sufficient geometry and kinematics to strengthen astronomers' preference for heliocentrism. While Kepler outlined some dynamic arguments, they were not rigorous enough to turn his laws into kinematic tools. As a result, some astronomers found ways to reconcile Kepler's findings with geo-heliocentrism. One of these was the Jesuit astronomer Giovanni Battista Riccioli, who proposed a method known as the "epic-epicycle" (Riccioli, Almagestum novum, 1651). This paper will explore how Riccioli received and interpreted Kepler's first and second laws within his own astronomical framework. This analysis will include a discussion of how Riccioli understood the concept of "physics" in his work, beginning with a study of the Sun's motion (Riccioli, Astronomia reformata, 1665). 1 This paper is the second part of a research project conducted collaboratively by Paolo Bussotti and Flavia Marcacci. Flavia Marcacci conducted the primary research on the sources and contents of the paper presented here. Paolo Bussotti directed the first part of the research and results are being finalized in the paper Kepler's laws with and without dynamics. Nevertheless, both parts were extensively and consistently reviewed by both authors, ensuring that this work reflects a genuinely collaborative effort.
Electa, Milano, 2024
14. Cielo e Terra si incontreranno, Natura e Creazione si baceranno: dallo sguardo di Francesco a... more 14. Cielo e Terra si incontreranno, Natura e Creazione si baceranno: dallo sguardo di Francesco allo sguardo dei filosofi della natura (Eng. version: Heaven and Earth Will Meet, Nature and Creation Will Kiss: From Francis’ Gaze to That of Natural Philosophers). In P. Capitanucci (ed.), Laudato sie: natura e Scienza. L’eredità culturale di frate Francesco. Ancient books of the Library at the Sacro Convento of Assisi, Electa, Milano 2024, pp. 292-303.
Electa, Milano, 2024
Introduzione alla sezione "Astronomia e Matematica", Catalogo della mostra "Laudato sie. Natura ... more Introduzione alla sezione "Astronomia e Matematica", Catalogo della mostra "Laudato sie. Natura e scienza. L’eredità culturale di frate Francesco", a cura di Fra Carlo Bottero e Paolo Capitanucci, Fondo antico della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi (Palazzo Braschi, Roma; Sacro Convento, Assisi).
Aquinas, 2022
L’articolo offre qualche riflessione sull’“essere azienda” nel tempo contemporaneo, caratterizzat... more L’articolo offre qualche riflessione sull’“essere azienda” nel tempo contemporaneo, caratterizzato da profondi cambiamenti sociali e da una sempre maggiore interconnessione con gli artefatti tecnologici. Lo fa seguendo due direttrici: la prima, di “scenario” (matrice sociologica) che, attraverso cenni storia sociale del pensiero organizzativo, inquadra l’azienda come un’entità dinamica, aperta, contingente. La seconda direttrice propone un “focus” di taglio filosofico che, attraverso una disamina sulla techne, intende evidenziare elementi concettuali per una organizzazione aziendale che voglia agire e svilupparsi in chiave antropocentrica. Il contributo si conclude con una proposta concreta: superare la logica dell’organigramma, prediligendo vision e mission organizzative nelle quali il lavoro sia vissuto come una una realtà in cui le persone siano considerate il capitale più importante.
This article aims to provide a general and brief overview of “being a company” in modern times, which are marked by deep modifications in society and the ever-greater integration of technological artifacts. The discussion will be guided by two principles: the first regarding the “context” (sociological matrix) which will portray the company as a dynamic, open, and contingent entity by referencing the social history of organizational thought. The second focus will employ philosophical perspective to examine techne as an effective tool for any organization looking to act and progress from a human-centered perspective. The paper ends with the concrete proposition: overcoming the logic of the corporate organization chart to prefer organisations where people are regarded as the most valuable asset.
Angelucci A., Fano V., Graziani, P., Galli, G., Tarozzi G. (eds.), Scientific Change, Realism, and History of Science. Festschrift for Mario Alai. , 2023
In Milano: Franco Angeli, 61-71.
Journal for the History of Astronomy
According to Giovanni Battista Riccioli (1598–1671), planets describe orbits in a fluid heaven in... more According to Giovanni Battista Riccioli (1598–1671), planets describe orbits in a fluid heaven in a helio-geocentric model of cosmos. In his Almagestum Novum (1651) he stresses the need for a novel and rigorous geometrical explanation for the motion of heavenly bodies, which considers a separate Primum Mobile as an unnecessary hypothesis. Riccioli rejects the standard eccentric-epicycle theory as unsatisfactory and argues for what he calls “Eccentrepicyclos” or “Epicepicycles.” He takes the Keplerian elliptical theory into account and includes a variable oscillation of both the mobile eccentric center and the variation of the epicycle’s diameter. As a result, planets move along spiral orbits that have variable sizes. The inequalities, which astronomers had always tried to explain, are now justified: the spiral trajectory, obtained by means of the oscillation of the eccentric center, warrants the first inequality, about the variation of the planets’ velocity. The variable amplitude o...
Proceedings of the 42nd SISFA Annual Conference. Perugia 26-29 September 2022, 2023
The Editor remains available to the right-holders with whom it has not been possible to communica... more The Editor remains available to the right-holders with whom it has not been possible to communicate, for whatever omissions or requests from subjects or entities which may have demonstrated rights to the reproduced images. Photocopies for personal use may be made within the limits of 15% per volume/periodical file in return payment to SIAE provided for in art. 68, (4 and 5) of Law No 22, April 19th, 1941, 633. Reproductions made for professional, commercial or commercial purposes, or otherwise, for non-personal purposes may be made following a specific authorization issued by SIAE.
FRANCO COSIMO PANINI EDITORE, 2009
Astronomia e Cosmologia nel fondo antico della Biblioteca Beato Pio IX A cura di Flavia Marcacci ... more Astronomia e Cosmologia nel fondo antico della Biblioteca Beato Pio IX
A cura di Flavia Marcacci
29 novembre - 11 dicembre 2009
In occasione del Convegno "1609-2009. From Galilei’s telescope to Evolutionary Cosmology. Science, philosophy and theology in dialogue"
30 novembre - 2 dicembre 2009, Pontificia Università Lateranense
LA MOSTRA E IL CATALOGO
Si può dire che nell’Età moderna Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) abbia fatto parlare spess... more Si può dire che nell’Età moderna Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) abbia fatto parlare spesso di sé. Lo menzionano Johannes Hevelius e Christiaan Huygens, è nota la sua collaborazione con Francesco Maria Grimaldi, è fitta la sua corrispondenza, tra gli altri, tra gli altri, con Giannantonio Rocca, Athanasius Kircher e Giovanni Domenico Cassini. Ancora nel Settecento, saranno i francesi Jérôme Lalande e Joseph-Nicolas De L’Isle a citarlo. Eppure, nel corso del XIX e del XX secolo, assistiamo al progressivo oblio di Riccioli: a dispetto delle serrate discussioni sui concetti di progresso e di metodo scientifico, di theory-ladenness e di conoscenza tacita, di paradigmi e di programmi di ricerca, la filosofia e la storia della scienza, nel moltiplicarsi delle questioni epistemologiche e nella ricognizione di innumerevoli case studies, hanno perso le tracce di questo geniale astronomo. Il gesuita Riccioli legge e corregge lo stimatissimo Kepler, colui che a sua volta aveva letto e corretto Tycho Brahe. È polemico con Copernico, molto critico di Tolomeo, convinto sostenitore dell’importanza dei dati empirici e delle prove fisiche in astronomia. È, infine, teologo di vaglia, talora in aperto contrasto con la sua Istituzione, fautore dell’universo finito, avversatore delle Intelligenze celesti, assertore della necessità di una causa prima. Questo libro restituisce alla storia della scienza un pensatore gigantesco e dimenticato. E ci consegna un utile passepartout per indagare l’altra Rivoluzione scientifica: non quella degli scienziati temerari ma quella degli scienziati perplessi, poco amati e molto competenti, armati di argomenti calzanti e meritevoli di nuova considerazione.
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In the Modern Age, Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) often made people talk about himself. Johannes Hevelius and Christiaan Huygens mention this, his collaboration with Francesco Maria Grimaldi is well known, his correspondence is dense, among others, with Giannantonio Rocca, Athanasius Kircher and Giovanni Domenico Cassini. Still in the eighteenth century, it was the French Jérôme Lalande and Joseph-Nicolas De L'Isle who cited him. Yet, during the nineteenth and twentieth centuries, we witness the progressive oblivion of Riccioli. Despite the intense discussions on the concepts of progress and scientific method, theory-ladenness and tacit knowledge, paradigms and research programs, the philosophy and history of science, in the multiplication of epistemological questions and the recognition of countless case studies, have lost track of this brilliant astronomer. The Jesuit Riccioli reads and corrects the highly esteemed Kepler, who in turn had read and corrected Tycho Brahe. He is polemical with Copernicus, very critical of Ptolemy, convinced supporter of the importance of empirical data and physical evidence in astronomy. Finally, he is a sophisticated theologian, sometimes in open contrast with his Institution, an advocate of the finite universe, an adversary of Heavenly Intelligences, a promoter of the necessity of a primary cause. This book gives back to the history of science a gigantic and forgotten thinker. And it gives us a useful passepartout to investigate the other Scientific Revolution: not that of the reckless scientists but that of the perplexed scientists, not much loved and very competent, armed with pertinent arguments and deserving of new consideration.
Se è vero che i sistemi assiomatico-deduttivi degli antichi sono stati rivisitati fino a divenir... more Se è vero che i sistemi assiomatico-deduttivi degli antichi sono stati rivisitati fino a divenire sistemi ipotetico-deduttivo con Hilbert e la logica del Novecento, resta innegabile che soltanto grazie all’assiomatica greca l’Occidente ha saputo creare la scienza, e una scienza “vincente” e “produttiva” di risultati. È allora intellettualmente onesto, per non dire necessario, comprendere le radici di questa vicenda storica: ed è ciò che si vuol fare in questo studio. Partendo proprio da Talete, scoprendo presenze a cui siamo poco abituati nei manuali classici della storia della matematica, come Parmenide o Melisso. Si arriva così ad Aristotele ed Euclide, e alle assiomatiche che produssero rispettivamente negli Analitici e negli Elementi. La prima opera, riletta con i mezzi della logica formale moderna, contiene un’ontologia formale (e formalizzata), dove gli assiomi del sistema vogliono rimandare alle essenze in un processo sempre perfettibile e mai concluso. Sarà Euclide, il matematico, a tagliar via quel richiamo all’essenza: a Euclide interessa rendere autonoma la matematica e “chiudere” il sistema. Philosophus et mathematicus, Aristotele et Euclide: nel rigore delle loro deduzioni, i due giganti del pensiero greco si interfacciano di continuo. Alcune domande restano aperte. Se per parlare di scienza antica in maniera non anacronistica non sia finalmente necessario tornare a distinguere con chiarezza la filosofia della scienza dalla filosofia della natura. E in che modo la scienza antica abbia potuto generare sistemi formali pur mantenendo un’apertura metafisica.
Marcacci e Shea ci propongono un testo teatrale nel quale immaginano un ventinovenne John Milton ... more Marcacci e Shea ci propongono un testo teatrale nel quale immaginano un ventinovenne John Milton (1608-1674) che intervista un anziano Galileo Galilei (1564-1642). Ed è così che l'autore del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo si racconta parlando della propria vita, della sua scienza e del piacere per il buon vino veneziano.
Lo storico interessato a individuare i percorsi lineari della scienza si chiede il motivo per cui... more Lo storico interessato a individuare i percorsi lineari della scienza si chiede il motivo per cui Galileo merita di essere famoso e risponde con la scoperta della legge di caduta libera dei gravi. Lo storico interessato a collocare le teorie nel loro contesto storico si chiede perché Galileo meritava di essere famoso e risponde con l’utilizzo del telescopio nelle esplorazioni celesti. Lo storico attento alla figura di Galileo si chiede se egli voleva meritarsi la fama, e risponde un po’ imbarazzato che lo scienziato riteneva di aver trovato l’argomento definitivo per dimostrare il moto della Terra, ovvero l’argomento delle maree che è sbagliato. Fatto sta che Galileo è spesso più conosciuto come un “caso” per via della vicenda avuta con la Chiesa, mentre è meno conosciuto come lo scienziato al crocevia di un momento delicato e fondamentale della storia della scienza e della filosofia. Questo volume si propone di “osservare” la storia di Galileo sotto angolazioni che diano conto della complessità della vicenda, offrendo una via di accesso a questa complessità a quanti non frequentano abitualmente gli studi galileiani.
Antifonte – per lungo tempo si è ritenuto che vi fossero due Antifonte nell’ambito della Sofistic... more Antifonte – per lungo tempo si è ritenuto che vi fossero due Antifonte nell’ambito della Sofistica, ma ormai sembra essersi consolidata l’idea che debba trattarsi della stessa persona – viene spesso ricordato per aver affrontato il tema della distinzione tra il diritto positivo (nomos) e quello naturale (physis). A questo orizzonte di riflessione vanno aggiunti, e non secondariamente, la grande abilità retorica che ben si esprimeva nell’attività logografica; l’interesse per le matematiche, essendo il suo nome legato alla quadratura del cerchio; l’interesse politico, testimoniato dalla sua partecipazione al colpo di stato oligarchico dei Quattrocento che lo portò alla condanna a morte.
Della produzione antifontea si debbono ricordare scritti importanti quali Della verità, Della concordia, Dell’interpretazione dei sogni, il Politico; e anche tre orazioni integre: Contro la matrigna, Per l’uccisione di Erode, Sul coreuta. Infine, si può forse attribuire ad Antifonte l’Arte del non provare dolore.
L’opera di cui si tratta in questo saggio è quella che riporta il titolo di Tetralogie, un testo articolato in tre ragionamenti a loro volta suddivisi in quattro discorsi, nello specifico due di accusa ai quali seguono alternativamente due di difesa. Organizzando intorno allo stesso oggetto di contesa discorsi opposti, ogni tetralogia si accosta così in maniera strutturale all’antilogia.
Dopo secoli “logocentrici”, si è prodotta una svolta “somatocentrica” della cultura occidentale. ... more Dopo secoli “logocentrici”, si è prodotta una svolta “somatocentrica” della cultura occidentale. Numerose discipline, diverse per metodo e per statuto epistemologico, mostrano una significativa convergenza sul primato del “corpo vivo” (Leib) quale cifra del nostro tempo, come accade in questo volume che si pregia dei contributi di studiosi autorevoli. Ma che cosa significa? Significa che “sentire si dice in molti modi”. Significa che il centro dell’interesse è il corpo vissuto, il corpo-soggetto – e non il corpo-cosa, reificato e obiettivato. Significa che siamo alle prese con nuove “logiche” della corporeità vivente, e che il dualismo oppositivo mente-corpo è stato superato nella direzione di un approccio duale. Significa porre l’irriducibilità dell’essere umano al centro del vivere intenzionale, come punto d’irradiazione dei suoi atti esperienziali. Significa, ancora, che Logos e Pathos esibiscono una strutturale co-appartenenza, costituendo un nodo problematico stratificato, denso, complesso. In particolare, la questione fenomenologica dell’empatia (Einfühlung) è trasversale a diverse discipline e una sua particolare declinazione si coglie studiando l’interazione tra corpi animati e inanimati, cogliendo lo “spirito” attraverso un corpo o un’immagine. Un’“appercezione” di cui sono state indagate le modalità neurofisiologiche, pre-cognitive, estetiche, che permettono di focalizzare il ruolo creativo della ragione scientifica. Logos e pathos si congiungono così anche nell’iconografia, nell’arte e nelle riproduzioni scientifiche. La scienza usando le immagini feconda il nostro immaginario e il nostro immaginario diventa capace di produrre nuova scienza. Alla filosofia il compito di orientarla verso la realtà, per coglierne la ricchezza, con l’eterno pendolo che oscilla tra il rigore e la bellezza.
This is a Festschrift. It was published by AGUAPLANO. The opening pages offer a benevolent overvi... more This is a Festschrift. It was published by AGUAPLANO. The opening pages offer a benevolent overview and, then, a list of 212 publications, covering forty years (1971-2010). -- Most recent entries in are available in the section "CV and Bibliography" below.
VERSO LA FILOSOFIA: nuove prospettive su Parmenide Zenone e Melisso., 2020
Here are Rossetti's Eleatic Lectures, delivered in 2017, "The book, carefully edited and introdu... more Here are Rossetti's Eleatic Lectures, delivered in 2017, "The book, carefully edited and introduced by Galgano, Giombini and Marcacci, includes a sustained discussion of its main tenets with W. Fratticci, F. Ferro, N.-L. Cordero, J. Mansfeld, A.P.D. Mourelatos, R. Cherubin, N.S. Galgano (section on Parmenides); V. Fano (section on Zeno), M. Brémond and E. Piergiacomi (section devoted to Melissus). Rossetti tried to say what really Parmenides, Zeno and Melissus investigated, wrote and taught, with a special attention for what was new in each of them."
Archive for the History of exact sciences, 2025
Kepler's laws provided sufficient geometry and kinematics to strengthen astronomers' preference f... more Kepler's laws provided sufficient geometry and kinematics to strengthen astronomers' preference for heliocentrism. While Kepler outlined some dynamic arguments, they were not rigorous enough to turn his laws into kinematic tools. As a result, some astronomers found ways to reconcile Kepler's findings with geo-heliocentrism. One of these was the Jesuit astronomer Giovanni Battista Riccioli, who proposed a method known as the "epic-epicycle" (Riccioli, Almagestum novum, 1651). This paper will explore how Riccioli received and interpreted Kepler's first and second laws within his own astronomical framework. This analysis will include a discussion of how Riccioli understood the concept of "physics" in his work, beginning with a study of the Sun's motion (Riccioli, Astronomia reformata, 1665). 1 This paper is the second part of a research project conducted collaboratively by Paolo Bussotti and Flavia Marcacci. Flavia Marcacci conducted the primary research on the sources and contents of the paper presented here. Paolo Bussotti directed the first part of the research and results are being finalized in the paper Kepler's laws with and without dynamics. Nevertheless, both parts were extensively and consistently reviewed by both authors, ensuring that this work reflects a genuinely collaborative effort.
Electa, Milano, 2024
14. Cielo e Terra si incontreranno, Natura e Creazione si baceranno: dallo sguardo di Francesco a... more 14. Cielo e Terra si incontreranno, Natura e Creazione si baceranno: dallo sguardo di Francesco allo sguardo dei filosofi della natura (Eng. version: Heaven and Earth Will Meet, Nature and Creation Will Kiss: From Francis’ Gaze to That of Natural Philosophers). In P. Capitanucci (ed.), Laudato sie: natura e Scienza. L’eredità culturale di frate Francesco. Ancient books of the Library at the Sacro Convento of Assisi, Electa, Milano 2024, pp. 292-303.
Electa, Milano, 2024
Introduzione alla sezione "Astronomia e Matematica", Catalogo della mostra "Laudato sie. Natura ... more Introduzione alla sezione "Astronomia e Matematica", Catalogo della mostra "Laudato sie. Natura e scienza. L’eredità culturale di frate Francesco", a cura di Fra Carlo Bottero e Paolo Capitanucci, Fondo antico della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi (Palazzo Braschi, Roma; Sacro Convento, Assisi).
Aquinas, 2022
L’articolo offre qualche riflessione sull’“essere azienda” nel tempo contemporaneo, caratterizzat... more L’articolo offre qualche riflessione sull’“essere azienda” nel tempo contemporaneo, caratterizzato da profondi cambiamenti sociali e da una sempre maggiore interconnessione con gli artefatti tecnologici. Lo fa seguendo due direttrici: la prima, di “scenario” (matrice sociologica) che, attraverso cenni storia sociale del pensiero organizzativo, inquadra l’azienda come un’entità dinamica, aperta, contingente. La seconda direttrice propone un “focus” di taglio filosofico che, attraverso una disamina sulla techne, intende evidenziare elementi concettuali per una organizzazione aziendale che voglia agire e svilupparsi in chiave antropocentrica. Il contributo si conclude con una proposta concreta: superare la logica dell’organigramma, prediligendo vision e mission organizzative nelle quali il lavoro sia vissuto come una una realtà in cui le persone siano considerate il capitale più importante.
This article aims to provide a general and brief overview of “being a company” in modern times, which are marked by deep modifications in society and the ever-greater integration of technological artifacts. The discussion will be guided by two principles: the first regarding the “context” (sociological matrix) which will portray the company as a dynamic, open, and contingent entity by referencing the social history of organizational thought. The second focus will employ philosophical perspective to examine techne as an effective tool for any organization looking to act and progress from a human-centered perspective. The paper ends with the concrete proposition: overcoming the logic of the corporate organization chart to prefer organisations where people are regarded as the most valuable asset.
Angelucci A., Fano V., Graziani, P., Galli, G., Tarozzi G. (eds.), Scientific Change, Realism, and History of Science. Festschrift for Mario Alai. , 2023
In Milano: Franco Angeli, 61-71.
Journal for the History of Astronomy
According to Giovanni Battista Riccioli (1598–1671), planets describe orbits in a fluid heaven in... more According to Giovanni Battista Riccioli (1598–1671), planets describe orbits in a fluid heaven in a helio-geocentric model of cosmos. In his Almagestum Novum (1651) he stresses the need for a novel and rigorous geometrical explanation for the motion of heavenly bodies, which considers a separate Primum Mobile as an unnecessary hypothesis. Riccioli rejects the standard eccentric-epicycle theory as unsatisfactory and argues for what he calls “Eccentrepicyclos” or “Epicepicycles.” He takes the Keplerian elliptical theory into account and includes a variable oscillation of both the mobile eccentric center and the variation of the epicycle’s diameter. As a result, planets move along spiral orbits that have variable sizes. The inequalities, which astronomers had always tried to explain, are now justified: the spiral trajectory, obtained by means of the oscillation of the eccentric center, warrants the first inequality, about the variation of the planets’ velocity. The variable amplitude o...
Proceedings of the 42nd SISFA Annual Conference. Perugia 26-29 September 2022, 2023
The Editor remains available to the right-holders with whom it has not been possible to communica... more The Editor remains available to the right-holders with whom it has not been possible to communicate, for whatever omissions or requests from subjects or entities which may have demonstrated rights to the reproduced images. Photocopies for personal use may be made within the limits of 15% per volume/periodical file in return payment to SIAE provided for in art. 68, (4 and 5) of Law No 22, April 19th, 1941, 633. Reproductions made for professional, commercial or commercial purposes, or otherwise, for non-personal purposes may be made following a specific authorization issued by SIAE.
Religions
This article is an open access article distributed under the terms and conditions of the Creative... more This article is an open access article distributed under the terms and conditions of the Creative Commons Attribution (CC BY
Newspapers are a major source of health information, including on COVID-19. Many news articles ar... more Newspapers are a major source of health information, including on COVID-19. Many news articles are based on press releases describing research published in scientific journals. We studied a sample of articles in US and Italian newspapers for their mention of non-pharmacological interventions (face masks and lockdown) and pharmacological ones, both effective and ineffective (convalescent plasma, hydroxychloroquine, ivermectin, vaccines and vitamin D), and whether these were mentioned in a favorable or unfavorable way. We checked for the presence or absence of explicit mentions or links of the primary source of scientific information. Finally, we analyzed whether there was a trend to form “information bubbles” where some opinions around different treatments cluster together.Of 480,819 news in the USA and 767,172 in Italy, vaccines, face masks and lockdown were the most mentioned interventions. Of the pharmacological interventions other than vaccines, ivermectin and hydroxychloroquine ...
Atti del XXXIX Convegno annuale = Proceedings of the 39th Annual Conference ; Pisa, 9-12 Settembre 2019 ; Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia (SISFA) / edited by Adele La Rana, Paolo Rossi, 2020
Franciscan Studies, 2017
Abstract:In Communia Mathematica Roger Bacon (ca. 1214-1294) sketches why and how mathematics can... more Abstract:In Communia Mathematica Roger Bacon (ca. 1214-1294) sketches why and how mathematics can be useful, or useless, for all other sciences, including metaphysics and theology. Bacon's work provides a synthesis of mathematical notions, essentially selected from the Elements by Euclid. In a large part of Communia Mathematica, the Doctor mirabilis especially engages with ratios and proportions, and he considers that their properties are able to shed light on peculiar aspects of some theological and philosophical problems, such as Trinity. In his account, several guidelines are given to outline how a system of science works, what its components are and how many demonstrative styles there are. Bacon's mathematics has a didactic finality, it is a means to acquiring reasoning's modes and it allows to reveal the core of things. Mathematics require both speculation and practice, as it transpires when the most abstract geometrical notions keep working when applied to practice.
Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia. Atti del XXXVII Convegno annuale / Proceedings of the 37th Annual Conference, 2019
Planets describe orbits in the fluid skies in the Giovanni Battista Riccioli (1598-1671)'... more Planets describe orbits in the fluid skies in the Giovanni Battista Riccioli (1598-1671)'s masterpiece (Almagestum Novum IX sectio II cap. II). Many astronomers explained their motion by composing the motions of the First Motor and the skies below. However, a separate First Motor is a pointless hypothesis: even if it could have different material nature, its motion would share with planets the same celestial rules. What astronomers need, it is a common geometrical explanation for heavenly bodies (Almagestum Novum VII sectio I cap. VIII). Riccioli searches for a celestial geometry able to describe the complexity of the planetary orbits. For this purpose, his three assumptions are: 1) all the planets are in strong relation with the Sun, then this relation has to be quantified; 2) the determination of the solar parallax, that is the most important argument to understand the celestial orbits (inuictissimum argumētum à parallaxibus), would be very fundamental for describing the geometrical law of the planets, although very difficult to obtain; 3) the quantification of the apparent planetary magnitude and its real variation cannot be explained by mean of the topic of the nature and substance of the skies, that is to say that they are full of something like vapors or their density is different in different celestial regions; this argument is inconsistent because the variation of the planets' apparent magnitude depends on the variation of their distances from the Earth. Based on these assumptions, Riccioli searches for a geometry of planetary motion, that he does not find in the eccentrics-epicycles doctrine. He uses a variable oscillation of the eccentric center and of the diameter of the epicycle, and consequently planets move on spiral orbits (Almagestum Novum VII section I cap. V, 504; VII section II cap. VI). Riccioli GB, Almagestum novum, 2 voll., Bononiae: Ex Typographia Haeredis Victorij Benatij, 1651.
Nuncius, 2021
During the 17th century, the debate over the true world system (sistema mundi) was essentially be... more During the 17th century, the debate over the true world system (sistema mundi) was essentially between the heliocentric and geo-heliocentric models. Comparisons were made between tables that recorded more and more celestial observations in various printed astronomical works. Giovanni Battista Riccioli’s Almagestum novum (1651) provides an excellent example of how tables were used. Riccioli wanted to find the best hypothesis (hypothesis absoluta) with the help of a rigorous database from which he could proceed to make mathematical deductions. Tables in early modern astronomical books were important because they showed the results of observations. Presented in a clear way they became persuasive visual arguments.
Archives Internationales d'Histoire des Sciences, 2018
Astronomers before Newton in the 17th century attempted to find the best world system in the ligh... more Astronomers before Newton in the 17th century attempted to find the best world system in the light of the new data and the novel observations that had been provided by the telescope but were not sufficient to prove that Copernicus was right. Using the new information, the Jesuit Giovanni Battista Riccioli developed a geo-heliocentric system that he considered a satisfactory alternative to heliocentrism. He argued that physical causes are difficult to generalize, but that nonetheless astronomers could formulate well-founded hypotheses. He skillfully combined the empirical data to articulate a deductive system, organized into elements such as definitions, arguments, theorems, corollaries, hypotheses, and so on. This system allowed him to avoid some of the errors of competing theories, and to obtain what he considered criteria to choose the best (hypothesis absoluta) using the so-called epic-epicycles. This article examines the conceptual and technical background of the Jesuit’s hypothesis and discusses how he was cautious yet bold in the way he formulated it.
Foundations of Science
Species are considered the basic unit of biological classification and evolution. Hence, they are... more Species are considered the basic unit of biological classification and evolution. Hence, they are used as a benchmark in several fields, although the ontological status of such a category has always been a matter of debate. This paper aims to discuss the problem of the definition of species within the new mechanistic approach. Nevertheless, the boundary between entities, activities, and mechanisms remains difficult to establish and always requires an analysis of what is meant by explanation. As a case study, the paper describes the debate concerning the species category by considering different kingdoms: Animals, Bacteria, and Fungi. The inherently biological differences between those groups prevent the use of a single, universally applicable concept of species that could fit the mechanisms responsible for the variability present in these kingdoms. The same issue is encountered within each group, as highlighted through a focus on mammals and microbes. This controversy has given rise to opposite approaches, namely: monism, which looks for a single definition that might account for all species, and pluralism, which admits that different groups of organisms require somewhat different definitions. In order to develop an adequate definition of species, we propose to apply a new mechanistic framework, which considers the ontic-epistemic dimensions of scientific explanation in close parallel. The apt correlation between epistemic and the ontic aspects highlights the way in which the concept of species and the reference to data are strictly co-determined. This suggests that the concept of species is better understandable within a dual ontic-epistemic approach.
Revista Archai, 2020
Parmenides and Melissus employ different deductive styles for their different kinds of argumentat... more Parmenides and Melissus employ different deductive styles for their different kinds of argumentation. The former’s poem flows in an interesting sequence of passages: contents foreword, methodological premises, krisis, conclusions and corollaries. The latter, however, organizes an extensive process of deduction to show the characteristics of what is. In both cases, the strength of their argument rests on their deductive form, on the syntactical level of their texts: the formal structure of their reasonings help to identify the features and logical intersections of their thoughts. On the one hand, Parmenides uses modal reasoning, enforcing the employment of the principle of the excluded middle. On the other hand, Melissus radicalizes the use of modal reasoning and employs counterfactual statements in order to develop his doctrine of what is. Despite their differences, both deserve a place in the Stone Age of logic and theory of argumentation due to their common ambition to demonstrate...
Advances in Historical Studies, 2015
The Jesuit astronomer Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) proposed an original astronomical sy... more The Jesuit astronomer Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) proposed an original astronomical system as an intermediate solution between the Copernican and the Ptolemaic systems. Many scholars describe his system as "geocentric", and so does Riccioli. He uses the Tychonic solution by adding a lot of differences, for instance, the order of the orbits and the movement of Jupiter and Mars. In his astronomical work, Riccioli is rigorous and serious and offers a great quantity of observational data. The analysis of these results is crucial to understand the evolution of the Copernican question during the first half of the XVII century. The article will look at some general lines of Riccioli's system, to understand how an astronomer of the XVII century really worked and to understand which problems the Copernican system could not resolve. Finally, I will try to consider some philosophical implications of this historical case.
... gli Eleati, Aristotele, Euclide Flavia Marcacci II edizione ... Lo studio di Flavia Marcacci ... more ... gli Eleati, Aristotele, Euclide Flavia Marcacci II edizione ... Lo studio di Flavia Marcacci ci invita a ripensare a tutto questo, aprendo una pagina di storia della filosofia forse complessa e diffici-le da trattare con schiettezza e capacità: ma è un invito che vale la pena accogliere. ...
Journal for the History of Astronomy, 2023
According to Giovanni Battista Riccioli (1598-1671), planets describe orbits in a fluid heaven in... more According to Giovanni Battista Riccioli (1598-1671), planets describe orbits in a fluid heaven in a helio-geocentric model of cosmos. In his Almagestum Novum (1651) he stresses the need for a novel and rigorous geometrical explanation for the motion of heavenly bodies, which considers a separate Primum Mobile as an unnecessary hypothesis. Riccioli rejects the standard eccentric-epicycle theory as unsatisfactory and argues for what he calls "Eccentrepicyclos" or "Epicepicycles." He takes the Keplerian elliptical theory into account and includes a variable oscillation of both the mobile eccentric center and the variation of the epicycle's diameter. As a result, planets move along spiral orbits that have variable sizes. The inequalities, which astronomers had always tried to explain, are now justified: the spiral trajectory, obtained by means of the oscillation of the eccentric center, warrants the first inequality, about the variation of the planets' velocity. The variable amplitude of the spirals, obtained by the variation of the epicycle's diameter, explains the second inequality, namely the apparent retrograde or progressive planetary motion. In the later work Astronomia Reformata (1665), Riccioli uses explicitly the term "ellipse." Riccioli's innovations are of great interest and help to understand the complexity of the astronomical debates about the best world-system.
Pisa University Press eBooks, 2022
In his Histoire de l’astronomie modern (II, 1785, p. 211), J. Bailly argued that the Jesuit astro... more In his Histoire de l’astronomie modern (II, 1785, p. 211), J. Bailly argued that the Jesuit astronomer Riccioli had not understood Kepler’s laws. This has been questioned (Russell 1964) and deserves consideration. Kepler’s astronomy must have been known in Jesuit circles and Riccioli could have studied it. He played a role in the comprehension and dissemination of Kepler’s works, at least in the Italian context. Riccioli seriously discussed Kepler’s Epitome astronomiæ copernicanæ in his Almagestum novum, and he gave Kepler more importance than Copernicus or Galilei. In this paper, we will see how Riccioli understood and used Kepler’s first law. Particularly, Riccioli well explained how Kepler solved the variability of planetary motion and how he described the planetary trajectories by the half division of eccentricity. We will show how Riccioli integrated the ellipse in his geometrical model of cosmos.
Species are considered the basic unit of biological classification. This means that they are used... more Species are considered the basic unit of biological classification. This means that they are used as benchmark in several fields such systematics, evolutionary biology, genetics, ecology. From Darwin on, the concept of species has always been under debate. The purpose of this paper is to consider the dual nature of species, which is both an entity within a system and a plurality of elements, and the dual dimension of the concept of species, that has both an ontic and epistemic dimension. The topic was faced considering the philosophical scenario of the discussion. Thus, the definition of species is analyzed within the new mechanistic approach. Although the issue of the definition of the category of species could be faced from different perspectives, depending on what we want to describe, new mechanistic analysis highlights the need to consider the epistemological and ontological dimensions of the species definition problem in close parallel. This parallel shows that it is the apt correlation between the methods of observation/analysis (epistemic aspect) and the data itself (ontic aspect): this help to answer the question of the reality of the species, stressing how the concept of species and the reference to data are strictly co-determined.
A 350 anni dalla sua morte, l’astronomo gesuita Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) resta un e... more A 350 anni dalla sua morte, l’astronomo gesuita Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) resta un erudito conosciuto essenzialmente agli specialisti. La sua proposta della teoria geoeliocentrica a “epic-epicicli”, basata sulla ricezione delle orbite ellittiche di Kepler, lo pose fin da subito tra i perdenti della Rivoluzione scientifica. Divulgatore in Italia del testo della sentenza del Sant’Uffizio contro Galileo Galilei, condannò se stesso a passare alla storia dell’astronomia come astronomo di retroguardia. Tutto questo è innegabile, ma resta il problema della congruenza tra la sua soluzione geometrica e i dati e le osservazioni disponibili al suo tempo. Perché la matematica poteva offrire questa possibilità a una teoria che si rivelerà sbagliata? In questo seminario saranno esaminate alcune delle articolate risposte tecniche ed epistemologiche date da Riccioli, che offrono ancora oggi un’interessante occasione di riflessione.
Come nascono le teorie scientifiche tra scienza, filosofia e teologia / How theories are born bet... more Come nascono le teorie scientifiche tra scienza, filosofia e teologia / How theories are born between science, philosophy and theology
Quando una teoria scientifica prende forma, nuovi concetti e termini vengono alla luce. Durante il processo della loro invenzione, possono aver bisogno di prendere in prestito concetti e termini da altre discipline. Solo in un secondo momento, il rigore formale subentrerà, separando opportunamente gli ambiti. Nel corso della storia, la teologia ha spesso offerto suggerimenti e astrazioni agli scienziati che, coscientemente o meno, ne fecero uso. Questo accadde in passato, ma accade ancora oggi. Lo sfondo metafisico e teologico di alcune teorie scientifiche è qui indagato, prendendo in considerazione aspetti particolari dei lavori di alcuni importanti scienziati.
When a scientific theory takes shape, new concepts and terms come to light. During the process of their invention, they may need to borrow concepts and terms from other disciplines. It is only at a later stage that formal rigor will take over, appropriately separating the areas. Throughout history, theology has often offered suggestions and abstractions to scientists who consciously or unconsciously made use of them. This happened in the past, but it still happens today. The metaphysical and theological background of some scientific theories is investigated here, taking into account particular aspects of the works of some important scientists.
Nuncius: annali di storia della scienza, 2019
Si può dire che nell’Età moderna Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) abbia fatto parlare spess... more Si può dire che nell’Età moderna Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) abbia fatto parlare spesso di sé. Lo menzionano Johannes Hevelius e Christiaan Huygens, è nota la sua collaborazione con Francesco Maria Grimaldi, è fitta la sua corrispondenza, tra gli altri, tra gli altri, con Giannantonio Rocca, Athanasius Kircher e Giovanni Domenico Cassini. Ancora nel Settecento, saranno i francesi Jérôme Lalande e Joseph-Nicolas De L’Isle a citarlo. Eppure, nel corso del XIX e del XX secolo, assistiamo al progressivo oblio di Riccioli: a dispetto delle serrate discussioni sui concetti di progresso e di metodo scientifico, di theory-ladenness e di conoscenza tacita, di paradigmi e di programmi di ricerca, la filosofia e la storia della scienza, nel moltiplicarsi delle questioni epistemologiche e nella ricognizione di innumerevoli case studies, hanno perso le tracce di questo geniale astronomo. Il gesuita Riccioli legge e corregge lo stimatissimo Kepler, colui che a sua volta aveva letto e corretto Tycho Brahe. È polemico con Copernico, molto critico di Tolomeo, convinto sostenitore dell’importanza dei dati empirici e delle prove fisiche in astronomia. È, infine, teologo di vaglia, talora in aperto contrasto con la sua Istituzione, fautore dell’universo finito, avversatore delle Intelligenze celesti, assertore della necessità di una causa prima. Questo libro restituisce alla storia della scienza un pensatore gigantesco e dimenticato. E ci consegna un utile passepartout per indagare l’altra Rivoluzione scientifica: non quella degli scienziati temerari ma quella degli scienziati perplessi, poco amati e molto competenti, armati di argomenti calzanti e meritevoli di nuova considerazione. //// In the Modern Age, Giovanni Battista Riccioli (1598-1671) often made people talk about himself. Johannes Hevelius and Christiaan Huygens mention this, his collaboration with Francesco Maria Grimaldi is well known, his correspondence is dense, among others, with Giannantonio Rocca, Athanasius Kircher and Giovanni Domenico Cassini. Still in the eighteenth century, it was the French Jérôme Lalande and Joseph-Nicolas De L'Isle who cited him. Yet, during the nineteenth and twentieth centuries, we witness the progressive oblivion of Riccioli. Despite the intense discussions on the concepts of progress and scientific method, theory-ladenness and tacit knowledge, paradigms and research programs, the philosophy and history of science, in the multiplication of epistemological questions and the recognition of countless case studies, have lost track of this brilliant astronomer. The Jesuit Riccioli reads and corrects the highly esteemed Kepler, who in turn had read and corrected Tycho Brahe. He is polemical with Copernicus, very critical of Ptolemy, convinced supporter of the importance of empirical data and physical evidence in astronomy. Finally, he is a sophisticated theologian, sometimes in open contrast with his Institution, an advocate of the finite universe, an adversary of Heavenly Intelligences, a promoter of the necessity of a primary cause. This book gives back to the history of science a gigantic and forgotten thinker. And it gives us a useful passepartout to investigate the other Scientific Revolution: not that of the reckless scientists but that of the perplexed scientists, not much loved and very competent, armed with pertinent arguments and deserving of new consideration.
Recensioni: GALILEO GALILEI Due lezioni all’Accademia Fiorentina circa la figura, sito e grandezz... more Recensioni: GALILEO GALILEI Due lezioni all’Accademia Fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell’Inferno di Dante
Giornale di Astronomia, 2018
In the period between the Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) by Galileo Galilei... more In the period between the Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) by Galileo Galilei and of the Philosophiae Naturalis Principia Matemathica (1687) by Isaac Newton, astronomy was in a stalemate. Earth, stars, and planets were usually observed by means of the telescope at that time: the resolving power of this instrument already allowed for the development of selenography and the improvement of the celestial data. Astronomers wanted to figure out the true world-system, and there were two contenders: the heliocentric system and the geo-heliocentric system. Each of these solutions had different versions, although they remain linked to their inventors: on one hand, the heliocentric system invented by Nicolaus Copernicus had its epigone in the work of Johannes Kepler; on the other hand, the geoheliocentric system, elaborated by Tycho Brahe, was originally reinterpreted by Giovanni Battista Riccioli (1598-1671).
Tra la proposta di N. Copernico (1473-1543) di un sistema del mondo eliocentrico (De revolutionib... more Tra la proposta di N. Copernico (1473-1543) di un sistema del mondo eliocentrico (De revolutionibus orbium caelestium, 1543) e la soluzione fisica di I. Newton (1642-1727) (Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, 1687), che nella legge di gravitazione universale individua la causa dei moti ellittici dei pianeti intorno al sole, ci sono due elementi da considerare: la comparsa di un terzo sistema del mondo, ulteriore a quelli tolemaico e copernicano, ovvero il sistema semigeocentrico di Tycho Brahe (1546-1601); l'avvento delle osservazioni telescopiche nel 1609, il cui uso si diffuse dopo la pubblicazione del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei (1564-1642) nel 1610. Dopo questa data, il dibattito sui sistemi del mondo si concentrò sulla valutazione di quale fosse il migliore per spiegare le novità celesti e per risolvere le anomalie nei moti planetari della vecchia astronomia. Abbandonata l'ipotesi geocentrica in senso stretto, ci fu un ampio spazio per ripensare l'intermedia soluzione geoeliocentrica, mediante la correzione e il ripensamento della proposta tychonica. Lo stesso Kepler mosse il suo lavoro da quello del maestro danese, approdando all'eliocentrismo: nel correggere i dati raccolti da Brahe e collaboratori, Kepler si accorge che le orbite dei pianeti diventavano più facilmente rappresentabili se il moto longitudinale veniva scomposto in due componenti: il moto medio, ovvero il moto calcolato immaginando che il corpo celeste percorra un'orbita circolare a velocità radiale uniforme, e il moto di avvicinamento e allontanamento del pianeta dal sole. Fu così che individuò nell'ellisse la curva più idonea per rappresentare i moti orbitali. Altra via percorse il gesuita Giovanni Battista Riccioli (1598-1671), che propose un'altra variante del sistema di Tycho, dotando la sua astronomia di un'originale filosofia della natura e teologia. In particolare, Riccioli definisce il suo sistema a "epicepicicli" (epicepicyclos), basandosi su un meccanismo di continua variazione dell'eccentrico e dell'epiciclo. L'astronomo elabora una geometria capace di esprimere la duplice dipendenza del moto di un pianeta dal sole e dalla terra. Inoltre, giustifica due note anomalie planetarie: l'anomalia media (esprimente la discrepanza tra il valore atteso e quello registrato relativo all'arco percorso da un pianeta supponendo il suo moto uniforme) e l'anomalia vera (o coaequata, riferita all'arco percorso da un pianeta rispetto alla Terra e al Sole). Ottiene così moti spiraliformi, definendo talvolta i percorsi planetari "quasi-ovali" (quasi oualem).
The Jesuits, who had been at the forefront of research in astronomy in Catholic countries, were l... more The Jesuits, who had been at the forefront of research in astronomy in Catholic countries, were left in the lurch by the condemnation of Copernicus in 1616 and that of Galileo in 1633. They had to accept a literal interpretation of the Bible or to show that heliocentrism was unsatisfactory. Riccioli, a Jesuit who was the most important astronomer between Galileo and Newton, tried to work out a system that was a compromise between the ones of Tycho Brahe and Copernicus. His lengthy and penetrating analysis of the advantages and disadvantages of the geocentric and heliocentric models became a standard technical reference book for astronomers all over Europe, including John Flamsteed, the first English astronomer Royal. In book 9 of his Almagestum Novum (2 voll. Bologna 1651), Riccioli lingers on the philosophical and theological implications of the construction of astronomical models and of the mechanisms implied. He argues that the motions of the stars and planets require that they be directed. The world needs a Mind, namely God as the first cause, but this does not entail that the world has a soul or that some angelic influence is required to ensure that the proper trajectories are followed. The discussion is fascinating inasmuch how it shows how mathematically rigorous astronomy could be combined with a kind of speculation that used conceptual tools that were prized but on their way out.
Planets describe orbits in the fluid skies in the Giovanni Battista Riccioli (1598-1671)'s master... more Planets describe orbits in the fluid skies in the Giovanni Battista Riccioli (1598-1671)'s masterpiece (Almagestum Novum IX sectio II cap. II). Many astronomers explained their motion by composing the motions of the First Motor and the skies below. However, a separate First Motor is a pointless hypothesis: even if it could have different material nature, its motion would share with planets the same celestial rules. What astronomers need, it is a common geometrical explanation for heavenly bodies (Almagestum Novum VII sectio I cap. VIII). Riccioli searches for a celestial geometry able to describe the complexity of the planetary orbits. For this purpose, his three assumptions are: 1) all the planets are in strong relation with the Sun, then this relation has to be quantified; 2) the determination of the solar parallax, that is the most important argument to understand the celestial orbits (inuictissimum argumētum à parallaxibus), would be very fundamental for describing the geometrical law of the planets, although very difficult to obtain; 3) the quantification of the apparent planetary magnitude and its real variation cannot be explained by mean of the topic of the nature and substance of the skies, that is to say that they are full of something like vapors or their density is different in different celestial regions; this argument is inconsistent because the variation of the planets' apparent magnitude depends on the variation of their distances from the Earth. Based on these assumptions, Riccioli searches for a geometry of planetary motion, that he does not find in the eccentrics-epicycles doctrine. He uses a variable oscillation of the eccentric center and of the diameter of the epicycle, and consequently planets move on spiral orbits (Almagestum Novum VII section I cap. V, 504; VII section II cap. VI).
Riccioli GB, Almagestum novum, 2 voll., Bononiae: Ex Typographia Haeredis Victorij Benatij, 1651.
In the period between the Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) by Galileo Galilei... more In the period between the Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) by Galileo Galilei and of the Philosophiae Naturalis Principia Matemathica (1687) by Isaac Newton, astronomy was in a stalemate. Earth, stars, and planets were usually observed by means of the telescope at that time: the resolving power of this instrument already allowed for the development of selenography and the improvement of the celestial data. Astronomers wanted to figure out the true world-system, and there were two contenders: the heliocentric system and the geo-heliocentric system. Each of these solutions had different versions, although they remain linked to their inventors: on one hand, the heliocentric system invented by Nicolaus Copernicus had its epigone in the work of Johannes Kepler; on the other hand, the geo-heliocentric system, elaborated by Tycho Brahe, was originally reinterpreted by Giovanni Battista Riccioli (1598-1671). The work of the latter, an Italian Jesuit born in Ferrara and culturally active in Bologna, is considerable: Riccioli furnished a priceless quantity of information, data, observations, useful to understand what astronomy really was in that period. His work shows the astronomers' awareness of the new data and discoveries but also their suspicions toward the new philosophy of nature. Many scholars have praised Riccioli's expertise and complained about his lack of originality. It is necessary to understand, however, whether he had put a methodology into practice, in what sense he used the hypotheses and why he reached solutions that he considered only "probable". We have reasons to say that he had his own method of investigation, even though he did not speak explicitly about it. The proposal of Riccioli (essentially reported in Almagestum novum, 1651) was a planetary system where the Earth is at the center of the universe and the Moon, the Sun, Jupiter and Saturn turn around the Earth. Mercury and Venus turn around the Sun. So, the Earth and the Sun are the centers of the celestial cinematic, in a way that the orbits of the other planets must be described in relation to both of them. The trajectories are quasi-ouali, elliptical, achieved by means of the variation of the epicycle and of the oscillation of the eccentric. Riccioli named his system "epic-epicycles" system (epicepicyclos). The Jesuit did not achieve a dynamic for his system. He was not able to understand the Galilean principle of inertia or the principle of composition of motion in some contexts. He tried to integrate his cinematic with ontology and metaphysics, and, in this way, he explained the celestial matter. The Jesuit knew very well scholastic theology and ancient philosophy and he proposed a revision of some metaphysical and epistemological principles. In his system, the celestial matter was fluid and made like the Earth. No angelic intelligence moved the planets: indeed, theology cannot and must not explain what belongs to the domain of astronomy, and vice-versa, theology cannot pretend to be justified by astronomic arguments. Consequently, the cause of celestial motion was still unknown. Nevertheless, theology is able to propose that the world was created by a Creator, who made the world generally unalterable (ab extrinseco incorruptibiles), but locally alterable (ab intrinseco corruptibiles).
Pontificia Università Lateranense - Roma
Aquinas , 2009
Traduzione di N. Cocchiarella, "Logic and Ontology", in "Axiomathes" 12 (2001), 117-150. Revision... more Traduzione di N. Cocchiarella, "Logic and Ontology", in "Axiomathes" 12 (2001), 117-150. Revisione di G. Basti.