Quale pacifismo giuridico oggi? (original) (raw)

Sul pacifismo giuridico di Hans Kelsen

2020

This article deals with the reflections Hans Kelsen suggested during the 1940s on peace-building after World War II. In the first part, the article summarizes what Kelsen wrote in Das Problem der Souveränität und die Theorie des Völkerrechts (1920) on sovereignty and state. In the second part, it discusses the fundamental concepts of the plan Kelsen drew up in the 1940s to avoid a new destructive war. In the last part, the author concentrates on specific problems Kelsen's plan poses, taking cue from some essays about his thought published in the 1990s, when complex and relevant questions about globalization were on the agenda.

Diritto e morale: la discussione odierna

Revus, 2011

, mentre andava in carrozza alla Corte Suprema [...], dette un passaggio al giovane Learned Hand. Questi scese alla propria destinazione e, salutando la carrozza che ripartiva, urlò allegramente: «Fa' giustizia, giudice!». Holmes fermò la vettura, fece invertire la marcia al conducente e tornò indietro verso il sorpreso Hand. Si sporse dal inestrino e disse: «Non è quello il mio lavoro!». Ronald Dworkin, Justice in Robes (Harvard UP, 2006) european constitutionality review KEY PAPERS (2011) 16 www.revus.eu european constitutionality review Diritto e morale: la discussione odierna (2011) 16 www.revus.eu european constitutionality review KEY PAPERS (2011) 16 www.revus.eu european constitutionality review Diritto e morale: la discussione odierna (2011) 16 www.revus.eu

Giudici di pace, polizia e "cultura giuridica del confine"

Amministrazione, cultura giuridica e ricerca empirica, 2018

Abbracciando una prospettiva socio-giuridica, ci si sente di poter affermare che la sola analisi, per quanto critica, del dettato giuridico non possa dar conto delle razionalità che guidano il controllo dei confini. Anche perché, come aff erma di nuovo Wonders, le politiche statali legate al confi ne non trovano signifi cato fi nché non vengono performate o dagli agenti statali o d a chi attraversa i confi ni. Il processo di interazione tra questi due attori, infatti, “gioca un ruolo fondamentale nel determinare dove, come e sul corpo di chi un confine verrà performato” (Wonders 2006: 66. Traduzione mia). I meccanismi di controllo dei confini non possono d’altra parte considerarsi come unicamente costituiti dalle pratiche, ma anche dalle narrative e dai discorsi che contribuiscono a dare forma e legittimazione a quelle pratiche. In un certo senso, proprio come sembra valere per il controllo più in generale, anche il controllo dei confini può essere letto come il prodotto “dell’interazione discorsiva di tutti gli attori coinvolti nel processo” (Melossi 2008: 7). Proprio per questo, il concetto di cultura giuridica, con tutta la complessità di cui esso stesso è portatore, verrà utilizzato in questa sede per catturare la molteplicità di attori e delle norme, dei discorsi e delle diverse culture che ispirano e incidono nel processo decisionale, e che, a voler adottare un approccio eminentemente giuridico d’analisi, rimarrebbero altrimenti celate. Dopo aver delineato nello specifico il ruolo del Giudice di Pace nel controllo dell’immigrazione e aver accennato al rapporto tra questo e la Polizia, si passerà a descrivere la metodologia di ricerca utilizzata. Nel corpo centrale del capitolo si presenteranno i dati della ricerca, che verranno utilizzati al fi ne di sottolineare il modo in cui si è proceduto a differenziare gli elementi riconducibili alla cultura giuridica di polizia, da quelli afferenti alla cultura giuridica del Giudice di Pace, e ci si soffermerà infine sulle interdipendenze tra queste due culture giuridiche oscillanti. Nelle conclusioni si avanzerà una riflessione sul legame tra diritto e confine, e sui vantaggi di introdurre il concetto di “cultura giuridica del confine” nell’analisi dei meccanismi di controllo in atto.

Il diritto per l'oggi.

Siamo ad una crisi epocale e totale del diritto, la quale impone di riflettere su come riorganizzare le società e le forme della loro organizzazione.

Giustizia e Pace

SENECIO http://www.senecio.it, 2023

Una riflessione su Giustizia e Pace partendo da Esiodo e arrivando ai giorni nostri, memoria presentata a Padova, Liceo Barbarigo, nell'ottavo Convegno della rivista on lineEx Senecio

Pacta pacis causa. Alcune considerazioni filosofico-giuridiche su diritto e negozialità in margine alla figura di Pietro Patrizio

Pietro Patrizio, Storia, 2021

Il saggio, introduttivo alle Storie di Pietro Patrizio, riflette sulla figura del giurista, che fu celebre diplomatico e negoziatore in epoca giustinianea, ponendo al centro della riflessione il rapporto fra il diritto (nel suo rapporto anche con le virtutes classiche della prudentia, eloquentia, aequitas) e l'attività diretta a intavolare un dialogo e stipulare un accordo di pace. Proiettandosi anche su chiavi di lettura contemporanee, tipiche dei paradigmi di conflict resolution e conflict transformation, la seconda parte dello scritto analizza due negoziati condotti da Pietro (uno, fallito, per la liberazione della regina Amalasunta, figlia di Teodorico, l'altro, riuscito, volto a stipulare con il re persiano Cosroe un trattato di pace), cercando di comprendere quali elementi ne abbiano condizionato l'esito. Lo sguardo è quello filosofico-giuridico e della metodologia della mediazione, riportato all'interno di un circoscritto capitolo di una ideale "historia pacis".

La Logica vendicatoria nei moderni ordinamenti giuridici

Humanities research, 2021

La rarefazione della pratica della vendetta è convenzionalmente ritenuta un marcatore della modernità, ma siamo davvero così convinti della sua estinzione? Nell'immaginario moderno al termine "vendetta" sono spesso associate connotazioni tipicamente negative: violenza incontrollata e intrinsecamente illegittima propria di popolazioni barbare, esercizio arbitrario della violenza tra privati, antitesi perfetta del diritto e della stessa giuridicità. In realtà, ad un'indagine più approfondita, essa non solo si rivela realtà meno negativa di quanto appaia a prima vista, ma si ritrova ancora diffusamente presente nelle pieghe dei moderni sistemi giuridici. Vendetta e giustizia: due concetti non poi così distanti Espropriata (almeno in apparenza) della sua legittimità dai poteri degli Stati, esecrata dal cristianesimo che ha provato a sostituirla con la legge del perdono, la vendetta-sebben sembri ormai superata in ragione di una civiltà asseritamente più progredita e pacifica-ritorna spesso prepotentemente al centro dell'attenzione. Come è stato scritto, la vendetta è "energia primordiale del vivente, reazione vitale all'offesa ricevuta. La vendetta è degli dei e degli uomini, dei vivi e dei defunti. Essa si situa tra le famiglie e tra le nazioni, la si incontra nelle periferie e nei tribunali Talvolta virtù, quando difende la dignità violata; talvolta vizio, quando diviene cieca furia distruttrice" 1. Nell'antichità l'importanza della vendetta-dovere sociale prima che dirittoè testimoniata dalla presenza di divinità ad essa consacrate. Può ben dirsi che "tale desiderio è così naturale e universale che gli uomini primitivi hanno voluto elevarlo e sublimarlo in un sentimento sacrale e divino, hanno cioè voluto che gli dei se ne impossessassero per ridistribuire e ripagare i torti subiti" 2. Dal punto di vista antropologico la vendetta-come ha sottolineato Konrad Lorenz-è istinto, peraltro presente anche in molte specie animali 3 ; un istinto che