Giacomo Ceruti tra mito e realtà, in Giacomo Ceruti. Capolavori tra Lombardia e Veneto, catalogo della mostra (Calvagese della Riviera, MarteS - Museo d’Arte Sorlini, 7 maggio - 30 luglio 2023), a cura di F. Ceretti, Milano 2023, pp. 17-35. (original) (raw)
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2023
Giacomo Ceruti, Diana e le ninfe sorprese da Atteone (particolare), cat. 4 Pagina 4 Giovanni Battista Pittoni, Diana e le ninfe (particolare), cat. 8 Pagina 6 Giacomo Ceruti, Vecchia contadina (particolare), cat. 2
2023
It has been forty years since Mina Gregori, the most renowned scholar of Giacomo Ceruti, first noted that in some of the artist's paintings, particularly in scenes of popular life, there are several adaptations from prints, skillfully and effortlessly executed by the celebrated painter of the "pitocchi." Despite her early and repeatedly revisited observation, this fascinating and unique chapter of pauperist painting has never been systematically addressed before this publication. Like many artists of the time, Giacomo Ceruti studied engravings and prints by ancient masters and his contemporaries to compose his own ingenious paintings, especially concerning backgrounds, landscapes, and animal figures. Drawing from an extensive graphic repertoire that included works by French, Dutch, and Italian artists, the famous painter of the humble refined his art, positioning himself within a culturally international context. Defining the role of prints in Ceruti's creative workshop is crucial in understanding to what extent the inseparable relationship between reality and tradition was developed in the artist's work. "Imaginario Ceruti" meticulously followed the painter's working method, illustrating the reasons that led him to frequently draw from a vast catalog of engravings ranging from the 16th to the 18th century, from Jacques Callot to Dutch etchers, as well as Pietro Testa and more modern French artists. By uncovering the citations and references to prints that were widely circulated in European workshops in Ceruti's works, we are now able to reconstruct a fundamental part of his creative process.
2023
The paper focuses on Giacomo Ceruti's stay in the Veneto region, where he worked for prominent clients, including Johann Matthias von den Schulenburg, and at one of the primary painting sites in Northern Italy, the Basilica of St. Anthony in Padua.
Trasporti e allestimento opere Arterìa Restauri Studio Restauro Daniela Bursi (cat. III.8) Carlotta Beccaria Studio di Restauro (catt. III.13, III.23) Roberta Grazioli Laboratorio di restauro (cat. III.14) Ornella Martinelli (cat. V.7
2023
Sono trascorsi quarant’anni da quando Mina Gregori, la più nota studiosa di Giacomo Ceruti, ha rilevato per la prima volta che in alcuni dipinti dell’artista, in particolare nelle scene di vita popolare, si celano diverse desunzioni dalle stampe, operate con minuzia e disinvoltura dal celebre pittore dei “pitocchi”. Nonostante la sua precoce e più volte ripresa segnalazione, questo affascinante quanto singolare capitolo della pittura pauperistica non è mai stato affrontato in modo sistematico prima di questa pubblicazione. Come molti artisti dell’epoca infatti, Giacomo Ceruti studiava le incisioni e le stampe dei maestri antichi e dei suoi contemporanei per comporre i propri geniali dipinti, specie per quanto riguarda sfondi, paesaggi e figure animali. Attingendo a un vasto repertorio grafico, che comprendeva opere di artisti francesi, olandesi e italiani, il celebre pittore degli umili perfezionò la sua arte, inserendosi in un clima culturale di respiro internazionale. Definire il ruolo rivestito dalle stampe nel laboratorio creativo di Ceruti risulta dunque determinante per comprendere fino a che punto si spinse, nell’opera dell’artista, l’inscindibile rapporto tra realtà e tradizione. Immaginario Ceruti ha seguito nel dettaglio il metodo di lavoro del pittore, illustrando le ragioni che lo spinsero ad attingere di frequente a un vasto repertorio calcografico che spazia dal Cinquecento al Settecento, da Jacques Callot agli acquafortisti olandesi passando per Pietro Testa e per i più moderni francesi. Scovando nelle opere di Ceruti le citazioni e i rimandi alle stampe più diffuse nelle botteghe del Settecento europeo, siamo oggi in grado di ricostruire una parte fondamentale del suo processo creativo.
Antiporta: Giacomo Ceruti, Ritratto del sacerdote Giulio Cattaneo, particolare, 1732, Milano, collezione privata La realtà dello sguardo. Ritratti di Giacomo Ceruti in Valle Camonica © 2017, Scalpendi editore, Milano www.scalpendieditore.eu info@scalpendieditore.eu © 2017, Museo Camuno − CaMus, Breno
Antiporta: Giacomo Ceruti, Ritratto del sacerdote Giulio Cattaneo, particolare, 1732, Milano, collezione privata La realtà dello sguardo. Ritratti di Giacomo Ceruti in Valle Camonica © 2017, Scalpendi editore, Milano www.scalpendieditore.eu info@scalpendieditore.eu © 2017, Museo Camuno − CaMus, Breno
2023
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La diffusione dell’uso della fotografia a Roma assume da subito intricanti connotazioni di continuità e al tempo stesso di spartiacque non soltanto rispetto all’immagine della città, ma alla nuova funzione che il mezzo fotografico si trova a svolgere. Gli anni della dagherrotipia, della calcotipia e quelli del collodio (fino al 1880) continuano a documentare e a tramandare la visione della città classica, cara ai turisti e ai viaggiatori italiani e stranieri. Siti archeologici, mura, porte, vedute panoramiche dal Campidoglio o da Trinità dei Monti, chiese, ville, palazzi e infine ritratti e riproduzioni di opere d’arte sono i temi più frequentati, temi già prediletti dai pittori e dagli incisori, rispetto alle cui opere la fotografia offre il vantaggio immediato di essere meno costosa, più rapida nell’esecuzione, più facilmente trasportabile soprattutto per una committenza che molto spesso è in città soltanto di passaggio. Accade così che ci sia una trasmigrazione – non priva di dispute e di controversie – dal mondo dei pittori, degli incisori, dei medaglisti, dei miniaturisti verso l’utilizzo della nuova tecnica. Il saggio ripercorre i rapporti, anche ambivalenti, tra queste due forme d'arte, mettendo a confronto pittori e fotografi attivi a Roma nella seconda metà dell'Ottocento.