Conservazione del suolo e politiche di sviluppo per la programmazione 2014-2020. Le aree interne. (original) (raw)
Related papers
Il Paesaggio Come Vocazione: Una Disamina Nella Strategia Nazionale Per Le Aree Interne in Italia
2021
Landscape as vocation: an exploration of the development strategies of some Italian inner areas . – Going beyond a limiting approach of the protection of landscape as constraining, this might be interpreted as an asset for development. Building on this background, this contribution, analyzing the local development strategies produced by some of the project areas included in the Italian National Strategy for Inner Areas, investigates to what extent landscape is interpreted as a driver for development, or as vocation, in places where its preservation and protection are a matter of paramount importance.
Territori di progetto nella programmazione regionale
2012
Over the two last decades, the regional policies have increasingly met the need to foster the economic competitiveness of regional and local economies, in order to face globalisation challenges. However, these actions have privileged the direct competition, oriented to catch investment and consumption flows by improving the regional/local attractiveness, than the indirect one, which is based on the social and institutional interplay involving the regional/local actors. The increasing relevance of the indirect competition brings back on stage the public sector, namely the various levels of territorial government. Yet, the most successful experiences in Europe demonstrate that this renaissance of the public guide in spatial policies is intimately linked to the involvement of local systems of actors and implies a ‘constructed’ idea of territory. This paper seeks to enlighten some features of this process, introducing the concept of multilevel governance and place-based policies as the ...
Terra italiana. Possedere il suolo per assicurare i confini 1915-1954, Roma-Bari, Laterza, 2023
2023
Come rendere davvero italiani i territori di cultura tedesca, croata e slovena conquistati dopo il primo conflitto mondiale? Quali furono i piani di ‘conquista del suolo’ elaborati da ambienti nazionalisti e irredentisti prima e dal fascismo poi? La risposta fu nel tentativo di sottrarre almeno una parte delle proprietà terriere agli ‘allogeni’ delle nuove province per impiantarvi famiglie coloniche italianissime. Simili piani videro il coinvolgimento di enti operanti anche nel resto d’Italia e nelle colonie in attività di bonifica e colonizzazione. L’esito finale sarebbe stato piuttosto deludente. Limiti di bilancio e considerazioni di politica estera frenarono i propositi più ambiziosi. In Alto Adige influì anche il giudizio tutt’altro che negativo che il fascismo aveva dei sudtirolesi, considerati conservatori, cattolicissimi e legati alla terra, quasi un esempio per i rurali delle altre regioni del Regno. La ricostruzione dei propositi fascisti di ‘conquista del suolo’ e del loro sostanziale fallimento consente di cogliere le oscillazioni e le incoerenze della politica del regime verso le minoranze linguistiche, gli elementi di continuità con il nazionalismo prebellico e con quello successivo al 1945, ma anche il modo tutt’altro che lineare attraverso cui il fascismo definì l’identità italiana.
I cambiamenti d'uso del suolo sono profondamente connessi a determinanti sociali ed economiche dipendendo, quindi, anche dalle politiche territoriali e di incentivazione finanziaria messe in campo dagli organi di governo, anche in recepimento alle normative comunitarie. In Italia negli ultimi vent'anni due sembrano essere i fattori di maggiore impatto: il primo è costituito dalla classica politica economica come la Politica Agricola Comune (PAC), e il secondo dal ruolo delle politiche di Conservazione della Natura. La PAC, attraverso l'erogazione dei fondi per mezzo dei Programmi di Sviluppo Rurale, ha profondamente influenzato le scelte degli imprenditori agricoli, soggetti "costruttori" del paesaggio agricolo e d'altro canto, la mutata sensibilità ambientale ha comportato sia la modifica della struttura dei finanziamento della PAC stessa sia un aumento della superficie afferente al "Sistema" delle Aree Protette. Tuttavia il Sistema delle Aree Protette, che comprende al suo interno una percentuale significativa di suoli agricoli, ha profondamente influenzato le scelte degli agricoltori, determinando fenomeni di cambiamento dell'uso del suolo e quindi del paesaggio agrario e rurale. Il paper propone una metodologia di lettura del fenomeno di consumo di suolo agricolo correlato ai vincoli/opportunità delle Aree Protette e agli incentivi economici erogati dalla PAC. L'obiettivo è quello di verificare in quale misura la PAC ha favorito il permanere dell'attività agricola in area protetta impedendone la cementificazione e/o in quale misura la PAC ha contribuito all'abbandono delle campagne in area protetta contribuendo al consumo di suolo. L'analisi, su base comunale, viene applicata al territorio della Regione Lazio attraverso la caratterizzazione del sistema territoriale laziale con particolare riferimento al grado di conservazione (Sistema delle Aree Protette e relativo suolo agricolo); viene successivamente effettuata l'analisi quantitativa e qualitativa dei cambiamenti di uso del suolo agricolo sia su base sta-* ISPRA -Dip. Difesa della Natura -Servizio Aree Protette e Pianificazione territoriale -Settore Aree Protette, mariacecilia.natalia@isprambiente.it.
Territori e piani dopo la crescita
Territori
The purpose of the book is, on one hand, to try to trace a method and some working perspectives for post-growth planning, and on the other hand, to testify, through a concrete experience, the old and new questions and the interpretative and visionary effort that the territory poses to planning today. In a region like Apulia, which has followed an innovative path in the government of the territory and the landscape, the experience of knowledge and project for the city of Ugento is an opportunity to reflect on how today the construction of the plan can accompany the government of the territory in its development, rather than claiming to direct it, penetrate its policies and interact with its various instruments in a dynamic and even experimental way. In this way the construction of the plan can provide for a system of values to refer to in order to navigate the change and the design vision to be placed at the base of urban policies, tactics, individual interventions, thus coming to be...