Una Quantum 2022. Tecnologie Open Source per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo. (original) (raw)

Tecnologie THz per i beni culturali presso l’ENEA

Presso il centro ENEA di Frascati sono state sviluppate sorgenti di radiazione e tecnologie THz che possono trovare interessanti applicazioni nel campo del monitoraggio e della conservazione dei beni culturali. Verranno discussi i principali campi di applicazione e gli esperimenti condotti su reperti di test per validare le potenzialità di tali tecniche.

Nuove Tecnologie, Società Della Conoscenza e “Mente Orizzontale”

Revista Dialectus - Revista de Filosofia

La tesi di fondo è che le nuove tecnologie rappresentano un enorme sviluppo dell‟umanità sul piano della trasmissione e dell‟elaborazione delle informazioni. Ma questa gigantesca innovazione, per la cornice dell‟accumulazione capitalistica in cui viene svolta e sviluppata, dà luogo ad una antropologia e ad una formazione della soggettività umana in cui il “conoscere” prevale e domina sul “sentire”. La natura astratta della ricchezza del capitale, e la sua accumulazione, richiedono un individuo parimenti astratto, in cui la conoscenza diventa sempre più informazione. Questa fallace identificazione della conoscenza con l‟informazione è basata su una epocale distorsione del sentire, per la quale il senso del conoscere non proviene più dal corpo emozionale e interiore del soggetto umano ma dall‟esterno, secondo programmi e definizioni di senso in qualche modo già predefiniti e precompilati. In questo ambito di problemi il saggio utilizza una distinzione profonda di significato tra il le...

Progetto Activiti "Attrattori Culturali e Tecnologie Informatiche per la Valorizzazione Interattiva e il Turismo Innovativo"

Questa ricerca, il cui obiettivo ultimo è la costruzione di un rating socio economico dei beni cultuali della regione Campania secondo un approccio quantitativo, costituisce la fase preliminare di una più ampia attività volta alla costituzione di un rating quali-quantitativo dei sistemi di attrazione campani (grandi attrattori/bacini identitari) e della conduzione di un processo di benchmarking, inteso quale confronto sistematico con i casi di best practis nel settore in oggetto per l’implementazione di un continuo miglioramento delle performance (Bogan, English, 1994; Boxwell , 1994; Del Giorgio Solfa, 2012). In particolare questa attività mira a (Progetto Esecutivo Activity): - definire una metodologia per la caratterizzazione tematica dei grandi attrattori e dei bacini identitarie per la quantificazione il più possibile oggettiva del loro “valore” socio-economico, in termini sia assoluti, sia relativi ai tematismi di riferimento di ciascun attrattore; - definire metodologie che consentano un rating “oggettivo” di grandi attrattori/bacini identitari e dei loro tematismi guida e quindi, sulla base di criteri valutativi omogenei, un benchmarking pesato tra attrattori e tra bacini, in termini sia assoluti sia tematici (valore comparativo in termini globali, o rapporti di valore relativamente a un certo aspetto tematico, quale ad esempio l’archeologia), comprensivo o meno della dimensione geospaziale. In tale quadro lo studio qui presentato propone un approccio quantitativo per misurare il valore dei grandi attrattori campani, in modo da poter pervenire ad un rating oggettivo. Segnatamente esso si focalizza sul “valore sociale complesso”. Questo costrutto multi-dimensionale basato sul riconoscimento di un bene culturale come fenomeno sociale, contempera aspetti economici, social e culturali e, dunque, dimensioni qualitative e quantitative e misure-indicatori oggettivi e non. Tale modello concettuale verrà dapprima descritto a livello teorico, per darne poi di un’esemplificazione empirica con riferimento alla regione Campania. Gli step successivi, ad integrazione e compendio di questa prima fase dell’attività, si occuperanno di proporre una classificazione dei sistemi di attrazione campani adottando dapprima metodologie qualitative e poi un criterio quali-quantitativo. Si procederà dunque al benchmarking e alla messa a fuoco di innovazioni che consentirebbero di ottimizzare le performance di tali sistemi di attrazione. I risultati dell’attività costituiranno strumenti assai utili per orientare le scelte dei decision maker pubblici in relazione all’allocazione delle risorse tra le alternative possibili e alla pianificazione delle politiche in materia di cultura e beni culturali in modo da massimizzare il benessere collettivo. Ciò assume rilevanza ancora maggiore alla luce del profondo gap esistente anche in ámbito culturale e soprattutto nel contesto italiano tra la dotazione e la necessità di risorse economiche. Sempre in accordo con la finalità generali dell’attività e del complessivo progetto, il campione d’indagine dello studio ora illustrato è costituito dagli attrattori culturali del territorio regionale campano e, in particolare, da quelli censiti nel 2011 da Istat, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regioni e Province autonome e inseriti nel Sistema Informativo Integrato (imuseiitaliani.beniculturali.it). Tale database, infatti, risulta la fonte ufficiale più completa rispetto agli obiettivi d’indagine e quella maggiormente rappresentativa della popolazione di beni culturali presenti in Campania, almeno in ottica qualitativa (rilevanza). Per effettuare la misurazione quantitativa del valore sociale complesso attribuibile a ogni singolo attrattore incluso nel campione, dovendo rapportarsi con un concetto multidimensionale, sono state dapprima individuate tre principali dimensioni; ciascuna di queste è stata poi operativizzata disarticolandola in sub-dimensioni, a loro volta scomposte in un panel di indicatori e relative variabili attraverso le quali calcolarli. Ciascun indicatore, al quale è stato quindi attributo un determinato valore, è stato poi ponderato per poter essere sintetizzato in un indice che esprima il valore sociale complesso. Complessivamente l’indagine empirica si è articolata in sette fasi. 1. Definizione del campione d’indagine: • attrattori culturali da analizzare (i. tipologia; ii. soggetto proprietario): • area geografica di riferimento. 2. Individuazione di: • dimensioni, indicatori quantitativi e variabili attraverso cui operativizzarli; • modalità di calcolo ad essi relative. 3. Reperimento dei dati e loro sistematizzazione all’interno di una apposita banca dati. 4. Calcolo degli indicatori. 5. Ponderazione degli indicatori (definizione dei pesi con i quali questi contribuiscono al valore dell’indice di valore sociale). 6. Composizione degli indicatori e definizione dell’indice di valore sociale per ogni bene culturale del campione esaminato. 7. Definizione del ranking in base allo specifico valore sociale complesso dei beni culturali analizzati e/o delle unità territoriali di riferimento (sistemi spaziali – modello areale). Le fasi 1-4 sono state condotte da CUEIM; le restanti 6 e 7 dall’UniSob. Molteplici quanto a numero e specie sono le fonti a cui la ricerca ha fatto ricorso. Il modello proposto può a tutti gli effetti essere considerato di carattere pioneristico. Pur muovendo dall’analisi della letteratura di merito e degli studi empirici condotti sul tema da esperti del settore, facendo particolare riferimento a Space1, tanto l’oggetto della misurazione quantitativa effettuata, ovvero il valore sociale di un singolo bene culturale, quanto la metodologia utilizzata, basata sull’utilizzo di tecniche statistiche, non trovano difatti molti precedenti nel panorama della valutazione dei beni culturali.

QANAT, UNA TECNOLOGIA DEL PASSATO, UNA RISORSA PER IL FUTURO: RIFERIMENTI STORICI, ASPETTI SOCIO-ECONOMICI E REPERTORIO TIPOLOGICO

Archeologia e Calcolatori, 2022

The lack of surface water and a high potential for evapotranspiration are the climatic and hydrological characteristics of the arid and semi-arid Middle East regions. In foothills regions the groundwater, often supplied by partially buried alluvial fan systems, has been intercepted and conveyed through the creation of a highly efficient supply system known as ‘qanat’, ‘karez’or ‘foggara’. This ancient hydraulic technology spread on a large scale since the 6th century BCE, during the rise and development of the Persian Empire. It consists in the excavation of a series of vertical tunnels, like large wells, which are connected by a gently sloping underground channel bringing water by gravity. Through the centuries, the qanats have been not only asustainable system for exploitation of groundwater resources but also an important factor for the socio-economic and cultural development of local communities. In this paper the Authors illustrate the main aspects of qanats under historical, cultural and socio-economic perspective and the recent decline of the qanat system. An original and still updating database of these type of hydraulic operas, implemented through the collection and analysis of documentary sources, cartographic data, and on-site measurements is then presented. The database, including qanats detected on regional to local scales, might be regarded as a valuable support for the recovery of these structures and a more efficient governance of water resources.