Il desiderio di "vedere Dio" nelle Homiliae in Evangelia di Gregorio Magno: dal volto umano di Cristo al vultus praesens Dei come nutrimento degli eletti (original) (raw)
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Parola divina e parola umana in Gregorio Magno. Aspetti gnoseologici della Rivelazione
Silenzio e Parola nella patristica. XXXIX Incontro di Studiosi dell'Antichità Cristiana (Roma, 6-8 maggio 2010), Institutum Patristicum Augustinianum, Roma 2012 (Studia Ephemeridis Augustinianum, 127), pp. 625-644., 2012
Commentando il dialogo tra Dio e Satana che appare all'inizio del libro di Giobbe, Gregorio Magno si chiede esplicitamente cosa si intenda col dire che Dio parla a Satana e che Satana parla a Dio: a quale genere di locutio fa riferimento il testo biblico? 1 . Certamente, spiega, non si tratta dello stesso parlare che intercorre tra due uomini, perché né Dio né Satana sono dotati di corpo, di bocca o di voce. Dobbiamo tentare di pensare un dialogo privo di materialità. Da un lato, dunque, è necessario superare il modello del parlare umano e la sua corporeità; dall'altro, se non vogliamo rinunciare del tutto alla comprensione delle affermazioni bibliche sul parlare di Dio, dobbiamo pur sempre conservare una certa analogia tra parola umana e parola divina 2 .
La contemplazione, principale caratteristica dell’Evangelista Giovanni secondo Alberto Magno
Quaestio, 2015
Nella tradizione occidentale dell'esegesi al IV Vangelo l'immagine dell'aquila, utilizzata per rappresentare l'evangelista Giovanni, sottolinea per lo più l'elevazione dell'uomo al di là delle sue possibilità fino alla luce della verità divina. Quest'interpretazione, la cui origine risale ad Agostino 1 , è stata particolarmente sviluppata da Scoto Eriugena, per il quale Giovanni rappresenta il modello del teologo contemplativo che, come un'aquila, perviene alle più alte vette della teologia, trascendendo, al di là di ogni possibilità umana e angelica, tutto ciò che è e ciò che non è, fino a raggiungere l'unità superessenziale e la distinzione supersostanziale di Dio stesso 2. L'Eriugena, però, non è l'unico a considerare centrale l'associazione aquila-Giovanni. Essa è dominante anche nel Prologo di Alberto Magno al suo commentario sul Vangelo di Giovanni. Chiaramente il tema dell'aquila si ritrova nei commenti al IV Vangelo coevi a quello albertino: è accennato nel Prologo di Guerrico 3 ; è trattato fugacemente nel Prologo di Alessandro di Hales 4 ; riceve una considerazione più originale, anche se breve e marginale, nei Prologhi di Guglielmo d'Altona 5 e di Bonaventura 6 ; è presente nel Prologo di Tommaso 7. All'interno di questa tradizione, il Prologo di Alberto, costruito su Ezechiele 17, 3, si caratterizza per essere completamente centrato sul tema dell'aquila e sulla sua simbologia. La divisio textus del versetto è strutturata in sei punti, dei quali
Il Logos è Dio: analisi del primo verso del Vangelo di Giovanni
Con questo articolo inizierò l'analisi approfondita dei primi diciotto versi del Vangelo di Giovanni. Questi versi celebri, sono fondamentali perché descrivono l'essenza stessa di Gesù Cristo, il Verbo che si è fatto carne. I successivi versi, dal verso diciannovesimo del primo capitolo, fino alla fine del quarto Vangelo, sono composti da una serie di episodi storici che confermano le affermazioni fatte nei primi diciotto versi del Vangelo. Innanzitutto vediamo il primo verso del Vangelo di Giovanni:
Uno degli episodi che hanno più acceso il pensiero e la fantasia dei devoti di Kṛṣṇa riguarda l'infanzia di questa 'discesa' di Viṣṇu fra gli uomini. I Bhāgavata Purāṇa raccontano come i compagni di gioco corsero a riferire alla madre che il Bambino aveva ingoiato dello sporco e Yaśodā fece aprire la bocca al Signore Hari per accertarsi. Allora, sbigottita, lei vide l'universo delle cose mobili e immobili, la volta celeste, i punti cardinali, il globo terrestre con le montagne, i continenti e gli oceani, il vento, la folgore, la luna, le stelle, il giro dei pianeti, l'acqua, il fuoco, il vento, il cielo, i sensi e la mente, gli elementi sottili e i tre guṇa 1
Seguimi - Il dialogo tra Dio e l’uomo nella vocazione sacerdotale
2024
In tre capitoli, la tesi di Master presenta le dinamiche fondamentali del dialogo tra Dio e l'uomo nella vocazione sacerdotale. Nella prima parte, di carattere teologico, l'autore presenta la dinamica della chiamata di Dio, il Magistero della Chiesa e la sua concezione in un contesto storico, dà anche la distinzione fondamentale tra il sacerdozio battesimale e quello ministeriale e il loro legame inestricabile, mentre allo stesso tempo introduce le due figure fondamentali dei discepoli di Gesù: gli apostoli Pietro e Matteo. Il secondo capitolo è dedicato alla nostra risposta umana a questa chiamata di Dio, ed è quindi piuttosto orientato in senso antropologico-psicologico. Naturalmente, l'identità della persona umana, e del sacerdote in particolare, riveste una notevole importanza, così come la sua libertà e i suoi valori, che hanno un'influenza fondamentale sulla risposta umana. Non si può inoltre prescindere dalla conoscenza di Dio e dalla crescita della fede, che sono una sorta di corollario di questa risposta. Il terzo e ultimo capitolo è una sorta di risposta ai primi due. Da molti anni la Chiesa propone aiuti specifici per scoprire e discernere la chiamata, e anche per rispondere ad essa. Pertanto, in quest'ultimo capitolo, ci concentriamo sull'accompagnamento spirituale, l'esame di coscienza, il discernimento e, seguendo il consiglio del Papa, sulle quattro vicinanze fondamentali: a Dio, al Vescovo, ai nostri confratelli sacerdoti e al Popolo di Dio. n three chapters, the Master's thesis presents the fundamental dynamics of the dialogue between God and man in the priestly vocation. In the first, theological part, the author presents the dynamics of God's call, the Magistero della Chiesa and its conception in a historical context, he also gives the fundamental distinction between the baptismal and the ministerial priesthood and their inextricable link, while at the same time he introduces the two basic figures of the disciples of Jesus: the Apostles Peter and Matthew. The second chapter is devoted to our own, human response to this call of God, and is therefore rather anthropologically-psychologically oriented. Of course, the identity of the human person, and of the priest in particular, is of considerable importance here, as are, of course, his freedom and values, which have a fundamental influence on the human response. We cannot also pass by the knowledge of God and the growth in faith which are, as a kind of corollary of this response. The third and final chapter is a kind of response to the first two. For many years now the Church has been proposing specific aids for discovering and discerning the call, and also for responding to it. Therefore, in this last chapter, we focus on spiritual accompaniment, l`esame di coscienza, discernment, and, following the Pope's advice, on the four fundamental closenesses: to God, to the Bishop, to our fellow priests and to the People of God.
DIOCESI DI TEGGIANO-POLICASTRO, Dum omni modo Christus adnuntietur, EDTP, Teggiano (Salerno), 2022
di Dio anima di ogni percorso pastorale Una matrice profondamente biblica ha dominato l'opera, la predicazione e i documenti di padre Antonio De Luca lungo questi dieci anni del suo ministero episcopale. Lo testimonia la sua ultima Lettera Pastorale Ci siamo affaticati e non abbiamo preso nulla! Per un rinnovato impegno di evangelizzazione nella Chiesa di Teggiano-Policastro, dal cui meraviglioso brano-guida (Lc 5,1-11) prendiamo spunto per la riflessione che segue.