International Conference "Signs of Cohabitations in Urban Spaces of the Roman Near East (1st-6th cent. CE)" (original) (raw)
Mantova 2024, II, pp. 721-736.
In copertina: Particolare delle pitture del complesso tardoantico dell'ex convento dei Neveri (Bariano, BG), foto di Lucrezia Spera. ISBN 978-88-99547-94-3 Con il patrocinio di: Con il contributo di: Atti stampati con il contributo finanziario di:
I S I M E analisi della situazione politica di Roma, dominata dalle grandi famiglie baronali. L'Anonimo romano ricorda la sua diciaria al papa, «sì avanzarana e bella che sùbito abbe 'namorato papa Chimento» 3. Ma ben presto Cola aveva iniziato a lanciare allusioni all'idea di riportare l'impero a Roma: si pensi alla cerimonia della lex de imperio Vespasiani in S. Giovanni in Laterano, che il tribuno da «centro ideologico delle pretese teocratiche del papato» trasformava in «centro di emanazione di un potere soltanto laico» 4. La proposta di se stesso come imperatore era culminata e pienamente esplicitata nella cerimonia dell'addobbamento cavalleresco del tribuno il 1° agosto 1347 e degenerata fino alla ormai farsesca comparsa in S. Pietro raccontata dall'Anonimo nel brano citato in apertura. Proposta che, insieme alla dalmatica imperiale 5 , il papa o il suo vicario non potevano ovviamente accettare, mentre le più innocue dalmatiche usate in Curia per occorrenze liturgiche occupano i pensieri degli alti prelati del secolo seguente senza destare alcuna preoccupazione 6. Quello di Cola è l'ultimo grande tentativo di riportare un impero laico a Roma, anche se non si può non ricordare l'avventura del cardinale guerriero Giovanni Vitelleschi, che nel 1436-durante la lunga assenza da Roma di Eugenio IV-i Romani salutarono come «padre della città» 7 , pater patriae e terzo Romolo, progettando di dedicargli una statua equestre. Ma quattro anni più tardi il Vitelleschi fu fatto imprigionare e uccidere dal papa, preoccupato del suo eccessivo potere 8 .
Review of Roger B. Ulrich and Caroline K. Quenemoen (eds.), A Companion to Roman Architecture [Wiley-Blackwell, Blackwell Companions to the Ancient World, Malden, Mass.-Oxford-Chichester 2014], in Bollettino di Studi Latini 45.1 (2015), pp. 376-377.
Vivere a Roma in età imperiale : evidenze antropologiche da recenti scavi nel suburbio
LIFE IN IMPERIAL ROME: NEW DATA FROM RECENT EXCAVATIONS IN SUBURBIUM One of the goals of the anthropological research of the Anthropological Service of the Archaeological Superintendence of Rome is to reconstruct the hygienic-environmental living conditions of the ancient populations in Imperial Age. We considered some not specific pointers of stress in four necropolis, that are excavated in the last years in the Suburbium. In particular Harris's lines, porotic hyperostosis and enamel hypoplasia are been considered. Two shape of research have been lead: a) an analysis of the frequencies of the three factors on the data from a single necropolis and b) a comparison between enamel hypoplasia and porotic hyperostosis. The distributions of such alterations indicates the presence of light stresses. Introduzione La Soprintendenza Archeologica di Roma ha svolto negli ultimi 799 MEDICINA NEI SECOLI ARTE E SCIENZA, 18/3 (2006) 799-814 Journal of History of Medicine Articoli/Articles
2018
PREMESSA La pubblicazione di questa piccola guida sul paesaggio archeologico censito nella cuspide Sud-Orientale della Sicilia, con particolare riferimento ai territori di Avola, Noto, Rosolini, Pachino e Portopalo di Capo Passero, rappresenta una delle tappe previste all'interno di un progetto di valorizzazione e promozione di più ampio respiro. L'iniziativa, finanziata con le risorse del Consorzio Universitario Mediterraneo Orientale (CUMO) e realizzata con la collaborazione dell' Archeoclub d'Italia sede di Noto e di alcuni giovani ricercatori locali, nasce da una proposta pervenuta nel 2015 da parte della Charta delle Judeche di concerto con l'Istituto Internazionale di Cultura Ebraica. L'attenzione è stata, dunque, rivolta principalmente a quei siti archeologici con testimonianze della cultura ebraica, senza tralasciare gli aspetti fondamentali del paesaggio archeologico in cui insistono, relativamente al periodo romano e tardoantico. Questa parte della Sicilia, scelta fin dalle epoche più remote per l'insediamento umano grazie alla presenza delle molteplici risorse, è caratterizzata dalla corona dei Monti Iblei nella porzione occidentale e da una fertilissima pianura costiera che si affaccia sul Mar Ionio. Durante il periodo pre-protostorico gli insediamenti erano dislocati lungo le cave iblee, sfruttando la sommità pianeggiante delle alture per gli abitati, e i fianchi delle stesse per le necropoli (Castelluccio, Cassibile), oppure lungo la costa nei pressi di facili luoghi di approdo (Thapsos). L' arrivo dei coloni greci e la fondazione di Siracusa nel 733 a.C. determinarono il sorgere di un' organizzazione del territorio ben pianificata: sulla costa Sud-Orientale fu fondata la sub-colonia di Eloro, collegata a Siracusa, oltre che per mare, dalla via Elorina; sugli Iblei, invece, furono impiantate Acre (663 a.C.) e Casmene (643 a.C.), mentre Camarina (598 a.C.), nei pressi del fiume Ippari, segnava il limite Sud-Occidentale della chora siracusana. L' assetto topografico, fin qui delineato, fu conservato anche in periodo romano dopo che il console Claudio Marcello conquistò Siracusa con la forza (212 a.C.) e Levino (210 a.C.) ne tracciò un nuovo sistema amministrativo. In età imperiale si assistette all' elevazione a colonia romana di Siracusa, mentre agli abitanti di Netum fu assicurata la cittadinanza romana. In questo periodo aumentò il numero delle fattorie nelle zone rurali, fenomeno che può essere connesso alla vocazione agricola del territorio e, inoltre, si impiantarono alcune residenze signorili al centro di vasti latifondi, di cui la più famosa è la Villa Romana del Tellaro, nelle vicinanze della foce dell' omonimo fiume, in contrada Caddeddi. Importanti informazioni sulla viabilità locale sono fornite nella sezione dedicata alla Sicilia dell' Itinerarium Antonini, nella quale compare in appendice l'Itinerarium per maritima loca che descrive la strada litoranea tra Siracusa e Agrigento. È probabile che il percorso fosse destinato ai signori che soggiornavano ai bagni di Sciacca e che dovevano giungere a Siracusa. La fonte fornisce una tratta costiera che partendo da Apolline (Punta Castellazzo?), passando da Capo Pachino, doveva intersecare diverse località costiere alcune delle quali in età tardoantica erano interessate dal commercio di cabotaggio affidato a navicolari ebrei. La forte valenza agricola e la vivacità antropica di quest'area della Sicilia sono confermate dalle diverse emergenze archeologiche registrate. Ne ricordiamo alcune: S. Lorenzo Lo Vecchio, Cittadella dei Maccari, la già citata Villa Romana del Tellaro, tutte nel territorio di Noto; il complesso agricolo di Contrada S. Marco e la villa di Contrada Borgellusa nei pressi di Avola; un complesso termale prima del guado del fiume Cassibile; le emergenze romane di contrada S. Lorenzo appena fuori Siracusa e la villa romana presso l'attuale Santa Teresa Longarini nel territorio di Cassibile. All'interno di questo generale contesto storico di riferimento, vanno inserite le numerose evidenze archeologiche che attestano nell'area la presenza di comunità ebraiche in un periodo piuttosto antico, che tradizionalmente va collocato tra la fine dell'Impe-
CECCONI N. 2020, “Oecus Corinthius et Aegyptius. Origini, applicazioni e interpretazioni di due modelli architettonici in Italia e nel Mediterraneo meridionale e orientale tra Augusto e i Severi”, in Thiasos 9.2, pp. 321-346., 2020
The paper deals with the review of the archaeological evidence attributable to the Vitruvian models of the oeci corinthii and aegyptii, as attested in Italy and in the South-Eastern Mediterranean between the late Hellenistic and the Severian periods. Starting from a preliminary investigation, that aims at identifying the origins of the architectural model, the study focuses on the preserved testimonies, in order to verify the applications and the interpretations of the Corinthian ad Aegyptian oeci in the different investigated areas. As a matter of fact, recent studies on Roman architecture in Italy, Greece, North Africa, and in the Syro-Palestinian area do allow to suggest a preliminary scenario about the diffusion, application, and interpretation of these two architectural models.