Cassino: l’epigrafe ritrovata alle spalle della chiesa Madre (original) (raw)

Le Epigrafi nella Chiesa di Nostra Signore del Carmine e sant'Agnese di Genova

Le Epigrafi nella Chiesa di Nostra Signore del Carmine e sant'Agnese di Genova, 2023

Trascrizione delle supertiti Epigrafi rimaste nella prima Chiesa Carmelitana genovese ed Edizione delle non presenti riportate nel Tomo I del corposo lavoro del notaio genovese e "peritissimo conservatore de' pubblici archivi" Domenico di Giovan Battista Piaggio. Bozza/1991 in revisione 202372024

Breve storia di un'epigrafe funeraria latina in Molise

Breve storia di un'epigrafe funeraria latina in Molise, 2020

Le ricerche condotte presso l'Archivio di Stato di Campobasso hanno portato al rinvenimento, all'interno di alcuni fascicoli del Genio Civile, di un disegno raffigurante un'epigrafe romana di II-II secolo d.C. L'epigrafe venne ritrovata negli anni '80 dell'Ottocento, presso il paese di Larino (CB). Il saggio è corredato da immagini.

Il materiale epigrafico, in L’area del Capitolium di Verona. Ricerche storiche e archeologiche, a cura di G. Cavalieri Manasse, Verona 2008, pp. 269-288, tavv.CXXXV-CXLII.

Per la tipologia dei materiali si veda qui il contributo di Sabina Bocconcello. 2 Sulle varie fasi della lavorazioni dei marmi: Bruto, Vannicola 1990a, pp. 287-324; sulle offi cine epigrafi che e sulla realizzazione delle iscrizioni si vedano in particolare Susini 1982, pp. 60-87; Di Stefano Manzella 1987, pp. 49-64, 121-159. 3 Di Stefano Manzella 1987, pp. 55, 58; Bruto, Vannicola 1990a, pp. 289-304, 312-315. 4 Sull'impiego della subbia, dello scalpello e della martellina: Bruto, Vannicola 1990a, pp. 289-304, 311-315; sulle lastre parietali e sulle tecniche di realizzazione e posa in opera: Bruto, . Le analisi delle sostanze impiegate per rubricare alcune delle iscrizioni qui prese in esame sono pubblicate in questa sede da Elisabetta Fedeli e Guglielmo Stangherlin. 13 Plin., Nat. hist., XXXIII, 122: minium...clarioresque litteras vel in muro vel in marmore, etiam in sepulchris, facit. 14 Sulla tipologia e sulla posa in opera di questo monumento: 42 Curtia Procilla, madre di un P. Alfi us Alennius Maximus Curtius Valerianus, che fu cavaliere o, più probabilmente, senatore, compare anche su un'altra iscrizione da Verona: CIL, Tale datazione, da assumere con cautela, appare suggerita dalla forma delle lettere, regolari ma con una certa tendenza alla 'verticalizzazione': Di Stefano Manzella 1987, p. 147. 55 Buonopane 2001, p. 137. La forma delle lettere suggerisce una collocazione cronologica nel I-II secolo d.C. 4. VR 4824, US 196 C (i primi tre frammenti) + VR 61421, US 748 CS (gli altri due) (Tav. CXXXVI, 1a-b) Elemento strutturale da inserire in una muratura, mutilo a destra e in cinque frammenti combacianti in calcare bianco locale, rinvenuti i primi tre nel 1987 nello scavo di Monte dei Pegni e gli altri due nel 1998 nello scavo di corte Sgarzarie 63 . cm 38,6 x 295,6 x 39; h. lett. cm 11,5.

Epigrafi Criptate - Appunti di Ricerca Sulla Misteriosa Iscrizione Nella Chiesa di Santa Maria La Nova a Napoli

2021

Il presente articolo riassume il mio studio sull´epigrafe cifrata situata nella Chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli. Di tutte le osservazioni, intuizioni e scoperte, sono qui incluse solo quelle a mio avviso determinanti in vista dell´auspicata risoluzione dell´enigma. In maniera più generale e paradigmatica, questo scritto si pone come vademecum per ogni ricerca incentrata su epigrafi criptate (da cui il titolo), guidando lo studioso attraverso le questioni di natura epistemologica, linguistica e storico-artistica che questi deve inevitabilmente porsi e adeguatamente rispondere preliminarmente alla fase di decriptazione vera e propria. Un´analisi quantitativa basata sulla frequenza e distribuzione dei glifi eseguita su latino, greco attico e copto ha confermato l´ipotesi che l´epigrafe celi un testo in chiaro, ma allo stesso tempo non è risultata sufficiente a determinare la lingua d´origine. In conclusione si propongono nuovi approcci per ulteriori attacchi crittografici.

La fonte agostiniana della figura allegorica femminile sopra la porta palaziale della Cappella degli Scrovegni

Bollettino del Museo Civico di Padova

In precedenti studi abbiamo dimostrato come il rigoroso e sofisticato programma teologico della Cappella degli Scrovegni sia di matrice agostiniana e come Giotto sia affiancato da un teologo del vicino convento degli Eremitani, dove era attiva una scuola molto importante 1 . Senza la chiave di lettura agostiniana non è possibile interpretare correttamente il quarto registro e approfondire passaggi e simboli; anche l'individuazione corretta delle figure allegoriche poste sotto il trono di Cristo Giudice e la loro interpretazione sono frutto indiretto di questo rigore teologico 2 . Questo teologo è il frate sulle cui spalle è significativamente posto il modellino della Cappella nella scena dell'offerta alla Madonna da parte di Enrico Scrovegni: per molti indizi conver-37

Ancora sull'epigrafe con triplice invocazione all'arcangelo Michele

ono soltanto sei -e tutti toscani -gli esemplari attualmente esistenti di un'iscrizione epigrafica dai caratteri peculiari, sulla cui interpretazione sono state nel tempo avanzate numerose ipotesi, fino agli studi di O. Banti, che ne ha fornito la corretta lettura e contestualizzazione. L'epigrafe è costituita da una serie di segni ( ) che si ripetono identici per tre volte -talora disponendosi su un'unica riga, talora su tre -preceduti da un segno a forma di croce che, tranne in un caso, chiude l'iscrizione anche sul lato destro. Di tali segni reiterati, quello conformato a triangolo equilatero con il vertice rivolto verso il basso è stato interpretato dagli studiosi -con la sola eccezione di O. Banti -come simbolico, mentre degli altri, più vicini a lettere alfabetiche, sono state date letture ed interpretazioni differenti. Figura 1: la serie di segni che costituiscono l'epigrafe

L’opera di Giandomenico Gagini nella chiesa Madre di Troina. A proposito di un nuovo documento d’archivio

The work of Giandomenico Gagini in the Mother Church of Troina. About a new archive document An inscription walled up in the façade of the Mother Church of Troina (Enna) informs about a "work" made by Giandomenico Gagini in 1549. It was probably the church portal, but unfortunately it was destroyed when a new façade was built in 18th century. A newly found document, dated 1550, provides more data about this Gagini's work, specifies some aspects of his intervention in the church and opens up further hypotheses for the work of the sculptor.