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Generazione borderline. Precarietà dei legami familiari e mondo tossicomane

Il testo approfondisce la psicopatologia della tossicodipendenza, ponendo in rilievo la fenomenologia borderline. L " attenzione viene focalizzata sulla configurazione dei legami familiari nei soggetti tossicomani. In particolare viene studiato il dispositivo antropologico del trauma, che si presenta come il nucleo centrale su cui fondare il lavoro terapeutico. The article concerns of the psychopathology of drug addiction, with an emphasis on the phenomenology of borderline personality disorder. The attention is focused on setting up of family ties in subjects with substance abuse disorders. In particular the anthropological frame of trauma is studied which presents itself as the core on which the therapeutic work is based. Introduzione Le riflessioni che propongo scaturiscono dalla mia pratica clinica e trovano ancoraggio nell " incontro quotidiano con i pazienti tossicomani della comunità terapeutica dove lavoro. I concetti di cui parlerò fanno parte di una valigetta degli attrezzi che uso per orientarmi nel lavoro clinico.

Adozione in casi particolari e modelli familiari, tra effettiva equiparazione dello status filiationis e legami parentali

2022

RESUMEN: A quasi dieci anni dall'ultima importante riforma in tema di filiazione, in Italia-o più precisamente, nella società civile e nelle aule giudiziarie d'Italia-è particolarmente acceso il dibattito in tema di c.d. adozioni in casi particolari, disciplinate dagli artt. 44 ss. della l. 184/1983. L'istituto risulta infatti contrastare l'obiettivo della totale equiparazione, al centro della riforma della filiazione del 2012, dei figli nati all'interno o fuori del matrimonio e adottivi. Ciò, sostanzialmente, in ragione della mancata costituzione di un rapporto civile tra l'adottato e i parenti dell'adottante, e viceversa. L'intervento, recentissimo, della Corte costituzionale con la sentenza 79/2022, che si è finalmente pronunciata nel senso di garantire a pieno i diritti dei figli adottivi, costituisce dunque l'occasione per ragionare su questi profili tanto delicati quanto centrali nella prospettiva di dare adeguato riconoscimento anche a quei contesti familiari, dalle famiglie "allargate o ricomposte" a quelle c.d. arcobaleno, ai cui appelli il legislatore stenta a dare risposte.

Funzione paterna e attaccamento di coppia

Come tutti sanno, la funzione del padre è stata molto valorizzata da Freud, che individuò la sua importanza soprattutto nei processi legati alla costituzione e all'elaborazione del conflitto di Edipo, allo sviluppo dell'identità sessuale, all'interiorizzazione di un codice etico e morale e allo sviluppo del Super-Io. Nonostante la psicoanalisi degli ultimi decenni abbia studiato le dinamiche della relazione madre bambino, si sa, però, ancora pochissimo, e si è scritto ancora meno, riguardo alle funzioni svolte dal padre nei primi tre anni di vita del bambino (quindi nel periodo pre-edipico). In questa fase della vita infantile la figura maschile è davvero meno importante, oppure la differente valorizzazione del suo ruolo è la conseguenza dei limiti storici e culturali delle teorie e delle persone che le hanno prodotte? La teoria dell'attaccamento, attribuendo alle relazioni umane una funzione importante per la protezione dai pericoli e lo sviluppo di un senso di sicurezza, permette di affrontare il problema delle funzioni genitoriali in una luce diversa. Tale punto di vista, che integra la visione psicoanalitica con quella offerta da altri modelli teorici, segue una prospettiva "etologica" e considera i comportamenti genitoriali (assieme ad altri legati alla protezione dai pericoli, all'accudimento e alla sessualità) come schemi di origine biologica finalizzati alla sopravvivenza dell'individuo e della sua prole. Attraverso le esperienze individuali, particolarmente quelle della prima infanzia, questi schemi assumono caratteristiche precise e distinte in ciascun individuo per adattare al meglio le esigenze personali e quelle della specie alle singole condizioni ambientali.

Modelli di interdipendenza

"Adista - Documenti", 2017

Federico Battistutta 1. "L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, e di quelle che non sono in quanto non sono". Così andava dicendo nelle strade e nei palazzi di Atene, intorno al V secolo a.C., Protagora, pensatore greco passato alla storia per la sua abilità nell'abbinare l'amore per la dialettica ai piaceri del denaro (fu il primo a vendere il proprio insegnamento). Ancora si sta discutendo su cosa intendesse bene il filosofo di Abdera con questa frase, comunque sia quel che è certo è che tutto il mondo naturale viene compreso a partire dall'essere umano. Unità di misura in verità un po' strana: prima di misurare l'altro a partire da sé sarebbe stato opportuno definire l'unità di misura in questione -l'essere umano -portando a compimento quel "conosci te stesso" che campeggiava all'ingresso del tempio di Apollo, a Delfi, sempre in terra greca. Come pretendere di misurare ogni cosa a partire da sé, se poi non si vuole sondare quel sé? Dove ha inizio e dove termina? Il fatto che il sé dell'umano languisca per lo più allo stato di "terra incognita" -a parte qualche timida esplorazione (dalle pratiche meditative e contemplative alle più recenti psicologie del profondo) rispetto all'esplorazione e alla predazione del mondo esterno -ne ha causato nel corso del tempo uno sviluppo ipertrofico, debordante, finanche patologico. Se si fosse osato percorrere davvero tale esplorazione si sarebbe scoperta l'impossibilità radicale di ergersi a unità di misura. Secondo le scienze del linguaggio (e qui ci riferiamo principalmente ai lavori di Benveniste) la nozione di misura è resa dalla radice indoeuropea "med-" che sta alla base di un ampio spettro semantico, con espressioni che significano pensare, riflettere, meditare, curare e, appunto, misurare. Ma anche la parola sanscrita maya (che vuol dire illusione) è imparentata con la medesima radice. Vale a dire: quando qualcosa viene posto come misura e identificata con l'essenza stessa della realtà, disconoscendo così ogni interdipendenza, la fitta rete nella quale ogni cosa sostiene ed è sostenuta da tutte le altre, allora, proprio allora, la misura si reifica e diviene illusoria (più o meno a queste conclusione giunse il fisico D. Bohm riflettendo sulla nozione di misura tra Oriente e Occidente). E le illusioni, scambiate per realtà, possono giocare pessimi scherzi.

Più di due: verso uno statuto giuridico della famiglia poliamore.

Rivista Critica del Diritto Privato, 4, 2017

Il contributo si propone di individuare, a diritto vigente, uno statuto giuridico della famiglia poliaffettiva. L'analisi del nostro ordinamento attraverso il dispositivo del poliamore permette, altresì, di sottoporre a scrutinio critico alcuni dei dogmi fondanti del nostro diritto di famiglia.