Hrabanus Maurus’ Angelology: An Examination of Poem 3 and Poem 4 in De Laudibus Sanctae Crucis (Vatican Apostolic Library Codex Reginensis latinus 124) (original) (raw)

Melos e iubilus nelle Enarrationes in Psalmos di Agostino d’Ippona. Una questione di mistica agostiniana: Augustinianum 41/2002, 383-413

Negli scritti di Agostino è facile notare una grande sensibilità per la musica. Malgrado un'intera sua opera, il trattato De musica, sia dedicata al tema, non è in esso che va cercato il contributo agostiniano più originale: la musica viene infatti qui considerata solo nel suo aspetto teorico, in connessione con la matematica. L'aspetto pratico, cioè la musica come melos, non riceve invece una trattazione sistematica, per la quale Agostino afferma di non aver avuto tempo. Molte tracce del suo pensiero in merito si possono tuttavia raccogliere dalle Enarrationes in Psalmos, nelle quali spicca con un rilievo tutto particolare il tema dello iubilus, grazie al quale Agostino tematizza il «canto senza parole». Il concetto di ineffabilità connesso a questo canto melodico, oltre ad essere uno dei temi maggiori della tradizione filosofica platonica, contribuisce a delineare alcuni connotati della mistica agostiniana.

“De sancta Trinitate Dialogus IV: note critiche alla versione latina”, Classica et Christiana 3, 2008, pp. 69-81.

Il corpus dei cinque Dialogi de sancta Trinitate (PG 28, coll. 1114(PG 28, coll. -1286, probabilmente di epoca bizantina, è composto di testi attribuiti ad Atanasio, ma che in realtà sembra siano stati scritti in luoghi e momenti differenti: i primi due combattono l'arianesimo, il terzo attacca un macedoniano, gli ultimi sono inseriti nella polemica antiapollinarista. In vista della prossima edizione del Dialogus IV (CPG 2284) e delle versioni latina e armena, si propongono qui alcune note al testo latino, precedute da una sintetica presentazione della tradizione manoscritta, di cui si daranno indicazioni più dettagliate in altra sede. Nella discussione di alcuni passi si noterà che, come aveva già intuito Bizer 1 , la versione latina e armena ebbero probabilmente un modello greco comune che diverge dalla tradizione greca giunta a noi.

L’ORATIO IN DIE CIRCUMCISIONIS DOMINICAE DI BERNARDINO LÓPEZ DE CARVAJAL un esempio di oratoria sacra alla fine del Quattrocento

Rivista internazionale di studi storico-filologici sulle fonti, 2023

The aim of this research is to analyze The Oratio in die Circumcisionis dominicae delivered by Castilian theologian and future cardinal Bernardino López de Carvajal before Pope Sixtus IV in 1484 and printed in the same year by Stephen Plannck. The sermon is particularly interesting because it testifies to the moment of transformation of sacred oratory: in fact, it belongs to the scholastic tradition but shows some new content, such as the focus on patristics and the Christological theme.

Iacopo da Varazze, Sermones de sanctis. Volumen diffusum. De sancto Georgio, de inventione sancte Crucis, de sancta Maria Magdalena, de sancta Margarita

Testi editi da Federica Amore, Maria Ferraiuolo, Ileana Lombardi, Giovanni Paolo Maggioni. A cura di Giovanni Paolo Maggioni ➡️ https://bit.ly/3cx0Lxa Sono qui pubblicati per la prima volta alcuni sermoni de sanctis scelti dalla raccolta, da poco scoperta e finora inedita, che iacopo da Varazze chiamò volumen diffusum, distinguendolo dal volumen breve, l’altra sua raccolta di sermoni agiografici. il testo offre numerosi motivi di interesse, non ultimo il fatto che l’autore si rivolga ai suoi confratelli dell’ordine domenicano, assecondando una loro richiesta esplicita e mostrando come si potessero sviluppare i succinti sermoni schematicamente composti nel volumen breve. Il paragone tra le due raccolte è dunque interessante, perché permette di cogliere alcune peculiarità della predicazione domenicana e le articolazioni strutturali che erano introdotte per rendere un sermone maggiormente efficace e far sì che fosse pienamente compreso da un pubblico più erudito e più dottrinalmente preparato. Della diversa struttura dei sermoni nelle due raccolte viene dato conto in questo volume paragonando gli schemi dei testi corrispondenti. L’edizione utilizza come testimoni di base due manoscritti laurenziani, che sono stati oggetto di uno studio codicologico e sono stati confrontati con gli altri codici più antichi per emendare gli errori palesi.

"Rogo Christe, tibi laudes". Analisi della Passio SS. Dativi, Saturnini presbyteri et aliorum. Parte II.

2009

Seconda parte di un lavoro qui precedentemente pubblicato [in "Ager Veleias", 4.05 (2009), pp. 1-43], il testo in questione analizza il contenuto della Passio SS. Dativi, Saturnini presbyteri et aliorum mettendo in luce i principali topos della letteratura martirologica ed evidenziando le numerose interpolazioni, indici di uno scontro redazionale circa la paternità del testo che oppose, sulla carta e fisicamente, il movimento donatista e la Chiesa cattolica nell'Africa del IV secolo.

«In proprias laudes odiosa iactatio» (Cypr., Don. 4): l’accezione cristiana di una sentenza classica

In proprias laudes odiosa iactatio (Cypr., Don. 4): l'accezione cristiana di una sentenza classica All'indomani della sua conversione al cristianesimo Cipriano, già retore formatosi secondo i programmi della tradizione scolastica antica, scelse di abbandonare il ricco patrimonio culturale classico e di dedicarsi unicamente a Dio; nelle sue opere, tutte posteriori alla conversione, è stato infatti notato 1 , non compare alcuna citazione classica e nessun autore pagano è mai menzionato esplicitamente. Tuttavia è facile riscontrare nella produzione ciprianea reminescenze e allusioni alla letteratura greca e latina che, nonostante ogni intento programmatico, traspaiono inconsciamente nelle pagine del vescovo cartaginese 2 . 1 H. Hagendahl, Cristianesimo latino e cultura classica. Da Tertulliano a Cassiodoro, trad. it., Roma 1988, 59-63. 2 Vasta la bibliografia in merito; cfr. ad esempio U. Moricca, Di alcune probabili fonti d'un opuscolo di S. Cipriano (Ad Donatum), «Athenaeum» 5 (1917), 124-158; U. Koch, Cyprianische Untersuchungen (Arbeiten zur Kirchengeschichte 4), Bonn 1926, 286-333; G. Stramondo, Echi e riflessi classici nel De mortalitate di Cipriano, «Orpheus» 10 (1963), 159-185; V. Buchheit, Cyprian-Seneca und die laudes agricolarum Vergils, «Rheinisches Museum» 122 (1979), 348-359; S. Deléani-Nigoul, Limes viae. Essai d'interprétation philologique et littéraire d'une alliance de mots utilisée par Cyprien, «Revue de Philologie» 58 (1984), 245-262; H. Montgomery, Saint Cyprian's secular heritage, in Studies in ancient history and numismatics presented to Rudi Thomsen, Aarhus 1988, 214-223; C. Lo Cicero, La persecuzione come punizione divina in Cipriano: motivi biblici e classici, «Res publica litterarum. Studies in the classical tradition» 15 (1992), 91-97; E. Zocca, La senectus mundi. Significato, fonti e fortuna di un tema ciprianeo, in Studi sul cristianesimo antico e moderno in onore di M.G. Mara, a c. di M. Simonetti e P. Siniscalco (= «Augustinianum» 35/2), Roma 1995, 641-677; M. Szarmach, Die Anspielungen auf die heidnische Literatur in De bono patientiae des Hl. Cyprian, in Worte, Bilder, Töne. Studien zur Antike und Antikerezeption B. Kytzler zu ehren, hrsg. von R.