Recensione a Andrea Grillo, Cattolicesimo e (omo)sessualità (original) (raw)

Questa pubblicazione arricchisce una serie di innovative opere di teologia sul rapporto tra Chiesa e omosessualità apparse di recente in Italia 1. Un tema, quindi, di cui la teologia cattolica accademica è tornata a occuparsi con approcci liberi e coraggiosi, ispirandosi all'osservazione che papa Francesco avanza in Amoris Laetitia: «La complessità delle tematiche proposte ci ha mostrato la necessità di continuare ad approfondire con libertà alcune questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali» (n. 2). Tra queste tematiche, l'enciclica contempla anche l'omosessualità (ai nn. 250-51). Del resto, scrive Grillo, è tempo di ridare voce al pensiero, senza i tentennamenti del passato: «L'unica prudenza necessaria non si identifica con […] la vaga e imbarazzante allusione, ma con la decisa urgenza di provvedere a un linguaggio riconciliato con la sostanza nutriente del depositum fidei» (p. 204). La prospettiva di fondo del testo, quindi, è chiara: le categorie con cui la Tradizione interpreta il comportamento sessuale «devono essere sottoposte a un'accurata revisione» (pp. 5-6). Ripercorrendo i capitoli, in quanto segue si evidenzieranno le novità apportate da questo libro rispetto alla letteratura recente. A partire dalla prospettiva generale: le parentesi nel lemma (omo)sessualità fanno intendere che, per Grillo «la vera questione in gioco è la "teoria della sessualità" […], il passaggio dal "sesso" alla "sessualità", cioè da una concezione fisico-funzionale a una visione personale-relazionale» (pp. 11-12). In vista di tale «elaborazione sul piano sistematico» (p. 8), che permetta un aggiornamento della morale sessuale, la prima sezione del libro ripercorre ciò che la Tradizione ha elaborato sulla sessualità negli ultimi due secoli, indicando nel passaggio da "sesso" a "sessualità" uno dei segni dei tempi che la Chiesa dovrebbe fare proprio. Dopo le aperture del Vaticano II, tuttavia, secondo l'Autore, si è imposta una "teologia d'autorità" che, incapace di comprendere e "salvare i fenomeni", si è chiusa nel tradizionalismo, impostazione che fa tuttavia riferimento alle posizioni teologiche che si sono sviluppate dopo il XVI secolo, quando l'atto sessuale è stato subordinato alle forme sociali (p. 40). In questa congiuntura storica, la tradizione si è sempre più identificata con l'ordine pubblico, da mantenere e salvaguardare, creando una società chiusa, dove Vangelo e ordine pubblico coincidono. Nello schema della società chiusa, la sessualità non appartiene alla sfera privata, bensì all'ordine sociale (p. 134).