1. Il diritto “ai tempi della peste”: qualche riflessione su alcune Novellæ giustinianee tempore pestis, in Studi sull’Oriente Cristiano 27/1 (2023), pp. 25-35. (original) (raw)

8. 2021. L. Corso e C. Nicolini Coen, Legge e giusto mezzo. La filosofia del diritto di Mosè Maimonide, Diacronia. Rivista di Storia di Filosofia del Diritto, 1, pp. 235-266

Diacronia. Rivista di Storia di Filosofia del Diritto, 1, pp. 235-266 , 2021

In this essay we discuss the philosophy of law of Moses Ben Maimon, dedicating special attention to two issues: the function of the law and the golden middle way of the classic ethical tradition. We argue that the intersection among these two issues lies in the concept of the law as an instrument to temper human excess in order to achieve an ordered society, an ethical life, and a sufficient knowledge of God. Drawing on the philosophical, ethical, and medical writings of the Jewish thinker, we argue that the achievements of good habits and an educated inclination do not make laws irrelevant and superfluous. On the contrary, human beings are required to comply with both intelligible and less intelligible rules, to the extent these rules come directly or indirectly (via interpretation) from God. The revealed law (Torah) as paradigm of limit and moderation emerges as well in Maimonides conception of legal hermeneutics. In this way, we argue that the high moral value represented by the action’s attributes of God in Jewish thought is matched by the awareness of the limits of human intellect: it is according to these limits that the Jewish law (Halakha) outlines its rules.

Razza e inGiustizia. Gli avvocati e i magistrati al tempo delle leggi antiebraiche, a cura di Antonella Meniconi e Marcello Pezzetti, Roma, Poligrafico e Zecca dello Stato italiano, 2018.

Questo libro nasce dall'iniziativa congiunta del Consiglio superiore della magistratura e del Consiglio nazionale forense, con la partecipazione del Senato della Repubblica, l’Unione delle Comunità ebraiche e la Corte di cassazione. Nel 2018 si compie l’ottantesimo anno dell’emanazione delle leggi antiebraiche. Leggi che costituirono la più grave lacerazione dei principi fondamentali dell’ordinamento giuridico e dello Stato di diritto. Il complesso tema del rapporto tra i giuristi e la normativa antiebraica è al centro del volume, che raccoglie, fuori da ogni retorica, testimonianze, riflessioni storiche, documenti e immagini originali, nonché inedite prospettive di ricerca. Si approfondisce così il ruolo dei giuristi nella formazione delle leggi antiebraiche, l’approccio estensivo o restrittivo che i magistrati adottarono nell’interpretazione e nell’applicazione delle stesse norme, le zone d’ombra, le adesioni opportunistiche e compromissorie alle posizioni antisemite del regime, così come gli sprazzi di luce gettati da coloro che si contrapposero ai princìpi discriminatori affermati nei provvedimenti e le conseguenze che la promulgazione della normativa razziale ebbe per gli avvocati e i magistrati ebrei italiani.

Praticare l'islam ai tempi del Covid-19 La giurisprudenza del Consiglio Europeo per le Fatāwā e le Ricerche

Daimon, 2021

Many countries have been forced to implement measures aimed at limiting the spread of Covid-19. These measures have also affected worshipping, especially with reference to those practices whose execution is linked to the community dimension (collective prayers, pilgrimage, feast for the end of fasting and that of sacrifice, funeral rites, etc.). In order to identify possible solutions to the problems deriving from the limits that the spread of Covid-19 has imposed on worshipping, Muslims have turned to their jurists (fuqahā᾿), who issued dozens of responses (fatāwā) to respond to the many and different requests. This contribution intends to analyse those that have been issued by the European Council for Fatwa and Research. Indeed, it held an extra session, in March and April 2020, and produced two collections of fatāwā and recommendations entitled, respectively, Juridical Developments Related to the Virus Corona Covid-19 and The Rules of Fasting and their Developments in Light of the Corona Covid-19. In addition to the presentation of the content of such responses, particularly those concerning collective prayers, the contribution is also aimed at discussing whether the solutions issued by the Council are compatible with the provisions adopted by the European governments to cope with the pandemic.

Dante, la Bibbia, il diritto. Sulle tracce di Uzzà nel pensiero teologico-giuridico medievale (Dante Studies, 133 (2015), pp. 122-146).

Dante Studies, 2015

Dante, la Bibbia, il diritto. Sulle tracce di Uzzà nel pensiero teologico-giuridico medievale* Sara Menzinger D opo essersi inerpicati per una tortuosa salita tra le rocce, Dante e Virgilio si ritrovano nella prima delle sette cornici che compongono il Purgatorio, dove i superbi scontano la propria alterigia. Un'alta parete di marmo raffigura proverbiali esempi di umiltà scolpiti con tale maestria, agli occhi del poeta, da superare non Policleto, ma la Natura stessa al confronto.1 Siamo nelle terzine che descrivono ciò che Dante stesso definisce "visibile parlare", la celebre espressione con la quale il poeta assegna un potere comunicativo verbale al messaggio marmoreo impartito da alcuni esempi di umiltà pietrificati.2 Tra le prime sculture, i poeti vedono rappresentata la storia di Uzzà,3 il quale-stando alla narrazione biblica-, unitosi al corteo di Israeliti al seguito del carro che trasportava le Tavole della Legge nel viaggio per Gerusalemme voluto da Davide, allungò una mano per sorreggere il carro inclinatosi a causa dell'intemperanza dei buoi che lo trainavano: il gesto, anziché guadagnare ad Uzzà l'approvazione divina, causò la sua morte, fulminato da Dio seduta stante per l'arroganza e l'irriverenza dimostrata.4