Oltre la natura, l'immagine Riflessioni su una storia naturale dell'immagine (original) (raw)

Al di là della parete. Paesaggio ed elementi di natura nell’illusione dell’affresco a Genova

Realtà e illusione nell’architettura dipinta. Quadraturismo e grande decorazione nella pittura di età barocca, a cura di F. Farneti, D. Lenzi, 2006

Il contributo prende in esame una particolare problematica della decorazione a fresco in ambito genovese e ligure che, tra Cinque e Seicento, rende la parete un diaframma facilmente sfondabile attraverso l’artificio pittorico per stabilire allusivamente un rapporto con lo spazio esterno, schermo sul quale proiettare un’immagine della natura non necessariamente mimetica dello spazio circostante, ma, piuttosto, elemento della sua trasformazione in dimensione ideale aperta all’antico, al mito. Nello specifico, si propone una panoramica che parte dalle esperienze di Gio Battista Castello, detto il Bergamasco, della metà del XVI secolo, ispirate alle istanze delineate tempo prima dal Peruzzi per Agostino Chigi a Roma, per arrivare, nel secolo successivo, agli interventi di Valerio Castello e di Domenico Piola, in collaborazione con i quadraturisti emiliani, da interpretare come reazione a talune forme di cortonismo ‘non compreso’.

L'immagine è la realtà: tra spettri e morti viventi

This paper investigates the concept of image and imagination. It starts with Bergson’s theories of image in “Matter and memory” that invoke a new epistemic idea according to which the image is not more a copy of reality, but reality itself. This “philosophy of image” allow rethinking the knowledge process as impersonal, released from the concept of subjectivity. Through the analysis of Blanchot we can observe how the image is similar to deads, or better, to living deads. The image, floating between what is alive and what is dead, makes trembling any separation between the effective and not‐ effective, being and not‐being, the virtual and the actual. Lastly for these reasons we have to rethink it.

IMAGO - Oltre l'iconologia

Qualche anno fa, in una precedente relazione dal titolo Il significato dell'immagine nei luoghi sacri, furono prese in considerazione varie forme di simbolismo; questo linguaggio risalente alla Preistoria, fu un idioma essenziale al Cristianesimo delle origini. Il suo significato basato soprattutto su relazioni concettuali è spesso considerato come oscuro all'essere comune e chiaro per l'iniziato. Questo successivo approfondimento riguardante l'aspetto dicotomico tra la destra e la sinistra porta alla luce alcune particolari modalità di osservazione e di percezione visiva ricche di implicazioni collegate alla letteratura, alla tradizione, alla cosmologia e addirittura agli atteggiamenti mentali e antropologici. Il desiderio è che questa relazione, ricca di citazioni, note e riferimenti bibliografici possa soddisfare una necessità di riflessione epistemologica.

Figurato e scritto: discorso delle immagini, discorso con le immagini

C.M. D’ANNOVILLE – Y. RIVIÈRE (a cura di) Faire parler et faire taire les statues. De l’invention de l’écriture à l’usage de l’explosif, CollÉFr 520, Rome 2016, pp. 353-371

The paper analyses the relationship between text and image and, consequently, between this couple (the “syncretic text”) and the beholder-reader. The research considers various cases where a statue or an image is speaking to the beholder.

Sull’utopia distopica dell’immagine

Pagine Inattuali, 2024

In these first twenty years of the XXI Century, the hybridization between real and virtual has undergone a significant acceleration whose effects - being a process still in progress - have not yet fully unfolded. This epochal transformation has betrayed the libertarian logic that the first theorists of the Net had proposed, and has imposed a socio-economic model based on the consumption of goods and men which has assumed the appearance of a contradictory utopia. A utopia that becomes a dystopia because it aims not to improve society but to affirm an simplification which impoverishes the processes of transmission of culture through an innovative use of images, that can exploit the potential expressed by the artifacts of contemporary technology. The dystopian utopia of the image has in fact three closely interconnected cornerstones: the images, the screens that project them and the Internet that disseminates them. This complex architecture is aimed at data management which data has become for this reason one of the most sought-after raw materials in current modernity.

Dalla parte delle immagini. Temi di cultura visuale

McGraw-Hill, 2022

“Cultura visuale” è un’espressione oggi sempre più comune per indicare sia il complesso insieme dei fenomeni visivi che caratterizzano e determinano la vita delle persone, sia un ben definito ambito disciplinare che si afferma a partire dagli anni Novanta in Europa e negli Stati Uniti. All’interno di quest’ultimo, questioni antiche, come quelle dello sguardo e dell’agency delle immagini, oppure problemi nuovi, come quelli posti dalle sfide del presente digitale e mediale, trovano risposte originali, intrecciando saperi e metodologie provenienti da campi disciplinari diversi. Di questi temi, il libro, nei suoi cinque capitoli ricchi di illustrazioni, affronta i principali e, per certi versi, i più urgenti, resi tali da recenti fenomeni storici e sociali: la documentalità, l’autorappresentazione, il rapporto fra immagine e corpo, le forme della creatività digitale, la vitalità delle immagini. Obiettivo del progetto rivolto principalmente a studenti di entrambi i livelli della formazione universitaria è, in particolare, la presentazione della rete di concetti, pratiche e approcci che definiscono lo studio del visivo, per offrire al lettore un sapere (questioni, sfondi, metodi) e un saper vedere (l’oggetto immagine in quanto tale). Di qui, l’importanza accordata all’analisi delle produzioni visive più diverse (dall'arte al cinema, dalla fotografia alla realtà virtuale), sempre usate come punto di sviluppo e appoggio dell’argomentazione.