Su alcuni riflessi cognitivi nel tempo online delle nuove forme della comunicazione/informazione governate dagli algoritmi. Note e appunti per una ricerca (original) (raw)

Prolegomeni ad una futura comunicazione (digitale e non)

2013

LE OPPORTUNITÀ OFFERTE dallo sviluppo di internet stanno modificando radicalmente gli scenari applicativi in sanità e medicina. Se fino a qualche tempo fa il focus delle applicazioni si concentrava solo sulla Information and Communication Technology-I&CT (telemedicina, e-service, egovernment), oggi siamo di fronte alla presenza di una rete informatica che trascina e condiziona l'informazione subordinandola alle nuove esigenze di comunicazione e integrazione in tutti i campi, configurando una compenetrazione tra assistenza sanitaria, tecnologie informatiche e decisioni nell'ambito della cura. È tale la trasformazione che alcuni studiosi propongono una nuova categoria concettuale che, superando il concetto derivato dalle innumerevoli applicazioni, possa ricomprendere il fenomeno in termini onnicomprensivi: la Cybermedicine. Un concetto che esprime me-1 Da un certo punto in avanti non c'è più modo di tornare indietro. È quello il punto cui si deve arrivare

Internet ci rende stupidi o intelligenti? Come la rete sta cambiando le nostre facoltà cognitive

Gli ambienti digitali stanno portando all’emergere di un inevitabile decadimento e deterioramento delle facoltà cognitive tradizionali tra cui la capacità di concentrazione e la memoria. Prospettive parallele parlano dell’emergere di nuove competenze e stili di attenzione come strategie di risposta agli ambienti digitali caratterizzati da una sovrabbondanza informativa che non ha precedenti nella storia umana. Lo stesso McLuhan afferma che i media modificano la nostra natura senza che noi ne siamo minimamente coscienti. Principali attori di questa dialettica sono gli studiosi Nicolas Carr (2011) e Howard Rheingold (2013), i quali rispettivamente rispondono alle domande del perché internet ci rende stupidi o intelligenti. Carr sostiene che la Rete, intesa come l’insieme multiforme di dispositivi digitali sempre connessi, è capace di ridurre la qualità delle nostre modalità cognitive di attenzione e memoria, facendoci perdere alcune facoltà intellettuali faticosamente conquistate nel corso di secoli di storia culturale: la riflessione profonda e la ricchezza della memoria collettiva e individuale. Le continue sollecitazioni degli ambienti digitali non consentirebbero l’attenzione focalizzata, la riflessione profonda e il conseguente ricordo a lungo termine alimentando, invece, una facile distrazione. Secondo Rheingold, invece, la Rete può rendere più intelligenti a patto che si acquisiscano determinate competenze. Affinché la Rete diventi un ambiente vantaggioso occorre un’educazione al suo uso senza il quale l’esperienza dei nuovi media si rileverà un caos ingestibile. The digital environments are leading to the emergence of an inevitable decay and deterioration of traditional cognitive faculties including the ability to concentrate and memory. Parallel perspectives speak of new skills and styles of attention as a response to the digital environment strategies characterized by an information glut that is unprecedented in human history. Also McLuhan says that the media change our nature without our be conscious. Main actors of this dialectic are Nicolas Carr (2011) and Howard Rheingold (2013), which respectively respond to the questions of why the internet makes us stupid or intelligent. Carr argues that Internet, understood as the multifaceted set of always-connected digital devices, decreases the quality of our cognitive mode of attention and memory, making us lose some intellectual faculties as the deep reflection and richness of collective and individual memory. The continuous stresses of the digital environments do not enable the attention focused and the deep reflection. According to Rheingold, however, the network can make more intelligent provided that you acquire certain skills. In order for Internet to become a profitable environment is necessary an education on its use without which the experience of new media will raise an unmanageable chaos.

La rete dopo l'overload informativo. La realtà dell'algoritmo da macchia cieca a bene comune

Viviamo in un’epoca caratterizzata da un eccesso di comunicazione. La disponibilità di dispositivi comunicativi associata a quella di connessione sempre più permanente ed in mobilità, ci ha abituati a pensarci in costante relazione comunicativa con gli altri, tra online e offline, e ci ha reso ‘presenti’ all’informazione. L’utopia realizzata della «società dell’informazione» produce una tensione permanente verso l’overload. Contemporaneamente l’aumento di disponibilità informativa evidenzia la necessità di operare in modi selettivi sempre più puntuali e focalizzati, al fine di orientarci e prendere decisioni: è la realtà degli algoritmi. La discussione sulla realtà degli algoritmi dovrebbe essere sottratta al dominio dell’informatica ed aprirsi all’analisi sociale ed al dibattito pubblico. In modo da cominciare a costruire un terreno negoziale capace di garantire la crescita di biodiversità del medium algoritmo, considerandolo un bene comune.

Dall'online all'onlife: Teorie del sé e ICT

This dissertation focuses on the relationship between the Self construction process and the cultural environment in which the social actors develop their personality and tries to under-stand how the virtual identity grows. The essay remarks three different kind of socialization processes, based on the digital technology interaction: analogic construction of the self - an offline condition -, online construction - a discontinuous connection - and onlife construction - a continuous connection -. Initially the dissertation describes how our society changes starting from the technologi-cal development and the crisis of the industrial system, paying attention on self-construc-tion and socialization process. Then describe the classic process of self-construction and the description of how the new technologies, ICT, are changing them. The core of the essay describes some characteristic elements of the onlife experience, for example the iper-connection, the new idea of transparency and the increasing size of information. At the end of the dissertation there are some examples of digital interaction trying to deepen the relationship between mass media technology and its audience. ------------------------------------------------------------- La tesi verte sul rapporto che intercorre fra i processi di formazione del sé e l’ambiente culturale in cui questi si sviluppano e cerca di delineare come si sviluppi l’identità digitale. Nel corso della dissertazione vengono delineati tre modelli di socializzazione, basati sull’interazione con la tecnologia digitale: quello analogico - offline -, quello online – connessione intermittente - e quello onlife - connessione continua -. La prima parte della tesi è volta a descrivere i cambiamenti che la società contemporanea sta attraversando a partire dallo sviluppo tecnologico e dalla crisi del sistema industriale, con attenzione particolare ai processi di formazione dell’identità e socializzazione. Quindi la descrizione degli schemi classici di formazione dell’identità e la descrizione di come le nuove ICT vadano a modificarli. Il nucleo centrale descrive alcuni elementi caratteristici dell’esperienza onlife, come la connessione continua, la nuova idea di trasparenza digitale e la mole di informazioni che ci forniscono le nuove tecnologie. La parte conclusiva, invece, fornisce alcuni esempi di comportamenti digitali e cerca di approfondire il rapporto fra le tecnologie mass media e la propria audience.

Reti di comunicazione nell'era dell'informazione

storiaefuturo.com

La società in cui viviamo è caratterizzata da un'intensa mobilità che ogni giorno dilata i confini dell'ici e avvicina quelli dell'ailleurs: ne consegue una visione del mondo che si restringe in cui la distanza spazio temporale non costituisce più un ostacolo ai rapporti interspaziali. Il globo risulta, metaforicamente parlando, intrappolato in una rete sempre più fitta e intensa di relazioni, di scambi e movimenti tra aree distinte, tanto che non sarebbe più possibile immaginarlo diversamente. Le reti di comunicazione costituiscono il principale mezzo di penetrazione e di appropriazione di un territorio, ne segnano i percorsi degli scambi, i luoghi del lavoro e dell'abitare, sono un segno esplicito della complessità dell'opera modificatrice dell'uomo sull'ambiente, elemento fondamentale di strutturazione del paesaggio geografico.