I Pressoi litici fra classificazione tipologica e indagine sperimentale (original) (raw)

I pressoi litici della Sardegna centrale. Analisi tipologica e indagine sperimentale.

Notizie e Scavi della Sardegna Nuragica, 2020

THE LITHIC PRESSES OF CENTRAL SARDINIA TYPOLOGICAL ANALYSIS AND EXPERIMENTAL INVESTIGATION. The stone presses constitute a fundamental element of the production process and they are of significant interest due to their historical and archaeological value. These artifacts, being considered less valuable than others, have enjoyed relative anonymity on the Island. Fur- thermore, those we are in possession of are of doubtful and mysterious origin and it is difficult to interpret their typology and age. The aim of this research project is to clarify the topic through the establishment of a stone presses sample organised by type and function. This is to be achie- ved by employing experimental archaeology, etnoarchaeology and the multi-disciplinary archae- ology of line production as approached by the ‘Archeologia dei Paesaggi’. Of these artifacts concerned with the production of wine, the millstones, l03 fixed rural wineries have been found: ll within the Guilcer area and 92 within the Barigadu area. This is in addition to 55 movable containers connected to at least other 30 wineries. Having analysed the evidence discovered, it is appropriate to assume that production was widespread in those areas for a long period of time, namely from the Nuragic period to the late Middle Ages.

Classificazioni, Tipologie, Tassonomie

tradotto in Román Reyes (cur.): Diccionario critico de ciencias sociales. Madrid. SOMMARIO: 1. Introduzione. 2. Classificazione e tassonomia come operazioni: a) la classificazione intensionale; b) la classificazione estensionale; c) l'assegnazione alle classi, ai tipi e ai ταξα . 3. Schemi di classificazione, tassonomie, tipologie come prodotti: a) gli schemi di classificazione; b) le tipologie; c) le tassonomie. 4. Il ruolo delle operazioni classificatorie: a) la fallacia essenzialista; b) la fallacia scientista; c) conclusione. Bibliografia.

Tipi sociali come categoria scientifica

La messa a punto delle tipizzazioni dei fenomeni ha spesso segnato per le scienze moderne un punto di svolta critico, dando in qualche caso anche l’avvio ad una “rivoluzione scientifica”. Basti pensare alle vicende legate al concetto di specie nella storia della biologia o a quelli di moto, campo e sistema di riferimento nella storia della fisica. Anche le scienze sociali mostrano questa marcata tendenza. Quello dei tipi sociali è, infatti, un tema classico da Tönnies a Durkheim, Weber, Mosca, Pareto, fino a Parsons ed anche oltre (per una rassegna v. Martindale in: Gross 1959). A dispetto, però, di questa indiscutibile centralità metodologica ed epistemologica, all’esame dei fondamenti dei tipi scientifici è mancato finora un confronto con le ricerche teoriche ed empiriche che si sono venute accumulando nel corso della seconda metà del Novecento sul processo cognitivo della categorizzazione. In questo saggio affronteremo il concetto di tipo sociale che Weber, prendendo a prestito un termine già usato dallo storico Georg Jellinek, definì Idealtypus. Anche se non tutti i concetti sociologici sono tipico-ideali, sono però questi, per Weber, a distinguere nettamente le scienze sociali dalle scienze naturali, le quali rimarrebbero, invece, saldamente ancorate al modello classico del concetto. Vedremo che, al contrario, è in corso una rivisitazione in chiave “ideale” sia per i concetti-classe dell’esperienza quotidiana, all’interno della psicologia cognitiva, sia per quelli delle stesse scienze fisico-naturali, all’interno della filosofia della scienza. In nessuno dei casi, comunque, vi è ancora una concezione alternativa al modello classico completamente soddisfacente. In questa sede si mostreranno quali sono le opzioni al momento disponibili, che rilanciano, complessivamente, l’interesse per l’Idealtypus weberiano.

Accensioni preistoriche fra tracce e tecno-tipologie litiche

Biblioteca Istituto di Storia della Cultura Materiale (ISCM), All’Insegna del Giglio., 2021

Abstract The origins of the anthropic use of fire are lost in a chrono-environmental and cultural intriguing complexity which it seems possible to articulate in the following main evolutionary stages: - the hypothesis that the opportunistic use of fires naturally lit in African savannahs may have contributed to the first experiences (opportunistic predation) of eating cooked meat, "grabbed" from the outcome of fires; - the oldest traces of "preserved fire" known so far, dating back to 1 million years ago in the Wonderwerk cave, in South Africa; - the most ancient "structured hearths" found, for example, in the Spanish cave of Bolomor and dated to around 250,000 years ago, but also the traces (dated to around 175 ka) of "transported fire" found in the French cave of Bruniquel; - the wear traces that the (subsequent) ignition techniques may have produced.

Le tavolette enigmatiche dell'età del Bronzo proposta di raggruppamento tipologico

Da circa un secolo un mistero archeologico che riguarda la preistoria europea sta mettendo alla prova studiosi di varie nazionalità: le cosiddette "tavolette enigmatiche", secondo la terminologia che si è affermata in ambito italiano a partire dagli anni '60. Questo termine evidenzia il fatto che, nonostante tutti i tentativi di interpretazione e di approccio al problema, questi oggetti rimangono ancora un vero e proprio enigma anche se, come fanno notare A. Piccoli e A. Zanini (1999: 67), il termine "tavoletta" implica già l'identificazione di un supporto epigrafico, quale potrebbe essere ad esempio un sistema di conteggio o di registrazione; sarebbe quindi più corretto chiamarle "tavolette impresse". Alla luce dei numerosi ritrovamenti, che al giorno d'oggi ammontano a circa 300 esemplari, è difficile fornire una definizione unitaria di questi manufatti, vista la varietà di forme, materiale, morfologia, tipo di impressioni eseguite, "segni" 1 utilizzati ecc…, ma si può affermare che si tratta di oggetti di piccole dimensioni in genere di terracotta, con alcuni esemplari in pietra, che recano su di una faccia, o su entrambe, delle impressioni praticate prima della cottura, disposte, nella maggioranza dei casi, su registri o "righe" 2 . Il mistero che avvolge le tavolette enigmatiche dell'età del Bronzo, non può essere paragonato a quello che, ad esempio, concerneva gli antichi geroglifici egiziani ai tempi di J. F. Champollion. Nel caso di scritture indecifrate, infatti, si parte già dal presupposto di base che ciò che si sta analizzando è un codice, una scrittura. Delle tavolette enigmatiche, invece, non si è ancora potuta stabilire con certezza la funzione primaria: oggetti utilitari, cultuali, sistemi di notazione, conteggio, scrittura? Nel corso di circa un secolo, molte sono state le interpretazioni, di cui alcune meno, altre più verosimili. Alcune ipotesi sono state ritenute non valide, come quella di stampi fusori o di calendari lunari . Tuttavia nessuna teoria alternativa ha potuto trovare una prova certa della sua validità 3 . Grandi progressi sono stati fatti, invece, nell'analisi di questi manufatti. A partire dagli anni 70', con le pubblicazione di L. Fasani (1970) e S. Bandi (1974), si comincia ad inquadrare il fenomeno in una prospettiva più ampia. Ci si rende conto che non è possibile analizzare il fenomeno all'interno dei propri confini nazionali, ma è necessario stabilire confronti e rapporti con le altre aree europee interessate. Nel 1976 A. Piccoli pubblicò una prima tavola sinottica con l'identificazione dei segni noti e la loro distribuzione europea (Piccoli, 1976) e, più tardi, la creazione di un Corpus analitico delle tavolette europee da parte di A. Piccoli e A. Zanini (Piccoli, Zanini, 2011), ha rappresentato un grande traguardo in questa direzione.

Problemi metodologici e categorie di analisi

Idoc Internazionale, n.5-7, 1979

In “Idoc Internazionale, n.5-7, giugno-luglio 1979, pp. 144, estratto pp. 72-74, con l’Indice e la Presentazione, pp. 7. Comunicazione al Convegno di studi “Rinascita del religioso?”, Firenze, 18-20 maggio 1979. Relazioni: I. Mancini, G. Miccoli, C. Molari, pp. 2-44. Comunicazioni, pp. 45-116. dibattito, pp. 117-144. L’indice del numero è inserito nell’estratto.

Schemi di classificazione e ricerca comparatistica

Diritto pubblico comparato ed europeo, 2017

The article deals with the relationships between legal comparison and classifications, taxonomies and ty-pologies. Starting from the reflections developed by Husserl in his book The Crisis of European Sciences and Transcendental Philosophy, the author discusses the idea of scientific research, its connection with the life-world, and the consequences of Husserl’s approach for the methodolo-gies of social sciences. In this context, the article discusses the role of classifications within com-parative research by focusing on the methodological problems that arise from it.

VERUCCHIO Classificazione tipologica delle Lance-giavellotti

Immagini di uomini e di donne dalle necropoli villanoviane di Verucchio. Atto delle giornate di studio dedicate a Renato Peroni- Quaderni di Archeologia dell'Emilia Romagna 34, 2015

La classificazione tipologia delle armi di Verucchio: le punte di lancia/giavellotto sono l'arma per eccellenza con un numero di attestazioni notevole

ESPERIENZE METODOLOGICHE ED APPLICATIVE NELLA REDAZIONE DELLE CLASSIFICAZIONI ACUSTICHE DEI COMUNI UMBRI

crbnet.it

L'approvazione del recente Regolamento Regionale n. 1 del 13/8/2004 [1], in attuazione della Legge della Regione Umbria sull'inquinamento acustico n. 8 del 6/6/2002 [2], ha per la prima volta delineato precise modalità nella redazione delle classificazioni acustiche comunali, introducendo, sotto taluni aspetti, elementi di novità a disposizione delle amministrazioni pubbliche nelle operazioni di disciplina acustica del territorio comunale.