Giovanni Battista Riccio Il secondo libro delle divine lodi (Venezia, 1614), eds. Chiara Comparin, Gabriele Taschetti (original) (raw)

La «Cetra delle divine lodi» del p. Gregorio Ferrari (1639), in Rivelazioni. Scritture di donne e per donne nell’Italia della prima età moderna, a cura di Erminia Ardissino e Elisabetta Selmi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2023, pp. 429-449 (ISBN 9788893597692; eISBN 9788893597708).

The subject of the study is a devotional miscellany published in Milan in 1639 as the work of a «devout religious», but which can be attributed with certainty to the authorship of the Jesuit Gregorio Ferrari (1580-1659): a figure at the centre of the religious ferments of the city's community, whose commitment to the spiritual direction of nuns and lay penitents in search of perfection was already known. Based on the continuous alternation between poetic inserts and an apparatus of exegetical-edifying commentary in prose, the corpus of material offered by the Cetra delle divine lodi was intended to meet the support needs of a heterogeneous public, which found particularly strong agreement in the female devotee world, as documented by significant documentation on the fortune the text had known.

I primi due “Libri delle rime spirituali” (Venezia, al segno della Speranza, 1550) e l'opera di Antonio Agostino Torti, in «Rivista di letteratura religiosa italiana», I (2018), pp. 39-73

The article analyses the first two Libri delle rime spirituali [Books of Spiritual Poems], printed in Venice in 1550 – one of the most important cases of religious anthology in the Italian XVIth century. Following the summary of the content of these works, the article aims to provide the sources employed to make the books and to analyse the subject. The discovery of two manuscripts containing Antonio Agostino Torti’s works, one of the anthologised authors, can illuminate both his religious and literary background, as well as the heterodox outline of the printed anthology.

>Niccolò Longhi da Viggiù (sec. XVI) e scalpellini tardosettecenteschi: Sant’Andrea (1570)<, ne «La Basilica di San Pietro in Vaticano», a cura di Antonio Pinelli, Franco Cosimo Panini Editore, Modena 2000, «Testi/Schede», pp. 832-834, e «Atlante**», pp. 1085-1087

Tutti i diritti riservati. essuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e attraverso qualsiasi mezzo elettronico o meccanico, incluse fotocopie, senza il preventivo permesso scritto di Franco Cosimo Panini Editore.

Giovanni Pontano. Le lodi divine, a cura di Sandro Princiotta

Umanesimo e Rinascimento (11), 2020

profilo, p. 9. 4 Per le vicende relative alla vita di Giovanni d'Aragona, cfr. SOLANO COSTA, Notas para una biografia, pp. 3-70. 10 Sulla stratificazione redazionale del De laudibus divinis, cfr. MONTI SABIA, Per l'edizione, pp. 361-409 e infra.

A. La Monica, Il dio nascosto e i tre anelli: Novellino LXXIII, Decameron I 3 e Aventuroso ciciliano (qqq) in "Studi sul Boccaccio", 50, 2022, pp. 69-91.

Il saggio esamina lo sviluppo del tema narrativo dei ‘tre anelli’, simboli delle tre religioni monoteiste, nella tradizione letteraria dei secoli XIII e XIV, durante i quali il testo si modifica soprattutto nel passaggio tra il genere dell’exemplum e quello della novella. La versione boccacciana (Dec. I, 3), che costituisce l’oggetto privilegiato dell’indagine, si avvale della tradizione precedente, presentando le maggiori novità attraverso i suoi protagonisti: Melchisedech e il Saladino. L’articolo dimostra che a mutare è soprattutto la funzione degli anelli, il cui valore taumaturgico, rappresentato dalla tradizione esemplare, viene sostituito nella sua forma novellistica (dal Novellino all’Avventuroso ciciliano) dai valori economici ed estetici. The essay examines the development of the narrative theme of the 'three rings', symbols of the three monotheistic religions, in the literary tradition of the thirteenth and fourteenth centuries, during which the text changes especially in the transition between the genre of the exemplum and that of the novella. The Boccaccian version (Decameron I, 3), which is the privileged object of the investigation, makes use of the previous tradition, presenting the major innovations through its protagonists: Melchisedech and Saladin. The article shows that it is above all the function of the rings to change, whose thaumaturgical value, represented by the exemplary tradition, is replaced in its novelistic form (from the Novellino to the Avventuroso Ciciliano) by economic and aesthetic values.

>Bottega di Paolo Romano, Isaia da Pisa e “Maestro di Pio II”: Lunette coll’Ostensione del capo di sant’Andrea (1463-1464)<, ne «La Basilica di San Pietro in Vaticano», a cura di Antonio Pinelli, Franco Cosimo Panini Editore, Modena 2000, «Testi/Schede», pp. 860-864, e «Atlante**», p. 1138

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