Un'altra cena rovinata. Saggi scelti (original) (raw)
Le cene di Cerere (Plaut. Men. 101)
Novom aliquid inventum Scritti sul teatro antico per Gianna Petrone, 2018
The expression Cerealis cena, used by Plautus in Men. 101 to indicate a ‘gargantuan banquet’, occurs only in this passage. On a stylistic level, this iunctura is fully in tune with Plautus’ verbal humour and seems to be an occasional creation rather than a common figure of speech. The expression, however, would be more meaningful, if considered as an allusion to the ieiunium Cereris, which was established in Rome in 191 BC. This possibility would also provide an element for dating the Menaechmi, whose chronology has always been difficult to determine.
L’Ultima Cena. Un’indagine ancora in corso su uno degli avvenimenti chiave per la cultura occidentale e per tutta l'umanità., 2016
L’Ultima Cena. Un’indagine ancora in corso su uno degli avvenimenti chiave per la cultura occidentale e per tutta l'umanità
2019 - Semiotica del cibo comico
Quando ci si trova invitati a una cena un po’ noiosa, non c’è modo migliore per ravvivarla che esclamare, all’arrivo dell’antipasto “all’italiana”: “scusate, io sono vegano!”. A meno che non siate circondati da altri vegani, comincerà una conversazione interminabile in cui sarete costantemente al centro dell’attenzione; vi si chiederà di spiegare cos’è un vegano, di distinguerlo da un vegetariano, da un fruttariano, di motivare la vostra scelta, di raccontare quello che mangiate, di come vi difendete dalle supposte conseguenze deleterie del veganesimo per la vostra salute, più in generale di rintuzzare questa o quella critica contro la vostra dieta, di rassicurare questo o quel commensale sul fatto che può continuare a mangiare prodotti di origine animale in vostra presenza, fino a dettagli minuti riguardanti il mitico miglioramento della vostra vita sessuale, il vostro senso di colpa nel mangiare i vegetali, etc. etc. A un certo punto, che lo vogliate o meno, che conosciate i commensali o meno, il vostro veganesimo comincerà a essere oggetto di una serie infinita di battute, freddure, barzellette; c’è chi tirerà fuori il cellulare con un ghigno per farvi vedere le foto del suo ultimo agnellino allo spiedo e chi vi metterà sotto gli occhi l’ennesimo meme virale sui vegani. In effetti, ce ne sono a migliaia, spesso molto divertenti. Di poche categorie di esseri umani oggi si sorride, si ride, e si cerca di far ridere o sorridere così tanto quanto dei vegani. Appoggiandosi sull’abbondante letteratura semiotica sul comico e sulle barzellette, e analizzando il vasto corpus accumulato personalmente dileggio dopo dileggio, la comunicazione cercherà di rispondere alle seguenti domande: 1) Come si ride del veganesimo oggi? Quali ne sono le possibili cause socioculturali? E gli effetti pragmatici? 2) Più in generale, quali sono le occasioni in cui ridiamo a proposito del cibo, e quale valore ha tale umorismo nel far circolare politiche gastronomiche non scritte, col loro corredo di normatività diffusa ma non per questo meno stringente? 3) Che rapporto c’è fra il ridere dei vegani e il ridere di altre minoranze, gastronomiche (vegetariani, hallal, kasher) e non?