SFERA PUBBLICA, GIOVANI MIGRANTI, INTERSEZIONALITA': ALCUNI ELEMENTI DI ANALISI (original) (raw)

LA "CRISI MIGRATORIA" E LA CRISI DELLA SFERA PUBBLICA

LA "CRISI MIGRATORIA" E LA CRISI DELLA SFERA PUBBLICA, 2019

This paper analyses the quality of the online public debate about the contemporary migration phenomenon known as 'refugee crisis' to detect some characteristics of participation and re-articulate the themes developed in the online public sphere. Specifically, the paper analyses the debate encouraged by users on Facebook through their comments as a practice of access and participation in social media. The empirical basis of the proposed case study consists in a corpus of comments left by users under articles about the "refugee crisis" and posted on Facebook by three Italian newspapers between 2016 and 2018. Starting from the notion of degradation of the public sphere, this study aims to critically reflect on the role of comments, trying to define a public sphere model that includes online participatory forms. On the one hand, this can promote informed citizenry and collective reflection; on the other, it may increase opinion radicalization, polarization and the spread of niche audiences. 1. Dalla tradizione teorica della sfera pubblica alla networked public sphere Il riferimento al pensiero di Jürgen Habermas 1 rappresenta un passaggio obbligato al fine di riflettere attorno alla rete come spazio di sfera pubblica e costituisce un inevitabile punto di partenza per sviluppare l'analisi delle forme più recenti di dibattito pubblico online. Sebbene il modello di sfera pubblica e l'etica del discorso elaborata da Habermas abbiano sollevato una serie di questioni critiche, essi forniscono un orizzonte normativo per pensare ai nuovi media, alla partecipazione e al giornalismo, ispirando innumerevoli iniziative di ricerca (Dahlgren, 2013). Nonostante la vasta ed eterogenea letteratura pluridisciplinare, vi è ampio accordo nel definire la sfera pubblica come un'arena discorsiva nella quale si dibattono i problemi e le istanze della società, ossia i temi che riguardano tutti i cittadini e sono di interesse generale, secondo un "moto di generazione" degli argomenti che è cambiato nel corso degli anni, così come sono cambiati gli strumenti di comunicazione (Mazzoli 2012, p. 20). La concettualizzazione tradizionale di sfera pubblica mette in luce gli ideali democratici sui quali viene costruita l'etica del discorso. Tali ideali invocano una discussione pubblica che vede i partecipanti impegnati nella mutua comprensione dell'altro attraverso il rispetto di principi basilari come il pluralismo e la tolleranza che implicano l'assunzione di azioni che aderiscono a un protocollo razionale ed etico della conversazione (Ruiz et al. 2011). Il discorso razionale necessita, dunque, di essere pubblico ed inclusivo, capace di assegnare uguali diritti alla comunicazione dei partecipanti ed esige sincerità al fine di far emergere la migliore argomentazione razionale (Habermas 1992). Tali presupposti rappresentano una situazione linguistica e discorsiva definita ideale 2 nella quale tutti i partecipanti sono impegnati nella ricerca delle verità senza agire in modo strategico (Habermas 1983). 1 Il testo più noto e citato, Strukturwandel der Öffentlichkeit del 1962, tradotto in inglese nel 1989 come The Structural Transformation of the Public Sphere, e in italiano nel 1974 come Storia e critica dell'opinione pubblica, è diventato il riferimento fondamentale per diverse discipline accademiche dalla sociologia, dai media studies alla scienza politica fino alla filosofia politica. 2 Si riportano le parole di Habermas: "Coloro che partecipano all'argomentazione non possono fare a meno di presupporre che la struttura delle loro comunicazione escluda, per via di caratteristiche da descrivere formalmente, qualsiasi coazione che, oltre a quella costituita dall'argomento migliore, influisca dall'esterno sul processo di intesa o ne derivi, e quindi neutralizzi ogni movente che non sia quello della ricerca cooperativa della verità" (Habermas 1983, p. 99).

FALLIMENTO DI SOCIETÀ IN HOUSE E RELAZIONE INTERORGANICA: L'ATTESO PUNTO DI CONCILIAZIONE NELLA RECENTE GIURISPRUDENZA

Il diritto fallimentare e delle società commerciali, 2020

Lo scritto, traendo spunto da due recenti sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato, esamina la questione della compatibilità tra la "relazione interorganica" del legame partecipativo tra socio pubblico e società in house providing e la personalità giuridica di quest'ultima, giungendo finalmente ad un punto di conciliazione, in discontinuità con la giurisprudenza anteriore. Si è inteso, dunque, fare chiarezza sul concetto di "relazione interorganica", alla luce della definizione di controllo analogo positivizzata dalla normativa europea e interna, nonché in considerazione della funzione cui assolve la personalità giuridica, in particolare in materia di società a partecipazione pubblica. Guardando alle norme del Testo Unico sulle società a partecipazione pubblica, ci si interroga, in particolare, in ordine alle prerogative dell'organo amministrativo delle società in house providing, anche alla luce del regime di responsabilità codificato dall'art. 12. Infine, ci si sofferma sull'approccio funzionale di matrice europea, richiamato dalle citate sentenze, al fine di evidenziare come la natura pubblicistica degli interessi in gioco comporti talvolta l'esigenza di una deviazione dalla disciplina privatistica, senza tuttavia giustificare l'abbandono della natura giuridica privatistica della società in house, sposando forme di riqualificazione (pubblicistica) oggi più che mai in contrasto con lo spirito del Testo Unico.

Gli spazi urbani dell'immigrazione in Italia Marginalità e nuove frontiere

Marginalità e nuove frontiere RIASSUNTO: Gli spazi urbani dell'immigrazione in Italia. Marginalità e nuove frontiere Il contributo rivolge l'attenzione alle trasformazioni che hanno interessato il fenomeno urbano e alle modalità e agli strumenti necessari per comprendere questi cambiamenti. L'esemplificazione scelta si riferisce al fenomeno migratorio nelle città italiane e alle possibili tematiche, ai campi di azione su cui esercitare i diversi metodi di indagine. Le trasformazioni del paesaggio imposte dalla presenza dei migranti diventano pertanto efficaci cartine al tornasole per leggere i cambiamenti che interessano le città negli ultimi tre decenni.

Spazi e “cose” dell’immigrazione Marco Cremaschi, postfazione a: Carlotta Fioretti, Inclusione fragile. Migrazioni nei centri minori del Lazio, Quaderni di Urbanistica3, Roma.

L’epoca della ricomposizione planetaria delle scale geografiche e delle forme di movimento ci espone tutti a un interrogativo sulla mobilità sociale e spaziale. E’ possibile immaginarne delle forme di governo, e se si’, quali ne sono le conseguenze sociali e le proiezioni territoriali, come cambia in particolare il rapporto tra il locale e il globale, tra cio’ che è mobile e cio’ che è immobile? La risposta a questa domanda occuperà i ricercatori e i politici nei prossimi anni. I lavori di questo volume, nei limiti delle possibilità di una ricerca universitaria, cercano pero’ di darvi risposta. Le città e le traiettorie di immigrazione sono i nodi congiunti delle riflessioni qui presentate su alcune realtà del Lazio, che forse introducono questioni più generali. Il pregio principale di questi lavori è che, soprattutto, mettono in causa la nozione di frontiera, di limite, di perimetro a tutte le scale geografiche e spaziali. In particolare, il modo di pensare e di affrontare l’organizzazione metropolitana è già cambiato . Si riducono cosi’ le differenze tra l’esperienza e i problemi di chi vive in piccole comunità o in grandi centri; l’inserimento dei nuovi arrivati, che si installano contemporaneamente in un nuovo luogo e in una rete translocale; il carattere materiale della ospitalità, che produce nuovi spazi e nuove relazioni. Questi tre temi, qui brevemente trattati, mi sembrano offrire un programma di lavoro importante per il prossimo futuro.

SULLE TRACCE DELLE PRINCIPESSE MIGRANTI. UN DOSSIER SICILIANO

Le vicende matrimoniali delle figlie dei sovrani di Sicilia tra XII e XIV secolo tracciano in filigrana il disegno della storia della monarchia creata dagli Altavilla che sarà assorbita dalla Corona d’Aragona all’inizio del XV secolo. Si passa così dalla rete costituita dai matrimoni delle figlie di Roberto il Guiscardo e del conte Ruggero, che va dalla Catalogna all’Ungheria e dall’Impero di Enrico IV a quello di Costantinopoli, attraverso i cambiamenti dell’età degli Hohenstaufen, al lungo isolamento dovuto alla guerra del Vespro abilmente gestito da Federico III in difficile equilibrio tra eredità sveva e aragonese, fino alla gravissima crisi che segue la sua morte e alla pandemia della peste che vede la monarchia siciliana soffocata dai grandi feudatari e assediata da quella aragonese. Le vicende di Maximilla e Olimpiade d’Altavilla, Costanza di Svevia, Violante d’Aragona, Costanza di Sicilia e delle altre segnano altrettanti momenti cruciali della storia del Regno. The marriage events of the daughters of the sovereigns of Sicily between the twelfth and fourteenth centuries trace in filigree the design of the history of the monarchy created by the Altavilla that at the beginning of the fifteenth century will be absorbed by the Crown of Aragon. Thus we pass from the network constituted by the marriages of the daughters of Robert Guiscard and Count Roger, which goes from Catalonia to Hungary and from the Empire of Henry IV to that of Constantinople, through the changes of the age of the Hohenstaufen, to the long isolation due to the war of the Vespers skillfully managed by Frederick III in difficult balance between Swabian and Aragonese heritage, until the very serious crisis that follows his death and the pandemic of the plague that sees the Sicilian monarchy suffocated by the great feudal lords and besieged by the Aragonese one. The events of Maximilla and Olimpiade d’Altavilla, Costanza di Svevia, Violante d’Aragona, Costanza di Sicilia and others mark as many crucial moments in the history of the kingdom

L’immigrazione straniera a Perugia. Aspetti quantitativo-distributivi e cenni sulle principali criticità

2016

Foreign immigration in Perugia. Outline concerning quantitative and distributional data, and some critical aspects Foreign immigration in Umbria is a structural growing phenomenon. The region is the second one in Italy in percentage terms of foreigners on the total population. This paper looks over in particular the question of foreign immigration in Perugia, in the light of recent data processed with a method providing a sufficiently clear picture of the distribution of immigrants in the historic center and suburbs. The attention is also drawn to the critical aspects of integration (related to the employment status, housing and education) and to the projects implemented by local institutions and associations aimed to promote the integration of immigrants into the social context of Umbria and Perugia. Keywords Foreign immigration, Social Geography, Umbria, Perugia. Immigration etrangere a Perouse. Analyse du phenomene du point de vue de la dimension numerique et de la distribution s...

Introduzione (con Michele Colucci), in Michele Colucci e Stefano Gallo (a cura di), Fare spazio. Rapporto 2016 sulle migrazioni interne in Italia, Donzelli, Roma 2016

Gli studi sulle migrazioni in Italia costituiscono ormai un insieme estremamente variegato di esperienze, stratificazioni, percorsi che risultano difficili da seguire in modo organico anche per gli «addetti ai lavori», cioè per coloro che per motivi professionali hanno la costante necessità di analizzarli e consultarli. Ciò che stupisce maggiormente è -rispetto solo a pochi anni fa -la molteplicità degli approcci disciplinari adottati e il coinvolgimento di settori sempre più numerosi delle scienze sociali, anzi anche delle «scienze dure». In un recente convegno internazionale organizzato da Istat e Eurostat oltre a demografi, sociologi, storici, geografi si sono ad esempio trovati a discutere del tema della misurazione dei flussi migratori ingegneri, informatici e altri studiosi con un background non riconducibile soltanto alle scienze sociali 1 .