La negoziazione assistita in ambito familiare e la tutela dei soggetti deboli coinvolti (original) (raw)

2015

Abstract

In ragione dell\u2019insostenibile condizione che affligge la giustizia italiana e, pi\uf9 in generale, quella europea, si \ue8 assistito nell'ultimo lustro a un tentativo di deflazionare il processo civile, alleggerendo il carico delle cause pendenti. In tale quadro, dopo le alterne fortune della mediazione in ambito civile e commerciale, si \ue8 inserito il d.l. 12.9.2014, n. 132, convertito, con importanti modifiche, in l. 10.11.2014, n. 162, \uabrecante misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell\u2019arretrato in materia di processo civile\ubb. L\u2019intento deflattivo che ha animato il legislatore non ha trascurato neppure l\u2019ambito familiare, giacch\ue9 l\u2019art. 6, entrato in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione del decreto legge, disciplina la convenzione di negoziazione assistita da \uabuno o pi\uf9 avvocati\ubb per le soluzioni consensuali di separazione personale, di cessazione degli effetti civili o di scioglimento del matrimonio, nei casi di cui all'articolo 3, comma 1, n. 2), lett. b), l. 10.12.1970, n. 898 e successive modificazioni, e di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. Di l\ue0 dalle finalit\ue0 perseguite, certamente condivisibili, la formulazione non sempre felice del testo normativo e talune scelte effettuate in sede di conversione in legge suscitano tuttavia riflessioni sull'idoneit\ue0 del meccanismo a garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati e, al contempo, una tutela adeguata ai soggetti deboli coinvolti

Giorgia Anna Parini hasn't uploaded this paper.

Let Giorgia Anna know you want this paper to be uploaded.

Ask for this paper to be uploaded.