L’importanza di nascere clarissimus: per l’interpretazione dell’oratio VIII di Simmaco (original) (raw)

Per l’interpretazione di Simmaco, Relatio 23.1-3

in “Apis Matina. Studi in onore di Carlo Santini”, a cura di Aldo Setaioli, EUT Trieste, 2016

La relatio 23 è una sorta di "cahier de doléances" presentato alla corte imperiale da Simmaco, che enumera una serie di prevaricazioni e abusi lesivi della sua autorità di prefetto urbano 1 . Gli interpreti hanno messo in rilievo la complessità di questo lungo rapporto e le difficoltà di ricostruzione degli episodi che Simmaco, secondo la consuetudine, sintetizza, rinviando alla documentazione allegata.

L’interpretazione origeniana del salmo 27(28) e il linguaggio della preghiera

The few occurrences of Ps. 27(28) in Origen’s writings, together with the fragments trasmitted by the catenae under his name, provide an interesting case for the study of the origenian exegesis of the Psalms. To obtain a less fragmentary picture of it, we can first of all view Ps. 27(28) in the context of the Alexandrian exegetical tradition. It is reasonable to suppose that authors like Eusebius of Caesarea or Didymus adopted an approach to our psalm presumably comparable to what we have lost of Origen’s commentary. We may thus tentatively reconstruct a preliminary agenda of topics concerning both the distinctive profile of Ps. 27(27) as a prayer of supplication and the prosopological interpretation of its protagonist or the form of the text in the Greek versions. A further step leads us to examine the occurrences of Ps. 27(28) in Origen’s works, more specifically in the Treatise on Prayer, ch. 33, where v. 3a-b is taken as the paradigmatic expression for a prayer of ‘demand’ (αἴτησις). Nevertheless Origen, instead of clinging to a definite and coherent terminology for the different forms of prayer, prefers to stress the idea that the language of those who pray should be inspired and nourished by the words of the Psalms. Subsequently, an analysis of the most important fragments attempts to reconstruct the main lines of Origen’s interpretation of Ps. 27(28). For the Alexandrian it is an opportunity to rethink his model of the ‘spiritual prayer’ as a demand addressed to God for the ‘great and heavenly things’ by those who are expected to be ‘saint’ or ‘righteous’. Yet, according to Walther Völker, Origen seems to revise such a model by positing the pure prayer of thanksgiving as the highest expression of prayer, adopted by those who are truly ‘friends of God’. This unique vindication of a ‘eucharistic’ spirituality indeed demands to be appreciated against the background of Origen’s ideas of the spiritual existence, as impressively traced by him also in the commentaries on the Psalms. As shown, for instance, by the fragments on Ps. 118(119), the Alexandrian continues to propose, as the normal rule, a pattern made by the alternance between prayer of demand and thanksgiving. Such a conclusion is finally corroborated by the significant exegesis of Ps. 27(28), 3, where the ‘saint’ or ‘righteous’ of our psalm confronts himself with the paradigm of Christ and with his own limitations.

"γεννηθῇ ἄνωθεν: il segno della necessità della rinascita dall'alto. Esegesi di Gv 3, 1-21"

Vangelo secondo Giovanni III, 11-21 1 Il segno della necessità della rinascita dall'alto Alessandro MOLIN BROSA Nel corso delle mie ricerche accademiche precedenti mi sono imbattuto frequentemente nel fenomeno del nicodemismo, ossia quel fenomeno che implica una dissimulazione ideologica che porta ad aderire e a conformarsi apertamente con le opinioni, specialmente quelle religiose, della propria epoca e ambiente socio-culturale. Non furono pochi infatti, tra i riformatori e i dissidenti religiosi della Prima Età Moderna, coloro i qualicome ad esempio Juan de Valdés o Fausto Sozzinigiustificarono la teoria del nicodemismo per sfuggire alle persecuzioni, sia cattoliche che protestanti.

Il De animae procreatione in Timaeo (Plut. Mor. 77), l’Aldina di Plutarco e il Marc. gr. Z. 523

Medioevo Greco 14 (2014), pp. 51-60

This article analyses ms. Marcianus gr. Z. 523, which contains Plut. Mor. 77 (De procreatione animae in Timaeo), and its relationship with the Aldine edition of Plutarch. Textual, palaeographical and codicological evidence suggest that the fascicles which hand down Plutarch’s De procreatione animae in Timaeo were copied from ms. Laurentianus Pluteus 70. 5 – a manuscript written under the supervision of Nicephorus Gregora – when the latter codex was in Mistra.

L’interpretazione origeniana del Salmo 6.

Published in: Storia del cristianesimo e storia delle religioni. Omaggio a Giovanni Filoramo = «Humanitas», 72/5-6 (2017), pp. 752-778.

Ps 6 can be taken as a good example in order to show the problems and the chances for a reconstruction of Origen’s lost exegesis of the Psalter when working on the «Selecta in Psalmos». In the cases where we can rely on a significant use of single verses in the rest of his writings, we are able to compensate at least partially the lack of excerpta from the commentaries (or even the homilies and the scholia). Occasionally it seems reasonable to attribute to the Alexandrian some fragments, whose authenticity is disputed, on account of the usage that he precisely makes in his other works and of the more typical vocabulary as well as the interpretive content of such excerpts. Although our analysis does not pretend to reconstitute the lost «tomus» on Ps 6, it proves that Origen approached its explanation essentially from a moral and spiritual view-point, without displaying those christological and ecclesiological aspects that elsewhere characterise his interpretation of the Psalter.

«I cuori e i reni»: Note sull’interpretazione origeniana di Sal 7,10.

Published in «Adamantius»., 2016

The exegesis of the Psalter proves the interest of an investigation into Origen’s lexicon aiming at a systematic reconstruction of his own vocabulary both in its dependence from the Bible and in its distinctive qualification. The main purpose of the article is to provide a preliminary contribution of lexicographical nature by examining Origen’s characteristic use of the biblical expression «hearts and kidneys» mainly in light of Ps 7,10c. Whereas the Alexandrian uses it in many of his writings in order to stress God’s intimate knowledge of man and man’s presence before him, in the second Homily on Psalm 15 from the Munich Codex 314 he exploits the image of the «kidneys» in an unprecedented way. Here «kidneys» do not signify as usually the seat of human generation but the initial stage of a gnoseological process leading to knowledge and judgment. Moreover, Origen develops such view in connection with a christological perspective centering on the descent of the Incarnate that underlines both the full participation of Christ to human nature and his distinction from men due to his intimate union with God.

Cor 8,1-7 NELL’INTERPRETAZIONE DELL’AMBROSIASTER

Nell’ambito di una riflessione esegetico-patristica sui capitoli 8 e 9 della seconda lettera ai Corinzi, è sembrato opportuno considerare il tema della generosità, questo sopratutto attraverso i commenti dell’Ambrosiaster o pseudo Ambrogio. Sebbene la ricerca della vera identità del commentatore lasci ai ricercatori ancora molto lavoro da fare, non si può negare che la sua influenza nell’ambito dell’esegesi patristica, specie su ciò che riguarda l’epistolario paolino, sia di fondamentale importanza. Ci sorprende inoltre la grande attualità del messaggio, sia dell’Autore che del suo antico interprete. Sorge poi una domanda sull’interpretazione dei due testi messi a confronto: è la Grazia a nutrire la grande generosità dei macedoni o piuttosto è la totale disponibilità di questi ultimi a permettere una più profonda accoglienza dei doni dello Spirito? E se ci fosse una terza possibilità? Ovvero due condizioni la cui coesistenza è necessaria: il dono gratuito di Dio e l’accoglienza, più o meno incondizionata, da parte dell’uomo?

Dispute teologiche intorno alla nascita

Dispute teolgiche intorno alla nascita, 2020

Durante il periodo dell'Avvento, in vari luoghi dell'Occidente cristiano, tra Medioevo ed età moderna, si celebrava una festa particolare, successivamente scomparsa dal calendario liturgico: quella dell'attesa del parto di Maria, Expectatio partus Beatae Mariae Virginis. Il X Concilio di Toledo nel 656 l'aveva fissata nel giorno 18 dicembre, a pochi giorni dal Natale. Una vasta produzione artistica di statue e dipinti fissava questo momento dell'attesa, rappresentando Maria nella pienezza della sua gravidanza, spesso con in mano un libro (simbolo delle Sacre Scritture), o con la mano posata sul ventre, in una postura comune a tutte le donne incinte.

Per un commento al Dittamondo: il Paradiso terrestre e la personificazione di Roma (I xi)

Sommario del volume 7 maria clotilde camboni (A)sistematiche, (ir)razionali, (extra)schematiche: le rime interne 33 nadia belliato Per un commento al «Dittamondo»: il Paradiso terrestre e la personificazione di Roma (I xi) 49 alessia di dio «Per altrui sospira»: gelosia e tradimenti. Su un sonetto conteso tra Domizio Brocardo e Giorgio Musca 71 giulia raboni L'anti-idillio di Vittorio Sereni Le forme dell'italiano scritto. Convegno internazionale di storia della lingua italiana (9-10 ottobre 2014). Atti, a cura di chiara gizzi 93 piero g. beltrami Storia della lingua e filologia romanza 111 paolo d ' achille Storia della lingua. Lo stato della disciplina 133 michele loporcaro Storia della lingua e linguistica 159 uberto motta, niccolò scaffai, luca d ' onghia «Storia dell'italiano scritto». Una tavola rotonda sommario 6 183 rita librandi Una storia dell'italiano scritto per i nodi della storia della lingua italiana 191 Abstracts Indici, a cura di enea pezzini 197 Indice dei nomi, dei personaggi e delle opere anonime 206 Indice dei manoscritti e dei documenti d'archivio nadia.belliato@unil.ch Quaderno di italianistica 2015, Pisa, ETS, 2015, pp. 33-48. 1. Uberti Rime 2013. 2. Uberti Ditt. 1952. 3. Si pensi, per fare solo qualche esempio, alle pagine scritte sulle terzine in provenzale e in tedesco (Renier 1898; Nicolussi 1898a), sullo studio dedicato al basilisco (Basile 2009), sulla geografia dell'Italia (Nicolussi 1898b) o, in tempi più recenti, sulla raffigurazione di Roma (D'Amico 2009, pp. 152-74).

Pòlemos e il nulla - Libri V-VIII

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La II guerra mondiale determina il collasso dell'ordine mondiale fondato sull'Europa, sicchè la comprensione del significato del pòlemos comporta la comprensione del destino dell'Europa. La lotta si era dispiegata sotto le insegne della tradizione contro il materialismo e la degenerazione del secolo ma le potenze ammaliate dalle ideologie della tradizione si rivelano incapaci e indegne dell'impresa. In quale modo la II guerra mondiale è un pòlemos che si è imposto come il "re di tutti"? In quale modo ha reso, per dirla con Eraclito "gli uni mortali e gli altri immortali, gli uni schiavi e gli altri liberi"?