Sa sedurre la carne la parola - il corpo nella poesia di Patrizia Valduga (original) (raw)

La ricerca si concentra sul tema del corpo nella poesia di Patrizia Valduga. Essa si apre con una panoramica sulla tematica del corpo nel Novecento, e in particolare nella poesia italiana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, con autori come Antonio Porta, Valerio Magrelli, Gabriele Frasca, Patrizia Cavalli. In seguito, dopo aver indagato in quale modo la poetessa si inserisce all’interno di questo scenario, si passa ad analizzare la medesima tematica nella sua produzione, focalizzandosi sul rapporto tra corpo e parola. La parola poetica, infatti, assume per la poetessa un ruolo di fondamentale importanza, in quanto si pone, soprattutto nella prima raccolta, "Medicamenta", come medicina per le sofferenze della vita, come quella rappresentata dall’amore non ricambiato, che è forse però solo un pretesto per indicare una più generale condizione di vuoto e di mancanza, che fa da sottofondo a tutta la poesia valdughiana. Il piacere prodotto dalla parola poetica, nel suo ruolo di farmaco, giunge talvolta a sovrapporsi e confondersi con il piacere della carne, proprio perché sa anche farsi carne la parola: la parola, così come il corpo, è infatti sia uno strumento di indagine conoscitiva dell’io, sia una potente arma di seduzione, capace di irretire l’amante. Come si delinea poi maggiormente nelle "Poesie erotiche", e in particolare nelle "Cento quartine", ma anche in "Lezione d’amore" e nella seconda centuria di quartine, dove l’aspetto erotico diventa via via più esplicito, anche attraverso l’utilizzo di un linguaggio sempre più diretto, la parola poetica diventa anche un mezzo per produrre piacere, non soltanto dell’intelletto, ma anche fisico, fino ad arrivare a sedurre la carne. Nel mondo duale di Valduga l’aspetto del corpo e della seduzione non mancano però di confondersi con l’elemento del pudìco e del sacro (soprattutto nella "Tentazione"), così come al piacere si mescolano sempre il dolore e il tormento, e l’esperienza dell’amore (non solo fisico, ma anche sentimentale) arriva a fondersi con quella della morte ("Donna di dolori").