Sulle strategie di risposta al reato: il caso della riparazione, in La legislazione penale, 17 luglio 2023, pp. 1-31 (original) (raw)

Il sistema delle sanzioni applicabili all’ente collettivo tra prevenzione e riparazione. Prospettive de iure condendo, in Rivista trimestrale di diritto penale dell'economia, nn. 3-4, 2022, p. 559-624

ABSTRACT: More than twenty years after the entry into force of Legislative Decree No 231/2001 – pioneering legislation that overturned centuriesold dogmatic traditions – the time has come to reflect on possible reforms, through targeted measures capable of supporting the guiding principles of the law in Italy governing corporate criminal liability (prevention and reparation), avoiding the acritical adoption of legal models designed for other economic and criminal justice systems. This work aims at investigating the key elements of a possible reform of the system of sanctions applicable to legal entities: a more marked diversification of the catalogue of sanctions, a more precise regulation of the confiscation of crime proceeds, a revision of the maximum amount of the corporate fine also taking into account the size of the organization, and the introduction of incentives for the legal entity to cooperate with enforcement authorities, the introduction of corporate probation, together with other possible ex post mechanisms for not punishing the legal entity. Against this background, there is the crucial issue of promoting a change of cultural habitus among legal practitioners, which is essential to make the new system really work in practice. A distanza di piu` di venti anni dall’entrata in vigore del d.lgs. n. 231/2001 – un ottimo prodotto legislativo che ha capovolto dogmi secolari con accenti pionieristici – e` giunto il momento di riflettere sulle possibili riforme, mediante interventi mirati e in grado di supportare i principi direttivi della disciplina (prevenzione e riparazione), evitando la ricezione acritica di modelli pensati per altre realta` economico-processuali. Il presente contributo si concentra sulle linee essenziali di una possibile riforma del sistema sanzionatorio concernente l’ente collettivo: una piu` marcata diversificazione del catalogo delle sanzioni, una maggiore tipizzazione della confisca del profitto, la revisione del limite edittale massimo della sanzione pecuniaria tenuto conto anche dell’elemento dimensionale, l’introduzione di incentivi alla collaborazione processuale dell’ente, l’estensione alla societas dell’istituto endoprocedimentale della messa alla prova, unitamente ad altri eventuali meccanismi di non punibilita` sopravvenuta dell’ente. Sullo sfondo resta il nodo cruciale di un cambio di habitus culturale tra gli operatori della giustizia, essenziale perche´ il nuovo sistema possa decollare nella prassi applicativa. SOMMARIO – 1. Due decenni di responsabilita` “da reato” delle entita` collettive. – 2. Dilemmi immanenti: la natura giuridica della responsabilita` e delle sanzioni corporative. – 3. Dati teleologici acquisiti: la funzione prevenzionale-riparatoria dell’illecito punitivo dell’ente collettivo. – 4. Il telos delle sanzioni destinate all’ente. – 5. La sintassi sanzione/ autore nel sistema della responsabilita` dell’ente. – 5.1. Sanzione pecuniaria. – 5.1.1. Cenni comparatistici ai criteri di quantificazione e possibili modifiche della disciplina interna. – 5.2. Confisca. – 5.3. Sanzioni interdittive. – 5.3.1. Il “delinquente corporativo abituale”. – 6. Gli “assenti” nel sistema sanzionatorio italiano. – 6.1. Modelli di sorveglianza giudiziaria nel panorama internazionale. – 6.2. (segue) e di ingiunzione giudiziaria a vocazione riparatoria. – 6.3. La situazione italiana. – 7. Profili interattivi di commisurazione delle pene dirette all’individuo e all’ente. – 8. Le intersezioni tra diritto sanzionatorio dell’ente e processo. – 9. La questione della collaborazione dell’ente con l’autorita` giudiziaria. – 9.1. Un primo – mal riuscito – embrione di premialita` per la collaborazione. – 9.2. ... I limiti di una possibile valorizzazione della collaborazione e dell’autodenuncia. – 10. Verso una premialita` razionale in chiave deflattiva e anticipatoria delle finalita` del sistema. – 11. Postilla conclusiva.

Per un'integrazione "convenzionalmente orientata" della riparazione per ingiusta detenzione

Rivista italiana di diritto e procedura penale, 2021

SOMMARIO: 1. Il diritto alla riparazione per ingiusta detenzione nel sistema convenzionale.- 2. Riparazione per ingiusta detenzione e condizioni del ricorso individuale alla Cedu.- 3. La "vittima" della detenzione ingiusta illegittima fra ordinamento europeo e rimedi interni.- 4. Riflessi sulla disciplina italiana in materia di riparazione per l'ingiusta detenzione.

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO E PROCEDURA PENALE IL PROBLEMATICO IMPIEGO DELLA SOSPENSIONE DELL'ESECUZIONE IN CHIAVE " ANTI-OVERCROWDING " . LA PAROLA ALLA CORTE COSTITUZIONALE Estratto

Estratto d) Giurisprudenza di merito TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI VENEZIA Ord. 13 febbraio 2013 Pres. Pavarin -Est. Bortolato Carcere e sistema penitenziario -Condizioni di detenzione -Sovraffollamento carcerario -Sospensione facoltativa dell'esecuzione della pena -Detenzione inumana o degradante ai sensi dell'art. 3 Cedu -Ipotesi non contemplata dall'art. 147 c.p. -Questione di legittimità costituzionale -Non manifesta infondatezza. (Cod. Pen., art. 147; Cost., artt. 2, 3, 27, comma 3 e 117, comma 1; Cedu, art. 3). È rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 147 c.p. nella parte in cui non prevede l'ipotesi di rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena quando questa debba svolgersi in condizioni contrarie al senso di umanità, per violazione degli artt.27, comma 3, 117, comma 1 (con riferimento all'art. 3 Cedu, così come interpretato dalla Corte Edu relativamente alla nozione di « trattamento inumano e degradante »), 2 e 3 Cost. (1). RITENUTO IN FATTO. -(Omissis), detenuto nella Casa circondariale di Padova, presentava al Magistrato di sorellanza in data 10.01

La resistibile ascesa del risarcimento punitivo nell'ordinamento italiano (a proposito dell'ordinanza n. 9978/2016 della Corte di Cassazione), in Dir. civ. cont., 2017.

La resistibile ascesa del risarcimento punitivo nell'ordinamento italiano (a proposito dell'ordinanza n. 9978/2016 della Corte di Cassazione) di Andrea Montanari L'ordinanza in commento rimette alle Sezioni unite il compito di pronunciarsi sulla compatibilità con l'ordine pubblico del c.d. punitive damages. Quest'ultimo sintagma allude al risarcimento punitivo il quale ha di mira non già la compensazione del pregiudizio subito dal danneggiato, bensì la sanzione della condotta del danneggiante (PONZANELLI, I punitive damages nell'esperienza nordamericana, in Riv. dir. civ., 1983, I, 435 ss.; F. BENATTI, Correggere e punire. Dalla law of torts all'inadempimento del contratto, Milano, 2008).

Il delitto riparato. Una disequazione che può trasformare il sistema sanzionatorio.

Diritto penale contemporaneo. Riv. trim., 2015

SOMMARIO: 1. La vecchia ideologia della pena subìta, retrospettiva e reocentrica. 2. L’incapacità limitatrice della retribuzione passatista, e il pieno di prevenzione generale. 3. La realtà delle ipotesi di “perdono”, di riparazione e di “non punibilità” disciplinate. 4. Vetustà e residualità del modello codicistico del rapporto pena-riparazione-risarcimento rispetto a quello delle leggi penali complementari. 5. L’obbligo del risarcimento, il dovere della pena subìta, la riparazione come onere. 6. Dalla riparazione come “terzo binario” alla pena agìta post-riparatoria. 7. La riparazione dell’offesa e del danno come base epistemologica della pena criminale, alternativa alla proporzione, duplicante il male. 8. Delitto riparato ≤ delitto tentato. 9. Riparazione e determinatezza. La riduzione complessiva del male per autore e vittima insieme. 10. Riparazione e laicità. 11. La riparazione possibile tra processo di cognizione e di esecuzione.

La trasformazione dei reati in illeciti civili e le improprie applicazioni analogiche delle disposizioni in tema di risarcimento del danno

La trasformazione dei reati in illeciti civili e le improprie applicazioni analogiche delle disposizioni in tema di risarcimento del danno The conversion of crimes in civil infractions and the incorrect extension of dispositions concerning the compensation of damages Il quesito cui la sentenza in commento risponde riguarda la possibilità per il giudice dell'impugnazione di pronun-ciarsi sui punti concernenti il risarcimento del danno qualora il reato contestato sia stato trasformato in illecito civi-le ai sensi del d.lgs. n. 7/2016. Mancando una specifica previsione, soccorrerebbe l'art. 9 comma 3, d.lgs. n. 8/2016, applicabile per via analogica. La risposta affermativa data dalla Suprema corte non convince, poiché discu-tibili sono le argomentazioni offerte a sostegno della tesi; maggiormente persuasiva è, invece, la contrapposta so-luzione offerta in altre pronunce della medesima Corte, avvalorata da una lettura tanto testuale, quanto sistemati-ca delle disposizioni legislative. The annotated sentence gives an answer to the question about the possibility that the damages caused by a crime converted in a civil infraction could be state by the judge of appeal. According to that sentence, without a specific disposition in the decree n. 7 of 2016, should be applied the art. 9 par. 3 of the decree n. 8 of 2016. The affermative answer given by the Supreme court is based on questionable arguments and because of that it's not convincing. More persuasive is the opposite solution given by the Supreme court with other pronunciations; solution that is convalidated by the text of the law and by the sistematic intepretation of the dispositions, as well.

L'applicabilità del rimedio risolutorio al difetto sopravvenuto della presupposizione in un recente revirement della Cassazione.

Crocifisso nelle aule scolastiche [in Parte Prima Corte eur. dir. uomo, 18.3.2011] Credito al consumo: una scheda di lettura del d. legis. n.141/2010 Rimedio risolutorio e difetto sopravvenuto della presupposizione In questo numero segnaliamo: 1. La valutazione dei contributi inviati alla NGCC per pubblicazione, sia su iniziativa degli autori, sia in quanto richiesti dal Comitato editoriale, è affidata a due membri del Comitato per la valutazione scientifica scelti per rotazione all'interno di liste per area tematica formate in base alle indicazioni di settore fatte da ciascun componente del Comitato e disposte in ordine casuale. 2. Il contributo è avviato ai valutatori senza notizia dell'identità dell'autore.