[rec] «Liber de pomo», o della morte di Aristotele. Edizione del volgarizzamento aretino (ms. Paris BNF It. 917), a c. di M. Maggiore, Pisa, ETS, 2021, in «La Rassegna della Letteratura Italiana», anno 126°, serie IX, n. 2, 2022, pp. 350-51 (original) (raw)

Liber de pomo, o della morte di Aristotele. Edizione del volgarizzamento aretino (ms. Paris BNF It. 917), a cura di Marco Maggiore, premessa di Luca Serianni (Pisa, ETS, 2021) [Preview and preface]

Biblioteca dei volgarizzamenti. Testi, collana diretta da Claudio Ciociola, 2021

The Liber de pomo is a Latin dialogue written in the second half of the 13th century, which narrates the death of Aristotle. This short text is preceded by an accompanying epistle in which Manfred of Hohenstaufen declares that he has translated the text from a Hebrew original into Latin for the first time. Although obviously apocryphal, as it is already indicated by Manfredi’s letter, the text circulated under the name of Aristotle, and was included almost immediately in the corpus of the Stagirite’s works. The success of the De pomo in medieval philosophical culture is shown by the large number of manuscript copies, over 120, as well as by its presence in scholastic florilegia like the Auctoritates Aristotelis. Also, the work was translated into various Romance languages: the oldest translation is an anonymous Tuscan volgarizzamento, until now unpublished, discovered by Fabio Zinelli in the manuscript Paris, BNF It. 917. Two other Romance translations of the De pomo, one Catalan and one Castilian, both anonymous and dating back to the 15th century, were published respectively by Jaume Riera i Sans (1981) and Francisco Bautista (2015). This book contains the first commented critical edition of the Old Aretino translation of the De pomo, an important document of the vernacular philosophical culture in Arezzo at the end of the thirteenth century. The cultural liveliness of this town is well known: besides being the seat of a university in the Middle Ages, Arezzo is the birth place of both Guittone, the main Tuscan poet before Dante, and Restoro, who wrote the vernacular scientific treatise La composizione del mondo colle sue cascioni (1282). The edition of the text is preceded by a critical introduction. Here we first reconstruct the history of the Latin text, which has been the subject of two critical editions (Marian Plezia, 1960; Paolo Mazzantini, 1964). A wide philological investigation, extended to the entire Latin manuscript tradition, aims to identify the version of the text used as a model by the Aretino translator. A linguistic survey is conducted on all the texts of the Paris codex, providing first-hand data for our knowledge of Old Aretino. The synoptic edition of the Tuscan volgarizzamento and its Latin model is completed by a selective glossary of about 140 entries, which documents the text’s rich lexicon.

Pomponio Torelli, Lezioni sulla Poetica d'Aristotele, a cura di G. Genovese, in P. Torelli, Prose, a cura di F. Bondi, G. Genovese, A. Torre, N. Ruggiero, Parma, Guanda, 2017, pp. 1-70

D. A. LINES, E. REFINI (eds.), «Aristotele fatto volgare». Tradizione aristotelica e cultura volgare nel Rinascimento (“Biblioteca dei volgarizzamenti. Studi e testi”), Edizioni ETS, Pisa 2014 (Rec. del 2017)

Recensione di D. A. LINES ed E. REFINI (eds.), «Aristotele fatto volgare». Tradizione aristotelica e cultura volgare nel Rinascimento (“Biblioteca dei volgarizzamenti. Studi e testi”), Edizioni ETS, Pisa 2014, pp. 358, in «Studia Aurea» 11 (2017), pp. 11-19.

Recensione a Simone Bionda, Poetica d’Aristotile. Tradotta di greco in lingua vulgare fiorentina da Bernardo Segni gentiluomo et accademico fiorentino, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2015, in «SCHEDE UMANISTICHE», 2018, XXX, pp. 248-56.

Schede Umanistiche» è una rivista internazionale e pubblica articoli in italiano, inglese, francese e spagnolo. Ogni testo inviato alla Redazione è reso anonimo e sottoposto al processo di peer-review, che consiste nell'esame di almeno due valutatori anonimi (uno interno, uno esterno alla rivista), il cui parere motivato scritto verrà comunicato dal direttore all'autore, insieme al giudizio finale favorevole o sfavorevole alla pubblicazione. I documenti della valutazione sono archiviati presso la Redazione.

Per l’edizione critica del volgarizzamento dell’Etica d’Aristotele: primi sondaggi sulle varianti, in Storia, tradizione e critica dei testi. Per Giuliano Tanturli, a cura di Isabella Becherucci e Concetta Bianca, Lecce, Pensa Multimedia, 2017, pp. 219-228

Questo contributo, scritto in ricordo di Giuliano Tanturli, tratta di alcuni problemi di costituzione del testo affrontati nell'approntare l'edizione critica del volgarizzamento dell'Etica di Aristotele, eseguito da Bernardo di ser Francesco Nuti, maestro fiorentino, sulla base della versione latina di Leonardo Bruni. Nello specifico si discute qui la presenza di numerose varianti rintracciate nelle varie testimonianze, varianti che penso possano essere fatte risalire all'attività di insegnamento di Bernardo Nuti, avendo infatti trovato non pochi riscontri in alcuni appunti, conservati in un codice di excerpta fonziani della Biblioteca Riccardiana di Firenze, presi da uno degli allievi della sua scuola, ovvero Bartolomeo della Fonte, durante una lezione tenutasi nel 1467. This paper, written in memory of Giuliano Tanturli, deals with some of the problems of text-constitution while preparing the critical edition of the translation into early Italian of Aristotle's Ethics by Bernardo di ser Francesco Nuti; Nuti was a Florentine teacher and his work was based on the Latin version of Leonardo Bruni. I'm considering here the presence of numerous variants found in the handwritten testimonies, variants which, in my opinion, can be traced back to the teaching activities of Bernardo Nuti; I found indeed some connections between these variants and some notes written by Bartolomeo della Fonte, one of Nuti's pupils. These notes, written on a manuscript conserved in the Riccardiana Library in Florence, were taken by della Fonte during a lecture held by Bernardo Nuti in 1467.

Simone Bionda, Poetica d’Aristotile. Tradotta di greco in lingua vulgare fiorentina da Bernardo Segni gentiluomo et accademico fiorentino, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2015 (recensione di Alessandra Santoni, «SCHEDE UMANISTICHE», 2018, XXX, pp. 248-56).

Schede Umanistiche» è una rivista internazionale e pubblica articoli in italiano, inglese, francese e spagnolo. Ogni testo inviato alla Redazione è reso anonimo e sottoposto al processo di peer-review, che consiste nell'esame di almeno due valutatori anonimi (uno interno, uno esterno alla rivista), il cui parere motivato scritto verrà comunicato dal direttore all'autore, insieme al giudizio finale favorevole o sfavorevole alla pubblicazione. I documenti della valutazione sono archiviati presso la Redazione.

Notizia sulle fonti di un volgarizzamento di Giovanni Cherichi (Firenze, Ricc. 1390), in «Medioevo romanzo», XXXVIII, 2014/1, pp. 170-181.

in «Medioevo romanzo», XXXVIII, 2014/1, pp. 170-181.

ITA: Il contributo prende in esame l’inedito volgarizzamento di un leggendario, databile alla metà del XV sec., ad opera di Giovanni Cherichi «cittadino fiorentino» (Firenze, Bibl. Riccardiana 1390). Nel suo prologo il volgarizzatore dichiara di aver tratto in volgare le 31 vitae che compongono la raccolta da un codice intitolato «la storia aurea», parte in lingua francese e parte in latino, e di aver tradotto dal francese. Esclusa qualsiasi ipotesi di diretta dipendenza del volgarizzamento dalla compilazione di Iacopo da Varazze, si individuano le fonti della raccolta nella tradizione dei leggendari francesi studiati da Paul Meyer e, in tempi recenti, da Jean-Pierre Perrot; in particolare, si dimostra che la fonte diretta della prima sezione del «libro» tradotto dal Cherichi (I-XVII) coincide con il primo nucleo della tradizione dei leggendario, il cosiddetto «légendier A», e intrattiene anche interessanti rapporti con il ramo franco-italiano di questo leggendario. ENG: This contribution examines an unpublished legendary translated into Tuscan vernacular by Giovanni Cherichi «cittadino fiorentino», dated to the mid-fifteenth century (Firenze, Bibl. Riccardiana 1390). In a brief prologue, Cherichi informs the reader that he translated this collection of 31 vitae from a codex entitled «la storia aurea», written partly in French and partly in Latin, and that his source was French. After ruling out the possibility of a direct dependence of the translation from Iacopo da Varazze’s Legenda aurea, we identify the sources of the collection in the tradition of French collections of saints’ lives, previously studied by Paul Meyer and, more recently, by Jean-Pierre Perrot. In particular, it is shown that the direct source of the first section of Cherichi’s «libro» (I-XVII) is the most ancient group of lives of the French legendaries, the so-called «légendier A»; this section appears to be related to the Franco-Italian branch of the tradition.