Le “Auree norme ” del GDLI. Quando le norme redazionali diventano grammaticali (original) (raw)
2018, Italica Wratislaviensia
All dictionary editors have editorial rules. In fact, every collaborator must follow the style foreseen by the publication. To this end, every person who intends to participate in the editorial work is usually provided with a more or less consistent style sheet that contains the rules for writing the lemmas. The editors of the GDLI were also provided with this type of material. Each collaborator, in fact, received a thin booklet entitled "Auree norme", or "Golden rules", that he had to follow. However, upon a careful examination of this precious file, the indications provided by the GDLI appear richer and more articulated than the usual set of editorial norms. In fact, they do not only contain a set of formal and typographical rules, but they have a much wider perspective: the editor is faced with a series of indications concerning spelling and grammar. The present research aims to identify the norms of grammatical interest and some elements of morphology and syntax that emerged during the discussion of the editing process of these dictionaries.
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All dictionary editors have editorial rules. In fact, every collaborator must follow the style foreseen by the publication. To this end, every person who intends to participate in the editorial work is usually provided with a more or less consistent style sheet that contains the rules for writing the lemmas. The editors of the GDLI were also provided with this type of material. Each collaborator, in fact, received a thin booklet entitled “Auree norme”, or “Golden rules”, that he had to follow. However, upon a careful examination of this precious file, the indications provided by the GDLI appear richer and more articulated than the usual set of editorial norms. In fact, they do not only contain a set of formal and typographical rules, but they have a much wider perspective: the editor is faced with a series of indications concerning spelling and grammar. The present research aims to identify the norms of grammatical interest and some elements of morphology and syntax that emerged during the discussion of the editing process of these dictionaries.
Il testo non va giustificato né formattato in modo particolare: usare l'allineamento a sinistra, con sbandieramento delle linee a destra, senza sillabazione. Non fare files troppo lunghi né troppo corti: generalmente, un file per capitolo è il modo migliore per organizzare il lavoro.
2006
In corso di stampa nella rivista "Lid 'O -Lingua italiana d'Oggi", diretta da Massimo Arcangeli, Roma, Bulzoni Editore, anno III, num. 3, 2007. Riprodotto da "Italianistica Online: portale di informatica umanistica per gli studi italianistici" (Internet, italianisticaonline.it), in accordo con il Direttore e per gentile concessione dell'Editore. La diffusione è autorizzata a soli fini personali e senza scopo di lucro.
LA LEGGE COME NORMA SULLA PRODUZIONE DI NUOVE FONTI PRIMARIE TRA TEORIA E DOGMATICA
SOMMARIO: 1. Premessa. -2. Hans Kelsen e il fondamento di validità. -3. Franco Modugno e il principio d'inderogabilità delle competenze. -4. L'argomento della consuetudine costituzionale. -5. Regole regolative e costitutive. -6. Dalla teoria alla dogmatica. -7. Le fonti concorrenziali extragovernative. -8. I legislatori creati dal legislatore. Gli art. 87, quinto comma e 89, secondo comma, Cost. -9. Gli atti aventi forza di legge non emanati dal Capo dello Stato. -10. Il controllo di costituzionalità degli atti aventi forza di legge. -11. L'atto con valore di legge come decreto presidenziale. Il "ruolo" del Capo dello Stato nella nostra forma di governo. -12. Il limite invalicabile della competenza. -13. Conclusioni. ____________ * Assegnista di ricerca in Diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Sassari.
Regola e abito. Lingue e altre istituzioni, tra prassi e poiesi
RIFL numero speciale atti Congresso SFL 2013 Palermo, 2014
La distinzione tra prassi e poiesi, come l’abbiamo ereditata dalla tradizione (e anzitutto da Aristotele), sembra applicarsi male alle istituzioni intese in senso saussuriano, e anzitutto alle lingue storico naturali, le quali sembrano mettere in atto una sorta di via di mezzo tra le due. Un rapido confronto tra la nozione di ‘regola’ in Wittgenstein e quella di ‘abito’ in Peirce può aiutare a comprendere meglio questo punto (attraverso la definizione del primato dell’abito come oggetto scientifico), e a mostrare l’interesse delle posizioni come quella di Bourdieu, volte esplicitamente a superare la dicotomia, anche se talvolta tendono comunque a privilegiare uno dei due aspetti.
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