"Giuseppe Martucci e un capitolo inedito nella storia della ricezione tartiniana". 2020, Padova, "Tartini e la cultura musicale dell’Illuminismo" (original) (raw)

Review of: FRANCESCA FLORES D’ARCAIS, Padova Urbs Picta. Le arti figurative alla corte dei Carraresi; con un saggio di Antonio Lovato: Musica da ascoltare, musica da vedere. L’Ars nova del Trecento a Padova, Il Poligrafo, Padova 2022, 322 p., ill. (Aedificium, 4)

Il Santo. Rivista francescana di storia, dottrina, arte, LXIV (2024), fasc. 1-2 , 2024

IL SANTO Rivista francescana di storia dottrina arte riconosciuta dall'ANVUR come rivista scientifica nell'area ''10-Scienze dell'antichità, filosofico-letterarie e storico-artistiche'' ''11-Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche'' e dell'European Reference Index for the Humanities and Social Science (ERIH-Plus) nel settore ''Religious Studies and Theology'' International Peer-Reviewed Journal

Catalogo ragionato dei libri-parte tartiniani presso l'Archivio musicale della Veneranda Arca del Santo, Tesi di laurea, [rel. Sergio Durante], Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, Padova 2007-2008

1 Si vedano T.S. BISI, Contributo ad un'edizione critica dei sei concerti opera prima, libro primo di Giuseppe Tartini, tesi di laurea, relatore Prof. Sergio Durante, Università di Padova, a. a. 1995-96; M.A. MARCONATO, Per un'edizione critica dei sei concerti dell'opera prima, libro secondo di Giuseppe Tartini, tesi di laurea, relatore Prof. Sergio Durante, Università di Padova, a. a. 1998-99; V.E. RUGGERI, Contributo per un'edizione critica dei sei concerti opera seconda di Giuseppe Tartini, tesi di laurea, relatore Prof. Sergio Durante, Università di Padova, a. a. 2000-2001. 2 Vedi C. BUSATO, Prima ricognizione dei libri-parte tartiniani presso l'Archivio musicale della Veneranda Arca del Santo, tesi di laurea, relatore Prof. Sergio Durante, Università di Padova, a. a. 2001-2002.

"Musica e poesia nel Trecento italiano. Verso una nuova edizione critica dell’'Ars nova'", a cura di Antonio Calvia e Maria Sofia Lannutti, Firenze, Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2015

Musica e poesia nel Trecento italiano. Verso una nuova edizione critica dell'"Ars nova", a cura di Antonio Calvia e Maria Sofia Lannutti, Firenze, Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2015, pp. 360 + XII Il volume raccoglie i contributi originariamente presentati in occasione del VI Seminario internazionale di musicologia medievale «Clemente Terni» tenutosi a Firenze nel dicembre 2013. All'importante figura del musicologo (ma anche compositore ed esecutore) è complessivamente dedicata una serie di simposî organizzati presso la Fondazione Ezio Franceschini in collaborazione con il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell'Università di Pavia che, a partire proprio dal 2013, da un lato rilancia l'approccio pedagogico del precedente Corso di Formazione sulla Musica nel Medioevo (incentrato su Problemi di classificazione e metodi della bibliografia, i cui incontri si sono tenuti annualmente tra il 2005 e il 2009), dall'altro promuove le ricerche sulla musica medievale al piú alto livello, circoscrivendo il campo di studio alla cosiddetta "Ars nova" italiana. 1 Tale iniziativa si colloca nell'ambito del progetto PIT -Polifonia Italiana Trecentesca coordinato da Maria Sofia Lannutti, che dal 2009 vede impegnati filologi e musicologi afferenti o legati alla scuola cremonese di musicologia: si tratta, in massima parte, degli stessi nomi, spesso di giovani ma già competenti specialisti, che firmano i contributi nel volume. Nella Premessa, i curatori ricordano in sintesi lo stato dell'arte sull'oggetto delle loro ricerche: al di là della discutibile definizione di "Ars nova" -la questione terminologica è accennata all'inizio del libro -e malgrado l'interesse che negli ultimi decenni ha costantemente riscosso (si pensi, su tutti, al ciclo di congressi internazionali di Certaldo, patrocinati, dal 1959 al 2011, dal Centro di Studi sull'Ars Nova italiana del Trecento), il corpus di musiche e testi implicati nella «grande fioritura di polifonia d'arte del Trecento» non ha finora beneficiato, per molti aspetti, di cure scientifiche «adeguate ai livelli della filologia del nostro tempo, che tengano conto dell'arricchimento di prospettive e metodologie in ambito interdisciplinare» (p. vii). Proprio l'attivo e costante dialogo tra competenze filologiche e musicologiche, inteso a valorizzare la necessaria interdipendenza fra testo poetico e notazione musicale dal momento della rispettiva composizione, a quello della ricezione nei manoscritti, a quello, infine, della loro 1 Il tema è affrontato da punti di vista differenti e con un taglio piú o meno teorico nei diversi seminari, come si può giudicare dai titoli di quelli fin qui svoltisi (consultabili online sul sito della Fondazione: http://www.fefonlus.it/): La prassi esecutiva dell'ars nova italiana. Seminario di studio e laboratorio , L'intertestualità nell'ars nova europea tra musica e poesia (2015), «...Con soav'e dolce melodia si fa bel canto e ciò vuol maestria». L'esecuzione dell'ars nova italiana oggi: il compromesso della «performance storicamente informata». Seminario teorico e pratico (2016), The Nature of the End of the Ars Nova in Early Quattrocento Italy Research Surrounding the San Lorenzo Palimpsest and Related Repertories (2017).

"Tasso postillatore del Convivio" (testo parziale della presentazione), in Coloro che primi il sentiero mostrarono: ‘l’altro Dante’ e il ‘canone antico’ della lirica tra Quattro e Cinquecento (Padova, 3 Settembre 2020)

Nel gennaio del 1823 una preoccupata Costanza Monti scriveva da Milano al "raro e vero amico" Antaldo Antaldi una lettera in cui si diceva sommamente in pena per le sorti delle carte di lavoro del suo defunto marito, Giulio Perticari. Tra i tanti materiali per i quali la vedova esprimeva premura spiccavano una edizione delle Opere di Dante (Venezia, Giambattista Pasquali, 1741, 2 voll.) annotata dal consorte e una copia del Convivio stampato a Venezia dal Sessa nel 1531 contente le postille di Torquato Tasso, che, a suo dire, i suoi ormai dichiarati nemiciil conte Francesco Cassi e il di lei cognato Gordiano Perticariavevano in progetto di fare sparire. 1 La storia di questo libro, anche se incompleta, è in realtà già nota agli studiosi. Nel luglio del 1578 Torquato Tasso andò a soggiornare a Pesaro presso la dimora di Giulio Giordani, segretario e consigliere del duca di Urbino Francesco Maria II Della Rovere. La permanenza pesarese del poeta, occorsa in seguito alla caduta in disgrazia presso il duca di Ferrara Alfonso II d'Este, si protrasse per alcuni mesi. In questo periodo di relativa tranquillità, l'autore della Liberata poté dedicarsi alle «nobili e attente letture» delle opere di Dante e Petrarca. La quiete durò poco e Tasso, lasciò casa Giordani nel settembre di quell'anno, partendo in fretta e furia alla volta di Torino. Nell'urgenza di andarsene, tuttavia, egli abbandonò nella dimora del suo ospite tre dei volumi letti durante il soggiorno marchigiano. A dare notizia della presenza di questi libri a Pesaro fu per primo il gesuita Tasso. Anche ciò cammina in regola. Mi spiace però tanto più la perdita di quello postillato da Giulio, quanto più m'è a cuore la gloria del mio povero marito che quella di tutti i grandi che furono e che mai saranno". Francesco Antonio Zaccaria, che a metà del Settecento visitò nella un tempo città malatestiana la biblioteca della famiglia Abati-Olivieri, erede del casato dei Giordani: Qualche prezioso libro evvi ancora in casa de' Signori Giordani. Tal è un Petrarca dell'edizione del Giolito 1560 a piedi di cui vi è scritto: Questo Petrarca fu di Torquato Tasso: restò in casa del Giordani nel 1578 dove alloggiò per alcuni giorni. […] Tale l'amoroso Convivio di Dante stampato pure in Vinegia l'anno 1531 per Melchior Sessa colle postille del Tasso. Nella prima carta si legge scritto: Fu postillato dal Tasso ne 1578.

L'altro Orfeo (1613) e le «nuove musiche» a Venezia. Roma: Istituto Italiano per la Storia della Musica, 2016

2016

Attraverso un percorso ermeneutico, frutto di una vasta campagna di ricerche archivistiche e di puntuali ricognizioni bibliografiche capaci di rivelare in filigrana prospettive sotto molti punti di vista sorprendenti, questo studio indaga il contesto storico, sociale ed estetico che ha fatto da cornice alla pubblicazione dell’Orfeo stampato a Venezia nel 1613 da Bartolomeo Magni. Il ritrovamento dell’unico esemplare oggi noto di questa straordinaria raccolta collettanea, qui offerto in facsimile e in edizione critica moderna, ha permesso di rintracciare significative testimonianze dell’attenzione che anche a Venezia si ebbe nei primissimi anni del Seicento verso nuove forme di sonorizzazione della produzione lirica. Sintomatico risultato del complesso intreccio tra l’orizzonte culturale ed estetico di munifici patroni e la curiosità artistica di diversi compositori operanti a Venezia, esse aggiungono un importante quanto inedito tassello alla ricostruzione dell’ampio e articolato fenomeno che ha riguardato la diffusione di nuovi generi musicali, come la monodia accompagnata e le arie strofiche, e in particolare del ruolo che in questo processo ha avuto il contesto veneziano. Review: – Rivista Italiana di Musicologia 55 (2020), p. 297–301 (Maddalena Bonechi).

Celebrazioni tartiniane, «Padova e il suo territorio», XXXIV/3 2019, pp. 53–54.

2019

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I poeti di Martucci, in "Giuseppe Martucci. Da Capua all'Accademia di Santa Cecilia", a cura di Antonio Rostagno e Pier Paolo De Martino, Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2012, pp. 39-57

Giuseppe Martucci da Capua all'Accademia di Santa Cecilia, Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2012

The essay deals with Giuseppe Martucci and the poets he chose to put to music (Pellico, Carducci, Pagliara), and especially with the "Canzone dei ricordi", poem by Rocco Eduardo Pagliara. It also gives an account of Italian literary and musical culture in late XIXth, early XXth centuries