L'arrivo di Achille a Sciro. Saggio di commento a Stazio Achillede 1, 1-396 (original) (raw)

La narrazione dell'arrivo di Achille a Sciro costituisce la prima grande sezione di quel che rimane dell'Achilleide (un totale di 1125 versi), opera incompiuta di Publio Papinio Stazio. Si tratta di un episodio dotato di una sua unità tematica e strutturale. La narrazione era avvertita come conclusa anche dalla trad. ms., che chiudeva un libro (o il primo o il secondo) al verso 396: ad esempio, il codice R divide il testo in 4 libri (terminanti in 1, 396; 674; 960; 2, 167), e altri manoscritti tardi ancora chiudono al verso 396 il secondo libro, suddividendo il poema in 1, 197; 396; 674; 960 e 2, 167 1. Il progetto dell'opera doveva prevedere la realizzazione di un poema incentrato su Achille, forse il personaggio epico più noto, l'eroe del mito per eccellenza; sopravvive una parentesi giovanile della sua esistenza, interrotta al momento della partenza alla volta di Troia. Dopo il proemio (1, 1-9), la narrazione entra in medias res e presenta Thetis, la divina madre di Achille, intenta ad impedire il futuro di morte di suo figlio. Stazio inscrive l'archeologia dei fatti-nascita di Achille e origine della guerra-nel monologo di Thetis (1, 31-51); il lettore è informato: che Achille è parzialmente vulnerabile per l'intervento materno; che è stato affidato all'educazione del Centauro Chirone sul monte Pelio; che Thetis ha ricevuto una profezia funesta sulla partecipazione di Achille alla guerra di Troia. Dopo il fallito tentativo di Thetis di impedire lo scoppio della guerra (1, 51-94), la dea si reca sul monte Pelio in Tessaglia e conduce via il figlio (1, 95-241).